"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

sabato 31 maggio 2008

Bernardo: ora un asilo porterà il suo nome

Si chiamerà Orsetto Bernardo il nido d'infanzia di Avezzano. La decisione di intitolare la struttura all'orso simbolo del Parco, ucciso col veleno nel mese di settembre, è stata presa ieri pomeriggio dal consiglio comunale.
La proposta è stata avanzata da Alfredo Iacone, presidente della commissione ambiente, nel corso dell'esame del nuovo regolamento per la gestione della struttura di via Trento. L'assemblea l'ha approvata quasi all'unanimità. Una delibera che dimostra la sensibilità del consiglio verso una specie che rischia l'estinzione. Non solo, si vuole educare i bambini, fin dalla tenera età, ad amare e rispettare gli animali. L'estinzione dell'orso, come di qualsiasi altro animale, altererebbe l'equilibrio naturale. Con gravi conseguenze per il genere umano.
«L'esperto di pedagogia che ci ha assistito nel redigere il regolamento», ha spiegato il presidente della commissione ambiente, «ha osservato che un asilo non può avere il nome di un personaggio della storia o della politica, ma una denominazione vicina alla psicologia dei bambini. Abbiamo pensato subito a Bernardo. Sono felice», ha proseguito Iacone, «che la mia proposta, a nome della commissione, sia stata accolta dal consiglio. Una decisione che fa onore all'intera assemblea».

Per fortuna ora l'asilo di Avezzano ha un nome...l'assassino di Bernardo non ancora.
Spero in che questo asilo, proprio in nome di una delle vittime dell'arroganza umana, si insegnerà ai futuri uomini il rispetto per tutti gli esseri viventi e per il mondo che li circonda, affinché tutto ciò non accada di nuovo...

"Il nome non ha importanza, quello che conta sono le orme dell'uomo lasciate al suo passaggio."
Ernesto Che Guevara

martedì 20 maggio 2008

Dove il miele è veramente "buono": l'Apicoltura Raggi di Sole

La presenza dell'orso è una risorsa o una sventura?
E' questa la domanda che la maggior parte di noi di solito si pone leggendo i giornali o guardando i servizi ai tg. Allevatori infuriati contro gli orsi, plantigradi avvelenati a causa di risentimenti verso il parco, pecore sbranate, gente chiusa in casa per il terrore. Questo è lo scenario che ormai da qualche tempo i media ci mostrano quando si parla di orsi. Ma c'è chi va controcorrente.
E' il caso di Franco Troiani, apicultore di Pescina, che pur ritrovandosi con molte arnie distrutte proprio a causa di un orso, non ha fatto che sorridere e compiacersi di quella visita: si perchè il signor Franco ha avuto una conferma, quella che l'orso marsicano è ancora presente nel nostro territorio e che si può fare ancora qualcosa per proteggerli. E chi ama gli orsi come lui non può che esserne felice.
Un'imprenditore legato al suo territorio il signor Troiani e che ha capito che la vera ricchezza sta nel mantenere inalterate le caratteristiche e nel tutelare i tesori delle nostre montagne.
L'azienda Raggi di Sole, del signor Franco si trova a Pescina (AQ), paese a me molto caro dato che le mie radici affondano proprio lì, fra il Parco Nazionale d'Abruzzo e quello regionale del Sirente Velino. La lunga tradizione, gli apiari stanziali di alta montagna e l'apicoltura biologica permettono a questa azienda di produrre miele di alta qualità (vincitore tra l'altro di numerosi premi), pappa reale, propoli, polline, prodotti per la cosmesi, candele profumate e tanti altri prodotti.
Per chi poi è particolarmente curioso, l'azienda Raggi di Sole permette anche di visitare gli apiari e gli stabilimenti durante le fasi di estrazione del miele.

A me è venuta tanta voglia di assaggiare un pò di miele...e a voi?

