"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

martedì 30 settembre 2008

Conferenza sulla Road Ecology a Pettorano sul Gizio

Capita sempre più spesso di leggere sui giornali di incidenti avvenuti tra automobilisti e fauna selvatica. Non tutti però sanno che esiste una disciplina che studia proprio il rapporto tra infrastrutture viarie e fauna selvatica: l’ecologia stradale (Road ecology). Il termine Road ecology è stato coniato negli anni ‘90 anche se i primi studi riguardanti le interazioni tra la fauna selvatica e le infrastrutture risalgono a diversi decenni prima.L’ecologia stradale studia gli impatti causati dal sistema viario sull’ambiente naturale mettendo a punto appropriate soluzioni in grado di mitigare tali effetti con particolare riferimento agli incidenti stradali, la frammentazione dell’ambiente naturale e la mortalità faunistica. Le misure di mitigazione possono essere applicate a strade, autostrade e ferrovie sia in fase di progettazione che su opere già realizzate. La Road Ecology trova una valida applicazione anche nelle analisi di supporto alle procedure valutative obbligatorie come, ad esempio, la Valutazione di Impatto Ambientale. Su questi temi il Centro Studi per le Reti Ecologiche della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio ha organizzato per il 4 ottobre una conferenza dal titolo “Road Ecology: nuovi strumenti nella pianificazione infrastrutturale”. Scopo della giornata di studio è fare un quadro delle più significative esperienze italiane sull’argomento, presentando lavori che riguardano le metodologie analitiche applicate, le misure di mitigazione, le tecniche GIS di supporto agli studi, i monitoraggi degli impatti sulla biodiversità. La Conferenza si svolgerà nel Castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio a partire dalle ore 9.00, ingresso libero, e vedrà coinvolti studiosi di diverse Università italiane, del Parco Nazionale della Majella, del Parco Sirente Velino, dell’Oasi WWF Gole del Sagittario, della Provincia di Roma, della Stazione Ornitologica Abruzzese, della Lipu, della Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone. Per l’occasione verranno presentati lavori riguardanti il difficile rapporto tra strade e cervi, caprioli, lupi, lontre, anfibi, rettili e uccelli. A conclusione della Conferenza verrà inoltre presentato il programma di IENE – Infra Eco Network Europe, rete di collaborazione a livello europeo che si occupa dell’impatto delle infrastrutture di trasporto sugli ecosistemi. IENE comprende istituti, autorità ed esperti che studiano la frammentazione degli habitat causata da autostrade, ferrovie e canali navigabili e gli effetti che essa provoca sulla fauna selvatica. Tra i principali scopi di IENE c’è quello di incentivare misure di prevenzione, mitigazione e compensazione per rendere la rete di trasporto europea più efficiente, sostenibile e sicura per automobilisti, animali selvatici e per lo stesso habitat naturale.

Per maggiori informazioni sull’evento, scaricare i riassunti degli interventi e il progarmma e per iscriversi alla Conferenza si può andare sul nostro sito: www.riservagenzana.it/csre.

Il Direttore della Riserva Naturale
dr.ssa Valentina Lucci

Il Responsabile del Centro Studi
Dr. Mauro Fabrizio

domenica 28 settembre 2008

Nasce il frutteto dedicato all'Orso Bernardo

"Bernardo inizia a dare i suoi frutti". Quelli del Club alpino arrivano da Guardiagrele per mostrare orgogliosi il cartello. Massimo Di Fulvio e Carlo Iacovella sono qui nel cuore del Parco, dove la Camosciara offre le sue meraviglie. Per loro è imperdibile la giornata dedicata all'orso Bernardo, simbolo dell'Abruzzo ucciso un anno fa, e come tanti partecipano alla nascita del frutteto realizzato grazie ai generosi lettori de il Centro. Il giornale ha donato al Parco 10mila euro raccolti con la vendita del calendario realizzato da Carsa in memoria di Bernardo.
C'è un tempo da lupi a contrada Casoni ma la cerimonia va avanti senza intoppi. Anche cervi e cinghiali sul monte Mattone sono spettatori dell'evento. Ed eccolo il frutteto. Alberi di mele, pere, ciliegie, susine, sorbi. Come in una tavola già imbandita.
Gli orsi avranno da mangiare e forse non attaccheranno più pollai ed eviteranno le incursioni nei paesi. Perché il frutteto nasce proprio per preservare uno degli animali simbolo dell'Abruzzo, minacciato, come hanno dimostrato le morti di un autunno fa. L'area di 5mila metri ospita una trentina di piante, ma arriveranno a 200 nel 2009. "I primi frutti nasceranno fra un paio d'anni e a regime le piante offriranno 150 quintali di frutta a stagione", precisa Carmelo Gentile, tecnico forestale che ha realizzato il frutteto, con l'aiuto di Paola Cocuzzi, Andrea Di Mascio, Arcangelo Serone, Guido Criola e Diodato Paglia.
Per ora il campo è protetto - con tanto di rete elettrificata (da 6mila volts) - per impedire le incursioni dei cervi e la distruzione delle giovani piante. Alla cerimonia partecipano il presidente e il direttore del Parco nazionale, Giuseppe Rossi e Vittorio Ducoli, il presidente della Comunità del Parco, Alberto D'Orazio, Luigi Vicinanza, direttore de il Centro, Domenico Galasso, consigliere delegato de il Centro, Emilio Zampacorta, direttore della Manzoni pubblicità, Oscar Buonamano, direttore editoriale di Carsa.
Ci sono poi il segretario e il presidente di Wilderness Italia, Franco Zunino e Raffaele Cortellessa - - l'associazione ha realizzato un altro frutteto a Pescasseroli, su un terreno donato da Gian Carlo Fassio - in rappresentanza degli "Amici dell'orso Bernardo" arriva Ferdinando Mercuri, mentre per la scuola escursionismo "I camosci" c'è Massimo Bolini.
Ma ci sono soprattutto i lettori amici de il Centro e di Bernardo. "Ringraziamo il Centro e Carsa per l'iniziativa", afferma il presidente Rossi, "i 50 esemplari di orso attualmente nel Parco non sono un problema ma una risorsa". E il direttore Vicinanza aggiunge: "Una bella giornata nonostante il tempo. Lasciamo un segno e un messaggio di impegno civile, a dimostrazione che il giornale ha radici ben piantate nel territorio. Il successo editoriale del calendario ha varcato i confini dell'Abruzzo e dell'Italia". Il consigliere delegato Galasso parla "di simbolo di rinascita" e ringrazia i lettori. La cerimonia prosegue. Si va a Barrea, dove i monti si specchiano nel lago. Qui il Parco ha recuperato altre piante che serviranno a sfamare gli orsi. E' l'ora dell'aperitivo offerto da Carmelo Iannucci dell'hotel Lago Verde.
E prima dei saluti esce un po' di sole a riscaldare la giornata dedicata all'orso Bernardo, amico dell'Abruzzo.

