"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood
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venerdì 21 maggio 2010

Il Movimento No alla caccia preoccupato per la sorte di Dino

Cari amici degli animali,

avrete sicuramente sentito parlare dell'orso Dino che si aggira nel vicentino e che rischia la vita solo perché l'uomo si avvale il diritto di decidere se un animale sia diventato "scomodo", "pericoloso" o "inutile".

Vi invitiamo a leggere l'articolo uscito oggi sul quotidiano l'Arena (Verona)

http://www.larena.it/stories/Provincia/152826__gran_consulto_per_decidere_la_sorte_di_dino/

e il Comunicato che abbiamo inviato ai giornali.

Vi invitiamo a scrivere ai seguenti indirizzi, chiedendo che venga tutelata la vita e la libertà di Dino:

Assessore alla caccia Provincia di Vicenza spigolon.marcello@provincia.vicenza.it

Servizio caccia e pesca Provincia di Verona Ivano.Confortini@provincia.vr.it

Assessore caccia Veneto assessore.stival@regione.veneto.it

Il giornale di Vicenza redazioneweb@ilgiornaledivicenza.it

L'Arena  lettere@larena.it

L'Arena redazioneweb@larena.it

L'Arena francesco.prando@larena.it

Sindaco Flavio Tosi sindaco@comune.verona.it

COMUNICATO STAMPA

Quale sarà la sorte dell'orso Dino?

Jurka da quasi tre anni sta vegetando nel recinto del Casteller, i suoi figli sono stati uccisi, molti orsi sono scomparsi;

sarà la sorte anche di Dino?

Noi speriamo che non sia così!

Ancora una volta l'ipocrisia dell'uomo ha fatto bella mostra di sé nei notiziari e nei giornali:

"L'orso Dino ha sbranato un asino! L'orso Dino ha sbranato le pecore!!! "

Solo l'uomo si arroga il diritto di uccidere, tutti i giorni, altri esseri viventi senza essere condannato! E l'uomo non lo fa per necessità, ma per il solo gusto del palato! Gli animali invece, se uccidono per fame sono pericolosi, aggressivi e brutali. Quanti sanno che la caccia causa la morte di circa 50 persone all’anno?

Perché i giornali, le TV, la radio non riportano queste notizie? E perché non si provvede a difendere la vita di queste persone abolendo questa pratica che miete così tante vittime?

Dino è pericoloso? Invece l’uomo quando durante una battuta di caccia uccide decine di animali fra i quali anche mamme e piccoli, li dissangua e poi li sventra sul posto, questa la chiamano caccia di selezione e la brutalità con cui viene fatto chi la vede?

Mentre le foto degli animali uccisi da Dino, il povero asino, la povera pecora, quelle sì sono finite sui giornali e Dino è diventato pericoloso e brutale!

Già molti personaggi famosi della storia hanno difeso gli animali e denunciato la brutalità dell’uomo come per esempio Leonardo Da Vinci che disse: “Hai definito l’uomo re degli animali – io invece direi che l’uomo è il re delle belve feroci, delle quali tu sei la più grande; non hai infatti ucciso gli animali per soddisfare i piaceri del tuo palato, facendo di te stesso una tomba di tutti gli animali? La natura non produce forse cibi vegetali a sufficienza per saziarti?”

I macelli, come i nostri boschi e i nostri laboratori di vivisezione , grondano di sangue innocente e le urla dei milioni di cuccioli, vengono soffocate da pareti spesse, porte chiuse e da censure. Tutto questo fa parte della normalità! Se invece un orso uccide per fame, allora è una bestia brutale e sanguinaria, pericolosa che va eliminata….noi diciamo no!

La vita di Dino come quella di qualsiasi animale va protetta perchè anche gli animali come noi uomini hanno il diritto di vivere e di vivere in libertà secondo la loro natura.

L’uomo potrebbe imparare molto dagli animali, se iniziasse ad osservarli e a capirli; gli animali diventerebbero suoi amici . L’uomo sarebbe meno frustrato, meno aggressivo, con più amici e con più gioia di vivere.

Il Presidente Marcello Dell’Eva

www.no-alla-caccia.org

sabato 20 febbraio 2010

Finalmente una nuova casa per Jurka

siamo felicissimi di informare tutti gli amici degli animali che finalmente si sta concretizzando il trasferimento dell'orsa Jurka, dall'attuale recinto del Casteller, situato sulla collina sopra Trento, al Parco ancora in costruzione della Fondazione Tedesca per Lupi ed Orsi, che si chiama Alternativer Wolf- und Bärenpark Schwarzwald Bad Rippoldsau-Schapbach, in Germania.
GIOVEDI 4 MARZO alle ore 10.00, presso il  palazzo comunale di Shapbach nel Baden-Wurttemberg in Germania, verrà presentato ufficialmente il progetto del trasferimento di Jurka da parte della Fondazione tedesca che ha già realizzato con successo  un analogo parco in Germania, a Worbis , dove convivono  in perfetta armonia ben 11 orsi e 6 lupi.

Durante la Conferenza Stampa verranno sottolineati gli innumerrevoli aspetti positivi di cui, la Fondazione, ha sperimentato, nel corso di 20 anni di esperienza con orsi, lupi e altri animali selvatici e che il Presidente del  Movimento Vegetariano No alla Caccia, Marcello Dell'Eva ha potuto constatare di persona nel corso delle diverse visite effettuate al Parco. Un aspetto estremamente importante è che in questi animali vengono stimolati a mantenere i loro istinti naturali, come il cercare il cibo. Il fatto più chiaro che dimostra, che gli orsi stanno bene, è che si preparano loro stessi la tana per l'inverno, scavando, buche, a volte molto profonde,nel terreno.

Questa è per Jurka una soluzione ottimale!
Significa che non dovrà passare il resto dei suoi giorni nella "sterile prigione" in cui è stata ingiustamente rinchiusa, senza stimoli, rassegnata  a giorni che trascorrono l'uno uguale all'altro, in completa solitudine. Potrà finalmente vivere in un posto decoroso, in compagnia con altri animali, se non in assoluta libertà, ma almeno in un ambiente il più possibile simile a quello naturale.

Sarà così per lei più facile accettare e sopportare la prigionia a cui noi uomini l'abbiamo costretta. Ricordiamo, che Jurka era un'orsa libera prima di venire catturata e trasferita in Italia dalla Slovenia, per prendere parte, suo malgrado,  al progetto di ripopolazione degli orsi nel Trentino, chiamato Life Ursus.
Jurka da allora ha ottemperato a tutte le richieste che le sono state rivolte dall'uomo: si è ambientata in un ambiente nuovo ed estraneo, si è riprodotta come nessun altra orsa del progetto, è stata una mamma premurosa, non ha mai aggredito un essere umano.

L'unico fatale errore che ha commesso è stato quello di fidarsi dell'uomo,  che in un primo momento,  l'ha incoraggiata ad avvicinarsi ai centri abitati, offrendole del cibo. Allora era considerata un allettante  attrazione turistica, la sua presenza faceva folclore. Lo stesso uomo che  poi ha additato lei ed i suoi figli come dei terribili mostri assetati di sangue,  quando ormai la loro presenza per la ricerca di cibo era diventata costante. Fino all'emissione della sentenza definitiva: 
ERGASTOLO.

Jurka grazie allo sforzo del Presidente della Fondazione Tedesca, Rüdiger Schmidel e del Presidente della nostra Associazione, congiuntamente a tutte le persone che a vario titolo in questi anni hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per la sorte di questo splendido animale,  anche semplicemente firmando la petizione, potrà riassaporare una parvenza di libertà, che nella situazione attuale non ha.

Ma la cosa che più conta in assoluto, è che la sua soffrenza e il suo travaglio non siano stati vani.
La Fondazione che accoglierà Jurka, farà in modo che lei continui ad essere un simbolo e un monito affinchè l'uomo impari a rispettare gli spazi vitali degli animali selvatici. Per questo invitiamo alla Conferenza Stampa di giovedi tutte le persone che hanno a cuore gli animali, ma soprattutto i giornalisti che hanno seguito questa vicenda fin dall'inizio e che potranno dare testimonianza di questo eccezionale evento.

Ci auguriamo così che nel futuro non ci siano più Jurka e non sia più necessario lottare per la libertà di nessun animale.

