"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

domenica 21 febbraio 2010

Riba, l’orso-robot-infermiere

Il futuro è sempre più presente, concedetemi questo gioco di parole.

L’interazione uomo-macchina è ormai sempre più presente in molte attività umane: fabbriche, laboratori, cantieri e ospedali sono alcuni degli scenari in cui si possono trovare sofisticate tecnologie applicate al lavoro dei professionisti. Anche in casa ormai abbiamo elettrodomestici sempre più intelligenti e autonomi che ci aiutano nelle faccende domestiche. Isaac Asimov, il noto scrittore di romanzi fantascientifici, in una delle sue leggi della robotica (cioè le regole basilari a cui ogni robot devono obbedire) afferma che : “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.”. Questa legge può essere vista però in un altra chiave, trasformandola in: “Un robot può aiutare un essere umano e attraverso il suo intervento assisterlo per migliorarne la condizione”.

Ed ecco che in questo caso arriva RIBA (Robot for Interactive Body Assistance) un robot-infermiere utilizzato per sollevare e prendere in braccio i pazienti con scarse capacità motorie. La peculiarità di RIBA è il suo aspetto però: ha infatti il viso di un orso in stile kawaii che aiuta il paziente ad “accettare” questo tipo di assistenza robotica, considerata per alcuni troppo fredda ed impersonale. RIBA inoltre può interagire con il paziente riconoscendolo grazie a degli speciali sensori audio-video. Il robot è stato sviluppato dall'Istituto Giapponese di ricerche Chimiche e Fisiche e dalla Tokai Rubber Industries.

 

Dopo BEAR, il robot utilizzato per salvare i soldati sul campo di battaglia ora c’è anche RIBA, il robot infermiere. E se il prossimo passo fosse l’orsacchiotto che anche fa da baby sitter?

sabato 20 febbraio 2010

Toy Story 3…finalmente arriva Losto

Chi è Lotso? Qualcuno di voi che ha visto Up, l’ultimo film Pixar, forse l’ha già visto di sfuggita in una scena…non lo ricordate? Ok rinfreschiamo la memoria…

dder29Lotso, questo il nome di uno dei nuovi personaggi di Toy Story 3, è un vecchio orso rosa, che accoglie i protagonisti del film nell’asilo di Sunnydale Daycare (non vi anticipo niente sulla trama, tranquilli!). Il suo nome deriva da “Lots-o’-huggin’ Bear” (cioè Orso-un-sacco-di-abbracci o qualcosa del genere) e la sua etichetta lo descrive così:

Lotso è un orsacchiotto ultra soffice di peluche rosa e bianco, con un naso di velluto viola. Questo adorabile orsacchiotto non è come gli altri: profuma di fragole dolci! Con il suo sorriso e con il pancione che non chiede altro di essere abbracciato, Lotso illuminerà il volto di tutti i bambini e diventerà un compagno indispensabile per la buona notte. Resistente alle macchie. Pulire la superficie del peluche con un panno umido.”

TOY STORY 3

Curiosi? Dovrete aspettare allora il 7 luglio 2010, data di uscita del film nelle sale italiane…

(Grazie a Drachetto per la segnalazione) ;)

