"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

domenica 29 aprile 2007

Un panda da adottare: il WWF per Zu Xiong

Come segnalato anche dal nostro amico Orsacchiotto nel suo web-log il WWF sta promuovendo una campagna tesa a proteggere dall'estinzione alcuni degli animali maggiormente minacciati, semplicemente adottando uno di questi esemplari come ad esempio l'elefante "Kiluba " o la tigre "Makalha " o il gorilla "Habinyanja " o il delfino "James " o la tartaruga "Aikanti" o il panda gigante "Zhu Xiong ".

Zhu Xiong è stato trovato da un ricercatore del WWF, nei pressi di un villaggio nella regione di Sichuan in Cina. Era in condizioni molto gravi, si era ferito nel tentativo di sfuggire alla trappola di un bracconiere. Adesso Zhu Xiong sta bene ed è al sicuro: vive nel Centro WWF nella Riserva di Wanglang. E’ diventato un po’ timido e schivo e spesso è difficilissimo avvistarlo all’interno della riserva. C’è da capirlo, se vuole avere poco a che fare con gli uomini. Nella riserva vivono altri 30 esemplari di panda gigante, una delle specie più rare del mondo. Come molte altre specie, il panda gigante è in pericolo perché le sue foreste vengono distrutte e il cibo scarseggia. Non a caso è il simbolo del WWF: una specie dolcissima e vulnerabile a causa della prepotenza degli esseri umani. I panda vivono in Cina e secondo l’ultima stima ne sono rimasti soltanto 1600. Noi del WWF dobbiamo prenderci cura dei panda della riserva, semplicemente lasciandoli in pace, proteggendo le loro foreste di bambù e assicurando la buona tutela dell’area che li ospita. Adottando Zhu Xiong potrai sostenere il lavoro del WWF (clicca sull'immagine a lato) per questa specie animale straordinaria e vincere la battaglia contro uno spettro che si chiama estinzione.
La stessa campagna può essere sostenuta anche dalle aziende regalando a dipendenti, fornitori o clienti speciali i pacchetti adozioni (una busta contenente una lettera, una scheda dell'animale prescelto e un elegante certificato di adozione in pergamena) personalizzati con il nome della persona o dell'azienda segnalata come beneficiaria. Il pacchetto adozioni potrà essere spedito dal WWF direttamente al beneficiario o all'azienda pagante.

Proprio per sostenere questa campagna il Blog dell'Orso Bruno conterrà in modo permanente un banner attraverso il quale potranno essere effettuate le adozioni.


venerdì 27 aprile 2007

Uomo ed orso: convivenza all'abruzzese

L'Abruzzo in questi ultimi anni sta cercando di creare le basi di un nuovo modello di convivenza pacifica, sempre più tesa a tutelare e difendere le sorti dell’orso cercando di far capire che un capo di bestiame ucciso non vale la vita di un orso. Le strategie hanno come base da un lato la conoscenza dell'animale facendo diminuire la diffidenza da parte della popolazione locale mentre dall'altro lato sono stati creati dei veri e propri comitati e gruppi che risarciscono i "danni" causati dagli orsi. Un esempio ormai consolidato è il "Gruppo amici dell'orso Bernardo" di San Sebastiano dei Marsi, che grazie ad un autotassamento risarciscono gli allevatori danneggiati dall'orso Bernardo. Un'altra campagna è "Save the marsican bear" nata dalla collaborazione del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise con Ecotur ed è volta alla raccolta di fondi per risarcire i soggetti danneggiati dagli orsi attraverso la vendita di simpatici gadget come salvadanai e magliette.

giovedì 26 aprile 2007

2° Corso di escursionismo naturalistico: "Sulle tracce dell'orso"

Mi ha contattato Milena, una biologa volontaria del CAI, che sta organizzando con il CAI di Bologna un corso di escursionismo naturalistico sull'orso. Il corso si svolgerà nei due principali "santuari" dell'orso in Italia: il Parco Adamello Brenta ed il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Per chi fosse interessato, ecco il programma del corso:

"Dopo il successo dello scorso anno del 1° Corso di Escursionismo Naturalistico dedicato al Lupo, anche quest’anno, nel periodo Maggio-Giugno 2007, verrà organizzato un Corso tematico su un altro meraviglioso animale, l’Orso. Inizialmente il corso sarà dedicato alla lettura integrata del paesaggio e alle precauzioni da adottare in ambiente per una corretta osservazione naturalistica, mentre la seconda parte sarà finalizzata allo studio specifico dell’orso e all’individuazione delle sue tracce in ambiente.

