"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 28 luglio 2010

Un'estate con l'orso bruno marsicano

Un'estate tra i luoghi incantati del parco nazionale per scoprire abitudini e curiositá dell’orso bruno  marsicano

Orienteering, trekking, escursioni con gli accompagnatori del Centro Visite dell’Orso di Villavallelonga

È l’Orso Bruno Marsicano, animale emblema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il protagonista di una serie di attività proposte dal Centro Visite dell’Orso di Villavallelonga per il mese di agosto 2010. Cosa mangia, dove vive, come poter riconoscere i segni della presenza dell’amato plantigrado? Queste sono solo alcune delle curiosità che attraverso trekking, escursioni, orienteering, attività di educazione ambientale, gli accompagnatori del Centro faranno scoprire ai partecipanti. Il programma prevede domenica 1 e 22 agosto “Sulle tracce dell’Orso”, una escursione negli incantevoli luoghi frequentati dal plantigrado, l’8 e il 29 agosto sarà invece la volta di “Fragole e lamponi con l’Orso”, un trekking in uno splendido scenario dove abitualmente l’orso gusta i golosi frutti di bosco, ed infine “Un luogo incantato per scoprire i segreti dell’orso”, tutti i mercoledì del mese di agosto, un’escursione o, a scelta, una passeggiata con i bimbi nello zaino, lungo il Vallone Tasseto, uno dei luoghi più incantevoli e scientificamente interessanti del Parco per scoprire insieme i segreti dell’animale emblema del territorio protetto.

Per informazioni e prenotazioni: mbl. 345/7278903 - centroorso@sherpa.abruzzo.it

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Scellerata richiesta di abbattimento di orsi in provincia di Trento

La bizzarra iniziativa del Consigliere Giovanazzi di raccogliere firme per richiedere l’abbattimento degli orsi “problematici” nel Trentino ci sembra volta più a creare panico nella popolazione che a voler affrontare la situazione con il rispetto e senso di responsabilità che la materia merita.
Dopo anni di notevole impegno e lavoro per il reinserimento dell'orso in Trentino e di ricerca per risolvere le situazioni problematiche, ecco arrivare la proposta del consigliere Giovanazzi.
Forse con l'intento di volerli frettolosamente  vanificare?
Possiamo comprendere che alcune persone abbiano  paura dell’orso. Spesso si tratta di una paura  irrazionale, frutto del ricordo  di come  nel passato i genitori intimidivamo i figli per farsi ascoltare – " Se non fai il bravo chiamo il lupo cattivo! O l'orso che ti mangia! -.
Sappiamo invece che l 'orso non è un animale che aggredisce l'uomo ma uccide  solo per necessità o per fame. Non si spiega quindi la tendenza a fomentare le paure verso questo animale che è per l'80% vegetariano e solo in alcuni periodi dell'anno si nutre per lo più di carcasse di altri animali.
Gli orsi sono animali curiosi. In tutti i luoghi dove vivono si riscontrano avvicinamenti ai centri urbani, ma tutti lo sanno ed è normale. Sappiamo bene poi che, spesso purtroppo,  sono stati abituati proprio dall'uomo ad avvicinarsi ai centri abitati. Sarebbero da punire severamente le persone che mettono in pratica atteggiamenti irresponsabili come quello di dargli da mangiare. Magari solo per il proprio tornaconto personale, come quello di attirare turisti.
Sarebbero da punire gli uomini e non gli animali, per quanto sta avvenendo.
L' orso ha sempre condiviso il territorio con l'uomo, fino a quando quest'ultimo, usurpandolo, ne ha impedito la sopravvivenza. Ora che è stato reintrodotto sul nostro territorio vogliamo di nuovo abbatterlo?
Ci sembra un atteggiamento un tantino schizofrenico! Le stime ufficiali parlano comunque di, al massimo, 25 esemplari sul territorio e non di 40 o 50 come sbandierato nella petizione di Giovanazzi ed inoltre riteniamo che 700 firme non siano sufficienti ad esprimere un “malcontento generale”.
Quando Jurka è stata rinchiusa abbiamo raccolto più di 20.000 firme in pochi mesi di persone che non erano e non sono assolutamente d’accordo con l’atteggiamento del tipo : sopprimiamo tutto quello che ci crea dei problemi, tristemente e tipicamente umano. Ritornare ad una tranquilla convivenza dovrebbe essere uno sforzo comune di tutte le istituzioni e dei singoli. Ripetiamo, fomentare o amplificare la paura che può esserci tra alcuni cittadini,  invece di andare nella direzione del rispetto  e del cercare soluzioni concrete ma pacifiche, non crediamo porti  ad alcun  risultato concreto.
Quella nei confronti dell’orso è una paura  irrazionale e non effettiva. È  molto più facile infatti morire per una fucilata di un cacciatore che per l’aggressione di un orso. I dati ufficiali parlano infatti di  quasi 50 morti ogni anno,  caduti sul campo di battaglia della caccia.
Per contro, da quasi 200 anni,  non risultano  casi di ferimenti o aggressioni verso l’uomo causate da un orso.
A questo punto ci viene da pensare. È possibile che per una certa categoria, l'orso sia un antagonista? In fondo gira per i boschi e potrebbe intralciare o disturbare l'attività di caccia.  Chissà che non si venga a sapere che lo stesso Consigliere Giovanazzi non sia  un cacciatore?
Viene inoltre  da chiedersi: ma di chi si deve veramente avere paura?
Di una persona armata di fucile pronta a sparare a qualsiasi cosa in movimento,  e i dati lo confermano, o di un orso che diversamente scappa non appena scorge un uomo?


