"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

venerdì 30 marzo 2007

L'orso assassino

Dopo aver parlato di Teddy bear eccone
una versione horror di Vany, disegnatrice.
Visitate il suo blog cliccando sull'orsacchiotto....
ma attenti a non farvi mordere!

Knut, ma non staremo esagerando?

Oggi, dopo gli ennesimi servizi ai telegiornali di tutte le reti, ho deciso di dire basta. Basta con le canzoncine, basta con i pupazzetti, con i video su you tube, con i blog e i siti a lui dedicati, con le prime pagine sui giornali e i trattamenti da star. Knut ha veramente rotto! Ma non me la prendo con il povero cucciolo, lui non ha nessuna colpa, è solo nato in una Germania che sta impazzendo per un orso polare. Mi sembra assurdo, quasi un isteria di massa. E la cosa più terribile e che i pochi che si rendono conto che il povero Knut se continua così avrà dei seri problemi vengono additati come pazzi. Quanti animali che diventano celebrità si ritrovano poi a subire conseguenze terribili come depressione e disadattamento, per non parlare del fatto che Knut sarà un adulto di qualche tonnellata e che una volta solo ed abbandonato dalla folla sarà un orso triste che avrà contatti solo con i suoi guardiani. Knut non doveva meritare la morte ma neanche questa terribile commercializzazione. Il cucciolo di orso fra qualche mese probabilmente sarà dimenticato da tutti e come con i personaggi dei reality diremo "Knut?!.....Chi è Knut?"

Gli orsi sono in pericolo? Ce lo dice l'IUCN

L'IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) è un'istituzione scientifica che utilizza precise definizioni e criteri per assegnare a ciascuna specie analizzata il livello di rischio. I suoi criteri sono internazionalmente diffusi, tanto che almeno 57 paesi utilizzano Liste Rosse nazionali basate sui criteri stabiliti dallo IUCN per definire le proprie priorità in tema di politiche di conservazione.I criteri di classificazione sono quindi complessi e si basano su una pluralità di considerazioni che non riguardano solo il numero di esemplari, ma anche l'andamento e la composizione della popolazione, la sua distribuzione geografica, ecc. L'IUCN, secondo l'ultima revisione del 2001 ver. 3.1, distingue nove categorie di conservazione sono (sinteticamente) le seguenti:
  • Estinto - Extinct (EX)
  • Estinto in natura - Extinct in the wild (EW)
  • In pericolo in modo critico - Critically Endangered (CR)
  • In pericolo - Endangered (EN)
  • Vulnerabile - Vulnerable (VU)
  • Quasi a rischio - Near Threatened (NT)
  • A rischio relativo - Least Concern (LC)
  • Dati insufficienti - Data Deficient (DD)
  • Non valutato - Not Evaluated (NE)
Ecco come sono state classificate le varie specie di orsi dalla IUCN:
  • Ursus arctos (orso bruno): LR (Low risk - A basso rischio) questa dicitura è relativa alla versione 2.3 del 1994
    • Ursus arctos ssp. nelsoni (orso grizzly mesicano): EX (estinto dal 1986)
  • Ursus americanus (orso nero americano): LR (Low risk - A basso rischio)
  • Ursus maritimus (orso polare): VU (Vulnerabile)
  • Ursus thibetanus (orso nero asiatico, orso dal collare): VU (Vulnerabile)
    • Ursus thibetanus ssp. gedrosianus (orso bruno del Pakistan): CR (in pericolo molto critico)
  • Helarctos malayanus (orso malese): EN (in pericolo)
  • Melursus ursinus (orso labiato): VU (Vulnerabile)
  • Tremarctos ornatus (orso andino): VU (Vulnerabile)
  • Ailuropoda melanoleuca (panda gigante): EN (in pericolo)
Per essere maggiormente precisi alcune classi di conservazione hanno delle sottocategorie per fornire una descrizione più dettagliata in questa sede però sono state volutamente omesse a vantaggio di una più immediata lettura. Per coloro che volessero approfondire i criteri di classificazione possono scaricare le informazioni necessarie qui.

Per gli ultimi aggiornamenti sulla Red list clicca QUI

© IUCN 2004. 2004 IUCN Red List of Threatened Species. <www.iucnredlist.org>. Downloaded on 30 march 2007

La GiocOrsa

Che il maestro Da Vinci non me ne voglia,
ma volevo inaugurare la galleria delle mie rivisitazioni
dei classici della pittura in chiave ursina, con il dipinto più famoso al mondo.
Ecco come ho trasformato La Gioconda con il mio Photoshop in una GiocOrsa.
Se volete vedere però come Leonardo disegnava VERAMENTE gli orsi clicca
QUI


giovedì 29 marzo 2007

L'origine degli Ainu

Gli Ainu, un tempo diffusi in tutto il Giappone e oggi relegati sull'isola di Hokkaido, sono un popolazione con origini piuttosto oscure, probabilmente un gruppo relitto di origine caucasica, oggi purtroppo sulla soglia dell'estinzione. La particolarità degli Ainu è quella di avere una religione animista, incentrata in particolar modo sull'orso. Gli Ainu svolgono un complesso rituale chiamato Iyomande (”il sacro invio”) rappresentato nella figura. Consisteva nell’allevare amorevolmente per circa due o tre anni un piccolo orso, sottratto alla madre durante una battuta di caccia. Al termine di tale periodo, il giovane orso veniva sacrificato nel corso di una festa che durava parecchi giorni. L’animale veniva in pratica considerato un “ambasciatore” degli Ainu presso i suoi antenati, gli orsi divini, con l’incarico preciso di esprimere agli dei la buona volontà degli uomini e la preghiera affinché gli orsi scendessero sempre in grande quantità sulla terra, per fornire prede abbondanti ai cacciatori. Ecco come gli Ainu spiegano l'origine del loro popolo:
"Anticamente vivevano due persone che erano marito e moglie. Il marito un giorno si ammalò gravemente e presto morì, lasciando la donna sola e senza figli. Alla donna però venne detto che aspettava un figlio. Quando la gente vide che il momento era vicino, alcuni dissero "Sicuramente questa donna si è risposata" ed altri "No, suo marito è tornato dal regno dei morti". Ma la donna disse che era stato un miracolo e racconto la storia che segue: "una sera ebbi un'apparizione improvvisa nella capanna in cui ero seduta. Colui che venne da me aveva forma di uomo ed era vestito di nero. Voltandosi verso di me mi disse: "Oh donna, ho da dirti alcune cose, prestami attenzione. Io sono il dio che possiede le montagne (cioè il Dio Orso) e non un essere umano, anche se sono apparso a te sotto le sembianze di un uomo. La ragione della mia venuta è questa. Tuo marito è morto e tu sei rimasta sola. Io ho visto cosa ti è accaduto e sono venuto per annunciarti che tu porterai in grembo un figlio. Questo sarà il mio dono per te. Quando lui nascerà non sarai più sola, e quando crescerà sarà un grande uomo, ricco ed eloquente." Dopo aver detto questo si allontanò da me". Giorno dopo giorno la donna crebbe suo figlio, che divenne veramente un grande cacciatore tanto ricco quanto eloquente. Egli divenne inoltre padre di molti figli. Accadde così che molti degli Ainu che vivono sulle montagne da quel giorno dicono di discendere da un orso. Essi appartengono al clan degli orsi e sono chiamati Kimun Kamui sanikiri cioà i discendenti dell'orso."

