tag:blogger.com,1999:blog-91462261493117175622024-03-02T18:30:22.575+01:00Il blog dell'Orso BrunoOrsoBrunohttp://www.blogger.com/profile/02284490074622928646noreply@blogger.comBlogger727125tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-83797032265373307752018-04-11T00:10:00.000+02:002018-04-11T00:13:40.624+02:00Assolto l'uccisore dell'orso di Pettorano sul Gizio<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvHjys5R0MNIYrOrR-LE1dbH_LjIMI-6smbUqHA7CNaevRhm1q-pZFeW8_GoRj02xyS73BNqW5kCW8J3X2eQJ299SdpJWGcfefE-kxRVmSkB0pdd39KMKhVH5h1veC-Bd2jvGxJQ-0Z4/s1600/DSC00785.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvHjys5R0MNIYrOrR-LE1dbH_LjIMI-6smbUqHA7CNaevRhm1q-pZFeW8_GoRj02xyS73BNqW5kCW8J3X2eQJ299SdpJWGcfefE-kxRVmSkB0pdd39KMKhVH5h1veC-Bd2jvGxJQ-0Z4/s320/DSC00785.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Amate gli animali [...]. Non inquietateli, non tormentateli, non togliete
loro la gioia: non opponetevi all'intenzione di Dio. Uomo, non porti al di
sopra degli animali: essi sono senza peccato mentre tu, nella tua grandezza,
guasti la Terra al tuo solo apparire lasciando dietro di te la tua lurida
traccia. (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, 1880)<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
10.04.2018 - Stamattina al tribunale
di Sulmona è terminato il processo a carico di colui che ha sparato a un orso marsicano
a Pettorano sul Gizio nel settembre 2014 provocandone la morte. Nonostante le
prove contro di lui, su tutte la sua confessione, l’imputato è stato <b>assolto
</b>con formula piena perché il colpo fatale sarebbe stato esploso per errore.
Abbiamo assistito alla surreale arringa della difesa dopo aver appreso che il
Pubblico Ministero aveva già chiesto l’archiviazione. Sono passati quattro anni
da quell'episodio di intolleranza verso un orso marsicano, una specie in pericolo
critico di estinzione; quattro anni per arrivare a un epilogo che è sembrato
più una scorciatoia burocratica che l’atto di coscienza di un paese che vuol
dirsi civile. Certo è stato più facile assolvere l’uomo che difendere l’animale,
è stato più facile dar torto alle associazioni di difesa della natura che alle
categorie di agricoltori e allevatori. È stato più facile dare ragione a chi
gira armato con il colpo in canna che a chi si fa civilmente promotore delle
migliori pratiche di convivenza con gli animali selvatici, peraltro efficaci,
come ha dimostrato la drastica riduzione dei danni da orso proprio a Pettorano
sul Gizio negli ultimi anni. Si sa, le sentenze vanno accettate e gli
insegnamenti dei filosofi e dei letterati ignorati.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dunque accetteremo la sentenza,
ma come non dispiacersi del trionfo di allevatori che hanno trovato il tempo
per venire a manifestare davanti al Tribunale di Sulmona, ma non lo trovano per
montare o gestire correttamente un recinto elettrificato, del giubilo degli agitatori
e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>capi-popolo che hanno contribuito a
creare quel clima di intolleranza che, ben più delle incursioni dell'orso, ha provocato il tragico
evento, della soddisfazione di quanti pensano che i diritti individuali debbano
prevalere necessariamente su quelli collettivi, come la tutela di un animale
che è patrimonio storico e naturale di tutti. Credo che oggi a Sulmona non
abbiano perso solo gli orsi e quanti si ostinano a proteggerli, ma abbiamo
perso tutti, soprattutto quelli che pensano di aver vinto.<o:p></o:p></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-31542848801217794502017-08-22T23:06:00.001+02:002021-01-25T18:13:07.515+01:00Pareri diversi<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi14so8uPsn04KPZ5fvAFiN-CAvWX0-bsxLFKZcSK8ejmnorOsXMzfROBI_ZvuOOhyphenhyphendQR8UGwprR3E3s1Cd_ZIO35tWIKnZoFGLSm4Z5dAg06mOxLWUHuMPCCOmc-Qx4_2K0TumOKwWv_U/s1600/DSCF4351.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi14so8uPsn04KPZ5fvAFiN-CAvWX0-bsxLFKZcSK8ejmnorOsXMzfROBI_ZvuOOhyphenhyphendQR8UGwprR3E3s1Cd_ZIO35tWIKnZoFGLSm4Z5dAg06mOxLWUHuMPCCOmc-Qx4_2K0TumOKwWv_U/s320/DSCF4351.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Orsi bruni nello zoo di Breslavia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Pubblichiamo le diverse opinioni
di due illustri esponenti della conservazione in Italia, il Dott. Franco Tassi
e il Sig. Carlo Frapporti, sull'abbattimento dell’orsa KJ2 in Trentino,
convinti che solo il confronto critico possa migliorare la conoscenza di tutti su un argomento così delicato come la convivenza tra uomo e orso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
FRANCO TASSI</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Gli Orsi oggi vaganti in Trentino
non sono quelli storicamente originari di questo territorio, sterminati fino
all’ultimo individuo appena pochi decenni fa. Sono il risultato di una
“immigrazione forzata” di tipo speciale. Si tratta infatti, come nel caso dei
Pirenei Francesi, di individui acquistati anni fa in Slovenia, e introdotti poi
nel Trentino, con un ambizioso progetto animato dalle migliori intenzioni, ma
assai poco consapevole delle strategie da seguire di fronte a personalità
evolute e complesse come quelle dei plantigradi. Strappare un pacifico animale
vagabondo a montagne boscose, tranquille e poco popolate come quelle della
Slovenia, catapultandolo all’improvviso nei territori ben più ampiamente
antropizzati del Trentino, dove tra malghe e colture, attività turistiche e
sportive, l’incontro con l’uomo è assai più frequente, può creare non pochi
conflitti. La gente locale, non preparata, si trova davanti a sorprese
inattese, e non sa come comportarsi. E che dire dell’Orso, costretto ad
affrontare una quantità di situazioni impreviste? Incontri ravvicinati sempre
stressanti per un animale selvatico, e particolarmente delicati per una femmina
con i cuccioli. Malgrado questo, l’Orsa di solito non si dimostra realmente
aggressiva, ma si esibisce in finti attacchi per allontanare gli intrusi dalla
propria prole. Perché se davvero uno di questi animali avesse voluto combattere
un presunto nemico, questo non sarebbe qui a raccontarlo…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Forse pochi sanno, che da tempo
era iniziato un ritorno spontaneo di Orsi dalla Slovenia, lento ma progressivo,
e un individuo era stato persino filmato nel Parco Nazionale dello Stelvio! I
plantigradi ormai abbondanti in Slovenia avrebbero cercato nuovi territori,
trovando da soli gli ambienti più remoti e meno disturbati, e sarebbe stato
fondamentale coadiuvarli in questa “espansione spontanea”. Si sarebbe formata
una popolazione vitale, senza grandi spese e problemi, assecondando le leggi
della Natura.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Inutilmente, il Gruppo Orso aveva
tentato di spiegare che sarebbe stato assai meglio favorire questo graduale
ritorno del grande mammifero vagabondo, creando un “corridoio ecologico” di
ambienti naturali non contaminati da veleni, e ricchi di frutta, bacche e
insetti, sostenuto anche dagli stessi produttori di mele. Una larga “fascia
biologica” di “mele con il baco” avrebbe comportato sì, qualche piccolo
sacrificio ai non certo indigenti produttori di frutta, ma avrebbe garantito
notevole prestigio ecologico e altissima visibilità. Si è preferito invece
scavalcare le leggi della Natura, puntando diritto ai fondi dell’Unione Europea
(si parla di circa 8 milioni di Euro, ma c’è chi sostiene che i fondi pubblici
assorbiti dall’operazione, con buona pace della Corte dei Conti, risulteranno
molti di più).<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si è così soddisfatto il bisogno
della Slovenia di “vendere” fauna, certo: e anche quello di accademici e
tecnocrati di governare la situazione. Confidando troppo nelle moderne scienze,
tecnologie e farmacologie (catture, trasporti, manipolazioni, radiocollari,
microchips, trasmettitori, gps, trappole nascoste, armi spara-siringhe, dardi,
sedazioni, anestesie, narcotici, tranquillanti, monitoraggi: e chi più ne ha,
più ne metta). Ma poi, come si fa a individuare una creatura vivente non con un
nome di persona, o di località, ma con una sigla del tipo XKJ? Presto, in
omaggio alle “magnifiche sorti e progressive”, dovremo riconoscerla con un
“codice a barre”?!? Con i risultati, che sono sotto agli occhi di tutti…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Perché purtroppo si è lasciato
ben poco spazio alla cultura e all’emozione, alla curiosità e alla scoperta,
all’informazione e all’educazione ambientale, dalle scuole ai mezzi di
comunicazione: e cioè alla strategia illuminante, che avrebbe in breve tempo
cambiato la mentalità dominante… Soprattutto se una parte di quei fondi fosse
stata spesa a formare e impegnare giovani informatori locali, per illustrare i
grandi vantaggi culturali, naturalistici, ecologici, eco-turistici del ritorno
di una specie-totem come questa. Come mai negli USA gli Orsi (vedi Yellowstone
e dintorni: Yoghi, Bubu, Teddy Bear e Smokey the Bear) rappresentano simboli
amatissimi della Natura Protetta, mentre da noi ci si affanna a perseguitarli e
massacrarli? Non è anche questo un segno di profonda inciviltà?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Qualcuno dovrebbe spiegare alla
gente che respinge questo pacifico bestione che, se le loro foreste e montagne
saranno capaci di ospitare, mostrare e difendere la Grande Fauna, le comunità
locali ne trarranno notevoli benefici. Così avviene sempre nei Parchi di tutto
il mondo, anche a due passi da noi. Lo dimostrano, con fatti e cifre
inconfutabili, il Parco Nazionale d’Abruzzo pioniere delle Aree Faunistiche, i
Parchi di Visione in Francia e gli Itinerari Faunistici del Parco Nazionale
della Foresta Bavarese. Non è certo un caso, se i villaggi adiacenti a queste
lungimiranti realtà sono oggi i più frequentati, floridi e partecipi dell’intero
comprensorio.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma in Italia si preferisce
seguire strade diverse: e i disinvolti operatori attuali, tanto nelle Alpi
quanto negli Appennini, vantano autorità assoluta e sdegnano aiuti,
informazioni e consigli. Erano e sono ancora sostenuti dalla ridicola pretesa
di saper addomesticare la Natura selvaggia, non educando l’uomo, ma
“robotizzando” l’orso. Non li sfiora l’idea che rispettare la parte più integra
del territorio, lasciare l’ecosistema alla libera e spontanea evoluzione, saper
convivere con la straordinaria Biodiversità che hanno la fortuna di custodire,
sia la vera prova di civiltà e rappresenti il miglior investimento per il
futuro.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un Trentino che avesse potenziato
il Parco dello Stelvio, anziché disgregarlo; che avesse accolto l’Orso a
braccia aperte; e che avesse investito sulla cultura della Natura, anziché su
quella di mattoni, impianti e cemento, sarebbe diventato un fiore all’occhiello
del Bel Paese e un grande attrattore eco-turistico internazionale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Invece, non ha voluto ascoltare…
Ora si parla di boicottarne prodotti e turismo, e il Trentino è messo alla
gogna di fronte al mondo. E quindi, come era facilmente prevedibile, ha perso.