Giovedi 3 Maggio
Presentazione del corso ed iscrizioni (possibili anche precedentemente presso la sede della Sezione CAI di Bologna, Via Cesare Battisti 11/a, tel 051/234856, www.caibo.it)

Domenica 6 Maggio
1° USCITA IN AMBIENTE: Appennino bolognese.
Lettura integrata del paesaggio: gli ambienti idonei alla fauna. Osservazioni naturalistiche.

Giovedi 10 Maggio
1ª Lezione teorica: Luigi Mantovani (AE, ON): attrezzatura e indicazioni su come muoversi in ambiente. Milena Merlo Pich, biologa (AE, ON): come il CAI tutela l’Ambiente. La lettura integrata del paesaggio.

Giovedi 17 Aprile
2ª Lezione teorica: Mauro Ferri, veterinario e naturalista
Orso: inquadramento ecologico.

Sabato 19 Maggio e Domenica 20 Maggio
2° USCITA IN AMBIENTE
Parco Nazionale Adamello-Brenta in presenza di guide esperte. Sabato lezione, visita al Centro sull’Orso, visita Area Orsi ed escursione in Valle Sporeggio con tecniche di monitoraggio. Domenica escursione nella magnifica Valle del lago di Tovel, visita ad una tana di Orso. Lezione sulla conservazione.

Giovedi 24 Maggio
3ª Lezione teorica: esperto sugli orsi dell’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (INSF), Dott. Ettore Randi

Giovedi 31 Maggio
4ª Lezione teorica: esperto sugli orsi dell’INSF, Dott.ssa F. Davoli

Venerdì 1 Giugno (pom) Sabato 2 e Domenica 3
3° USCITA IN AMBIENTE Partenza venerdì pomeriggio. Parco Nazionale Abruzzi, Lazio e Molise in presenza di guide esperte: venerdì visita Centro Natura di Pescasseroli. Sabato escursione alla ricerca di tracce nel vallone di Lampazzo. Domenica escursione in Val Fondillo

Giovedi 7 Giugno
Cena e immagini di fine corso. Il migliore fotografo verrà premiato!

Iscrizione:
L’iscrizione al Corso è rivolta ai Soci CAI e si effettua presso la Sezione CAI Bologna Via Cesare Battisti 11/a, tel 051/234856, www.caibo.it, dal 26 aprile al 3 Maggio. Prescrizioni on-line scrivendo a lumamile@tin.it. Il numero di iscritti è limitato. Chi si iscrive al corso e
non è ancora socio CAI avrà uno sconto sull’iscrizione al CAI. Per accedere al corso è necessario produrre una copia di certificato medico di buona salute. La quota del corso è di 100 euro (per gli studenti 70 euro) comprensive delle lezioni teoriche,materiale didattico e assicurazione infortuni personale per tutte le uscite, più 60 euro di acconto per le caparre dei soggiorni. E’ possibile partecipare anche alle singole uscite dei week-end pagando un contributo di 30 euro a week-end per i relatori più 10 euro per le assicurazioni (a parte i costi del pernottamento). I trasporti sono a carico dei partecipanti. I programmi degli itinerari potranno essere soggetti a lievi variazioni. Le lezioni si svolgeranno presso la Sezione CAI Bologna nelle date indicate alle ore 21.

Referenti: AE, ON Milena Merlo Pich, Luigi e Andrea Mantovani. Per info: lumamile@tin.it tel 347 2453980



Per scaricare la locandina clicca qui

mercoledì 25 aprile 2007

25 Aprile

Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì su per l'aride montagne,
cercando libertà tra rupe e rupe,
contro la schiavitù del suol tradito.
Lasciammo case, scuole ed officine,
mutammo in caserme le vecchie cascine,
armammo le mani di bombe e mitraglia,
temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia.

