Un tratto dell'Autostrada dei Parchi |
È di ieri la dura risposta della società concessionaria Strada dei Parchi Spa all’annuncio dell’Associazione Salviamo l’Orso di ricorrere alle vie legali in merito all’investimento di un esemplare maschio di orso bruno marsicano sulla A24, nei pressi del casello di Tornimparte, nell’aprile scorso. La Società Strade dei Parchi Spa accusa l’associazione Salviamo l’Orso di non aver tentato il dialogo, mentre l’Associazione sostiene che è stata la Spa a non aver risposto ai propri inviti a incontrarsi per proporre misure per la messa in sicurezza dei tratti più a rischio per la fauna selvatica e, quindi, per gli automobilisti.
Onestamente è difficile credere che una piccola associazione di
volontari dichiari guerra a una società come Strada dei Parchi senza prima
tentare la via del dialogo e della mediazione. È molto più credibile che la
Holding non abbia voluto rispondere, credendo che il silenzio fosse l’arma più
efficace con la “pulce che ha la tosse”. La prevedibile distrazione della
Società trapela anche dalla sua risposta al comunicato stampa di Salviamo
l’Orso, dal momento che accusa l’associazione in difesa del plantigrado delle
nostre montagne di denunciare una presunta “strage degli orsi”, mentre di orsi
sulle autostrade “dei Parchi” (A24 e A25) ne sono morti SOLO DUE dal 1971 ad
oggi. Ci consta che l’Associazione Salviamo l’orso non ha MAI parlato di strage
di orsi, ma tutt’al più di strage di animali selvatici nel tratto autostradale
in questione e sulle autostrade dei parchi in generale. Episodi di investimento
di specie protette e non, e perfino di cani da caccia, sono riportati anche dalla stampa locale e testimoniati dalle denunce di cittadini e amministratori.
La loro causa è da attribuire alla scarsa manutenzione di recinzioni inadatte a
interdire l’accesso di animali come cervi e orsi perché basse, o addirittura
lacerate in alcuni punti da vanificare del tutto il proprio effetto barriera,
rappresentando un rischio per gli utenti dell’autostrada più cara d’Italia e per la fauna. Inoltre, la risposta
di Strada dei Parchi minimizza colpevolmente il tributo di sangue che in 42
anni ha chiesto alla specie Ursus arctos
marsicanus su una popolazione che da decenni lotta per non scomparire.
Insomma, al danno si aggiunge la beffa di chi mostra di avere a cuore solo il
profitto. Occorre ricordare che sono proprio gli alti costi di gestione a
motivare i pedaggi estremamente onerosi per gli utenti di Strada dei Parchi,
utenti ai quali non è garantita nemmeno un’adeguata sicurezza poiché la probabilità
di investire un orso è di 2 su 42 anni. Purtroppo quella di investire cervi e
cinghiali può essere molto più alta, con conseguenze potenzialmente tremende
per gli automobilisti, come poteva esserlo per il guidatore che ha investito il
plantigrado lì dove non avrebbe mai dovuto trovarsi.
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