"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

giovedì 25 giugno 2009

Mostra: "L'orso immaginato dai bambini"

Quando da bambini ci leggevano la favola di cappuccetto rosso o di riccioli d'oro, moltissimi di voi avranno immaginato quegli animali molto simili all'uomo, con relativi vizi e virtù: il lupi diventano cattivi e subdoli e gli orsi gelosi dei loro oggetti e cattivi con le bimbe bionde. Quando si cresce poi la voce narrante delle favole di ieri viene sostituita da quella dei cronisti che ci raccontano che i lupi sbranano pecore e gli orsi si aggirano famelici per i nostri boschi. Mi chiedo quindi dove sia la differenza. La differenza non sta tanto nella storia raccontata quanto nella mente di chi la ascolta.
Da bambini l'innocenza ci porta a credere a tutto e nelle piccole menti il lupo e l'orso per quanto possano essere esseri fantastici diventano reali e spesso anche se descritti con toni negativi vengono presi in simpatia. Da adulti no. L'orso nella maggior parte dei casi diventa un pericolo, il lupo un avversario.
Per tutti coloro che vogliono (o dovrebbero) tornare a vedere con gli occhi di un bambino consiglio vivamente la mostra "L'orso immaginato dai bambini" organizzata da Chiara Crotti, ricercatrice dell'Università di Pavia. La mostra raccoglie una serie di disegni dei bambini delle scuole primarie di Cusio, Santa Brigida, Valtorta e Piazza Brembana. I novelli Picasso hanno messo su carta la loro idea di tutela e di amore per questi animali e soprattutto col protagonista indiscusso delle cronache del bergamasco: JJ5.

I nostri piccoli artisti vi aspettano il 4 luglio alle ore 10.00 nella biblioteca di Piazza Brembana per l'apertura della mostra. Tutti i visitatori potranno votare il disegno più bello sul tema "La tutela dell'orso". Le opere rimarranno esposte fino al 12 luglio con i seguenti orari
  • Lunedì, Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle 17 alle 19
  • Venerdì, Sabato e Domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Riapre oggi il Centro Visite di Villavallelonga

Villavallelonga. Oggi dalle ore 9 dopo un periodo di risistemazione riapertura al pubblico del Centro Visite dell’Orso di Villavallelonga ed in contemporanea, all’interno del Centro stesso, ci sarà l’inaugurazione della “Mostra sulla Biodiversità”, realizzata con il contributo della Regione Abruzzo. Sotto la nuova gestione di Sherpa coop, cooperativa con lunga esperienza in ambito di comunicazione ed educazione ambientale, il Centro oltre ad ospitare al suo interno la Mostra sulla biodiversità, visitabile fino al 31 agosto da martedì a domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30, assume una nuova veste grazie ai lavori di sistemazione lungo il Sentiero dell’Orso ad opera del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, quasi giunti al termine.
Il progetto per la risistemazione del sentiero, da cui sono osservabili Yoga e Sandrino, i due bellissimi esemplari di Orso Bruno Marsicano presenti all’interno dell’Area Faunistica, ha previsto il posizionamento di un’area sosta per i turisti e per le scolaresche, all’inizio del sentiero è stata collocata una bacheca esplicativa in legno nonché aumentata la sicurezza grazie al posizionamento a breve di staccionate lungo il sentiero, tutte attrezzature realizzate in materiale naturale. Oltre alla struttura è stata potenziata anche l’offerta di attività grazie alle tante proposte turistiche e didattico-ricreative organizzate da Sherpa coop all’interno del Centro Visite dell’Orso, dalle escursioni estive ed invernali, ai progetti di eco-running per le scolaresche, fino ai percorsi didattici ed alle attività di animazione ambientale realizzate all’interno del Museo dell’Orso.

Fonte: comune di Villavallelonga

PS Oggi il nostro amico Drachetto era proprio a Villavallelonga...