Siamo i ribelli della montagna,
viviam di stenti e di patimenti,
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Ma quella legge che ci accompagna
sarà la fede dell'avvenir.

Di giustizia è la nostra disciplina,
libertà è l'idea che ci avvicina,
rosso sangue è il color della bandiera,
partigian della folta e ardente schiera.
Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate.
sentimmo l'ardor per la grande riscossa,
sentimmo l'amor per la patria nostra.

Siamo i ribelli della montagna,
viviam di stenti e di patimenti,
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Ma quella legge che ci accompagna
sarà la fede dell'avvenir.

domenica 22 aprile 2007

Festa della primavera per mamma orsa e i tre cuccioli

E’ un meraviglioso spettacolo della natura quello a cui stiamo assistendo, in questi giorni nel parco; mamma orsa, ribattezzata con il nome di Rossella, con i suoi tre piccoli (nelle foto) che annusano e degustano le fresche erbe della primavera. Siamo nel cuore dell’area protetta a pochi decine di metri dal ciglio della strada percorsa dagli automobilisti che, osservando l’orizzonte che li circonda, ammantato da una cortina forestale, lascia intravedere sui verdi prati, più in basso, come in un miraggio, Lei Rossella che placidamente accompagna i suoi tre cuccioloni di 14 mesi alla conoscenza della vita e delle sorprese quotidiane. E pensare che siamo a poco meno di 2 ore di distanza da metropoli come Roma e Napoli; quì nel cuore dell’Appennino, a qualche chilometro dalla frenetica civiltà moderna, madre natura ripropone quel miracolo della vita di questi pacifici plantigradi, protetti e custoditi dall’opera dell’Ente Parco. Loro, i tre robusti orsacchiotti non si distraggono un attimo dalla presenza della madre, intenti a scoprire i segreti della vita; Lei Rossella scruta la presenza umana a distanza di sicurezza e accompagna, con grande prudenza, la famigliola.
“Nell’Orso bruno marsicano, la nascita di tre cuccioli è un grande evento, un successo eccezionale e molto rassicurante – commenta il Direttore del Parco Aldo Di Benedetto - ai fini della salvaguardia della specie” “In effetti i cuccioli hanno una fisiologia molto complessa, per cui appena nati pesano appena 300-500 g ma, nell’arco di pochi mesi, possono raggiungere il peso anche di 30 - 40 chilogrammi; per questo oltre alle cure della madre è necessario che l’habitat sia idoneo, le risorse alimentari sufficienti .e limitati i fattori di disturbo o di rischio”. “Ricordo – conclude il direttore – che proprio di recente nella sede del parco sono convenuti i maggiori esperti nazionali ed internazionali per discutere e mettere a punto una corretta metodica di ricerca, basata sulla conta delle femmine di orso con i piccoli, alfine di conoscere meglio le capacità riproduttive della specie e la dinamica evolutiva della popolazione”.
Nel frattempo mamma Rossella e i tre cuccioli procederanno nel loro girovagare tra le verdi praterie e le ombrose foreste dell’area protetta sorvegliati a distanza dal personale del Parco che, nell’occasione ha voluto festeggiare questo gioioso evento.