UFFICIO STAMPA - Movimento Vegetariano No alla Caccia
Floriana Saracino

mail: info@no-alla-caccia.org
www.no-alla-caccia.org

martedì 27 luglio 2010

3 orsi bruni “pascolano” vicino Bisegna

Comunicato stampa dell’Ass. Montagna Grande

Spettacolo a Bisegna

Nelle recinzioni per le risorse alimentari destinate all'orso, realizzate dall'Associazione si è materializzato quello che era negli obiettivi di quanti animano l'associazione Montagna Grande.

In tre recinzioni diverse tre esemplari di Orso Bruno Marsicano, pascolano il grano senza aristato messo a loro disposizione.

Un momento veramente da incorniciare quanto accaduto il 20 Luglio alle ore 21 circa.

Tre esemplari di orso uno in un recinto uno nell'altro ed il terzo nelle vicinanze di un altro terreno, pascolavano tranquillamente il grano che l'associazione negli ultimi anni mette a loro disposizione per aumentare le risorse alimentari.

img_2281_600 L'associazione è contraria alla spettacolarizzazione degli orsi che assaltano pollai e devastano orti e stalle, in fondo loro cercano solo la sopravvivenza. L'associazione è impegnata da anni per cercare di ricreare quell'habitat agrosilvopastorale scomparso, che consentiva agli orsi ed a tutti gli animali selvatici di rimanere nel proprio territorio ed avere risorse alimenta sufficienti ad evitare spostamenti inusuali

Se qualcuno poteva mettere in discussione il progetto di campagna alimentare a favore dell'orso messo in piedi dalla nostra associazione, oggi deve ricredersi, da diversi giorni si possono guardare i plantigradi più ricercati d'Italia che si alimentano nelle colture a perdere realizzate dall'Associazione.

4 recinti 2,5 ettari, con colture di, grano, mais, carote ed altri alimenti per l'orso, il ripristino di circa 100 alberi da frutto abbandonati da anni e la realizzazione di altri 2 frutteti con almeno 400 nuovi alberi, sono a disposizione dell'orso. 

Noi eravamo certi ed oggi lo siamo ancor di più, che se l'orso trova risorse alimentari nel proprio territorio non ha necessità di spostarsi e tantomeno di avere atteggiamenti "deviati"

Quello che noi abbiamo fatto è sicuramente una goccia nel mare, ma oggi siamo convinti di andare nella giusta direzione.

