"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

venerdì 28 giugno 2013

Campagna di vaccinazione anti-cimurro

Vaccinazioni anti-cimurro in Molise
Nell’ambito dello svolgimento dell’Azione C2 del LIFE ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”, l’Associazione Salviamo l’Orso in collaborazione con l’Ufficio Conservazione della Natura della Direzione Affari della Presidenza e Parchi della Regione Abruzzo, si è offerta di collaborare alla campagna di sensibilizzazione “Il cane…il miglior amico dell’orso” e all’iniziativa di invitare i proprietari dei cani degli allevatori presenti nell’area di presenza dell’orso a vaccinare i propri animali e a non lasciarli liberi se non sotto stretto controllo.
I costi dei vaccini, per i cani degli allevatori, saranno sostenuti dall’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo con fondi del LIFE ARCTOS non appena risolti i tempi tecnici per indire un bando di gara che permetta di acquistare circa 7.000 vaccini con cui cercare di limitare la diffusione di agenti patogeni dai cani all’orso. La somministrazione dei vaccini verrà effettuata grazie alla collaborazione con i Servizi veterinari delle ASL e con quelli delle Aree Protette.
Amici dell'orso
“Salviamo l’Orso”, per poter iniziare immediatamente le vaccinazioni abbattendo i tempi tecnici, ha già acquistato ulteriori 500 dosi di vaccino adatto per la vaccinazione contro Cimurro, Epatite infettiva, Parvovirosi e infezioni respiratorie sostenute da Adenovirus tipo 2 e, seguendo le indicazioni del piano predisposto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise di Teramo e in accordo con l’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo, ha donato i vaccini in due aree prioritarie per le vaccinazioni: l’Area Contigua molisana del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e il Parco Regionale Sirente Velino.
Al momento le vaccinazioni sono già iniziate grazie alla disponibilità del Dr. Antonio Liberatore, medico veterinario Dirigente dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise nell’area del comune di Pizzone e della Direzione del Parco regionale Sirente Velino tramite il Dr. Giuseppe Cotturone, medico veterinario libero professionista, collaboratore del Parco Regionale del Sirente Velino nell’area dei comune di Ovindoli, Celano e Aielli.

sabato 22 giugno 2013

Orso Marsicano nei pressi di Sora


Orso bruno marsicano - Foto di G. De Persiis

Alle 5.50 di venerdì 21 giugno 2013, un esemplare di orso bruno marsicano è stato avvistato da alcuni escursionisti nei pressi della chiesa della Madonna delle Grazie di Sora, in provincia di Frosinone.

Lo stupore per la presenza dell’orso in un’area in realtà storicamente frequentata da questi animali è subito rimbalzata su alcune testate giornalistiche locali. Quello che dispiace a quanti hanno a cuore la sorte della popolazione relitta di orsi bruni dell’Italia centrale è il taglio allarmistico, in perfetto stile “Grizzly, l’orso che uccide”, in cui è stata diffusa la notizia,  tacendo la straordinaria valenza naturalistica dell’avvistamento. La prossimità del luogo di culto, insieme alla rarità dell’evento, ci avrebbe lasciato supporre una lettura in chiave religioso-miracolistica dell’accaduto, anziché esagerare la minaccia che l’orso rappresenterebbe per l’uomo. Altrimenti come spiegare frasi come “escursione col brivido”, “un brivido lungo la schiena, il sangue che si gela nelle vene”, “scatta l’allarme”, “l’impervia area viene battuta palmo a palmo per almeno cinque ore”?
L’incontro con un orso è sicuramente emozionante, perché raro e inaspettato. È comprensibile che possa generare un innato timore. Tuttavia ci appare ingiusto che il fortunato avvistamento di un raro esemplare di orso bruno marsicano sia stato descritto con termini che tradiscono un’accezione negativa, senza ricordare il fatto che non si sono mai registrati attacchi all’uomo da parte di questa sottospecie endemica dell’Appennino Centrale e l’assoluta necessità di tutelarla. Se fosse vero quanto scritto su alcuni quotidiani del frusinate, risulterebbe che l’esemplare avvistato nei pressi della chiesa sarebbe stato braccato come una “tigre scappata da un circo”. Che il “circo” in questione sia il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, di cui l’orso bruno marsicano è il simbolo, ad appena una decina di chilometri di distanza da Sora, la dice lunga sul ritardo culturale dei quotidiani italiani sui temi della protezione della natura.
La sfida alla conservazione dell’orso bruno marsicano in un ecosistema così fragile, perché fortemente antropizzato, come quello dell’Appennino Centrale passa anche per una corretta informazione sulla vita e le abitudini di questo animale straordinario. A tal fine, sarebbe auspicabile che la presenza del plantigrado in un’area da esso attualmente meno frequentata non desti nella popolazione sentimenti ostili, ma sia salutato come un ennesimo segnale di vitalità di una specie ridotta sull’orlo dell’estinzione dalle intemperanze umane e una ritrovata opportunità di valorizzazione di un territorio nel quale l’orso dovrebbe essere di casa. - La civiltà di un popolo - come sosteneva Gandhi - si vede dal modo in cui tratta i propri animali. - Questa affermazione è, a nostro parere, ancor più vera se si considerano quelle creature che vivono “lontane” dal nostro universo urbano e tecnologico, cioè gli animali selvatici.
La stessa stampa, che vede nell’incontro con l’orso un’occasione per richiamare paure ancestrali nei lettori, non dovrebbe ignorare il forte valore simbolico dell’evento di Sora: la presenza del plantigrado nei pressi della chiesa della Madonna delle Grazie richiama alla memoria San Romedio e l’orso ma, soprattutto, l’insegnamento di amore per la natura e gli animali selvatici, mai così attuale, che ci ha trasmesso San Francesco. Non è un caso che l’attuale papa abbia scelto di chiamarsi come il santo di Assisi. Peccato che la gran parte della stampa preferisca evidenziare piuttosto la professione di povertà del nuovo pontefice che diffondere i suoi continui messaggi per un maggiore rispetto del creato, forse per non scontrarsi con interessi economici sempre più pressanti.