Comunicato stampa del Comitato Parchi Italia: Orso Marsicano, la resa dei conti

Perché non è possibile che in un Parco Nazionale muoiano tanti orsi, senza che siano mai chiarite le vere cause, senza che vengano individuati i responsabili, e con il rischio che tutto cada nel dimenticatoio. Perché il vero numero dei plantigradi deceduti nell’ultimo settennio (il periodo della “nuova gestione”, per intenderci) non è stato mai rivelato. Perché non è stato mai chiarito l’impiego delle cosiddette “esche olfattive” a suo tempo diffuse per disturbare e deviare ogni orso sopravvissuto. Perché è difficile credere che animali giovani e sani possano morire per cause naturali, ed essere ritrovati per puro caso, come mai avvenuto in precedenza, qua e là all’aperto. Perché non ha avuto senso tener nascoste le informazioni, proclamando verità apodittiche, e sfidando tutti gli osservatori tenuti all’oscuro dei fatti a dimostrare il contrario. Perché è stato ridicolo annunciare massicce operazioni di sorveglianza, promettere taglie milionarie, assicurare azioni efficienti e immediate, accusare dei delitti persino la criminalità organizzata (che pure non manca davvero), quando i veri colpevoli potrebbero celarsi non lontano, ridendosela alle spalle di tutti. Perchè alcuni orsi sono stati rinvenuti nelle vicinanze dei centri maggiori, e altri persino nelle Riserve Integrali. Perché a segnalarli sono stati spesso, per puro caso e dopo lungo tempo, semplici escursionisti, e non le autorità competenti, i cui operatori hanno oggi raggiunto il numero più elevato dell’intera storia del Parco. Perché chiunque frequenti il territorio lamenta di non incontrare più Guardie in montagna, nei boschi e pascoli di alta quota, o nei luoghi più remoti, mentre altri segnalano soprattutto pattugliamenti di fondovalle con veicoli a motore, tanto che qualcuno giunge a ridicolizzarli definendoli “cantonieri”. Perché intanto il bestiame domestico dilaga dovunque, e qualche allevatore ha anche impiantato, del tutto impunito, cannoni a salve nel cuore del Parco, per spaventare i predatori. Perché infine sommando i decessi di questo periodo (che coincide anche con la dissoluzione del pattugliamento assiduo in alta montagna, giorno e notte, secondo precisi itinerari; con il declino del vero ecoturismo responsabile; e con la demotivazione dei veri amici del Parco; tutti alleati formidabili nel presidio del territorio), si potrebbe raggiungere e persino superare l’esiguo numero dei plantigradi che dal 2002 in poi si affermava restassero ancora in vita. Quanti erano allora? Circa 20, 30 o 40 individui di Orso marsicano nel Parco e nelle Zone limitrofe, affermavano con grande enfasi le autorità competenti: mentre qualche superesperto proclamava: potrebbero essere da uno a cento, non esistono dati. Oggi, dopo anni di ricerche superfinanziate ( si parla di milioni di Euro raccolti, ma data la ben nota “massima trasparenza” nessuno sa come questi fondi siano stati spesi ) non esiste alcuna vera stima ufficiale, o comunque attendibile, di questa preziosa popolazione di orsi. Davvero ce ne sono ancora, dopo decine di lutti, se al principio del Terzo Millennio ne erano rimasti così pochi? In altre parole, molta gente si chiede: se all’inizio di questo secolo non sopravviveva che una manciata di orsi, com’è possibile che ne siano morti poi una trentina, e forse persino di più ?Su tutto questo occorrerebbe indagare a fondo, per individuare le vere cause della mesta agonia di un animale, che tutti dicono di amare. Senza disturbare il Ministro Brunetta, basterebbe chiedersi quante siano le Guardie del Parco e Forestali davvero operative oltre quota 1.300, lontano dai paesi e dalle strade; come vengano utilizzati i 120 dipendenti dell’Ente, e quanti servizi nei Rifugi di montagna ( sul modello di quelli nei Casotti del Gran Paradiso, per intenderci ) siano realmente effettuati; e infine, quanti bracconieri di orsi siano stati effettivamente scoperti e perseguiti negli ultimi tempi. Per far comprendere meglio ciò che stiamo dicendo, basterebbe ritrovare la memoria storica smarrita: ecco perché rievochiamo qui uno dei tanti episodi del passato. Ma la cosa più triste è che questo ennesimo fatto drammatico è passato inosservato a livello nazionale, e solo in ambito locale la notizia è stata diffusa. Ancor prima che gli ultimi plantigradi finiscano eliminati materialmente, lo spirito del grande Orso marsicano rischia di smarrirsi nell’oblìo.

