"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

sabato 30 giugno 2007

Il progetto LIFE Ursus

La mia indole divulgativa mi spinge, dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni, a parlare del progetto LIFE Ursus. Negli articoli e nei vostri commenti viene spesso richiamato questo nome e quindi mi sembra opportuno approfondire l'argomento in questa sede. Capire l'importanza e le fasi che hanno costituito questo progetto possono aumentare senz'altro la comprensione di alcune dinamiche di conservazione che sono tuttora in atto sulle nostre Alpi.

Tornando indietro nel tempo si può vedere come la diffusione dell'orso bruno (Ursus arctos) sulle Alpi fosse molto estesa, fino a ricoprire la maggior parte della catena montuosa. L'antropizzazione e quindi il maggior contatto dell'uomo con questo animale hanno diminuito drasticamente il numero di esemplari, relegandolo nel suo ultimo rifugio, oggi corrispondente con il Parco Adamello Brenta. Nel 1998 gli orsi autoctoni presenti erano pochissimi, solo 3-4 esemplari. Ad aggravare la situazione contribuiva la mancanza di nascite dal 1989 e l'eta avanzata degli orsi: erano destinati a scomparire.

Per scongiurare questo evento il Parco Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia di Trento e l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) riesce ad accedere ai fondi Life della Comunità Europea che vengono per l'attuazione del progetto chiamato "Ursus: tutela della popolazione di orso bruno del Brenta". Il progetto vede prima la liberazione di due orsi (Masun e Kirka) nel 1999, seguiti nel 2000 da altri tre (Daniza, Joze ed Irma), due nel 2001 (Jurka e Vida) e tre nel 2002 (Gasper, Brenta e Maja). Alcuni di loro non saranno fortunati (Irma muore sotto a causa di una slavina, Vida viene investita da un'automobile ma viene solo ferita) ma nel 2002 c'è la prima buona notizia, Kirka è accompagnata dai suoi due cuccioli. Negli anni successivi altre coppie riescono a riprodursi aumentando così notevolmente il numero degli esemplari.

Nel 2003 il PArco Adamello Brenta riesce ad ottenere un finanziamento per il progetto Life Co-op in collaborazione con il Servizio Foreste Sloveno, il WWF austriaco e l'Università di Udine. Questo progetto si propone di far convogliare alcuni progetti già sviluppati da ciascun soggetto nella creazione di una metapopolazione cioè una popolazione in che seppur composta di gruppi distinti possa interagire aumentando così la variabilità genetica. Nel 2004 termina il progetto Life Ursus e nel 2005 anche il Life Co-op.

Le Alpi, grazie a questo progetto unico al mondo, stanno tornando un luogo idoneo per l'orso bruno, come visto anche dalle notizie degli sconfinamenti in Svizzera o come quello meno fortunato di Bruno, conclusosi purtroppo tragicamente.

Per fortuna per gli orsi le montagne, a differenza delle menti di alcuni uomini, non hanno limiti.

Roma boccia la "gabbia" per Jurka

San Romedio non si trasformerà nel futuro recinto di Jurka, l’orsa ribelle la cui cattura sarebbe imminente. Il ministero dell’Ambiente ha infatti bocciato la struttura annessa al santuario come possibile mega-gabbia per il plantigrado. Serve un’area idonea, più grande di quella proposta: questo ha spiegato Roma a Trento. Ma non è finita: il governatore altoatesino ha fatto sapere di aver chiesto e ottenuto dal ministero il via libera alla cattura dell’o rso avvistato tra la fine di maggio e l’inizio di giugno in Venosta. Durnwalder ha interpretato quest’autorizzazione in modo estensivo: «Se in futuro dovesse farsi vivo un plantigrado sul territorio provinciale potremo catturarlo, mettergli il collare e restituirlo agli enti preposti».
Una commissione di esperti, in cui sono rappresentati contadini, Parco dello Stelvio e operatori turistici, si riunirà domani. La notizia ha allarmato i Verdi, che si sono attivati ottenendo, in serata, una smentita dallo stesso Ministero. La cattura dell’orso è diventata un caso politico.
A mettere in moto la giunta provinciale altoatesina, la scorsa settimana, è stata la presa di posizione del senatore Svp Manfred Pinzger, che ha scritto al ministro Pecoraro Scanio chiedendo l’autorizzazione a catturare l’orso: «Non è possibile - ha spiegato Pinzger - che la popolazione abbia paura di uscire di casa ed è ora di finirla con questi orsi che dal Trentino emigrano in Alto Adige».
Preso atto del malessere che serpeggiava tra i coltivatori diretti e gli operatori turistici dell’Alta Venosta - che hanno lamentato danni tra i 3.500 e i 5.000 euro imputabili al passaggio del plantigrado - il presidente della Provincia ha ordinato all’ufficio caccia e pesca di organizzare una riunione tra addetti ai lavori, alla quale hanno preso parte rappresentanti del Bauernbund, del Parco nazionale dello Stelvio e dell’assessorato all’agricoltura ed è stata istituita una «commissione dell’orso». «Si è discusso - sottolinea il vicedirettore dell’ufficio caccia e pesca altoatesino Giorgio Carmignola - del malcontento dei contadini e degli operatori turistici, legato proprio al passaggio dell’orso e ai danni causati in Alta Venosta. C’è stata la richiesta di liquidare subito ai contadini i danni mentre è stata scartata la proposta dei Verdi di istituire una sorta di avvocato dell’orso, figura prevista in Carinzia».
Poi, ieri mattina, è arrivato l’annuncio di Durnwalder: «Il Governo - ha spiegato - ha rilasciato alla Provincia l’autorizzazione alla cattura e al trasferimento dell’orso, qualora il plantigrado dovesse tornare a farsi vivo in Alto Adige. La specifica commissione di esperti istituita dalla Provincia si riunirà periodicamente per monitorare l’evolversi della situazione».
A Durnwalder è stato chiesto se l’autorizzazione riguardasse solo l’rso avvistato in Alta Venosta o gli orsi che in generale verranno individuati sul territorio altoatesino. «Abbiamo fatto richiesta per l’orso della Venosta, ma quest’autorizzazione vale anche per tutti i plantigradi che transiteranno in Alto Adige».
Gratta gratta si è scoperto che la richiesta era stata presentata il 7 giugno dal Parco nazionale dello Stelvio al ministero dell’A mbiente. «Ci è stata rilasciata - argomenta il dirigente del Parco Wolfgang Platter - una pre-autorizzazione dal direttore generale dell’ufficio protezione della natura Aldo Cosentino. Per poter catturare l’orso e mettergli il radiocollare dovremo redigere un protocollo tecnico».
La notizia ha allarmato i Verdi, che si sono attivati ottenendo, in serata, una smentita dallo stesso Ministero. «Non si capisce a quale autorizzazione governativa la Provincia di Bolzano faccia riferimento in merito alla presunta autorizzazione di cattura dell’o rso, nel settore della val Venosta. Gli orsi sono una specie protetta la cui tutela è sotto la diretta responsabilità del ministero. La soluzione migliore, quindi, prima di assumere una qualsiasi decisione è di studiare questi splendidi animali, dotandoli, eventualmente, di radiocollari».

fonte: trentinocorrienalpi.repubblica.it

La cattura dell'orsa Jurka: rassegna stampa

Ecco alcuni dei titoli trovati oggi in rete sulla cattura della nostra Jurka, nell'articolo verranno riportati solo i passaggi più salienti.

da repubblica.it
L'orsa Jurka ha finito di combinare guai. Protagonista di scorribande sui monti del Trentino che, pur se pacifiche, l'hanno portata ad avvicinarsi un po' troppo ai luoghi a lei preclusi - baite, pollai, impianti sciistici pieni di turisti - l'orsa è stata catturata dal personale del Servizio foreste e fauna ieri sera, intorno alle 21, sul territorio del comune di Terres, ai margini della Valle di Tovel.
Il suo stato di salute è buono, pesa 130 chili, è stata portata presso il recinto del santuario di S. Romedio, a Coredo. Lì, in una delle tane, Jurka trascorrerà le fasi di risveglio e di prima ambientazione.
Il ritorno in cattività è una misura eccezionale, adottata quando tutte le chance offerte all'animale si sono rivelate inutili.
Jurka ha manifestato anche comportamenti potenzialmente pericolosi, visto che, negli ultimi mesi, s'era fatta più furba: erano un'abitudine le incursioni nei centri abitati, il tentativo di entrare nelle case per procurarsi il cibo, l'eccessiva confidenza con l'uomo. Il rischio, osservano gli esperti, è che anche i suoi figli abbiano imparato da lei a comportarsi in maniera "indisciplinata". Jurka infatti è madre di tre orsacchiotti nati alla fine del 200, ma era anche mamma di Bruno, l'orso tristemente famoso per aver sconfinato in Germania e per questo abbattuto dagli allevatori bavaresi che così gli fecero pagare la razzìa di alcune pecore.
Quale sarà il suo destino? Per adesso, resterà nella struttura di S. Romedio almeno per il periodo di ambientamento alla cattività. Tuttavia la destinazione definita sarà decisa solo dopo approfondimenti tecnici in corso con il ministero dell'Ambiente e con l'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Se poi anche i figli di Jurka dovessero manifestare comportamenti simili a quelli della madre, si provvederà alla loro radiocollarizzazone, nella speranza di contenerne le conseguenze.
Sul futuro dell'orsa interviene il Wwf, che chiede al ministero dell'Ambiente e alla provincia di Trento di trovarle al più presto una struttura idonea, che possa garantirle il futuro. "E' triste quando non si riesce a trovare una convivenza fra uomo e animale e si è costretti a misure così drastiche - si legge in una nota dell'organizzazione - ci auguriamo che questa misura resti un'eccezione e non venga ripetuta nei confronti di altri orsi della popolazione trentina".