L'orso di pezza

Provate ad immaginare questa scena: una camera, buia, illuminata a tratti da lampi di luce ed immersa nell'incessante scrosciare della pioggia. Il vento ulula e soffia contro le finestre facendole tremare. Al centro della stanza un bambino dorme beatamente con il suo orso di pezza stretto al petto. E' un'immagine potente non c'è che dire. L'orso è spesso il primo animale con cui facciamo conoscenza. La sua forza e il suo coraggio ci vengono in aiuto nei momenti di paura e di solitudine.
L'orsacchiotto, così come la famosa coperta di Linus, viene chiamato in psicologia "oggetto transizionale" cioè un oggetto su cui il bambino affronta il primo distacco dalla madre. Infatti l'oggetto transazionale diventa un sostituto del genitore nei momenti in cui esso manca, aiutando il bambino al progressivo allontanamento e quindi alla sua indipendenza. Il passo successivo di crescita sarà prorpio il distacco dall'oggetto transazionale.
Ma quanti di noi conservano ancora gelosamente l'orsacchiotto dell'infanzia? Io penso in molti. Al di là della psicologia infatti, l'orsacchiotto diventa infatti un amico, un confidente, un oggetto che diventa reale ed animato e che difficilmente riusciamo a dimenticare.
Ma perchè proprio l'orso? Perchè proprio uno dei più grandi carnivori del pianeta diventa il nostro oggetto più caro?
La storia degli orsi di pezza va ricercata nel loro nome inglese: "Teddy bear".
si racconta che nel 1902 il presidente americano Theodore Roosvelt, durante una battuta di caccia, si rifiutò di sparare ad un cucciolo d'orso. La notizia arrivò ai giornali ed un disegnatore satirico, Clifford K. Berryman, pubblicò una vignetta in cui il presidente volgeva le spalle all'orsetto rifiutandosi di sparare (a lato la vignetta originale). Il ciucciolo venne chiamato affettuosamente "Teddy bear" cioè l'orso di Teddy (Teddy era il nomignolo di Roosvelt). A Brooklyn in quei giorni una coppia di origine russa Moris e Rose Michtom esposero nella vetrina del loro negozio di dolciumi un orsacchiotto di pezza cucito dalla stessa Rose su modello di quello disegnato da Berryman (nella foto in alto), chiamandolo appunto Teddy's bear. Il successo fu immediato e consentì alla coppia di aprire una vera e propria industria di orsi di pezza, la Ideal Toy Company.
Nello stesso periodo in Germania, Margaret Steiff, proprietaria di una fabbrica di giocattoli presentò alla fiera del giocattolo di Lipsia i suoi orsacchiotti. Ne vendette 3000 esemplari. Oggi la Steiff continua a produrre orsacchiotti in tutto il mondo.
Dal 1902 ad oggi gli orsacchiotti hanno subito molte evoluzioni, ma il modello base rimane pressochè identico, confermando la genialità dei coniugi Michtom.
Agli orsi di pezza sono stati dedicati anche molti musei primo fra tutti quello di Petersfield in Inghilterra.

mercoledì 28 marzo 2007

Mitologia classica: i miti dell'orso legati ad Artemide

Nella mitologia classica possiamo ritrovare le tracce di un forte legame fra una divinità femminile e l'orso. Se per i celti la dea Artio rappresentava la forza materna e distruttrice della natura, possiamo ritrovare nella Grecia classica la stessa simbologia in modo quasi intatto sotto le sembianze della lunare dea Artemide. L'origine del nome della dea ha avuto diverse spiegazioni: Platone lo fa derivare da "artemés" cioè integro, in relazione probabilmente alla sua proverbiale purezza e alla sua verginità, ma fonti più moderne vedono nel suo nome le parole "ártamos", uccisore o "árktos", orso, che a loro volta hanno la stessa radice indoeuropea. Artemide era figlia di Zeus e Latona e sorella gemella di Apollo. Il suo culto ha origini piuttosto oscure, ma era adorata in quasi tutta la Grecia, soprattutto a Delo. Artemide era la dea della caccia e al tempo stesso signora di tutti gli animali selvatici con l'appellativo di pótnia therôn cioè "signora degli animali"; nei miti arcaici era la luna in contrapposizione al sole suo fratello, proteggeva le fanciulle e dispensava loro la morte, assisteva le partorienti ed era pregata per garantirsi la fecondità.
Il mito relativo ad Artemide la descrive come una fanciulla dalla incorruttibile moralità, circondata da ninfe che come lei avevano giurato di rimanere altrettanto pure. La più bella fra queste ninfe, Callisto, venne trasformata in un'orsa poichè aveva ceduto alla corte dell'insaziabile Zeus. L'orso è legato in modo indissolubile con la dea sia perchè animale selvatico, sia perchè era uno dei suoi animali favoriti: è infatti proprio un orsa che viene inviata da Artemide per salvare la piccola Atalanta abbandonata sul monte Pelio dal padre, che desiderava un figlio maschio. Un'altra leggenda narra che intorno alla città greca di Braurone un orso aveva preso l'abitudine di girovagare per le strade e che la gente, affatto spaventata, avesse iniziato a nutrire ed addomesticare l'animale. Un giorno una fanciulla infastidì l'orso e la fiera, in preda all'ira, la uccise. Quando il fratello della vittima si vendicò, Artemide su tutte le furie impose che alcune fanciulle prendessero il posto dell'orso nel santuario a lei dedicato. Per questo motivo ogni anno delle giovani venivano inviate al tempio prendendo il nome di arktoi (orsette), mentre la dea, in ricordo della vicenda veniva venerata con l'appellativo di Artemide Brauronia. Durante i riti, le fanciulle eseguivano una danza in onore della figlia di Zeus, chiamata "danza dell'orso". Nei miti qui raccontati si nota come sia la dea, sia l'orsa abbiano in comune un innato senso materno e protettivo, che è contrapposto però alla furia distruttrice e vendicativa che si abbatte su coloro che offendono la purezza e l'integrità della natura.