Ringraziamo quanti ci hanno e ci continuano a sostenere con il proprio contributo. Soci, amici,turisti passanti, Parco Nazionale,Corpo Forestale dello Stato, Regione, Provincia, Comune ecc..un particolare ringraziamento a Luciano che ha per noi fotografato l'evento

GRAZIE A TUTTI

Orso al volante, caos in Colorado

Nel mezzo della notte, in una strada di provincia del Colorado, un orso affamato ha causato uno degli incidenti più comici degli ultimi tempi: ha annusato un panino rimasto dentro una vettura, è riuscito ad aprire la portiera e a entrare, per poi ingurgitare il panino. Ma nel frattempo la porta si è chiusa dietro di lui.
Spaventato, l’animale ha cominciato ad agitarsi, con il risultato di sbattere ripetutamente sul clackson. Il rumore lo ha però agitato ancor di più, e nel tentativo di scappare ha sbattuto contro la leva del cambio, spingendola nella posizione “a folle”. L’auto, parcheggiata sul bordo di una strada in discesa, si è cominciata a muovere con l’orso che continuava involontariamente a strombazzare.
L’avventura si è risolta perché una signora che vive nel quartiere ha sentito il gran fracasso e si è affacciata alla finestra. In un primo momento la signora ha solo visto l’auto, ancora parcheggiata e al buio, che si muoveva ondeggiando. E ha subito pensato che si trattasse di qualche teen-ager impegnato in attività amorose. Tuttavia il rumore continuo del clackson l’ha convinta che i giovani dovessero essere ubriachi. E ha chiamato la polizia. Riconoscendo la macchina del figlio di un vicino, ha anche telefonato alla sua famiglia. Ma quando la famiglia è arrivata in vestaglia sul portico di casa, dell’auto non c’era ombra. Solo il fracasso del clackson ha fatto capire che la vettura era scesa a valle.
A quel punto è arrivata la polizia, e dopo lungo dibattere se uccidere o salvare l’orso, si è deciso di lasciarlo in vita. Un poliziotto ha agganciato una corda alla maniglia della porta, e l’ha aperta da lontano. E l’orso si è fiondato fuori come un fulmine. Non prima però di aver lasciato un “ricordino” sul cruscotto.
20100726_orso-guidatore Questo incidente, comico per quanto sia, testimonia tuttavia di un problema che sta diventando grave nei sobborghi più lontani dalle città. Con l’allargarsi degli abitati, e il ridursi dello spazio naturale per gli animali, questi incontri sono diventati sempre più frequenti. E difatti per la prima volta dal 2005, lo Stato del New Jersey ha deciso di ammettere una breve stagione di caccia. Gli orsi del New Jersey sono in genere tranquilli, ma dal 1992, quando erano appena 400, sono aumentati a 3200. Spesso arrivano fin sotto le case, e lungo i sentieri su cui la gente passeggia. I difensori degli animali però reagiscono indignati, sostenendo che basterebbe tenere i rifiuti ben chiusi, e non costruire troppo vicino ai parchi nazionali. A loro giudizio, la sola ragione per l’apertura della caccia è perché lo Stato vuole fare soldi: la licenza costa cara, e porterà molti soldini nelle casse vuote dello Stato.

Fonte: ilMessaggero.it

venerdì 16 luglio 2010

Pollaio blindato frena l'orso

Ha saltato la cena per colpa di quel dannato pollaio blindato che neanche le sue poderose zampe sono riuscite a forzare. Il protagonista della sfrontata incursione notturna è un giovane esemplare di orso marsicano. Ha fatto prima una passeggiata tra le vie del paese e né l'attacco di un branco di cani, né la presenza di un gruppo di giovani del posto, sono serviti a scoraggiarlo.
È arrivato nella frazione di San Sebastiano intorno all'una, forse in cerca di cibo, ha gironzolato per i vicoli davanti agli occhi increduli dei residenti. I primi ad accorgersi dell'arrivo del plantigrado sono stati alcuni cani di razza pastore abruzzese che hanno cominciato ad abbaiare. I giovani, una decina, che in quel momento erano nella piazzetta centrale del paese, si sono avvicinati per capire cosa stesse accadendo trovandosi di fronte a una vera e propria caccia all'orso.
I cani stavano cercando di fronteggiare lo splendido esemplare il quale, per nulla intimorito, li ha allontanati tentando di aggredirli, poi si è diretto verso la chiesa, incurante dei ragazzi che lo inseguivano per farlo desistere dall'entrare nell'abitato e filmando tutto con un cellulare.  Una volta raggiunte le case l'orso si è diretto verso un pollaio, del quale ha tentato di forzare la porticina di ingresso.
Si trattava, però, di un pollaio «blindato», costruito tre anni fa durante le continue incursioni dell'orsa Gemma. Come cambiano le abitudini: dopo le inferriate alle case per scoraggiare i ladri sono arrivati anche i pollai blindati a prova di orso. Saltata la cena, ha deciso di riguadagnare il bosco.
L'accaduto è stato filmato da un ventenne del posto, Nino Di Pietro. Nei 25 secondi di immagini iniziali si scorge in penombra uno dei cani che tenta di fronteggiare l'orso. Il plantigrado, quasi indifferente, prosegue il suo cammino verso il pollaio.