Cordiali saluti

UFFICIO STAMPA No alla Caccia

Floriana Saracino

Mail: info@no-alla-caccia.org

www.no-alla-caccia.org

domenica 24 gennaio 2010

Non più orsi a San Romedio

Un no al progetto di riportare un orso nel recinto del santuario di San Romedio, in Trentino, arriva dalla Fondazione tedesca per gli orsi (Stiftung fuer Baeren), attiva in Europa per la gestione di plantigradi e altri animali in cattività. ''Il santuario di San Romedio - scrive il responsabile della Fondazione, Ruediger Schmiedel - è un'attraente struttura, adeguata per la rappresentazione storico-culturale della religiosità tipica del luogo. Con certezza però non costituisce uno spazio vitale per un orso bruno di questa regione, che di solito - allo stato selvatico - vive in zone che si estendono dai 200 ai 400 chilometri quadrati''. ''L'ultimo soggiorno della famosa orsa slovena Jurka, che originariamente era stata integrata nell'ambito del programma di reinserimento Life Ursus, mostra chiaramente che questa struttura non è in grado di soddisfare le normative recenti che definiscono lo spazio vitale di un orso. Jurka ha dimostrato, nel periodo del suo soggiorno in San Romedio, che la struttura non è idonea per orsi e nemmeno per altri tipi di animali''. La Fondazione tedesca ritiene inoltre che la struttura ''non è idonea per orsi, anche perché le condizioni climatiche di questa vallata non sono in grado di offrire loro la possibilità di sottrarsi alle intemperie e ai cambiamenti climatici improvvisi''. Nel 2008 la Fondazione aveva visitato San Romedio, insieme a rappresentanti di organizzazioni per la protezione di animali, fra cui il WWF svizzero. Contro l'arrivo di un orso nel recinto del santuario si batte anche il movimento “No alla caccia”.

Riporto di seguito il testo integrale della lettera dell’associazione “No alla caccia” sulla questione orsi a S. Romedio:

Egregi Signori,

in val di Non, nel Trentino, si sta portando avanti il progetto di riportare un orso nel recinto di san Romedio; alcuni mesi fa abbiamo inviato le nostre proteste, ma fino ad ora sono rimaste inascoltate. I sindaci della zona vedono nell'orso un'attrattiva turistica e, per mettere a tacere gli amanti degli animali, sostengono di voler portare un orso che attualmente vive in una gabbia più piccola. Noi ribadiamo che se si vuole aiutare un orso in difficoltà non lo si sposta da una gabbia ad una più grande, ma gli si crea un ambiente adatto a vivere decorosamente anche se purtroppo in cattività.

Riportiamo le dichiarazioni di un esperto Rüdiger Schmiedel - responsabile della fondazione -STIFTUNG für BÄREN  Projekt Alternativer Wolf und Bärenpark Schwarzwald in Germania

attivo a livello europeo per la gestione di orsi e altri animali in cattività:

Siamo venuti a sapere che nella struttura di San Romedio vuole essere rinchiuso un nuovo orso. Nel 2008 abbiamo visitato San Romedio, insieme ad alcuni rappresentanti di organizzazioni per la protezione di animali riconosciute a livello internazionale, fra cui il WWF della Svizzera.

Il santuario di San Romedio è un’attraente struttura, adeguata per la rappresentazione storico-culturale della religiosità tipica del luogo.

Con certezza questa struttura non costituisce uno spazio vitale per un orso bruno di questa regione, che di solito – allo stato selvatico – vive in zone che si estendono dai 200 ai 400 chilometri quadrati. L’ultimo soggiorno della famosa orsa slovena Jurka, che originariamente era stata integrata nell’ambito del programma di reinserimento degli orsi denominato “Life Ursus”, mostra chiaramente che questa struttura non è in grado di soddisfare le normative recenti che definiscono lo spazio vitale di un orso. Jurka ha dimostrato, nel periodo del suo soggiorno in San Romedio, che la struttura non è idonea per orsi e nemmeno per altri tipi di animali.

La FONDAZIONE per ORSI lavora da anni a livello internazionale, insieme a molte organizzazioni ed esperti di zoo, per la riforma delle normative che regolano le condizioni a cui dovrebbero essere sottoposti orsi in prigionia, o che dovrebbero offrire alternative, in caso di cattive condizioni di cattura.

La nostra FONDAZIONE al momento è orientata su orsi nati durante il periodo di cattura e prevede 10.000 metri quadrati di spazio vitale con un terreno lasciato allo stato naturale, con boschi e cespugli, con un’estensione di media grandezza, un corso d’acqua proprio e un bacino d’acqua per la possibilità di fare il bagno, di almeno 500 – 1000 metri quadrati.

Noi siamo dell’opinione che la struttura di San Romedio non è idonea per orsi, anche perché le condizioni climatiche di questa vallata non sono in grado di offrire agli orsi la possibilità di sottrarsi alle intemperie e ai cambiamenti climatici improvvisi.

Proprio in questa parte della montagna con le sue vallate lunghe, umide e ripide, un orso può soggiornare solo per periodi limitati e non in modo duraturo. In base alle misurazioni di telemetria, è noto che proprio gli orsi sfruttano in modo ottimale e molto volentieri le zone elevate e le pendici dei monti e raramente permangono a lungo in valli umide e oscure.

La struttura per orsi in questione ha solo poche ore di sole, persino nell’alta stagione estiva, a causa della profondità della vallata

Il bacino d’acqua artificiale non è grande abbastanza per offrire la possibilità agli orsi di fare il bagno.

La struttura di San Romedio non dovrebbe essere mai adibita ad areale per grossi mammiferi viventi. Per spiegare ai visitatori in modo chiaro e attinente alla storia la leggenda di San Romedio, suggeriamo di organizzare bene questa struttura come luogo di pellegrinaggio e sfruttarla come teatro all’aperto. Su grandi pareti potrebbe essere proiettata la leggenda

Facit:

La FONDAZIONE per ORSI raccomanda di non rinchiudere più orsi nella struttura di San Romedio, poiché gli animali, nonostante un miglioramento rispetto alla situazione precedente, sono ancora costretti a soffrire fisicamente e psichicamente.

Rüdiger Schmiedel

Amministratore aziendale

STIFTUNG für BÄREN

Projekt Alternativer Wolf- und Bärenpark Schwarzwald

Geschäftsführer Herrn Rüdiger Schmiedel

Duderstädter Str. 36a

37339 Leinefelde- Worbis

mercoledì 21 gennaio 2009

Casteller: per Jurka paradiso dorato o prigione?

Questa mattina ho ricevuto una email da parte dal Movimento Vegetariano No Alla Caccia: la lettera riporta un articolo dell'Adige e subito dopo la relativa risposta di Floriana Saracino. La mail è riportata integralmente e volevo porla all'attenzione di tutti voi lettori come esempio di come le cose possano essere diverse se osservate da punti di vista differenti e di come ciò che sia bene per alcuni non lo è per altri. Jurka continua a far parlare di se...
Buongiorno,
vi inoltro per conoscenza l'articolo pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano Adige relativo all'orsa Jurka e di seguito un nostro commento in merito.

Articolo:Fauna La vita nel recinto della Provincia non le ha tolto l'aria curiosa e sospettosa: mangia frutta, verdura e crocchette per cani.

FABRIZIO TORCHIO I primi nove mesi trascorsi nel recinto del Casteller non hanno tolto a Jurka la sua selvaticità. L'orsa, visibilmente rotondetta, non si mostra indifferente alle voci umane mentre ci si avvicina alle sbarre alte quasi cinque metri, protette dai fili elettrici, del recinto del Casteller. Guarda con attenzione, spia i movimenti di chi sta fuori e non perde d'occhio i due occasionali visitatori quando si allontanano. «Mangia soprattutto vegetali e frutta come mele, pere, anche uva in stagione», spiega Claudio Groff, del Servizio foreste e fauna della Provincia. «Per il resto viene alimentata con le crocchette, quelle per i cani, e qualche volta con la carcassa di qualche capriolo investito». In questo periodo il cibo viene messo nella tana ogni due-tre giorni, con il ritorno della bella stagione sarà alimentata una volta al giorno. Jurka dovrebbe avere una dozzina d'anni, visto che ne aveva quattro quando era stata catturata sul Monte Nevoso, nel maggio del 2001, per essere rilasciata in Val di Tovel. Narcotizzata nell'agosto 2006 per rimetterle il radiocollare, dopo le scorribande e degli allarmi destati dalla sua confidente condotta, dieci mesi dopo era stata ricatturata e, nel giugno del 2007, rinchiusa nel recinto di San Romedio. «Subito dopo il risveglio, là Jurka era nervosa - ricorda Groff - e aveva tentato la fuga, cercando di scavare». Ma come al Casteller, anche il recinto del santuario ha una rete elettrosaldata di sicurezza, sotto le sbarre, che toglie ogni speranza. «A San Romedio passava nella tana, al Casteller invece sta sempre all'aperto, ed entra nella tana quasi solo per mangiare», testimonia Groff. Nell'area a due passi da Trento, dispone di quasi 8mila metri quadrati di bosco e prato (7.604 metri, per la precisione), con un laghetto profondo un metro, in un angolo al sole, e praticamente nessuna fonte di disturbo. Al Casteller il silenzio è quasi assoluto, solo qualche rumore sfumato arriva dal trafficato fondovalle. Tutt'attorno alla recinzione, che corre per quasi 350 metri ed è a sua volta circondata dalla vegetazione, si notano le tracce dei camosci e dei caprioli che popolano la vasta conca e che evidentemente fanno visita a Jurka, unico legame con la perduta libertà, al di là delle sbarre. Caprioli e camosci vivono a loro volta in un recinto, quello molto più ampio del vivaio forestale e del bosco, una superficie di svariati ettari di proprietà della Provincia. Il recinto del Casteller, se necessario, può accogliere altri due orsi: la suddivisione degli spazi interni è già predisposta, basta installare le reti di protezione, mentre accanto alle tre tane c'è un locale attrezzato ad uso veterinario.

