"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 30 giugno 2008

Orso rischia di affogare: biologo si tuffa e lo salva


Questa storia ricorda abbastanza quello che qualche giorno fa è accaduto a Molveno...ma qui cìè il lieto fine.
Salvataggio spettacolare sulle coste coste della Florida. Adam Warwick, una guardia di 29 anni della Commissione Pesca e Ambiente dello stato americano, non ci ha pensato su un secondo: appena ha visto l'orso nero in difficoltà tra le acque dell'oceano si è tuffato per riportarlo a riva. L'animale si era allontanato da 'casa', l'Osceola national forest, e se ne andava a spasso per le spiagge della zona. Per convincerlo a tornare nella riserva gli operatori ambientali sono stati costretti ad anestetizzarlo, ma prima di accusare stordimento l'orso si è gettato in acqua, rischiando inconsapevolmente di annegare.
"Non ero sicuro di quello che stgavo per fare quando mi sono tuffato - ha detto l'eroico biologo - E' stata una decisione presa all'improvviso. Avevo molta adrenalina in corpo quando ho visto l'orso in acqua" e continua "Volevo evitare che si allontanasse verso le acque più profonde." Grazie ad Adam ora l'orso è salvo e sta bene.

Ringrazio Stefano per la segnalazione

Ma quanti orsi marsicani ci sono?

Che domanda....forse si risponderebbe più facilmente se si chiedesse quante stelle ci sono nel cielo o grani di sabbia su una spiaggia. So già (e spero) che questo post probabilmente scatenerà una serie di commenti dato che il tema è "caldo".
Le stime attuali della popolazione di orso marsicano ottenute attraverso uno studio dell' universita' di Roma La Sapienza, affiancata dall'Istituto nazionale Fauna Selvatica, dall'Ufficio Biodiversita' del Corpo Forestale dello Stato sono state ottenute con metodologie basate su tecniche genetiche per il riconoscimento individuale dei plantigradi (fingerprinting) indicando una popolazione di circa 50 esemplari. In questi giorni e' in corso un ulteriore affinamento delle stime attraverso un attento campionamento su tutto il Parco e la Zona di Protezione Esterna. La notizia e' stata resa nota da Giuseppe Rossi e Vittorio Ducoli, rispettivamente presidente e direttore del Parco i quali spiegano che l'ente "ha intrapreso la via della trasparenza e della oggettività assicurate dalla applicazione del metodo scientifico, nella convinzione che solamente i dati ricavati con metodologie scientifiche esplicite e supportate dalle migliori competenze disponibili a livello mondiale costituiscano la base delle politiche di conservazione e di confronto con tutti i gruppi di interesse. La cattura e marcatura di alcuni individui con radiocollari satellitari - aggiungono - sta permettendo di verificare, per la prima volta e in modo dettagliato, gli spostamenti degli orsi e le situazioni di conflitto con le attivita' antropiche. Cio' viene fatto con la massima cautela e attenzione, in modo da non arrecare danno agli animali e non incidere minimamente sulle loro abitudini di vita. Infine - rilevano i vertici del Parco - e' importante precisare che gli orsi ritrovati morti per varie cause, sia naturali sia antropiche, negli ultimi 10 anni sono stati 24, purtroppo non pochi ma ben meno che negli anni precedenti".
Ricorderete che qualche giorno fa un altra figura storica del PNALM, Franco Tassi, aveva annunciato che il Centro Studi Ecologici Appenninici del Comitato Parchi aveva stimato che la popolazione di orso marsicano fosse costituita da 80 esemplari. La questione purtroppo è ancora aperta, una differenza di 30 orsi nelle stime non è uno scarto trascurabile soprattutto se si parla di un animale come l'orso marsicano...

sabato 28 giugno 2008

Recinti elettrificati per proteggere greggi ed apiari...intanto a Scanno gli orsi mangiano insalata