Doppio miracolo

Stupore misto a commozione per, e non solo per loro, lo staff di Animals Asia Foundation, l'associazione no profit fondata da Jill Robinson che si batte contro le "fattorie della bile". Vediamo però di capire meglio contro cosa si batte l'associazione, prima di parlare del piccolo miracolo ad opera di Madre Natura.
Le fattorie della bile, presenti soprattutto in Cina, in Corea ed in Vietnam, sono associazioni criminali che catturano gli orsi al fine di estrarre la loro bile, molto richiesta in ambito di medicina tradizionale cinese. Più che la bile in sé, ad essere estratto è l'acido ursodesossicolico. Nella medicina cinese questo liquido organico viene utilizzato da millenni, ma è solo dagli ultimi trent'anni che gli orsi vengono tenuti in vita in anguste gabbie al fine di ricavare la tanto agognata sostanza. Difatti un'orso vivo produce grandi quantitativi di bile per decenni, non vale dunque la pena ucciderne uno per estrarne la bile. E così vengono a crearsi veri e propri campi di concentramento per plantigradi, dove i poveri animali, stipati in gabbie dalla capienza insufficiente, si ritrovano a vivere con un catetere inserito direttamente nella cistifellea.
Dati non precisi stimano che la spietata pratica coinvolge a tutt'ora circa 7000 animali in Cina, 4000 in Vietnam e 1600 in Corea. Fortunatamente non sono pochi gli esemplari salvati da AAF, che oltre a riscattare gli orsi, si adoperano nel curarli e nel dar loro una vita dignitosa all'interno del centro cinese di Chengdu ed in quello vietnamita del Tam Dao National Park. Oltre ciò, l'associazione lavora a fianco di medici cinesi al fine di sviluppare preparati erboristici che possano sostituire la bile dell'orso.
Dopo aver spiegato cosa sono le tanto raccapriccianti quanto mostruose fabbriche della bile, costituite da persone paragonabili solo alle SS tedesche, torniamo a parlare del piccolo ma significativo miracolo. Come a ricordarci che nonostante l'uomo sia un mostro, la natura rimedia a tutto. Come dicevo, tanto stupore per lo staff dell'AAF dopo che Italia, un'orsa salvata da una di queste fabbriche degli orrori lo scorso 18 gennaio, ha dato alla luce (il 5 febbraio), nonostante le sevizie dei carcerieri, un piccolo.
Molto probabilmente Italia venne catturata dai bracconieri già incinta, ma è interessante il fatto che nonostante tutto ciò che ha passato, sia riuscita comunque a partorire. Lei è una di quei plantigradi portati al rifugio Tam Dao National Park, in Vietnam. Qui è stata sottoposta ad un primo controllo, in cui i medici si sono concentrati, come solitamente fanno, sulle condizioni della cistifellea e sullo stato generale dell'animale (in genere gli animali che vengono salvati sono letteralmente devastati dalle infezioni).
E poi la sorpresa. Il miracolo che ha portato un po' di gioia in quell'inferno del bracconaggio. Proprio li, sul pavimento della grande gabbia in cui Italia stava in quarantena, ecco dimenarsi il piccolo orso neonato. Noi, qui a casa, possiamo solo immaginare quale espressione possa aver solcato il viso di Heather Bacon e del suo team. Perché per quanto possiamo dire, noi non siamo al loro posto e non possiamo minimamente immaginare quali orrori vedano i loro occhi. Orrori che noi vediamo forse (e sottolineo forse) in fotografia, ma che loro vedono dal vivo. Loro, l'orrore dell'animo di uomini corrotti dal vil denaro, lo toccano con mano.
Tiger_V051_BottleFeed_14Feb20101--180x140 Tiger, così è stato chiamato il cucciolo, viene accudito 24 ore su 24 da alcuni specialisti del centro. Si perché la povera e giovane madre, causa il forte stress cui è stata sottoposta da gente che di umano hanno ben poco, non è in grado di accudirlo.

Ma il piccolo è in ottime mani. Mani appartenenti a persone che non chiudono gli occhi di fronte a simili crimini, ma che combattono contro quei cervelli bacati artefici dell'Inferno in Terra. E così a Tiger basta far sentire la sua voce, e subito arriva qualcuno a coccolarlo prima di addormentarsi candidamente.
E dunque, auguri Animals Asia Foundation, continua a perseguire il tuo nobile intento.

Fonte: Ticinonews

(Ringrazio Sefora per la segnalazione)

Finalmente una nuova casa per Jurka

siamo felicissimi di informare tutti gli amici degli animali che finalmente si sta concretizzando il trasferimento dell'orsa Jurka, dall'attuale recinto del Casteller, situato sulla collina sopra Trento, al Parco ancora in costruzione della Fondazione Tedesca per Lupi ed Orsi, che si chiama Alternativer Wolf- und Bärenpark Schwarzwald Bad Rippoldsau-Schapbach, in Germania.
GIOVEDI 4 MARZO alle ore 10.00, presso il  palazzo comunale di Shapbach nel Baden-Wurttemberg in Germania, verrà presentato ufficialmente il progetto del trasferimento di Jurka da parte della Fondazione tedesca che ha già realizzato con successo  un analogo parco in Germania, a Worbis , dove convivono  in perfetta armonia ben 11 orsi e 6 lupi.