Fonte: Il Centro

venerdì 26 settembre 2008

Libri: L' orso. Storia di un re decaduto

Ci fu un tempo in cui l'orso era il re degli animali. Non il leone, l'orso. Così aveva deciso l'unica creatura in grado di sconfiggerlo, l'uomo. L'orso da sempre accompagna l'uomo, i loro destini sono intrecciati. Nei graffiti delle caverne, nei miti della creazione del mondo, negli alberi genealogici degli eroi, sui vessilli dei re del nord, nei riti iniziatici tra l'infanzia e l'età adulta di popoli guerrieri. L'uomo e l'orso condividevano le stesse foreste, lo stesso mondo. Il primo inquieto lanciato verso il suo futuro, l'altro pazientemente intento a occupare il suo posto nella natura.
Poi venne il cristianesimo. E cominciò una crociata silenziosa contro il re degli animali, protagonista e guardiano dei riti pagani che il nuovo dio non poteva tollerare. Un orso dietro ogni sorgente, un orso dietro ogni albero o luogo di culto pagano, un orso alla guida del pantheon di popoli da cristianizzare.
A partire da Carlo Magno e poi dall'anno mille la caccia al re diventò spietata. Quella fisica e quella psichica. Gli orsi furono sterminati, nuovi re presero il loro posto alla guida degli animali. Moriva l'orso diabolico (parola di Sant'Agostino), arrivava il leone cristiano.
Passano i secoli, le foreste scompaiono, le guerre si dimenticano, nessuna pensa più all'orso. Poi esce questo libro di Michel Pastoureau: L'orso. Storia di un re decaduto (tr. it. C. Bongiovanni Bertini, illustrato, Einaudi, 26 euro) e uno riflette su due cose. Alle due orse nel cielo, sempre sopra l'orizzonte e da sempre guida dell'uomo. Agli orsacchiotti di peluche che ci consolano con il loro sguardo saggio e rassicurante e che ci tramandiamo da generazioni. Il re è morto. Viva il re.


Titolo: L' orso. Storia di un re decaduto
Autore: Pastoureau Michel
C.Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 2008
Collana: Saggi
ISBN: 8806191721
ISBN-13: 9788806191726
Pagine: XXI-348

Nuovi paramentri e nuova cartografia per la salvaguardia dell'orso bruno marsicano

Individuazione del perimetro dell'area contigua e stesura del piano d'azione, necessario alla continuazione del Progetto per la tutela dell'orso marsicano. Questi i punti prioritari della conferenza plenaria dei vertici del Patom riuniti oggi a Pescasseroli con lavori coordinati da Pier Luigi Fiorentino, dirigente della seconda Divisione protezione flora e fauna del Ministero dell'Ambiente. Entro oggi si dovra' arrivare alla stesura delle bozze con gli obiettivi primari del Piano d'Azione, documento che dovra' essere recepito dalla segreteria del Patom e successivamente riportato in discussione per le osservazioni da parte dei soggetti aderenti: Ministero dell'Ambiente, Corpo Forestale dello Stato, Universita' degli Studi 'La Sapienza' di Roma, Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, parchi e riserve naturali ed enti locali interessati dalla presenza di questa specie, coordinati dalla Regione Abruzzo, per le attivita' di monitoraggio, conservazione e gestione dell'Orso bruno marsicano.
Quattro carte ad alta risoluzione che riproducono le macroaree e il dettaglio sulla diffusione dell'areale dell'orso e delle 'trappole ambientali'. Lo studio della nuova cartografia e' stata progetto per la tutela dell'orso marsicano, sotto la supervisione di Luigi Boitani, del dipartimento di Biologia dell'animale e dell'uomo dell'Universita' la Sapienza di Roma. Nelle prime due carte, e' riportata la zonizzazione ideale dell'orso, con una scala cromatica dal verde intenso, piu' idonea, al verde chiaro, meno idonea. Nelle seconde due vengono esplicate, con colori dal verde al rosso, le 'trappole ecologiche', cioe' dove l'orso bruno marsicano puo' incorrere in rischi dovuti all'attivita' antropica. Per la realizzazione delle cartografie sono state prese in considerazione 12 variabili scientifiche legate in espressioni matematiche. La nuova mappatura, sara' alla base della stesura del piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano.
'La popolazione di orsi e' vitale se si registra una tendenza demografica positiva per tre bienni consecutivi'. Questo il nuovo parametro preso in considerazione negli obiettivi del Piano d'azione del Patom, Progetto per la tutela dell'orso marsicano. A darne comunicazione e' Luigi Boitani, coordinatore scientifico del progetto, dopo aver studiato le ricorrenze demografiche degli orsi negli negli ultimi decenni. Altri obiettivi, da raggiungere in due anni, saranno: il monitoraggio degli orsi problematici, individuazione delle aree critiche, gestione delle attivita' venatorie e istituzione del gruppo tecnico di valutazione del Piano d'Azione. Luigi Boitani, del dipartimento di Biologia dell'Animale e dell'Uomo, dell'Universita' la Sapienza di Roma, ha esordito nel suo intervento affermando che 'l'avvistamento di sei orse con un totale di dieci cuccioli al seguito, fa ben sperare nell'inversione di tendenza rispetto al calo della popolazione'.