Per contatti:
Tel 0863/842237 - 0339/7566155

Un orso fa scorpacciata di miele col benestare dell'apicultore

È piombato tra gli alveari di notte e con tutta tranquillità ha cenato con uno dei suoi piatti preferiti: circa 5 quintali di miele misto a cera e, ovviamente, a svariate migliaia di api. Una vera e propria scorpacciata per l'orso che, nella notte tra sabato e domenica, ha fatto visita all'azienda apistica Raggio di sole di Pescina, impresa che possiede numerosi alveari nel territorio del Comune di Gioia dei Marsi, a ridosso del Parco nazionale d'Abruzzo.
Un danno notevole per l'azienda, ma Franco Troiani non sembra affatto contrariato dalla visita dell'orso ai suoi alveari. Anzi. «Sembrerà un paradosso» racconta l'apicoltore «ma sono contento di quanto è accaduto perché è un segno tangibile della presenza del plantigrado sul nostro territorio». L'altra mattina, infatti, quando l'imprenditore è andato a denunciare il «misfatto» dell'orso goloso a Forestale e Guardia parco lo ha fatto col sorriso sulle labbra.
«È venuto a trovarmi un orso», ho detto e i miei interlocutori si sono meravigliati molto del tono che ho usato. Mi hanno rivelato che ero la prima persona a denunciare un fatto poco gradevole con aria "compiaciuta". I danni, del resto, mi verranno risarciti interamente dal Parco», puntualizza, «anche se le mie arnie si trovano a una ventina di metri fuori dal confine dell'area protetta. Ma che cosa è qualche quintale di miele in confronto al problema della sopravvivenza di questo mammifero?».
In effetti Franco Troiani, 34 anni, di Pescina, ha sempre avuto una grande passione per i plantigradi. «Quando ero un ragazzino ho partecipato a molti progetti del Parco riguardanti il monitoraggio degli orsi sul territorio dell'area protetta. Ho passato tante notti con gli occhi spalancati per avvistare qualche esemplare. E devo dire che la mia insonnia è stata più volte ripagata con l'avvistamento di tanti bellissimi esemplari di orso marsicano. Peccato che ne siano rimasti pochi». E proprio uno di loro ha voluto fare visita alla pluripremiata azienda apistica marsicana.
L'orso ha praticamente distrutto 5 "casette" su 70, scegliendo le più grandi e, con una tecnica ben precisa si è deliziato il palato con circa 5 quintali di miele. «Non tutti sanno che l'orso marsicano, oltre che del miele, è ghiotto di api perché contengono una proteina utile a mantenere sana la folta pelliccia», spiega l'imprenditore, «il raid, inoltre, è stato messo a segno con una tecnica ben precisa per non essere attaccato e punto dalle api. Ogni arnia prima di essere "ripulita" è stata allontanata dalle altre una ventina di metri. Distanza utile per non mettere in allarme gli altri insetti».
Sul luogo del "furto" la firma dell'autore: tra le "casette" di legno fatte a pezzi, infatti, appare una possente orma dell'orso rimasta impressa tra residui di miele e cera proprio su un'arnia. «Ho voluto raccontare questo episodio», tiene a precisare Troiani, «non per evidenziare il danno subìto, ma per testimoniare che, fortunatamente, l'orso marsicano è presente sul territorio. Un patrimonio che però va salguardato con ogni mezzo per non correre il rischio di far estinguere il simbolo della Marsica».

Articolo di Yvonne Frisaldi
Fonte: Il Centro

Esempio tangibile di come all'interno di un'area protetta l'uomo possa convivere in armonia con gli animali selvatici, senza ricorrere a fucili e tagliole. Franco Troiani dovrebbe essere un esempio per tutti coloro che ancora oggi reputano l'orso una potenziale minaccia per le attività e gli insediamenti umani.

Condividere il nostro territorio con l'orso è ancora possibile, basta solo volerlo.