O meglio, abbiamo perso tutti, dimostrando ancora una volta che l’uomo
contemporaneo, chiuso nel proprio miope egoismo, non sembra più capace di
vivere in armonia con la vera Natura.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Franco TASSI<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Gruppo Orso Italia<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
GRUPPO ORSO ITALIA<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Costituito fin dal 1983 presso il
Centro Studi Ecologici Appenninici del Parco Nazionale d’Abruzzo, il Gruppo
Orso Italia, coordinato dal prof. Franco Tassi, è uno dei più qualificati
nuclei volontaristici di ricerca, impegno e difesa dello straordinario
plantigrado, attivo ormai da oltre trent’anni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
COMITATO PARCHI – Comunicato stampa n.152 – agosto 2017<o:p></o:p></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
CARLO FRAPPORTI<br />
<div>
<span style="text-align: justify;">Allora che l’orsa KJ2 sia stata
abbattuta solo per il fatto di esistere qualcuno lo vada a dire all’uomo
aggredito 2 anni fa, rimasto invalido e come tale anche senza lavoro.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Qualcuno dica anche “all’esperto
che più a lungo in Italia aveva difeso con forza la Grande Fauna” che PRIMA di
dare inizio al progetto Life Ursus si è tenuto in Trentino (Viotte del M.te
Bondone) un convegno internazionale con i massimi esperti di orso a livello
europeo che, CONCORDI SULL'OPERAZIONE, hanno portato il loro contributo e
suggerimenti di cui si tenne conto nella stesura finale del progetto stesso. Un
corposo e autorevole Studio di Fattibilità del Progetto ha preceduto il
progetto stesso. Gli si dica anche che gli orsi in Trentino (unico posto di
tutte le Alpi, probabilmente grazie anche ai vituperati trentini) non sono
stati sterminati fino all'ultimo individuo anzi, quando sono stati reintrodotti
gli orsi dalla Slovenia erano ancora presenti 3 individui ahimè solo maschi
molto anziani (è stato anche documentato il contatto tra un orso autoctono
“trentino” e un’orsa “slovena”). Gli orsi del Trentino e quelli dei Balcani
sono divisi solo da 150 anni di storia. Centocinquanta anni nella storia
evolutiva di una specie non significano assolutamente nulla. L’“ambizioso
progetto animato dalle migliori intenzioni” ha ricevuto l’avvallo di alcuni
Ministeri italiani, dell’INFS (ora ISPRA) e della Comunità Europea, vedendo
coinvolti diversi professionisti. Ha ricevuto anche il plauso dei maggiori
esperti mondiali di orso nel corso della 16° Conferenza internazionale
sull'orso (IBA) tenutasi a Riva del Garda (TN) nel 2005. Ovviamente ha ottenuto
anche l’avvallo delle regioni confinanti; Veneto e Lombardia e Sud Tirolo. E’
tutt’oggi considerato a livello internazionale (tra gli esperti e
professionisti del settore, non dagli avventori dei bar) come un modello di
gestione e di “reintroduzione, pur con i limiti e gli errori che caratterizzano
ogni agire umano. La conferma di quanto non fosse “campato in aria il progetto”
l’hanno data anche… gli stessi orsi, passando da 9 individui ai circa 60
attuali in poco più di 15 anni. Per quanto concerne l’”espansione spontanea”,
se in Trentino avessero dovuto aspettare quella avrebbero aspettato a lungo e
dopo un po’ (diverse decine d’anni) le “braccia aperte” (menzionate nel
comunicato) ora rattrappite e indolenzite sarebbero cadute! Nessun orso
“spontaneo” si è mai riprodotto in territorio italiano dopo esser venuto dalla
Slovenia. Molto probabilmente nessuna orsa è mai venuta spontaneamente in
territorio italiano. Si vedano i campioni genetici raccolti in Friuli Venezia
Giulia. Purtroppo l’“espansione spontanea” con cui “si sarebbe formata una
popolazione vitale, senza grandi spese e problemi, assecondando le leggi della
Natura” non si è mai concretizzata, né pare vi siano prospettive che si
realizzi, almeno nel breve e medio termine… Lo sanno bene gli amici del Friuli
Venezia Giulia che da più di un trentennio convivono con pochi orsi MASCHI, che
passano solo parte dell’anno in territorio italiano. Il “ritorno graduale lento
ma progressivo” non è mai avvenuto e forse non avverrà mai, e questo lo hanno
sancito (oltre agli orsi stessi) i maggiori esperti internazionali della specie
quando hanno suggerito di traslocare artificialmente alcuni individui. Negli
ultimi 100 anni nessun orso proveniente dalla Slovenia ha MAI spontaneamente
attraversato l’Adige arrivando nel Trentino occidentale. Chi sostiene il
contrario o è in malafede o non conosce assolutamente i fatti e sparla tanto
per sparlare. Non esiste nessun documento "inoppugnabile" che
testimoni il contrario! Un orso maschio (denominato Fritz, dal nome del
forestale che per primo ha trovato le tracce nel bellunese), negli anni 90' è
arrivato spontaneamente dal Friuli Venezia Giulia fino al Trentino orientale,
più precisamente arrivando fino alla Val dei Mocheni a circa 30km in linea
d'aria dal capoluogo Trento. Di questo animale si son perse le tracce anche se
“voci” lo vorrebbero abbattuto illegalmente nelle vallate del Vanoi tra Trentino
orientale e Veneto (BL), atre più fondate (genetica) abbattuto legalmente in
Slovenia. Un secondo esemplare, sempre maschio, denominato M5 (conosciuto anche
con il nome "Dino") è arrivato nel 2009 nel Trentino orientale; dopo
varie scorribande e razzie soprattutto nella zona dell'altopiano di Asiago (VI)
è tornato in Slovenia dove è stato abbattuto da un cacciatore il 15 marzo del
2011. Nessun altro orso è arrivato spontaneamente in Trentino; E MEN CHE MENO
IN TRENTINO OCCIDENTALE e/o NELLO STELVIO.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ad ulteriore testimonianza
(semmai servisse!) di come il Comunicato del Prof. Tassi sia stato scritto
senza la benché minima cognizione di quanto accadde sull’arco alpino, si fa
notare che, oltre a non esistere nessuna espansione naturale, semmai succede
ESATTAMENTE IL CONTRARIO! Negli ultimi anni almeno 2 orsi NATI IN TRENTINO sono
emigrati nell’area del triangolo F.V.G./Austria/Slovenia e più precisamente
nelle zone a cavallo col confine sloveno. Nonostante il F.V.G. sia in
continuità ecologica con la Slovenia e malgrado lì vi siano almeno 500 orsi,
negli ultimi anni METÀ dei campioni genetici raccolti in FVG, erano
riconducibili a orsi PROVENIENTI DAL TRENTINO, che di orsi ne conta poco più di
un decimo ed è assai più lontano! Voglio ricordare che, dal 2007 "... Il
Servizio Foreste e Fauna, predispone un documento a cadenza annuale, denominato
"Rapporto orso", inerente la situazione dell'orso bruno e l’attività
di gestione ad esso collegate. L'obiettivo è duplice: da un lato fornire una
corretta informazione, aggiornata e dettagliata sullo status della piccola
popolazione di orsi che gravita nel Trentino occidentale e nelle regioni
adiacenti, dall'altro registrare in maniera sistematica una serie di dati il
cui utilizzo periodico da parte degli addetti ai lavori necessita di un
documento per quanto possibile completo ed esaustivo...". IL Rapporto è scaricabile
gratuitamente da qui: https://orso.provincia.tn.it/Rapporto-Orso-e-grandi...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si dà conto nel dettaglio di
tutte le attività di monitoraggio, gestione dei danni, gestione delle
emergenze, formazione del personale, comunicazione. Una montagna di fatti e
dati, a fronte di opinioni e chiacchiere! Leggere qualche dato oggettivo a
volte non guasta, e forse così si potrebbe parlare avendo…qualcosa da dire! Il Rapporto
è stato un buon esempio per i colleghi abruzzesi, che negli ultimi anni hanno
cominciato a produrre un documento analogo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Spiace vedere che “l’esperto che
più a lungo in Italia aveva difeso con forza la Grande Fauna” citi ad esempio
altre realtà europee, come Francia e Germania dove, LI SÌ, sono stati in grado
di distruggere completamente, portandola all’estinzione, la “Grande Fauna”
Orsi, lupi e linci in primis. L’unico orso arrivato autonomamente in Germania
negli ultimi 30 anni era JJ1 un giovane maschio di 3 anni (nato in Trentino)
immediatamente abbattuto “gratuitamente” a fucilate in Baviera! Val la pena
ricordare anche, come nel paese di “Yoghi, Bubu, Teddy Bear e Smokey the Bear
che rappresentano simboli amatissimi della Natura Protetta” sono stati in grado
di estinguere negli ultimi 50 anni l’orso bruno (Ursus arctos) in quasi tutti
gli stati ed in oltre il 95% del territorio originale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Solitamente, io, cerco di parlare
SOLO delle cose che conosco; il nome degli orsi in Trentino veniva dato (ora
non è più così) in base alle iniziali della madre e del padre dell’individuo
stesso più il numero della discendenza; l’orsa KJ2 era quindi la secondogenita,
figlia di Kirka e Joze, trovo curioso che qualcuno decida come deva operare un
Ente pubblico autonomo a più di 600 km di distanza. Non credo che nessun
trentino sia andato a Pescasseroli per dire all’allora Direttore Dott. Franco
Tassi, cosa doveva o non doveva fare, né men che meno, come doveva chiamare i
“suoi” orsi (per altro non sapevo dell’esistenza, in Abruzzo, del paese… “Yoga”!)!
Il Trentino ha adottato la condivisibile scelta di non dare nomi agli orsi per
non umanizzarli; l’orso è selvatico; è la cosa più selvatica che abbiamo, nel
nostro immaginario. Umanizzarlo è offenderlo, ridurlo, in qualche modo
soggiogarlo. Trovo ancor più curioso, che quando si è dato inizio al progetto
per riportare la specie orso sulle Alpi, nessuno abbia trovato nulla da ridire;
ANZI. Nemmeno l’allora Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise,
si disse contrario. E adesso? Tutti bravissimi con critiche suffragate dal…. NULLA!
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Credo sia stato Catone a dire:
“la parola ce l’hanno tutti, il buon senso solo pochi”! Voglio concludere
osservando che non mi sembra assolutamente questo il metodo per fare una
corretta comunicazione/educazione, sparlando a vanvera di cose che non si
conoscono assolutamente, portando argomentazioni campate in aria senza il
benché minimo sostegno da parte di nessun dato attendibile. Mi chiedo anche se
non sarebbe il caso di fare un bagno di umiltà e chiedere scusa a quanti, tutti
i professionisti seriamente impegnati (e non parlo ovviamente di me!), hanno
lavorato, e lavorano con dedizione impegnandosi per la buona riuscita del
progetto volto a riportare stabilmente la specie sull’arco alpino!<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Credo che questa utopia delle
scuse non succederà mai!<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Cordiali saluti <o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Carlo Frapporti<o:p></o:p></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-17407457648998640852017-08-13T11:12:00.000+02:002017-08-13T11:12:02.146+02:00Abbattuta in Trentino l'orsa KJ2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho2i827HImvDgOKTAwKvE3w_JkvenTv_deLU5De95916o-4Uxp_Q3kRDkArjDil8pc57WurXr-bapSYx0zni_0m3E6qN_NN3_p49mudG_N0OEF1vkTADHXJXMBnv92H5MugGhwuCPklTs/s1600/orso-kj2-trentino-cadine-trento-aggressione-4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="395" data-original-width="1125" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho2i827HImvDgOKTAwKvE3w_JkvenTv_deLU5De95916o-4Uxp_Q3kRDkArjDil8pc57WurXr-bapSYx0zni_0m3E6qN_NN3_p49mudG_N0OEF1vkTADHXJXMBnv92H5MugGhwuCPklTs/s400/orso-kj2-trentino-cadine-trento-aggressione-4.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Quasi
in risposta al nostro ultimo articolo sulla necessità di convivere con l’orso,
è appena giunta la triste notizia dell’abbattimento, per mano di pubblici ufficiali, dell’orsa KJ2, in
esecuzione dell’ordinanza del presidente della provincia autonoma di Trento,
Ugo Rossi, dopo che era stata verificata la pericolosità dell’animale, ritenuto
responsabile di due attacchi a persone, l'ultimo ai danni di un pensionato che, secondo alcune fonti, avrebbe provocato la reazione dell'animale colpendolo con un bastone.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">L’intervento
di “rimozione” è previsto dal </span><a href="http://www.pnab.it/uploads/media/parco_documenti18_orso.pdf"><i><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Protocollo orsi
problematici</span></i></a><i><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"> </span></i><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">della provincia autonoma
di Trento, secondo un approccio gestionale incentrato più sulla conservazione
della popolazione che su quella del singolo individuo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Ci poniamo la domanda:
quale orso sfuggirà alla rimozione se il livello di tolleranza e di
accettazione della specie da parte della popolazione locale è così basso da
aver portato nel solo 2016 al ritrovamento di 3 orsi morti per cause
