"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

domenica 17 agosto 2014

Pistola fumante

L'orsa Yoga, detenuta nell'Area Faunistica dell'Orso di Villavallelonga (AQ)
ph. Gaetano De Persiis


















Alla fine è accaduto. L’altro ieri (Ferragosto) un’orsa del Trentino ha attaccato un cercatore di funghi per difendere i cuccioli da quella che considerava una potenziale fonte di pericolo. L’uomo si è difeso con calci e pugni dall’orsa che gli ha inferto alcune ferite con gli artigli, prima di allontanarsi con la prole. Daniza, questo il nome della femmina, tra i primi esemplari reintrodotti nel Parco Adamello Brenta dalla Slovenia, ora è il nemico pubblico Numero 1 di una certa classe politica e di quella cittadinanza meno sensibile alle leggi di Natura, di una Natura che abbiamo mistificato ed estremizzato, anche grazie a una certa stampa, tra una concezione Disneyana (Il libro della Giungla; Bambi; Robin Hood, ecc.) e una cinematografica (Grizzly, l’orso che uccide; Lo squalo; Barracuda, ecc.). Così gli animali selvatici perdono la loro identità e diventano protagonisti di una realtà che è soltanto il riflesso della nostra interpretazione fuorviata, incapace di riconoscere loro una biologia e un’etologia diversa dalla nostra e, pertanto, ugualmente meritevole di rispetto. Attraverso la conoscenza, l’uomo del Terzo Millennio avrebbe il DOVERE MORALE di accettare le creature che lo circondano, indipendentemente dalla loro “fama”, tutte ugualmente indifese - e la lista sempre più folta di animali in via di estinzione o già tragicamente estinti lo dimostra - di fronte all’arrogante autoreferenzialità del cosiddetto ANTROPOCENE, nient’altro che l’umana presunzione di poter “regolare” gli ambienti di cui faremmo parte a pieno titolo, se non ce ne fossimo alienati in una dimensione artificiale e sempre più, appunto, ANTROPOCENTRICA.

Così la povera Daniza è colpevole di aver assecondato la propria Natura di Orso e, suo malgrado, ha dato il pretesto ai soliti politicanti e a coloro che non credono nella convivenza tra l’uomo e la Natura che l’unica soluzione possibile sia la “rimozione” dell’esemplare “pericoloso”. La “pistola fumante” c’è e, come in taluni film americani in cui predomina la manichea visione cinematografica bene-male, c’è da giurarci che la rimozione dell’orso rischia di trasformarsi - qualcuno l’ha già ventilata come una misura di salvaguardia del personale coinvolto nella cattura di Daniza – nella sua esecuzione, senza alcun rispetto per la presenza dei cuccioli che, molto probabilmente, morirebbero senza le cure della madre, in spregio al regime di tutela di cui gode l’orso a livello nazionale ed europeo in quanto specie localmente a rischio di estinzione!
In fondo, quando appare la scritta Dead or Alive, più o meno tutti intuiamo in che modo si concluderà la “caccia”…

Una domanda sorge spontanea: è davvero questo il paese in cui viviamo: garantista per gli uomini e giustizialista per gli animali?

Il Parco Adamello Brenta sta svolgendo un ruolo esemplare nella mitigazione dei conflitti tra la popolazione umana e quella orsina. Ha pubblicato una guida di comportamenti da tenere in caso di incontro con l’orso ed è chiaro che il malcapitato si sia comportato in maniera difforme alle regole, come egli stesso afferma, nascondendosi anziché allontanandosi dall’orsa con cuccioli.

È accaduto più di una volta che individui oggetto di attacchi da parte di animali selvatici si siano trasformati nei loro più strenui difensori, comprendendo in maniera diretta gli istinti e le ragioni primordiali di certi comportamenti.

L’AUGURIO di quanti amano l’orso e credono nella convivenza tra uomo e grandi predatori è che anche il nostro amico cercatore di funghi sia il primo a scendere in campo per difendere Daniza e disinnescare la “pistola fumante” che l’incidente in cui è stato coinvolto sta suscitando negli stati più involuti della società umana!

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