Un appuntamento da non perdere per quanti si interessano di mitologia e, in particolare, della simbologia dell’orso, particolarmente avvincente nelle culture del Grande Nord.
La mostra Orsi e Sciamani inaugurata il 30 novembre nelle sale del Museo di Storia Naturale in Borgo degli Albizi, a Firenze è stata realizzata con la collaborazione dell’Università di Helsinki. Resterà aperta fino al 29 febbraio.
Sciamanesimo e culto dell’orso fanno da filo conduttore in un viaggio verso il fascinoso, mitico grande nord. Il percorso della mostra ricostruisce attraverso: maschere rituali, strumenti musicali, statue, immagini la presenza dell’orso nelle culture artiche e subartiche, i cui miti e i caratteri antropologici sono caratterizzati dal culto di animali particolarmente significativi e potenti, come l’orso.
L’ identificazione tra l’uomo e orso, patrimonio della cultura sciamanica, simboleggia il rapporto contraddittorio dell’uomo con la natura, infatti, l’orso è temuto ma anche ammirato e guardato con simpatia da tutti i popoli della galassia uralo-altaica.
Nell'allestimento della mostra si sviluppano i temi dello sciamanesimo tra i popoli del nord, insieme alla pratica dell'uccisione rituale dell'orso, diffusa dall’Europa all'Asia artica fino agli Ainu di Hokkaido.
L’orso è temuto e rispettato, ucciso e venerato. Infatti, occorreva placare l’ira dell’animale sacro perché è importante che gli orsi uccisi siano in pace con la comunità. In quanto essi hanno aspetti terrificanti e altri “positivi”, come il coraggio, la lealtà.
Questo animale, così amato dai popoli di tutto il mondo, simboleggia una rinascita continua della natura. L’orso ha un orologio biologico che lo fa uscire dal letargo all’inizio di ogni primavera, risvegliandosi insieme ai fiori e alle piante.
La Siberia e, in particolare, la parte centrale, abitata dai Tungusi è la culla dello sciamanesimo, poi diffuso presso le culture dell’Asia centrale, dell’America settentrionale e dell’Oceania. Lo sciamano è il depositario dei saperi di quei popoli caratterizzati da uno stretto rapporto con la natura. È, infatti, la persona che maggiormente riesce a vivere in spiritualità con il mondo naturale circostante, conoscendo le regole di equilibrio e armonia. I suoi saperi spaziano dalla mitologia alla medicina. Sciamanesimo e culto dell’orso appartengono a società intimamente collegate alla natura e agli equilibri delle forze che la compongono. Il patrimonio contenuto in un museo di storia naturale non può che essere utilizzato in direzione di un allargamento della conoscenza. Questo in fondo è il fine ultimo di questa mostra.
In un mondo spesso distruttivo di culture locali, può costituire un contributo al rapporto armonico uomo-ambiente, indispensabile per la salvaguardia del nostro pianeta e della sua articolata diversità. La mostra si avvale del ricco materiale, della sezione di Antropologia ed Etnologia del Museo di Storia Naturale insieme ai reperti provenienti dalle collezioni finlandesi. Oggetti che sono una testimonianza etnologica rarissima.
Molti reperti e documenti conservati a Firenze provengono da viaggi intrapresi nella seconda metà dell'ottocento da Stephen Sommier e Paolo Mantegazza. I due scienziati viaggiarono insieme attraverso la Lapponia nel 1879. Nel 1880 Sommier intraprese un altro viaggio verso nord che lo avrebbe portato a conoscere la parte della Siberia artica. Gli Ainu di Hiokkaido sono documentati con rarissimi reperti donati al Museo da Fosco Maraini, una collezione scientificamente importantissima.
La mostra è affiancata da un fitto calendario di eventi collaterali, che includono conferenze, visite guidate, proiezioni di film, eventi tutti dedicati ai bambini e laboratori speciali per le scuole.
La mostra Orsi e Sciamani inaugurata il 30 novembre nelle sale del Museo di Storia Naturale in Borgo degli Albizi, a Firenze è stata realizzata con la collaborazione dell’Università di Helsinki. Resterà aperta fino al 29 febbraio.
Sciamanesimo e culto dell’orso fanno da filo conduttore in un viaggio verso il fascinoso, mitico grande nord. Il percorso della mostra ricostruisce attraverso: maschere rituali, strumenti musicali, statue, immagini la presenza dell’orso nelle culture artiche e subartiche, i cui miti e i caratteri antropologici sono caratterizzati dal culto di animali particolarmente significativi e potenti, come l’orso.
L’ identificazione tra l’uomo e orso, patrimonio della cultura sciamanica, simboleggia il rapporto contraddittorio dell’uomo con la natura, infatti, l’orso è temuto ma anche ammirato e guardato con simpatia da tutti i popoli della galassia uralo-altaica.
Nell'allestimento della mostra si sviluppano i temi dello sciamanesimo tra i popoli del nord, insieme alla pratica dell'uccisione rituale dell'orso, diffusa dall’Europa all'Asia artica fino agli Ainu di Hokkaido.
L’orso è temuto e rispettato, ucciso e venerato. Infatti, occorreva placare l’ira dell’animale sacro perché è importante che gli orsi uccisi siano in pace con la comunità. In quanto essi hanno aspetti terrificanti e altri “positivi”, come il coraggio, la lealtà.
Questo animale, così amato dai popoli di tutto il mondo, simboleggia una rinascita continua della natura. L’orso ha un orologio biologico che lo fa uscire dal letargo all’inizio di ogni primavera, risvegliandosi insieme ai fiori e alle piante.
La Siberia e, in particolare, la parte centrale, abitata dai Tungusi è la culla dello sciamanesimo, poi diffuso presso le culture dell’Asia centrale, dell’America settentrionale e dell’Oceania. Lo sciamano è il depositario dei saperi di quei popoli caratterizzati da uno stretto rapporto con la natura. È, infatti, la persona che maggiormente riesce a vivere in spiritualità con il mondo naturale circostante, conoscendo le regole di equilibrio e armonia. I suoi saperi spaziano dalla mitologia alla medicina. Sciamanesimo e culto dell’orso appartengono a società intimamente collegate alla natura e agli equilibri delle forze che la compongono. Il patrimonio contenuto in un museo di storia naturale non può che essere utilizzato in direzione di un allargamento della conoscenza. Questo in fondo è il fine ultimo di questa mostra.
In un mondo spesso distruttivo di culture locali, può costituire un contributo al rapporto armonico uomo-ambiente, indispensabile per la salvaguardia del nostro pianeta e della sua articolata diversità. La mostra si avvale del ricco materiale, della sezione di Antropologia ed Etnologia del Museo di Storia Naturale insieme ai reperti provenienti dalle collezioni finlandesi. Oggetti che sono una testimonianza etnologica rarissima.
Molti reperti e documenti conservati a Firenze provengono da viaggi intrapresi nella seconda metà dell'ottocento da Stephen Sommier e Paolo Mantegazza. I due scienziati viaggiarono insieme attraverso la Lapponia nel 1879. Nel 1880 Sommier intraprese un altro viaggio verso nord che lo avrebbe portato a conoscere la parte della Siberia artica. Gli Ainu di Hiokkaido sono documentati con rarissimi reperti donati al Museo da Fosco Maraini, una collezione scientificamente importantissima.
La mostra è affiancata da un fitto calendario di eventi collaterali, che includono conferenze, visite guidate, proiezioni di film, eventi tutti dedicati ai bambini e laboratori speciali per le scuole.
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