da agsmedia.it

L'orsa "Jurka" è stata catturata dal personale del Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento alle ore 21 di ieri sera, sul territorio del comune di Terres ai margini della valle di Tovel. L'animale è stato immobilizzato tramite telenarcosi, vale a dire mediante fucile lanciasiringhe ad una distanza di circa 15 metri in prossimità di un sito d'attrazione appositamente predisposto...L'orsa è stata trasportata presso il recinto di S. Romedio, nel Comune di Coredo, dove trascorrerà le fasi di risveglio e di prima ambientazione in una delle tane presenti...
Come evidenziato piú volte in passato la riduzione in cattività dell'orsa costituisce una misura di gestione, pur eccezionale, espressamente prevista dai documenti tecnici predisposti dalla Provincia ed approvati dal Ministero dell'Ambiente e dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. La decisione di procedere alla ricattura dell'animale è maturata al termine di un lungo percorso volto a verificare ogni possibile alternativa alla riduzione in cattività dell'animale, culminato con la cattura per radiocollarizzazione dell'estate scorsa e con le attività di dissuasione che sono seguite...L'orsa ha inoltre dimostrato di trasmettere alla prole i comportamenti, anche problematici, che le sono propri. Va tra l'altro ricordato che circa il 50% di tutti i danni causati in provincia di Trento dagli orsi dal 2005 ad oggi sono imputabili a Jurka e/o ai figli anche se ció che ha determinato la decisione non si riferisce agli aspetti di natura strettamente economica, quanto alle modalità con le quali tali danni sono stati compiuti (vicinanza insistita alle strutture antropiche. L'Amministrazione provinciale ha dimostrato con i fatti che le opzioni previste dai documenti tecnici che indirizzano la gestione dell'orso in provincia di Trento sono tutte percorribili, comprese quelle piú estreme e forse impopolari, seppur quali extrema ratio. Si tratta dunque di un ulteriore importante passo di un progetto di gestione faunistica tra i piú complessi mai realizzati in Europa. L'animale rimarrà nella struttura di S. Romedio quantomeno per il periodo di ambientamento alla cattività, fermo restando che la sua destinazione definita sarà decisa solo a seguito degli approfondimenti tecnici in corso con il Ministero e con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Da ultimo si ricorda che eventuali problematicità manifestate dai figli di Jurka saranno gestite attraverso la cattura e la radiocollarizzazione degli esemplari, in conformità all'autorizzazione già ricevuta.

L’Orsa Jurka deve essere subito liberata, deve poter continuare a fare l’orsa e non deve diventare l’attrazione per un nuovo zoo seppure chiamato “area attrezzata”. E’ la richiesta che la LAV-Lega Anti Vivisezione fa al Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e al Presidente della Provincia di Trento Dellai dopo la cattura e la chiusura dell’animale in un recinto. “E’ paradossale che prima si prendano gli orsi dalla Slovenia per tentare la reintroduzione sulle montagne italiane e poi, a fronte di problemi facilmente risolvibili con vigilanza e risarcimento dei danni (un’inezia se raffrontati alle spese generali di una Provincia Autonoma) si imprigionino gli stessi animali, umiliandoli, sottoponendoli allo stress di cattura, anestesia e confino - ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile fauna selvatica della LAV - in un Paese come il nostro in cui l’ambiente e’ ipersfruttato in ragione del tornaconto economico e le attivita’ umane erodono quotidianamente sempre piu’ spazi selvatici agli animali, e’ logica conseguenza che siano probabili degli incontri “ravvicinati” tra gli esseri umani e gli animali che vivono nel loro ambiente naturale. L’Orsa Jurka ha il diritto di essere subito rilasciata in liberta’, seppure vigilata, non deve essere messa in nessuna struttura o area attrezzata, ovvero in uno zoo di fatto”

"L'orsa va ricollocata in un'area idonea a garantirgli il massimo spazio vitale possibile. Questo significa in concreto identificare e attrezzare un'area adatta, certamente diversa da quella nella quale oggi è collocata". Lo rende noto l'ufficio stampa del ministero dell'Ambiente in un comunicato a seguito della cattura di Jurka. Nella nota il dicasteo ricorda che "aveva già dato disponibilità a valutare la cattura dell'orsa Jurka a fronte di una sua collocazione in un'area idonea e attrezzata e per la quale ha messo a disposizione un finanziamento 200 mila euro". Per quanto riguarda gli altri orsi nati da Jurka - si legge nella nota del ministero guidato da Alfonso Pecoraro Scanio - "si ribadisce che prima di qualunque altra iniziativa devono essere studiati i comportamenti attraverso l'applicazione di radiocollari, così da rendere possibile il controllo degli animali al fine di tutelare gli abitanti degli zone interessate e gli orsi stessi".

L'orsa «Jurka» è stata catturata ieri in Trentino dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento, alle 21. Il plantigrado è stato catturato nel comune di Terres (Tn), ai margini della valle di Tovel. L'animale è stato immobilizzato tramite telenarcosi, con fucile lanciasiringhe ad una distanza di circa 15 metri, in prossimità di un sito d'attrazione appositamente predisposto. Il motivo? In buona sostanza mamma orsa combinava troppi guai, avvicinandosi forse un po' troppo a baite, pollai, impianti sciistici pieni di turisti.
«L'orsa va ricollocata in un'area idonea a garantirgli il massimo spazio vitale possibile. Questo significa in concreto identificare e attrezzare un'area adatta, certamente diversa da quella nella quale oggi è collocata».Lo rende noto l'ufficio stampa del Ministero dell'Ambiente in un comunicato a seguito della cattura di Jurka. Nella nota il Ministero ricorda che «aveva già dato disponibilità a valutare la cattura dell'orsa Jurka a fronte di una sua collocazione in un'area idonea e attrezzata e per la quale ha messo a disposizione un finanziamento 200 mila euro».
«Per quanto riguarda gli altri orsi nati da Jurka - si legge nella nota dell'ufficio stampa del ministero guidato da Pecoraro Scanio - si ribadisce che prima di qualunque altra iniziativa devono essere studiati i comportamenti attraverso l'applicazione di radiocollari, così da rendere possibile il controllo degli animali al fine di tutelare gli abitanti degli zone interessate e gli orsi stessi».

venerdì 29 giugno 2007

Catturata Jurka

Ieri notte Jurka è stata catturata!!!!

Il giorno che tutti aspettavamo è purtroppo arrivato!

Maggiori informazioni nei prossimi post...

giovedì 28 giugno 2007

Gl sfondi ursini per il vostro pc

Questa mattina stavo curiosando nel sito del National Geographic (rivista che stimo moltissimo) e mi sono imbattuto in questi splendidi desktop. Cliccando sulle immagini c'è il link per scaricare il formato da voi desiderato (800x600 o 1024x768)...non vi resta che scegliere quale orso farà bella mostra sul vostro computer...



L'orso bruno Kodiak che emerge dalle acque di un fiume






Mamma e cucciolo di orso nero






Il pasto del panda gigante






Una mamma di orso polare ed il suo cucciolo






Un grizzly cammina fra la vegetazione




Quale avete scelto? Io li ho già scaricati tutti, sono così belli!

mercoledì 27 giugno 2007

Io e l'orso

(racconto di Massimo Vettorazzi)