Thailandia: inseminazione artificiale per panda gigante

L'inseminazione artificiale è, secondo gli esperti, l'unica soluzione per favorire la riproduzione del panda gigante Xuang Xuang dello zoo di Chiang Mai. L'accompiamento con la sua compagna, Lin Hui, era già stato 'ricercato' imponendo una dieta ferrea al panda e mostrandogli video 'hard' nei quali appaiono panda che si accoppiano. La storia di Xuang Xuang ha attirato l'attenzione in Thailandia, dove la sua apatia sessuale lo ha portato a diventare un fenomeno mediatico. Xuang Xuang e Lin Hui, di origine cinese, sono stati trasferiti allo zoo di Chiang Mai nel 2003. L'idea dello zoo era che i due si sarebbero accoppiati e avrebbero procreato. Ma così non è andata, almeno non fino ad ora. In un primo tempo, gli esperti hanno pensato che il problema era il peso: Xuang Xuang era troppo grasso. Sottoposto a una dieta ferrea, il panda è calato di 142 chili, ma nemmeno questo lo ha spinto ad accoppiarsi. Gli esperti hanno allora pensato di sollecitarlo visivamente e ormai da settimane - dopo che i due panda sono stati separati - Xuang Xuang è stato bombardato da video di panda che si accoppiano. Nemmeno questa soluzione sembra aver sortito gli effetti sperati, anche se la prova decisiva sarà la prossima settimana, quando Lin Hui entrerà nel periodo ideale per accoppiarsi e i due saranno riuniti. In molti, comunque, ormai pensano che l'unico modo per superare l'empasse sarà la fecondazione artificiale. In merito il 'The Bangkok Post' riporta che un esperto di fecondazione artificiale cinese sarà in Thailandia la prossima settimana.
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martedì 27 marzo 2007

Berlino: morta allo zoo la panda Yan Yan

E' morta oggi allo zoo di Berlino Yan Yan, una femmina di panda di 22 anni, che dal 1995 costituiva una delle principali attrazioni del giardino zoologico della capitale tedesca. Yan Yan, ha detto un portavoce dello zoo, e' stata trovata morta all'aperto, senza manifestare segni di malattia.

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lunedì 26 marzo 2007

Verso la catastrofe con ottimismo

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Germania: Baviera non restituisce “Bruno” All’Italia

Mentre Knut, l’orsetto bianco, è riuscito ad avere salva la pelle e ieri ha fatto la sua prima apparizione pubblica nello zoo di Berlino, continuano le polemiche a livello governativo sulla carcassa di Bruno, l’orso trentino ucciso nove mesi fa in Baviera per volere delle autorità locali che lo avevano classificato come un pericolo pubblico. Il settimanale ‘Der Spiegel’ ha scritto che la richiesta del ministro italiano dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, relativa alla restituzione all’Italia della carcassa dell’orso bruno, ha trovato il netto rifiuto del suo collega bavarese, Werner Schnappauf (Csu). Secondo il settimanale di Amburgo, a nulla sono valse le ripetute pressioni del ministro federale dell’Ambiente, Sigmar Gabriel, favorevole alla restituzione. In una lettera Schnappauf ha spiegato che rendere all’Italia i resti di Bruno non e’ legalmente ammissibile, anche se l’orso era italiano. Il ministro bavarese ha detto di comprendere i sentimenti degli italiani, ma ha aggiunto che a tenere a Bruno sono anche i bavaresi. Per questo motivo l’orso, i cui resti sono conservati in una cella frigorifera, sarà impagliato e resterà in Baviera. L’ostinazione del ministro bavarese non è piaciuta al suo collega federale Gabriel e, secondo ‘Spiegel’, al ministero federale dell’Ambiente la cosa e’ stata accolta con stupore, anche perché la restituzione di Bruno all’Italia avrebbe costituito un gesto d’amicizia proprio in occasione della presidenza tedesca dell’Ue e del cinquantesimo anniversario dei ‘Trattati di Roma’.

"Il ministro bavarese ha detto di comprendere i sentimenti degli italiani, ma ha aggiunto che a tenere a Bruno sono anche i bavaresi."....Certo hanno fatto proprio vedere quanto ci tenevano, riempiendolo di piombo! Non ho trovato coerente con la Germania progressista ed ecologista l'uccisione di Bruno la scorsa estate e non trovo altrettanto coerente oggi questo ostruzionismo delle autorità locali alla restituzione del corpo. Spero comunque che quando Bruno sarà esposto in qualche museo bavarese, sul cartellino sarà scritto: "Bruno, orso italiano, ucciso dalla stupidità".

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venerdì 23 marzo 2007

L'orso di Madrid

Oggi ero impegnato a seguire il mio nuovo corso di lingua spagnola (in edicola con uno dei più famosi quotidiani nazionali) e cosa scopro? Che nel centro di Madrid c'è una statua di orso. Potete immaginare la mia sorpresa. Allora vado immediatamente a cercare informazioni maggiori e cosa scopro? Che l'orso è uno dei simboli della città. Lo stemma raffigura un orso che si ciba dei frutti del corbezzolo: il riquadro è circondato da sette stelle ed è sormontato da una corona a cinque punte. Ma ecco la storia: nel 1211, Alfonso VII preparò una spedizione contro il regno di Murcia. Le milizie madrilene sfoggiarono uno stemma in cui era rappresentato un orso. Lo stesso avvenne nella battaglia del 1213 e nel 1217 durante la presa si Siviglia da parte di Ferdinando III. L'uso dell'animale come simbolo probabilmente era dovuta alla massiccia presenza dell'orso nelle campagne intorno a Madrid, che anticamente era chiamata Ursaria. Lo stesso re Alfonso XI affermò nel suo Libro di Caccia: "Madrid un buon posto per orsi e porci". All'orso dello stemma (anche se per essere più corretti è un orsa) vennero poi piazzate sette stelle sulla coscia, a causa del fatto che Madrid era nella zona della Carpetania che derivava dal latino "carro". Dal carro all'orsa maggiore, il passaggio è obbligato. Successivamente sorsero dissapori fra il clero e i politici locali per lo sfruttamento delle zone montane e foraggere introrno alla città. La causa che durò 20 anni assegnò i foraggi al clero e il legname e la selvaggina al comune. Per ricordare questo, allo stemma venne aggiunto anche un albero. Nel 1554 Carlo I aggiunse la corona reale allo stemma. Oggi una statua di 20 tonnellate che rappresenta l'orso e l'albero di corbezzolo (El oso y el Madroño), simbolo della città, si trova vicino alla famosa "Puerta del sol" nel centro di Madrid, ed è uno dei luoghi preferiti per incontrarsi nonchè soggetto di numerose fotografie da parte dei turisti.

giovedì 22 marzo 2007

L'orso...protetto

"Zoo è una simpatica linea di gadget, prodotta da una delle più grosse aziende di preservativi al mondo, la Condomi.In ogni confezione troverete un originale preservativo dalla forma di animale, più due profilattici in lattice naturale, dotati di serbatoio e lubrificati. N.B. Solo questi ultimi possono essere usati durante i rapporti sessuali."