Durante la Conferenza Stampa verranno sottolineati gli innumerrevoli aspetti positivi di cui, la Fondazione, ha sperimentato, nel corso di 20 anni di esperienza con orsi, lupi e altri animali selvatici e che il Presidente del  Movimento Vegetariano No alla Caccia, Marcello Dell'Eva ha potuto constatare di persona nel corso delle diverse visite effettuate al Parco. Un aspetto estremamente importante è che in questi animali vengono stimolati a mantenere i loro istinti naturali, come il cercare il cibo. Il fatto più chiaro che dimostra, che gli orsi stanno bene, è che si preparano loro stessi la tana per l'inverno, scavando, buche, a volte molto profonde,nel terreno.

Questa è per Jurka una soluzione ottimale!
Significa che non dovrà passare il resto dei suoi giorni nella "sterile prigione" in cui è stata ingiustamente rinchiusa, senza stimoli, rassegnata  a giorni che trascorrono l'uno uguale all'altro, in completa solitudine. Potrà finalmente vivere in un posto decoroso, in compagnia con altri animali, se non in assoluta libertà, ma almeno in un ambiente il più possibile simile a quello naturale.

Sarà così per lei più facile accettare e sopportare la prigionia a cui noi uomini l'abbiamo costretta. Ricordiamo, che Jurka era un'orsa libera prima di venire catturata e trasferita in Italia dalla Slovenia, per prendere parte, suo malgrado,  al progetto di ripopolazione degli orsi nel Trentino, chiamato Life Ursus.
Jurka da allora ha ottemperato a tutte le richieste che le sono state rivolte dall'uomo: si è ambientata in un ambiente nuovo ed estraneo, si è riprodotta come nessun altra orsa del progetto, è stata una mamma premurosa, non ha mai aggredito un essere umano.

L'unico fatale errore che ha commesso è stato quello di fidarsi dell'uomo,  che in un primo momento,  l'ha incoraggiata ad avvicinarsi ai centri abitati, offrendole del cibo. Allora era considerata un allettante  attrazione turistica, la sua presenza faceva folclore. Lo stesso uomo che  poi ha additato lei ed i suoi figli come dei terribili mostri assetati di sangue,  quando ormai la loro presenza per la ricerca di cibo era diventata costante. Fino all'emissione della sentenza definitiva: 
ERGASTOLO.

Jurka grazie allo sforzo del Presidente della Fondazione Tedesca, Rüdiger Schmidel e del Presidente della nostra Associazione, congiuntamente a tutte le persone che a vario titolo in questi anni hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per la sorte di questo splendido animale,  anche semplicemente firmando la petizione, potrà riassaporare una parvenza di libertà, che nella situazione attuale non ha.

Ma la cosa che più conta in assoluto, è che la sua soffrenza e il suo travaglio non siano stati vani.
La Fondazione che accoglierà Jurka, farà in modo che lei continui ad essere un simbolo e un monito affinchè l'uomo impari a rispettare gli spazi vitali degli animali selvatici. Per questo invitiamo alla Conferenza Stampa di giovedi tutte le persone che hanno a cuore gli animali, ma soprattutto i giornalisti che hanno seguito questa vicenda fin dall'inizio e che potranno dare testimonianza di questo eccezionale evento.

Ci auguriamo così che nel futuro non ci siano più Jurka e non sia più necessario lottare per la libertà di nessun animale.

Cordiali saluti

UFFICIO STAMPA No alla Caccia

Floriana Saracino

Mail: info@no-alla-caccia.org

www.no-alla-caccia.org

venerdì 19 febbraio 2010

A Valdieri l'originale Carnevale dell'Orso di Segale

A Valdieri, domenica 21 febbraio, farà la sua comparsa l'orso di paglia di segale protagonista dell'originale e storico carnevale alpino del piccolo centro della Valle Gesso. Sarà una grande festa con un corollario di attività per i più piccoli e per gli adulti organizzata dall'Ecomuseo della Segale e dal Comune di Valdieri con la collaborazione della Proloco.