2 giugno 2003, foresta di Kocevje , Slovenia

Il temporale in lontananza fa sentire ancora i suoi brontolii e qualche lampo rischiara l’impenetrabile foresta; nelle zone libera da nuvole il cielo mostra la grandezza dell’universo, una civetta con il suo monotono richiamo annuncia che per gli uomini è giunto il momento di ritirarsi in baita.
Respiri affannosi, colpi di tosse, rumori di persone che si rigirano nel letto cercando la posizione giusta per far riposare le stanche membra e poi il temuto suono della sveglia che mi ridesta dai miei sogni e mi fa capire che per oggi il riposo è finito. Un rapido cenno di saluto al mio compagno di avventure, una vestizione rapida e silenziosa e in pochi minuti lasciamo la baita dove i nostri amici riposano ancora beatamente (e penso, ma chi me l’ha fatto fare?).
I prati sono ricoperti di rugiada, l’aria piacevolmente fresca sul nostro viso ci fa dimenticare ben presto il comodo giaciglio lasciato solo pochi minuti fa; il sole non si vede ancora, ma le poche nuvole arrossate indicano che un nuovo giorno sta per nascere e che si preannuncia sereno e caldo. Ci inerpichiamo verso la collina dietro la nostra baita, mentre i primi uccelli iniziano a cantare rompendo così il silenzio assoluto dell’immensa foresta. Giunti ad un bivio il mio amico propone di andare a destra, ma il posto mi “ispira” poco ed essendo davanti decido di non ascoltarlo e, in silenzio, continuo il mio cammino verso sinistra. Il sudore corre copioso sul viso, alla mia destra tra gli alberi si intravede la palla infuocata della stella che ci dà la vita, dietro percepisco la presenza del mio amico che diligentemente segue la sua guida e penso a quante albe e tramonti abbiamo passato insieme, quanti litigi ha innescato il mio riottoso amico .Penso a quante albe e tramonti abbiamo passato insieme, quanti futili litigi sono nati tra di noi, ma nonostante tutto siamo ancora qui a sbuffare e a condividere la stessa fatica alla ricerca del Signore della foresta, e credo che in fondo questa sia la cosa più importante.
Il silenzio è rotto solo da qualche ramo secco che si spezza sotto i nostri scarponi mentre procediamo verso la fine del sentiero; sulla nostra destra c’è una grande dolina ammantata di foglie cadute in autunni passati dai faggi centenari che la ricoprono, qua e là qualche raggio di sole riesce a penetrare il fitto fogliame e a riscaldare il suolo. Mi fermo di colpo così come il mio fidato secondo, il cuore si ferma, il respiro si fa affannoso: davanti a noi c’è un animale scuro che, sentendoci, comincia a scendere la dolina. Non dico niente, nessuno parla, penso subito ad un cinghiale, ma so già di cosa si tratta: l’animale sognato, l’animale ricercato, l’animale studiato sui libri, l’animale visto in numerosi documentari si trova lì, davanti a me, in carne ed ossa nel suo regno. Silenziosamente alzo il mio fedele e inseparabile Swarovski e lo porto agli occhi che cercano immediatamente e automaticamente l’agognata preda.
“Cristo di un dio, l’orso!” sono le parole tremanti e incredule del mio amico, che per un attimo avevo dimenticato immerso nelle mie emozioni, poi il “click” dell’otturatore della sua macchina, che scatta più per dovere e abitudine, che per rubare un’immagine: la foto più bella è impressa indelebilmente nei nostri cuori e nemmeno uno sviluppo fatto male potrà mai rovinarla! L’orso ha ormai raggiunto la fine della dolina ed è entrato nel prato, dove nell’unico spazio libero mi regala l’ultima emozione; il sole alle sue spalle irraggia il pelo color miele della groppa rendendo questo splendido animale ancora più affascinante, poi, come era apparso, svanisce nella fitta foresta lasciandoci soli ed increduli.
Ci voltiamo all’unisono e i nostri occhi si incontrano e capiamo che qualcosa si è compiuto, che quel giorno rimarrà tra i ricordi più belli della nostra vita, una stretta di mano, poi, suggella quella emozione e conclude una ricerca durata molti anni.
Ritornando alla baita vediamo anche un capriolo, ma ormai questo non aggiunge nulla a ciò che ho provato in quegli eterni venti secondi, sapendo già che mi aspetterà un’altra giornata di fatiche ma consapevole che ne è valsa veramente la pena.
Sulla via del ritorno, con uno zaino pesantissimo sulle spalle e con un dolore intenso e pungente che affligge i miei stanchi piedi, un pensiero, prima che la fatica offuschi definitivamente la mia mente, mi assilla: che anche gli altri compagni, che hanno condiviso questi giorni di fatiche, possano un giorno godere dello spettacolo e delle emozioni che solo l’incontro con l’orso può donare.

Nuova sezione: Racconti

Da oggi parte una nuova rubrica all'interno del Blog dell'OrsoBruno, quella dei racconti. Saranno pubblicati in questa sede solo racconti originali, creati dai lettori e dagli amici del blog, che hanno come protagonista principale (neanche a dirlo) l'orso. TUTTI possono partecipare inviandomi il testo da pubblicare e, a vostra discrezione, una vostra breve biografia (chi siete, cosa fate, quanti anni avete...) e un indirizzo email dove i lettori potranno eventualmente contattarvi. Unico vincolo sarà la lunghezza del testo dato che non vorrei dividere il vostro racconto in più parti. Il primo racconto pubblicato è quello di Massimo Vettorazzi. Il titolo : "Io e l'orso".......Buona lettura.


martedì 26 giugno 2007

Parchi: Asia ed est Europa guardano al Pnalm

Un tour di Giapponesi e Lituani per migliorare le condizioni delle aree protette

Il Giappone guarda all’Europa e la Lituania guarda all’Abruzzo. Per migliore le condizioni dei 28 parchi nazionali presenti sul territorio nipponico, le Università di Iwate e Sophia hanno in corso un progetto di ricerca sul sistema delle aree protette italiane e sul ruolo dei parchi nello sviluppo sostenibile. Il viaggio in Italia della delegazione nipponica, reduce dal tour nelle aree protette di Francia e Spagna, mira ad acquisire conoscenze e modelli di gestione con particolare attenzione alle foreste ed alla loro gestione. I ricercatori delle due Università dal 29 al 30 giugno effettueranno visite ed escursioni sul territorio del Parco, accompagnati dalle Guardie e dagli esperti dell’Ente.Sempre in tema di scambi internazionali, dopo l’Asia sarà la volta dell’Europa dell’est che farà tappa al Parco dal 27 al 28 giugno con una delegazione composta di Direttori e Funzionari dei parchi Lituani che compierà un tour nelle aree protette abruzzesi. L’Educational tour lituano, coordinato dall’Istituto Pangea, rientra in un progetto di partnership con l’IUCN, la Finlandia e la Lituania e nasce dall’esigenza di adottare modelli di gestione di Centri Visita e programmi di educazione e interpretazione ambientale.
Il crescente interesse dell’Asia e dei Paesi dell’est entrati a far parte dell’Unione in tempi relativamente recenti – dice il Presidente Rossi – rafforza gli sforzi compiuti dal mondo dei parchi verso la realizzazione del sistema delle aree protette. La diffusione delle nostre esperienze ed il loro apprezzamento all’estero, è uno stimolo ed incoraggiamento a continuare un lavoro che sappiamo molto importante per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile.” Per il Parco Nazionale d’Abruzzo in particolare, l’attenzione riscontrata all’estero, secondo Rossi “deve spronarci a ritrovare lo slancio giusto e veicolarlo verso iniziative e progetti capaci di posizionare il nostro Parco all’avanguardia, nel posto che gli compete.”
Entrambe le Delegazioni saranno ricevute presso il Centro Visita di Pescasseroli dal Presidente del Parco Giuseppe Rossi, il quale è membro della Commissione mondiale dei Parchi dell’Unione per la Conservazione della Natura e rappresenta il Pnalm, che aderisce all’organismo internazionale, anche in seno al Comitato italiano dell’IUCN.

fonte: Ufficio Stampa PNALM

Carpazi, orso bruno sbrana turisti Usa

Un'aggressione inaspettata quanto feroce, su un tranquillo sentiero dei Carpazi rumeni. Ieri, un gruppo di escursionisti americani ha subito l'attacco di un orso bruno inferocito, che ha ucciso una donna e ferito gravemente altre due persone. L'aggressione è avvenuta sulle montagne a nord di Bucarest, intorno alle dieci di sabato sera. Il gruppetto di sei escursionisti, tutti provenienti dagli Stati Uniti, si era imbattuto nella bestia feroce già nel pomeriggio, vicino a una baita. Ma era riuscito a fuggire. L'orso però, deve averli tenuti d'occhio. Perchè poco dopo è riapparso sul sentiero, e li ha assaliti all'improvviso. Mentre afferrava e sbranava una ragazza di 26 anni, gli altri escursionisti hanno cominciato a lanciargli addosso delle pietre. Purtroppo però, il risultato è stato solo di farlo inferocire ancora di più. L'animale infatti si è staccato dalla sua prima vittima e ha rivolto l'attenzione a uno dei suoi compagni, mordendolo ad una gamba. E poi ha messo a segno il colpo finale, sbranando a morte una donna di 31 anni che faceva parte del gruppo. Secondo quanto riferito dalla stampa rumena, la donna sarebbe morta poco dopo l'arrivo dei soccorsi, ma le forze dell'ordine non avrebbero ancora autorizzato la diffusione dei suoi dati d'identità. L'orso in questione sarebbe anche una vecchia conoscenza della zona. Recentemente avrebbe infatti sbranato una pecora e attaccato un turista rumeno, mordendolo ad una spalla. La notizia ha fatto scalpore perchè gli attacchi alle persone in Romania sarebbero estremamente rari, anche se nel paese vive metà della popolazione europea di orsi bruni.

fonte: montagna.tv

lunedì 25 giugno 2007

Pelle d'oca

Ero tutto preso dalla ricerca di un pò di materiale per un nuovo post riguardante gli attacchi verso l'uomo da parte degli orsi e incappo in un sito che fa letteralmente rabbrividire, potrei dire che è la nemesi del mio blog.
Il titolo del sito è: BEAR HUNTING MAGAZINE: the bear hunting AUTHORITY!
Il sito si presenta come il miglior punto di riferimento per la caccia all'orso, con tanto di consigli, news, articoli, galleria di foto e soprattutto luoghi in cui poter andare felicemente ad impallinare i nostri amici orsi.
Comincio a visitare il sito e mi imbatto immediatamente nella galleria con i trofei di caccia. Tralascio ogni singolo commento che mi passa nella mente alla vista di queste foto e vi rendo partecipi dell'orrore che ho nel cuore mostrandovele in questa sede:


Penso che possano bastare.