Firmato anche nel Molise il piano di azione per la tutela dell'orso marsicano

L’assessore regionale all’Ambiente, Emilio Orlando, ha sottoscritto nei giorni scorsi il protocollo d’intesa per la redazione del Piano d’Azione Interregionale Abruzzo Lazio e Molise per la tutela dell’Orso marsicano (PATOM). Si tratta di una iniziativa che impegna i firmatari (Ministero dell’Ambiente, Regione Abruzzo, Regione Lazio, Regione Molise, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, Università La Sapienza di Roma, Corpo Forestale dello Stato, le Province di L’Aquila, Frosinone, Rieti, Roma, Isernia, Chieti, Teramo, Pescara, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Naturale regionale Sirente-Velino, Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali) a collaborare al monitoraggio, alla conservazione e alla gestione della popolazione d’Orso bruno marsicano, al fine di individuare una strategia comune e condivisa d’intervento e raccordare, per quanto è possibile, le azioni da intraprendere. Il Ministero dell’Ambiente ha individuato nella Regione Abruzzo il soggetto coordinatore, il quale si avvarrà del gruppo di coordinamento costituito dai referenti dei soggetti firmatari. Referenti scientifici sono l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Roma La Sapienza. “L’urgenza di definire un coordinamento istituzionale – il commento dell’assessore Emilio Orlando, che ha premuto per l’inserimento del Molise nell’iniziativa – va inquadrata nell’importanza di facilitare i processi compartecipativi di monitoraggio, conservazione e gestione di una specie di interesse comunitario, quale è, per l’appunto, l’orso bruno marsicano. Nel contesto internazionale si intende promuovere e sviluppare iniziative in grado di ottenere finanziamenti adeguati dall’Unione Europea, per poter affrontare in modo coordinato le problematiche conservazionistiche e gestionali riferite alla presenza dell’Orso bruno, oltre che avviare iniziative di coordinamento e di raccordo tecnico-scientifico con il Bear Specialist Group dell’Unione Mondiale per la Conservazione (IUCN) e con l’International Association for Bear Research and Management (IBA). L’idea di fondo, sulla quale si è sviluppato l’allargamento istituzionale interregionale resta il fatto inconfutabile che i confini regionali non possono rappresentare linee di demarcazioni delle azioni di tutela, data la particolare biologia dell’orso, la cui specie ha un home range che si connota su aree molto ampie, di scala sovraregionale e sopranazionale. La conservazione di questa specie autoctona costituisce un impegno per tutte le Amministrazioni e gli Enti competenti per territorio, senza dimenticare l’interesse dell’Unione Europea che ha normato la materia. In definitiva, puntiamo su quello che è il nostro patrimonio ambientale perché, attraverso la tutela mirata e la valorizzazione delle peculiarità territoriali, si gettino le basi per uno sviluppo economico ed occupazionale del Molise, in grado di trasformare le risorse in ricchezza e lavoro”. In particolare, la Direttiva “Habitat 92/43/CEE impone agli stati membri di sorvegliare lo stato di conservazione dell’Orso bruno, promuovere la ricerca e lo scambio di informazioni, per garantire un efficace coordinamento della ricerca attuata nella Comunità Europea; le raccomandazioni 59 del 1997, 74 del 1999 e 82 del 2000 richiedono agli Stati membri di attivarsi per la conservazione della specie anche attraverso la stesura di piani d’azione; la Legge 11 febbraio 1992 n.157 inserisce l’Orso bruno tra le specie particolarmente protette; la Convenzione degli Appennini, firmata a L’Aquila il 24 febbraio 2006, ha, tra le altre finalità, quella di far rientrare il progetto APE (Appennino Parco d’Europa) tra gli obiettivi prioritari delle politiche di sviluppo dei Quadri Strategici Regionali e Nazionali per la programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013 relativamente ai territorio interessati dalla dorsale appenninica e favorire la tutela della flora, della fauna e dei loro habitat, degli ambiti di connessione ecologica per la salvaguardia e la protezione delle specie e la protezione dei sistemi naturali complessi presenti nella catena appenninica e indispensabili alla biodiversità.

Earth Day



lunedì 16 aprile 2007

Un regalo per il Papa

Fra i doni piu' curiosi e piu' belli che ha ricevuto il Papa per i suoi 80 anni c'e' un enorme orso di pezza che egli ha regalato all'ospedale pediatrico Bambin Gesu'; tuttavia in generale Benedetto XVI preferisce che invece di doni personali per il suo compleanno vengano compiute offerte verso aree del mondo in crisi, come l'Africa e la Terra Santa. E' quanto ha spiegato ai microfoni della Radio Vaticana mons. Georg Gaenswein, segretario personale del Papa. (fonte: Adnkronos)

