Questa mattina ho ricevuto una email da parte dal Movimento Vegetariano No Alla Caccia: la lettera riporta un articolo dell'Adige e subito dopo la relativa risposta di Floriana Saracino. La mail è riportata integralmente e volevo porla all'attenzione di tutti voi lettori come esempio di come le cose possano essere diverse se osservate da punti di vista differenti e di come ciò che sia bene per alcuni non lo è per altri. Jurka continua a far parlare di se...
Buongiorno,
vi inoltro per conoscenza l'articolo pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano Adige relativo all'orsa Jurka e di seguito un nostro commento in merito.
Articolo:Fauna La vita nel recinto della Provincia non le ha tolto l'aria curiosa e sospettosa: mangia frutta, verdura e crocchette per cani.
FABRIZIO TORCHIO I primi nove mesi trascorsi nel recinto del Casteller non hanno tolto a Jurka la sua selvaticità. L'orsa, visibilmente rotondetta, non si mostra indifferente alle voci umane mentre ci si avvicina alle sbarre alte quasi cinque metri, protette dai fili elettrici, del recinto del Casteller. Guarda con attenzione, spia i movimenti di chi sta fuori e non perde d'occhio i due occasionali visitatori quando si allontanano. «Mangia soprattutto vegetali e frutta come mele, pere, anche uva in stagione», spiega Claudio Groff, del Servizio foreste e fauna della Provincia. «Per il resto viene alimentata con le crocchette, quelle per i cani, e qualche volta con la carcassa di qualche capriolo investito». In questo periodo il cibo viene messo nella tana ogni due-tre giorni, con il ritorno della bella stagione sarà alimentata una volta al giorno. Jurka dovrebbe avere una dozzina d'anni, visto che ne aveva quattro quando era stata catturata sul Monte Nevoso, nel maggio del 2001, per essere rilasciata in Val di Tovel. Narcotizzata nell'agosto 2006 per rimetterle il radiocollare, dopo le scorribande e degli allarmi destati dalla sua confidente condotta, dieci mesi dopo era stata ricatturata e, nel giugno del 2007, rinchiusa nel recinto di San Romedio. «Subito dopo il risveglio, là Jurka era nervosa - ricorda Groff - e aveva tentato la fuga, cercando di scavare». Ma come al Casteller, anche il recinto del santuario ha una rete elettrosaldata di sicurezza, sotto le sbarre, che toglie ogni speranza. «A San Romedio passava nella tana, al Casteller invece sta sempre all'aperto, ed entra nella tana quasi solo per mangiare», testimonia Groff. Nell'area a due passi da Trento, dispone di quasi 8mila metri quadrati di bosco e prato (7.604 metri, per la precisione), con un laghetto profondo un metro, in un angolo al sole, e praticamente nessuna fonte di disturbo. Al Casteller il silenzio è quasi assoluto, solo qualche rumore sfumato arriva dal trafficato fondovalle. Tutt'attorno alla recinzione, che corre per quasi 350 metri ed è a sua volta circondata dalla vegetazione, si notano le tracce dei camosci e dei caprioli che popolano la vasta conca e che evidentemente fanno visita a Jurka, unico legame con la perduta libertà, al di là delle sbarre. Caprioli e camosci vivono a loro volta in un recinto, quello molto più ampio del vivaio forestale e del bosco, una superficie di svariati ettari di proprietà della Provincia. Il recinto del Casteller, se necessario, può accogliere altri due orsi: la suddivisione degli spazi interni è già predisposta, basta installare le reti di protezione, mentre accanto alle tre tane c'è un locale attrezzato ad uso veterinario.
Ho letto l'articolo da voi pubblicato, e tristezza e sconforto sono tornate a farsi sentire, come accade ogni volta che si parla della situazione nella quale Jurka e' costretta a "vivere" da piu' di un anno.
Io sono stata lì, nel recinto del Casteller e credetemi, mi hanno colpito molte cose, ma tra queste non c'era di sicuro l'aria "curiosa" dell'orsa. Tutt'altro: ferisce e lascia senza parole il suo atteggiamento remissivo e lo sguardo spento, privo ormai di speranza e di vivacita'.
Stiamo parlando di un animale che era abituato a percorrere chilometri e chilometri al giorno, ora costretto a rimanere recluso in uno spazio non piu' grande di un campo di calcio. E' come se un essere umano fosse costretto a vivere in una cabina balneare, tanto per rimanere in tema, visto che nell'articolo si alludeva quasi al trascorrere di una vacanza al mare del povero animale innocente.