Fornire recinti elettrificati per la difesa delle greggi e degli apiari e offrire assistenza, informazioni e formazione per facilitare la convivenza tra l'uomo e l'orso. Queste le misure messe in campo dal Wwf con il supporto del Ministero dell'Ambiente per l'orso marsicano e l'orso bruno alpino.
L'operazione recinti e' partita oggi dall'Abruzzo, dove sono stati presentati i primi recinti elettrificati che saranno distribuiti sul territorio dell'appennino centrale. All'interno dell'areale storico dell'orso nell'appennino che comprende le regioni Abruzzo, Lazio e Molise, questa attivita' verra' fatta in collaborazione con gli enti territoriali e con il Corpo Forestale dello Stato.
Protagonisti di questo primo passo sono stati i bambini della Scuola Primaria S.Vito Chietino che durante l'anno scolastico appena concluso hanno raccolto ben 700 euro per contribuire al finanziamento del progetto recinti a tutela dell'orso marsicano.
Nelle Alpi dove l'orso bruno e' stato solo di recente reintrodotto e la popolazione ha perso la confidenza e l'abitudine alle buone pratiche che minimizzano i danni dei grandi predatori, il WWF Italia fornira' nelle prossime settimane recinti elettrificati in comodato gratuito privilegiando gli apicoltori e gli allevatori che accettano di adottare anche altre forme di prevenzione e avvantaggiare le realta' economiche al di fuori delle aree protette, ora meno tutelate, e dove l'orso ha gia' provocato danni.
Un accordo con le Province alpine lombarde - riferisce il Wwf - verra' esteso nelle altre province alpine interessate dalla presenza dell'orso. A fine luglio iniziera' sulle Alpi il primo corso per guardie provinciali e personale faunistico della Lombardia su come e' possibile convivere con l'orso e sulla prevenzione danni.

Intanto a Villalago, a pochi chilometri da Scanno, mamma orsa e due cuccioli hanno preferito la verdura, scegliendo di muoversi nelle ore notturne. Quando i plantigradi si sono recati in un orto a soli 200 metri di distanza dalla piazza principale. Il proprietario, che abita in adiacenza al terreno e ha sentito dei rumori, ha fatto appena in tempo a vedere la famigliola di orsi intenta a consumare il pasto. Poi l'urlo per cercare di allontanarli, ma il danno era ormai fatto.

giovedì 26 giugno 2008

Avvistato orso in Molise

Forse era affamato o forse il gran caldo di questi ultimi giorno lo ha spinto fuori dai suoi territori di caccia. E cosi' un esemplare di orso marsicano e' sceso a valle raggiungendo le abitazioni di una frazione di Cerro al Volturno (Isernia). Ad avvistarlo, appoggiato ad un albero di ciliegie, il responsabile provinciale della vigilanza ittico-venatoria. Il vigilantes ha riferito che e' la prima volta che si verifica uno ''sconfinamento'' dal Parco nazionale d'Abruzzo, Molise e Lazio in quella zona. L'orso, dopo un po' si e' diretto verso un anfratto facendo perdere le proprie tracce

Fonte: ANSA

Messico: orso sceglie come tana un albero nella casa dei signori Zuazua

Come tana aveva scelto l'albero nel cortile interno di una casa a Zuazua, in Messico. L'orso era stato avvistato mercoledì ma gli agenti accorsi per catturarlo hanno atteso invano tutta la notte perché scendesse dalla pianta. La signora Irene e la famiglia, "prigionieri" in casa, assistevano spaventati ma incuriositi. Non potendo più aspettare, i poliziotti hanno sparato una carica tranquillante all'orso.

E' successo nella provincia di Monterrey, nello stato di Nuevo Leon. L'ospite inatteso è stato allora bloccato, rinchiuso in una gabbia e portato allo zoo di La Pastora, dove riceverà cure speciali prima di essere riportato nel suo habitat naturale.

Per gli esperti nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli avvistamenti di orsi nelle aree urbane, a causa di una forte siccitaà che ha colpito le montagne di Nuevo Leon, obbligando gli animali a scendere a valle in cerca di cibo e acqua.