Ce ne sono decine e decine di foto simili e non si può rimanere impassibili alla loro vista.
Passo nella sezione articoli. I titoli delle "opere" sono molto fantasiosi come ad esempio "L'orso che non voleva morire" o "Leggere i segni del grande orso" e trattano di tecniche e consigli per migliorare la propria abilità venatoria.
Per non parlare poi dei prodotti consigliati ai cacciatori. Pensate alla vigliaccheria di questi uomini: sapendo che gli orsi hanno un olfatto talmente acuto da poter individuare (e quini evitare) un uomo anche a grandissima di stanza, utilizzano degli spray il cui odore attira l'animale che ignaro delle conseguenze cade nella mortale trappola.
Per non parlare poi dei links ai siti di aziende produttrici di archi, frecce, fucili, proiettili e trappole, ma anche DVD, magazines, tour operators e tutto ciò di cui un provetto cacciatore di orsi può aver bisogno.

Peccato che non vendano anche la dignità.

domenica 24 giugno 2007

Ecco Stella, l'orsacchiotta di Spormaggiore

Non poteva mancare la risposta trentina a Yoga: ecco Stella (così ribattezzata dagli amici Claudio e Rita) l'orsa del centro faunistico di Spormaggiore (TN).

Nuovo sondaggio....

Ecco il secondo sondaggio del Blog dell'OrsoBruno: "Per quali di questi motivi è giusto uccidere un orso?". So che farà storcere il naso a molti, ma è volutamente provocatorio. Spero che sollevi molte discussioni e che ci porti a riflettere come spesso questi animali vengano "usati" per i motivi più diversi, senza tenere conto del fatto che sono esseri viventi.
Le risposte disponibili sono:
  • Per divertimento
  • Per autodifesa
  • Per cibarsene
  • Per procurare ingredienti per la medicina tradizionale
  • Per motivi religiosi, culturali, tradizionali
  • Per nessun motivo
Molti spunti per le vostre risposte potrete trovarli all'interno del blog come ad esempio l'uso degli orsi nella medicina tradizionale, la caccia all'orso, l'uso dell'orso nei rituali religiosi o anche nelle news. E ora apriamo le votazioni....ci rivediamo fra un mese per i risultati....

In Alto Adige il Wwf lancia gli "Avvocati degli orsi"

In Alto Adige, "convivere con l'orso è possibile", e per facilitare le cose arrivano gli 'avvocati dell'orso'. E' questo, in sintesi, il messaggio che il Wwf ha inviato, in una lettera, alla Provincia di Bolzano, chiedendo informazioni sugli impegni previsti. Non solo è possibile, ma è "anche funzionale alla conservazione della biodiversità, utile per il turismo ed il rilancio dell'agricoltura di montagna - spiega Michele Candotti, segretario generale Wwf Italia - dal momento che con semplici accorgimenti si possono ridurre di molto i danni a colture e cose. Gli 'avvocati dell'orso' possono essere un utile strumento che contribuisce a migliorare il rapporto uomo-orso".
Secondo Candotti però "resta incomprensibile come alcune istituzioni già parlino di rimuovere l'orso dal territorio, senza che ci siano prove scientifiche o motivazioni concrete a supporto di queste richieste". Il Wwf Italia, nell'ambito del programma Alpi, ha avviato nel 2006 varie attività per giungere anche in Italia alla formazione di un piccolo nucleo di 'avvocati dell'orso', addetti principalmente ad iniziative di comunicazione diretta verso la popolazione e gli operatori a "rischio", in stretta collaborazione con gli enti territorialmente competenti che si occupano di gestione e monitoraggio della specie. In parallelo, l'associazione ambientalista ha avviato, in collaborazione con gli omologhi di Svizzera e Austria, una piattaforma per aumentare la sensibilizzazione sull'orso nella regione del Dreiländereck coinvolgendo tutte le categorie interessate dell'alta Val Venosta e Engadina, Val Monastero in Svizzera, Tirolo austriaco.
Gli incontri hanno condotto all'avvio del progetto "Ursina, die baer in Rhetische Dreilaendereck" (Ursina - l'orso nel territorio delle Alpi retiche tra Austria-Svizzera-Italia). Ma come Wwf "riteniamo fondamentale operare in un contesto dove tutti fanno la loro parte nella questione orso - specifica Candotti - soprattutto adesso che oltre una decina di giovani orsi, nati in Trentino negli ultimi anni, possono spontaneamente, per naturale tendenza all'esplorazione di nuovi territori, spostarsi nelle regioni, province e nazioni limitrofe, intensificando potenzialmente la loro presenza anche nell'Alto Adige". A questo punto, conclude, "è di fondamentale importanza conoscere quali siano le strategie poste in atto dalla Provincia autonoma di Bolzano in merito. Strategie che non possono ridursi a scacciare, o peggio a chiedere di catturare, ogni orso che entra in Alto Adige".

Non c'è pace per l'orso: incalzato da cani addestrati

Il Parco nazionale dello Stelvio e l'Ufficio altoatesino caccia e pesca hanno elaborato un progetto per la difesa delle greggi dagli attacchi degli orsi, prendendo spunto da un'iniziativa portata avanti con successo nel cantone svizzero dei Grigioni. Da qualche giorno, dunque, a Malga Tarces sono entrati in azione tre cani da pastore maremmani che avranno appunto il compito di tenere alla larga il plantigrado. ''Vogliamo testare la reale efficacia di questo sistema - ha detto il governatore Luis Durnwalder - e capire se rappresenti realmente un'opportunita' concreta per i nostri contadini, che sempre piu' spesso devono fare i conti con le razzie di animali perpetrate dagli orsi''

Ecco il comunicato stampa della Provincia autonoma di Bolzano:
http://www.provincia.bz.it/usp/news/news_i.asp?art=173477&HLM=1


Knut fra poco dovrà rimanere solo

Per l’orsetto Knut, la star dello zoo di Berlino visitata negli ultimi mesi da oltre 750 mila persone, si avvicina il momento in cui dovrà restare da solo nel suo recinto.
Col passare del tempo infatti Knut cresce, si irrobustisce e rafforza le sue difese naturali, a cominciare dai denti, dalle zampe e dagli artigli.
I responsabili dello zoo hanno fatto sapere che fra sei settimane - intorno alla fine di luglio - l’assistente-papà di Knut, Thomas Dorflein, dovrà separarsi dal cucciolo di orso polare che ha allevato sin dalla nascita, il 5 dicembre scorso, quando Knut e il suo fratello gemello furono ripudiati dalla madre Tosca subito dopo il parto. Il fratello morì dopo quattro giorni, Knut invece è sopravvissuto prima in una incubatrice, e poi grazie alle cure amorevoli di Doerflein, divenendo l’autentico beniamino di berlinesi e turisti.
«La possibilità di stargli vicino senza pericolo potrà durare al massimo ancora sei-otto settimane. Dopodichè ogni contatto diretto con la bocca e le fauci dell’animale potrà provocare gravi ferite alle persone», ha detto il direttore dello zoo di Berlino Bernhard Blaszkiewitz citato oggi dal quotidiano Bild.
Knut, ha notato il direttore, ha infatti ora 42 forti denti sempre più da animale feroce, i suoi muscoli sono sempre più potenti, e il suo comportamento diventa sempre più quello di un autentico animale predatore.
Con tutta probabilità, scrive la Bild, Knut avrà in novembre un fratello. I suoi genitori Tosca e Lars infatti nei giorni scorsi hanno avuto i tipici comportamenti affettuosi dell’accoppiamento.

Fonte: la zampa.it

giovedì 21 giugno 2007

I grattini di Yoga

Oggi pomeriggio sono stato nel Centro Orso di Villavallelonga (AQ), nel Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise e guardate un pò che spettacolo....

I risultati del sondaggio....

Siamo giunti al termine del primo sondaggio del Blog dell'OrsoBruno ed ecco i risultati. Alla domanda "qual è il vostro orso preferito?" i 67 voti sono stati così ripartiti:

La vittoria è quindi del nostro Orso Bruno (e come poteva essere il contrario!), al secondo posto si è piazzato il sempre più mediatico Orso Polare, mentre al terzo il Panda (credevo sinceramente con più voti). L'Orso dagli Occhiali, probabilmente dopo il ciclone Tunk, occupa la quarta posizione, mentre a parimerito,, con il 4% dei voti, l'Orso Nero Americano e l'Orso Labiato si contendono la quinta posizione. L'ultimo posto spetta forse al meno conosciuto dei plantigradi citati nel sondaggio, l'Orso Malese. Scaldate il mouse perrchè fra qualche giorno partirà un nuovo sondaggio, un pò più serio e che spero porti ad una lunga discussione fra le pagine di questo blog...il titolo del prossimo sondaggio sarà: "Per quali motivi è giusto uccidere un orso?"