Per vedere gli altri orsacchiotti dedicati a Benedetto XVI clicca qui e qui

Un orso all'asta

Oggi, la famosa casa di aste Christie's metterà per la prima volta all'asta 90 fossili, fra cui lo scheletro di un orso delle caverne (Ursus spelaeus). Il prezzo stimato per il reperto è di 20-25000 euro. "Il valore di ciascun pezzo messo all'asta è dato dal suo interesse intrinseco e dalla sua rarità - ha spiegato all'ADNKRONOS Piero Angela, giornalista e divulgatore scientifico - In America avviene regolarmante che i fossili siano messi all'asta, e comunque sono abbastanza diffuse oggi un po' dovunque". Secondo l'esperto "sono principalmente i musei ad acquistare questi pezzi, andando ad arricchire le collezioni offerte ai visitatori. In ogni caso, anche qualora ad acquistarli fossero dei privati, è difficile che chi spende una cifra del genere per accaparrarsi uno dei reperti messi all'asta non sia un esperto, interessato dunque a conservarlo bene". L'asta in questione ''fa orrore" invece al geologo del Cnr Mario Tozzi sottolineando che "si tratta di un patrimonio che appartiene a tutti, sono prodotti del pianeta che appartengono all'umanità, e che perciò dovrebbero andare nei musei o negli istituti scientifici. I giacimenti fossili vanno difesi in situ".


Per vedere il reperto messo all'asta clicca
qui

lunedì 9 aprile 2007

Sommergibile nucleare vs. orso polare

Vi siete mai chiesti perchè i sommergibili nucleari vagano sotto i ghiacci del polo Nord? Ecco la risposta...quelle terre desolate sono abitate da esseri mostruosi, pelosi, bianchi e giganteschi, che attaccano i sommergibili per cibarsene!!!

Ecco gli orsi che si avvicinano famelici verso l'indifeso sommergibile nucleare....


Un esemplare si avvicina...

Ed ecco il terribile attacco!!!
Povero sommergibile!

Al di la degli scherzi, è abbastanza comune che gli orsi per curiosità si avvicinino molto alle torrette dei sommergibili che emergono dal ghiaccio. Effettivamente quelle orribili torrette sono elementi estranei rispetto al paesaggio ed è normale che questi animali si avvicinino per calcolarne la pericolosità.
POVERI ORSI!

Una nuova casa per gli orsi di Berna

Gli orsi di Berna, simbolo della capitale svizzera e sicura attrazione turistica, si preparano a lasciare l'angusta fossa per vivere, poco più in là, in uno spazio più ampio. Da anni ormai animalisti e occasionali visitatori sono unanimi nel denunciare le poco consone condizioni (a lato) in cui sono costretti gli orsi. E ora la città è pronta a realizzare per loro un parco. Proprio di recente il parlamento cantonale ha approvato un credito di 2,25 milioni di franchi quale contributo al progetto di nuovo parco, i cui costi complessivi ammontano a 9,7 milioni di franchi. Il progetto, ridimensionato rispetto alla proposta iniziale, sarà in gran parte finanziato dagli sponsor. Nei giorni scorsi l'ufficio del turismo di Berna ha inoltre annunciato di aver raccolto circa 240 mila franchi, frutto della corsa organizzata in favore degli orsi a cui hanno preso parte quasi un migliaio di persone. Secondo la portavoce dell'ente turistico Sandra Schär, l'obiettivo dell'iniziativa è stato quindi raggiunto. "Il progetto di nuovo parco per gli orsi – spiega a swissinfo – è pertanto già finanziato nella misura dell'80%. Ciò significa che occorre ancora racimolare del denaro, ma siamo sicuri che questo progetto vedrà finalmente la luce". La nuova struttura - ovvero la nuova e tanto sospirata casa degli orsi - integrerà l'attuale fossa dei plantigradi offrendo però maggiore spazio agli animali (6'500 metri quadrati). Il parco costeggerà il fiume Aar e sarà realizzato tenendo in considerazione le esigenze degli orsi. L'idea è propria quella di creare un habitat adatto a loro, con alberi e prati; potranno andare a caccia di pesci direttamente nel fiume. L'apertura del parco è prevista nell'estate del 2009. Il progetto del parco (a fianco) degli orsi risale al 2003. L'area permetterà ai plantigradi di stare all'aperto 24 ore su 24, un fatto molto importante per questi animali bisogni di movimento. Il pubblico potrà seguire la vita degli orsi percorrendo il sentiero che costeggerà il parco. Delle telecamere e dei sensori permetteranno di localizzare gli animali. Intanto si spera che Tana e Pedro, gli unici due orsi rimasti nella fossa bernese, possano essere i primi inquilini del nuovo parco. I due orsi bruni, che hanno 26 anni, sono originari dei Pirenei e sono nati nello zoo di Barcellona in Spagna. Il terzo orso, Urs, è morto circa un mese fa. Ora lo sguardo dei bernesi, e soprattutto di Sandra Schär, è puntato sull'orizzonte del nuovo parco: "Il nome di Berna è legato all'orso, la fortuna di Berna è legata all'orso. La nostra realtà senza questi animali – conclude Schär - sarebbe quasi come perdere la nostra anima".