Ed invece nella sua gabbia non c'e' nemmeno un laghetto, perche' quello che c'e' li non e' un lago, semmai una pozzanghera. Infatti non mi risulta che Jurka vi si sia mai bagnata. Strano, agli orsi piace l'acqua. Prima della cattura Jurka passava molto tempo nel lago della zona.
Ma forse quest'orsa, che e' stata condannata all'ergastolo pur essendo innocente, alla quale sono stati uccisi i figli, non e' cosi' contenta di stare dove sta, forse e' depressa e vorrebbe di nuovo correre libera, arrampicarsi su un albero che possa sostenere la sua mole (non la sterpaglia che si trova nel recinto). La sua casa ora e'una gabbia elettrificata e' vero.
Chi, uomo o animale, potrebbe essere , non dico contento ma finanche sereno, sapendo di dover passare il resto dei propri giorni in queste condizioni?
Ma non basta, non soddisfatti, vogliamo condannare all'ergastolo altri esemplari meravigliosi come questo , ma certo "basta installare delle reti di protezione ed il gioco e' fatto!
Invece di pensare di rinchiudere altri orsi, dovremmo pensare, tutti, nessuno escluso, a come togliere Jurka da li. Se lo meriterebbe. e ce lo meriteremmo anche noi in quanto esseri umani, se volessimo essere ancora degni di questo nome!
Jurka libera!
Floriana Saracino
Movimento Vegetariano No alla Caccia
Sezione Roma
1 commento:
Stefano
Volevo dire una cosa su Jurka, che va oltre il dispiacere di saperla costretta(prigioniera)in spazi angusti...terribilmente angusti per un animale selvatico, per un orso specialmente...perche' come sanno anche i forestali trentini il Casteller sara' meglio della fossa di S.Romedio ma e' pur sempre una gabbia...
Volevo dire che data per necessaria la rimozione dell'animale per ragioni che hanno una loro logica (non c'e' dubbio che le possibili speculazioni sul suo comportamento erano l'arma migliore di coloro che vogliono eliminare gli orsi dal Trentino)i forestali della provincia di trento e l'ex INFS (Genovesi) potevano cercare di sforzarsi un po'di piu' con la fantasia perche' Jurka, una formidabile fattrice, rinchiusa in un recinto non e' solo una crudelta' ma e'anche un grande spreco ....
Tutti noi sappiamo che uno dei punti deboli dei processi di ricolonizzazione di nuovi territori da parte dei grandi carnivori e' che gli individui che si muovono e colonizzano nuovi spazi sono quasi sempre maschi che rischiano poi di vagare solitari senza essere in grado di riprodursi perche incapaci di incontrare una femmina. Abbiamo una situazione simile in Italia centrale dove i marsicani arrivano in Umbria/Marche(Sibillini) o lasciano i monti marsicani per la Maiella ma in quanto maschi solitari finiscono speso per essere uccisi senza procreare. Ho parlato di cio' con un ricercatore dell'universita' di roma che ha dati che confermano cio' che gia' si sapeva....dei limitati areali delle femmine e dei maschi che invece si spostano anche a grande distanza. Il personaggio, che ovviamente parlava OFF THE RECORD... si chiedeva se non sarebbe stato piu' saggio tentare di favorire queste colonizzazioni, invece che lasciar fare solo a madre natura, catturando e spostando una femmina...magari sui Sibillini ., piuttosto che sulla Maiella o nel Sirente. Ma tutto cio' sembrerebbe irrealizzabile a breve per una serie di ragioni scientifiche e/o politiche che per il momento tralascio. Ma Jurka sarebbe stata perfetta da rilasciare in quell'area del Friuli(parte di un sistema di aree protette interfrontaliere) dove si registra
la presenza piu' o meno stabile di un numero esiguo di orsi bruni provenienti dalla Slovenia (la patria di Jurka !)in larghissima maggioranza giovani maschi per le note ragioni sopra esposte.
Nell'area c'era gia' un team dell'univ. di Udine che si occupa di orsi (Prof. Stefano Filacorda) con il know how necessario per il monitoraggio dell'animale. Si sarebbe dato un'occasione a jurka di tornare nel suo ambiente originario evitandogli la gabbia ed una chance di sviluppo anche al nucleo di orsi friulani che negli ultimi anni sembra languire a causa di mancati nuovi arrivi dalla Slovenia e alla mancanza di nascite dovuta all'assenza di femmine.
Chiedo a Enzo ed agli amici del blog, sicuramente con un bagalio di conoscenze scientifiche piu' ampio del mio cosa pensano di questa ipotesi
Saluti
Stefano
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