Il ministero dell'ambiente ha rilasciato l'autorizzazione richiesta in aprile dalla Provincia

L'orsa Jurka sarà catturata e i suoi cuccioli saranno controllati mediante radiocollare. Il ministero dell'Ambiente ha autorizzato la cattura dell'orsa discola come richiesto ancora in aprile dalla Provincia. Il personale preposto, già attivato, potrà così intervenire e procedere secondo l'autorizzazione ministeriale, giunta dopo il parere positivo dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, referente tecnico del ministero. Per l'Infs, l'orsa protagonista delle scorrerie nei centri abitati, e mamma di «Bruno», l'orso abbattuto in Baviera, con le sue visite spavalde fra case e pollai a lungo andare potrebbe anche compromettere il progetto Life. Di qui il via libera alla cattura, con il suggerimento che venga sostituita con un orso importato dalla Slovenia (ma in questo caso l'ultima parola spetta alla Provincia). Tornando alla cattura, questa riguarda solo l'orsa problematica, e non i suoi tre cuccioli. Inoltre, visti i suggerimenti dell'Infs e le stesse dichiarazioni del presidente della Provincia Lorenzo Dellai, sembra improbabile che la scelta del recinto in cui rinchiuderla ricada su di una struttura aperta al pubblico. Non è detto, dunque, che Jurka finisca nei recinti di Spormaggiore o di San Romedio, che fra l'altro non sono di proprietà provinciale."


Fonte: l'Adige del 21/06/2007 e come al solito il Forum Misty mountains

mercoledì 20 giugno 2007

Orso cattura bimbo in un camping e lo uccide

Ecco una notizia segnalata da Alessandra, una lettrice del blog

Un bambino di undici anni è stato catturato da un orso bruno che lo ha poi ucciso. Il bambino dormiva in una grande tenda insieme alla madre, al patrigno e a un fratello di sei anni quando, domenica scorsa, l’orso ha spaccato la copertura di nylon, ha preso il bambino con tutto il sacco a pelo e lo ha portato via. E’ successo in un campeggio sull’America Fork Canyon, a 48 chilometri a sudest di Salt Lake City, in occasione della festa dei papà.
Il ragazzino, colto nel sonno dal plantigrado, si è messo subito ad urlare: «Aiuto, qualcosa mi sta portando via». I genitori non hanno potuto fare niente. L’apertura nella tenda di nylon, secondo gli agenti dei servizi forestali, era così regolare da far pensare che il bambino fosse stato rapito. Il padre, pur senza torcia elettrica, si è messo a cercare il bambino nella foresta. Poi è salito in auto raggiungendo un campeggio più organizzato per chiedere aiuto.
Il corpo del bambino è stato scoperto a 350 metri dalla tenda, ha dichiarato il tenente Dennis Harris dell’ufficio dello sceriffo della contea. L’orso, che pesava 136 chilogrammi, è stato abbattuto poche ore più tardi dagli agenti della forestale guidati dai cani.

L'orso avvistato in Svizzera è fratello di Bruno

E' un fratello di Bruno, l'orso abbattuto l'anno scorso nelle piane della Baviera, il plantigrado che da settimane si aggira nella zona dello Stelvio facendo razzie di pecore negli ovili. Intanto e' stato risolto un piccolo giallo: nessuna autorizzazione alla cattura dell' esemplare, che potra' essere invece essere munito di un collare radio per monitorarne gli spostamenti. I tecnici del Parco Nazionale dello Stelvio hanno raccolto nei giorni scorsi dei peli di orso bruno e, attraverso una analisi del dna, l'animale e' stato identificato: si tratta dell'orso JJ3, maschio nato nel 2006 dagli orsi Jurka e Joze. Si tratta dunque di un fratello di Bruno, alias JJ1, l'animale abbattuto appunto in Baviera nel 2006. E' stato intanto chiarito un piccolo giallo sull'orso che vaga nella zona dello Stelvio e per il quale la provincia di Bolzano si riteneva autorizzata alla cattura. Il ministero aveva fatto sapere che l'autorizzazione non era stata rilasciata ed ora e' stato chiarito che l'animale, potra' essere munito di un collare con un trasmettitore radio in grado di monitorarne gli spostamenti.

Il Nonno del panda gigante era un "nano"

Gli antenati dei panda giganti erano dei panda nani. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'università dell'Iowa analizzando il più antico cranio fossile dell'animale ritrovato in Cina. La scoperta è pubblicata dalla rivista Proceedings of the National Academy of Science. I precedenti ritrovamenti di resti del panda preistorico, che é vissuto circa due milioni di anni fa, non avevano mai permesso di ricostruirne le dimensioni. Le analisi dei ricercatori americani hanno fatto emergere che l'animale era grande metà di quello attuale, mentre le altre caratteristiche erano abbastanza simili, a cominciare dal modo di nutrirsi: la forma dei denti e dei muscoli della mascella indicano che il bambù era già l'alimento principe della dieta. "La forma del cranio - spiega Russell Ciochon, che ha condotto lo studio - mostra che l'anatomia del panda è rimasta sostanzialmente uguale negli ultimi tre milioni di anni, e che si è adattato a mangiare il bambù quasi subito dopo essersi evoluto dalla famiglia degli orsi. I panda sono unici, perché sono i soli orsi vegetariani". Il ritrovamento dei resti è avvenuto in una cava del sud della Cina un anno e mezzo fa. "La posizione dei resti ci ha aiutato anche a capire che il panda viveva nelle pianure - spiega ancora Ciochon - il suo spostamento sulle montagne è dovuto solo alla pressione dovuta all'espandersi delle città".

Fonte: ANSA.it

domenica 17 giugno 2007

San Romedio, nuovo recinto per Jurka

Stanno per essere ultimati (mancano solo i collegamenti elettrici) i lavori al recinto degli orsi di San Romedio, «rinforzato» per ospitare un nuovo inquilino, quasi certamente l'orsa Jurka, il vagabondo dei boschi del Brenta. Per intanto i due plantigradi Cleo e Cora, tra l'altro nati in cattività proprio a San Romedio, sono stati trasferiti a Spormaggiore per non intralciare i lavori in corso affidati ad una ditta privata con la formula della somma urgenza direttamente dall'amministrazione provinciale, proprietaria dei plantigradi. Lavori importanti che hanno comportato il rifacimento integrale della recinzione con il getto di una muratura con fondazione in profondità (tre metri) per scoraggiare tentativi di fuga dell'orso per via sotterranea. Il recinto è stato rinforzato in altezza con sbarre più robuste e di una rete elettrica che dovrebbe scongiurare gli orsi dall'avvicinarsi troppo alla libertà oltre le sbarre. Il recinto è anche protetto da un fitto telo che impedisce la vista all'interno del recinto. «Il nuovo inquilino vuole privacy, ma forse si vuole evitare che l'orso in arrivo venga sollecitato da occhi umani cui non è abituato», è una delle tante voci raccolte a San Romedio, ieri maffollato di pellegrini e di turisti.
All'imbocco della stradina di accesso al recinto un cartello informa che gli orsi sono provvisoriamente trasferiti a Spormaggiore per lavori di manutenzione al recinto. Il trasloco sarebbe avvenuto tre settimane fa di buon mattino con l'intervento del veterinario e di una squadra di forestali che hanno narcotizzato i plantigradi e quindi li hanno portati a braccia con una barella lungo la stretta scalinata che sale dal recinto e caricati negli speciali tubi per il trasporto plantigradi già utilizzato per l'importazione degli orsi dalla Slovenia. Quanto all'orsa Jurka, il suo destino era segnato ormai da tempo con un'accelerazione dopo gli episodi che hanno visto protagonista il plantigrado di scorribande primaverili in Valle di Non e dintorni. Che Jurka nella sua cattività fosse destinata a San Romedio era nell'aria già da mesi anche perché da tempo si parla di una nuova più decorosa sistemazione dei plantigradi all'ombra dell'eremo noneso dopo le proteste che erano levate a più livelli quando era trapelata l'intenzione di sfratto dei due ‘vecchi' plantigradi.