martedì 23 settembre 2008

Al PNALM gli Stati Generali del PATOM

Domani 24 settembre, a partire dalle 10.30, presso il Centro Visita del Parco di Pescasseroli, avrà luogo una importantissima riunione plenaria tra tutti i partner partecipi del progetto, con all’oggetto l’esame dello stato di avanzamento dei lavori per il Piano d’Azione interregionale per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM). Nell’incontro saranno illustrate e discusse anche le varie attività e le iniziative in corso e da prevedere per migliorare la tutela del plantigrado. Un significativo segnale arriva in proposito dalle stime dell’ultimo censimento a vista da postazione fissa che ha dato confortanti risultati in termini riproduttivi. E’ infatti terminato da pochi giorni il monitoraggio delle femmine con cuccioli effettuato nell’ambito del progetto di ricerca condotto dall’Università La Sapienza di Roma. Nelle cinque sessioni di avvistamento diretto realizzato dagli operatori del gruppo di ricerca coordinato da Luigi Boitani, della Direzione e dei Servizi Scientifico e Sorveglianza del Parco, del Corpo Forestale dello Stato e con il contributo degli operatori della Riserva Regionale Monti della Duchessa, del Parco Regionale dei Monti Simbruini, dell’Agenzia Regionale Parchi Lazio, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dell’Associazione Chiros e altri volontari di varia provenienza, sono state osservate 6 femmine di cui 4 con 2 cuccioli e 2 con 1 solo piccolo. Questo risultato fa ben sperare e ritenere il 2008 un buon anno per l’orso marsicano. L’incontro di domani sarà coordinato da Pier Luigi Fiorentino del Ministero dell’Ambiente e vi prenderanno parte gli oltre 20 partner - parchi e istituzioni – firmatari del Patom. Verranno discusse le osservazioni presentate alla bozza del Piano e le attività dei gruppi di lavoro: vigilanza e sorveglianza; prevenzione danni e mitigazione dei conflitti; zootecnia e agricoltura; attività venatoria e gestione forestale. Il Parco e le regioni presenteranno comunicazioni sullo “Stato dei lavori” per la costituzione delle aree contigue che, come è noto, tardano a essere realizzate. L’argomento è stato peraltro oggetto nei giorni scorsi di un vivace dibattito con interventi del Parco, delle associazioni ambientaliste e dei cacciatori a proposito dell’attività venatoria nella zona di protezione esterna nella parte abruzzese del Parco, le cui gravi previsioni regionali sono state mitigate grazie all’accordo temporaneo intercorso tra Ente Parco e Provincia dell’Aquila. I dati relativi alle femmine di orso con piccoli, scaturiti dal richiamato monitoraggio, sono anche indici della elevata sensibilità della ZPE e dell’urgenza di procedere alla sua definitiva regolamentazione mediante la istituzione dell’Area Contigua di cui le regioni e, in primo luogo la Regione Abruzzo, devono farsi carico. A tal proposito l’Ente Parco ricorda che ha già raggiunto l’accordo con la Regione Molise, con la quale ha sottoscritto un accordo valido già da quest’anno ma che deve essere comunque inserito nel Protocollo finale di approvazione. Gli “Stati Generali Patom” dovrebbero servire, è l’augurio dell’Ente Parco, a dirimere finalmente questa delicata questione. Faranno gli onori di casa e saluteranno i numerosi e graditi ospiti il Presidente del Parco Giuseppe Rossi e il Direttore Vittorio Ducoli.

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, 23 settembre 2008 Comunicato Stampa n. 78

lunedì 22 settembre 2008

Ipse dixit

"Il presidente della Provincia ha sottolineato nel corso della conferenza stampa che il ripopolamento degli orsi ha portato con sé una serie di problemi di gestione che sono particolarmente sentiti in alcune zone dell’Alto Adige, soprattutto nell’Alta Val di Non ed in Val d’Ultimo dove alcuni allevatori non portano più le greggi agli alpeggi. È quindi opportuno, secondo la Giunta, che la gestione dell’orso venga seguita di concerto a livello regionale dalle due Province. A questo scopo sono stati presi contatti con la Provincia di Trento per applicare a tutti gli orsi dei radiocollari per un monitoraggio costante della popolazione di plantigradi, evitare eccessivi disagi ed avere una maggiore sicurezza."

Seduta della Giunta provinciale del 22 settembre 2008



L'orso "bergamasco" rispunta il Valtellina

Probabilmente disturbato dalla presenza di curiosi o semplicemente stanco dello stesso territorio, pare che l'orso Jj5 abbia scavalcato le montagne bergamasche e sia passato in Valtellina. A confermarlo ci sarebbero i resti di tre pecore sbranate dall'animale nel parco delle Orobie Valtellinesi, all'Aprica.
Nei giorni scorsi un alpeggiatore della zona avrebbe avvistato un orso bruno e lo ha riferito alle guardie del parco. Secondo quanto sostengono gli esperti, potrebbe trattarsi dello stesso esemplare che è stato notato e fotograto di recente sulle montagne della Valseriana e poi su quelle della Valbrembana. Non è sicuro se l'orso "bergamasco" abbia fatto una puntatina in Valtellina per poi tornare a casa. Certo il territorio di caccia di questi animali è di centinaia di chilometri quadrati, quindi non stupirebbe se nei prossimi giorni lo si trovasse di nuovo sulle montagne bergamasche o ancora più in là. Ora sulle sue tracce ci sono gli agenti della squadra della polizia provinciale di Sondrio. L'obiettivo è quello di tenere sotto controllo l'animale attraverso sopralluoghi e il rinvenimento di altre "prove", in mondo da studiarne il comportamento che, fatto salvo la naturale fame, non appare per ora pericoloso per la popolazione residente.