In un paese dove gli attacchi alla storia, alla cultura e alla fauna selvatica sono quotidiani, non deve spaventare l’avvistamento straordinario di uno degli ultimi orsi marsicani!

Mario Cipollone

"Hombres deben ser custodios de la creación, del designio de Dios inscripto en la naturaleza".
(Papa Francesco, 19.03.2013)

lunedì 27 maggio 2013

Stop the grizzly killing, Ferma l'uccisione dei grizzly


STOP THE GRIZZLY KILLING (http://bearfacts.no-ip.org/) è una comunità di persone che si batte affinché il parlamento della Columbia Britannica emani una legge che vieti la caccia agli animali selvatici in generale e all’orso in particolare per l’assurda e barbara pratica di “collezionare” i loro trofei. La comunità sostiene che l’ambiente selvaggio (Wilderness) ha bisogno di una voce e fornisce una piattaforma attraverso la quale intende educare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di amare e rispettare l’ambiente. Esperti di animali sono invitati a partecipare e contribuire a chiarire gran parte della disinformazione e della mitologia intorno all’ecologia. La maggior parte dell'umanità vive in città e nelle aree urbane, la maggior parte dei bambini di oggi non sono mai stati nemmeno in una foresta o ha avuto alcuna interazione con l’ambiente selvaggio. Luoghi incontaminati dove i processi naturali e naturali sono inalterati sono sempre meno e così preziosi da aver bisogno di un’adeguata protezione.
La parte nord-occidentale del Nord America è uno di questi luoghi, The Great Bear Rainforest, la più grande foresta pluviale temperata intatta sulla terra, vera area wilderness. Questo è un luogo dove le grandi creature vagano liberamente: orsi, lupi, aquile e corvi, sono le icone viventi di questi territori selvaggi, dove gli esseri umani hanno vissuto in relativa armonia con queste creature per millenni. Anche quest’area incontaminata deve affrontare grandi sfide: l’espansione della popolazione, l’invasione umana, la perdita di habitat e la diminuzione delle risorse alimentari minacciano la fauna selvatica. La caccia ai trofei è un ulteriore colpo, una pressione chiaramente inutile.
Stop the grizzly killing non si oppone alla caccia per cibo o sostentamento, che è parte di un processo naturale.
La caccia ai trofei è comunque un’attività deplorevole e ripugnante, contrastata dalla stragrande maggioranza della popolazione. Stop the grizzly killing vuole denunciare la brutalità della caccia ai trofei che elimina animali alfa, spesso destabilizzando popolazioni sane, e impoverisce il pool genetico degli esemplari più forti. C’è ben poco sostegno dell’opinione pubblica all’uccisione di creature maestose in nome dello sport, del divertimento e del profitto. Uccidere per vantarsi o per decorare la propria abitazione è un’attività disgustosa che deve essere descritta per l’atto abbietto che rappresenta. Stop the grizzly killing parla in difesa della fauna selvatica e della natura selvaggia.