Leggi l'articolo intero su trentinocorrierealpi.repubblica.it

L'orso marsicano con gli occhi a mandorla

Da lunedì scorso, a Pechino, la Beijing Forestry University sta studiando il modello abruzzese di salvaguardia dell'orso marsicano.
La difesa del simbolo nazionale della Cina è, infatti, uno dei principali argomenti del seminario, organizzato a Pechino dalla Chinese Association of Natural e Science Museum in collaborazione con la Regione Abruzzo, che proseguirà fino a sabato prossimo.
Al centro delle attenzioni delle autorità cinesi, il piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano (PATOM), un protocollo coordinato dalla Regione Abruzzo con il coinvolgimento, tra gli altri, del Ministero dell'Ambiente, dell'Università La Sapienza di Roma, dell'istituto nazionale della Fauna selvatica e dal Corpo Forestale dello Stato, e sottoscritto nel luglio del 2006.
Il piano si articola in azioni che hanno l'obiettivo di creare spazi estesi, aree di connessione che consentano agli orsi spostamenti tra i diversi territori. Problemi che riguardano da vicino anche il panda, sempre più minacciato dalle attività umane: disboscamento, espansione degli insediamenti agricoli nelle aree forestali, attività minerarie e costruzione di strade.
È un mondo pericoloso quello che aspetta i panda, in particolare tra le montagne della Cina sudoccidentale, dove devono preservare l'uso del territorio dagli uomini (soprattutto cacciatori e agricoltori), dal moltiplicarsi delle dighe e dal turismo di massa. Gli esperti abruzzesi che parteciperanno al seminario informeranno i colleghi asiatici dei risultati incoraggianti registrati fino ad oggi dal Patom. «L'Abruzzo è una Regione orientata su una politica di conservazione della natura: il 38% del territorio è infatti protetto» spiega Franco Caramanico «
l'idea alla base del progetto con la Cina è di condividere le conoscenze in materia di tutela della biodiversità e delle specie protette o in via di estinzione, come anche di trasferire un valido sistema di formazione».
Al seminario, al quale partecipano anche una delegazione dei parchi regionali, l'Università de L'Aquila e La Sapienza di Roma, l'Istituto nazionale della Fauna selvatica, oltre ad una rappresentanza del ministero degli esteri, saranno affrontate le tecniche di gestione dei parchi abruzzesi e le politiche per la tutela della biodiversità.
Durante la permanenza a Pechino, la delegazione abruzzese incontrerà anche la stampa cinese, nel corso di un appuntamento in cui verrà distribuito un documentario girato nei parchi della regione.
Un accordo di collaborazione per la gestione tecnico-scientifica e manageriale dei parchi; un master di formazione per studenti cinesi sviluppato dalla Beijing Forestry University con l'università abruzzese; il gemellaggio tra la Provincia di Hubei e l'Abruzzo. Sono i risultati del seminario che si è svolto oggi a Pechino sui temi della biodiversità e della tutela ambientale, organizzato per studiare il modello abruzzese.
«La partnership che nasce con questa iniziativa è molto importante per noi - ha spiegato Xu Shanyan, responsabile della Chinese association of natural e science museum - in modo particolare per le azioni previste dal patto per la tutela dell'orso marsicano.
Sono interventi che prevedono una forte conservazione del territorio: un'esigenza fondamentale anche per la salvaguardia del panda, minacciato dal degrado ambientale che la Cina sta fronteggiando».
Da questo punto di vista il rafforzamento e la buona gestione dei Parchi è un altro aspetto preso in considerazione durante l'incontro, al quale hanno partecipato i più importanti operatori asiatici del settore. «La Regione Abruzzo è un interlocutore speciale», ha detto Wen Yali, direttore della cooperazione internazionale della prestigiosa Beijing Forestry University.
«Il master che stiamo preparando con il sistema universitario abruzzese - ha aggiunto - ha l'obiettivo di formare gli studenti cinesi, con particolare attenzione agli aspetti tecnico scientifici e manageriali dei parchi e delle aree protette. Cooperazione e partnership accademica sono in Cina l'argomento del giorno, la tutela dell'ambiente è oggi al centro degli impegni del Governo».


Link all'articolo

mercoledì 13 giugno 2007

E in Valtellina spunta l'orso bruno

Sorpresa, stupore e un pò di spavento. Ieri sera, dal buio dei boschi dell'Alta Valtellina, é spuntato un giovane orso bruno. E' accaduto dalla parti di Livigno. Un abitante della frazione di Trepalle ha visto e fotografato l'animale mentre si aggirava tra le case del paese. La "visita inaspettata" non ha provocato alcun danno: l'orso è tornato nel bosco senza causare problemi. L'animale ha sconfinato dal Parco dell'Adamello e già da alcune settimane si trova nel Parco dello Stelvio. Erano già state registrate alcune razzie di ovili in Val Venosta, ad una trentina di chilometri dal comune valtellinese. L'avvistamento di ieri non desta grandi preoccupazioni: i responsabili del Parco dello Stelvio si dicono soddisfatti di questo ritorno. L'orso, infatti, ha ritrovato nell'area faunistica protetta il suo habitat naturale e ciò aggiunge valore naturalistico alla zona.

sabato 9 giugno 2007

Un orso per salvare i soldati in pericolo

Per i popoli del nord America, l'orso è sempre stato sia un animale che rappresentava la forza fisica e la fierezza in battaglia, sia un animale con spiccate valenze curative. Proprio negli stessi luoghi che hanno visto nascere queste tradizioni, in questi ultimi tempi è stato sviluppato (chissà, forse ispirato dalle leggende dei nativi americani) il Battlefield Extraction Assist Robot (il cui acronimo è appunto BEAR, orso) cioè un robot deputato a mettere in salvo i soldati americani feriti sui campi di battaglia. Il robot è alto circa un metro e 80, la sua testa ha la forma di quella di un orsetto, è teleguidato ed è coordinato nelle sue funzioni da un computer. I cingoli di cui è provvisto gli assicurano la possibilità di muoversi anche in zone difficili da raggiungere e le sue "braccia" riescono, con movimenti molto "dolci", a prelevare e trasportare esseri umani senza che questi subiscano traumi. Le braccia dotate di un sistema di movimento idraulico possono trasportare agilmente fino a 135 chilogrammi. BEAR è dotato inoltre di microfoni e telecamere con il quale un operatore può interagire con il ferito e può essere utilizzato anche per l'esplorazione e come sminatore. Dato che per adesso è solo un prototipo si gli sviluppatori hanno previsto di utilizzarlo fra cinque anni, sicuri forse che di guerre ce ne saranno in abbondanza. Chissà cosa avrebbero pensato i capi indiani di una macchina del genere. Forse avrebbero gridato al sacrilegio...

venerdì 8 giugno 2007

Toy, nuova mascotte per le grotte di Toirano (Savona)

Il Comune di Toirano, ha indetto un concorso rivolto alle scuole elementari per l’ideazione di un personaggio che è diventata la mascotte delle Grotte e del paese di Toirano.
“L’obiettivo del progetto” spiega il sindaco Silvano Tabò “è stato quello di coinvolgere gli alunni delle scuole nella valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e turistico del Comune, offrendo al tempo stesso ai ragazzi e alle insegnanti l’opportunità di un’interessante sfida progettuale e grafica. I ragazzi hanno lavorato all’ideazione della mascotte partendo dalla storia e dalle caratteristiche geografiche di Toirano e in particolare dalle grotte. Al concorso hanno partecipato numerose scuole elementari liguri delle province di Savona ed Imperia e una scuola elementare di Milano.
Sono state selezionate quattro scuole finaliste: Scuola Primaria Castelvecchio (IM), Istituto Comprensivo Luigi Cadorna (MI), Scuola Primaria Vadino - Albenga (SV), Scuola Primaria G. Polla – Toirano (SV).
Tra le diverse e divertenti proposte di animali fantasiosi e personaggi preistorici è stato scelto l’orso. E’ nato così Toy, l’orsetto speleologo che indossa polo e caschetto arancioni, colore della bandiera che è stata conferita al Comune.
Toy, quasi un diminutivo di Toirano, significa nella lingua inglese “gioco” e richiama l’idea chiave di questa iniziativa. Ed, infatti, è proprio questo l’obiettivo dell’orso Toy: fare scoprire ai bambini, con il gioco e la simpatia, i misteri e la magia delle grotte di Toirano.
La festa di presentazione della nuova mascotte vedrà ospiti i ragazzi delle classi finaliste del concorso, che visiteranno le grotte, il museo e il borgo medievale. La festa proseguirà con giochi, spettacoli e balli sempre in compagnia di Toy.
“La nostra intenzione” conclude Tabò “è quella di organizzare nel corso dell’estate alcune visite alle Grotte dedicate ai ragazzi. La mascotte sarà utilizzata per promuovere una nuova immagine delle grotte e una serie di iniziative destinate al turismo familiare.”

Fonte: Comune di Toirano

Enel e parchi insieme per salvare orsi ed habitat

Il giorno dopo la nomina di Giuseppe Rossi a presidente del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) da parte del ministro Pecoraro Scanio, che pone fine ad un lungo periodo commissariale, l’Enel annuncia la collaborazione con l’ente parco su un progetto che mira a stabilizzare le condizioni di habitat dell’orso bruno marsicano, in particolar modo per quanto riguarda le risorse alimentari disponibili in zone poco frequentate dall’uomo e prive di strade e infrastrutture, il primo intervento prevede la messa a dimora di alcune centinaia di piantine di melo, dei cui frutti l’orso è ghiotto.
«Si tratta di un primo modesto intervento sperimentale nei Comuni di Bisegna, San Sebastiano e Ortona dei Marsi – spiega Rossi – dal quale discenderanno altri progetti più sostanziosi di conservazione e promozione del territorio. Oltre, naturalmente a correnti relazioni con gli altri parchi interessati e in special modo con quello dei Monti Tatra, col quale sviluppare progetti comuni di cooperazioni e scambi, anche dei flussi turistici che, in prospettiva, dall’Europa dell’est potranno diventare importanti».
Infatti, il progetto nel Pnalm fa parte di una serie di 4 progetti inseriti in “Countdown 2010”, il programma internazionale per la conservazione degli habitat, che saranno realizzati in collaborazione tra Federparchi, parchi e Enel, e che interesseranno anche il parco nazionale della Sila e quello regionale dell’Adamello Brenta, ma anche il parco nazionale slovacco Alti Monti Tatra in Slovacchia.
«Il Pnalm – spiega Rossi - punta ad estendere la collaborazione con l’Enel ad azioni di più ampio raggio che producono a medio termine effetti positivi sul reddito locale, sulla riduzione dei danni alle colture agrarie e sulla salvaguardia della biodiversità, attraverso l’incremento delle attività agricole compatibili con le azioni di conservazione ed il sostegno alle produzioni tipiche».