La storia dell'orsetto Knut

In questi giorni la Germania sta vivendo una vera e propria guerra mediatica che ha come protagonista un cucciolo di orso polare: Knut. Qualche settimana fa un'orsa polare ha partorito nello zoo di Berlino due cuccioli che sono stati però completamente ignorati dalla mamma: uno dei due non ce l'ha fatta, mentre l'altro, Knut appunto, è diventato il protagonista indiscusso della cronaca di questi giorni.
Ora la Germania è divisa in due: da un lato c'è chi, come Frank Albrecht animalista tedesco, Wolfram Ludwig, direttore dello zoo di Aquisgrana e Ruediger Schmiede a capo della Fondazione degli orsi, non ammette la crescita di Knut all'interno dello zoo senza le cure parentali della madre. Secondo loro infatti l'orso, proprio a causa del contatto con l'uomo, da adulto avrà molti problemi fra cui alterazioni del comportamento violando inoltre le leggi sulla protezione degli animali. Per questi motivi fra le varie soluzioni proposte c'è anche l'abbattimento dell'animale.
Dall'altro lato ci sono gli animalisti tedeschi e il WWF che si sono posti in difesa del cucciolo giudicano inutili i metodi drastici proposti finora. In difesa di Knut c'è inoltre anche tutta la popolazione locale che addirittura è scesa in piazza per far continuare a vivere il piccolo. Ogni giorno lo zoo di Berlino è sommerso da messaggi per l'orsetto, che come ogni star, ha già un blog tutto suo e sta diventando protagonista di un documentario.
Un cucciolo allevato in cattività, soprattutto all'interno di uno zoo e senza una madre naturale, avrà sicuramente molte difficoltà sia per quanto riguarda una eventuale seppur rara reintroduzione in ambiente naturale, sia per quanto riguarda i rapporti con i suoi conspecifici. Al tempo stesso però l'orso polare è una specie che tende a scomparire e sapere che una nuova vita potrà aggiungersi al loro ormai ridotto numero, non fa che riempirci il cuore di gioia. Alcuni pensano che gli animali tenuti in cattività siano un'ipoteca sulla sopravvivenza di quelle specie che rischiano l'estinzione, rivalutando così l'immagine dei giardini zoologici da prigioni a luoghi per la conservazione della specie. Ma la sorte del piccolo Knut è stata già decisa, sopravviverà. E' strano vedere però che proprio la Germania si sta battendo per la sopravvivenza del piccolo, quando solo qualche mese fa un altro orso, Bruno, è stato barbaramente trucidato fra le montagne della Baviera. Senso di colpa? Oppure è più facile per i tedeschi proteggere gli animali che sono già dietro le sbarre?

mercoledì 21 marzo 2007

Grazie...

Preso e liberato orso bruno in Friuli

Per la prima volta nelle Alpi orientali, un esemplare di orso bruno (Ursus arctos) e' stato catturato, dotato di un collare trasmettitore che permette la localizzazione dell'animale in tempo reale e successivamente rilasciato: lo ha annunciato oggi la Regione Friuli Venezia Giulia che ha seguito con i suoi esperti gli eventi insieme ai ricercatori dell'Universita' di Udine. L'operazione, che segue di pochi giorni la cattura in regione di un esemplare di lince, e' stata realizzata nelle Valli del Natisone ed e' stata condotta dai ricercatori del Dipartimento di Scienze animali dell'ateneo friulano in collaborazione con alcuni esperti sloveni. In questo modo si potra' - nell'ambito del progetto di cooperazione transnazionale Interreg italo-sloveno sulla gestione sostenibile transfrontaliera delle risorse faunistiche - approfondire le conoscenze sulla biologia e l'ecologia della specie e di studiare i movimenti dell'animale. La cattura e' stata il frutto di due anni di lavoro effettuato nell'ambito del progetto coordinato dal Servizio tutela ambienti naturali e fauna della Regione, ed e' stata preparata e realizzata con la collaborazione e il sostegno del Corpo forestale regionale ed il Servizio di vigilanza della Provincia di Udine

Fonte: ANSA

martedì 20 marzo 2007

Conoscere il bosco con l'amico "albero magico"

Si svolgerà domani 21 marzo dalle ore 10,00 presso il Centro Natura di Pescasseroli, la giornata conclusiva del progetto di educazione ambientale “Conoscere il bosco”, iniziativa sul territorio seguita dalle Guide del Parco. Gli alunni delle scuole primarie di primo grado di Villetta Barrea, Barrea, Alfedena e Villa Scontrone durante l’inverno hanno conosciuto il bosco attraverso semplici e divertenti attività di educazione ambientale raccontate in prima persona dall’ “Albero Magico”. I bambini, a conclusione della prima fase del progetto, incontreranno i veri protagonisti del bosco affidati alle cure del Parco: l’Orso bruno Abele sottratto alle esibizioni nelle piazze, il cervo Jacopo che perse le tracce della mamma, Lauretta femmina di orso bruno marsicano trovata abbandonata nel bosco, Oscar il lupo un po’ claudicante ed altri ancora che sono stati affidati alle cure del Parco sottraendoli ad un destino crudele, talvolta inflitto dall’azione dell’uomo. Nel corso della giornata le scolaresche presenteranno i lavori a tema svolti in classe e riceveranno in dono una sorpresa dalle mani dell’amico Albero.

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Anatomia dell'orso

Photo Sharing and Video Hosting at Photobucket

Orsi in musica: (Let me be your) Teddy Bear - Elvis Presley

Poteva il mitico Elvis sottrarsi al fascino degli orsi? Questa canzone è stata pubblicata l'11 giugno del 1957 e anche se non sarà una delle sue canzoni più belle non poteva certo mancare in questo blog!