E Franco c'è riuscito.

sabato 17 maggio 2008

WWF: convivere con l'orso bruno è possibile

La convivenza tra uomo e orso bruno è possibile anche se c’e’ ancora molto lavoro da fare e incontri come questi sono uno strumento importate per il confronto.
Sta all’uomo attuare tutte le misure necessarie per fare in modo che questa convivenza abbia successo. Prevenzione innanzi tutto: recinti elettrificati, ricoveri notturni del bestiame, cani da guardia per le greggi, bidoni della spazzatura a prova di orso e rimborsi tempestivi dei danni uniti a un’opera di sensibilizzazione della popolazione, si stanno dimostrando validi strumenti per facilitare la convivenza tra uomo e orso. Questo in sintesi è il messaggio del convegno “Convivere con l’orso: problematiche ed esperienze europee” organizzato a Prato allo Stelvio (BZ) dal WWF Italia col patrocinio della Provincia Autonoma di Bolzano, del Parco Nazionale dello Stelvio, del Ministero dell’Ambiente e di Dachverband Sudtirol a cui hanno partecipato esperti provenienti da tutta Europa. “Esistono misure di prevenzione e di riparazione del danno che, se adottate, limitano in maniera radicale i conflitti tra uomo e orso” afferma Mauro Belardi del Programma Alpi del WWF Italia, che prosegue: “Le popolazioni alpine, disabituate da molto tempo alla presenza di grandi predatori, hanno dimenticato le precauzioni che un tempo venivano usate. Lo scambio di esperienze europee che si è avuto oggi ha mostrato che tutti questi accorgimenti, se adattati alla situazione locale e portati con l’aiuto di esperti, funzionano”. Occorre portare avanti e implementare accordi ad ampio raggio di carattere nazionale che coinvolgano istituzioni locali, ambientalisti, allevatori, apicoltori, cacciatori e operatori turistici, come i due importantissimi strumenti quali il PACOBACE (il piano promosso dal Ministero dell’Ambiente e coordinato dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con tutte le istituzioni locali coinvolte per una tutela integrata dell’orso bruno alpino)e il PATOM (il piano che si occupa in maniera specifica dell’orso bruno marsicano sull’Appennino centrale) e politiche e legislazioni comuni europee e panalpine che devono essere ricercate tra i diversi governi. Il WWF Italia proseguira’ ha ascoltato con molto interesse le istanze portate oggi dagli allevatori e agricoltori e si impegnera’ ancor di piu’ per il futuro per favorire un dialogo con queste categorie e proporre misure efficaci per migliorare la convivenza con l’orso.

Fonte: IMGPress.it

giovedì 15 maggio 2008

Forestale aggredito da mamma orsa?!?!?!? Sbatti l'orso in prima pagina

Fuori dall'edicola: "FORESTALE FUGGE DA ORSA INFEROCITA"
Prima pagina: " FORESTALE AGGREDITO DA MAMMA ORSA"
Articolo: "PAURA A GIUSTINO: FORESTALE MINACCIATO DALL'ORSA"


tutto ciò pubblicato sul Trentino di oggi (15/05/2008)... chissà cosa è successo vi chiederete voi!

Ve lo spiego. Il giornalista dice che il forestale (che non ha voluto dire niente in proposito) si è trovato tra i piccoli e mamma orsa e questa si è alzata contro di lui (alzata?!?! bhè.. innanzitutto l'orso non si alza per aggredire, si alza per controllare e vedere meglio, quando l'orso aggredisce piega la testa e inarca la schiena per sembrare più grosso.. ma vabbè).
Il forestale giustamente si è spaventato e il suo fido cagnolino ha iniziato a ringhiare e a tenere buona l'orsa.
Morale della favola il forestale è riuscito a entrare in auto e mettersi al sicuro.

Segue poi un stucchevole anedotto di un pescatore che, mentre stava pescando in val di Genova si è sentito osservato, si è girato e c'era l'orso che lo guardava, nemmeno il tempo di spaventarsi e l'orso se n'era già andato.
Seguendo la logica perversa dei più l'orso avrebbe anche potuto aggredirlo e invece no, che strano vero? Se n'è andato per i fatti suoi tranquillo... strano che non abbiano pubblicato un articolo del tipo: "ORSO AGGREDISCE ALLE SPALLE UN PESCATORE IGNARO".

Ma mi sfugge qualcosa...AGGRESSIONE DOVE???????? Semplicemente l'orsa ha temuto per i suoi piccolo, la cosa che l'ha innervosita sicuramente è stato il cane (non li ama molto), ma lei che ha fatto? Ha avvisato verbalmente e con i gesti il forestale e lo ha lasciato andare non vedendo pericolo in lui.