In Valcamonica ha sbranato quattro pecore. Avvistamenti anche nel cantone dei Grigioni

Proprio come avviene nelle indagini sugli omicidi, anche per un orso colpevole di aver ucciso quattro pecore si ricorrerà al Dna. Sembra questo infatti, al momento, l'unico modo per risalire alla provenienza del plantigrado che due giorni fa è comparso a circa 1.800 metri d'altezza sui monti nel territorio del Comune di Vezza d'Oglio, in Valcamonica. L'orso si è avvicinato a una malga e molto affamato a causa del letargo da cui è da poco uscito ha ucciso e divorato quattro pecore. L'animale è stato rivisto ieri mattina dalla Polizia provinciale di Brescia che con il gruppo «Emergenza orso» della Provincia di Trento sta monitorando i suoi spostamenti per 24 ore al giorno. L'obiettivo principale è quello di risalire alla sua provenienza. Per questo verranno analizzati suoi escrementi al fine di risalire al Dna. Di certo non si tratta di Jurka. Nel frattempo l'orso è tornato anche in Svizzera: proveniente verosimilmente dal Trentino, l'animale è stato visto nel cantone dei Grigioni. Non accadeva da due anni, dall'estate del 2005, quando per la prima volta dopo un'assenza di un secolo, un giovane plantigrado era penetrato in Svizzera. Ma dopo due mesi le sue tracce si erano però perse. Un altro esemplare è stato ora avvistato da diverse persone, tra cui un cacciatore, domenica pomeriggio nella zona di Zernez ai bordi del Parco nazionale. In base alle orme dovrebbe trattarsi di un animale adulto. Alla fine di luglio 2005 il predatore era tornato per la prima volta in Svizzera dopo cento anni. Per due mesi circa l'esemplare di un anno e mezzo si era aggirato in Val Monastero e in Engadina, uccidendo diverse pecore. Le sue tracce si erano poi perse nella Bassa Engadina."

Tratto da: "l'Adige" del 05/06/2007

Come al solito ringrazio il Forum di Misty per le notizie degli orsi alpini

martedì 5 giugno 2007

I nostri destini....


I nostri destini sono legati. PROTEGGIAMO LA BIODIVERSITA'.

Lettera....

Pubblico qui una lettera di un'amica che ho avuto il privilegio di conoscere su questo blog. La lettera era indirizzata all'Adige, il quotidiano del Trentino, ma non è stata mai pubblicata. Siccome l'OrsoBruno non ama le ingiustizie e la lettera è meravigliosa, la pubblico io...quando l'avrete letta non potrete fare a meno di riflettere.

E' la montagna che parla e lo fa rigorosamente in dialetto, segue una traduzione trentino-italiano (trentin-'taglian) fatta dal buon Flavio, ovviamente in dialetto la lettera rende 100 volte di più perchè è ricca di modi di dire e di espressioni tipiche.

“Cari òmeni ve scrivo..”

L’è da en pèz che lezo el vos giornal, me continuà a tirar en mèz e adess vòi dir la mia.
En dì sì e ‘n dì no se parla de mi. Gh’è quei che i dìs che ‘l clima el sta cambiando, che ’l fa masa calt, e ‘n efeti no l’è che la stia nando masa ben… ecoli lì… me par de sentirli de zà.. adess ghe sarà quei che i me risponde “i cambiamenti i gh’è sempre stadi, che l’è ancora capità de veder le primule nei boschi en zenàr e così via”: l’è ben vera, mi che son chi da ‘n pèz no podo miga dirghe de no, ma el fato che me preocupa l’è che i sta suzedendo masa empressa.
Fata ‘sta premesa doverosa vegnin al dunque, al punto che me tira en bal.. fa masa calt e i mè giazàri, che i me fa compagnia da ‘n pèz, i è ridoti propri mal.. come se no bastasa quest, e credéme i ghe n’ha zà en goso cossita, voi ve metè a sciarghe sora, e visto che no volé fadigar masa (bruta roba la fadiga eh?!), zò ad alzar pali, paleti, scavarghe dentro strade, tirar via de qua per meter de là, far discoteche ad alta quota con tut quel casin che me fa vegnir mal de testa e fa scampar i camozi... tuta ‘sta roba chi l’è nada ben per en par de ani (pochi se vardà la question dal me punto de vista!), ma adess zent studiada l’ha dit che “no se pol nar avanti così”, l’ho lezù sul vos giornal de l’altro dì, ghe voleva zent studiada per arivar a ‘sta conclusion? Fato stà che forsi qualcoss el se move, forsi i riesce a evitar de far nàr la “fera del’Est” almen sui giazàri pù alti, forsi la zent la riuscirà a razonar co’l cor e no co’l tacuin …staren a veder, mi entant speto e vardo.. anca perché de pù no podo miga far..
Apena finì de lezer ‘ste robe.. cosa suzede? I me soci dei boschi i me porta n’altro giornal e cossa gh’è su scrit? Che i vol tirar su altri pali e paleti, ruspe e pachere su per el me amico Grostè, che zà l’è sbusà assà. Ma ..fermi tuti.. en dì i vol blocar el sci en alta quota perché fa masa calt, n’altro dì i vol far novi empianti soto i domìli, ma no ‘i aveva dit che el fioca poc e ‘l fa masa calt? Uno a sto punto el taca a no capir pù nient! Ah, ma giusto.. che sema che son.. gh’è i canoni.. ma se ghe sarà problemi de sicità cossa i vol far ? Tor via l’acqua dale case per usarla per far soldi? E poi cossa suzederà, magnà e ve lavà con quei?
Fra l’altro el me amico Grostè, che l’è el fiol de la Brenta e neò dela Tosa, el se credeva en te ‘na bote de fer, el me diseva: “Va’ che chi gh’è el parco, gh’è l’ors e gh’è anca en SIC (sito d’interesse comunitario), no i me toca pu” ..e ‘nveze ven quei en giaca e cravata, i politicanti, che i diss “i SIC no i serve a nient! I è “ostacoli allo sviluppo”! La UE (che no l’è en popo che pianze, quela che pianze son sol mi) l’è na bruta cativa che la ne impone le robe”.. ma l’è mai posibile che ‘na roba che no ve porta soldi per voi l’è inutile? Mai pensar che forse la poderia servir per i animai, per le piante, per el vos còr? Ai vossi fioi, ale generazion future, ghe volè o no lasàr qualche spazio encontaminà o volè lasarghe sol pali de fer e de cemento? Gh’è ‘n limite a tut!
Per fortuna al mondo gh’è anca chi che se enteresa de ste robe, i li ciama “ambientalisti”, termine che fra ‘l rest zerta zent i lo usa anca come dispregiativo, sento dir “ah i è i soliti ambientalisti”..ma ‘sa vol dir?!?!?! Ambientalisti i dovria eser tuti, sia de destra che de sinistra, voi e la vosa mania de schierar la zent, a tuti dovria enteresarghe l’ambiente, l’è en do’ che vivè e ‘n do’ che vivrà i vossi fioi, no se pol ragionar sol sui pochi ani che vivè, dovè pensar anca a chi che ven dopo.. ma ‘sta roba l’è dura farvela capir, se zùchi..se pù duri del granito.
Ma nei ani futuri vòi ben veder, anca i economisti i dìs che no se pol nar avanti così, che l’industria del sci no la gà futuro, quindi besogn pensar anca a quei che en montagna i va per respirar aria encontaminada, quei che i và per caminar en tei boschi, quei che i vol acarezar n’alber, quei che i vol studiar i SIC e i Parchi, quei che i vol en po’ de silenzio, quei che i se emoziona se i vede en capriol, quei che vol fadigar, quei che va co’ le ciaspole, quei che vol semplizemente star en paze con el mondo e con se stesi.. ah giusto, ma ‘sti chi no i porta tanti soldi.
Bon, me par de aver dit tut, mi adess vardo e taso, ma anca tasendo me sento ciamar a volte montagna asasina, che poi ‘sa vol dir!?!? No vago miga en giro con en sciop, colpa mia se, giusto per far n’esempio, voi taià en bosc e dopo no rieso pù a tegnirme ensema? Va ben, basta, taio cort.. ‘n do ero rimasta ? Ah sì, vardo e taso.. mi son chi da milèni e ghe sarò sempre, fazilmente, come l’è zà capità en passaà, cambierò la mé faza, ma en qualche modo, en qualche sass ghe sarò, la me anima no la morirà mai.. e ve varderò .. en font al me còr spereria che no ve fèse masa mal (sè en po’ masochisti, el savè?), perché anca se voi de spess e volentéra ve ne fregà de mi, so che gh’è qualchedun che me fa i complimenti, che me protege, che me ama ensoma, quindi me dispiaseria no vederve pù pestolarme.. sì, el so, no rimarò mai sola, gh’è i mei animai, gh’è i me’ fiori, i me’ crozi.. ma lori de sicur no i pol scriver e cantar con amor come fè voi….. “lassù tra le montagne fra boschi e valli d’or…”.