Le animazioni cominciano dalle ore 10,30 e continueranno sino a sera. Si potrà visitare il Museo della Resistenza e del Territorio che ospita un'interessante mostra dedicata all'insediamento preistorico di Valdieri e ai reperti trovati durante la campagna di scavo. Nel frattempo i bambini potranno partecipare ad attività di animazione curate dell'associazione Inventa e a un laboratorio didattico per costruire delle originali maschere animali in cartapesta da indossare nel pomeriggio e da conservare come ricordo della giornata. Lo svago per i ragazzi continua in piazza con "I giochi del tempo che fu" un simpatico parco di divertimenti mobile con giochi di legno quali mucche e caprette da mungere, svariati tipi di "mucche a dondolo", Pinocchi-treno per trasportare i bimbi, il "diavolo dondolante" e la sua "Bicicletta Infernale", le ruote pazze, le bighe e le carriole nella rappresentazione dei più svariati animali...

La visita al Museo e le attività di animazione sono gratuite.

Per il pranzo i ristoranti dell'Associazione Ecoturismo in Marittime, propongono un menu a base di "polenta e merluzzo" e dolce a 12 euro (per i bambini piatto unico e dolce a 8 euro). Si entra nel vivo della festa alle ore 15 quando improvvisamente farà irruzione in piazza lo straordinario Orso della Segale, figura carnevalesca di origini antiche. Nell'immaginario popolare il risveglio dell'orso è legato alla comparsa della luna invernale che annuncia il sopraggiungere della Pasqua. Nella pratica carnevalesca l'orso mitico esce dalla grotta e, in funzione della fase lunare, decide le sorti della nuova annata agraria.

A partire dal 2003, dopo un lungo periodo di interruzione, grazie al ricordo di un anziano valligiano, la festa popolare legata a questa mitica figura è stata riproposta su iniziativa dell'Ecomuseo della Segale in collaborazione con l'Archivio della Teatralità Popolare – Casa degli Alfieri, ente, quest'ultimo, che ha condotto ricerche e interviste a carattere etno-antropologico. Il carnevale alpino di Valdieri s'inserisce nella successione di feste che nel mondo rurale tradizionale scandiscono lo scorrere del tempo e il ciclo dei lavori agricoli. L'Orso di Segale è la figura attraverso la quale la comunità locale celebra il ritorno della primavera e l'inizio di un nuovo ciclo riproduttivo.

Il mascheramento dell'orso richiede una lunga preparazione. Si formano lunghissimi legacci di paglia ritorta, simili a una "corda", con i quali si avvolge tutto il corpo dell'individuo scelto per interpretare i plantigrado. All'attore locale, così "impagliato", si aggiunge un copricapo e, sempre con un legaccio di paglia, si modella la lunga coda dell'animale. Mani e volto sono anneriti con un turacciolo bruciato. Al termine della vestizione l'attore/orso esce dal suo luogo segreto per fare irruzione fra la folla. Incatenato dal domatore, attorniato da un corteo di ragazzini che raffigurano i "peroulier", una sorta di spazzacamini, ricoperti di fuliggine e vestiti di stracci, l'orso e gli altri figuranti danno inizio alla questua, facendo un gran baccano con canti, suonando la "scarela", sbattendo vecchie pentole. Al seguito del corteo questuante la Perpetua con i "Frà", ossia "frati" che declamano "Epistule" scherzose, canzonando gli abitanti soprattutto delle frazioni e delle valli vicine su particolari abitudini o fatti personali, naturalmente esagerati o inventati. L'orso, intanto, s'aggira per le strade del paese cercando cibo. Al termine della questua, dopo una lunga lotta con il domatore, il plantigrado riuscirà a fuggire, scomparendo. Simbolicamente, in piazza, un "ciciu" di segale inizia a bruciare, trasformandosi in un gran falò. Le varie fasi della rappresentazione saranno accompagnate dalle musiche tradizionali del gruppo i Jouvarmoni" coordinati dal maestro Silvio Peron, un gruppo di giovani suonatori di fisarmonica diatonica che hanno seguito i corsi organizzati dall'Ecomuseo della Segale.