fonte: montagna.tv

domenica 21 settembre 2008

Una festa nella casa degli orsi

Due giorni per ricordare l'orso Bernardo e per inaugurare i due frutteti che aprono la campagna di alimentazione avviata dal Parco nazionale d'Abruzzo con associazioni e privati. Tutti invitati a Pescasseroli il 26 e 27 settembre prossimi, dunque, dove tempo permettendo sarà possibile visitare i frutteti di Colli dell'Oro, a Pescasseroli, e di Casone Antonucci, a Civitella Alfedena.
Il primo frutteto, quello che si trova sulle alture di Pescasseroli, sorgerà su un terreno di 1.400 metri quadrati che il generale di cavalleria in pensione Gian Carlo Fassio ha donato all'associazione italiana per la Wilderness (Aiw).
Ad allestirlo in questi giorni sono il segretario generale dell'associazione che tutela la natura Franco Zunino e l'ex guardiaparco Lillino Finamore, inventore della speciale recinzione che permette agli orsi di accedere ai frutteti abbassando una speciale recinzione a molla, ma che blocca pecore, cinghiali e cervi che potrebbero distruggere le piantagioni di frutta. L'associazione Wilderness pianterà in quest'area meli e peri selvatici, bacche e licustro.
Sarà possibile visitare il frutteto nella tarda mattinata di venerdì prossimo, dopo il convegno che vedrà la partecipazione della nota scrittrice Dacia Maraini. Il secondo frutteto sorge su un terreno di proprietà del Parco nazionale che si trova a Casone Antonucci, ed è stato realizzato grazie ai fondi raccolti da il Centro con la vendita del calendario fotografico dedicato all'orso Bernardo, realizzato dalla Carsa edizioni di Pescara.
Il presidente del Pnalm, Giuseppe Rossi, inaugurerà così la campagna per l'alimentazione dell'orso che è già partita ieri mattina nel versante laziale del Parco, con un frutteto realizzato dal Comune di Settefrati (Frosinone) e dall'associazione " Il Falco Pellegrino". «Ma abbiamo in cantiere altre iniziative, anche perchè l'autunno è il periodo migliore per mettere a dimora nuove piante», spiega il presidente. «Altri frutteti saranno inaugurati nella Valle del Giovenco grazie all'associazione "Amici dell'orso Bernardo", a Bisegna e a Ortona dei Marsi. Inoltre stiamo cercando un accordo con gli agricoltori per ripristinare le colture di carote e altri ortaggi in cambio di un più rapido iter per il risarcimento dei danni da selvatici».

IL PROGRAMMA. La due giorni dedicata all'orso inizia venerdì 26 settembre alle ore 9,30 con il convegno dal titolo «Terreni per l'orso: interventi concreti per la tutela» e si terrà nel Centro natura di Pescasseroli. I lavori saranno coordinati da Dacia Maraini.

Interverranno Giuseppe Rossi, Nunzio Finamore (sindaco di Pescasseroli), Aldo Pezzana (presidente Fondazione Erminio e Zet Sipari), Luigi Vicinanza (direttore il Centro), Roberto Di Vincenzo (presidente Carsa edizioni), Germano Tomei e Franco Zunino (presidente e segretario Aiw), Giovanni Potena (dirigente Corpo forestale), Raffaele Cortellessa (vicepresidente Aiw), Gian Carlo Fassio, Paolo Ciucci (ricercatore La Sapienza) e Vittorio Ducoli (direttore Pnalm). Sabato 27, a Casone Antonucci di Civitella, alle 10 ritrovo e visita al frutteto dell'orso realizzato con i fondi raccolti grazie al calendario dell'orso Bernardo; alle 11,30 passeggiata sul lago di Barrea con visita agli alberi da frutto recuperati; alle 13,30 aperitivo.

Fonte: ilcentro.repubblica.it

Lezioni di campo 2008 - Road ecology: principi ed applicazioni


Data
23-26 ottobre

In collaborazione con:

Università degli Studi dell’Aquila
Parco Nazionale della Majella
IENE Infra-Eco-Network-Europe
LIPU

Docenti
Simone Angelucci (Veterinario Parco Nazionale della Majella)
Corrado Battisti (Faunista Provincia di Roma)
Marco Dinetti (Rappresentante per l’Italia di IENE Infra-Eco-Network-Europe)
Mauro Fabrizio (Responsabilie Centro Studi per le Reti Ecologiche)
Gabriele Paolinelli (Docente di Master in Paesaggistica dell’Università di Firenze)
Bernardino Romano (Docente Università degli Studi dell’Aquila)

Numero partecipanti
Minimo 15 – Massimo 30

Iscrizione
Entro il 30 settembre

Quota di partecipazione
Solo corso: 75 €
Corso + Vitto e alloggio: 175 €

Programma generale delle lezioni frontali
- Principi di Road Ecology
- L’esperienza italiana nella pianificazione infrastrutturale
- Le infrastrutture ecologiche
- La mitigazione degli impatti sulla fauna
- Procedure di recupero e primo soccorso della fauna investita

Attività di campo
- Attività didattica lungo la Strada Statale 17 che separa la
Riserva Naturale dal Parco Nazionale della Majella
- Escursioni nella Riserva Naturale