Ho letto l'articolo da voi pubblicato, e tristezza e sconforto sono tornate a farsi sentire, come accade ogni volta che si parla della situazione nella quale Jurka e' costretta a "vivere" da piu' di un anno.
Io sono stata lì, nel recinto del Casteller e credetemi, mi hanno colpito molte cose, ma tra queste non c'era di sicuro l'aria "curiosa" dell'orsa. Tutt'altro: ferisce e lascia senza parole il suo atteggiamento remissivo e lo sguardo spento, privo ormai di speranza e di vivacita'.
Stiamo parlando di un animale che era abituato a percorrere chilometri e chilometri al giorno, ora costretto a rimanere recluso in uno spazio non piu' grande di un campo di calcio. E' come se un essere umano fosse costretto a vivere in una cabina balneare, tanto per rimanere in tema, visto che nell'articolo si alludeva quasi al trascorrere di una vacanza al mare del povero animale innocente.
Ed invece nella sua gabbia non c'e' nemmeno un laghetto, perche' quello che c'e' li non e' un lago, semmai una pozzanghera. Infatti non mi risulta che Jurka vi si sia mai bagnata. Strano, agli orsi piace l'acqua. Prima della cattura Jurka passava molto tempo nel lago della zona.
Ma forse quest'orsa, che e' stata condannata all'ergastolo pur essendo innocente, alla quale sono stati uccisi i figli, non e' cosi' contenta di stare dove sta, forse e' depressa e vorrebbe di nuovo correre libera, arrampicarsi su un albero che possa sostenere la sua mole (non la sterpaglia che si trova nel recinto). La sua casa ora e'una gabbia elettrificata e' vero.
Chi, uomo o animale, potrebbe essere , non dico contento ma finanche sereno, sapendo di dover passare il resto dei propri giorni in queste condizioni?
Ma non basta, non soddisfatti, vogliamo condannare all'ergastolo altri esemplari meravigliosi come questo , ma certo "basta installare delle reti di protezione ed il gioco e' fatto!
Invece di pensare di rinchiudere altri orsi, dovremmo pensare, tutti, nessuno escluso, a come togliere Jurka da li. Se lo meriterebbe. e ce lo meriteremmo anche noi in quanto esseri umani, se volessimo essere ancora degni di questo nome!

Jurka libera!

Floriana Saracino
Movimento Vegetariano No alla Caccia
Sezione Roma

martedì 22 aprile 2008

Jurka: chieste dall'AIDAA verifiche alla procura di Trento

'Abbiamo chiesto alla procura di Trento di verificare ad una ad una le richieste di risarcimento danni formulate dalle persone che sostengono di aver avuto guai a causa di quell'orsa''. E' quanto ha reso noto Lorenzo Croce, il presidente nazionale dell'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), insinuando il dubbio di qualche rimborso pretestuoso a proposito di Jurka. L'orsa giunta in Trentino dalla Slovenia nel 2001, e' rinchiusa da una settimana nel Centro vivaistico del Casteller, a sud di Trento, dopo il trasloco dal recinto del santuario di San Romedio, per le sue scorribande. ''Non ci vediamo chiaro - ha spiegato Croce in una nota - e vorremmo capire se davvero i danni denunciati sono reali, oppure se qualcuno ci ha marciato sopra, come temiamo''. L'ipotesi e' tutta da verificare, ma il comunicato dell'Aidaa riferisce di avere basi concrete. L'avvocato degli orsi istituito da Aidaa, a quanto si legge, ha ricevuto una serie di segnalazioni telefoniche sui presunti danni realizzati da Jurka e sui quali si sarebbero chiesti dei rimborsi maggiori rispetto ai danni effettivamente effettuati. ''Le segnalazioni in questione sono una decina'' ha precisato Croce.
Fonte: (ANSA)

mercoledì 16 aprile 2008

Ecco le foto di Jurka al Casteller










Mi sembra piuttosto scossa....

martedì 15 aprile 2008

Addio ad un altro fratello orso: è morto JJ3

JJ3 è stato abbattuto

Non ci sono parole valide in questo momento, se non quelle di dolore e di sconforto. Da più di un anno che questo blog è nato ha dovuto assistere a troppe morti di fratelli orsi: Bruno, Bernardo e i suoi amici, e ora JJ3.
Dov'è la superiorità dell'uomo, da dove proviene l'arroganza che abbiamo nel pensare che possiamo disporre della vita di altre creature a nostro piacimento? Nessuno se ne è curato in questi giorni, nessuno ne ha parlato, tutti probabilmente presi da pensieri ben più grandi. E un altro amico se ne va via, Jurka nel suo recinto non sa probabilmente che tutti i suoi cuccioli "problematici" non ci sono più. Hanno sterminato la progenie deviata, hanno calpestato delle vite, hanno epurato i diversi, e quelli che restano li hanno chiusi in campi di concentramento.
Ora saranno contenti.


Riempiamo la casella email del Cantone dei Grigioni di lettere!!
Io scriverò semplicemente

ASSASSINI
info@gr.ch


Ecco il triste resoconto:

La sera del 14 aprile 2008 l'orso JJ3 è stato abbattuto nella regione del Grigioni centrale. Nelle scorse settimane l'orso si è spinto sistematicamente fino ai centri abitati alla ricerca di cibo e non si è più lasciato intimorire malgrado le ripetute azioni di dissuasione diventando così un pericolo per la sicurezza delle persone. L'abbattimento è stato eseguito nel quadro della Strategia Orso Svizzera.

Negli ultimi mesi, nel Cantone dei Grigioni è stata rilevata la presenza di due orsi: MJ4, che presenta un comportamento cosiddetto "discreto" e si aggira nella zona dell'Engadina - Val Monastero, e JJ3, che, dal suo arrivo nel giugno del 2007 è diventato sempre più pericoloso. Lo scorso autunno, JJ3 aveva iniziato a spingersi sistematicamente fino ai centri abitati alla ricerca di cibo e non si lasciava affatto intimorire dall'uomo. Le ripetute azioni di dissuasione intraprese prima e dopo il letargo per allontanarlo non hanno sortito alcun effetto e l'orso non ha cambiato in alcun modo il suo comportamento, diventando così un pericolo per la sicurezza delle persone. Pertanto, attenendosi alla Strategia Orso Svizzera, i responsabili della Confederazione e del Cantone hanno deciso di abbatterlo. L'orso è stato ucciso la sera del 14 aprile 2008 nella regione del Grigioni centrale.


Jurka trasferita a Casteller

Da tempo la notizia del trasferimento di Jurka nella sua nuova "casa" di Casteller era nell'aria. La settimana scorsa poi il Corpo Forestale ha testato ed approvato il recinto che doveva ospitare l'orsa. Ieri mattina dalle 7.30 jurka è stata trasferita nell'apposito spazio realizzato all'interno del centro vivaistico del Casteller, 8 mila metri quadrati di proprietà della Provincia autonoma di Trento. Il trasferimento è avvenuto dal recinto di S. Romedio nella quale Jurka era stata rinchiusa il 29 giugno dell'anno scorso, in 1500 metri quadri di spazio, da cui l'orsa aveva cercato più di una volta. Il Servizio Foreste e Fauna assicura che l'orsa sta bene, pesa 123 Kg e l'operazione di trasferimento si è svolta dalle 6.00 senza alcun problema.
L'area di Casteller è più grande di quella di S. Romedio: Jurka infatti dispone di 8.000 metri quadri recintati provvisti anche di uno stagno artificiale "Per il 90% si tratta di bosco, c'è solo una piccola fascia perimetrale di prato ed è uno spazio ottimo, a detta degli esperti che abbiamo consultato", assicura Claudio Groff, responsabile del servizio foreste e fauna della provincia di Trento. Novità assoluta, l'area non potrà essere luogo di visite ma sarà accessibile solo al personale scientifico.
La struttura realizzata al Casteller, con la consulenza dell'Istituto nazionale per la Fauna Selvatica e la condivisione, anche finanziaria, del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stata progettata per poter svolgere anche la funzione di ricovero per altri orsi che dovessero necessitare di cure o di riabilitazione. Per questo c'è anche un locale che funge da ambulatorio veterinario. In totale possono essere ospitati fino a tre plantigradi.
"Lo spazio a San Romedio era sicuramente limitato", ammette Groff e continua "Anche gli 8mila metri quadri della nuova casa, bisogna essere onesti, sono uno spazio limitato, per un orso selvatico abituato a vagare libero nei boschi. Non potrà mai essere la sua vera casa". Ma per Jurka, ricorda Groff non c'era altra possibilità, "era il meglio che si poteva fare. Era stata giudicata 'problematica' perchè si avvicinava troppo alle case e in due occasioni era anche entrata". "Non ha mai mostrato segni di agressività - aggiunge Claudio Groff - ma si era abituata ad avvicinarsi troppo all'uomo, già da quando era in Slovenia, e questo era comunque un comportamento pericoloso, anche per lei stessa e per gli altri animali, perché faceva paura e cresceva il rischio di bracconaggio, per ritorsione, anche verso altri animali. Noi siamo sicuri di aver salvato così non solo Jurka dal pericolo di essere abbattuta ma anche altri animali"; animali che spiega Groff, rischiavano di diventare vittime dello sfogo di rabbia e paura degli abitanti preoccupati dalle incursioni dell'orsa, anche se non malintenzionata.
Non c'è nessuna possibilità per Jurka di tornare libera nei boschi? "No, nessuna speranza - risponde Groff - E' tecnicamente impossibile". E JJ3 potrebbe essere salvato dall'abbattimento con fucile di precisione e magari andare ad abitare con Jurka a Castellier? "Jj3 non potrà mai andare a vivere a Trento perché è di proprietà della Svizzera".