Comitato Parchi Italia

lunedì 15 giugno 2009

Valfurva: ecco le tracce dell'orso

“Sono salito sul ghiacciaio dei Forni per effettuare una serie di misurazioni; era sabato mattina presto. In un primo momento le ho scambiate per normali tracce di alpinisti, ma ripassandoci sopra non ho avuto dubbi: ecco le orme di un orso”. La Guida Alpina Eraldo Meraldi ha già informato le autorità dell’avvistamento, ci ha inviato immagini davvero molto eloquenti e ci ha dato la sua testimonianza diretta. E’ la prima volta, negli ultimi anni, che la presenza dell’orso in alta Valfurva viene documentata in modo così preciso… “Nella mattinata di sabato scorso [13 giugno 2009] mi sono recato - ci racconta Meraldi - sul ghiacciaio dei Forni per effettuare una serie di misurazioni. Come noto sul ghiacciaio c’è una stazione di rilevamento dei dati ambientali posizionata dall’Università di Milano (progetto coordinato dal prof Smiraglia), ma non mi sono limitato a raccogliere questi dati: mi sono spinto più a monte, verso il Colle degli Orsi. Risalendo il direzione del Colle non ho fatto caso, al mio primo passaggio, a quelle tracce, mi sembravano quelle che lasciano gli escursionisti e sono passato oltre per completare la missione di rilevamento. Ma ci ho ripensato ed al ritorno mi sono soffermato su quelle orme, le ho fotografate e le ho osservate per bene, in tutta lo sviluppo che, da sotto la parete nord della cima Cadini, proseguivano sul ghiacciaio a ridosso della morena mediana scendendo verso il rifugio Branca. Quando sono rientrato le ho poi confrontate, consultando testi ed internet, con altre orme e non ho avuto dubbi: sono tracce di orso”.




Probabilmente questa documentazione - ringraziamo la guida alpina Eraldo Meraldi per le straordinarie immagini che ci ha inviato - è la più eloquente e puntuale effettuata negli anni recenti. E la localizzazione del passaggio potrebbe anche dare una spiegazione alla denominazione di “Colle degli orsi” di quel passaggio in quota. “Ritengo verosimile che nel passato, quando la popolazione di orsi sulle nostre montagne era molto superiore, quello potesse essere proprio un punto di passaggio; altrimenti - osserva Meraldi - perchè chiamarlo in quel modo. Aggiungo che, da una serie di verifiche effettuate, possiamo dire che questo esemplare sia salito dalla zona di Pejo verso la Valle degli Orsi per poi raggiungere la Vedretta degli Orsi a 2.900 metri ed infine il Colle degli Orsi a 3.340 metri, con un ultimo tratto particolarmente ripido”.
Un percorso scandito da denominazioni topografiche e di luoghi che non lasciano spazio ad equivoci: evidentemente quello era proprio un punto di passaggio per i grandi plantigradi che popolavano le nostre montagne nel secolo scorso ed in quello precedente.
Che si tratti di un orso - difficile dire esattamente di quale età e dimensioni (anche se, valutante le impronte, si può immaginare intorno ai 160 cm in posizione eretta) - la guida alpina Eraldo Meraldi non ha dubbi: “quelle che ho fotografato, non ci sono dubbi nemmeno da parte degli esperti consultati, sono proprio impronte lasciate da un orso. Si osserva bene la camminata, in alcuni tratti la scivolata sul ghiacciaio; tutti movimenti ed atteggiamenti che non sono riconducibili ad altri che ad un orso”.
L’esemplare - difficile dire se uno di quelli noti presenti nell’area trentina del Parco dello Stelvio - potrebbe essere ancora presente sulle montagne dell’Alta Valtellina anche se sappiamo che gli orsi sono abituati a lunghi percorsi ogni giorno. “La mia esperienza in montagna - ci dice ancora Meraldi - mi fa pensare che l’animale sia passato in quella zona nel tardo pomeriggio di venerdì 12 giugno; ha lasciato nitide le impronte sulla superficie del ghiacciaio e durante la notte queste impronte sono gelate rimandendo intatte. Il mattino successivo le ho rinvenute e fotografate”.

Fonte: Alta Rezia News

sabato 13 giugno 2009

Comunicato stampa del PNALM sull'orsa morta

Siano purtroppo costretti a dare, ancora un volta, la triste notizia della morte di un Orso bruno marsicano.
Si tratta di una femmina di 5-8 anni, del peso di circa quaranta chilogrammi, trovata in stato di decomposizione, ai margini del bosco a quota 1945 metri in località Valle Orsara, sulle pendici del Monte Campitello, in Comune di Scanno (AQ), all’interno della Riserva Integrale del Parco.