L’offerta didattica “LEZIONI DI CAMPO” prevede per il 2008 tre corsi di formazione rivolti ai neolaureati e studenti delle discipline attinenti la fauna selvatica e le Reti Ecologiche e agli appassionati della natura. Per i partecipanti interessati è prevista la possibilità di usufruire del vitto e dell’alloggio proposto dall’organizzazione. Gli studenti saranno ospitati negli appartamenti del centro storico di Pettorano sul Gizio, uno dei Borghi più Belli d’Italia. I pasti saranno a base di prodotti tipici della tradizione abruzzese e pettoranese.
La quota di iscrizione dovrà essere pagata tramite versamento sul c.c.p. 11356672 intestato a Comune di Pettorano sul Gizio, Piazza Zannelli 1, 67034 Pettorano sul Gizio (AQ) specificando nella causale “Corsi di formazione 2008”. La copia del versamento e il modulo di iscrizione devono essere inviati o via fax allo 0864.487006 o via mail all’indirizzo csre@riservagenzana.it.
Sono previsti sconti per chi si iscrive a più corsi di formazione.
Per maggiori informazioni www.riservagenzana.it/csre | csre@riservagenzana.it | 3479359447


mercoledì 17 settembre 2008

Eccomi di nuovo fra voi

Scusate per l'assenza, ma in questi giorni sono stato un pò occupato e lontano da pc e blog. Ho passato qualche giorno nella mia bella regione per partecipare ad alcune lezioni di campo sulle reti ecologiche. Sono tornato stanco ma molto, molto soddisfatto. Ora, dopo un giorno di riposo, devo tornare alla normalità.
Ho visto che in questi ultimi giorni sono successe tantissime cose nel mondo ursino...pazientate un pò e vi aggiornerò al più presto possibile (certo lenotizie non saranno freschissime, ma dovete pur concedermelo!).

Un saluto a tutti i lettori del Blog dell'OrsoBruno.

Enzo "OrsoBruno" Cerasani

Ritorna l'orso in Lucania

Dal blog di Antonio Conte sulla Val D'Agri:

Dopo il clamore suscitato alcuni mesi fa, un altro esemplare di orso è stato avvistato all'interno del Parco della Val D'Agri, precisamente nel territorio di Laurenzana in Val Camastra.

"Un agricoltore di Laurenzana, Rocco Dianò, riferisce di aver visto e riconosciuto un orso di media taglia aggirarsi in un terreno dove poi sono state ritrovate tre pecore sbranate e un montone morto.
Il Ten. Giuseppe Di Bello della Polizia provinciale ritiene verosimile la presenza dell'orso in un area dove sono stati rilasciati i cervi tenuti in precedenza presso l'area faunistica di Fossa Cupa pur non confermando alcuna ipotesi sulla sua presenza sui monti dell'Appennino Lucano." (Tratto da Notiziedaiparchi).

La notizia risale al 12 Settembre e per ora non è stata ripresa da altri organi di stampa, ma come per gli avvistamenti di Febbraio la notizia è assolutamente verosimile. Speriamo soltanto che questa volta il CFS si attivi velocemente per risolvere il caso. Continuerò comunque a seguire la vicenda con molta attenzione...

Ringrazio anche Gingen per la segnalazione

Tutti a caccia intorno al Parco Nazionale

Orso bruno marsicano sempre più in pericolo e non più per i bracconieri.
E’ singolare la decisione della Giunta Regionale abruzzese riunitasi il 15 settembre scorso che ha approvato in via sostitutiva il disciplinare per la caccia nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Con questo atto si permette di far cacciare nella ZPE il doppio dei cacciatori, abbassando l'indice di densità venatoria da 1:40 ettari a 1:19 ettari al pari di qualsiasi altro territorio della regione.
La Regione Abruzzo è intervenuta ricorrendo al potere sostitutivo perché il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e la Provincia di L'Aquila non avevano sottoscritto per il terzo anno consecutivo l'intesa che permette di normare in maniera particolare l'attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna.
La Giunta Regionale, invece di riproporre le forme di attività venatoria decise per gli ultimi anni che prevedevano una densità venatoria più bassa rispetto al resto del territorio regionale, ha di fatto privilegiato gli interessi dei cacciatori non residenti abbassando l'indice.
In questo modo gli Ambiti di Caccia dovranno far accedere un numero doppio di cacciatori.
Una valanga che potrà entrare in aree delicatissime, molte delle quali tutelate dalle Direttive Comunitarie.
Il Wwf oggi ricorda che il tavolo tecnico del PATOM, l'accordo per la tutela dell'Orso bruno a cui hanno aderito tutti gli enti coinvolti nella gestione della specie compresa la Regione, aveva chiarito che su due punti non si poteva transigere rispetto all'attività venatoria: 1)l'indice venatorio doveva essere almeno 1:40; 2)la caccia al cinghiale non doveva avvenire nella forma della braccata e secondo la caccia di selezione.
Ora con la nuova delibera entrambi i punti vengono meno, anche perché non si è fatto nulla per garantire che le decisioni prese sulla carta vengano poi realmente applicate sul territorio.
«Ad esempio», chiarisce il Wwf, «mancano del tutto stime sulla presenza dei cinghiali, alla base di qualsiasi forma di caccia di selezione, e nella ZPE non sono stati fatti corsi per i cacciatori per il telecontrollo e per la caccia con la tecnica della girata».
«E' una decisione gravissima», sostiene il presidente Wwf Dante Caserta, «perché viene dall'Istituzione che dovrebbe per prima cercare di tutelare il simbolo della Regione. Si trattano territori importantissimi e fragilissimi dal punto di vista naturalistico alla stregua di qualsiasi fondovalle della Regione. L'impatto di questa decisione sarà negativa non solo sull'Orso bruno ma anche su altre specie particolarmente tutelate dall'Unione Europea come la Coturnice. L'Assessore Fabbiani aveva reagito alle nostre critiche al calendario venatorio in maniera del tutto scomposta, senza poter peraltro basare le sue posizioni su dati scientifici ed oggettivi».
«La Giunta Regionale di cui fa parte Fabbiani», conclude Caserta, «a causa degli scandali, può prendere solo decisioni urgenti o di ordinaria amministrazione ma rischia di essere ricordata per aver tentato di stravolgere quelle forme di tutela che tengono accesa per l'Orso la speranza di evitare l'estinzione che, ricordo, “è per sempre”. Faccio appello al Presidente della Giunta Regionale Paolini affinché vi sia un immediato ripensamento da parte della Regione».
« E’ di tutta evidenza che questo Ente», scrivono il presidente del Parco nazionale, Giuseppe Rossi, ed il direttore, Vittorio Ducoli, «sarà costretto, qualora non si riconsiderasse la grave situazione determinatasi, ad assumere ogni possibile provvedimento e mettere in atto ogni opportuna iniziativa per evitare che la stagione venatoria 2008 possa rivelarsi letale per l’animale simbolo del Parco».
Si paventa anche un intervento del ministero in materia.