Baby let me be, your lovin' teddy bear
Put a chain around my neck
and lead me anywhere
Oh let me be (Oh let him be)
Your teddy bear.

I don't wanna be a tiger
’Cause tigers play it too rough
I don't wanna be your lion
'Cause lions ain't the kind you love enough
I just wanna be, your teddy bear
Put a chain around my neck
and lead me anywhere
Oh let me be (Oh let him be)
Your teddy bear.

Baby let me be, around you ev'ry night
Run your fingers through my hair
And cuddle me real tight
Oh let me be (Oh let him be) your teddy bear

Oh let me be (Oh let him be)
Your teddy bear
I just wanna be your teddy bear.

Traduzione:

Piccola lasciami essere il tuo orsacchiotto
mettimi una catena intorno al collo
e portami ovunque
Oh lasciami essere
il tuo orsacchiotto

non voglio essere una tigre
perchè le tigri la mettono giù pesante
non voglio essere il tuo leone
perchè tu non ami molto i leoni
voglio solo essere il tuo orsacchiotto
mettimi una catena intorno al collo
e portami ovunque
Oh lasciami essere
il tuo orsacchiotto

fammi stare accanto a te ogni notte
Accarezza i miei capelli
stringimi forte fra le tue braccia
oh lasciami essere il tuo orsacchiotto

oh lasciami essere il tuo orsacchiotto
il tuo orsacchiotto
voglio solo essere il tuo orsacchiotto




lunedì 19 marzo 2007

Auguri...

domenica 18 marzo 2007

Artio, la dea orsa

Nel 1830 a Muri, vicino Berna, venne ritrovata una statuetta in bronzo che raffigura una donna seduta davanti ad un maestoso orso. Accanto alla donna è poggiato un cesto con della frutta ed uno di questi frutti viene offerto dalla donna all'animale. Sulla base della statua si legge la seguente iscrizione: "Deae Artioni/Lacinia Sabinilla" cioè "Alla dea Artio (o Artionis) da Licinia Sabinilla". Ma chi è realmente questa dea Artio?
Per i celti alcuni animali erano dei veri e propri rappresentanti degli dei sulla terra e come tale l'orso occupava un posto di primo piano (vedi post sulla mitologia dell'orso nei popoli del Nord Europa). Artio era la dea orsa, raffigurata spesso sotto le sembianze di questo animale o in sua compagnia. Era la dea della caccia, dell'abbondanza, degli animali e delle piante, legata ai boschi e alla natura. La sua sfera di influenza la rende molto simile all'Artemide greca. Non si sa molto sul conto della dea ma è molto probabile che il suo culto fosse molto diffuso nella zona dell'attuale Berna, anche se alcune iscrizioni riportanti il nome di Artio sono state ritrovate nei pressi di Treviri.
Dai post precedenti all'interno di questo blog si può vedere come molto di ciò che è stato detto a proposito di nomi, simboli e luoghi ritorni prepotentemente quando si parla dell'orso. Analizziamo per primo il nome della dea: "Artio" ha una chiara radice associata al nome celtico dell'orso (arth, art, artos) a sua volta derivato dal greco "àrctos" (per approfondire clicca qui). Questo ci può richiamare alla mente anche il parallelismo con Artemide: il nome della dea infatti può aver avuto origine proprio dal termine greco. Il legame fra la figlia di Zeus e l'orso nella mitologia greca è infatti molto forte.
Infine voglio mettere in evidenza la zona d'influenza della dea, Berna. Il nome della città deriva (come già visto) dal tedesco "bär", cioè orso, rappresentato anche sullo stemma della città.

La bile dell'orso nella medicina tradizionale orientale

La bile dell'orso nero asiatico (Ursus selenarctos thibetanus) è un ingrediente molto apprezzato nella medicina tradizionale orientale (Vietnam, Cina, Giappone) con un storia di 3000 anni di utilizzo. Questa sostanza viene utilizzata in oriente per curare il fegato, gli spasmi, le convulsioni e le malattie degli occhi. Viene estratta, tramite dei cateteri fissi, dalla cistifellea di orsi vivi reclusi in gabbie molto strette e in condizioni disumane, fino alla fine dei loro giorni. Ogni orso produce in un anno 2 kg di bile in polvere (nella foto a lato, la bile confezionata per il commercio). Prima della produzione su larga scala la richiesta era di 500 kg all'anno, oggi è salita a 4000 kg all'anno, cioè il doppio della reale quota di domanda. Questa sovrapproduzione ha portato i produttori ad utilizzare la bile per prodotti non medicinali come shampoo, the o vino, continuando ad incrementare questo commercio basato sullo sfruttamento della figura che l'orso ha nella tradizione popolare orientale. Il principio attivo che si trova nella bile si chiama UDCA (Acido Ursodesossicolico) ed è usato anche nella medicina occidentale, ma viene estratto da altri animali (come i polli o i vitelli usati per la macellazione) o viene sisntetizzato in laboratorio. Esistono inoltre valide alternative erboristiche per la cura dei sintomi per cui viene utilizzata la bile dell'orso. Ad oggi molti passi in avanti sono stati fatti grazie all'AnimalAsia Foudation che, come ho riportato in un altro post, è incredibilmente attiva per la sorte di questi animali.

Qui potete trovare il link dell'AnimalAsia Foundation, in cui si possono trovare notizie dettagliate sugli allevamenti degli orsi in Asia e sulle campagne in atto per la salvaguardia degli orsi.

Qui invece l'ENPA affronta il tema trattato nel post

Scheda del principio attivo dell'UDCA


venerdì 16 marzo 2007

Summit internazionale nel Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise

Prosegue a pieno regime la ricerca scientifica per lo studio e il monitoraggio dell’Orso bruno marsicano nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe. Dal 15 al 17 marzo, presso il Museo naturalistico in Pescasseroli, si terrà un nuovo summit internazionale di esperti per esaminare e mettere a confronto i diversi metodi di conta delle femmine di orso con i piccoli.

L’iniziativa, organizzata congiuntamente dall’Ente Parco, dall’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, dall’Università della Sapienza – Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo e dall’International Bear Association, punta a perfezionare la metodologia di ricerca al fine di ridurre i margini di errore nel monitaggio e nella stima delle popolazioni di orsi bruni.
“In tal senso, la conta delle femmina con i piccoli è di fondamentale importanza – secondo il Direttore del Parco Aldo Di Benedetto – per quantificare la capacità riproduttiva delle popolazioni di orso in maniera sistematica e ripetuta nel corso degli anni.”
Attualmente, la ricerca in corso sul territorio del Parco, può giovarsi di 5 femmine - Valerie, Reginella, Ilaria, Stella e Atessa - dotate di radiocollare satellitare, attraverso i quali vengono raccolti dati sulla biologia, sul comportamento, sullo spazio occupato dagli animali e sulla riproduttività della popolazione.

