Gli orsi trentini sono avvisati: se andranno a finire nel Tirolo austriaco e causeranno problemi, potranno fare la fine del loro collega Bruno, ucciso nel giugno 2006 in Baviera dopo una lunga caccia iniziata appunto in territorio austriaco. La possibilità di abbattere plantigradi problematici non è una novità. È prevista nel protocollo del progetto Life Ursus e, in casi estremi, vi possono far ricorso anche i forestali trentini. In Tirolo, e in generale nel mondo tedesco, per compiere una simile operazione è però necessaria l'autorizzazione del proprietario del fondo o della riserva di caccia in cui si trova l'animale. Ora, e qui sta la novità, il governo regionale ha deciso che questo «lasciapassare» non è più necessario. In tempo per l'imminente avvio della primavera, con l'uscita degli orsi dal letargo invernale e con l'ipotesi di nuovi sconfinamenti dal parco trentino dove da anni è in atto il piano di ripopolamento Life Ursus, gli amministratori regionali hanno stabilito che gli orsi che dovessero causare problemi, potranno essere individuati, catturati ed, eventualmente, abbattuti da specialisti. Per giungere alla decisione estrema occorrerà comunque il placet di varie istanze locali, dall'avvocato dell'ambiente, all'Ombdusman per la tutela degli animali, al Capo guardacaccia regionale. I proprietari delle riserve di caccia e dei pascoli non potranno però più opporsi all'abbattimento dei plantigradi, come avvenne invece nel 2006 quando Bruno venne graziato proprio dal proprietario di un fondo austriaco, trovando poi la morte qualche settimana dopo in un bosco della Baviera. Contro la scelta del Tirolo, definita «sconcertante», si scaglia il Wwf: «Anche se l'uccisione di un orso dovesse essere frutto di una decisione congiunta tra più soggetti, rimane una soluzione incomprensibile perché negherebbe di fatto tutti gli sforzi di conservazione di questa specie finora compiuti». Per il Wwf la convivenza con l'orso è possibile, funzionale alla conservazione della biodiversità, utile per il turismo ed il rilancio dell'agricoltura di montagna, e con semplici accorgimenti si possono ridurre di molto i danni a colture e cose. Ma, afferma il Wwf «va gestita con l'aiuto di tutti ed i nostri avvocati dell'orso possono essere un utile strumento che contribuisce a migliorare il rapporto uomo-orso. Per questo l'ipotesi avanzata dal Tirolo ci lascia esterrefatti». Smorza invece i toni Maurizio Zani, dirigente del servizio fauna della Provincia autonoma: «La decisione del governo del Tirolo non riguarda la strategia di gestione faunistica. Era infatti già prevista la possibilità di cattura e abbattimento di orsi problematici. Non c'è dunque nessun irrigidimento nella linea di condotta. La modifica riguarda più gli aspetti organizzativi interni. Lì c'è un rapporto diverso tra la struttura centrale e chi gestisce le riserve di caccia. Per muoversi sul territorio c'era bisogno di acquisire l'autorizzazione dei proprietari e questo costituiva un impedimento di tipo logistico. La modifica della legge della caccia ora sottrae da questo obbligo. In momenti di crisi si potranno muovere con più autonomia». Ma attualmente ci sono orsi fuori dal nostro territorio provinciale? «Prima di andare in letargo, c'erano stati segnalati uno o due orsi in Svizzera e due orsi in Alto Adige in zone però vicino al confine con il Trentino. Sono lontani dal Tirolo, è più facile che arrivino nel Voralberg». Gli orsi sono ancora in letargo? «Grazie a Dio non c'è nessuna segnalazione. È tutto tranquillo». Quando trasferirete Jurka nel nuovo recinto del Casteller? «In primavera. Ora è anche lei in stasi ed è meglio non andare a disturbarla». "
Fonte: L'Adige (30.01.2008)
Ringrazio Misty per la segnalazione
Fonte: L'Adige (30.01.2008)
Ringrazio Misty per la segnalazione
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