Poni fine alla CACCIA DI TROFEI! Prendi parte alla petizione http://bearfacts.no-ip.org/ o su Twitter – Ferma l’uccisione dei grizzly: https://twitter.com/Stopgrizzlykill

lunedì 20 maggio 2013

Liebster Blog Award

Care amiche e cari amici del blog dell'orso bruno, Ringrazio Sarah Bernini, blogger di http://ecoveganbeauty.wordpress.com/, ha gentilmente premiato “Il blog dell'orso bruno” con il “Liebester Blog Award”, dedicato ai blog che hanno meno di 200 followers.

La parola “liebster” deriva dal tedesco e significa “amabile” e quindi indica un blog che ci è piaciuto particolarmente.

Chi lo riceve deve, a sua volta, donarlo ad altri 11 blog che hanno meno di 200 followers.

Ecco le 5 semplici regole da seguire:
1. Prima di tutto ringraziare chi ti ha assegnato il premio, rispondendo al commento che ti ha lasciato nel post in cui sei stato premiato e citandolo nel tuo post;
2. Copiare ed incollare il logo Liebster Blog Award e inserirlo nel tuo post;
3. Rispondere alle 11 domande che ti ha posto chi ti ha premiato;
4. Premiare altri 11 blog a tua scelta tra quelli che hanno meno di 200 followers;
5. Formulare altre 11 domande alle quali i blogger da te premiati e taggati dovranno rispondere.

Ecco le domande che mi sono state poste da Sarah e alle quali rispondo molto volentieri:

1) Spirito, materia o un bel mix di entrambe? Un bel mix di entrambe
2) Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Mezzo pieno: bisogna sempre essere ottimisti!
3) Natura o città? Natura
4) Silenzio o caos? Silenzio
5) Chi è il tuo scrittore o la tua scrittrice preferito/a? Fedor Dostoievskij
6) Che genere di musica ascolti? Pop
7) Razionalità o passione? Ragionevolezza
8) Qual è il tuo animale preferito? L'ORSO BRUNO MARSICANO.
9) Preferisci le materie umanistiche o quelle scientifiche? Umanistiche in gioventù, ora quelle scientifiche
10) Vivi con qualche animale? Gatti e galline al momento
11) Svolgi qualche attività artistica? Scrittore

Ecco qui di seguito gli 11 blog che ho pensato di premiare:
Balinello: http://balinello.blogspot.it/
Natura e Fotografia Naturalistica Daniele Caccia: http://fotonaturadanielecaccia.blogspot.it/
Trekking Life: http://trekking-life.blogspot.it/
Passi e pensieri: http://pcdalmonte.blogspot.it/
I passi della volpe: http://ipassidellavolpe.blogspot.it/
Ars et Natura: http://arsetnatura.blogspot.it/2013/04/i-colori-di-conci-concis-colours-corso.html
Il grande marziano: http://ilgrandemarziano.blogspot.it/
Rossi Tramonti: http://rossitramonti.blogspot.it/
Orso Tibetano: http://orsotibetano.blogspot.it/2013/02/sos-aree-protette-considerazioni.html
La ginestra e il mare: http://laginestraeilmare.blogspot.it/
Adea Amici degli Alberi: http://adeaalberi.blogspot.it/

Ecco le domande che pongo ai blog che ho premiato:
1) Il blog ha cambiato la vostra vita?
2) Meglio internet o una passeggiata nel bosco?
3) Qual è il vostro libro preferito?
4) Cosa si dovrebbe fare per vivere meglio?
5) I vostri studi si sono rivelati utili nella vita?
6) Avete a cuore la sorte degli animali in via di estinzione?
7) Qual è la vostra stagione preferita?
8) Amate correre o camminare?
9) Mare o montagna?
10) Qual è la vostra lingua straniera preferita?
11) Qual è il vostro albero preferito?