jpg_2172066 «È stato un momento emozionante», ha raccontato il giovane testimone dell'incursione, «e ho cercato di filmare l'orso da più vicino possibile. Ci siamo accorti di quello che stava accadendo quando abbiamo sentito i cani abbaiare, abbiamo guardato verso la valle notando l'orso che saliva in paese. Eravamo solo in tre, poi sono arrivati altri amici».
Ma non è stata l'unica visita dei plantigradi nei Comuni del Parco.
A Santa Maria, piccola frazione di Ortona dei Marsi, in piena area protetta del Parco nazionale d'Abruzzo, un altro orso ha tentato di assaltare due pollai a ridosso delle case, ma anche in questo caso i latrati dei cani hanno allertato gli abitanti della zona e in particolare alcuni componenti dell'associazione «Amici dell'orso Bernardo», che sono riusciti a far desistere il plantigrado dal suo intento.
«Nell'ultimo mese», spiegano dall'associazione, «abbiamo registrato 15 ingressi dell'orso nei centri abitati e quanto accaduto questa notte è la conferma che nella Valle del Giovenco sono presenti almeno due esemplari. «La nostra attività», hanno aggiunto gli «Amici dell'Orso», in caso di avvicinamento consiste nel cercare di allontanarlo, ma notiamo che questi animali non hanno alcun timore. Non hanno il comportamento schivo e timoroso nei confronti dell'uomo tipico dell'orso». «In questi ultimi giorni», hanno concluso, «ci siamo organizzati in piccole ronde notturne, utili a tutelare sia l'orso, sia gli abitanti di questi piccoli centri all'interno o ai margini dell'area protetta».

Fonte: il Centro

Nota: Ieri notte stavo facendo una camminata proprio nella zona di Santa Maria e si sentivano tutto intorno i cani abbaiare…l’orso è sempre più vicino :D

lunedì 12 luglio 2010

Trekking sulle tracce dell’orso

Legambiente e la Comunità Montana di Valle Camonica organizzano, sabato 31 luglio e lunedì 1 agosto, un trekking di due giorni per promuovere lo straordinario territorio del Parco dell’Adamello, nell’ambito del progetto “Grandi Carnivori: diffondere la conoscenza per educare alla convivenza”, realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo e Comune di Paspardo.
La proposta è un'escursione accessibile anche ad un pubblico non esperto: grazie anche al supporto di simpatici asinelli che ci accompagneranno e che potranno alleggerire il nostro zaino, l’iniziativa è adatta anche alle famiglie. Il percorso si snoda sui sentieri del Parco dell’Adamello attraversando gli abitati di Sonico, Rino, Cevo e Saviore, dove si pernotterà e da cui si ripartirà il secondo giorno alla volta delle piccole frazioni di Ponte e Isola per giungere infine a Paspardo.
L’attività, compresi vitto e alloggio, è completamente gratuita, a parte il pranzo al sacco per il primo giorno che ogni partecipante dovrà avere premura di portarsi.

Si richiede la prenotazione, entro il 29 luglio, telefonando al numero 392.9276538 oppure scrivendo all'indirizzo e-mail: info@grandicarnivori.it.

trekking 2010

"L'orso fa parte della fauna alpina"

Il risveglio della natura in Svizzera ogni anno ridesta anche dibattiti emotivi, appena si scopre che un orso o qualche altro predatore ha sbranato delle pecore. Eppure questi animali fanno parte del patrimonio naturale alpino, rileva il direttore del Parco nazionale Heinrich Haller.