mercoledì 9 aprile 2008

Ecco la nuova prigione di Jurka

Immaginate di essere all'interno di un recinto di 8 mila metri quadrati (sembrano tanti, ma ci si gira attorno a piedi in cinque minuti), di avere di fronte a voi un reticolato di fili metallici in cui passa l'elettricità e una robusta inferriata alta quattro metri che affonda nel calcestruzzo (se per caso vi venisse in mente di scavare un buco nel terreno per scappare). Immaginate di avere a disposizione una tana con il pavimento in cemento e le sbarre alle finestre, un laghetto per fare il bagno (che certo è un lusso, ma non è il lago di Tovel a cui siete abituati). Immaginate di avere un vecchio albero da scorticare e alcune pietre su cui arrampicarvi per ingannare il tempo. Vi siete fatti un'idea di tutto questo? Bene, siete nei panni dell'orsa Jurka che a breve sarà trasportata nella sua nuova casa: il recinto allestito per lei sulla collina del Casteller, a 400 metri di quota a monte dell'abitato di Mattarello.
Ieri il Trentino - con la collaborazione del corpo forestale della Provincia - ha avuto la possibilità di visitare la struttura. Prima le buone notizie: il recinto è cinque volte più ampio rispetto a quello di San Romedio, dove Jurka è rinchiusa dall'estate scorsa. L'orsa avrà la possibilità di farsi qualche corsa e di scavare una vera tana nel terreno incolto dove trascorrere l'inverno. Ma pur sempre di una prigione si tratta.
Il recinto è in un'area accessibile solo ai forestali, all'interno di una proprietà di 40 ettari utilizzata in parte come vivaio e in parte come habitat per alcuni caprioli che vivono all'interno del recinto. Jurka traslocherà non appena arriverà il via libera del ministero dell'ambiente, che pure ha partecipato alla progettazione della struttura.
Per arrivare al nuovo recinto si viaggia in automobile per qualche minuto lungo una strada sterrata che parte dalle case di San Rocco e si interrompe nel parcheggio di un piccolo edificio: è la tana degli orsi. Parliamo al plurale perché non è escluso che in futuro gli ospiti del Casteller possano essere più d'uno, magari per brevi periodi, in caso di emergenza oppure malattia degli animali. Tre piccole inferriate consentiranno agli orsi di entrare e uscire dai loro ripari, mentre il veterinario (e il personale che sarà incaricato di nutrire Jurka) potrà avvicinarsi alle bestie protetto da robuste sbarre.
Hanno pensato a tutto: per questo ci sono alcuni supporti - all'interno dell'area - che consentono di stendere nuovi cavi elettrici e suddividere l'intera superficie in due o tre parti, in modo che orsi estranei non possano venire in contatto. C'è anche una piccola infermeria dove i plantigradi possono essere curati.
A differenza di quanto avviene a San Romedio, sul Casteller non ci sono teli di plastica a proteggere Jurka dalla vista dei curiosi (e ad impedire all'orsa di guarda il mondo esterno). Ma ugualmente non avrà molta compagnia: non è prevista infatti la possibilità di visitare l'orsa senza l'autorizzazione della Provincia. E il via libera - così spiegano i forestali - arriverà solamente per motivi di studio. Insomma i trentini (e i turisti che certo ne approfitterebbero volentieri) non pensino di salire in collina per rendere omaggio all'orsa, proprio lei che l'anno scorso venne votata a grande maggioranza personaggio trentino dell'anno nonostante dal passaporto risulti evidente che è slovena.
Chi conosce bene gli orsi spiega che Jurka impiegherà poco tempo a prendere confidenza con il suo nuovo territorio. Esplorerà - forse - i resti di una vecchia trincea della prima guerra mondiale dove potrebbe pensare di farsi una tana più confortevole di quella di cemento. Farà il bagno nel laghetto con vista sull'aeroporto di Mattarello, che pare una pozza ma è alimentato da un impianto idraulico comandato a distanza. Prenderà la scossa sul reticolato elettrico finché capirà che è meglio girare al largo. E infine si rassegnerà a scontare la pena dell'ergastolo, poiché non è previsto che l'orsa ritorni libera mai più.
Su quale sia il suo atteggiamento nei confronti delle sbarre suonano due campane diverse: quella di alcuni forestali che parlano di un'orsa mansueta che si è abituata a stare in un recinto vicino all'uomo e quella degli animalisti che descrivono un'orsa disperata che si arrampica sugli alberi e scava buche nel tentativo di scappare. Non riuscirà ad evadere: c'è un grande uso di tecnologia all'interno di quel recinto, struttura pagata a metà da Provincia e Ministero.
Chi tiene alla sua causa si consoli con la certezza che fra gli alberi del Casteller starà meglio che a San Romedio. E' questione di poche settimane.

Articolo di di Andrea Selva (Il Trentino)



martedì 1 aprile 2008

JJ3 è tornato...la Svizzera si prepara

Il figlio di Jurka e Joze JJ3, fratello di Bruno torna a far parlare di lui. JJ3 è uno dei due orsi che dal Parco Adamello Brenta, si sono spostati in Svizzera. L'orso, provvisto di un trasmettitore, è molto attivo, e negli ultimi giorni viaggia molto ed è in continua ricerca di cibo proprio a causa del suo recente "risveglio". JJ3 è stato allontanato dai centri abitati tramite proiettili di gomma sparati dai guardiacaccia, sperando che la strategia funzioni, dato che anche lo scorso anno aveva ricevuto lo stesso trattamento. Si sta spostando rapidamente tra la Valle dell'Albula e Tiefencastel, spingendosi anche fino a Lenzerheide. Anche il fratellastro MJ4 si è risvegliato e sono state avvistate le sue tracce vicino Zernez, in Engadina.


La Svizzera ha un sistema di gestione e monitoraggio dell'orso basato su tre livelli che corrispondono alle tre tipologie di orso:

  • Orso Discreto
Definizione: l’orso può vivere senza farsi notare anche nelle regioni abitate dall’uomo, se trova cibo e possibilità di rifugio sufficienti. In questi casi, gli incontri con l’uomo sono rari. In certe situazioni, ad esempio se l’uomo sorprende un orso a breve distanza o un’orsa con i suoi piccoli, questi incontri possono tuttavia indurre l’animale a reagire in modo aggressivo. Questa reazione aggressiva fa parte del “repertorio comportamentale naturale” e non va quindi considerata anormale, fintanto che l’uomo non è ferito o addirittura ucciso dall’orso.
Principi di gestione: nelle regioni in cui vivono orsi discreti, la Confederazione avvia, d’intesa con gli interessati, progetti regionali di prevenzione dei danni e li sostiene finanziariamente per almeno tre anni. Assieme ai Cantoni, ai Comuni e alle organizzazioni turistiche, la Confederazione informa inoltre la popolazione e i turisti su “come” convivere pacificamente con l’orso.
I Cantoni provvedono affinché non venga dato regolarmente da mangiare agli orsi, ad esempio come attrazione turistica nei pressi degli alberghi, e controllano il foraggiamento della selvaggina nelle regioni in cui è presente l’orso.
I Cantoni effettuano un costante monitoraggio del numero degli orsi e, in particolare, forniscono informazioni in merito all’eventuale presenza sul territorio di orse in compagnia dei loro piccoli, che possono più facilmente entrare in conflitto con l’uomo.
  • Orso problematico
Definizione: gli orsi sono animali con una grandissima capacità di apprendimento. Nel paesaggio rurale, i grandi onnivori imparano rapidamente a sfruttare le molteplici fonti di nutrimento nei pressi degli insediamenti umani. Alcuni possono ad esempio imparare a cercare soltanto cibo vicino alle zone abitate, causando così regolarmente danni materiali, sbranando animali da reddito o facendo razzia di alveari e frutteti. Gli incontri con l’uomo diventano in tal modo più frequenti: l’orso impara che l’uomo non rappresenta un pericolo e il superamento della paura è premiato con un cibo eccellente. Sempre più spesso, questi orsi si avvicinano all’uomo o agli insediamenti e ai casali, irrompendo nei pollai e nelle conigliere o cibandosi dai letamai e dai mucchi di compost, ad esempio. Si creano così frequenti situazioni potenzialmente pericolose per l’uomo. L’orso può iniziare a comportarsi in modo aggressivo con le persone, pur non ferendole. Un orso di questo tipo è considerato un orso problematico.
Principi di gestione: in presenza di orsi problematici che causano regolarmente danni materiali, l’UFAM e il Cantone avviano un progetto regionale di prevenzione dei danni che offra misure di protezione ai diretti interessati. Questo progetto è elaborato assieme agli interessati della regione. Se i danni si verificano ripetutamente nello stesso luogo, nei pressi degli insediamenti o malgrado le misure di prevenzione dei danni, bisogna pensare ad azioni di dissuasione. Se l’orso entra addirittura negli insediamenti, viene catturato, munito di una radiotrasmittente e quindi dissuaso a più riprese in modo sistematico e coerente.
  • Orso pericoloso
Definizione: un orso è considerato pericoloso se, malgrado ripetute azioni di dissuasione, non si lascia intimorire dall’uomo o ha attaccato una persona in modo aggressivo, ferendola o addirittura uccidendola.
Principio di gestione: non appena un orso è classificato come pericoloso, è eliminato mediante abbattimento. La cattura e il trasferimento in un recinto o altrove non sono opzioni accettabili.