L'intero articolo qui

domenica 8 aprile 2007

Tanti auguri di buona Pasqua!

venerdì 6 aprile 2007

Slovenia: avviso ad abitanti della periferia di Lubiana...attenti all'orso

Puo' capitare, anche in citta', che lungo le strade siano piazzati cartelli con l'avviso 'Attenzione agli animali', ma al massimo si tratta di daini o caprioli: Lubiana e' invece probabilmente l'unica capitale di un Paese dell'Unione Europea alla cui periferia da oggi compare un'avvertenza indirizzata ai residenti, sollecitati a fare 'Attenzione all'orso'. I sobborghi interessati sono quelli di Bizovik, dove ieri era stato avvistato per la prima volta un plantigrado intento ad aggirarsi tra cassonetti e auto in sosta, e i quartieri adiacenti di Orel e Golovec, tutti caratterizzati dalla presenza di ampie aree boscose; nell'annuncio, a cura del ministero sloveno per l'Ambiente, si sottolinea che "e' meglio evitare di circolarvi". La Slovenia possiede una colonia stabile di circa cinquecento-settecento orsi bruni, la maggiore d'Europa.

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No all'uccisione dell'orsa Jurka

JJ1 è il nome in codice dell’orso Bruno, abbattuto l’estate scorsa da un cacciatore tedesco su mandato del Governo. Bruno era un orso mite, superprotetto dalle convenzioni internazionali, che aveva il difetto di essere curioso, a tal punto che la sua curiosità lo aveva portato in prossimità degli insediamenti umani e, pur non avendo mai manifestato alcuna intenzione bellicosa, il Governo tedesco aveva deciso per la soluzione finale: la sua eliminazione fisica.
Ora lo stesso destino sembra profilarsi all’orizzonte per la madre di Bruno: Jurka, una bellissima orsa dell’età di circa dieci anni, che si aggira per i boschi del Trentino, dove vi è stata trasferita nel maggio del 2001, proveniente dalla Slovenia, per essere inserita all’interno di un progetto europeo per la reintroduzione dell’orso bruno.
La LAV si appella al Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, perché impedisca questo ulteriore scempio ai danni degli animali selvatici, che condurrebbe a un’esecuzione sommaria senza alcuna giustificazione.
“Già a giugno 2006 il Ministro aveva dimostrato la sua sensibilità alla causa di Bruno, chiedendone ufficialmente la ‘grazia’ al Governo tedesco. Ora ci aspettiamo un suo intervento diretto, in prima persona – dichiara Massimo Vitturi, responsabile settore fauna selvatica della LAV – che garantisca la vita di Jurka e che scongiuri il rischio che l’Italia faccia la stessa pessima figura internazionale della Germania, che venne investita da numerose proteste ufficiali e popolari, proprio per l’ingiustificato abbattimento del figlio di Jurka.”
L’accusa che in questi giorni ha messo sul banco degli imputati Jurka, è il suo carattere giudicato da qualcuno troppo “esuberante”. Un’esuberanza che l’ha spinta fino nei pressi delle baite di alta montagna, dove Jurka ha scoperto che è molto semplice procurarsi di che vivere semplicemente aprendone le porte.
Di nuovo, come accadde con Bruno, la natura e la vita selvatica, rappresentate dalla meravigliosa maestosità di Jurka, si confrontano con la pochezza e l’ignoranza di noi umani che vorremmo vivere in un ambiente sterile, totalmente asservito al nostro dominio, dove il solo avvistamento di un orso, peraltro innocuo e che non ha mai manifestato intenzioni aggressive nei confronti degli esseri umani, consente di ipotizzarne l’abbattimento.
“In Italia l’orso è una ‘specie particolarmente protetta’ dalla normativa sulla protezione della fauna selvatica e dalla Convenzione di Berna, considerata quale ‘patrimonio dello Stato’ da tutelare anche ‘nell’interesse della comunità internazionale’ – prosegue Massimo Vitturi – è quindi impensabile che l’eventuale soluzione consista nell’abbattimento di Jurka”.


