"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

giovedì 3 luglio 2008

Orso, incontro ravvicinato a Oltre il Colle

A poche centinaia di metri da un esemplare di orso bruno. L'avventura è capitata a due donne calolziesi, un'infermiera, Gabriella S., che svolge la propria attività all'ospedale «Manzoni» di Lecco, e a sua zia, Giancarla B., mentre stavano effettuando un'escursione in Valle Brembana nel pomeriggio di lunedì scorso.
Le due donne, al momento dell'incontro ravvicinato con il plantigrado, si trovavano nel territorio di Oltre il Colle e stavano percorrendo il Sentiero dei fiori, a poca distanza dal rifugio «Capanna 2000». A raccontare la vicenda è Gabriella, madre di due bambini, che abita a Sopracornola, la frazione collinare di Calolziocorte che confina con il comune di Carenno.
«Avevamo programmato questa escursione con mia zia, con l'intento di ammirare i boccioli di fiori del sentiero omonimo. Una camminata che facciamo più volte durante la stagione estiva. Improvvisamente, verso il basso rispetto al nostro punto di osservazione, abbiamo visto una specie di puntino nero sopra la neve».
«In un primo momento - continua la calolziese - non ci siamo resi conto di cosa potesse essere, vista la distanza, ma mentre l'animale si avvicinava verso di noi abbiamo potuto notare che si trattava di un orso, lontano poco più di 500 metri in linea d'aria. Ci siamo subito affrettati con il cellulare a scattare qualche foto dell'animale, mentre si muoveva sulla neve nella zona del sentiero del monte Arera, incurante di essere osservato».
«I suoi movimenti ci sono sembrati piuttosto impacciati forse per la grossa mole, senza curarsi di essere osservato. Poi i suoi passi si sono accelerati e in pochi minuti si è diretto verso il pendio sino a scomparire dalla nostra vista. Prima di allontanarsi è sembrato girarsi verso di noi, e non nascondo che abbiamo avuto un sussulto di paura, anche se eravamo ad una certa distanza».
«Una volta che l'orso si è allontanato - conclude Gabriella -, ci siamo avvicinati alla zona del passaggio dell'animale e sulla neve abbiamo notato le sue grosse orme. In quel momento ci siamo resi conto di avere avuto davvero un'occasione rara, con la gioia di aver potuto ammirare quasi da vicino l'animale che nelle scorse settimane è stato avvistato in altre zone di montagna sia della Bergamasca che nel Bresciano, oltre che in Valtellina. Naturalmente una volta ritornati a Calolziocorte abbiamo raccontato la nostra avventura a familiari e amici».
Molto probabilmente l'animale avvistato dalle due calolziesi è l'esemplare di orso bruno, individuato come «JJ5», protagonista di altri avvistamenti nelle Orobie, in particolare nelle scorse settimane in Valle Seriana. In alcune circostanze agli avvistamenti hanno fatto poi riscontro attacchi a greggi, con lo sbranamento di alcune pecore.
Ormai da vari mesi si parla del ritorno di questo esemplare sulle Orobie, favorito da situazioni ambientali similari al passato, considerato che ancora alcuni esemplari si potevano trovare, sul finire dell'Ottocento, sulle nostre montagne. Un esemplare di questo tipo di orso viene tra l'altro custodito nel museo di scienze naturali del collegio di Celana a Caprino. L'esemplare avvistato dalle calolziesi potrebbe essere figlio di una coppia di orsi portati alla fine degli anni '90 in Trentino: per l'appunto «JJ5», che è poi sconfinato nella Bergamasca.

Fonte: l'eco di Bergamo.it

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