Orso bruno europeo nello zoo di Breslavia (Polonia) |
Il 30 settembre 2013 la carcassa
di un maschio di orso bruno di 5 anni, identificato con la sigla M2, è stata
trovata nei boschi al confine del Parco Nazionale dello Stelvio, in Trentino. L’animale
era stato ucciso giorni prima a fucilate, come accertato dal Servizio Foreste e
fauna della provincia autonoma di Trento.
Duole riconoscere che gli egregi sforzi
di conservazione del nucleo di orsi bruni del Trentino incontra sempre maggiori
resistenza da parte di certa stampa, portavoce di una malsana politica locale
che vuole accreditarsi sulla pelle dell’orso,
suscitando paure ataviche e immotivate contro il plantigrado ed eventualmente
sobillando gli animi di chi decide di far fuoco contro quello che è diventato
un comodo bersaglio per una visione retrograda del rapporto tra uomo e natura.
Se è vero che la penna colpisce
più a fondo della spada, non possiamo astenerci dal dare voce su questo blog a
un’altra idea del rapporto tra uomo e orso che impone il rispetto assoluto per
un animale che è parte della storia d’Italia dalle Alpi all’Appennino, una
storia che non deve soccombere alla becera ignoranza di pochi bruti.
La conservazione dei grossi
carnivori è una sfida di civiltà che il nostro Paese non può permettersi di
perdere per seguire gli esempi malefici di nazioni come la Svizzera.
L’orso bruno è patrimonio di
tutti, compresi gli allevatori. Le immagini di animali domestici vittime della
predazione di grossi carnivori come il lupo e l’orso, ostentate sulle pagine di
certi giornali per invocare la vendetta della “specie eletta” sui “mostri dei
boschi”, provocano in chi ha una minima capacità di discernimento la domanda
legittima: “quale sorte farebbero quelle stesse pecore e vitelli in un
mattatoio?”
1 commento:
grazie per aver riportato la notizia nella cornice del vostro bell'articolo. la conclusione è divina. la risposta, ahimè, sta nel fatto che gli animali sono visti come macchina per soldi, non come esseri dotati di una propria dignità. e che si ragiona non tanto per la vita dell'animale domestico ucciso dall'orso o lupo di turno, quanto per il mancato guadagno che quell'animale ucciso rappresenta. ovviamente prendo le distanze da un simile ragionamento.
vivo in trentino, e accolsi la notizia con dolore e anche un pizzico di vergogna per la mia, di specie.
i dibattiti tra la gente comune sono ampi. e ahimè, si finisce sempre a evocare presunte imminenti tragedie, uomini che "prima o poi" verrebbero sbranati, ecc.
l'armgomentazione più incredibile, che pure viene sostenuta, è "l'orso in trentino non è mai esistito. si fa solo propaganda e si impone alla gente un animale che viene dalla slovenia". si commenta da sè. ma il problema è che la metà trentina che è contro l'orso, ci crede veramente.......
poveri orsi....
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