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mercoledì 4 aprile 2007

L'orso bruno (Ursus arctos) - Segni di presenza

L'orso è per natura un animale schivo e il suo avvistamento è piuttosto difficile. Si può dimostrare però la presenza dell'animale grazie a dei segni che possono essere riconosciuti e ad esso riconducibili. E' da premettere che non sempre l'identificazione di questi segni è facile ed è strettamente dipendente dalle condizioni ambientali e dall'acume dell'osservatore. La presenza dell'orso può essere dimostrata attraverso il ritrovamento di orme, escrementi, peli, segni di graffi su tronchi. Un altro metodo di individuazione è il ritrovamento di tane e giacili.

Orme: le impronte dell'orso sono inconfondibili dato che questo animale essendo un plantigrado poggia completamente la pianta del piede a terra. L'orma dell'orso è simile per forma ad un piede umano, però più larga e con le dita tutte uguali. Sono sempre visibili i cuscinetti delle cinque dia, tutti sulla stessa linea e i robusti artigli. Come in tutti i plantigradi, il cuscinetto del tarso (calcagno) e sempre visibile nell'orma della zampa posteriore. La lunghezza di un orma posteriore va dai 22 ai 30 cm con una larghezza di 13-17 cm. I cuscinetti del tarso anteriore rimangono impressi solo su terreno morbido. La lunghezza dell'impronta anteriore è di circa 12 cm (con il calcagno 22-28 cm), la larghezza 12-17 cm. Le dimensioni logicamente variano per sesso ed età. Le orme si presentano nell'insieme con le zampe posteriori più avanzate di quelle anteriori che sono rivolte verso l'interno.

Escrementi: ricordano quello dei bovini e forma, dimensioni, colore ed odore dipendono essenzialmente dall'alimentazione. Al loro interno possono essere quindi trovati pezzi di frutti, semi, parti di insetti non digerite, gusci di nocciole e peli dell'orso stesso che vengono ingeriti leccandosi. Se l'orso si è cibato di carne l'escremento sarà più scuro ed inconsistente. Lo sterco può avere un colore nero-blu e lucido se ha ingerito mirtilli. L'odore può essere un buon elemento per riconoscerne la dieta: gli escrementi dell'orso infatti non hanno mai odore sgradevole a meno che esso non abbia mangiato carne. Si dice infatti che se l'orso ha ingerito solo frutta ed erba le feci "profumino". L'orso lascia i suoi escrementi in modo casuale non ricoprendoli e non depositandoli in latrine come nel caso del tasso.

Graffi e morsi sui tronchi: possono essere ritrovati a volte questi segni sui fusti di conifere e latifoglie. Non sono segni di marcatura del territorio ma vengono utilizzati dagli orsi come ausilio per il riconoscimento di altri esemplari. I graffi vengono lasciati ad altezze superiori ad un metro, obliquamente rispetto all'asse del tronco. Non sono visibili tutte e cingue i segni delle unghie ma solo tre o quattro. Se sono presenti anche i morsi questi sono posti al di sopra delle unghiate; i segni dei canini giacciono perpendicolarmente rispetto all'asse del tronco. A volte non lontani da questi segni possono essere ritrovati anche peli.