En saluto, torno a vardar.. e a taser.. ma almen en po’ de crozi dai scarponi me li son tiradi via.
La Montagna"
Rita N. alias Misty

Traduzione:
E’ da tempo che leggo il vostro giornale, mi continuate a tirare in ballo e adesso voglio dire la mia.
Un giorno sì e uno no si parla di me. Ci sono quelli che dicono che il clima sta cambiando, che fa troppo caldo, e in effetti non è che stia andando troppo bene… eccoli lì, mi pare già di sentirli… ora ci saranno quelli che mi risponderanno che i cambiamenti ci sono sempre stati, che è ancora capitato di vedere le primule nei boschi in gennaio, e così via: è vero, io che sono qua da un bel po’ non posso mica dire di no, ma il fatto che mi preoccupa è che stanno accadendo troppo in fretta.
Fatta questa premessa doverosa veniamo al dunque, al punto che mi tira in ballo… fa troppo caldo e i miei ghiacciai, che mi fanno compagnia da un bel po’, sono proprio ridotti male… come se non bastasse questo, e credetemi che ne hanno già abbastanza così, voi vi mettete a sciarci sopra, e visto che non volete faticare troppo (brutta roba la fatica, eh?), giù ad alzare pali, paletti, scavarci dentro strade, tirar via di qua per mettere di là, far discoteche ad alta quota con tutto quel casino che mi fa venire il mal di testa e che fa scappare i camosci… tutta ‘sta roba qui è andata bene “per un paio d’anni” (pochi, se guardate la faccenda dal mio punto di vista!), ma ora gli scienziati hanno detto che “non si può più andare avanti così”, l’ho letto sul vostro giornale dell’altro giorno, ci voleva gente istruita per arrivare a questa conclusione? Fatto sta che forse qualcosa si muove, forse si riuscirà ad evitare di far andare “la fiera dell’est” almeno sui ghiacciai più alti, forse la gente riuscirà a ragionare con il cuore e non con il portafoglio… staremo a vedere, io intanto aspetto e guardo… anche perché di più non posso mica fare…
Appena finito di leggere queste cose… cosa succede? I miei amici dei boschi mi portano un altro giornale, e cosa c’è scritto? Che vogliono tirare su altri pali e paletti, ruspe e scavatori su per il mio amico Grostè, che è già abbastanza torturato. Ma… fermi tutti… un giorno vogliono bloccare lo sci ad alta quota perché fa troppo caldo, un altro giorno vogliono fare nuovi impianti sotto i 2000, ma non avevano detto che nevica poco ed è troppo caldo? Uno a questo punto inizia a non capir più niente! Ah, ma giusto… che scema che sono… ci sono i cannoni… ma se ci saranno problemi di siccità, cosa vogliono fare? Togliere l’acqua dalle case per usarla per far soldi? E poi cosa succederà, li mangerete e vi laverete con quelli?
Fra l’altro il mio amico Grostè, che è figlio della (Cima) Brenta e nipote della Tosa, si credeva in una botte di ferro e mi diceva: guarda che qui c’è il Parco, c’è l’orso e c’è anche un SIC (sito d’interesse comunitario), non mi toccano più…e invece vengono quelli in giacca e cravatta, i politici, che dicono “i SIC non servono a nulla, sono ostacoli allo sviluppo!” La UE (che non è un bambino che piange, quella semmai sono io) è una “brutta cattiva” che ci impone le cose… ma è mai possibile che una cosa che non porta soldi per voi sia inutile? Mai pensare che forse potrebbe servire per gli animali, per le piante, per il vostro cuore? Ai vostri figli, alle generazioni future, volete o no lasciare qualche spazio incontaminato, oppure volete lasciare solo pali di ferro e cemento? C’è un limite a tutto!!
Per fortuna al mondo c’è anche chi si interessa di queste cose, li chiamano “ambientalisti”, termine che fra l’altro alcuni usano anche come dispregiativo, sento dire “ah, sono i soliti ambientalisti…” ma cosa vuol dire?!?!?! Ambientalisti dovrebbero essere tutti, sia di destra che di sinistra, voi e la vostra manìa di schierare la gente, a tutti dovrebbe interessare l’ambiente, è dove vivete e dove vivranno i vostri figli, non potete ragionare solo sui pochi anni che vivete, dovete anche pensare a chi verrà dopo! Ma questa cosa è difficile farvela capire, siete zucconi… più duri del granito.
Ma negli anni futuri voglio ben vedere, anche gli economisti dicono che non si può andare avanti così, che l’industria dello sci non ha futuro, quindi bisogna pensare anche a chi in montagna va per respirare aria incontaminata, a quelli che ci vanno per camminare nei boschi, che vogliono accarezzare un albero, che desiderano visitare i SIC e i Parchi, che vogliono un po’ di silenzio, che si emozionano se vedono un capriolo, a quelli che vogliono faticare, che vanno con le “ciaspole”, a quelli che vogliono semplicemente stare in pace con il mondo e con se stessi… ah giusto, ma questi qui non portano tanti soldi.
Bene, mi pare di aver detto tutto, io adesso guardo e taccio, ma anche stando zitta mi sento chiamare a volte montagna assassina, che poi cosa vuol dire?!?!? Non vado mica in giro con un fucile; colpa mia, giusto per fare un esempio, se voi disboscate e dopo io non riesco più a “tenermi insieme” e frano? Vabbè, basta, taglio corto… dove ero rimasta? Ah sì, guardo e taccio… io sono qui da millenni e ci sarò sempre; facilmente, come è già capitato in passato, cambierò la mia faccia, ma in qualche modo, in qualche sasso ci sarò, la mia anima non morirà mai… e vi guarderò… in fondo al mio cuore spererò che non vi facciate troppo male (siete un po’ masochisti, lo sapete?), perché anche se voi spesso e volentieri ve ne fregate di me, so che c’è qualcuno che mi fa i complimenti, che mi protegge, che mi ama insomma, quindi mi dispiacerebbe non vedervi più camminare nelle mie zone… sì, lo so, non rimarrò mai sola, ci sono i miei animali, ci sono i miei fiori, le mie rocce, ma loro di sicuro non possono scrivere e cantare con amore come fate voi… “lassù tra le montagne, fra boschi e valli d’or…”

Un saluto, torno a guardare.. e a tacere... ma almeno un pò di sassi dallo scarpone me li sono tolti.
La Montagna
Rita N. alias Misty

Canon e WWF insieme per l'orso polare

Canon, leader mondiale nella tecnologia dell'immagine e nelle soluzioni IT, e il WWF hanno annunciato - nel corso della celebrazione del 50mo anniversario della presenza di Canon in Europa - una nuova collaborazione per sostenere la marcatura e la rintracciabilità degli orsi polari nella regione artica. Il nuovo accordo di Canon, già dal 1998 Conservation Partner del WWF, assicura che un maggior numero di orsi polari sarà marcato nel 2007 e nel 2008, consentendo al WWF di ottenere un aumento significativo di validi dati scientifici.
I movimenti di un gruppo di orsi polari potranno essere seguiti sul nuovo sito del WWF - Canon Polar Bear Tracker. Questo sito fu lanciato originariamente dal WWF Artic Programme e dal Norwergian Polar Institute nel 2002 per monitorare via satellite attraverso un collare gli orsi dell'arcipelago delle Svalbard.
Sul sito del WWF - Canon Polar Bear Tracker viene lanciato anche un microsito dedicato ai bambini e intitolato “Save the Polar Bear”. Si tratta di un sito mirato a educare i bambini dai 7 agli 11 anni sull'impatto ambientale dovuto al cambiamento di clima e sarà attivo in 13 paesi europei .
L'orso polare costituisce un indicatore chiave del riscaldamento globale in quanto combatte per sopravvivere in una delle regioni più fragili e belle del nostro pianeta, l'Artico. Concentrandosi sulla condizione dell'orso polare e sulla minaccia al suo habitat, il microsito tende a informare i giovani, divertendoli, sui problemi e le sfide del cambiamento di clima, insegnando loro come possono anche individualmente contribuire a ridurre l'impatto sull'ambiente.

Avvistato orso in Svizzera

L'orso e' tornato in Svizzera. Un esemplare, probabilmente proveniente dal Trentino, e' stato avvistato nel cantone dei Grigioni. Non accadeva dall'estate del 2005, quando per la prima volta dopo un'assenza di un secolo, un giovane orso era penetrato in Svizzera. Ma dopo due mesi le sue tracce si erano perse. Un altro esemplare e' stato ora avvistato da diverse persone ieri nella zona di Zernez ai margini del Parco nazionale. In base alle orme dovrebbe trattarsi di un animale adulto.

Fonte: ANSA