riconducibili alla mano dell’uomo?<o:p></o:p></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-11296891487170527032017-08-13T10:03:00.001+02:002017-08-13T15:01:45.206+02:00Un passo indietro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7lZwmzCjKBkJRBruRKVLI3OCGLxEx075PD8swVVur5iA1r5HVsFZkUJtH6_KGEU0PnB67uuZeYCJZnrEyq-MsAtpoGM1_mJpDckSSHjVHloQ1yftY5LxN353RM3ALM9R-_zrR1mSSEQg/s1600/20106275_1436290139780955_7897844185574558429_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7lZwmzCjKBkJRBruRKVLI3OCGLxEx075PD8swVVur5iA1r5HVsFZkUJtH6_KGEU0PnB67uuZeYCJZnrEyq-MsAtpoGM1_mJpDckSSHjVHloQ1yftY5LxN353RM3ALM9R-_zrR1mSSEQg/s320/20106275_1436290139780955_7897844185574558429_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Le
recenti interazioni tra uomini e orsi, sia in Trentino sia in Abruzzo, ci
spingono a riprendere il tema della convivenza con questo animale unico,
straordinario. L’oggettiva gravità dei due eventi, il <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2017/07/22/news/uomo_aggredito_da_orso_trentino-171417655/">ferimento
di un pensionato in Trentino il 22 luglio</a> e il <a href="http://www.ansa.it/molise/notizie/2017/07/29/orso-entra-in-casa-famiglia-in-salvo_964d924e-7534-40a7-9c4c-85c74ed6950a.html">29
luglio l’ingresso di un orso marsicano in un’abitazione di Villavallelonga</a>,
in cui ha cercato riparo dopo esser stato allontanato da un pollaio, ci ha
imposto una doverosa cautela, nel rispetto delle persone coinvolte. I fatti che
hanno seguito alle prime ricostruzioni sembrano, però, confermare i nostri
dubbi, specialmente per quanto riguarda il comportamento, definito aggressivo,
dell’orsa con cuccioli KJ2 che, stando alle <a href="http://www.corriere.it/cronache/17_agosto_01/orso-trentino-enpa-colpo-scena-uomo-ha-aggredito-orso-743d192a-76bf-11e7-891a-91d906aac00b.shtml">evidenze
emerse il 1 agosto</a>, non ha attaccato da tergo il pensionato, come si era
affermato in un primo momento, ma ha reagito alle bastonate dell’uomo,
spaventato dall'improvvisa comparsa dell’animale e dalla disputa tra questi e
il suo cane.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">A
Villavallelonga, invece, l’orso si è introdotto nell’abitazione in cerca di una
via di fuga, suscitando comprensibile spavento nei genitori con due bambini
piccoli, svegliati dall’intrusione del plantigrado nel cuore della notte
dall’esser costretti a calarsi in strada dal balcone. L’intervento tempestivo
delle guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e, successivamente,
del veterinario, ha consentito di restituire l’animale all’ambiente naturale,
ma non ha attenuato le polemiche di parte della popolazione e del primo cittadino
che invocano la rimozione dell’esemplare “problematico”, conosciuto con il nome
di Mario.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In
entrambi i casi è stato stigmatizzato il comportamento dell’orso, anziché porre
la dovuta attenzione sull’impreparazione degli uomini. Per quanto riguarda il
Trentino, la reazione dell’uomo alla vista dell’orso è stato il fattore
scatenante dei morsi che lo avrebbero ferito (morsi che avrebbero potuto
ucciderlo se l’orso ne avesse avuto l’intenzione). Nel caso dell’orso
marsicano, invece, è stata verosimilmente l’abbondanza di risorse disponibili
(scarti di cibo, piccoli allevamenti mal protetti, ecc.) ad attirarlo nei paesi
della Vallelonga, in cui ha causato più di un centinaio di danni dall’autunno
dell’anno scorso, determinandone il condizionamento alimentare. In entrambe le
circostanze, la reazione preponderante da parte di cittadini e amministratori è
stata quella di invocare la “rimozione” degli orsi, intesa come riduzione in
cattività o soppressione, invece di riconoscere le umane responsabilità alla
reazione di questi ultimi a contesti ambientali fortemente antropizzati. Preoccupa
notare quanto sia basso il livello di accettazione dell’orso da parte delle
comunità locali, così come appare dalle dichiarazioni di molti portatori di
interesse, e la cronica incapacità di fare un passo indietro rispetto al “non
umano”, ovvero ciò che è naturale e che sfugge al nostro controllo, al punto da
instillare forti perplessità anche in alcuni addetti ai lavori sull’opportunità
della reintroduzione degli orsi in Trentino. Allora torna particolarmente utile
il ricorso a linee di demarcazione convenzionali tra ambiente antropico e
ambiente naturale. Così, confrontandoci con i residenti di alcuni paesi nel
territorio dell’orso marsicano spesso sentiamo ripetere questa frase: “<i>L’orso deve fare l’orso e starsene in
montagna. Un orso che scende in paese non è un orso!</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Resta
particolarmente difficile, in aree urbane circondate da monti e da ambienti
adatti alla biologia della specie, tracciare un confine insormontabile tra ciò
che appartiene all’uomo e ciò che appartiene all’orso. L’incontro tra il
pensionato e KJ2 dimostra quanto questo confine sia particolarmente labile,
quando si pretende di modificare il comportamento degli orsi anche nel loro
ambiente naturale, anziché modificare quello degli uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">L’orso
è al vertice della catena alimentare come l’uomo. Come noi è un onnivoro ed è
caratterizzato da una spiccata intelligenza che gli consente di adattarsi alle
situazioni ambientali traendone il massimo vantaggio. Nel rapporto
costi-benefici, nutrirsi nei paesi conviene, anche se espone a dei rischi che,
evidentemente, gli orsi trascurano, ovvero l’interazione con gli esseri umani. Questo
non vuol dire che non ci sia cibo in montagna, come taluni continuano ad
affermare, nonostante ricerche scientifiche sull’alimentazione dell’orso
dimostrino esattamente il contrario, ma perché nei centri abitati le risorse
alimentari sono maggiormente concentrate. La messa in sicurezza di orti e
pollai, una corretta gestione dei rifiuti organici, l’eliminazione di fonti
alimentari per animali d’affezione facilmente accessibili anche per i selvatici
restano in assoluto, confrontandosi con le esperienze maturate in paesi con
presenze di orsi maggiori del nostro, le <a href="http://www.salviamolorso.it/wp-content/uploads/2015/07/Comunit%C3%A0-a-Misura-di-Orso-del-Genzana.pdf">migliori
pratiche</a> per ridurre, se non eliminare, i conflitti con la specie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Perché
allora tante resistenze all’applicazione di queste migliori pratiche? Come si
può pretendere di impedire agli orsi di servirsi al “supermercato” che abbiamo
preparato loro se non chiudiamo le saracinesche neanche di notte? Come possiamo
pretendere di controllare le azioni di un animale selvatico così forte e
intelligente se non siamo in grado di regolamentare noi stessi?<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">È proprio questo l’insegnamento che l’orso ci trasmette. L’orso mette a
nudo tutti i nostri limiti, le nostre riserve mentali, la nostra pigrizia. La
convivenza implica una volontà e uno sforzo. Appellarsi alla “rimozione”
dell’orso, all'eliminazione del problema, è solo una scorciatoia.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Se
non riconosciamo la necessità di compiere questo sforzo per il bene dell’orso,
ma anche per il nostro, ecco spiegato perché continuiamo ad asfaltare i
sentieri di montagna per percorrerli comodamente in automobile, perché tagliamo
gli alberi a bordo strada anziché rispettare i limiti di velocità, lasciamo
andare in rovina i monumenti e i siti archeologici del nostro Bel Paese, la cui
gestione è così onerosa, per costruire centri commerciali al loro posto e
trasformiamo i parchi nazionali in parchi gioco. Tendenze assurde di cui,
purtroppo, complici ignoranza, pigrizia, grettezza e avidità diffuse, facciamo
esperienza ogni giorno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">L’orso
ci ricorda che dobbiamo proteggere adeguatamente orti e pollai perché non siamo
i soli abitanti del pianeta (anche se di questo passo lo diventeremo). Ricorda
agli amministratori che non si può accontentare tutti in cambio di voti, ma che
talvolta si deve applicare la legge e chiudere i piccoli allevamenti abusivi, se
non altro per il decoro urbano e per le prescrizioni sanitarie. Ricorda agli
utenti della strada che la velocità può ucciderli insieme alla fauna che
l’attraversa e agli escursionisti che la montagna non è soltanto loro.<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Per
tutte queste limitazioni della libertà individuale, l’orso continua a essere
percepito più come un fastidio di cui fare a meno che come il simbolo di una
natura ancora sana, con tutte le ricadute positive sull'economia locale che ciò
implica. È ciò che avverrà finché noi umani non saremo in grado di fare un
passo indietro, così come è consigliabile fare, appunto, quando si incontra un
orso sulla propria strada.<o:p></o:p></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-5615430229218305122017-06-02T15:03:00.000+02:002017-06-02T22:59:40.320+02:00Ma è soltanto un orso<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIESeiN0Fc8d4YClrlaIVPjt40adCScxjsYfMN1VDFa-A8og1EwSJ4I6nqQNNJvYJmIwIEPH5CjvtOk7XcvlQyn8VdWnTaNRidAvYVvX69nZllcoL_Nw6iDHsUy9dMcxiWKTag69nlHg4/s1600/Copertina-Il+Centro-01.06.17.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1525" data-original-width="1600" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIESeiN0Fc8d4YClrlaIVPjt40adCScxjsYfMN1VDFa-A8og1EwSJ4I6nqQNNJvYJmIwIEPH5CjvtOk7XcvlQyn8VdWnTaNRidAvYVvX69nZllcoL_Nw6iDHsUy9dMcxiWKTag69nlHg4/s320/Copertina-Il+Centro-01.06.17.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Copertina de Il Centro del primo giugno 2017</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTOCOxuCwuHMt-9vYfb4cUqDsoKOV6WCYdRsK00Kj6ZiQi0wnovXgieIjBc5rHSZ5NyLghne7QhM3yOiNP8lYZHeqHYrTW7mbIirBAJ0XjHKB0pSy5ZWxklN5ZVYW5wWLvkS9Ei5vOqew/s1600/DoppiapaginaIlCentro-01.06.17.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTOCOxuCwuHMt-9vYfb4cUqDsoKOV6WCYdRsK00Kj6ZiQi0wnovXgieIjBc5rHSZ5NyLghne7QhM3yOiNP8lYZHeqHYrTW7mbIirBAJ0XjHKB0pSy5ZWxklN5ZVYW5wWLvkS9Ei5vOqew/s320/DoppiapaginaIlCentro-01.06.17.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Doppia pagina de Il Centro del primo giugno 2017</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoP9NV901EnkihRFEiW-CuRlZoOQK6FSQ026P3EB8oM81xOIFrHu6vpsAeCkqaIIh5bcOJh85BsvumWyX_5a-rpwu6tTzOgOOxXhuqc03ZlfdJhzW2vpkDmLw7HWkdI1-eyTOuNYMYNGY/s1600/IlCentro-Villavallelonga-29.06.17.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="739" data-original-width="1600" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoP9NV901EnkihRFEiW-CuRlZoOQK6FSQ026P3EB8oM81xOIFrHu6vpsAeCkqaIIh5bcOJh85BsvumWyX_5a-rpwu6tTzOgOOxXhuqc03ZlfdJhzW2vpkDmLw7HWkdI1-eyTOuNYMYNGY/s320/IlCentro-Villavallelonga-29.06.17.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Articolo de Il Centro del 29 maggio 2017</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmZe_FJ9En96IQyUccs6CAGmLzJ9JiBtkVJnEds7neAueG0lW9Jw1lMBju4kNaUGXqHpNCXvG1nSIzZpz6i3MHUOTxZNill5K0xWCW_oPvPahYYKZ1rBat0urv7HChEYa4Qbd4bf0IBCg/s1600/QuotidianodelMolise-29.05+%25281%2529.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="719" data-original-width="1280" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmZe_FJ9En96IQyUccs6CAGmLzJ9JiBtkVJnEds7neAueG0lW9Jw1lMBju4kNaUGXqHpNCXvG1nSIzZpz6i3MHUOTxZNill5K0xWCW_oPvPahYYKZ1rBat0urv7HChEYa4Qbd4bf0IBCg/s320/QuotidianodelMolise-29.05+%25281%2529.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quotidiano del Molise del 29 maggio 2017</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEictdoBSuCJ82zkkrqrZWJ1BCMdMYimGsW5YmPB1DgrLg7zTGcAA6ktmghebFExIMUEzuvUE1WV1hjE2ZgfjEeRt3huUED-yyuRr7qBCynVxIoc211nqLjBYhqF7BVUFB2cArrSwXjp0ro/s1600/QuotidianodelMolise-29.05+%25282%2529.