mercoledì 26 marzo 2008

Ecco la lettera di denuncia per la situazione di Jurka

La sottoscritta Anna Maria Pilati, in qualità di legale rappresentante del Movimento vegetariano NO alla caccia, con sede in Via G. Rodari 44, Bovolone (VR), espone quanto segue. In data 28 giugno 2007 una squadra tecnica della Provincia di Trento ha proceduto alla cattura di un’orsa, denominata Jurka, ed alla sua rilocazione in un recinto sito in località San Romedio. Si tratta di struttura talmente di piccole dimensioni (meno di 1.500 metri quadrati), che l’orsa dopo aver tentato la fuga in tutti i modi possibili, (scavando il terreno, salendo sulle uniche quattro piante presenti nel recinto e cercando di fare da ponte….) sta trascorrendo le sue giornate rosicchiando legni, nell’apatia e nella noia più assolute; il recinto è assolutamente inadeguato alle condizioni dell’animale, abituato a percorrere molti chilometri in solo giorno, di carattere riservato e che necessita di ben altra sistemazione. Per impedire la fuga il recinto è dotato di due circuiti ad alto voltaggio elettrico e il tronco delle piante è stato rivestito di un telo di plastica.
Si segnala anche che l’animale in questione è madre di tre orsacchiotti e che non ha mai aggredito, o tentato di farlo, alcun essere umano. Ha girovagato per il territorio provinciale per un’unica esclusiva ragione vitale: cercare del cibo, specie quando doveva occuparsi ad allevare i suoi cuccioli. Questa tendenza è comprovata dalla lettera di Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento, dd. 3 aprile 2007, indirizzata al Ministero dell’Ambiente, in cui è asserito: “Tale comportamento non fa che confermare la spiccata attitudine dell’animale ad avvicinarsi ripetutamente ai centri abitati in cerca di cibo”.
La cattura (doc. 1, nota Ministro Ambiente del 5.7.2007) era stata autorizzata alla condizione che l’orsa fosse collocata in luogo idoneo alle condizioni di vita di un animale di tale genere. Con la stessa nota il Ministro riteneva “ancora non soddisfatte le condizioni esposte” in una precedente nota.
Sul tema è intervenuto, con nota del 13.4.2007, prot. 2303/T-A1 B l’Istituto nazionale della Fauna Selvatica (doc. 2). L’Istituto sottolineava, riferendosi agli orsacchiotti, che in genere individui sub adulti di orso, privati della madre tendono a presentare elevati tassi di mortalità e ad assumere comportamenti problematici.
Con successiva lettera del 29.11.2007, prot. 7437/T-A1B (doc. 3) lo stesso INFS segnalava a Provincia di Trento come il recinto di San Romedio non presentasse condizioni ottimali per ospitare permanentemente l’animale.
Il 13 ottobre 2007, Jurka ha dovuto subire un’ulteriore aggressione fisica: è stata sterilizzata, pur in assenza della necessaria autorizzazione ministeriale resa necessaria a tenore di quanto segue: “ogni intervento dovrà essere preventivamente concertato ed autorizzato” (lettera dd. 20 giugno 2007 del Ministero dell’Ambiente). (doc. 4).
Tutto ciò considerato si ritiene che sia stata violata la norma di cui all’articolo 727, comma 2° del codice penale, che vieta la detenzione di animali, in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. Al riguardo non possono non rilevare, qualora dovesse essere ritenuto il comportamento segnalato vietato dalla legge, i pareri dell’INFS, in particolare il secondo, del 29.11.2007, che espressamente riconosce come il recinto ove è rinchiusa l’orsa da mesi “per le limitate dimensioni complessive, le caratteristiche di frequentazione turistica e le caratteristiche tecniche delle recinzioni non presenti condizioni ottimali per ospitare permanentemente l’animale”.
In disparte infatti l’utilizzo dell’aggettivo “ottimale” per spiegare che il recinto non è affatto idoneo, e malgrado l’affermazione (contraddittoria) per cui l’animale potrebbe essere trattenuto nell’attuale luogo per mesi, traspare chiaramente che la soluzione attuale è del tutto inaccettabile. La sottoscritta chiede, perciò, che vengano avviate indagini penali, affinché – ove ritenuto sussistente comportamento integrante fattispecie di reato – i responsabili siano puniti secondo legge.
In considerazione del quadro descritto, sussistono a parere della esponente anche i presupposti e le condizioni per disporre sequestro preventivo, con individuazione, a mezzo del Corpo forestale dello Stato di sistemazione idonea, nelle more del processo e per il futuro, dell’orsa, affinché cessi da subito la permanenza dell’orsa stessa in condizioni affatto incompatibili con le sue caratteristiche etologiche. Nella denegata ipotesi di richiesta di archiviazione della presente notizia di reato, si chiede di essere preventivamente avvisati, al fine di esercitare le facoltà di cui agli articoli 408 e sss. del c.p.p. Segnalo i siti dove prendere visione della narcotizzazione di Jurka del 13 ottobre:

http://trentinocorrierealpi.repubblica.it/multimedia/home/1230282

e dei suoi tentativi di fuga:

http://news.centrodiascolto.it/view/172360/w=jurka/l_orsa_jurka_chiusa_in_gabbia

Si producono i documenti di cui in narrativa. Con osservanza, Anna Maria Pilati Movimento Vegetariano No alla caccia

www.no-alla-caccia.org

Trento, 25 marzo 2008

Jurka, denuncia contro la Provincia: "La detenzione dlel'orsa è un maltrattamento"

L’ipotesi di reato è quella di maltrattamento per «detenzione di animale in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze» e il «reo» sarebbe la Provincia di Trento. E la denuncia arriva dagli animalisti che negli scorsi mesi si sono attivati in tutta Italia raccogliendo 20 mila firme per la liberazione di Jurka rinchiusa nel recinto di San Romedio da ormai nove mesi. Ieri mattina Anna Pilati del movimento vegetariano «No alla caccia» ha presentato l’esposto, nel quale si ipotizzano i maltrattamenti subiti dall’orsa, in Procura a Trento.
Già in seguito alla sterilizzazione dell’orsa avvenuta a fine ottobre con un blitz dei forestali, il veterinario Enrico Moriconi ipotizzò questo tipo di reato perchè, disse: «la sterilizzazione sembrerebbe giustificata dal tentativo di limitare lo stress di un animale libero, sfruttando la sua ben nota azione tranquillizzante, cercando di farle accettare più facilmente la cattività soprattutto quando questa comporta la permanenza in un recinto angusto. La sterilizzazione quindi denuncia un fatto inoppugnabile: il recinto in cui si mantiene Jurka è troppo angusto e pertanto si configurano gli estremi di maltrattamento animale».
E proprio riguardo l’operazione, Anna Pilati sottolinea che è avvenuta «in assenza della necessaria autorizzazione ministeriale resa necessaria a tenore di un documento che obbliga la Provincia a richiedere l’autorizzazione al Ministero per ogni intervento».
L’animale, spiega l’esponente del movimento vegetariano nell’esposto, è madre di tre orsacchiotti e non ha mai aggredito alcun essere umano: «Ha girovagato per il territorio provinciale con un’unica esclusiva ragione vitale: cercare del cibo, specie quando doveva occuparsi di allevare i suoi cuccioli». «La cattura di Jurka - ricorda - era stata autorizzata dal Ministero dell’Ambiente alla condizione che l’orsa fosse collocata in luogo idoneo alle condizioni di vita di un animale abituato a percorrere molti chilometri in un solo giorno. E con la stessa nota il Ministro non riteneva ancora soddisfatte queste condizioni». Riferendosi ai tre figli del plantigrado prima della sua cattura, l’Istituto nazionale della fauna selvatica, sottolineava che in genere individui quasi adulti di orso, privati della madre tendono a presentare elevati tassi di mortalità e ad assumere comportamenti problematici. Ed è proprio quello che sta avvenendo, visto che le autorità svizzere hanno deciso recentemente di impallinare JJ3 qualora si avvicini nuovamente alle abitazioni.
«Sono stata a San Romedio per accertarmi delle condizioni di Jurka - racconta Pilati -. Sta trascorrendo le sue giornate rosicchiando legni, nell’apatia e nella noia più assolute. È chiaro che si tratta di un animale sotto stress per le limitate dimensioni del recinto e per le caratteristiche di frequentazione turistica, anche se non sono mai stati fatti gli esami del sangue per accertare con certezza la situazione di difficoltà psico - fisica...».
Anna Pilati ritiene che sia stato violato l’articolo 727 comma 2 del codice penale per maltrattamenti (punito con l’arresto fino ad un anno o con un’ammenda da mille a diecimila euro)
e chiede che la Procura avvii delle indagini, e «disponga il sequestro preventivo dell’orsa, con individuazione da parte del Corpo forestale dello Stato di una sistemazione idonea, affinché cessi da subito la permanenza di Jurka in condizioni incompatibili con le sue caratteristiche etologiche».

