Segnalo un appuntamento imperdibile che sicuramente interesserà molti lettori del blog. Gli amici della Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio e del Centro Studi per le Reti Ecologiche hanno organizzato per sabato 14 novembre alle ore 16.00 presso il Castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio il convegno “L’orso tra scienza e storia”.
All’incontro saranno presenti Feliciano Marzuolo (Sindaco di Pettorano sul Gizio), Stefano D'Amico (Assessore all'Ambiente di Pettorano Sul Gizio), Valentina Lucci (Direttore Riserva Naturale), Pasquale Orsini (Università degli Studi di Cassino e collaboratore della Riserva Naturale), Mauro Fabrizio (Centro Studi per le Reti Ecologiche della R.N. Monte Genzana Alto Gizio), Bruno Andreolli (Università di Bologna) e Paolo Ciucci (Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo - "Sapienza" Università di Roma).
Il convegno, prende spunto da un libro pubblicato recentemente da Michel Pastoureau (L'orso. Storia di un re decaduto, trad. it. di C. Bongiovanni Bertini, Torino, Einaudi, 2008; ed. originale: L'ours. Histoire d'un roi déchou, Paris, Édition du Seuil, 2007) nel quale si ripercorre la lunga storia “simbolica” dell'orso: dalla venerazione come dio e come re degli animali (dal paleolitico all'età feudale) alla lotta contro il suo potere “pagano” e la sostituzione con il leone “cristiano” come re degli animali (dall'età carolingia all'età moderna), fino alla sua rivincita in età contemporanea sotto forma di pelouche.
In occasione del convegno verranno ripercorse le tappe della ricerca scientifica e storica sull’orso e per quanto riguarda la tutela della specie sarà ribadita l’importanza del passaggio culturale da conservazione a piccola scala a rete ecologica.
In riferimento al libro citato verrà inoltre proposta un’indagine storica sul rapporto tra il culto dell’orso in Abruzzo e i festeggiamenti di San Martino. Infatti secondo quanto riportato da Pastoureau, l'11 novembre in gran parte d'Europa i contadini festeggiavano il momento in cui si pensava che l'orso entrasse in letargo nella sua tana. Questo comportamento dell'orso costituiva una immagine simbolica di quel periodo dell'anno: il passaggio dall'esterno all'interno, come avveniva per tutte le attività contadine (il bestiame veniva riportato nelle stalle, il grano veniva riposto al chiuso, gli utensili da lavoro venivano messi al riparo, etc.). I riti per la festa del letargo dell'orso avevano come caratteristica il fatto di essere rumorosi, trasgressivi, spesso a sfondo sessuale, con travestimenti e maschere.
Tuttavia, nel V secolo in molte diocesi della Gallia la data dell'11 novembre cominciò ad essere usata per festeggiare un santo, Martino, piuttosto che il letargo dell'orso.
L'ipotesi di Michel Pastoureau offre l'occasione per riflettere sul prevalente percorso di ricerca fino ad ora seguito per l'interpretazione della festa di san Martino, vale a dire quello relativo ai cicli temporali agrari della cultura storico-tradizionale celtica e greco-romana, per cui i giorni dal 1 all'11 novembre costituirebbero un periodo di passaggio da una stagione all'altra, una sorta di capodanno.
Fermo restando che questo filone di ricerca ha le sue solide basi storico-documentarie e che fino ad ora ha prodotto ottimi risultati, almeno a giudicare dal materiale edito con criteri scientifici, si impone, tuttavia, una domanda: l'ipotesi di Pastoureau può trovare una sua ragion d'essere in area abruzzese? L'unico modo per rispondere a questo interrogativo è la ricerca di prove ed indizi relativi ad una “religione dell'orso” in Abruzzo.
Le possibili vie di indagini che verranno proposte nel convegno, nascono dal rinvenimento di ossa e crani di orso nelle caverne abruzzesi e dal coinvolgimento di un orso nella fondazione dell'abbazia di S. Bartolomeo di Carpineto.
Per informazioni: info@riservagenzana.it
1 commento:
No al progetto fotovoltaico a Pescasseroli http://www.comitatopescasseroli.org./
Aiutiamo gli ultimi orsi a sopravvivere !
Cari amici del Blog avete la possibilita' di dare una mano ai nostri orsi marsicani minacciati ancora una volta dalla stupidita' e dalla avidita' umana! Aderite al Comitato di Pescasseroli (via Internet) che si batte contro la costruzione di una centrale fotovoltaica proprio nel bel mezzo della valle di Pescasseroli....su 33 ettari di pascoli circondati da boschi dove vive l'orso. Boschi che sara' costretto a lasciare se il progetto va avanti. Eolico e fotovoltaico in un Parco Nazionale sono altrettanto devastanti quanto ogni altro insediamento industriale. Volete fare l fotovoltaico ? Fatelo sui tetti di Pescasseroli.....
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