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1279" data-original-width="490" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEictdoBSuCJ82zkkrqrZWJ1BCMdMYimGsW5YmPB1DgrLg7zTGcAA6ktmghebFExIMUEzuvUE1WV1hjE2ZgfjEeRt3huUED-yyuRr7qBCynVxIoc211nqLjBYhqF7BVUFB2cArrSwXjp0ro/s320/QuotidianodelMolise-29.05+%25282%2529.jpeg" width="122" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Conclusione</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcdl16Zmgmrnvajt22jxHMa6MWka-Ae73_p_9hbU-uv_C6cHknfmLSs3PWTQhlRGz_5QyQQ7rZzxwr_bAbIgsXP-aRHs4EzPHiTj9UCq-wZfl6h4YH36OyXUc_KqF1hKUTO61rm4oZb1w/s1600/581869_468475789900467_835482021_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="395" data-original-width="497" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcdl16Zmgmrnvajt22jxHMa6MWka-Ae73_p_9hbU-uv_C6cHknfmLSs3PWTQhlRGz_5QyQQ7rZzxwr_bAbIgsXP-aRHs4EzPHiTj9UCq-wZfl6h4YH36OyXUc_KqF1hKUTO61rm4oZb1w/s320/581869_468475789900467_835482021_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Promemoria utile</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ieri (01/06/2017) il quotidiano Il Centro ha dedicato la copertina e due pagine intere all'<b>Orso d’Abruzzo</b>, cercando di riparare all'allarmismo e al sensazionalismo con cui, ad inizio settimana, aveva riportato la notizia di un incontro ravvicinato tra tre donne e un orso bruno marsicano nel centro abitato di Villavallelonga. Lo speciale di ieri ha ricordato gli ultimi episodi del rapporto uomo-orso, di una convivenza non sempre facile, dove purtroppo è sempre stato l’orso ad avere la peggio, basti ricordare su tutti gli orsi Bernardo, Stefano, Biagio… Il contrasto evidente, paradossale, tra gli articoli del 29 maggio e del 1 giugno ci induce alla riflessione. Sembrerebbe che noi umani siamo delusi dalla scoperta che l’orso cattivo viva più dentro di noi, nel nostro immaginario, che nelle valli e nelle foreste dell’Appennino Centrale al punto che alcuni giornalisti, trasformandosi per incanto da cronisti di fatti in narratori di storie, finiscono inevitabilmente per fare ricorso a un linguaggio cupo, minaccioso, e persino a ventilare l’ipotesi di abbattimento dell’esemplare, reo di aver aggredito tre donne di notte fuggendo. Ha aggredito solo perché si è alzato sulle zampe posteriori, come sua abitudine, per guardare e sentire meglio, prima di darsi alla fuga? È comprensibile lo stato d’animo delle persone che si sono spaventate trovandosi improvvisamente l’orso di fronte, ma certo non è accettabile che la realtà sia distorta per “esigenze di copione”, che un giornalista si trasformi in giudice e che, trattandosi di specie protetta, la cui uccisione è vietata dalla legge nazionale ed europea, possa istigare a una presunta legittima difesa, come tristemente avvenuto a Pettorano nel settembre 2014, con la stampa che era arrivata a parlare di orsi alti tre metri - neanche ci trovassimo in Alaska - per poi versare lacrime di coccodrillo quando il giovane orso, tutt'altro che di tre metri, è stato trovato morto per un colpo di arma da fuoco alle spalle. Occorre ricordare ancora una volta che finora non è stato registrato nessun caso di attacco da parte dell’orso marsicano all'uomo, se non episodi riconducibili a battute di caccia del passato in cui l’animale, braccato, ha giustamente reagito, mentre i danni arrecati al plantigrado dall'uomo e dalle sue attività lo hanno ridotto sulla soglia dell’estinzione. Con questo non si vuole negare la necessità di intervenire per una riduzione delle interazioni con l’uomo impedendo agli orsi di trovare cibo facile nei paesi, ma non si può restare indifferenti di fronte al ripetersi di un’informazione contraria agli sforzi di conservazione della specie. Apprezziamo che Il Centro questa volta abbia voluto dedicare il giusto spazio all'orso marsicano prima di piangerne un altro, con la speranza che toni allarmistici e mistificatori non si ripetano più e che ai lettori sia giunto più l'ultimo messaggio che quello del 29, perché in tutti noi prevalga la consapevolezza che l’orso è davvero il simbolo delle nostre terre e perderlo sarebbe un danno incommensurabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come ci suggerisce Pierluigi Giorgio nella chiusura di un altro articolo del 29 maggio, pubblicato dal Quotidiano del Molise ma di tutt’altra sensibilità, riguardo al rapporto tra uomo e natura simboleggiato nel Ballo dell’Orso di Jelsi: “…Bisogna stanarlo!” invocò Jelsi, il paese. “Evitare alla bestia azioni ed offese. Con scaltrezza di uomo ed aiuto di Dio, si trasformi il demonio in un essere pio…” “Un’ombra pelosa!” qualcuno diceva “Un essere immondo!” quell’altro pensava. “Diabolico, fetido, terrifico e bestiale, inumano, satanico, reietto e brutale!” Con tanti nodi ed un forte bastone, nel gran bel mezzo della tenzone, la bestia urlante, ristretta, bloccata, in tre, quattro mosse fu tosto legata… Chi inveiva, chi bestemmiava, il parroco intanto pregava e pregava; qualcuno mosso da un ambiguo rimorso, tentava di dire: “Ma è soltanto un orso!”.</div>
<div style="text-align: justify;">
È questo sentimento di rimorso che tutti noi esseri umani dovremmo provare per la moltitudine di specie viventi di cui abbiamo compromesso e stiamo compromettendo la sopravvivenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-38932768657565517382016-10-19T15:15:00.001+02:002016-10-19T15:15:36.397+02:00Orso marsicano investito sulla SS 17<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKzQP_sBLYNN9ievEIQKTKvLWuicLK7qAdrSaqbGCr5opSctiXPgFSeeDJusJpZ4QqOMra0O0EZ2sX2QUf5hkRmAxhgMgedIL-bVPeummmIAXdhF2zXVxHGJ4SKrzksPV5-0lJdWEbiSM/s1600/14720560_940756432735417_8074195723377566949_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKzQP_sBLYNN9ievEIQKTKvLWuicLK7qAdrSaqbGCr5opSctiXPgFSeeDJusJpZ4QqOMra0O0EZ2sX2QUf5hkRmAxhgMgedIL-bVPeummmIAXdhF2zXVxHGJ4SKrzksPV5-0lJdWEbiSM/s320/14720560_940756432735417_8074195723377566949_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'orso investito a Roccaraso</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ieri, 18 ottobre 2016, un giovane maschio di orso bruno marsicano di circa 3 anni è stato <b>investito </b>intorno alle 4.30 del mattino nei pressi del distributore Agip di Roccaraso, sulla Strada Statale 17, tristemente nota alle cronache per gli incidenti con fauna selvatica. Si tratta dell'ennesima morte annunciata, nell'ennesima inutile perdita di un esemplare di una popolazione di orso in pericolo critico di estinzione, avvenuta proprio nella maggiore area di connessione ecologica tra il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale della Majella in cui dovrebbero concentrarsi gli sforzi di conservazione della specie per favorirne le dinamiche di espansione volte a garantirne la sopravvivenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo qualche ora dal suo ritrovamento su segnalazione di un passante e le cure disperate da parte del personale veterinario del Parco della Majella e del Corpo Forestale dello Stato, purtroppo il giovane maschio non è sopravvissuto all'impatto con la vettura, probabilmente un mezzo pesante, che ha fatto perdere le sue tracce; ennesima vittima innocente dell'indifferenza e della negligenza delle autorità preposte alla salvaguardia della fauna e della sicurezza degli utenti della strada, nonostante il progresso tecnologico offra soluzioni al fenomeno delle collisioni con gli animali selvatici (e non solo).</div>
<div style="text-align: justify;">
Finora sulla Statale 17 le uniche misure di mitigazione del rischio sono state quelle effettuate nel tratto di competenza dalla Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, insieme ad alcuni interventi di recupero di sottopassi e pulizia delle aree di sosta effettuati in sinergia con le associazioni Salviamo l'Orso e dalla Parte dell'Orso, nell'ambito di un progetto di Comunità a Misura d'Orso del Genzana, ancora in corso nell'area di Pettorano sul Gizio e Rocca Pia.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-70517277440070460172016-07-22T23:40:00.002+02:002016-07-22T23:40:52.125+02:00L'orsetta Morena non ce l'ha fatta<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJIGaCCXrGD50ifBdOuigsBqD7UMfCad1ynKybe5Y3k1O73rwEXDnlyYDfezfumoup1TLqZTn9NyakJHSsd0OMEY1t53KyNTmiUz97Q6jFFhtkWhbQzxJg__oYzM8hY6JIr7I2N6PdndY/s1600/DSC_6129.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJIGaCCXrGD50ifBdOuigsBqD7UMfCad1ynKybe5Y3k1O73rwEXDnlyYDfezfumoup1TLqZTn9NyakJHSsd0OMEY1t53KyNTmiUz97Q6jFFhtkWhbQzxJg__oYzM8hY6JIr7I2N6PdndY/s320/DSC_6129.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'orsetta Morena in una foto del PNALM.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo appreso con grande tristezza dal comunicato odierno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise che l'orsetta Morena è stata trovata priva di vita e in avanzato stato di decomposizione. Le cause della morte saranno definite a Grosseto dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana. Nonostante il tragico epilogo, restiamo convinti della bontà del tentativo da parte del Servizio Scientifico del PNALM di rilascio in natura del giovane esemplare che era stato recuperato più di un anno fa a Villavallelonga solo e denutrito.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-59549274646037666842016-03-23T23:09:00.002+01:002016-03-23T23:09:42.155+01:00Vita dura per gli orsi in Trentino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2016/03/21/155442207-ad41d40c-f63f-46d8-9124-a32d20eebc1d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2016/03/21/155442207-ad41d40c-f63f-46d8-9124-a32d20eebc1d.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
21 marzo – La primavera in Trentino si è aperta con la
funesta notizia di uno <b>splendido orso maschio trovato morto </b>poco distante dal
bordo della strada provinciale che collega Lover e Sporminore, non lontano dal
luogo del ritrovamento di un altro esemplare il 28 marzo 2015. Nonostante la
vicinanza con la strada potesse far supporre un investimento, ci sono elementi
che indurrebbero a pensare a un caso di avvelenamento. Solo la necroscopia che l’Istituto
Zooprofilattico delle tre Venezie effettuerà sul corpo potrà chiarire le cause
del decesso. La convivenza tra uomini e orsi in Trentino resta comunque
difficile.<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-20691445079288432492015-12-13T21:42:00.000+01:002015-12-13T21:42:42.966+01:00L'orsetta Morena è stata rilasciata<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqPnwlbTap7ZDWvfLTOov1Imgjov35Q8a8r8FkKsi33eZKeP3kzWPnf4br5_-YOkdgL_S03zpmd4uXQSCfx6-Mv0iQScAqnSb2VbQguRrIanx6BT_UirKSLAEvXaAgr93j3Xq66jC7L0A/s1600/Morena.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqPnwlbTap7ZDWvfLTOov1Imgjov35Q8a8r8FkKsi33eZKeP3kzWPnf4br5_-YOkdgL_S03zpmd4uXQSCfx6-Mv0iQScAqnSb2VbQguRrIanx6BT_UirKSLAEvXaAgr93j3Xq66jC7L0A/s320/Morena.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Riprendiamo il comunicato dell'associazione <a href="http://www.salviamolorso.it/" target="_blank">Salviamo l'Orso</a> perché corrisponde perfettamente ai nostri sentimenti e alle nostre aspettative sull'orsetta Morena, appena rilasciata nei boschi del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
FORZA MORENA!</div>
<div style="text-align: justify;">
Adesso possiamo veramente dire che 6 orsacchiotti nati nel 2015 si aggirano nelle faggete del PNALM.</div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo all'ultimo atto di un'impresa difficile e complicata mai tentata prima con un esemplare di orso bruno marsicano, l'orso (<i>Ursus arctos</i>) più raro sulla faccia del pianeta. I tecnici del PNALM hanno rilasciato in natura Morena, un cucciolo abbandonato da sua madre lo scorso maggio in territorio di Villavallelonga e salvato da morte certa grazie all'intervento dei guardiaparco. A quel momento si decise di tentare ciò che non era mai stato fatto prima, vale a dire la sua reintroduzione in natura, e ciò ha comportato la definizione di un attento protocollo per far sì che l'animale non fosse "imprintato" dall'uomo e che crescesse in peso più in fretta dei suoi coetanei. Ciò che accadrà nelle prossime settimane, e ci auguriamo per molti mesi a seguire, sarà la cartina al tornasole per verificare la bontà di tutte le misure adottate dal servizio scientifico del PNALM in collaborazione e con la consulenza di un nutrito gruppo di biologi ed esperti sia italiani che internazionali. Noi di Salviamo l'Orso abbiamo da subito apprezzato la decisione presa e lo sforzo messo in campo dal Parco, ritenendo che i rischi altissimi di fallimento del progetto fossero ampiamente giustificati dal tentativo di non privare una popolazione a forte rischio di estinzione di una femmina riproduttrice, non solo anche a fronte di un eventuale fallimento il Parco ha accumulato conoscenze importantissime nel campo della riabilitazione dei cuccioli di orso che rimangono orfani in età in cui non possono provvedere a se stessi, una situazione non troppo rara per la specie e che potrebbe ripresentarsi in futuro. Da oggi quindi, attraverso le notizie che il Parco vorrà comunicare, seguiremo l'avventura di Morena augurandoci che passi l'inverno e si tenga alla larga da uomini e villaggi, protetta dai boschi delle sue montagne.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="_li" style="overflow: initial;">
<div data-referrer="pagelet_dock" id="pagelet_dock">
<div class="_48gf fbDockWrapper fbDockWrapperRight _5q5b" id="u_0_1g" style="bottom: 0px; direction: ltr; height: 28px; left: auto; position: fixed; right: 0px; transform: translateZ(0px); z-index: 300;">
<div class="fbDock clearfix" style="font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; margin: 0px 15px 0px 0px; zoom: 1;">
<div class="clearfix nubContainer rNubContainer" style="float: right; zoom: 1;">
</div>
</div>
</div>
<div id="u_0_1h">
</div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-18586456613536382452015-10-17T21:59:00.001+02:002015-10-17T21:59:18.120+02:00L'orso Sandrino ci ha lasciati<h3 style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip8Azot4bE4XUT9XEHfVVJJ4AAqgYqnMaVrUUwMX27k13OksSd9RfBIXMUxbRRmgJrLOiE0BPKRjLJ_ssed8fWryCR5XyZnoY3VH0ZSpOUgWHCEiSSdjF5v6SBFDOG97WhknY2yvrJ9EA/s1600/ph.+Gaetano+De+Persiis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip8Azot4bE4XUT9XEHfVVJJ4AAqgYqnMaVrUUwMX27k13OksSd9RfBIXMUxbRRmgJrLOiE0BPKRjLJ_ssed8fWryCR5XyZnoY3VH0ZSpOUgWHCEiSSdjF5v6SBFDOG97WhknY2yvrJ9EA/s320/ph.+Gaetano+De+Persiis.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sandrino, foto di Gaetano De Persiis</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; font-weight: normal; line-height: 115%;">15.10.2015
– L’</span><span style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">orso Sandrino</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; font-weight: normal; line-height: 115%;">, mascotte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise da
