"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood
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martedì 13 agosto 2013

Assurda proposta di riperimetrazione del Parco Sirente Velino

Sirente

È di queste settimane la notizia di una proposta di legge per una riperimetrazione del Parco Regionale Sirente-Velino da parte di Luca Ricciuti, consigliere della Regione Abruzzo. Dai 50.228 ettari che costituiscono il Parco Regionale ai sensi della L.R. 07.03.2000, n. 23 si vorrebbe escludere 4.200 ettari di primaria importanza naturalistica, tra cui le aree della Piana di Campo Felice, di tutta la cresta dalla Punta dell’Azzocchio fino a Monte Rotondo, comprese le pendici ricadenti nei Piani di Pezza, l’area prativa e alluvionale tra Rocca di Cambio,  Terranera e Rocca di Mezzo.

Questa proposta non può che generare perplessità e sconcerto in quanti, come gli appartenenti delle associazioni ambientaliste Salviamo l’Orso, LIPU Abruzzo, Altura, Terre Pubbliche, WWF e il consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, hanno ben presente che:

  • il Parco del Sirente Velino è Zona di protezione speciale (Zps IT7110130) ed ha ottenuto dall’Ue finanziamenti Life per la conservazione dell’habitat dell’orso bruno marsicano e delle specie di uccelli nidificanti negli ambienti rupestri. Inoltre il Parco partecipa al progetto Life Coornata per la reintroduzione di alcuni camosci appenninici, avviata in questi giorni, di 7 femmine provenienti dal Parco Nazionale della Majella.
  • Nel 2009 l’area è stata anche inclusa tra quelle ad alta idoneità per l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) come previsto dal Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano adottato dalla Regione Abruzzo nel giugno 2010. Oltre all’orso marsicano, l’area può vantare la presenza stabile di numerose specie animali, anche rare, protette delle direttive europee “Uccelli” ed “Habitat”.
  • L’area rientra anche all’interno dell’Important bird area “Sirente, Velino e Montagne della Duchessa”. Le aree umide della Piana di Campo Felice e di Le Prata conservano specie floristiche uniche di importanza nazionale per il mondo vegetale, a rischio d’estinzione, oltre che a specie endemiche e di grande significato biogeografico, tra le quali ricordiamo il Sedum nevadense (in Italia noto solo a Campo Felice), la Klasea lycopifolia, Myosurus minimus, Artemisia atrata, Sesleria uliginosa e Gentiana pneumonanthe e di entità di inserite nelle liste rosse nazionale o anche prioritarie in Direttiva 92/43/CEE.
Boschi del Sirente
Tuttavia, pare che questa incommensurabile ricchezza sia ancora intesa dalla classe politica locale come un vincolo allo “sviluppo”, termine troppo spesso confuso con “crescita”, nonostante l’attuale crisi economica avrebbe dovuto ben chiarire la differenza tra gli scempi edilizi perpetrati dal dopoguerra in poi nel nome della crescita e gli effetti nefasti prodotti sull’economia dalla mancanza di oculate politiche di sviluppo (depuratori malfunzionanti, strade dissestate, ecc.).
Ancora una volta la proposta di un consigliere regionale contraddice scelte politiche precedenti, programmi europei finanziati per la protezione dell’ambiente e di specie in via di estinzione e, soprattutto, quel benedetto PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) di cui la Regione Abruzzo è firmataria, ma che non perde mai l’occasione di disattendere nelle sue applicazioni pratiche.
Resta la verità inconfutabile, manifesta anche sulle pagine di questo blog a ogni nuovo articolo pubblicato in difesa dell’orso, che tutti dicono di amare l’orso, ma nessuno è disposto al minimo sacrificio che possa giovare alla salvaguardia di questa specie. Anzi, nel nome dei propri interessi di settore, molti azzardano soluzioni “innovative”, in spregio a qualunque fondamento scientifico, unici depositari del “segreto dell’orso”. Che tra questi ci sia anche qualche politico abruzzese?

Il Sirente Velino è stato indicato come area di espansione dell’orso bruno marsicano e possibile corridoio tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale del Gran Sasso dallo stesso PATOM, ma ciò non basta per frenare gli appetiti di costruttori e imprenditori del turismo, di un’idea del turismo datata anni ‘60. In un mondo in cui la tutela dell’ambiente è considerata una priorità per le future generazioni, in che dimensione storico-geografica si colloca la Regione Abruzzo, cosiddetta Regione Verde d’Europa?