Nell'ambito della manifestazione durante il pomeriggio la Proloco di Valdieri distribuirà frittelle e bevande calde.

Per informazioni: Ecomuseo della Segale - Parco delle Alpi Marittime, tel. 0171 97397

www.parcoalpimarittime.it

mercoledì 10 febbraio 2010

L'analisi dei dati dei Monitoraggi Periodici conferma la Vitalità della Popolazione di Orso Marsicano nel Parco

orsa_cuccioli Nel territorio del Parco e nell’arco dell’intero 2009, sono state condotte sessioni di osservazione delle femmine di orso con piccoli dell’anno, per monitorare il potenziale riproduttivo della popolazione nonché, nel lungo periodo, monitorarne la riproduzione e alcuni aspetti demografici.

Le osservazioni sono state realizzate in base a un protocollo applicativo messo a punto dal Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Roma, che cura la ricerca in corso, autonomamente applicato dal Parco tramite il personale del Servizio Scientifico.Le sessioni di osservazione, svolte in simultanea, hanno visto la partecipazione  di 32-59 operatori e si sono articolate in due repliche stagionali per ogni settore in cui il Parco è stato suddiviso (agosto-settembre), per un totale di 611 ore di osservazioni, effettuate essenzialmente durante le ore serali.

A queste osservazioni in simultanea, sono state affiancate osservazioni mirate effettuate tra i primi di aprile e la prima metà di settembre; per completare il monitoraggio delle unità familiari sono stati inoltre utilizzati dati scaturiti dal monitoraggio degli animali dotati di radiocollare e dati provenienti dalle catture.
La combinazione dei dati acquisiti con le varie modalità, analizzati secondo particolari criteri spazio-temporali, adottati per evitare i doppi conteggi, ha consentito di rilevare un minimo di sette unità familiari per il 2009, tra cui:

  • Una femmina con tre piccoli dell’anno
  • Una femmina con due piccoli dell’anno
  • Una femmina con un piccolo dell’anno
  • Due femmine con due piccoli dell’anno 2008
  • Una femmina con due piccoli del 2008
  • Una femmina con un piccolo dell’anno 2008

Questo conteggio corrisponde in totale a 6 piccoli dell’anno e 7 cuccioli del 2008: considerato che le analoghe sessioni di osservazione condotte nel 2008 avevano portato all’avvistamento di 10 cuccioli, il raffronto tra i dati dei due anni consente di stabilire la sopravvivenza di almeno 7 dei dieci cuccioli avvistati nel 2008, dato oltre modo confortante e che conferma la vitalità della popolazione di orso marsicano del Parco.

All’attività di conta delle femmine con piccoli ha partecipato, oltre al personale del Servizio Scientifico, che ha anche coordinato tutta l’attività,  personale del Servizio Sorveglianza e del CTA del Parco, numerosi collaboratori esterni che hanno contribuito in maniera sostanziale  alla realizzazione del programma e personale dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro, del Parco Nazionale del Gran Sasso/Laga, del Parco Nazionale della Maiella, della Riserva dei Monti della Duchessa, del Parco Regionale dei Monti Simbruini, dell’ISPRA, dell’Agenzia Parchi Lazio, dell’Associazione Chiros. Anche molti studenti, tirocinanti e volontari hanno preso parte con interesse e impegno  alle operazioni.

Questa attività di monitoraggio e  conta delle femmine con piccoli, dice il Presidente del Parco Giuseppe Rossi,  diventa così anche momento di grande collaborazione tra le varie istituzioni e di formazione per il personale delle stesse, oltre che di coinvolgimento di appassionati, studenti e studiosi  che frequentano il Parco con l’obiettivo di conoscerne la grande fauna e aiutarlo nell’azione di conservazione. A tutti va il ringraziamento dell’Ente per il loro prezioso contributo.