quasi 34 anni, si è spento di vecchiaia. Chiamato Sandrino in onore del Presidente
della Repubblica nell’anno del suo ritrovamento, l’orso ha sempre vissuto in
cattività nell’area faunistica dell’orso di Villavallelonga. Solo da poche
settimane era stato trasferito nel Centro Visita di Pescasseroli dove gli è
stata prestata assistenza quotidiana fino al decesso.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-weight: normal;">Il cucciolo poi nominato
Sandrino era stato trovato nell’agosto del 1982 nel territorio di
Villavallelonga dalle guardie del parco. Nutrito e curato, era diventato un
meraviglioso esemplare di orso marsicano, attrattiva per i tanti visitatori del
Parco e dell’area faunistica che lo ospitava perché giudicato inadatto alla reintroduzione
nel suo ambiente naturale.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-weight: normal;">Con la morte di Sandrino se ne va un pezzo di storia
del PNALM e di un diverso modo di gestire gli orsi “orfani”. Il nostro pensiero va
all’orsetta Morena che, cresciuta in cattività ma senza condizionamenti umani
evidenti, a breve sarà rilasciata in natura.</span><o:p></o:p></span></div>
</h3>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-3302118072702173442015-01-18T12:34:00.000+01:002015-01-18T12:34:25.546+01:00Undici cuccioli di orso nel PNALM<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieEtlH9faAgnYyAndmL1NQtN0iZMoac-5YosL8V5kaenoNc8TI6cwljnC56BX4sNNfYc2kXDrHSl5q2_jnvqbtjAPjQGfOhehvlCAL62eIr_NYpc0xMYrPn3WLMfiF7sQqqOPeKzg1qEE/s1600/CIMG4205.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieEtlH9faAgnYyAndmL1NQtN0iZMoac-5YosL8V5kaenoNc8TI6cwljnC56BX4sNNfYc2kXDrHSl5q2_jnvqbtjAPjQGfOhehvlCAL62eIr_NYpc0xMYrPn3WLMfiF7sQqqOPeKzg1qEE/s1600/CIMG4205.JPG" height="300" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’orso marsicano ce la sta davvero mettendo tutta per sopravvivere! Nel
2014 sono stati <b>undici i cuccioli di orso marsicano</b> nati nel Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Zona di Protezione Esterna secondo i dati
emersi dalla conta delle femmine con cuccioli dell’anno, gestita dal personale
dal servizio scientifico del PNALM, dal Dipartimento di biologia e
biotecnologie “Charles Darwin” dell'Università La Sapienza di Roma e dal Corpo Forestale dello Stato (CTA del PNALM
e l’UTB di Castel di Sangro) e svoltasi nel periodo agosto-settembre 2014
nell’ambito del progetto Life Arctos con il coinvolgimento di numerosi
volontari.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Secondo il <a href="http://www.salviamolorso.it/online-il-rapporto-sulla-conta-fwc-al-pnalm-per-il-2014/" target="_blank">report </a>da poco pubblicato sul sito dell’associazione <a href="http://www.salviamolorso.it/" target="_blank">Salviamo l’Orso</a>, le tecniche di
rilevazione utilizzate sono state:<o:p></o:p></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify;">sessioni
di avvistamento in simultanea,<o:p></o:p></li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify;">sessioni
mirate e casuali,<o:p></o:p></li>
<li class="MsoNormal" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify;">video
trappole.<o:p></o:p></li>
</ul>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Purtroppo il ritrovamento nell’agosto
2014 a Settefrati (Frosinone) di un orsetto morto per cause ancora non definite
ha fatto scendere il numero dei cuccioli superstiti a dieci, ma in compenso la
notizia di un’orsa con due cuccioli nel Parco Nazionale della Majella – al di
fuori della <i>core area</i> del PNALM! - è
estremante incoraggiante. Questi dati attestano la grande vitalità della specie
e la necessità di ridurne drasticamente le cause di morte riconducibili alle
attività umane se si vuole garantirle un futuro nell’Appennino Centrale.<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-72990993445307859762014-12-09T23:28:00.001+01:002014-12-09T23:28:27.585+01:00Orsa con due cuccioli nel Parco Nazionale della Majella<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-ECRY6OIxS8w/UKUwJF4vD7I/AAAAAAAAYhU/emEF98AnyHU/s676/Majella+(158).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ECRY6OIxS8w/UKUwJF4vD7I/AAAAAAAAYhU/emEF98AnyHU/s676/Majella+(158).jpg" height="300" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il massiccio della Majella</td></tr>
</tbody></table>
<div style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Finalmente una splendida notizia:
<b>un’orsa con due cuccioli</b> è stata avvistata nei giorni scorsi nel <a href="http://www.parcomajella.it/" target="_blank">ParcoNazionale della Majella</a>! L’evento, reso noto dal personale del Parco, è di
estrema importanza per il futuro dell’orso marsicano la cui sopravvivenza è strettamente
legata, secondo il parere dei maggiori esperti, alla capacità di riconquistare
territori idonei, come appunto quello del Parco Nazionale della Majella, da cui
la specie era scomparsa agli inizi del secolo scorso per la caccia
indiscriminata. Prima di questa lieta notizia, la presenza di orsi sulla
Majella era limitata a sporadiche apparizioni di esemplari maschi in
dispersione, anche se gli avvistamenti si sono moltiplicati negli ultimi anni a
testimonianza del forte potenziale naturalistico che questo parco nazionale
esprime per l’orso e non solo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ora confidiamo che gli sforzi
dell’ente parco si concentrino nel garantire la sicurezza dell’orsa e dei suoi
due cuccioli da minacce di origine antropica, per rafforzare la speranza, comune
a quanti come noi amano l’orso, che una popolazione stabile possa svilupparsi a
breve sulle selvagge montagne della Majella e sommarsi al nucleo storico del
Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-44446988714774836412014-09-23T23:59:00.000+02:002014-09-23T23:59:04.830+02:00L’orso di Pettorano ucciso a fucilate e non solo...<h3 style="text-align: justify;">
Cari amici del blog dell’Orso
Bruno, ci eravamo lasciati il 15 settembre con un post in cui preferivamo non
azzardare ipotesi sulla morte dell’orso di Pettorano. Le cause, allora, erano
ancora da accertare, ma è inutile negare che un po’ tutti avevamo il sentore
che l’esemplare maschio di 3 anni trovato cadavere ai lati di una carrareccia
ciclabile non fosse morto di morte naturale.</h3>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nel frattempo i quotidiani locali
continuavano a riportare, con cadenza giornaliera, di incursioni “sanguinarie”
di orsi marsicani nei piccoli pollai di Pettorano sul Gizio. Chi teme per le
sorti dell’orso in Abruzzo (e non solo) leggeva con sgomento gli articoli di
chi, con poche righe, anziché difendere gli interessi sovraordinati di difesa
dell’ambiente e della fauna protetta che l’orso incarna, preferiva difendere opportunisticamente
gli interessi di una piccola categoria di persone che, pur avendo tutta la
nostra comprensione, non rappresentano certo la collettività tutta.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ovviamente, in una società prevalentemente
urbanizzata come la nostra, non intendiamo emarginare chi, vivendo in aree
naturali, si ritrova l’orso davanti casa, tutt’altro. È innegabile che gli orsi
non devono avvicinarsi alle case e ai pollai. Questi comportamenti “problematici”
sono, purtroppo, il risultato di processi di abituazione dei plantigradi a
risorse alimentari “facili”. Favoriti dalla scarsa attenzione di noi umani ad
alcuni buoni accorgimenti che si potrebbero riassumere nell’espressione “Vietato
dare da mangiare agli animali selvatici”, vanno senz’altro contrastati, ma non
con metodi illegali e irrazionali.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Peccato, però, che le soluzioni
per dissuadere gli orsi in maniera pacifica e coerente con la legge e le
politiche di conservazione della specie non catturino l’interesse di cronisti e
lettori quanto i racconti da “Domenica del Corriere” di <i>belve feroci che assaltano animali da cortile e umani di notte</i>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nella storia dell’orso di
Pettorano per fortuna sono intervenuti i fatti - più efficaci di mille parole!
- a ristabilire la verità e a rendere onore al povero orso che, così pericoloso
per l’incolumità dei residenti com’era tacciato, è stato l’unico a rimetterci
la pelle, secondo un triste copione che si ripete, ormai, da secoli…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il <b>16 settembre</b>, l’<b>Istituto
Zooprofilattico di Grosseto</b> rivelava le analisi necroscopiche sulla carcassa: l’orso
era stato ucciso da colpi di arma da fuoco, per l’esattezza da quattro pallettoni
per la caccia al cinghiale. Non solo, le analisi balistiche hanno rilevato che
l’animale era stato colpito alle spalle.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La conferma dell’uccisione a
fucilate di questo splendido esemplare di una specie gravemente minacciata di
estinzione ha sortito reazioni di sdegno non solo in <i>animalisti</i> e <i>ambientalisti</i>,
ma anche in chi possiede una coscienza civica e un senso innato di giustizia da
ravvisare tutta l’assurda brutalità del gesto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-EAX204IgCeU/VCHoUMbdiYI/AAAAAAAAkZ8/NcexSKkvmVY/w679-h510-no/IMG_4088.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-EAX204IgCeU/VCHoUMbdiYI/AAAAAAAAkZ8/NcexSKkvmVY/w679-h510-no/IMG_4088.JPG" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caccia a chi, all'orso??</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La stampa, purtroppo, non si è
fermata nemmeno davanti alla conferma della morte per mano dell'uomo, continuando a parteggiare per la specie che acquista i giornali. <i>Il cliente, in
fondo, ha sempre ragione.</i> Così l’orso da vittima torna a essere carnefice
di galline e perturbatore della pace di tranquille contrade montane. Non solo,
quando il 19 settembre il Corpo Forestale dello Stato, in seguito a indagini
serrate, raccoglie la confessione di Antonio Centofanti che ammette di aver
sparato all’orso, alcuni quotidiani cominciano a perorare la tesi innocentista
del reo confesso, ovvero che costui abbia sparato per errore, cadendo. Occorre
ricordare che Centofanti è lo stesso signore che aveva fatto scalpore sulle
pagine dei quotidiani locali per essersi ferito in seguito a caduta perché
spaventato dall’orso che, nottetempo, razziava le galline del suo pollaio. Il
caso era servito ai cronisti – e probabilmente alla <i>pancia</i>, non alla <i>testa</i>,
di una certa classe politica di cui si fanno portavoce - per rialzare il capo,
scornato dopo il triste epilogo del tentativo di cattura di Daniza in Trentino.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>È un evento storico: è la prima volta che nel nostro paese </b><b>viene arrestato </b><b>il responsabile della morte di un orso!</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-z2LY9Ev6IAc/VCHoXlSL0ZI/AAAAAAAAkaU/BC9t1ju_S6c/w678-h510-no/image.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-z2LY9Ev6IAc/VCHoXlSL0ZI/AAAAAAAAkaU/BC9t1ju_S6c/w678-h510-no/image.jpg" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'orso colpito a 30 m</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per fortuna, ancora una volta, le
posizioni morbide dei giornalisti nei confronti del colpevole sono state
smontate dai fatti. Gli esami balistici dimostrano che l’orso è stato colpito
da una distanza di almeno 30 metri, dunque smentendo la tesi dell’incidente
ventilata dal Centofanti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La stampa ha dimostrato una volta
ancora di non avere ben chiaro l’interesse supremo di tutelare una specie carismatica
come l’orso, una specie dall’indiscussa valenza ecologica, culturale e storica per
le comunità montane e non solo, ma sembra che non abbia chiaro nemmeno il più
basilare principio di legalità, dal momento che l’orso è specie tutelata a
livello nazionale ed europeo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-UOXvwevRgrQ/VCHoWmXhELI/AAAAAAAAkaM/_qcIOTstxTU/w680-h510-no/IMG_4091.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-UOXvwevRgrQ/VCHoWmXhELI/AAAAAAAAkaM/_qcIOTstxTU/w680-h510-no/IMG_4091.JPG" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tutta colpa di chi ama gli animali!</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dispiace leggere nero su bianco
frasi gratuite e perentorie del tipo “[…] animalisti e ambientalisti… tutte
quelle persone che amano gli animali ancor più degli uomini…”. A questi signori
non passa mai per la mente che noi ci battiamo strenuamente proprio per non
privare l’uomo della bellezza e della salubrità di vivere in un ambiente sano,
dove la convivenza tra tutte gli esseri viventi, uomini compresi, dovrebbe
essere possibile?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<h4 style="text-align: justify;">
E poi cosa rischiano gli
eco-malfattori in un paese come l’Italia, se chi dovrebbe fare cultura
attraverso l’informazione non fa che mistificazione e demagogia sulla pelle di
quell’orso<i> </i>che siamo noi tutti,
lettori troppo spesso inconsapevoli??</h4>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-83321483337768986392014-09-15T21:51:00.001+02:002015-03-24T18:55:57.826+01:00Settimana nera per gli orsi in Italia<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<h2>