Fonte: PrimaDaNoi

martedì 16 settembre 2008

Tra Valle Camonica e Valtellina è tornato l’orso

Dopo circa 120 anni dall’uccisione dell’ultimo esemplare, l’orso bruno è tornato in Val di Corteno. Potrebbe trattarsi di JJ5, l’orso che aveva imperversato sul Mortirolo la scorsa primavera prima di andare in Val Brembana. Ora sarebbe quindi transitato nel ramo di alta Valcamonica che sconfina in Valtellina. L’avvistamento di un plantigrado da parte di un gruppo di cacciatori e delle guardie dell’Azienda faunistica Val Belviso-Barbellino è infatti avvenuto nella zona Baradello, a San Pietro di Corteno vicino Aprica. Il fatto è accaduto verso la fine della settimana scorsa, di mattina presto, quando alcuni amici ritrovatisi per la caccia, hanno avvistato nel comprensorio sciistico del Baradello inizialmente due caprioli.
«Ad un certo punto - racconta uno di loro - abbiamo visto l'orso passare. Eravamo sulla pista Valscesa che porta verso la struttura a fungo del Baradello. L'orso era a 200 metri da noi e si stava dirigendo verso il Palabione. Siamo stati zitti e lo abbiamo osservalo in silenzio senza disturbarlo». Di certo l'orso non stava andando a cercare compagnia presso l'Osservatorio eco-faunistico di Aprica, dove sono ospiti protetti da circa un anno gli orsi Orfeo e la "compagna" Prica; più probabile che fosse in cerca di cibo.
Che si tratti di JJ5 non è possibile stabilirlo con certezza - affermano alla Polizia provinciale di Sondrio – visto che non è stato finora rinvenuto materiale biologico da comparare con l’orso che c'era in Val Seriana e Val Brembana. Indicazioni in tal senso potrebbero arrivare nei prossimi giorni, fornite proprio da chi ha il compito di monitorare la situazione e tenere sotto controllo anche questo orso. JJ5 fa parte del progetto "Life ursus" lanciato, come si ricorderà, dal Parco dell'Adamello per il reinserimento degli orsi nelle Alpi.
Proprio questa settimana è convocato in Regione a Milano un vertice per parlare dell'orso, al quale parteciperanno gli enti locali interessati. E proprio di recente si è svolto ad Aprica un seminario nel corso del quale si è parlato del monitoraggio su scala interregionale, un’azione che permetterà la redazione di programmi coordinati. Riguardo ai danni a risorse agricole, zoo-tecniche ed apistiche il piano mira a minimizzare gli impatti economici e sociali attraverso misure di prevenzione basate su criteri e procedure amministrative uniformi, accertamento dei danni ed erogazione delle compensazioni in tempi rapidi.
Il Parco delle Orobie Bergamasche sta sperimentando da poco la stipula di una polizza contro i danni da orso, che non è detto non possa essere proposta anche per la provincia di Brescia se il plantigrado, come pare, fosse tornato.

Fonte: discoveryalps.it

L'orsa Gemma e i cuccioli a passeggio per Scanno

L'orsa Gemma torna a passeggiare per le vie di Scanno. Intorno alla mezzanotte scorsa il plantigrado, insieme ai suoi due cuccioli, è rimasto intrappolato all'interno di una villetta dopo che aveva attraversato tutto viale degli Alpini nella città turistica ubicata all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo.
I proprietari sentendo i rumori provenire dall'esterno hanno acceso la luce e hanno visto l'allegra famigliola all'interno del giardino, tutti e tre attaccati alla ringhiera del recinto esterno. Sul posto si è radunata immediatamente una folla di curiosi, circa una cinquantina di persone che hanno fotografato e ripreso tutte le evoluzioni degli orsi. Più di venti minuti sotto gli obiettivi dei fotografi fino a quando sono arrivati i carabinieri che hanno prima fatto allontanare la gente e poi, una volta aperto il cancello, hanno liberato gli orsi facendoli tornare sulle montagne circostanti.
Prima di rimanere intrappolati gli orsi avevano fatto visita a un orto di un contadino locale mangiando le mele che l'uomo aveva gelosamente custodito fino a quel momento.