Al Parco, e specialmente al servizio scientifico, dice la Responsabile Cinzia Sulli, ora tutti attendono il risveglio primaverile di tante "mamma orsa", con l’auspicio che possano esserci ancora belle novità.

Comunicato Stampa n. 8/2010

martedì 2 febbraio 2010

Incontri al museo per parlare di fauna: Rapporto orso 2009

Nell’ambito degli “Incontri al museo per parlare di fauna”, mercoledì 3 febbraio alle 20.30 presso l’aula magna del Museo Tridentino di Scienze Naturali, il Servizio Foreste e Fauna della P.A.T. presenterà un aggiornamento sullo status della popolazione e sulle attività in atto. Nell’occasione sarà presentato e distribuito il “Rapporto orso 2009”. Il Rapporto sarà presentato da Claudio Groff, coordinatore delle attività di gestione dell’orso per il Servizio Foreste  Fauna.

Torna, mercoledì 3 febbraio alle ore 20.30, l’ormai tradizionale appuntamento per aggiornare il pubblico sull’evoluzione della popolazione di orsi che gravita nel Trentino e nelle regioni limitrofe. Quanti e quali orsi sono stati accertati, dove gravitano, quanti nuovi nati e quanti individui scomparsi sono stati registrati, qual è l’evoluzione della loro interazione con l’uomo e cosa viene fatto per gestirla, sono alcune delle domande che troveranno una risposta nel corso dell’interessante appuntamento.

Il quadro che verrà illustrato è contenuto nel nuovo “Rapporto orso 2009”, documento giunto alla sua terza edizione, curato dall’Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia con la collaborazione del Parco Naturale Adamello Brenta e del Museo Tridentino di Scienze Naturali.

La pubblicazione, che sarà in distribuzione mercoledì sera, ha un duplice scopo: fornire al pubblico un’informazione corretta, aggiornata e dettagliata sullo status della piccola popolazione di orsi che gravita in Trentino e nelle regioni adiacenti, e registrare in maniera precisa ed analitica un insieme di dati per renderne possibile l’utilizzo da parte degli addetti ai lavori.

Il Rapporto fotografa un consolidamento della presenza del plantigrado (che rimane comunque ancora fragile) e della relativa gestione, che registra una maturazione della capacità operativa di strutture ed addetti. Tra le scelte operate, risulta molto attuale e utile la volontà di rendere disponibili, nel modo più trasparente e completo, le esperienze via via raccolte.

Sette i capitoli nei quali è diviso il “Rapporto orso 2009”, più due appendici relative alla presenza in provincia della Lince e del Lupo. Dati e cifre riguardano il monitoraggio, l’indennizzo e la prevenzione dei danni, la gestione delle emergenze, la comunicazione, la formazione del personale, il raccordo sovraprovinciale e nazionale, nonché le ricerche e convegni prodotti su questa tematica.

Layout 1 Clicca sull’immagine per scaricare

il Rapporto Orso 2009 in pdf

 

Fonte: Museo Tridentino di Scienze Naturali

(Mi scuso con tutti i lettori per il ritardo con cui è stata pubblicata la notizia)

lunedì 1 febbraio 2010

Grande fratello orso

Avete sempre sognato di vedere cosa accade nella tana di un orso durante l’inverno? Da oggi la vostra curiosità potrà essere soddisfatta.

Lilly, una femmina di orso nero, viene ripresa 24 ore su 24 da una webcam sistemata nella sua tana di svernamento: qui Lilly dorme, si rigira, si gratta…insomma vive l’inverno come la maggior parte degli orsi.

Oggi collegandomi si sentivano anche degli strani vagiti…che Lily sia diventata mamma?

La tana si trova vicino ad Ely nel Minnesota nordorientale, a meno di 30 miglia dal confine canadese.

Lily fa parte di uno studio a lungo termine sull’ecologia e sul comportamento degli orsi neri condotto dal North American Bear Center e dal Wildlife Research Institute.

QUI il link alla webcam