<div style="text-align: center;">
"La salvezza dell'Orso è la salvezza dell'Uomo"</div>
<div style="text-align: center;">
(da <i>L'Orso</i> di Corrado Teofili)</div>
</h2>
Purtroppo, come avevamo
fatalmente previsto nel nostro ultimo post, il tentativo di “rimozione” dall’habitat
naturale della povera <b>Daniza </b>si è concluso l'11 settembre scorso con la sua
morte. Una dose eccessiva del sedativo con cui i tecnici della Provincia di
Trento avrebbero dovuto addormentarla è risultato fatale per l’orsa ritenuta
pericolosa e, con tutta probabilità, per i suoi cuccioli dell’anno, ancora
troppo piccoli per sopravvivere in natura senza le cure della madre.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sulle pagine di molti quotidiani
e sul web le reazioni sono state immediate. All’iniziale denuncia dell’opinione
pubblica per la pessima gestione del “caso Daniza” da parte della Provincia di
Trento è seguito il rigurgito da <i>bestia
antropocentrica</i> di chi vuole trasformare la <i>Legge del più forte</i> in diritto, al punto da ricorrere ad assurde
graduatorie del dolore e dello sgomento di fronte alle varie forme di barbarie,
ponendo in competizione la barbarie dell’uomo sull’uomo con quella dell’uomo
sulla <i>bestia</i>. È nostra convinzione
che alla fine a perdere è sempre e comunque il genere umano con la sua proterva
illusione di regolare il Creato. E abbiamo visto con quale esito tragico…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP20K4f95iiDmo2gz_r-KE6pA18dcOvufkTl0Ec0qEKvR7iL7lbzjyOjG_e7yNXT8XFebNx4NMEhvrTYZasOlcBr3NeJLTZ9k_jG_alBiGQlgHyZW1GNqogtaHngQBZ1d1BLMwG_S8NAM/s1600/CIMG4247.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP20K4f95iiDmo2gz_r-KE6pA18dcOvufkTl0Ec0qEKvR7iL7lbzjyOjG_e7yNXT8XFebNx4NMEhvrTYZasOlcBr3NeJLTZ9k_jG_alBiGQlgHyZW1GNqogtaHngQBZ1d1BLMwG_S8NAM/s1600/CIMG4247.JPG" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Titolo fuorviante sulla prima pagina del Messaggero del 15/09/14</td></tr>
</tbody></table>
Nei giorni in cui si parlava
della caccia a Daniza, abbiamo letto con un certo orgoglio affermazioni che
inneggiavano alla maggiore tolleranza della popolazione della nostra regione, l’Abruzzo,
nei confronti dell’orso bruno. Ieri (12/09/14), invece, l’ennesimo brutto
risveglio nella storia evolutiva, durata milioni di anni, della specie <i>Ursus arctos</i> in Italia con il
ritrovamento del cadavere di un maschio di orso marsicano di 3 anni al lato di
una strada di campagna nel comune di <b>Pettorano sul Gizio</b> (AQ). Le cause della
morte sono ancora da accertare, ma anche se l’orso fosse morto per cause
naturali – ce l’auguriamo! - sarebbe ingenuo ignorare il <i>clima di terrore</i> e intolleranza che alcuni quotidiani locali stanno
montando da giorni riguardo alle incursioni di “orsi problematici” in alcuni
piccoli allevamenti di Pettorano, all’unico fine, a nostro avviso, di lucrare
sulla <i>pelle dell’orso</i>, facendo presa
sulle ataviche paure e fantasie dei lettori in prevalenza di città. Oggi quelle
stesse testate sono unanimi nell’esprimere il cordoglio per la morte dell’orso
a Pettorano e riportano testimonianze tra la gente che, pur addolorata,
ribadisce che l’orso lì, “alle porte di Sulmona” non deve starci “perché fuori
dal suo habitat naturale”. Quale sarebbe l’habitat naturale dell’orso se non
quello? La presenza della specie in questa fondamentale area di connessione tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale della Majella è dimostrata attraverso i secoli da
molteplici testimonianze storiche. Non a caso il simbolo della locale
<b><a href="http://www.riservagenzana.it/" target="_blank">riserva naturale “Monte Genzana-Alto Gizio</a>”</b> è proprio l’orso!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ciò evidenzia ancora una volta come
l’orso sia simpatico a tutti finché non “invade” la sfera economica e sociale
dell’uomo, finché si comporta da peluche immaginario e non da animale selvatico
che vive, suo malgrado, in un territorio in cui l’uomo vuol farla sempre e
comunque da padrone. E così si trasforma in un vicino scomodo di cui fare a
meno, ricorrendo ad armi più o meno subdole, tra cui proprio quella
divulgazione spiccia ed emozionale, senza il minimo approccio scientifico,
improntata a puro sensazionalismo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Questi giorni sono stati vissuti
come un incubo per chi si ostina a credere che la convivenza tra uomo e grandi
predatori sia una sfida che la civiltà umana, quella italiana in particolare,
non può fallire, nel proprio interesse come parte - non competitore! - di una
Natura sempre più sofferente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Ringraziamo la Riserva Naturale
Regionale Monte Genzana-Alto Gizio per la foto tratta dalla sua <a href="https://www.facebook.com/riserva.genzana?fref=ts" target="_blank">paginafacebook</a>.</b><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>NB</b>: Il titoletto nella pagina
iniziale del Messaggero dell’Abruzzo di oggi (15/09/14) riporta una notizia
errata: non è l’orso che ha ferito l’uomo, ma l’uomo che, trovandosi di fronte
l’orso nei pressi di casa sua, si è ferito cadendo (dichiarazioni del
malcapitato).<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-72106236738092396282014-08-17T11:15:00.000+02:002014-09-13T22:36:55.126+02:00Pistola fumante<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY9CyGW3O9oFylFY_WT6wMmCgp-9z4NlY3GDOoFq1gBRtDEo5TX3i1xdsiTaa05Ehuef24TMZEJMoAZkqd5CZ2QWjjIZ4XMAtyTqTeNrx_g8wgOdr4wErTL9ZUEDWAx9gyL_2f9aDk_5Y/s1600/Foto+Gaetano+De+Persiis+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY9CyGW3O9oFylFY_WT6wMmCgp-9z4NlY3GDOoFq1gBRtDEo5TX3i1xdsiTaa05Ehuef24TMZEJMoAZkqd5CZ2QWjjIZ4XMAtyTqTeNrx_g8wgOdr4wErTL9ZUEDWAx9gyL_2f9aDk_5Y/s1600/Foto+Gaetano+De+Persiis+(1).jpg" height="266" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'orsa Yoga, detenuta nell'Area Faunistica dell'Orso di Villavallelonga (AQ)<br />
ph. Gaetano De Persiis</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
Alla fine è accaduto. L’altro ieri
(Ferragosto) un’orsa del Trentino ha attaccato un cercatore di funghi per
difendere i cuccioli da quella che considerava una potenziale fonte di
pericolo. L’uomo si è difeso con calci e pugni dall’orsa che gli ha inferto
alcune ferite con gli artigli, prima di allontanarsi con la prole. <b>Daniza</b>, questo il nome della
femmina, tra i primi esemplari
reintrodotti nel Parco Adamello Brenta dalla Slovenia, ora è il nemico pubblico
Numero 1 di una certa classe politica e di quella cittadinanza meno sensibile
alle leggi di Natura, di una Natura che abbiamo mistificato ed estremizzato, anche grazie a una <i>certa stampa</i>, tra una concezione Disneyana (Il libro della Giungla; Bambi; Robin Hood, ecc.)
e una cinematografica (Grizzly, l’orso che uccide; Lo squalo; Barracuda, ecc.).
Così gli animali selvatici perdono la loro identità e diventano protagonisti di
una realtà che è soltanto il riflesso della nostra interpretazione fuorviata,
incapace di riconoscere loro una biologia e un’etologia diversa dalla nostra e,
pertanto, ugualmente meritevole di rispetto. Attraverso la conoscenza, l’uomo
del Terzo Millennio avrebbe il <b>DOVERE MORALE</b> di accettare le creature che lo
circondano, indipendentemente dalla loro “fama”, tutte ugualmente indifese - e
la lista sempre più folta di animali in via di estinzione o già tragicamente
estinti lo dimostra - di fronte all’arrogante autoreferenzialità del cosiddetto
<b>ANTROPOCENE</b>, nient’altro che l’umana presunzione di poter “regolare” gli
ambienti di cui faremmo parte a pieno titolo, se non ce ne fossimo alienati in
una dimensione artificiale e sempre più, appunto, <b>ANTROPOCENTRICA</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Così la povera Daniza è colpevole
di aver assecondato la propria Natura di Orso e, suo malgrado, ha dato il
pretesto ai soliti politicanti e a coloro che non credono nella convivenza tra
l’uomo e la Natura che l’unica soluzione possibile sia la “rimozione”
dell’esemplare “pericoloso”. La “pistola fumante” c’è e, come in taluni film
americani in cui predomina la manichea visione cinematografica bene-male, c’è
da giurarci che la rimozione dell’orso rischia di trasformarsi - qualcuno l’ha
già ventilata come una misura di salvaguardia del personale coinvolto nella
cattura di Daniza – nella sua esecuzione, senza alcun rispetto per la presenza
dei cuccioli che, molto probabilmente, morirebbero senza le cure della madre,
in spregio al regime di tutela di cui gode l’orso a livello nazionale ed
europeo in quanto specie localmente a rischio di estinzione!<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In fondo, quando appare la
scritta <i><b>Dead or Alive</b></i>, più o meno tutti intuiamo in che modo si concluderà la
“caccia”…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Una domanda sorge spontanea: è
davvero questo il paese in cui viviamo: garantista per gli uomini e
giustizialista per gli animali?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il Parco Adamello Brenta sta
svolgendo un ruolo esemplare nella mitigazione dei conflitti tra la popolazione
umana e quella orsina. Ha pubblicato una guida di comportamenti da tenere in
caso di incontro con l’orso ed è chiaro che il malcapitato si sia comportato in
maniera difforme alle regole, come egli stesso afferma, nascondendosi anziché
allontanandosi dall’orsa con cuccioli.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
È accaduto più di una volta che
individui oggetto di attacchi da parte di animali selvatici si siano
trasformati nei loro più strenui difensori, comprendendo in maniera diretta gli
istinti e le ragioni primordiali di certi comportamenti.<o:p></o:p></div>
<h3 style="text-align: justify;">
L’AUGURIO di quanti amano l’orso
e credono nella convivenza tra uomo e grandi predatori è che anche il nostro
amico cercatore di funghi sia il primo a scendere in campo per difendere Daniza
e disinnescare la “pistola fumante” che l’incidente in cui è stato coinvolto sta
suscitando negli stati più involuti della società umana!</h3>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Per salvare Daniza, cliccate mi
piace su questa pagina facebook</b>:<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://www.facebook.com/pages/Io-sto-con-Daniza/281669855358024">https://www.facebook.com/pages/Io-sto-con-Daniza/281669855358024</a><o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-50334233818665145832014-06-17T16:50:00.002+02:002014-06-17T16:50:44.202+02:00Finanziato il progetto “Caring for dogs saves the bear” di Salviamo l’Orso<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-gZLCZwPE66c/UYqtcIHJ3PI/AAAAAAAAc6I/5IGXuCOtGHI/w678-h509-no/P1030987.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-gZLCZwPE66c/UYqtcIHJ3PI/AAAAAAAAc6I/5IGXuCOtGHI/w678-h509-no/P1030987.JPG" height="240" width="320" /></a>Dopo il progetto di sicurezza stradale, <a href="http://www.patagonia.com/eu/itIT/home" target="_blank">Patagonia </a>(il noto marchio di abbigliamento sportivo) e la fondazione americana Tides finanziano un altro progetto di <a href="http://www.salviamolorso.it/" target="_blank">Salviamo l’Orso</a>!
Il progetto Caring for dogs saves the bears (Aver cura dei cani salva l’orso), ideato e proposto dal veterinario Dr. Adriano Argenio e curato nella versione inglese dal Dr. Mario Cipollone, socio fondatore di Salviamo l’Orso, riguarda la vaccinazione straordinaria dei cani da lavoro e da compagnia contro parvovirosi, cimurro ed epatite infettiva nelle zone del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della sua Zona di Protezione Esterna non ancora coperte durante la campagna sanitaria eseguita nell’ambito dell’Azione C2 del Progetto Life ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”.
Purtroppo il rischio sanitario per la popolazione superstite di orso marsicano di contrarre patologie mortali dall'interazione con gli animali domestici è stato drammaticamente confermato dalla morte di un’orsa per tubercolosi bovina nel comune di Gioia dei Marsi nel marzo scorso, ma non solo nel 2013 un’epidemia di cimurro aveva ucciso diversi esemplari di lupo e, per scongiurare il potenziale contagio di questa malattia dai cani agli orsi, Salviamo l’Orso aveva già aderito alla campagna di vaccinazioni “Il cane…il miglior amico dell’orso”, acquistando d’urgenza 500 dosi di vaccini ai quali si sarebbero aggiunte le 7.000 finanziate dall'Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo per lo svolgimento della suddetta Azione C2 del Life ARCTOS in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e con il patrocinio della FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari Italiani).
Il progetto di Salviamo l’Orso Caring for dogs saves the bears ricade proprio in quest’ambito e si propone di:
1. incentivare l’iscrizione all’anagrafe canina e la vaccinazione dei cani che vivono nell’areale dell’orso bruno marsicano,
2. promuovere la conoscenza e la tutela dell’orso bruno marsicano,
3. coinvolgere e orientare le Istituzioni verso un adeguato impegno finanziario e di responsabilità per il controllo del randagismo canino nell’areale dell’orso bruno marsicano.