Un orso giunto in Engadina dall'Alto Adige alla metà di giugno ha sbranato cinque pecore. Immediatamente, per mezzo stampa, pastori della regione hanno reclamato l'abbattimento del plantigrado.
Una sorte che era toccata nell'aprile 2008 a JJ3, un orso bruno proveniente dal Trentino, arrivato nei Grigioni nell'estate dell'anno precedente. Con il passare del tempo, per nulla intimorito dagli esseri umani e dai loro tentativi di allontanarlo, il predatore aveva preso l'abitudine di avvicinarsi ai centri abitati in cerca di cibo e aveva provocato danni materiali. Cosicché, le autorità federali e cantonali, lo avevano giudicato pericoloso per la popolazione e lo avevano fatto abbattere, suscitando le ire di difensori degli animali e della natura.
Se l'audacia è costata la pelle a JJ3, i suoi simili normalmente sono però protetti in Svizzera. "Predatori quali l'orso bruno, il lupo e la lince fanno parte delle normali specie della fauna locale della Svizzera", osserva Heinrich Haller, direttore del Parco nazionale svizzero nei Grigioni. "Ritengo che sia compito della società fare in modo che si preservi questa biodiversità".
Il 2010 è proprio stato dichiarato dall'ONU anno internazionale della biodiversità. "In Svizzera lamentiamo gravi perdite di specie. Perciò, se ora abbiamo qualche movimento in controtendenza, come per esempio la riapparizione dell'orso nelle Alpi, occorre sostenerlo", spiega il biologo.

 

Un giovane maschio

L'orso avvistato recentemente in Engadina è probabilmente un giovane maschio. È entrato in Svizzera passando dall'Alto Adige e proviene dal Trentino, dove erano sopravvissuti gli ultimi esemplari di orsi bruni delle Alpi.
Il numero di superstiti era tuttavia troppo ristretto per consentire la sopravvivenza della specie. Perciò, alla fine degli anni '90, sono stati liberati dieci orsi sloveni nel parco naturale dell'Adamello Brenta. Ora la colonia si è allargata e i giovani esemplari migrano.
"In Svizzera non si può parlare di un vero ritorno dell'orso bruno nel senso di una popolazione permanente e riproduttiva", precisa Haller. "Una popolazione può insediarsi solo in un territorio in cui migrano anche femmine. Ciò non è per ora il caso della Svizzera".
I maschi arrivati nella Confederazione probabilmente non sono ancora sviluppati sessualmente. Dopo un'ispezione del territorio, tornano nella regione d'origine per poi riprodursi. Il direttore del Parco nazionale non esclude però che in Svizzera a lungo termine possa formarsi una colonia di orsi.

Il posto c'è

"La regione alpina dal profilo della biodiversità naturale è adatta per ospitare anche grossi predatori. Dipende da noi essere umani decidere se lo vogliamo. Linci, lupi e orsi possono vivere nelle Alpi".
Di posto ce n'è a sufficienza e anche di nutrimento. "I lupi e le linci da noi hanno delle ottime condizioni di vita. Nelle Alpi ci sono molti ungulati selvatici, come caprioli e cervi. L'alimentazione di base è eccellente", rileva Heinrich Haller.
Quanto all'orso bruno europeo è prevalentemente vegetariano. "Quando gli orsi mangiano carne, solitamente si tratta di quella di animali già morti o malati, perché le loro doti di cacciatore sono limitate. Le pecore per l'orso rappresentano un'occasione ideale perché praticamente non fuggono".
L'esperto non contesta che vi siano problemi di convivenza con i grossi predatori, fra cui c'è anche l'orso. Puntualizza però che "fra le pecore che pascolano liberamente in territori non sorvegliati e protetti, ci sono grosse perdite anche senza predatori".
In caso di danni causati da orsi, la Confederazione risarcisce l'80% e il cantone in questione il rimanente 20%. La Confederazione non ha elaborato alcun progetto di reinsediamento attivo dell'orso. Ma, "nella convinzione che la convivenza tra l'uomo e l'orso è possibile anche in Svizzera a determinate condizioni", ha predisposto un piano di gestione del plantigrado.
Contrariamente ai lupi e alle linci, gli orsi non possono essere abbattuti dopo un determinato numero di pecore sbranate. Il piano di gestione stipula che un orso può essere ucciso se costituisce un pericolo per l'uomo.