Ad aprire i lavori sarà il Commissario Straordinario del Parco Giuseppe Rossi a cui seguirà una relazione introduttiva del Direttore. Tra i partecipanti provenienti dalla Grecia, dall’Austria, dalla Norvegia e dai Balcani, molto attesi sono i contributi di Mark Haroldson, esperto ricercatore del Parco Nazionale dello Yellowstone (USA) e dei ricercatori spagnoli provenienti dal Parco Nazionale dei Monti Cantabrici.
Il workshop sui metodi di conta delle femmine di orso con i piccoli, è il secondo incontro internazionale dopo il summit che si è tenuto nel mese di dicembre sulle tecniche di indagine delle piccole popolazioni di Orso bruno.

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martedì 13 marzo 2007

NO COMMENT

In un blog dedicato all'orso era naturale che prima o poi affiorasse in qualche modo l'argomento caccia. Poco fa ero alla ricerca di un'immagine riguardante un orso della Kamchatka e questa immagine mi ha colpito molto. Dopo una iniziale ed istintiva rabbia ho cercato di capire come si possa ancora oggi uccidere un animale solo per puro piacere, ricavandone una soddisfazione personale fuori dal comune. Fin dall'alba dei tempi l'uomo ha dovuto cacciare per procurarsi il cibo, le pelli con cui scaldarsi e le ossa per gli utensili. Anche oggi alcuni popoli artici praticano la caccia all'orso, per motivi non molto diversi da quelli sopra elencati. Ma l'uomo bianco, portatore di progresso ha saputo fare di più: creare dei veri e propri tour organizzati fin nei minimi particolari per andare a caccia di orsi. Ho cercato nella rete alcuni di questi tour operator, ed ecco cosa ne è uscito:
"La zona dove si trova la nostra riserva ha un’altissima densità di questi orsi, di conseguenza ogni cacciatore può scegliere con cura la preda da abbattere, in modo da portarsi a casa un trofeo dalle dimensioni invidiabili."
"Probabilmente la via più facile per spedire i vostri trofei è quella di mandarli ad un tassidermista che si occuperà di conciare le pelli,pulire i crani in funzione degli standard di esportazione per poi spedirveli.Ho una lista di tassidermisti che possono fare queste operazioni per voi."
"Il nostro personale specializzato Vi assisterà con cacciatori professionali, guardiacaccia, interpreti e cuochi (!!!), sul posto di caccia. Vi aiuteranno, non solo a trovare e a scegliere l'animale, ma anche a preparare il trofeo per il trasporto"
Tutto questo per soddisfare uomini che hanno ancora bisogno di sentirsi superiori alla natura stessa, padroni di un mondo che non è mai stato realmente nostro, signori di una terra presto sterile. Cito Rita Melillo, che nel saggio "TUTUCH (uccello tuono)" scrive:
"L'uomo ha il dovere di custodire e rispettare la natura... Ogni animale e pianta viene riverita... L'uomo non è superiore ad altre forme viventi, piante o animali, o elementi come la pioggia. Quando è costretto per la sopravvivenza ad uccidere nella caccia, egli prega lo Spirito della specie, il Grande Orso o il Grande Cervo e mormora preghiere di scuse e di ringraziamento all'animale che sta per uccidere."

lunedì 12 marzo 2007

Coppo dell'orso

Per gli amanti della montagna consiglio una bella passeggiata all'interno del Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise, con arrivo al rifugio di Coppo dell'orso (per i dettagli sui sentieri vedi link in fondo). Con il toponimo coppo si intende un terreno concavo e la zona della Vallelonga è famosa in Abruzzo per la presenza dell'orso. Alcuni fanno risalire il nome invece a "coppa dell'orso" letteralmente "schiena dell'orso" a causa della sua morfologia, così simile con quella dell'animale. Il paesaggio intorno al rifugio è mozzafiato: è infatti circondato da una costa rocciosa e da questa posizione si può ammirare gran parte della piana del Fucino, la Vallelonga al di sotto e ad ovest si apre la valle del fiume Liri, la Valle Roveto e oltre il Monte Breccioso si possono vedere i Monti Ernici. Prima di arrivare al rifugio inoltre è possibile fare un salto nel passato grazie alla massiccia presenza di fossili databili fino ad oltre 200 milioni di anni, testimonianza di un passato marino del territorio che stiamo calpestando. Il rifugio fa parte di una una rete di rifugi a faccia vista: ogni rifugio vede l'altro in serie a gruppo di due, per poter comunicare fra loro e consentire così un migliore controllo del territorio.
Breve storia del rifugio
Coppo dell'Orso è stato costruito nel 1927, all'altezza di m.1870, sul gruppo di monti: "Serra Lunga" . E' stato costruito in pietra a faccia vista e cemento, da maestranze locali. Essi hanno dormito per mesi su in montagna, fino alla fine della costruzione. Le pietre sono state raccolte tutto intorno. La rena e l'acqua per l'impasto è stata trasporta
ta dai muli ed asini. All'interno c'è un soppalco in legno - locale notte - con 10 posti letto . Mentre sotto c'è un locale giorno con un camino sulla parete destra dell'ingresso.Nel 1980, il CAI ha provveduto alla ristrutturazione del rifugio. Il materiale, cemento, porte, finestre ecc. sono stati trasportati da 20 muli , in due viaggi , da Pratone a Coppo dell'orso lungo la Serra Lunga.
Informazioni
Le chiavi sono disponibili in tutti i paesi della Vallelonga. L'uso del rifugio è gratuito. Le persone che ne fanno uso lasciano un documento di riconoscimento con l'indicazione del numero delle persone e della permanenza nel rifugio, nel rispetto del regolamento CAI. Questo aiuta a prestare soccorso in caso di incidente, smarrimento e aiuta a responsabilizzare meglio l'utente del rifugio.

Carta dei sentieri

Link al sito del rifugio

Qui potete vedere il rifugio su Google Earth




USBear




Ecco un gadget che non può mancare ad un vero amante degli orsi. Basta con le solite ed anonime penne USB, fredde, senza cuore. Passate alla "Teddy USB memory", una penna USB a forma di orsacchiotto! -->





<-- Basta sfilare la testa del pupazzetto (poverino!) e siamo pronti per immagazzinare tutti i dati che vogliamo....