Per raggiungere questi obiettivi, Salviamo l’Orso provvederà ad acquistare 1.000 microchip da applicare ad altrettanti cani per contrastare il randagismo canino, sosterrà le spese dei medici veterinari, liberi professionisti locali, impegnati nelle operazioni di vaccinazione e microchippatura dei cani e sensibilizzerà i proprietari dei cani a non lasciarli liberi se non sotto stretto controllo.</div>
<div style="text-align: justify;">
’ulteriore finanziamento ottenuto dall'Associazione è un riconoscimento alla serietà e alla concretezza del suo impegno, un risultato che non sarebbe stato possibile senza la determinazione dei soci di Salviamo l’Orso e di coloro che la sostengono. Il Presidente di Salviamo l'Orso, Stefano Orlandini, ha dichiarato: "Dimostrare che è possibile agire concretamente per la salvaguardia della popolazione di orso più rara al mondo era la promessa che avevamo fatto ai nostri soci ed amici poco più di 2 anni fa. Ad oggi possiamo dire con orgoglio di non aver tradito quella promessa ed il nostro più sincero ringraziamento va a PATAGONIA ed alla Fondazione TIDES che ci forniscono i mezzi per continuare la nostra azione!".</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-27046372690762949332014-06-17T16:27:00.000+02:002014-06-17T16:28:27.235+02:00Trovata carcassa di orso marsicano nel PNALM<div style="text-align: justify;">
Il 9 Giugno scorso l'ufficio di Presidenza del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noto il ritrovamento, durante una perlustrazione di servizio delle Guardie del Parco, della carcassa di un orso in località "Prato Cardoso". L'avanzato stato di decomposizione non ha finora permesso di formulare una ipotesi verosimile circa la morte del plantigrado: si tratta di un individuo di sesso maschile adulto di circa 14 anni di età, conosciuto dai ricercatori del Parco con il nome di <b>Ferroio</b>.
La carcassa è stata trasportata in un centro specializzato per sottoporla a necroscopia per accertare le cause della morte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente speriamo che l'orso sia morto per cause naturali in un anno come questo che, purtroppo, ha visto il decesso per cause legate all'uomo di ben 4 orsi, di cui 2 femmine in età riproduttiva.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-19903335231274219552014-05-06T12:47:00.000+02:002014-05-06T12:52:27.166+02:00Il cd "Il Cielo degli Orsi" contro gli investimenti di orsi marsicani<h1 style="text-align: center;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-frc3/t1.0-9/10152467_408475769296822_444831630_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-frc3/t1.0-9/10152467_408475769296822_444831630_n.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Progetto di sicurezza stradale di Salviamo l'Orso</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Nei giorni scorsi l’<a href="http://www.salviamolorso.it/" target="_blank">Associazione per la conservazione dell’orso marsicano Salviamo l’Orso</a> ha realizzato il lodevole <a href="http://www.salviamolorso.it/progetti/sicurezza-stradale-pnalm/" target="_blank">progetto pilota</a> di <b>mitigazione dei rischi di investimento dell’orso bruno marsicano</b>, e
della fauna selvatica in generale, in un tratto della SS 83 tra gli abitati di
Gioia dei Marsi e Gioia Vecchia con l’apposizione di segnaletica orizzontale e
verticale e di speciali catadriotti sul bordo stradale.<o:p></o:p></span></div>
</h1>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Il progetto ha visto la
luce grazie alla dedizione dei soci di Salviamo l’Orso e al finanziamento della
<b>fondazione americana Tides</b>, ma ci
sono anche altre strade particolarmente a rischio per l’orso come il tratto tra
Villalago e Scanno in cui una stupenda orsa agli inizi dell’età riproduttiva è
stata investita mortalmente nell’ottobre 2013.</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.salviamolorso.it/wp-content/uploads/2013/12/10153377_626660147413995_733957771_n-300x199.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://www.salviamolorso.it/wp-content/uploads/2013/12/10153377_626660147413995_733957771_n-300x199.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paolo Fiorucci (ph. Alessandra Cocciolone)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Per estendere queste
misure di sicurezza stradale ad altri punti in cui gli attraversamenti di orsi
sono frequenti, Salviamo l’Orso sta promuovendo una raccolta fondi (donazioni
su <a href="http://www.salviamolorso.it/progetti/donazioni/">http://www.salviamolorso.it/progetti/donazioni/</a>):</span><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">da oggi, chi verserà la quota
associativa di 25 euro avrà in omaggio il cd “Il Cielo degli Orsi”, un’iniziativa
del giovane e talentuoso cantautore teatino Paolo Fiorucci a cui hanno
partecipato artisti di fama nazionale,<br /><o:p></o:p></span><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">chi è interessato al cd “Il Cielo degli
Orsi” potrà acquistarlo al prezzo speciale di 15 euro (spedizione inclusa)
scrivendo a <a href="mailto:info@salviamolorso.it">info@salviamolorso.it</a>.<o:p></o:p></span><br />
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">SOSTIENI
ANCHE TU IL PROGETTO DI SALVIAMO L’ORSO!</span></b></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-43975406888561693852014-04-19T15:58:00.000+02:002014-04-19T16:02:48.236+02:00L’insostenibile leggerezza dell’essere (umano)<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-bAxsARbL8Jk/TQjh1aLtRqI/AAAAAAAAKH0/9tH6cf1GTJU/w640-h481-no/SANY2978.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-bAxsARbL8Jk/TQjh1aLtRqI/AAAAAAAAKH0/9tH6cf1GTJU/w640-h481-no/SANY2978.JPG" height="300" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alpeggio in Abruzzo</td></tr>
</tbody></table>
<h3 style="text-align: justify;">
Ieri (18 aprile 2014) il Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noto l’esito delle analisi sull’orsa
rinvenuta agonizzante nei pressi di Sperone di Gioia dei Marsi lo scorso 14
marzo 2014 e poi morta mentre riceveva le cure del personale veterinario del
parco. Secondo quanto accertato dall’istituto Zooprofilattico Sperimentale
delle regioni Lazio e Toscana, le cause del decesso sono da attribuirsi a
<b><u>tubercolosi bovina</u></b>. Le lesioni principali hanno interessato l’intestino facendo
ipotizzare che l’orso si fosse nutrito della carcassa di una vacca morta di
tubercolosi. Così un'altra preziosissima femmina all’inizio dell’età
riproduttiva, dopo <a href="http://blogorsobruno.blogspot.it/2013/10/orsa-investita-villalago.html" target="_blank">quella investita</a> tra Villalago e Scanno qualche mese prima,
è stata sottratta alla popolazione superstite di orso bruno marsicano dell’Appennino
Centrale che conta, ormai, poche decine di esemplari.</h3>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Noi abbiamo sempre creduto che la
salvaguardia dell’orso non fosse solo una battaglia per la protezione della
natura, ma una vera e propria <u><b>sfida di civiltà</b></u>. Quale civiltà che si rispetti, quale
democrazia europea, quale paese del mondo cosiddetto evoluto gestirebbe così
maldestramente, con una tale colpevole leggerezza, un patrimonio collettivo
così prezioso come l’orso, tutelato da leggi a livello nazionale ed europeo che
sembrano così assurdamente difficili da applicare? Basterebbe il buon senso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nel 2012 un’epidemia di
tubercolosi bovina aveva colpito una mandria di vacche proprio nella zona di
Gioia dei Marsi. È stato appurato da inviati di <a href="http://gaianews.it/rubriche/osservatorio-sullorso-marsicano/orso-marsicano-e-tubercolosi-al-parco-dabruzzo-23747.html#.U1J_B_l_spl" target="_blank">Gaianews </a>che i bovini messi in
quarantena erano in realtà liberi e avevano accesso a un fontanile a cui
continuava ad abbeverarsi anche la fauna selvatica.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Le autorità preposte a isolare il
focolaio di tubercolosi - che non staremo qui a elencare, ma la cui
responsabilità è evidente - hanno ritenuto quelle le misure necessarie e
sufficienti per arginare un’epidemia potenzialmente funesta per il bestiame
domestico, per la fauna selvatica (soprattutto l’orso) e la cittadinanza.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’orsa è morta due anni dopo
proprio di tubercolosi bovina e ciò dimostra che qualcuno non ha vigilato e che
ha dormito sonni colpevolmente tranquilli <i>perché</i>
<i>tanto le cose da noi si aggiustano da sole</i>
o forse <i>perché gli orsi esisteranno
finché ci saranno le montagne</i>.<o:p></o:p></div>
<br />
<h3 style="text-align: justify;">
Purtroppo il risveglio da questa tragica illusione è brutale e drammatico. I pericoli per la sopravvivenza dell’orso
bruno marsicano nell’Appennino Centrale non sono diminuiti, tutt’altro, come
dimostrano i decessi di quest’anno 2013-2014. La speranza di tutti è che
cucciolate numerose rimpiazzino presto le perdite e che da oggi in avanti l’orso
muoia soltanto di vecchiaia e cause naturali e non più per avvelenamenti,
investimenti, fucilate e malattie portate dal bestiame domestico. Ne va della
nostra reputazione di esseri pensanti e civili! Ne va della nostra stessa
salute e sopravvivenza!</h3>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-19065170173969094322014-03-15T23:42:00.003+01:002014-03-15T23:42:47.198+01:00Morte di un'orsa marsicana<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2zZFCGDazFV3jgL0TDsYkTBe6R8F2HiZDJnG_llLjPRkmjPRDMl4OH_68sCoxZFt-3bQLM4zDAj2_UouOl7M3JZoSNAOTsh2CgH1J4BApT1503X00-ysmnkUGuIi_2mfCgAFnpg8JBTA/s1600/2009.09.081.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2zZFCGDazFV3jgL0TDsYkTBe6R8F2HiZDJnG_llLjPRkmjPRDMl4OH_68sCoxZFt-3bQLM4zDAj2_UouOl7M3JZoSNAOTsh2CgH1J4BApT1503X00-ysmnkUGuIi_2mfCgAFnpg8JBTA/s1600/2009.09.081.jpg" height="267" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Orso bruno marsicano</td></tr>
</tbody></table>
<h3 style="text-align: justify;">
Ieri, 14 marzo 2014, una
bruttissima notizia ha rattristato tutti coloro che amano l’orso e la natura. I
guardaparco del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno trovato un’orsa
dell’età di 5-6 anni agonizzante nei pressi di Gioia Vecchia, alle porte dell’area
protetta.</h3>
<div style="text-align: justify;">
L’animale, affetto da tremori, diarrea e difficoltà motorie, è deceduto
mentre era assistito dal personale veterinario del parco. In meno di un anno 4
orsi marsicani sono morti, un numero insostenibile per una specie che conta
poche decine di esemplari superstiti. La causa dell’ultimo decesso è ancora
sconosciuta, ma è chiaro che la morte degli altri tre individui derivi da cause
antropiche. Gli sforzi di aree protette, associazioni e cittadini amanti della
natura sono crudelmente frustrati da quello che appare un vero e proprio
bollettino di guerra, di una guerra che vede l’orso resistere all’arroganza e
allo strapotere di un’umanità inconsapevole della vera bellezza, partigiano di
una guerra distruttiva alla natura, troppo spesso immolata ai più meschini
egoismi umani. Speriamo che in quest’ultimo caso la morte del plantigrado
rimanga nell’ordine naturale delle cose, anche se i sintomi mostrati dalla
povera orsa ricordano almeno 2 decessi simili, legati più o meno direttamente
all’uomo. Il fatto che sia scomparsa una seconda femmina, dopo quella investita
sulla strada tra Villalago e Scanno nell’ottobre scorso, rende ancora più
drammatico il futuro di una specie sull’orlo dell’estinzione. Entrambe le orse
avevano appena raggiunto la maturità sessuale, ma non hanno potuto contribuire
ad accrescere la popolazione di orsi marsicani con la loro prole.</div>
<h3 style="text-align: justify;">
Che la grande
vitalità di questa specie possa salvarla dall’oblio!</h3>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-4898205943258126052014-02-28T18:46:00.001+01:002014-02-28T18:47:17.270+01:00Firma per il Comitato dei Monti Ernici<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-frc1/t1/1017501_317296461748087_504011690_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-frc1/t1/1017501_317296461748087_504011690_n.jpg" width="400" /></a></div>
<h4 style="text-align: justify;">
</h4>
<h4 style="text-align: justify;">
Benché di lunga data, l’impegno
in favore della tutela dei Monti Ernici, la catena appenninica laziale tra i
monti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i Simbruini, si è rinnovato
negli ultimi mesi grazie alla formazione del <a href="http://www.comitato-ernici.org/" target="_blank">Comitato per la Tutela dei Monti Ernici</a>. Lo sforzo per la protezione di queste montagne bellissime è diventato
cruciale per garantire la sopravvivenza di svariate specie di <a href="http://www.comitato-ernici.org/la-natura/pregi-floristici-e-problemi-ambientali/" target="_blank">piante </a>(tasso,
stella alpina dell’Appennino, Botton d'oro, ecc.) e <a href="http://www.comitato-ernici.org/la-natura/la-fauna/" target="_blank">animali</a> (aquila reale, orso bruno
marsicano, lupo appenninico, ecc.) costantemente minacciate da sistemi egoistici di sfruttamento
delle risorse naturali.</h4>
<h4 style="text-align: justify;">
È per sensibilizzare opinione pubblica e
amministrazioni locali alla necessità di garantire una tutela formale ai monti