Mangiare ed essere mangiati

Oltre alla tutela della biodiversità, secondo Heinrich Haller, ci sono anche altri motivi per cui bisognerebbe lasciar vivere i grossi predatori. "Mangiare ed essere mangiati è uno dei principi basilari della natura. È anche il motore dello sviluppo evolutivo della natura nel suo complesso".
Per esempio, "la convivenza con lupi e linci ha determinato le caratteristiche attuali delle loro prede principali, ossia cervi e caprioli". Haller cita in proposito le grandi capacità di fuga dei cervi e il forte tasso di riproduzione dei caprioli.
"Se vogliamo che questi animali si sviluppino in modo naturale, dobbiamo fare in modo che si rimetta in moto il motore dell'evoluzione. L'esempio della natura è il migliore in assoluto".
Il direttore del Parco nazionale svizzero ritiene "deplorevole" che per anni siano scomparsi questi predatori dalla Confederazione e auspica che ora possano riprendere pienamente la loro funzione nella natura. La caccia è sensata se orientata a uno sfruttamento sostenibile della natura, ma i cacciatori non possono sostituire i predatori.


Eveline Kobler, swissinfo.ch
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

giovedì 8 luglio 2010

Animals Asia libera i primi esemplari di orsi della luna imprigionati in una fattoria della bile in Vietnam dopo tre anni di pressioni.

Ha Long Bay, Vietnam, 06 luglio 2010 - Animals Asia, dopo tre anni di pressioni diplomatiche, si è assicurata la liberazione dei primi 5 esemplari di orsi della luna, specie in via d’estinzione, illegalmente detenuti in una fattoria della bile nei pressi di Ha Long Bay. Questi 5 esemplari fanno parte di un gruppo di 24 orsi, oggetto di una vibrante protesta internazionale, intrapresa quando la fattoria della bile fu confiscata dalle autorità locali, condotta da Animals Asia con l’appoggio 13 ambasciate straniere e numerose associazioni che operano nell’ambito della conservazione e della tutela dei diritti degli animali.

VietBears 002Situata nei pressi di Ha Long City, nella provincia di Quang Ninh, la fattoria era gestita da thailandesi e vietnamiti. Il Corpo Forestale e la polizia di Ha Long, lo scorso 2 ottobre hanno organizzato un’incursione nella fattoria della bile situata a Dai Yen, cogliendo in flagrante due operatori che estraevano la bile per rivenderla a un gruppo di turisti coreani. A seguito dell’ispezione, cinque operai e due cittadini sud-coreani, che stavano visitando la fattoria nel corso di un viaggio turistico organizzato, sono stati trattenuti e interrogati dalla polizia. L’attrezzatura per l’estrazione della bile, insieme a 200 fiale contenenti il prezioso liquido, è stata sequestrata, mentre i 24 orsi detenuti non recavano alcuna traccia di registrazione o microchip, procedura obbligatoria e imposta dalla legge agli allevatori al fine di identificare ogni singolo animale.

Il raid della polizia vietnamita è il risultato di due lunghi anni di pressioni, esercitate da Animals Asia e da altre organizzazioni non governative per la liberazione di 80 orsi confiscati dalle autorità, ma ancora illegalmente detenuti nelle fattorie della bile nella zona di Ha Long Bay, un’area turistica piuttosto popolare.

Più di 7.000 sostenitori di Animals Asia hanno scritto al Governo Vietnamita da ogni parte del mondo, reclamando la liberazione degli orsi confiscati; 13 Ambasciate straniere con sede ad Hanoi (fra le quali Italia, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Svezia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada), hanno firmato e inoltrato alle autorità l’appello per la liberazione degli animali.

I cinque orsi riscattati, quattro maschi e una femmina, sono arrivati al Moon Bear Rescue Centre di Animals Asia, nel Parco Nazionale di Tam Dao, vicino a Hanoi, nella notte di giovedì 1 luglio, dopo cinque ore di viaggio. Jill Robinson, Fondatrice e CEO di Animals Asia, si è complimentata con la polizia del Dipartimento di Protezione Ambientale e del Corpo Forestale Vietnamita per il loro impegno nel disbrigo delle pratiche per la liberazione degli altri orsi sequestrati.