Certo, una volta inserita nel PC non fa proprio un bell'effetto! (sigh!) -->

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Prima di criticarla fareste bene a vedere le 10 più brutte penne USB della storia

sabato 10 marzo 2007

La primavera precoce sveglia Misha, l'orso di Mosca

Da molti anni è per i moscoviti l'orologio delle stagioni: Misha (nella foto), l'orso bruno dello zoo della capitale russa, si è svegliato dal letargo, segnando così l'inizio ufficiale della primavera in città. La sua consorte è di parere contrario: continua infatti a dormire placidamente nella tana, così come gli altri orsi del parco.
Ma è il venticinquenne Misha, il più intraprendente del gruppo - si è scavato da solo la tana per sé e la compagna, e ha anche cercato di evadere con un tunnel che però ha dovuto abbandonare, perché finiva nella zona delle tigri - a fare testo. In tanti anni, non si è mai sbagliato: i suoi pieni risvegli hanno sempre coinciso con il definitivo progresso delle temperature, oggi intorno ai più 4 gradi centigradi. In passato, è capitato che il plantigrado facesse brevemente capolino dalla tana per guardarsi intorno e ritirarsi subito all'interno, segno che l'inverno era tutt'altro che finito.
"Stavolta sembra ben sveglio, è uscito, ed è anche molto affamato - dicono al quotidiano 'Moskovski Komsomolets' i guardiani dello zoo - non fa che chiedere cibo ai visitatori". Per almeno un paio di giorni però dovrà pazientare: se la primavera precoce dovesse rivelarsi un falso allarme e Misha decidesse di tornare alla sua siesta, sarebbe pericoloso per lui farlo a stomaco pieno. L'orso quest'anno ha dormito davvero poco: è andato in letargo dopo le feste natalizie, a metà gennaio, anziché a fine autunno come al solito.
L'inverno 2006-2007 è stato praticamente assente, secondo i canoni moscoviti. Tranne che per un paio di settimane quando il termometro è sceso anche oltre i meno 20 gradi, le temperature sono state quasi sempre attorno allo zero, e spesso positive. La neve ha latitato fino a gennaio - non succedeva dalla fine del XIX secolo - e in generale l'inverno è stato il più caldo da quando si è cominciato a tenere nota delle temperature. Con un immediato risvolto positivo: nella capitale, per la prima volta da molti anni, non vengono pubblicate statistiche settimanali sui morti per congelamento.

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A caccia di una gamba artificiale per un panda

La Cina lancia un appello al mondo. C'è da salvare un Panda e bisogna farlo il più presto possibile. L'animale, una femmina di età compresa tra i due e i tre anni, ha perso una gamba durante un combattimento con un altro animale della stessa specie e adesso lo staff di un centro di ricerca collocato nel nord della Cina sta cercando di ricostruirgliene uno artificiale. L'incidente alla giovane Niu Niu, questo il nome che le è stato dato da chi l'ha trovata ferita, è successo a dicembre. La giovane Panda è stata soccorsa subito ma purtroppo nel combattimento aveva perso oltre i due terzi dell'arto sinistro anteriore, fondamentale per la sua deambulazione e anche per la ricerca del cibo che le permette la sussistenza. Da qui l'idea di aiutarla cercandole un arto artificiale che le consenta di condurre una vita normale e soprattutto di procacciarsi il cibo da sola. Così lo staff del centro ha deciso di lanciare un appello agli esperti del settore di tutto il mondo per potere aiutare Niu Niu nel più breve tempo possibile. Negli ultimi anni la Cina sta muovendo la sua politica per proteggere i panda giganti, che vengono ormai considerati patrimonio nazionale.

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giovedì 8 marzo 2007

Abruzzo in prima linea per l'orso

L’Abruzzo coordinerà il tavolo tecnico interregionale che avrà il compito di definire un Piano di azione pluriennale per la difesa e la tutela dell'orso bruno marsicano. Questo l'esito dell'incontro che ha visto riuniti nel capoluogo i rappresentanti del ministero dell'Ambiente, del Corpo forestale dello Stato, della Regione Lazio, dell'Università La Sapienza di Roma, insieme ai direttori dei quattro parchi abruzzesi e delegati delle amministrazioni provinciali di Roma, L'Aquila, Pescara, Teramo e Chieti.
La riunione ha dato ufficialmente l'avvio al programma Patom (Piano d'azione tutela orso marsicano), siglato nel luglio scorso, e che, nell’immediato, avrà come obiettivo la soluzione di alcuni dei problemi che interessano i territori contigui alle aree protette. Saranno affrontate questioni urgenti, come le tecniche di caccia al cinghiale o il fenomeno dei bocconi avvelenati che nei mesi passati ha determinato la morte di numerosi esemplari di grifoni, e che rappresentano una concreta minaccia per i nostri orsi.
Il tavolo tecnico ha poi definito il cronoprogramma di azioni da mettere in atto per la protezione della flora, della fauna e dei loro habitat dei territori abruzzesi. L'intero Patom si inserisce nella più ampia strategia di interventi legati al protocollo Ape (Appennino parco d'Europa) finalizzato a rilanciare, attraverso una serie di progetti di sviluppo sostenibile, il ruolo strategico dell'Appennino nel contesto euromediterraneo.

mercoledì 7 marzo 2007

Festeggiamenti


Il blog dell'OrsoBruno ha raggiunto le 500 visite!
Grazie a tutti coloro che lo hanno visitato!