Ernici che il Comitato ha lanciato una raccolta firme rivolta a cittadini e
associazioni che hanno a cuore la difesa del patrimonio naturale nazionale.</h4>
<h4 style="text-align: justify;">
Il nostro blog non può esimersi dal raccogliere questo appello ed
esortarvi ad aderire al comitato firmando a questo link: <a href="http://www.comitato-ernici.org/comitato/aderisci-anche-tu/">http://www.comitato-ernici.org/comitato/aderisci-anche-tu/</a>.</h4>
<h2 style="text-align: justify;">
Passate parola! Grazie.</h2>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-12638367534691940992013-12-17T22:14:00.002+01:002013-12-17T22:14:27.795+01:00Il Parco Sirente Velino è salvo dall'ennesimo scempio!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-ZXv47wzEq8s/UrC8wpvlv-I/AAAAAAAAgck/oYeI9dxn4I8/w734-h551-no/CIMG1889.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZXv47wzEq8s/UrC8wpvlv-I/AAAAAAAAgck/oYeI9dxn4I8/w734-h551-no/CIMG1889.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Associazioni al sit in a L'Aquila</td></tr>
</tbody></table>
Abbiamo denunciato più volte gli assurdi
tentativi da parte dei politici locali di tagliare preziosi ettari del Parco
Regionale Sirente Velino, in Abruzzo. Oggi siamo lieti di annunciare che la
proposta Ricciuti di ridurre il Parco di ben 4.200 ettari proprio nelle sue
aree di maggiore valore naturalistico-paesaggistico <b>è stata ritirata </b>dallo
stesso consigliere regionale, dinanzi alla mobilitazione popolare che ha
portato, in meno di una settimana, alla raccolta di 180.000 firme su una
petizione online lanciata su Avaaz dall’associazione Animal Amnesty. Anche grazie
all’adesione di diverse associazioni ambientaliste (LIPU, Salviamo l’Orso, Altura,
WWF, ecc.), il sostegno di alcuni rappresentanti politici e di svariati organi
di stampa che hanno diffuso la notizia, il Parco Regionale Sirente Velino è
stato risparmiato da un ulteriore taglio.<br />
Le firme sono state presentate oggi (17/12/13) a L'Aquila dai delegati delle diverse associazioni ambientaliste prima che cominciasse il consiglio regionale durante il quale si sarebbe dovuto discutere della proposta. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-6diL6lk0xV8/UrC8zFR7V7I/AAAAAAAAgc0/c7VddEYVV0Y/w698-h525-no/CIMG1892.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-6diL6lk0xV8/UrC8zFR7V7I/AAAAAAAAgc0/c7VddEYVV0Y/w698-h525-no/CIMG1892.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il presidio di Animal Amnesty</td></tr>
</tbody></table>
Il Parco, che ha come simbolo l’orma
dell’orso, è un habitat idoneo all’orso bruno marsicano, specie in grave
rischio di estinzione, oltre a essere una fondamentale area di passaggio ed
espansione del plantigrado dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il
Parco Nazionale del Gran Sasso. Le sue preziose specie animali e vegetali sono
valse all’area protetta i fondi europei per vari progetti LIFE. L’eventuale
approvazione della proposta Ricciuti, per fortuna scongiurata grazie all’impegno
degli “ambientalisti”, avrebbe gettato discredito sulla classe politica
abruzzese e sull’intera regione che si promuove come “Regione Verde d’Europa”,
ma che, ciononostante, continua ad avere un rapporto conflittuale con i propri parchi
naturali come dimostra questa vicenda, per fortuna a lieto fine. Speriamo di
non esser più costretti a scrivere di proposte analoghe a quella del
consigliere Ricciuti!</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-1785303306333834972013-11-13T20:42:00.000+01:002013-11-13T21:22:10.550+01:00Strada dei Parchi contro il simbolo dei Parchi?<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-2Qiadc8A9FI/UoPTGX7tmvI/AAAAAAAAgVc/uK2EbOjxdnw/w733-h551-no/2007+Febbraio+Bussi+sul+Tirino+e+zone+limitrofe+%252820%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://2.bp.blogspot.com/-2Qiadc8A9FI/UoPTGX7tmvI/AAAAAAAAgVc/uK2EbOjxdnw/w733-h551-no/2007+Febbraio+Bussi+sul+Tirino+e+zone+limitrofe+%252820%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un tratto dell'Autostrada dei Parchi</td></tr>
</tbody></table>
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<h2 class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È di ieri la
<a href="http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/orsi-in-autostrada-una-strage-mediatica-dal-1971-due-soli-casi-su-a24-e-a25/" target="_blank">dura risposta</a> della società concessionaria Strada dei Parchi Spa all’annuncio
dell’<a href="http://www.salviamolorso.it/" target="_blank">Associazione Salviamo l’Orso</a> di ricorrere alle vie legali in merito
all’<a href="http://blogorsobruno.blogspot.it/2013/04/orso-bruno-marsicano-investito-sulla-a24.html" target="_blank">investimento</a> di un esemplare maschio di orso bruno marsicano sulla A24, nei
pressi del casello di Tornimparte, nell’aprile scorso. La Società Strade dei
Parchi Spa accusa l’associazione Salviamo l’Orso di non aver tentato il
dialogo, mentre l’Associazione sostiene che è stata la Spa a non aver risposto
ai propri inviti a incontrarsi per proporre misure per la messa in sicurezza
dei tratti più a rischio per la fauna selvatica e, quindi, per gli
automobilisti.</span></h2>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Onestamente è difficile credere che una piccola associazione di
volontari dichiari guerra a una società come Strada dei Parchi senza prima
tentare la via del dialogo e della mediazione. È molto più credibile che la
Holding non abbia voluto rispondere, credendo che il silenzio fosse l’arma più
efficace con la “pulce che ha la tosse”. La prevedibile distrazione della
Società trapela anche dalla sua risposta al comunicato stampa di Salviamo
l’Orso, dal momento che accusa l’associazione in difesa del plantigrado delle
nostre montagne di denunciare una presunta “strage degli orsi”, mentre di orsi
sulle autostrade “dei Parchi” (A24 e A25) ne sono morti SOLO DUE dal 1971 ad
oggi. Ci consta che l’Associazione Salviamo l’orso non ha MAI parlato di strage
di orsi, ma tutt’al più di strage di animali selvatici nel tratto autostradale
in questione e sulle autostrade dei parchi in generale. Episodi di investimento
di specie protette e non, e perfino di cani da caccia, sono riportati anche dalla stampa locale e testimoniati dalle denunce di cittadini e amministratori.
La loro causa è da attribuire alla scarsa manutenzione di recinzioni inadatte a
interdire l’accesso di animali come cervi e orsi perché basse, o addirittura
lacerate in alcuni punti da vanificare del tutto il proprio effetto barriera,
rappresentando un rischio per gli utenti dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">autostrada più cara d’Italia</i> e per la fauna. Inoltre, la risposta
di Strada dei Parchi minimizza colpevolmente il tributo di sangue che in 42
anni ha chiesto alla specie <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ursus arctos
marsicanus</i> su una popolazione che da decenni lotta per non scomparire.
Insomma, al danno si aggiunge la beffa di chi mostra di avere a cuore solo il
profitto. Occorre ricordare che sono proprio gli alti costi di gestione a
motivare i pedaggi estremamente onerosi per gli utenti di Strada dei Parchi,
utenti ai quali non è garantita nemmeno un’adeguata sicurezza poiché la probabilità
di investire un orso è di 2 su 42 anni. Purtroppo quella di investire cervi e
cinghiali può essere molto più alta, con conseguenze potenzialmente tremende
per gli automobilisti, come poteva esserlo per il guidatore che ha investito il
plantigrado lì dove non avrebbe mai dovuto trovarsi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<h2>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’invito di
questo blog a Strade dei Parchi Spa è di applicare la matematica SOLO ai suoi
bilanci e non alla fauna selvatica, specie quella a rischio di estinzione e
simbolo della Regione dei Parchi e quindi della stessa società per azioni, cioè
l’orso bruno marsicano.</span></h2>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-45406519042780707642013-10-24T23:09:00.000+02:002013-10-24T23:25:56.184+02:00Orsa investita a Villalago<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/7S41suuSigj8FmftVZsyStQtETEhF9r8RSm3F2Bz4tc=w640-h480-no" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/7S41suuSigj8FmftVZsyStQtETEhF9r8RSm3F2Bz4tc=w640-h480-no" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Villalago, terra di orsi</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo ci troviamo a riportare l’ennesima
notizia di un orso bruno marsicano morto per cause riconducibili all’uomo. Ieri
notte (23 ottobre 2013) un’orsa dell’età stimata di 4 anni è stata investita su
un rettilineo della SS 479 nel comune di Villalago, una zona ad alto rischio di
investimento della fauna selvatica. Dapprima sopravvissuto all’impatto con il
mezzo che ha subito gravi danni, l’esemplare è morto oggi presso la Facoltà di
Veterinaria di Teramo dove lo stavano operando. Così l’esigua popolazione di
orso bruno marsicano che resiste nell’Appennino Centrale ha subito l’ennesima
grave perdita. L’anno 2013 è stato terribile per questa rara sottospecie dell’orso
bruno europeo, sempre più sull’orlo dell’estinzione. Dopo l’<a href="http://blogorsobruno.blogspot.it/2013/04/orso-bruno-marsicano-investito-sulla-a24.html" target="_blank">investimento di un esemplare maschio nei pressi di Tornimparte</a> ad aprile, l’<a href="http://blogorsobruno.blogspot.it/2013/07/lorso-stefano-ucciso-fucilate.html" target="_blank">uccisione dell’orso chiamato Stefano</a> a luglio scorso e il ritrovamento dei resti di un orso nel territorio
di Villavallelonga, di cui le cause della morte sono tuttora da accertare, la
perdita di oggi rende ancor più aspro il senso di impotenza di quanti amano
questo animale e si dedicano alla sua tutela, scontrandosi troppo spesso con l’inerzia
delle istituzioni, perfino quelle direttamente preposte alla sua salvaguardia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante le tante segnalazioni di cittadini amanti
della natura e dell’orso e il <a href="http://www.salviamolorso.it/salviamo-lorso-ottiene-un-grant-di-usd-8-000-da-patagonia/" target="_blank">progetto pilota</a> della <a href="http://www.salviamolorso.it/" target="_blank">Onlus Salviamo l’Orso</a> sulla
mitigazione dei rischi di investimento della fauna selvatica nei punti dove gli
attraversamenti sono più frequenti, sembra che le istituzioni nazionali e
regionali non abbiamo altrettanto a cuore le sorti di questo nobile animale che
rischia di non sopravvivere alla barbarie della nostra epoca.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9146226149311717562.post-87867641299435797402013-10-07T22:18:00.002+02:002013-10-07T22:18:35.925+02:00Orso M2 ucciso in Trentino<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQRcB_A5bvGYdB3ZkJ-WWITsdXc-tIzLFzLX-rCjWwTodOPWLFsC09L0mA_Z3xH6icyXdx8nAPftSwZ6uPNoTzG8MSkDOzPH9zWIqmiPB5fAnjGICVfVZGtOCQAhztMZSZCK7h2Ov6pdo/s1600/DSCF4353.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQRcB_A5bvGYdB3ZkJ-WWITsdXc-tIzLFzLX-rCjWwTodOPWLFsC09L0mA_Z3xH6icyXdx8nAPftSwZ6uPNoTzG8MSkDOzPH9zWIqmiPB5fAnjGICVfVZGtOCQAhztMZSZCK7h2Ov6pdo/s1600/DSCF4353.JPG" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Orso bruno europeo nello zoo di Breslavia (Polonia)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il 30 settembre 2013 la carcassa
di un maschio di orso bruno di 5 anni, identificato con la sigla M2, è stata
trovata nei boschi al confine del Parco Nazionale dello Stelvio, in Trentino. L’animale
era stato ucciso giorni prima a fucilate, come accertato dal Servizio Foreste e
fauna della provincia autonoma di Trento.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Duole riconoscere che gli egregi sforzi
di conservazione del nucleo di orsi bruni del Trentino incontra sempre maggiori
resistenza da parte di certa stampa, portavoce di una malsana politica locale
che vuole accreditarsi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sulla pelle dell’orso</i>,
suscitando paure ataviche e immotivate contro il plantigrado ed eventualmente
sobillando gli animi di chi decide di far fuoco contro quello che è diventato
un comodo bersaglio per una visione retrograda del rapporto tra uomo e natura.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Se è vero che la penna colpisce
più a fondo della spada, non possiamo astenerci dal dare voce su questo blog a
un’altra idea del rapporto tra uomo e orso che impone il rispetto assoluto per
un animale che è parte della storia d’Italia dalle Alpi all’Appennino, una
storia che non deve soccombere alla becera ignoranza di pochi bruti.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La conservazione dei grossi
carnivori è una sfida di civiltà che il nostro Paese non può permettersi di
perdere per seguire gli esempi malefici di nazioni come la Svizzera.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’orso bruno è patrimonio di
tutti, compresi gli allevatori. Le immagini di animali domestici vittime della
predazione di grossi carnivori come il lupo e l’orso, ostentate sulle pagine di
certi giornali per invocare la vendetta della “specie eletta” sui “mostri dei
boschi”, provocano in chi ha una minima capacità di discernimento la domanda
legittima: “quale sorte farebbero quelle stesse pecore e vitelli in un
mattatoio?”</div>
Unknownnoreply@blogger.com1