Andrea Bergamo - L'Adige 26.03.2008

Sempre nella stessa pagina del quotidiano, altra notizia:

«Non è stress, si sta adattando»


Il dottor Loris Pazzaglia della clinica Galilei di Prato è il veterinario che il 13 ottobre scorso sterilizzò Jurka. Nella sua relazione, redatta cinque giorni dopo, scrisse: «All’esame obiettivo generale il soggetto si presentava in buono stato di salute, pertanto è stata sottoposta ad immobilizzazione farmacologica. Sono stati eseguiti esami del sangue che sono normali per la specie ed il periodo. Il controllo della cavità orale ha riscontrato alcune patologie dentarie, rottura del canino sinistro trattato in via conservativa da controllare nel caso di una ulteriore anestesia».
Dottor Pazzaglia, secondo lei l’orsa si è rovinata la dentatura da quando è in cattività?
«Tutto può essere, ma devo dire che in natura si possono osservare frequentemente orsi con carie e canini spezzati».
È possibile che l’animale sia sotto stress da quando è "recluso"?
«Per saperlo sarebbe necessario sottoporre l’orsa ad esami soggettivi, fare delle valutazioni di tipo comportamentale».
Il grado di stress è riscontrabile dagli esami del sangue?
«Assolutamente no».
Jurka è passata dal tentare continuamente la fuga al trascorrere le giornate rosicchiando legni, un segnale di stress?
«No, è questione di adattamento. E’ una cosa diversa...»
Che lei sappia, all’orsa sono stati somministrati dei farmaci per tenerla tranquilla?
«Non sono a conoscenza di questa cosa. Di certo nel periodo precedente all’operazione non le fu fatto assumere nulla, perchè sarebbe emerso in sede anestesiologica».

lunedì 3 marzo 2008

Grigioni: JJ3 è sveglio

JJ3, figlio di Jurka è ormai fuori dalla sua fase di ibernazione, anche se non è escluso che possa tornare a dormire nei prossimi giorni quando i meteorologi hanno previsto un drastico abbassamneto delle temperature. LA notizia è stata diffusa dall'ufficio cantonale della caccia dei GrigioniL'orso non è ancora molto attivo, cosa peraltro normale nei primi giorni di risveglio. Anche JJ3 come sua madre è un orso che tende ad avvicinarsi troppo alle zone abitate e alle greggi di pecore e come suo fratello Bruno potrebbe fare una brutta fine vista la tolleranza zero espressa dalle autorità retiche nel momento in cui il plantigrado si avvicini troppo alle zone abitate. JJ3 è dotato di un trasmettitore chissà se forse proprio grazie a questo potrà salvarsi?


giovedì 21 febbraio 2008

San Romedio dice addio a Jurka ma vuole altrio orsi

Pubblico questa mail inviata dagli amici dell'Associazione "No alla caccia" sulla novità dell'area di S. Romedio. Il santuario DOVRA' orspitare altri orsi quando Jurka verrà trasferita nel nuovo recinto di Casteller. Il tutto sotto l'approvazione dei religiosi del santuario. E' ora di finirla! Gli orsi sono liberi e non possono essere rinchiusi solo per attirare turisti! Leggete il testo seguente e se vi sentite abbastanza indignati sotto c'è un bell'elenco di indirizzi email a cui potete scrivere...

Dopo che l'eremo di San Romedio ha ospitato Jurka nella sua fossa, è diventato il simbolo della sua sofferenza, l'emblema del selvaggio imprigionato. L’Apt e i sindaci di Coredo, di Sanzeno e di Romeno vogliono però che altri orsi sostituiscano Jurka quando sarà trasferita al Casteller. Ciò avverrà entro fine marzo. Anche padre Zeno Carcereri che gestisce il santuario condivide lo stesso desiderio. San Romedio ospita gli orsi dal 1955, per ricordare la leggenda del Santo a cui è dedicato l’eremo. Si narra infatti che un certo eremita di nome Romedio, assai devoto al vescovo Vigilio, un giorno volendo fargli visita chiedesse a un discepolo di sellare il cavallo. Questi non riuscì ad adempiere all’incarico in quanto proprio in quel momento un orso stava sbranando il cavallo. Romedio non si turbò e gli ordinò di mettere le briglie all’orso. Il devoto discepolo ubbidì e fu così che il Santo poté compiere il suo viaggio. Molto tempo dopo, ossia nel 1958, il senatore conte Gian Giacomo Gallarati Scotti, membro d'onore del comitato di fondazione del WWF in Italia, comprò l’orso Charlie destinato a morire per la sua pelle e lo donò al santuario di San Romedio. Crediamo che da allora siano stati fatti molti passi avanti nella considerazione dei diritti degli animali. Crediamo che l'eremo di San Romedio non abbia bisogno di un simile biglietto da visita per attirare i turisti. Non vogliamo più associare la sua bellezza all'immagine del dolore di un animale. Chiediamo che anche questo luogo di culto sia coerente con il messaggio di pace e fratellanza che vuole rappresentare. Protestiamo numerosi facendo sapere che diffonderemo attraverso più canali possibili le loro intenzioni.


Alleghiamo gli indirizzi email dell'Apt e dei sindaci dei tre paesi coinvolti.


venerdì 8 febbraio 2008

Orsi vagabondi in sei fuori dal Trentino

Non stanno certo fermi i plantigradi. Ne sanno qualcosa i tecnici del Servizio foreste e fauna della Provincia. Nel corso del 2007 hanno fatto una serie di rilevamenti attraverso analisi genetiche del territorio e tecnologie satellitari. Sono stati 24 gli animali complessivamente rilevati. Si tratta di 10 maschi, 13 femmine e uno indeterminato. I più «mobili« sono stati i giovani esemplari: gli orsi si sono mossi in direzione nord, ovest e sud. Sono soprattutto i maschi a sentire il bisogno di girovagare, di andare fuori dal Trentino. «In particolare oltre i confini provinciali si è registrata con certezza la presenza di almeno sei animali, di 2 o 3 anni di età: JJ3 e MJ4 sono stati individuati in Svizzera, MJ5 e DG2 in Val d'Ultimo (provincia di Bolzano), JJ5 in Val Camonica (Brescia) e KJ2G2 sul Monte Baldo (Verona). Cinque di essi sono stati rilevati geneticamente in Trentino, perlopiù ad inizio primavera, mentre MJ4 è stato trovato sul territorio altoatesino e, nella seconda metà dell'anno, in Svizzera, nell'area dell'Engadina». Ad interessare i medici veterinari è la capacità riproduttiva degli animali presenti nei boschi del Trentino. I maschi maturi sono solo due. «E probabilmente - si legge nel rapporto della Provincia - non se ne avranno di nuovi, almeno per i prossimi due anni. I maschi più anziani studiati nel 2007 (esclusi Joze e Gasper) hanno solo tre anni. Si tratta di MJ4 e MJ5». Risulta che Joze si è riprodotto in cinque annate, mentre Gasper è stato attivo solo nelle ultime due. Il primo si è accoppiato otto volte con sei femmine diverse (per un totale di 17 cuccioli), il secondo sei volte con sei femmine diverse (9 i piccoli). «Daniza e MJ2 sono state le uniche femmine ad essersi accoppiate con tutti e due i maschi». Pare invece che, nel corso degli anni, Kirka, Jurka, Maja e Brenta fossero devote solo al mai domo Joze. Gasper si è invece accoppiato con KJ2, DJ1 e DJ3. Il progetto di reintroduzione della fauna selvatica nell'habitat trentino prevede che si tenga anche un registro di ogni singolo esemplare. «Due delle dieci femmine riprodottesi - si parla di Kirka e Maja - non sembrano essere più presenti. Una terza, Brenta, è morta. E, come detto, Jurka si trova in cattività». Il Servizio foreste e fauna monitora giornalmente lo stato di salute dell'animale, ma fra i compiti della Provincia c'è anche l'individuazione di forme di difesa delle abitazioni e dei greggi. Lo scorso anno l'ente pubblico, in accordo con l'Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs), ha sperimentato nuove forme di intervento. «Per la prima volta sono state fornite a pastori di Malga Valandro delle trombe acustiche, strumenti di dissuasione nei confronti dell'orso». Sono poi stati usati i cani per la protezione delle pecore. «In estate sono state fatte alcune prove con alcuni animali del Centro di coordinamento svizzero per i cani da protezione». Due le razze considerate ideali per la difesa delle greggi: il mastino abruzzese e il cane da montagna dei Pirenei. «Mentre i cani da conduzione riconoscono come loro padrone il pastore, quelli da protezione appartengono al gregge». La Provincia ha poi acquistato sei nuove recinzioni elettrificate, con potenza superiore: 2,5 joule, anziché i tradizionali 0,4 joule»