Fonte: ilcentro.repubblica.it

giovedì 11 settembre 2008

Parco delle Orobie: vietato cercare Jj5

Niente foto o riprese, niente bocconi di cibo e nemmeno sorvoli della zona con l'elicottero. Questa la decisione degli amministratori del Parco delle Orobie, che nei giorni scorsi hanno emesso un'ordinanza per salvaguardare l'orso Jj5, ormai ospite da tempo nei territori della Val Seriana e della Val Brembana.
L'orso Jj5 va tutelato e salvaguardato dagli occhi dei curiosi, che da mesi lo cercano e gli tengono "trappole fotografiche" in tutto il terriotiro delle Orobie. La decisione arriva direttamente dal predisente del parco naturale, che nei giorni scorsi ha firmato un'ordinanza che vieta espressamente ogni tipo di ricerca dell'animale.
Nel documento infatti, si legge che è proibita "qualsiasi forma di attività antropica che possa direttamente o indirettamente determinare ed arrecare disturbo al naturale comportamento e alla libera espressione di tutte le caratteristiche etologiche, biologiche ed ecologiche dell'esemplare di orso bruno presente sul territorio delle Alpi Orobie".
Un divieto dunque ampiamente esteso, che riguarda la possibilità di fotografare o filmare Jj5, dargli da mangiare o addirittura effettuare dei sopraluoghi in elicottero per individuarlo. La polizia forestale vigilerà per garantire il rispetto dell'ordinanza.

Fonte: montagna.tv

lunedì 8 settembre 2008

Orsi bianchi? No! Orsi verdi

Il tradizionale manto bianco è diventato di colpo verde e i visitatori dello zoo di Higashiyama a Nagoya, in Giappone, hanno iniziato a tempestare di domande i gestori della struttura, preoccupati per la sorte degli orsi bianchi. Una strana malattia? Muffa? Niente di tutto ciò: è tutta colpa delle alghe del laghetto in cui gli animali nuotano, che in estate sono proliferate per via delle elevate temperature. E' difficile pulire quella nota verde dal pelo bianco degli orsi, dicono allo zoo, perché si annida in profondità. Quindi, non resta che aspettare novembre quando le alghe con il freddo diminuiranno e gli orsi torneranno ad essere bianchi.

mercoledì 3 settembre 2008

Libri: I libri della giungla ed altri racconti di animali

Ho iniziato a leggere precocemente e con avidità. Le mie letture sono stare però fin dall'inizio "da grandi" e quindi non ho avuto mai il piacere di godere di quella letteratura per ragazzi che annovera alcune fra le più note opere letterarie: L'isola del tesoro, Zanna Bianca, Il giro del mondo in 80 giorni e tanti altri. Volevo quindi colmare questa lacuna e così dopo aver espresso questo desiderio durante una chiacchierata con un caro amico, ricevo da lui in regalo "I libri della giungla e altri racconti di animali" di Rudyard Kipling. Quale ambiente migliore per iniziare la mia nuova vita di lettore che una giungla in cui si intrecciano le storie di lupi, pantere ed orsi parlanti! Il libro (che non ho ancora finito di leggere) è stata una gradita sorpresa, forse perchè sono legato troppo alla versione disneyana del racconto di Mowgli.
Il romanzo è uno specchio in cui il lettore vede la sua specie attraverso gli occhi degli animali. L'uomo per gli abitanti della giungla è un essere superiore che pur essendo debole e gracile sa compiere spaventose vendette e sfrutta armi come il fuoco o i fucili. Ma anche Mowgli è un uomo che cresce con i principi instillati dai suoi tutori: Baloo, l'orso che insegna al cucciolo d'uomo la legge della giungla e Baghera, tanto letale quanto materna. C'è un passo che mi ha fatto molto riflettere:
"La Legge della Giungla, che nulla mai decreta senza una ragione, proibisce a qualsiasi animale di mangiare l'Uomo, tranne qualora uccida per mostrare ai propri figli come uccidere, e in tal caso deve cacciare fuori dal terreno di caccia del branco o della tribù di appartenenza. La ragione vera è che ammazzare l'Uomo significa, prima o poi, l'arrivo di uomini bianchi montati su elefanti e armati di fucile, con centinaia di uomini bruni muniti di gong, razzi e torce. Allora nella Giungla la scontano tutti. La ragione che ne danno gli animali fra di loro è che l'Uomo è la più debole e indifesa di tutte le creature viventi, e sarebbe poco sportivo prenderlo di mira. Dicono ,ed è vero, che i divoratori di uomini diventano rognosi e perdono i denti. "
Una piccola nota: Baloo, nel romanzo è descritto come il "sonnacchioso orso bruno". Mi suonava strano...orsi bruni in India? Ebbene si, ci sono, anche se vivono maggiormente nella zona sub-himalayana, in climi freschi e appena al di sopra del limite della vegetazione. Ma durante l'estate tendono a vivere nelle zone boscose in cerca di frutti...e forse proprio in quel momento Baloo incontrò Mowgli.

I libri della giungla e altri racconti di animali
Rudyard Kipling

Editore: Einaudi
Pagine: XXXII-526

Prezzo: € 14,80

martedì 2 settembre 2008

Se la convivenza si trasforma in intolleranza: petizione contro gli orsi in Trentino