Ringrazio nuovamente Sarah per il premio e… al prossimo post!

venerdì 26 aprile 2013

Orso bruno marsicano investito sulla A24

 
Orso bruno marsicano investito sulla A24
Ieri (25/04/13) è stata una giornata di lutto per quanti amano l'orso, ma anche per tutte le persone che non restano insensibili di fronte al tributo di sangue che la Natura paga quotidianamente agli strumenti della nostra fretta. Ieri mattina intorno alle 5.45 un giovane maschio di orso bruno marsicano di 3-4 anni e del peso di circa 90 kg è stato investito sull'autostrada A24 Roma-L'Aquila, nei pressi del casello di Torninparte (AQ). Il conducente dell'automobile è rimasto illeso nell'impatto che, invece, è stato fatale per il povero orso.
La presenza dell'orso sull'autostrada dei Parchi, nonostante le recinzioni previste lungo il percorso autostradale più caro d'Italia, è ancora oggetto di indagini da parte delle autorità preposte. Però l'accaduto suggerisce delle riflessioni generali sullo stato della conservazione della fauna a rischio d'estinzione in Italia. L'attraversamento dell'autostrada da parte di animali selvatici di grandi dimensioni è, per fortuna, un evento eccezionale. Tuttavia, nel 1991 un orso rimase vittima di un investimento analogo sulla A25, nel tratto Pescina-Pratola Peligna. Ciò indurrebbe a una maggiore attenzione nel mettere in sicurezza i tratti viari che tagliano i territori in cui è stata rilevata la presenza dell'orso, aumentare i cosiddetti “corridoi ecologici” (sottopassi, sovrappassi) e aggiornare le mappe della diffusione dell'orso bruno marsicano, soprattutto all'indomani della pubblicazione dei dati del censimento genetico 2011 che ha rilevato la prodigiosa vitalità di questa specie nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e nella sua zona di protezione esterna, nonostante il grave rischio di estinzione che ancora la minaccia. L'auspicata espansione numerica della popolazione di orsi deve necessariamente coincidere con un'espansione della tutela del territorio dell'orso nelle tre regioni che lo ospitano. Di fronte alla notizia della tragedia di ieri, molti giornali hanno rimarcato come motivo di stupore la presenza del plantigrado in un'area lontana dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, dimentichi che gli animali selvatici non sottostanno ai confini disegnati dagli uomini sulla carta, ma si muovono anche al di fuori delle aree protette che, altrimenti, altro non sarebbero che giardini zoologici più grandi. Inoltre, sembrano ignorare che le montagne del Sirente-Velino sono storicamente frequentate dalla specie e sono una zona contigua di vitale importanza tra la Marsica e il Gran Sasso, come testimonia la scelta di istituire il Parco Regionale Sirente-Velino e la Riserva delle Montagne della Duchessa. Peccato che il Parco Regionale sia ancora ostaggio di una serie di progetti (impianti sciistici ed eolici, lottizzazioni, gallerie, modifiche di confini con esclusione sommaria, a scopo puramente venatorio, di zone di notevole rilievo floro-faunistico) che lo rendono ben poco funzionale al suo obiettivo primario: la conservazione della natura e dell'orso, la cui orma è ben evidente sul logo del parco. I dati dimostrano che il Parco Regionale è “terra di orsi” ma non “terra per orsi” dal numero di esemplari ritrovati morti nel suo ambito, considerata la ridotta presenza numerica di individui stanziali, tuttora da accertare. Quindi è provato che gli orsi che vivono o attraversano questa vasta area contigua protetta sono estremamente vulnerabili a minacce di natura antropica di cui, purtroppo, l'investimento di oggi è un'ulteriore prova.
È sempre più difficile immaginare un mondo in cui gli orsi smettano di morire per cause riconducibili all'uomo, ma possiamo provare a realizzare un mondo in cui questi episodi diventino sempre più rari, affinché le popolazioni italiane di orso bruno (la sottospecie orso bruno marsicano nell'Appennino Centrale e l'orso bruno europeo sulle Alpi) possano espandersi senza incontrare la morte sulle strade, per l'uso dissennato del veleno o per vari atti di bracconaggio. Noi uomini siamo parte integrante del processo evolutivo del pianeta, ma non possiamo ignorare il rischio che l'eccessiva alterazione degli equilibri naturali di cui ci rendiamo responsabili, con la progressiva scomparsa delle specie animali e vegetali che ci circondano, non può che nuocere a noi stessi.
La foto è stata presa dalla pagina facebook dell'associazione Salviamo l'Orso.