Il ritrovamento è avvenuto su segnalazione di alcuni escursionisti diretti sul Monte Marsicano che lo hanno segnalato al CFS di Castel di Sangro.
Al recupero della carcassa, oltre gli Agenti del C.T.A. e un Reparto Guardie del Parco hanno partecipato anche ricercatori del Dipartimento di Biologia Animale dell’Università “La Sapienza” di Roma, titolari della ricerca scientifica in corso.

Dopo un preliminare esame della zona circostante, al fine di rinvenire eventuali tracce, segni, materiale biologico che potesse condurre alla individuazione delle cause della morte dell’animale ed un primo rilievo necroscopico e antropometrico della carcassa, la stessa è stata trasportata presso la Direzione del Parco a Pescasseroli per ulteriori esami.

Qui, dalla ricognizione esterna della carcassa non sono emersi ulteriori elementi utili per accertare definitivamente la causa della morte. Comunque, l’età adulta del soggetto, che indica una piena maturità biologica dell’animale e la località di alta montagna in cui è stata rinvenuta e l’importanza conservazionistica rivestita da una femmina di Orso deceduta, richiedono ulteriori accertamenti, sia anatomopatologici che tossicologici al fine di escludere con certezza cause di morte riconducibili all’uomo (bracconaggio, avvelenamenti), presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo competente territorialmente.

Siamo veramente addolorati per questa ennesima morte di un prezioso esemplare di Orso bruno marsicano, dichiara il Presidente del Parco, Giuseppe Rossi.
Si tratta di un danno incalcolabile per il Parco e per l’Italia. La morte di ogni individuo di Orso – in questo caso si tratta di una femmina! – costituisce una perdita gravissima, data la situazione a rischio di questa preziosa specie autoctona.
Naturalmente il Parco continuerà nella sua azione di potenziamento delle attività di sorveglianza e di conservazione, pur nelle difficoltà oggettive in cui è costretto a operare”.

Nei prossimi giorni continueranno i pattugliamenti delle Guardie del Servizio Sorveglianza del Parco e degli Agenti del CTA/CFS coordinati dal Dottor Luciano Sammarone, allo scopo di verificare l’integrità del territorio intorno al luogo di ritrovamento dell’Orso morto.

Comunicato Stampa n. 36/2009

giovedì 11 giugno 2009

Orsa di 5 anni trovata morta nel PNALM

Il mio ritorno sul blog si apre con una triste notizia:

Una femmina di orso marsicano, dell'età di 5 anni, è stato trovato morto ieri all'intreno del Parco Nazionale d'Abruzzo, in località Valle Orsara tra i comuni di Opi, Scanno e Civitella Alfedena. La scoperta, secondo le notizie fornite dalla direzione del Parco, e' stata fatta da alcuni escursionisti che rientravano a Scanno. Allertati gli agenti del Corpo Forestale dello Stato e i guardiaparco, sono poco dopo giunti sul posto. La Procura della Repubblica di Sulmona, competente per il territorio, ha disposto il sequestro della carcassa che nella mattinata di oggi verrà trasferita all'Istituto Zooprofilattico di Teramo per l'esame necroscopico e gli esami di laboratorio. Non e' esclusa la morte per cause naturali. (fonte APCOM)

Non potevo tornare sul mio blog nel peggiore dei modi. Con una triste notizia. Come al solito spero di tenervi aggiornati nelle prossime ore.
Sono stato lontano è vero. E me ne dispiace. Per me, per voi lettori, per gli amici che mi seguono, per il blog e soprattutto per i miei orsi. Dal fatidico 6 aprile 2009, giorno del sisma nell'aquilano molte cose sono cambiate. Mi dispiace se la mia assenza ha potuto preoccupare qualcuno (e siete stati in molti a scrivermi per avere mie notizie) ma in qualche modo la mia vita è cambiata. In questi giorni cercherò di tornare alla normalità. Spero di non aver perso nessuno di voi lettori fedeli in questi mesi e spero, in questi giorni ,di trovarne tanti altri. Ho visto dalle statistiche che comunque gli orsi sono ancora nei cuori di molti dato che siamo arrivato a quasi 80.000 visite. Cercherò nei prossimi giorni di inserire anche le notizie che ho raccolto in tutto questo tempo, postandole con le date relative al periodo in cui sono avvenute.

E' bello tornare a scrivere qui, è un po' come tornare a casa.

Un abbraccio a tutti

Enzo