E' presso le genti del nord Europa che l'orso assume un simbolismo religioso e sociale molto profondo. L'orso (artios) presso i Celti era simbolo della classe guerriera e dell'autorità temporale. La Dea Artio (nella figura a lato) era venerata dai Celti. Berna, centro di culto dei Celti, identificava l’orso con la Dea e lo scelse proprio come simbolo. I Celti continuarono a gestire il culto preistorico dell'orso, adattandolo alle proprie esigenze: l'irlandese Art o Math, il gallese Mathus, Artgenos o Mac Math erano nomi diffusi. Oltre ad Artio, altri dei collegati erano Mautunus di Risingham, nel Northumberland e il "Mercurio Artaios" in Gallia. Lo stesso Artù trae il suo nome dall'orso. Persino nelle leggende irlandesi dei santi, capita che un bravo orso bruno metta a disposizione di San Gallus le sue forze, trascinandogli dei tronchi d'albero per la costruzione della chiesa. In alcuni casi le madri col bambino, tradizione iconografica così venerata in epoca cristiana, ma che incominciò in realtà migliaia di anni fa, indossano nel neolitico maschere di orso e diverse statuette con la testa d'orso hanno un marsupio sulla schiena, come per trasportare un bambino. “Madonne Orso” con maschere di orso e un cucciolo in braccio rappresentano quindi il culto di un’antica nutrice e Dea dispensatrice della nascita.
Anche nei paesi scandinavi l'orso era un animale legato ai guerrieri: i Berserkr erano dei combattenti che cadevano in una sorta di trance ipnotico grazie ad un processo d’identificazione o d’incorporazione nell’essenza animalesca dell'orso. In questa condizione, i guerrieri-orso di sarebbero lanciati contro i nemici. La battaglia si sarebbe svolta "... senza comparazione di forza tra coloro che cadevano feriti e gli eroi divini divenuti ormai orsi". (Behow. V,17-18). Nella trasformazione in animale era implicito il passaggio dallo stato umano a quello semi-divino. Sotto questo profilo, l'orso fu considerato elemento vivo di metamorfosi verso uno stato superiore d’identità. Un elemento magico-spirituale questo, che trovava similitudine nel concetto di licantropia, ovvero della metamorfosi dell'uomo in lupo, durante la quale l'essere umano prende la forma del "signore dei boschi". Ma, mentre in questo caso la trasformazione è fisico-esistenziale, i guerrieri Berserkr si tramutano, invece, soltanto sotto il profilo spirituale-dimensionale, diventando orsi senza assumerne la sembianza.
Anche nei paesi scandinavi l'orso era un animale legato ai guerrieri: i Berserkr erano dei combattenti che cadevano in una sorta di trance ipnotico grazie ad un processo d’identificazione o d’incorporazione nell’essenza animalesca dell'orso. In questa condizione, i guerrieri-orso di sarebbero lanciati contro i nemici. La battaglia si sarebbe svolta "... senza comparazione di forza tra coloro che cadevano feriti e gli eroi divini divenuti ormai orsi". (Behow. V,17-18). Nella trasformazione in animale era implicito il passaggio dallo stato umano a quello semi-divino. Sotto questo profilo, l'orso fu considerato elemento vivo di metamorfosi verso uno stato superiore d’identità. Un elemento magico-spirituale questo, che trovava similitudine nel concetto di licantropia, ovvero della metamorfosi dell'uomo in lupo, durante la quale l'essere umano prende la forma del "signore dei boschi". Ma, mentre in questo caso la trasformazione è fisico-esistenziale, i guerrieri Berserkr si tramutano, invece, soltanto sotto il profilo spirituale-dimensionale, diventando orsi senza assumerne la sembianza.
Fonti: astercenter.net celticworld.it
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