Peli: si possono ritrovare sui tronchi o in passaggi stretti dove l'orso viene "pettinato" dalla vegetazione o nei siti di alimentazione. Il pelo dell'orso è lanoso,di colore uniforme, resistente e leggermente ondulato, lungo circa 10 cm. Il ritrovamento dei peli è più comune in primavera-estate ed in autunno, periodi in cui avviene la muta del pelo in cui quindi l'orso tende a strofinarsi contro la vegetazione per accelerarne la caduta.

Giacili e tane: questi sono più difficili da riconoscere. I giacili vengono utilizzati dall'orso per il riposo quotidiano e sono situati in zone tranquille spesso vicino a rocce o alberi. Venogono preparati appositamente dall'animale ed hanno una dlunghezza che va dai 70 ai 130 cm. In estate vengono preparati scavando un poco nel terreno, mentre nel periodo poco precedente al letargo vengono "imbottiti" con foglie secche ed erba. I giacili per motivi precauzionali non vengono mai utilizzati due volte dall'orso. Ai giacili sono spesso associate la presenza di peli e di escrementi nelle vicinanze. Le tane vengno usate invece durante lo svernamento e possono essere frequentate anche da più esemplari (ad esempio una madre con i cuccioli). Sono luoghi abituali in cui l'orso tende a tornare periodicamente ma mai per due anni di seguito, probabilmente per questioni legate ai parassiti. All'interno spesso possono essere ritrovati rami, foglie e peli.

Questi segni sono ottimi strumenti per verificare la presenza di esemplari di orso all'interno di un'area e per capirne le abitudini e gli spostamenti, aiutando così a proteggere e conservare questa specie.

L' Orso di MacFarlane, un ibrido di 142 anni fa.

Il prestigioso National Geographic riporta che nel 2006 uno strano orso abbattuto in Canada da un cacciatore americano è risultato essere, dopo attenti esami, "il primo esemplare di ibrido tra orso polare e grizzly registrato in natura", sino ad ora infatti ibridi fra questi due plantigradi erano nati soltanto in qualche zoo. Bernard Heuvelmans, padre della criptozoologia ne "Il bestiario insolito della criptozoologia o il catalogo della nostra ignoranza", conteneva tutti i presunti e potenziali "animali nascosti" sui quali il tenace naturalista belga aveva raccolto informazioni in oltre mezzo secolo di incessante attività.
Tra questi appare anche "Un orso insolito, avente l'aria di essere un incrocio tra il grizzly e l'orso bianco, presso la regione del fiume Anderson nei Territori del Nord Ovest, in Canada. Sebbene conosciuto nelle tradizioni indiane, un solo reperto campione, una pelle ed un cranio, è conservato tra la collezione dello Smithsonian Institution, a Washington D.C., sotto il nome di Orso di Farlane (Vetularctos inopinatus) da C.H. Merrian. (Goodwin, 1946)".
Del perché questo cranio e questa pelle non siano mai stati studiati come meritavano è impossibile azzardare spiegazioni, sta di fatto che approfondendo il dossier, si scopre che l'esemplare in questione fu abbattuto nel 1864 (142 anni fa), esaminato ufficialmente soltanto 54 anni dopo, (Merrian descrisse il Vetularctos inopinatus nel 1918) e poi dimenticato per sempre in qualche archivio dello Smithsonian.
Merrian esaminò i reperti in un periodo in cui i test del DNA non erano nemmeno ipotizzabili e credette di trovarsi di fronte ad un genere ed una specie totalmente nuovi, tanto che, convinto che quell'orso fosse una forma fossile relitta lo battezzò "antico orso inaspettato" e da allora nessun altro se ne interessò minimamente, a parte i nativi ed Heuvelmans, che avevano intuito tutto "in tempi non sospetti"...

Link

domenica 1 aprile 2007

Il bacio


Personalmente adoro Klimt
e quindi non poteva mancare una delle sue più celebri opere da me modificata col Photoshop.
Il bacio fra panda lascia ben sperare per il futuro di questi animali.

Pesce d'Aprile