All'appello mancano sette orsi. L'ipotesi più probabile è che siano stati uccisi
Vittime dei bracconieri


Il saldo della popolazione è attivo. I plantigradi, individuati dagli esperti del Servizio foreste e fauna della Provincia, sono 24. Gli esemplari registrati come assenti sono 12. Uno, si sa, è stato ucciso in Germania, quattro sono morti per cause naturali e sette risultano scomparsi. Sergio Merz, presidente della Lipu, ieri ha partecipato alla presentazione del rapporto 2007 dell'orso in Trentino. «Beh, direi che sette esemplari mancano all'appello. E siccome gli orsi non sono farfalle, direi che qui si tratta di atti di bracconaggio», ha fatto notare. Sulle sparizioni e soprattutto sulle ragioni delle sparizioni non ci sono dati su cui il Servizio foreste e fauna della Provincia può ragionare. La teoria della caccia di frodo, magari messa in atto per mano di qualcuno preoccupato della pericolosità degli animali selvatici, è comunque la più gettonata. Claudio Groff, del Servizio provinciale, è molto cauto. «Certo - commenta - tanta gente ha avuto molta paura delle incursioni di Jurka. Ci sono decine di testimonianze sulla presenza dell'orsa, prossima al trasferimento al Casteler, nei centri abitati». Insomma - fa capire - qualcuno potrebbe essersi mosso di propria iniziativa. Stando ai numeri mostrati dagli esperti, lei era la responsabile numero uno delle preoccupazioni dei residenti nelle zone di montagna. Nel 2006 il plantigrado batteva soprattutto la zona del Brenta Meridionale. Daniza invece ha fatto parlare di sè soprattutto gli abitanti di S.Antonio di Mavignola». «Io - dice Groff - penso che se solo, a suo tempo, la Provincia avesse avuto la possibilità di muoversi in autonomia - più velocemente, senza dovere aspettare il via libera da Roma - noi saremmo potuti intervenire prima. Avremmo potuto procedere alla cattura, evitando quel clima di tensione e di paura che si è andato creando giorno dopo giorno». Ci tiene a ribadire che la collocazione dell'orsa nel recinto del santuario di San Romedio era l'unica soluzione possibile. «Tanti pensano che Jurka sia stata messa in cattività solo perché provocava danni a cose e animali (da quando è stata catturata si è registrato un decremento dei danneggiamenti, da 140 a 80). In effetti è l'animale che ha causato più problemi, ma il motivo vero per cui si è presa la decisione di toglierla dal suo ambiente è che era diventata troppo pericolosa per l'uomo». Insomma si avvicinava troppo di frequente agli insediamenti umani ed aveva sviluppato una certa aggressività. Sull'argomento, nel mondo animalista, c'è diversità di opinioni.. Proprio ieri sera - nel corso della conferenza dedicata ai plantigradi inseriti in Trentino - Maddalena Di Tolla, presidente di Legambiente ha chiesto se si sta lavorando alla reintroduzione dell'orsa nel suo habitat. La risposta è stata negativa.

Fonte: L'Adige 07/02/2008

giovedì 31 gennaio 2008

Tirolo: orsi sconfinanti, L'ENPA si appella all'UE

Il governo regionale austriaco del Tirolo, si è dichiarato favorevole all'uccisione degli orsi definiti “problematici” che, con la fine del letargo, potrebbero ampliare il loro territorio uscendo dall'area protetta. Immediata e netta giunge la risposta della Protezione Animali: «L'Enpa si dichiara nettamente contraria a qualsiasi proposta che comporta l'uccisione degli orsi che sconfinano dal parco Adamello - Brenta e promette una dura battaglia per la loro tutela».
Gli orsi, anche quelli “utilizzati” per i progetti di ripopolamento, sono animali liberi e senza confini, “colpevoli” solo di comportarsi come animali selvatici. Possono compiere piccole scorribande in cerca di frutta o di altro cibo, ma gli eventuali e risibili danni sono in ogni modo rimborsati. Probabilmente, il governo regionale austriaco del Tirolo ritiene necessario “risparmiare” poche migliaia di euro preferendo un metodo cruento, attuato, per giunta, al risveglio del letargo, quando gli animali sono notoriamente più vulnerabili e più visibili poiché in cerca di cibo. «Prima Bruno ucciso, poi Jurka imprigionata, ora le minacce del governo regionale austriaco del Tirolo: per i poveri orsi del Trentino, non c'è pace, e questo dovrebbe far riflettere sulle numerose implicazioni dei progetti di ripopolamento, che devono essere ampliamente condivisi» commenta Andrea Brutti, responsabile Ufficio fauna Selvatica dell'Enpa. «Bisogna assicurarsi non solo che il territorio abbia le caratteristiche idonee per accogliere gli orsi, ma che la loro presenza sia accettata dalla popolazione e, cosa fondamentale, essere in pieno accordo con i governi degli stati confinanti, per garantire la tutela e la sopravvivenza degli animali».
L'Enpa ricorda che gli orsi appartengono all'elenco delle specie rigorosamente protette non solo dalla legislazione italiana, ma anche dalla direttiva numero 92/43 dell'Unione Europea dove figura nell'allegato IV del documento: "Specie animali e vegetali d'interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa".
Pertanto, l'Enpa si appellerà sia al ministero dell'ambiente, invitando l'ente a adoperarsi per impedire la futura strage di orsi, sia all'Unione Europea per fare in modo che le regole esistenti siano rispettate e che gli orsi possano finalmente vivere tranquilli nel loro habitat.

giovedì 24 gennaio 2008

Knut lo psicopatico e gli orsi problematici

"Knut è un orso problematico, è diventato dipendente dagli esseri umani". Ultimamente sembra che associato al nome di ogni orso "famoso" ci sia sempre lo stesso aggettivo: PROBLEMATICO.
Jurka è problematica, Bernardo è (era) problematico, JJ3...problematico e ora pure Knut. Gli orsi in cattività purtroppo rispecchiano la difficoltà di una sana e pacifica interazione fra uomo e natura. Tutti gli animali estrapolati dal loro ambiente diventano alla lunga problematici. Mettetevi nei loro panni, non è difficile per un umano immaginarsi in un'altra città, lontano dalle proprie radici, dai propri affetti, privo di quelle certezze che ci fanno sentire a casa, al sicuro. Noi uomini però siamo capaci di uno spirito di adattamento e di una capacità di astrazione che sono etranei alla maggior parte degli animali. E l'orso (che sia bruno o polare) è uno di questi. Gli orsi dipendono dal loro ambiente naturale per tutte le loro funzioni vitali e non sanno adattarsi ad una gabbia o ad un recinto quando possono avere centinaia di chilometri quadrati di territorio a disposizione. Non ci si rende conto di questo penso, dello spazio che un orso è abituato a coprire durante la sua vita. E noi pretendiamo che in un attimo si adatti a qualche decina di metri quadri, a del cibo in scatola e ai flash dei fotografi con la stessa facilità con cui noi ci abituiamo ad un paio nuovo di calzini. Knut è stato segnato non appena è nato, cuore libero ma corpo in gabbia. Il ghiaccio è cemento, l'oceano una sordida piscina. E Frank Albrecht, autore della frase all'inizio del post scopre l'acqua calda affermando che gli orsi in cattività si dissociano dalla natura. Aumenta il carico poi lo zoologo tedesco Peter Arras, secondo il quale il celebre orso polare è inoltre uno "psicopatico incapace di accoppiarsi". Psicopatico? Incapace di accoppiarsi? Vorrei vedere, mi pare il minimo! Chiuso in una prigione, coccolato quando era una morbita palla di pelo e violentemente isolato quando è diventato un potenziale killer, ormai solo e sicuramente triste...anch'io sarei un orso psicopatico.

