"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 29 settembre 2010

Lettera di Jill Robinson ad un allevatore di orsi

Caro allevatore,

mentre eravamo impegnati a Shandong nel salvataggio dei tuoi orsi, ti ho sentito dire a qualcuno del nostro staff cinese che ti sentivi triste nel vedere gli orsi a terra durante le visite mediche. Ora, con gli orsi liberi dalle gabbie, potevi davvero renderti conto delle loro ferite. Posso immaginare che cosa ti è passato per la mente quando hai visto Oliver e i suoi ridicoli fianchi deformi, quando finalmente hai compreso che trent’anni in una gabbia l’hanno trasformato in un grottesco orso “nano”.Posso anche immaginare quello che hai provato osservando le ferite aperte e sanguinanti nell’addome di molti orsi che giacevano addormentati sul telone impermeabile, mentre il nostro team effettuava i controlli medici necessari per determinare le loro condizioni di salute. Le rotte e disperate forme di questi orsi ti hanno portato a provare uno strano senso di colpa.Ti sei ricordato che solo poche ore prima del nostro arrivo, avevi strappato i metal jacket dai loro corpi e persino cercato di estrarre i cateteri in lattice dalle loro cistifellee, dopo esserti servito di questi strumenti per mungere la loro bile negli ultimi dieci lunghi anni. Uno di questi orsi l’abbiamo chiamato Kylie.Rinchiusa nella sua gabbia, questo bellissimo esemplare femmina di orso color bruno-ramato, a stento riusciva a stare in equilibrio sulle ginocchia e i gomiti. Incapace di appoggiare l’addome, se ne stava rannicchiata per ore, riuscendo a respirare con difficoltà a causa del dolore lancinante. Giunti alla sua gabbia e quasi con misericordia, le abbiamo somministrato un anestetico per aiutarla a dormire, almeno per qualche ora.Non appena hai notato quell’area del suo corpo infetta, l’ernia che circondava la sua bile purulenta, ti sei accorto anche tu come noi che il catetere in lattice era seghettato ai bordi perchè brutalmente strappato dalla sua cistifellea danneggiata e sanguinante?E le cicatrici del metal jacket attorno al suo diaframma e al collo, che hanno causato scabbia, irritazione della pelle e perdita del pelo?Hai notato le orribili condizioni dei suoi denti, non appena i nostri veterinari con attenzione hanno aperto la bocca per scoprire le labbra corrose dai canini neri e marci, segati all’altezza delle gengive?Hai visto il cibo in putrefazione in quei denti, annusato il fetore di quelle povere labbra maltrattate, nervi e carni scoperte che provocavano di certo terribile dolore?Mi domando come ti sentiresti se sapessi che Kylie è morta.Settimane di tenere e amorevoli attenzioni, numerose operazioniper curare le sue ferite addominali e rimuovere 19 denti in putrefazione – persino le benedizioni dei monaci buddisti – tutto è stato inutile alla fine – il suo corpo ha ceduto e Kylie si è dovuta arrendere a quegli anni di abusi nella tua fattoria.Parole forti, forse, da chi avrebbe dovuto ringraziare perchè Kylie finalmente aveva ricevuto le nostre cure e una dolce morte, per dimenticare decenni di terrore e riposare finalmente in una pace misericordiosa.Ma quanta sofferenza, ancora una volta, nel vedere il nostro tavolo operatorio trasformarsi in una lapide, dove il nostro team, con il cuore spezzato, asporta da un orso morto campioni di tessuto, così fondamentali per la nostra ricerca, e piange un animale sfruttato nella più totale indifferenza per biechi scopi di profitto. Se quello che hai detto al nostro staff è vero, ti unirai a noi nella denuncia di questo traffico, ammettendo – come ormai dovresti aver chiaro nel tuo cuore – la realtà di un commercio che tortura e uccide questi stoici animali?E’ troppo tardi per aiutare Kylie, ma se tu riflettessi onestamente sulle fattorie della bile oggi, settembre 2010, forse le tue parole potrebbero ancora aiutare centinaia di povere creature come Kylie che pazientemente aspettano la tua testimonianza.

R.I.P. Kylie. Da tutti noi che ti abbiamo amata.

Jill Robinson

Tratto da : http://www.orsidellaluna.org/2010/09/lettera-ad-un-allevatore-di-orsi/

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