Sono fermamente convinto che il livello di civiltà si misura in base al grado di comprensione della diversità. Tanto per gli uomini quanto per gli animali. Se ultimamente siamo abituati alla continua manifestazione di intolleranza verso i "diversi" della nostra stessa specie, figuriamoci per gli animali! La storia è questa: il consigliere provinciale Nerio Giovanazzi ha raccolto una serie di firme contro la presenza degli orsi in Trentino che verrà consegnata giovedi' mattina alla Presidenza del Consiglio. La petizione recita così:
"L’intensificarsi della presenza dell’orso nelle aree circostanti gli abitati – e spesso negli abitati stessi – ha prodotto non poche paure, timori e preoccupazioni tra i Trentini, determinando in alcuni casi situazioni insostenibili; pertanto, i firmatari della presente chiedono alla Provincia autonoma di Trento e a chi di competenza di intervenire per catturare gli esemplari di orso che sempre più spesso frequentano le zone urbanizzate. Si chiede inoltre che i soggetti presi tornino ai luoghi di provenienza o comunque l’adozione di soluzioni che non ne prevedano la libertà sul territorio."
Senza contare che il Giovanazzi, annovera fra i suoi valori, oltre la famiglia, la cultura e le tradizioni anche "l'amore per il grande patrimonio naturale della nostra terra" (tratto dal suo sito). Nel sito del consigliere potete trovare anche tre sondaggi:
  • La ripetuta presenza degli orsi vicino agli abitati quanto condiziona le persone?
  • Gli esemplari che frequentano le aree urbane vanno catturati e riportati nel paese di provenienza?
  • Sarebbe utile un referendum che misuri il gradimento del progetto life-ursus?
Pensate che nel 2004 un sondaggio nella provincia di Trento, il 76% dei votanti si esprimeva favorevole alla presenza dei plantigradi. E' cambiato qualcosa in questi anni quindi? A cosa sono servite quindi tutte le campagne e gli sforzi fatti finora per una corretta convivenza fra l'uomo e l'orso? Oltretutto mi sembra che fra le due specie finora in Trentino (così come anche in Abruzzo) chi sta subendo più danni è proprio quella ursina. Probabilmente è solo una piccola fetta di popolazione che vuole gli orsi fuori dal Trentino, quella formata dai cacciatori che sostengono Giovanazzi e che forse non si trovano a loro agio fra i boschi al pensiero di avere un orso alle spalle.
Gli orsi quindi come gli extracomunitari, in attesa di essere presi, portati nei centri di accoglienza e allontanati dal nostro Bel Paese.

Chi vuole inviare una email al consigliere provinciale Giovanazzi può farlo qui:
Amministrareiltrentino@gmail.com
Giovanixiltrentino@gmail.com
o più semplicemente scrivere qualcosa nel libro degli ospiti.

lunedì 1 settembre 2008

Chiesta un'"arca di Noè" per gli orsi polari naufraghi...ma le speranze sono poche

Nove orsi polari sono da giorni alla deriva in balia delle onde nel mare di Chukchi in Alaska a quasi 100 chilometri dalle coste, dopo che i ghiacci si sono letteralmente sciolti sotto di loro. Sembra che alcuni non ce l'abbiano fatta e siano morti. E ora è corsa contro il tempo per tentare di salvare quelli che ancora hanno la forza di nuotare.
L'allarme era stato lanciato intorno al 20 agosto dal Wwf che sta seguendo la situazione e oggi la storia è apparsa anche sul quotidiano britannico Daily Mail dove campeggia una eloquente fotografia, scattata da un elicottero in ricognizione, di un orso polare che nuota in solitudine in mezzo al mare.
«Alcuni di questi nove esemplari - ha detto Massimiliano Rocco, responsabile del Programma Traffic/Specie del Wwf Italia - non si vedono più, probabilmente non ce l'hanno fatta. Gli altri sono allo stremo e al limite della sopravvivenza. Non possono tornare indietro e riconquistare naturalmente il pack è impossibile. Bisogna intervenire in maniera compiuta». L'orso polare è abituato a nuotare ma per due, tre ore e per poche miglia. Questa volta è diverso. Si tratta di giorni interi. «Perciò - ha riferito Rocco - abbiamo chiesto alle autorità canadesi e statunitensi di intervenire con i loro mezzi per poter anestetizzare gli animali e portarli in salvo».
Questi 9 orsi polari, secondo l'esperto del Wwf, «rappresentano il simbolo e l'emblema del riscaldamento climatico». «Oggi sono 9. Il prossimo anno magari più del doppio e ogni anno sempre di più. Forse fra dieci anni, se continua questa situazione, potremmo addirittura dire addio agli orsi polari». Dietro al dramma dei nove orsi la regressione dei ghiacci. «Le previsioni - ha detto Rocco - erano catastrofiche ma non così catastrofiche e rapide».
Gli animalisti hanno chiesto aiuto alla Guardia Costiera degli Stati Uniti, sollecitandola a inviare un’unità «Arca di Noè» per salvare gli orsi-naufraghi. I nove esemplari sono stati avvistati di nuovo il 18 agosto e poi il 22. Le condizioni del mare sono peggiorate e si sono persi i contatti. Secondo il World Wide Fund for Nature, in passato un gruppo di orsi è riuscito a nuotare per 100 miglia (oltre 160 km), ma sono arrivati sulla terraferma esausti e molti sono annegati. «L’Artico è un oceano è trovare nove orsi dispersi è una missione estremamente difficile, oltretutto temiamo che quelli segnalati siano solo una parte degli animali finiti in mare aperto», ha detto Margaret Williams, direttrice del WWF Alaska.

Senza contare poi che l'Istituto Americano per il Petrolio (Api) e altri quattro gruppi petroliferi, scrive il Washington Post, hanno fatto causa al ministro degli Interni Dirk Kempthorne e al direttore del Servizio per la fauna protetta, Dale Hall per aver inserito gli orsi polari nell'elenco delle specie protette.
Azione che li pone al fianco della neo-vice di John McCain, la 'barracuda' Sarah Palin, che nel maggio scorso, pochi giorni dopo la modifica all'Endangered species act, aveva annunciato un ricorso legale contro la decisione del governo federale americano perché, a suo dire, questa legge avrebbe danneggiato la ricerca di petrolio e gas nelle regioni a nord dell'Alaska, habitat principale degli orsi. Ovviamente, la decisione di McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, di nominare Palin, detta 'barracuda' per la grinta con cui affronta ogni sfida, come sua vice ha sollevato l'entusiasmo dei lobbisti dl petrolio.
Il 4 agosto lo Stato dell'Alaska ha fatto causa contro l'inserimento nella lista degli orsi sostenendo che il numero di questi animali nella regione è stabile, e che lo scioglimento dei ghiacci non rappresenta una minaccia. Inoltre, la specie nel passato è riuscita a sopravvivere a periodi di surriscaldamento climatico senza particolari problemi. Il governo federale ha 60 giorni di tempo per contestare.