L'orso bruno Ursus arctos: riproduzione

Gli Orsi non presentano caratteristiche sessuali esteriori riconoscibili a distanza. In natura quindi è quasi impossibile poter determinare con sicurezza il sesso, salvo che non si possa osservare a lungo l'esemplare a breve distanza e in buone condizioni di visibilità. I maschi sono mediamente più grossi e presentano il capo più largo e massiccio. Esistono pero grosse differenze individuali e anche questi criteri non sono sempre infallibili, a meno che non si tratti di un adulto accompagnato da piccoli e quindi, verosimilmente, femmina.
Il periodo degli amori per l'Orso bruno, nell'Appennino centrale, cade tra maggio e giugno. Probabilmente è in questa stagione che i maschi compiono più frequentemente lunghi spostamenti alla ricerca delle femmine, l'Orso bruno non è territoriale e le aree vitali, home range, hanno dimensioni variabili in relazione a diversi fattori ambientali. In genere l'home range è più ampio nei maschi che nelle femmine (soprattutto se accompagnate dai piccoli). Le femmine tendenzialmente non si allontanano molto dall'area vitale materna.
Sia i maschi che le femmine possono accoppiarsi con più individui nella stessa stagione riproduttiva e una stessa cucciolata può quindi essere composta di piccoli di padri diversi. Le femmine diventano sessualmente mature a circa 3 anni, tuttavia possono accoppiarsi per la prima volta anche oltre il 50° anno d'età. In Alaska sono state osservare femmine primi­pare di 7-8 anni.
Dopo le primissime fasi di sviluppo, l'ovulo fecondato si arresta in uno stato di quiescenza o diapausa embrionale, La diapausa è una "strategia" evolutasi in alcune specie presumibilmente per massimizzare il successo riproduttivo. In questo modo il periodo degli amori e la nascita dei piccoli dovrebbero cadere nei momenti più favorevoli dell'anno (in relazione alla biologia della specie), in funzione della disponibilità di risorse, dell'esposizione ai fattori climatici avversi, ed in relazione alla storia evolutiva ed al patrimonio genetico della specie.
Di conseguenza il periodo migliore per accoppiarsi è la tarda primavera o l'inizio estate, come in effetti avviene, ma complessi processi fisiologici bloccano lo sviluppo embrionale ai primi stadi e fanno in modo che possa riprendere in autunno solo se la madre ha potuto accumulare un sufficiente strato di grasso che le consente di far fronte al letargo e ad un processo energeticamente molto dispendioso, come lo sviluppo e l'allattamento dei piccoli.

fonte:
orsobrunomarsicano.com

Gli altri post sull'Orso Bruno(Ursus arctos):

martedì 6 marzo 2007

Proverbi e orsi

L'orso non poteva non stuzzicare la saggezza popolare. Ecco una lista dei proverbi che hanno l'orso come protagonista: si può notare come il riferimento all'animale abbia quasi sempre una connotazione negativa, descrivendolo come un essere crudele e aggressivo, dall'indole imprevedibile e di cui non ci si può fidare. Alcuni sono di significato incerto, altri molto fantasiosi e con una enorme forza descrittiva e simbolica. Se conoscete altri proverbi sull'orso sarò lieto di aggiungerli alla lista...

  • Non si vende la pelle prima che s'ammazzi l'orso
  • Buon cane non trova buon orso
  • Chi divide il miel coll'orso, n'ha sempre men che parte
  • All'orsa paion belli i suoi orsacchiotti
  • Prendere l'impegno di portare l'orso a Modena (significato)
  • Non scherzar con l'orso, se non vuoi esser morso
  • Se hai per amico un orso, avrai bisogno di soccorso
  • Chi dal lotto spera soccorso, mette il pelo come un orso
  • Due gatti battono un orso (proverbio albanese)
  • Leone ruggente e orso affamato, tale è il malvagio che domina su un popolo povero (biblico)
  • L'orso balla e lo zingaro prende i soldi (proverbio russo)
  • Chi fugge il lupo, inciampa nell'orso.
  • Pare ca mo te veco vestuto 'a urzo (proverbio napoletano, significato)
  • Se sei amico dell'orso tieni vicina una scure (proverbio canadese)
  • Ti hanno legato sopra un orso (proverbio tedesco, significato)
  • Se non vuoi problemi con l'orso, non mostrare paura né aggressività (proverbio inuit)
  • Il lavoro non è un orso, non fuggirà nel bosco (proverbio russo)
  • Il denaro fa ballare l'orso
  • La taiga è la legge e l'orso è il suo avvocato (proverbio siberiano)

Orsi Polari di Greenpeace a Prodi: servono obiettivi vincolanti per le rinnovabili

ROMA - Gli orsi polari di Greenpeace sono stati questo pomeriggio di fronte a Palazzo Chigi per chiedere al governo di sostenere l'adozione di obiettivi vincolanti per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Il prossimo 8 marzo si terrà infatti il "Summit europeo di Primavera" in cui i capi di governo europei prenderanno decisioni cruciali per il futuro energetico dell'Europa. Gli orsi, che hanno consegnato alla presidenza del Consiglio dei ministri le richieste di Greenpeace per il summit, ricordano che l'Artico è tra le aree del pianeta maggiormente colpite dal riscaldamento globale. Il ghiaccio marino artico si è assottigliato del 40 per cento e ogni anno si perde un'area pari alla superficie dell'Olanda. Questo, poi è, per l'Organizzazione meteorologica mondiale, "L'anno internazionale dei poli 2007-2008".

lunedì 5 marzo 2007

Mille lingue un solo orso

Ho inserito nel Wikizionario (il dizionario di Wikipedia) la traduzione di "orso" nelle varie lingue straniere. La parola "orso" infatti deriva dal sanscrito r'ksas (offendere, ferire, colpire, assalire) da cui arksas. In greco si trasforma in àrktos, da cui deriva urcsus e la parola latina ursus radice comune a tutte per tutte le altre lingue neolatine (in francese ours, in spagnolo oso, in portoghese urso e in romeno urs). Per quanto riguarda invece le lingue del nord Europa, la radice deve essere ritrovata nel germanico beron cioè "il marrone". L'origine in questo caso non è indoeuropea in quanto i popoli del nord venerando l'orso come animale divino non pronunciavano il suo vero nome in segno di rispetto sostituendolo con dei sinonimi come "maiale del miele", "il leccatore" o "il buon vitello". La radice indoeuropea può essere ritrovata solo in Galles con il termine Arth, negli altri Paesi del nord invece troviamo bear (inglese), Bären (tedesco), Bjørn (norvegese) o Bjarndýr (islandese). Per conoscere la traduzione in molte altre lingue fare click QUI.

Un uomo di nome Orso

Immaginate di fare una nuova conoscenza e al momento delle presentazioni vi sentite dire: "Piacere...Orso". No, non avete capito male, perchè Orso è anche un nome propio, anche se piuttosto raro. E' un nome di origine latina, deriva da ursus, che significa appunto orso. Questo nome fa riferimento proprio allo stesso animale, conferendo alla persona che lo porta caratteistiche di forza, possenza e coraggio. Al femminile diventa Orsola o Ursola.

L'onomastico viene festeggiato il 1° febbraio in ricordo di Sant'Orso, monaco irlandese (o scozzese) vissuto probabilmente fra il V e l'VIII secolo. Santo legato alla natura, generoso, caritatevole, esempio di semplicità ed umiltà. Patrono di Aosta è rappresentato con un passerotto sulla spalla e un bastone pastorale in mano (a lato). Protegge dal mal di reni, dalle inondazioni e dalla siccità.

Uomini famosi che portano questo nome sono Orso Maria Guerrini (attore) e Orso Maria Corbino (fisico).