Jill Robinson ha rilasciato la seguente dichiarazione: “L’improvvisa irruzione nella fattoria non ha dato agli allevatori alcuna possibilità di opporre resistenza. Più di 30 ufficiali della Guardia Forestale erano presenti durante la confisca, aspetto questo che testimonia l’entità dei traffici illeciti praticati nella fattoria. Penso che la nostra campagna abbia dimostrato che la pazienza e la tenacia pagano sempre. Speriamo di assistere presto alla fine del traffico illegale di orsi a Ha Long Bay, nell’attesa che questi, ora illegalmente detenuti, vengano rimessi alle nostre cure. Continueremo inoltre a dialogare con il Dipartimento Forestale e la polizia locale per rimuovere ogni ostacolo. Ora la nostra priorità resta quella di occuparci di questi cinque orsi e curare le profonde ferite e i danni subiti durante la loro detenzione nella fattoria. Alcuni di questi esemplari mostrano segni evidenti di malnutrizione, altri sono psicologicamente e fisicamente provati; a un orso è stata amputata una zampa anteriore all’altezza della spalla e quasi tutti presentano vistose cicatrici alla testa, denti spezzati e cheratosi (inspessimento del tessuto epidermico). A ogni orso verrà rimossa la cistifellea, ormai irreparabilmente danneggiata”.

VietBears 003Il responsabile di Animals Asia in Vietnam, Tuan Bendixsen, ha riferito che le indagini erano partite all’inizio del 2007, allertando le autorità locali sugli illeciti commessi all’interno delle fattorie nell’area di Ha Long Bay. Filmati e fotografie fatte sotto copertura dai nostri operatori hanno dimostrato che la bile veniva estratta per poi essere venduta ai turisti, aggirando così i divieti sanciti dalla normativa vietnamita. La reazione della polizia non si è fatta attendere: un raid nella fattoria ha permesso la confisca preventiva di 80 orsi illegalmente detenuti. Tutti gli esemplari erano privi del microchip per l’identificazione, prova inconfutabile che gli animali sono stati indebitamente catturati nel loro habitat naturale.

Fino a oggi, di questi 80 orsi confiscati, solo uno è stato trasferito nel santuario di Animals Asia in Vietnam, a causa delle lungaggini burocratiche e dell’incuria dei politici.

Nell’aprile del 2008, il Primo Ministro del Vietnam, contravvenendo alla normativa vigente in materia, ha bloccato il trasferimento dei restanti 79 orsi.

Animals Asia e altre organizzazioni non governative, fra le quali Education for Nature, Vietnam (ENV), Wildlife at Risk (WAR), Free the Bears (FTB) and the World Society for the Protection of Animals (WSPA), hanno costituito una Bear Task Force per indurre il Primo Ministro a ritornare sui suoi passi.

Le fattorie della bile sono illegali in Vietnam dal 1992, ma più di 4.000 orsi sono ancora detenuti nei numerosi allevamenti presenti nel territorio. L’estrazione della bile è una pratica estremamente crudele e dolorosa. In Vietnam gli orsi vengono drogati, normalmente con la ketamina, legati con funi e il loro addome viene ripetutamente perforato con aghi arrugginiti lunghi 10 centimetri, fino a quando viene identificata e raggiunta la cistifellea. La bile viene estratta poi con l’ausilio di una pompa medica.

Tuan Bendixsen riferisce che l’estrazione della bile è ampiamente diffusa e che gli orsi sono ancora vittime del bracc-onaggio a causa dell’assenza di controlli da parte delle autorità preposte: “Finora, a causa della mancanza di risorse, la legge vietnamita è stata quasi sempre disattesa, ma già a partire dalla settimana scorsa, tuttavia, abbiamo ottenuto in custodia due piccoli cuccioli di nome Xin Xin e Chien Thang, illegalmente detenuti in una fattoria della bile nella provincia di Dien Bien: questo dimostra che le autorità sembrano ora seriamente intenzionate a stringere le maglie per l’applicazione della normativa vigente”.

Nel 2005, Animals Asia ha firmato uno storico accordo con il Governo Vietnamita, che prevede la liberazione di 200 orsi e il loro inserimento nel Moon Bear Rescue Centre, nel Parco Naturale di Tam Dao.

Finora Animals Asia ha liberato 62 orsi in Vietnam. Grazie ad un simile accordo con le autorità cinesi, siamo inoltre riusciti a salvare 276 orsi in Cina, chiudendo 43 fattorie della bile.

Materiale fotografico disponibile su:

http://113.28.4.109:8080/aaffiles/VietnamBearFarming.php

Per maggiori informazioni e materiale video:

Animals Asia Foundation Italia, P.za San Marcellino 6/5, 16124, Genova Tel: +39 010 2541998 Fax: +39 010 2545137

Ufficio Stampa: Antonello Palla - Tel. +39 333 1063893

Email: apalla@animalsasia.it

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