Ma ora mi dico io come si fa a creare allarmismo a questo modo? Ma scherziamo.. questo è TERRORISMO giornalistico atto solo a creare panico e ancora più odio verso gli orsi perchè ci scommetto che la maggior parte della gente manco s'è messa a leggere l'articolo.. si è fermata al TITOLONE (cosa che ha fatto mia madre e altra gente che conosco).

Dove diamine andremo a finire?!?!

Tratto dal Forum di Misty

(Misty sei una grande!)

Per correttezza riporto l'articolo originale tratto da "Il Trentino" in cui, noterete, c'è abbastanza discrepanza fra i titoli sensazionalistici e il reale contenuto del pezzo giornalistico:

A TU PER TU NEL BOSCO
PAURA A GIUSTINO: FORESTALE MINACCIATO DALL'ORSA
Andrea Sergio Rodigari difeso dal propria cane: s'era trovato tra mamma e i cuccioli

di Giuseppe Ciaghi

Giustino. Faccia a faccia con l'orsa, che dopo averlo visto si alza in piedi, in atteggiamento minaccioso e d'attacco: davvero una brutta avventura, quella capitata a Andrea Sergio Rodigari, custode forestale del consorzio boschivo Alta Rendena, conclusasi fortunatamente senza danni. Anche perchè Rodigari è stato "difeso" dal suo cane Pan, un piccolo ma coraggioso bordier collie.


E’ successo l’altro ieri mattina, quando Rodigari si è venuto a trovare per caso tra l’orsa e i suoi piccoli. SI trovava sopra Giustino nei pressi del maso Prantìc, tra Mazàna a a Valstòn, occupato a individuare una traccia per il passaggio di un pescante con cui trasportare a valle il legname. Improvvisamente vede tre orsacchiotti dirigersi verso il mùnt (così quassù chiamano i masi di montagna destinati all’alpeggio) di Roberto Masè.
Lo chiama al telefono pensando che vi si trovasse dentro, per avvertirlo della loro presenza. Il Masè gli risponde dal suo hotel, il Crozzon di Madonna di Campiglio. “ho vissuto in diretta al telefonino un momento drammatico – dice l’albergatore – ho sentito un urlo disperato, poi dopo qualche attimo Sergio mi ha detto di essersi venuto a trovare tra i piccoli e l’orsa e che questa si era alzata contro di lui. Spaventatissimo, aiutato a difendersi da suo cane, un bordier collie di nome Pan, era riuscito a retrocedere pian piano fino all’automobile, distante una decina di metri, e a mettersi al sicuro”. Sull’argomento Sergio Rodigari, cui ci siamo rivolti, non vuole dire niente. È un uomo che vuole bene alla natura e non vorrebbe creare problemi e pregiudizi. Nonostante la paura, lui all’orso vuole bene.

Roberto Masè invece informa che anche ieri notte l’orsa s’è intrattenuta intorno al suo mùnt. Ha visitato il pollaio e ha banchettato a base di salmerini (una trentina) che alleva nelle vasche vicino alla casa.

Che l’orso assalga l’uomo è capitato rarissime volte, preferisce tenersene lontano. Se lo incontra cambia strada. Come è capitato anche l’altra sera a Luca Maffei, che stava pescando all’imbocco della val Genova. Luca avverte una presenza alle sue spalle: si gira e vede l’orso che lo guarda. Lo fissa negli occhi e quello si gira e s’addentra nel bosco. Nemmeno il tempo di prendere paura. Gli unici casi di pericolo vero è quando ci si imbatte nell’orsa con i piccoli.

Guido castelli nel suo trattato sull’orso bruno (1936), un classico che illustra la presenza dell’orso bruno in Trentino e le sue catture, ci fa sapere che l’unico pericolo serio corso in Giudicarie da un cacciatore per l’orso avvenne a Montagne nell’agosto del 1920. Alessandro Giovanella “Lamèt” aveva catturato alle Valène, sul monte aAmola, un piccolo orso e lo aveva portato nella sua stalla.
La madre venne a riprenderselo in paese. E il cacciatore davanti alla bestia infuriata se la cavò per puro miracolo.