Avevo già parlato di questo progetto in un post precedente, che ora, a quanto pare, si sta trasformando in realtà.
Una tradizione vecchia di 500 anni assurge a nuova vita: lunedì sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo parco per gli orsi della capitale svizzera. Il muro dell'attuale fossa (foto a sinistra) dove sono rinchiusi i plantigradi è stato simbolicamente trapanato: una galleria permetterà agli orsi di accedere al nuovo parco, sulle rive dell'Aar.
Una tradizione vecchia di 500 anni assurge a nuova vita: lunedì sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo parco per gli orsi della capitale svizzera. Il muro dell'attuale fossa (foto a sinistra) dove sono rinchiusi i plantigradi è stato simbolicamente trapanato: una galleria permetterà agli orsi di accedere al nuovo parco, sulle rive dell'Aar.
La nuova casa degli orsi si estenderà su 6'500 metri quadrati, una superficie dieci volte più grande di quella dell'attuale fossa."Potranno vivere come dei veri orsi, anche se rimarranno in mezzo a una città", sottolinea Barbara Hayoz, membro dell'esecutivo cittadino e soprannominata "madre degli orsi", per il suo impegno a favore di questa nuova infrastruttura.Quando il parco aprirà le sue porte nel 2009, i visitatori potranno ammirare i plantigradi dalla terrazza nei pressi della fossa, nonché da un sentiero che costeggia il fiume Aar. Gli orsi potranno pure bagnarsi e pescare nel fiume.
Gli ideatori del parco hanno messo l'accento sulla sicurezza. Le inondazioni del 2006 sono infatti ancora in tutte le memorie. All'epoca, grazie alle acque alte, dei castori erano riusciti a fuggire dallo zoo. "Se necessario potremo farli rientrare nella fossa attirandoli con del cibo", spiega il direttore dello zoo Bernd Shildger. La fossa può ospitare 12 plantigradi. Oggi sono solo due: Pedro e Tana, fratello e sorella, nati nel 1981. La speranza è che siano loro i primi a poter approfittare del nuovo parco. A Pedro e Tana andrà ad aggiungersi un terzo esemplare, una femmina che attualmente si trova allo zoo di Berna. Lo zoo di Helsinki, dal canto suo, dovrebbe inviare un maschio.
Il progetto per un nuovo parco (a sinistra) è nell'aria da diversi anni. Il progetto originale – dal costo di 16 milioni di franchi – era però considerato troppo caro. Quando nel 2005 ha preso le redini del dicastero cittadino della sicurezza, dell'ambiente e dell'energia, Barbara Hayoz ha deciso di tirarlo fuori dal cassetto, ridimensionandone i costi (10 milioni di franchi) e lanciando un appello ai donatori privati. Un appello che ha dato i suoi frutti: diverse società, organizzazioni e privati cittadini hanno infatti finanziato il progetto. Grazie a una corsa podistica organizzata in favore degli orsi sono pure stati raccolti quasi 240'000 franchi. La popolazione della città ha dal canto suo plebiscitato il progetto: ben l'88% dei votanti lo ha infatti accettato in votazione popolare il giugno scorso.
La fossa degli orsi è una vera attrazione nella capitale, non solo per i turisti, ma per gli stessi bernesi. La figura dell'orso è del resto molto radicata nei costumi locali. Il carnevale, ad esempio, inizia con la liberazione dell'orso: una persona travestita viene lasciata andare su uno dei vecchi ponti della città. Nel corso degli anni le critiche di cui è oggetto la fossa – costruita nel 1857 e terribilmente angusta – si sono vieppiù amplificate. Alcuni miglioramenti sono stati effettuati nel corso degli anni '90. Insufficienti agli occhi dei più. Proprio prima della riapertura della fossa ristrutturata, alcuni hanno coniato lo slogan "Liberati gli orsi!". Uno slogan non nuovo a dire il vero. Si dice infatti che Lenin – che prima della Rivoluzione russa del 1917 visse per sei anni in Svizzera – amava gettare delle carote agli orsi e soleva gridare: "Gli orsi devono essere liberati!". Un desiderio che ormai a quasi un secolo di distanza sta almeno in parte avverandosi.
fonte: swissinfo, Julia Slater
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)
Gli ideatori del parco hanno messo l'accento sulla sicurezza. Le inondazioni del 2006 sono infatti ancora in tutte le memorie. All'epoca, grazie alle acque alte, dei castori erano riusciti a fuggire dallo zoo. "Se necessario potremo farli rientrare nella fossa attirandoli con del cibo", spiega il direttore dello zoo Bernd Shildger. La fossa può ospitare 12 plantigradi. Oggi sono solo due: Pedro e Tana, fratello e sorella, nati nel 1981. La speranza è che siano loro i primi a poter approfittare del nuovo parco. A Pedro e Tana andrà ad aggiungersi un terzo esemplare, una femmina che attualmente si trova allo zoo di Berna. Lo zoo di Helsinki, dal canto suo, dovrebbe inviare un maschio.
Il progetto per un nuovo parco (a sinistra) è nell'aria da diversi anni. Il progetto originale – dal costo di 16 milioni di franchi – era però considerato troppo caro. Quando nel 2005 ha preso le redini del dicastero cittadino della sicurezza, dell'ambiente e dell'energia, Barbara Hayoz ha deciso di tirarlo fuori dal cassetto, ridimensionandone i costi (10 milioni di franchi) e lanciando un appello ai donatori privati. Un appello che ha dato i suoi frutti: diverse società, organizzazioni e privati cittadini hanno infatti finanziato il progetto. Grazie a una corsa podistica organizzata in favore degli orsi sono pure stati raccolti quasi 240'000 franchi. La popolazione della città ha dal canto suo plebiscitato il progetto: ben l'88% dei votanti lo ha infatti accettato in votazione popolare il giugno scorso.
La fossa degli orsi è una vera attrazione nella capitale, non solo per i turisti, ma per gli stessi bernesi. La figura dell'orso è del resto molto radicata nei costumi locali. Il carnevale, ad esempio, inizia con la liberazione dell'orso: una persona travestita viene lasciata andare su uno dei vecchi ponti della città. Nel corso degli anni le critiche di cui è oggetto la fossa – costruita nel 1857 e terribilmente angusta – si sono vieppiù amplificate. Alcuni miglioramenti sono stati effettuati nel corso degli anni '90. Insufficienti agli occhi dei più. Proprio prima della riapertura della fossa ristrutturata, alcuni hanno coniato lo slogan "Liberati gli orsi!". Uno slogan non nuovo a dire il vero. Si dice infatti che Lenin – che prima della Rivoluzione russa del 1917 visse per sei anni in Svizzera – amava gettare delle carote agli orsi e soleva gridare: "Gli orsi devono essere liberati!". Un desiderio che ormai a quasi un secolo di distanza sta almeno in parte avverandosi.
fonte: swissinfo, Julia Slater
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