"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

giovedì 15 gennaio 2009

Orso bruno fra Pizzone e Castel San Vincenzo

Un orso bruno marsicano sta dando filo da torcere a piccoli contadini e abitanti di Pizzone e Castel san Vincenzo con continue incursioni nei centri abitati. I due comuni molisani si trovano in zona protezione esterna del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, al confine con l'Abruzzo. L'attivita' dell'esemplare, un maschio giovane di circa 4 anni, non e' da ritenersi anomala, poiche' la scarsezza di cibo, nel periodo invernale, lo spinge ad avvicinarsi a centri urbanizzati per reperirlo con facilita' in pollai e orti. E' proprio questa abbondanza che gli preclude la possibilita' di entrare nella fase simile al letargo, con la quale rallenta le attivita' fino alla primavera successiva per non consumare le riserve energetiche. Le preoccupazioni maggiori sono dei due sindaci che temono per l'incolumita' dei cittadini, anche se nessun orso ha mai attaccato un uomo. 'Non si tratta di un orso problematico - spiega Massimiliano Rocco, responsabile Wwf del Progetto orso appennino - ma semplicemente di un orso che fa il suo mestiere, cioe' reperire cibo in abbondanza il piu' facilmente possibile. Basterebbe installare delle barriere elettrificate, fisse, o semplicemente rinforzare le porte dei pollai per scoraggiare il plantigrado. Noi del Wwf siamo a disposizione, come gia' comunicato ai vertici del Pnalm e al Coordinamento territoriale per l'ambiente del Corpo forestale dello Stato, per installare, ove necessario, le recinzioni deterrenti. Chiediamo alle istituzioni preposte uno sforzo maggiore affinche' si eviti di correre sempre ai ripari attingendo ai fondi per gli indennizzi e invece con quei soldi lavorare per mitigare il conflitto tra l'uomo e i grandi carnivori'. Il responsabile del Wwf fa notare che nei versanti laziale e abruzzese del Parco sono state installate 40 recinzioni elettrificate, ma i maggiori risultati sono stati ottenuti attraverso il dialogo con le popolazioni e le amministrazioni locali, spiegando loro che un qualsiasi territorio frequentato dall'orso e' un territorio sano e unico al mondo. 'I maggiori danni alla zootecnia - aggiunge Massimiliano Rocco - derivano dalla omessa custodia del bestiame, lasciato allo stato brado e quindi difficilmente controllabile'. I territori molisani al confine con l'Abruzzo si trovano in contesti naturalistici e ambientali di rara bellezza, con paesi ricompresi in questo scenario l'orso si sente a suo agio e non percepisce il distacco tra il bosco e le aree antropizzate. 'Altra esigenza - conclude il responsabile del Wwf - e' quella di gestire al meglio il territorio, evitando barriere costruite dall'uomo sui corridoi naturalistici, vie predilette dagli orsi per l'esplorazione dell'areale'.

1 commento:

Anonimo ha detto...

da Grizzly: concordo pienamente con quanto espresso dal responsabile Wwf Massimiliano Rocco, con le sue sensate proposte per mitigare i conflitti uomo/orso e soprattutto di focalizzare l'attenzione sull'importanza strategica dei corridoi faunistici- naturalistici di interconnessione tra varie aree protette.
Con l'istituzione di questi corridoi e con la rimozione delle barriere, si favorirebbe una naturale colonizzazione ed un positivo interscambio faunistico tra varie aree.
Saluti da Grizzly.