Ho la piccola Floke nel cuore, ve lo giuro.

sabato 12 gennaio 2008

Ventitrè orsi «made in Trentino»

Ventitre orsi identificati in Trentino e nelle regioni limitrofe nel 2007, una unità in più del 2006. È quanto risulta dal monitoraggio genetico della popolazione di plantigradi, attività condotta dal Servizio foreste e fauna della Provincia, con il supporto dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica e del Parco naturale Adamello Brenta. Tale monitoraggio lo scorso anno è stato effettuato attraverso la cosiddetta «raccolta opportunistica» dei campioni organici (peli o feci) durante le normali attività di servizio, ad eccezione del territorio del Parco Naturale Adamello Brenta dove, grazie al contributo dell'Ente, è stato realizzato anche il monitoraggio sistematico attraverso l'utilizzo di una rete di trappole per peli. In considerazione della diversa metodologia adottata rispetto all'anno precedente (ossia la raccolta sistematica) i dati disponibili sono solo parzialmente comparabili con quelli relativi al 2006. Nel corso del 2007 sono stati identificati 23 diversi orsi . È possibile che qualche ulteriore animale sia presente, benché non identificato dal monitoraggio genetico. Di questi 23 esemplari, 10 sono maschi , 12 sono femmine , ed uno è di sesso non ancora determinato (si tratta di un cucciolo nato nel corso dell'anno). Tra essi sono presenti anche tutti tre i figli di Jurka, nati nel 2006: i maschi JJ3 e JJ5, localizzati rispettivamente in Svizzera e in val Camonica, e la femmina JJ4, rilevata in Val Genova ad agosto. Almeno 6 animali (tutti maschi giovani) hanno effettuato spostamenti notevoli, frequentando anche territori posti fuori provincia, comportamento peraltro tipico della specie; oltre ai citati JJ3 e JJ5 un ulteriore orso ha frequentato il territorio elvetico, due sono presenti in Sud Tirolo nella zona della val d'Ultimo posta ai confini con la val di Non, ed uno sembra essersi insediato nell'area del monte Baldo veronese. Si ritiene pertanto che siano 17-18 gli esemplari «trentini» ossia che si trovano attualmente all'interno del territorio provinciale. Considerando anche gli spostamenti più lunghi effettuati da alcuni giovani maschi nel corso del 2007, la popolazione di orso presente nelle Alpi centrali, che mantiene il suo cuore nel Trentino occidentale, può considerarsi attualmente distribuita su un'area di oltre 5.000 chilometri quadri, anche se il territorio stabilmente occupato dalle femmine è decisamente più contenuto (1.100 km quadri) e situato all'interno del territorio provinciale. Le cucciolate accertate nel corso del 2007 sono state due, con 3 cuccioli complessivi (dal 2002 si sono avute in totale dunque almeno 13 cucciolate con 27 piccoli). La popolazione di orsi è così divisa in classi d'età: 9 adulti (7 sono femmine e 2 maschi), 11 giovani (4 femmine e 7 maschi) e 3 cuccioli (1 femmina, 1 maschio, 1 indeterminato). Un certo numero di orsi manca invece all'appello. Sono in totale 12 gli animali considerati «mancanti» dal 2002 ad oggi: 4 morti, 1 in cattività, 7 non rilevati per almeno due anni. Si tratta del 33% della popolazione teorica possibile, un dato significativo ma in linea con quelli registrati in altre popolazioni europee di orso. Il quadro generale delinea quindi una popolazione che, pur essendo assai contenuta ed ancora lontana dalla definitiva affermazione, continua la sua lenta crescita. A questo riguardo è interessante registrare che, anche se il numero di animali accertati non è aumentato molto rispetto al 2006 (23 contro 22, in considerazione anche del basso numero di femmine riproduttive - che come noto partoriscono ad anni alterni - presenti nella stagione 2007), si è verificato quest' anno un incremento dell'età media della popolazione. Si è così invertito il trend registrato nel corso degli ultimi anni, in virtù anche di una buona sopravvivenza dei nati del 2006.

Fonte: L'Adige (11/01/2008)

giovedì 20 dicembre 2007

Comunicato stampa dell'Associazione No alla caccia sull'incontro col Presidente Dellai

Finalmente il tanto atteso incontro con Dellai è arrivato. Purtroppo ha completamente distrutto le timide speranze che avevamo per Jurka... lei libera, per Dellai, non lo sarà più! E questo proprio per volontà del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, che ha affermato di aver agito in piena consapevolezza e con senso di responsabilità. Ha anche affermato, che essendo il Trentino una provincia autonoma, ha potuto decidere di rinchiudere Jurka nel recinto di San Romedio, anche senza il permesso del Ministero dell'Ambiente e anche se questo, non l'avrebbe ritenuto adeguato per rinchiudervi un orso selvatico, che è un animale particolarmente protetto dalla legge. Questo è la riprova che non c'è stato alcun rispetto dell'animale e delle sue esigenze...e nemmeno rispetto delle leggi italiane che tutelano l'orso quale animale protetto; Jurka si avvicinava troppo alle case, ha osato entrare in qualche centro abitato, ha cercato cibo nella spazzatura e per questo è stata punita!

A primavera Jurka verrà spostata al Casteller, un altro recinto, grande meno di un campo da calcio, per qualche ora forse potrà sognare di essere di nuovo libera, fino a quando altri fili elettrici e sbarre insuperabili, le faranno capire presto di essere sempre in prigione. Purtroppo sembra che i politici non siano più umani, che abbiano separato il cuore dal cervello, che ragionino solo in termini di dati, di sondaggi, di protocolli, che non siano in grado di ammettere i propri sbagli, che si approprino arrogantemente il diritto di decidere della vita di un essere che non ha commesso alcun crimine. Jurka reclusa, per i politici trentini e responsabili progetto Life Ursus, è un problema piccolo, per noi, associazioni animaliste, è un atteggiamento inaccettabile, che dimostra l’incapacità di andare alla radice dei problemi e risolverli e non semplicemente accontentarsi di accantonarli. Dimostra la mancanza di capacità di provare empatia, di riconoscere il diritto alla vita di ogni essere e di preferire, invece, la via del profitto in termini economici o d'immagine personale. Il Presidente Dellai ha perso le staffe, quando, da noi, gli è stato fatto notare, che la sua decisione di recludere Jurka gli ha tolto consensi, da parte dell’opinione pubblica trentina e non solo e non di certo aggiunti; infatti, ogni persona di buon senso, che abbia un minimo di cuore, ha capito e molti lo hanno dimostrato firmando la petizione per la liberazione di Jurka, che dietro la sua reclusione, si nascondono, da parte dei politici trentini, calcoli egoistici e egocentrici e che dietro al progetto Live Ursus si mischiano interessi, che non tengono in alcun conto del benessere e del diritto alla libertà, degli animali. La sua arrabbiatura dimostra, che è stato colpito in un punto doloso. Vediamo se Dellai riuscirà, ad usare l’intelligenza e cambiare il suo atteggiamento.

Le seguenti domande, che ieri abbiamo anche portato al Presidente Dellai, sono rimaste, fino ad ora, senza una risposta: Che fine hanno fatto i figli di Jurka? Perchè è stata narcotizzata di nascosto il 13 ottobre e la versione ufficiale di quello che le è stato fatto è stata data solo 8 giorni dopo? (Prima nessuno sapeva niente, nemmeno Masè e Zanin, che ieri hanno dichiarato che l'intervento di sterilizzazione è una pratica normale) Cosa faranno quando gli orsi raggiungeranno il numero di 50 unità come previsto dal progetto? Come pensano di contenere le nascite?

Il Presidente Marcello Dell’Eva

domenica 16 dicembre 2007

Fiaccolata per Jurka

TRENTO SABATO 22 DICEMBRE ORE 16.30
FIACCOLATA PER JURKA
E TUTTI GLI ANIMALI COSTRETTI A VIVERE
IN SPAZI RISTRETTI O IN GABBIA

Aprirà il corteo uno striscione con la frase:

"JURKA E' IL SIMBOLO DELLA SOFFERENZA DI TUTTI GLI ANIMALI"

Ritrovo ora 16.30 davanti al Palazzo della Regione (di fronte alla stazione dei treni) e partenza alle ore 17.00. Il corteo si snoderà per le vie del centro storico, dove faremo delle soste per diffondere informazioni sulla sofferenza di Jurka e di tutti gli animali imprigionati nelle gabbie degli allevamenti intensivi, destinati ad essere uccisi brutalmente nei macelli per soddisfare l'ingordigia dell'uomo.

Uniamoci, per dare una voce a Jurka e a tutti gli animali che soffrono a causa dell'egoismo e della freddezza di cuore della maggior parte degli uomini.

Promuovono le Associazioni:
Movimento Vegetariano No alla Caccia, Lav, Lac, Enpa, Animalmente, Oipa.