"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 10 marzo 2008

Bernardo non riposa ancora in pace....


Qualche giorno fa ho inviato (senza successo) una lettera all'Avvocato Stefani, nominato avvocato dell'orso in merito al caso Bernardo. Ecco il testo:

Egregio Avvocato Stefani,
la contatto in merito al caso "Orso Bernardo". Ho appreso tempo fa dai media che lei è stato nominato "avvocato dell'orso" nel corso delle indagini sulla morte del plantigrado. Dopo sei mesi di accuse, indagini, capri espiatori ed ipotesi, a che punto siamo? Tutti hanno dimenticato che ancora non c'è un vero e proprio colpevole e che il crimine non è ancora stato punito. Non mi giudichi un animalista integralista, sono distante da quel tipo di pensiero, sono solo un abruzzese che ama la sua terra e gli orsi, deluso ed indignato da una classe politica e dirigente buona solo a versare lacrime di coccodrillo e a caricarsi di buoni propositi sempre a fatto avvenuto. Immagino che se le indagini sono ancora in corso sicuramente saranno soggette a segreto. A titolo personale le chiedo quindi solo la conferma che questa triste vicenda non sia stata dimenticata e che un giorno il colpevole di questo gesto sarà punito. La ringrazio a nome di tutti gli amanti degli orsi per quello che sta facendo e per quello che ha fatto. Confido in una sua risposta e la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.

Oggi con mia gioia leggo su PrimaDaNoi che non sono l'unico a pensarla così:

«Sono passati poco più di 5 mesi e dopo il fiume di parole sembra che non sia rimasto niente. Non vorremmo che la coltre nevosa che oggi ricopre le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sia anche un velo con il quale si ricopre la tragedia accaduta in Abruzzo solo alcuni mesi fa con l’uccisione premeditata di 3 orsi e decine di altri animali tra cui lupi, volpi, ecc».

Il Wwf ritorna sulla tragedia degli orsi avvelenati che ha fatto tanto scalpore in tutto il mondo e lancia l’allarme perché la primavera è alle porte ma forse nontutte le misure di sicurezza sono state attivate nel frattempo.
L’Associazione e tutta la società civile che si indignò per la morte dell’Orso Bernardo e degli altri animali ancora oggi rimangono in attesa di conoscere «a quali conclusioni siano giunte le indagini promosse dalla magistratura inquirente e cosa sia stato fatto per punire i colpevoli ed evitare che eventi del genere si ripetano».
Dopo la morte dei 3 orsi la Regione Abruzzo ed altri Enti hanno continuato a realizzare (e pagare…) altri convegni, altri stand e altre consulenze ma non sembra che tali iniziative abbiano dato alcun risultato.
«L’unica novità organizzativa», dice il Wwf, «riguarda l’ Ente Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise che, nonostante alcune polemiche strumentali, finalmente da pochi giorni può contare su un Direttore, l’unico tra quelli dei Parchi nazionali abruzzesi nominato secondo le procedure previste dalla Legge Quadro sulle aree protette».
Il Wwf chiede al neo Direttore del PNALM, Vittorio Ducoli, un «immediato impegno ed una azione concreta per smascherare i responsabili dell’eccidio degli orsi e per evitare il ripetersi di tali fatti».
L’Associazione, è stato detto questa mattina in una conferenza stampa, ha il timore che il tempo faccia dimenticare quanto accaduto e che «a tutti i buoni propositi ed alle dichiarazioni fatte nelle settimane successive a quel tragico evento non seguano i fatti concreti. Il pericolo è che non si riesca a dare un volto e un nome a chi ha compiuto un così efferato crimine e che niente venga fatto per rendere possibile un maggiore controllo sul mercato dei veleni ed in generale di tutte quelle sostanze che oggi vengono utilizzate in Italia per uccidere la nostra fauna».

Il WWF torna a porre le domande ancora oggi senza risposta: a che punto sono le indagini?
Come ci si è organizzati per aumentare il controllo del territorio?
Cosa si è fatto per migliorare la filiera del mercato dei veleni e dei prodotti nocivi?
Quali azioni sono state compiute per garantire un maggiore controllo della vendita e detenzione dei veleni?
Si darà piena applicazione alla Direttiva 91/414/CEE, definendo anche un puntuale schema sanzionatorio al fine di garantire un uso legale controllato dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura?
Un controllo efficace su questo settore è indispensabile per evitare che lo straordinario patrimonio faunistico italiano si impoverisca sempre di più. Ogni anno sono migliaia gli animali che vengono uccisi dall’uso illegale di veleni, molti dei quali sono prodotti fitosanitari che si trasformano in micidiali cocktail velenosi. L’ultimo caso, segnalato poche settimane fa, riguarda Taranta Peligna, un paese del Parco Nazionale della Majella, dove diversi animali domestici sono stati uccisi in questo modo barbaro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono passati più di cinque mesi ma il tempo non ha guarito niente, provo esattamente lo stesso dolore... Enzo, non abbandonare questo caso, è troppo importante per tutti noi, è la questione di principio. Per contrastare un'male bisogna capire le sue radici . Grazie di cuore per aver parlato a nome di tutti noi!