Fonte: TGcom

venerdì 20 giugno 2008

Miliardario si mobilita per salvare orso

Islanda: Un miliardario islandese si è mobilitato per salvare un orso polare avvistato nel nord dell'isola dove è probabilmente giunto a nuoto dall'Artico dopo aver percorso centinaia di chilometri. Gli orsi non vivono in Islanda, ma a volte vi arrivano a bordo di pezzi di ghiaccio che si staccano dalla banchisa e che vengono trasportati dalla corrente. Il primo avvistamento è avvenuto ieri. Una ragazzina che abita nel comune di Saudarkrokkur stava portando a spasso il cane quando questo ha cominciato ad agitarsi e ad abbaiare. Ha visto qualcosa di bianco e si è resa conto che era un orso polare. L'animale, che si trovava a circa 200 metri dalla fattoria dove vive la bambina, non sembra affamato. Un portavoce dello zoo di Copenaghen ha detto che le autorità islandesi hanno chiesto il loro aiuto per iuscire a atturare l'orso e riportarlo nel suo habitat. Due settimane fa un altro orso era arrivato in Islanda ma era stato abbattuto. Questa volta si è però mobilitato il miliardario Bjogulfur Thor Bjogolfsson che ha proposto alle autorità di accollarsi tutte le spese per un salvataggio dell'orso.

Un orso trentino è sulla Presolana

È arrivato fin sulla Presolana, massiccio delle Prealpi bergamasche, JJ5, il figlio dell'orsa Jurka (reclusa al Casteller) che nell'aprile scorso era stato segnalato in Valcamonica. Accertato in Trentino a partire dal 2006, grazie alle analisi genetiche è ora stato identificato dagli agenti forestali lombardi. Ma non è certo l'unico orso trentino fuori provincia, in questi giorni: MJ4, figlio di Maja e Joze, in maggio era stato segnalato in Val Sarentino, nella vicina provincia di Bolzano. Negli ultimi giorni si è spostato ad ovest, nei boschi della conca di Merano, mentre un altro orso che aveva scelto il Sudtirolo si aggira fra Passo delle Palade e le montagne della bassa Val d'Ultimo, in destra orografica. C'è infine un quarto orso, è «KJ2G2», che aveva frequentato la Vallarsa ma si è spostato ancora più ad est: adesso si trova sull'Altopiano di Asiago, a cavallo delle province di Trento e Vicenza. Il ritrovamento più recente, alcune orme lasciate nel fango, è avvenuto nel territorio del comune di Grigno. «Nulla di nuovo e nulla di strano», risponde Claudio Groff , del Servizio foresta e fauna della Provincia, a proposito della situazione trentina, fra il problema dei plantigradi che rovistano nei cassonetti (Andalo e Molveno) e il girovagare di esemplari solitamente giovani. «Sono le stesse cose che accadono in Nord America, in Abruzzo o sui Pirenei, dove gli orsi sono presenti», osserva Groff.
E dinanzi alle critiche, dopo l'orsa annegata nel lago di Molveno, Groff semplicemente ricorda che è sulla base di uno studio scientifico, dell'Istituto nazionale della fauna selvatica, che il Trentino è considerato un territorio adatto per la specie che (forse non a caso) lo ha popolato per secoli e fino a pochi decenni fa. «C'è lo studio dell'Infs - argomenta il funzionario provinciale - e ci sono i dati: questo è il settimo anno consecutivo in cui si registrano nuove nascite. Il trend continua a far registrare più nati che persi, ma è fra alcuni decenni - e non oggi - che potremo trarre delle conclusioni. Del resto il futuro dell'orso dipende da noi: se la soglia di tolleranza nei confronti della specie dovesse abbassarsi, potremmo anche farne a meno». «L'orso non serve a nulla come Mozart» - ricorda Groff con una citazione - ma è una specie autoctona, e protetta, dal profondo significato culturale ed emotivo. Non ultimo, è anche un «richiamo» efficace per il turismo della natura, legato ai parchi e all'immagine del Trentino come terra «speciale» e ben protetta nel cuore delle Alpi. I danni causati dai plantigradi (più di una ventina, con cinque nuovi cuccioli quest'anno), come di consueto si erano intensificati all'inizio della bella stagione, ma ora si stanno via via diradando: «Qualche apiario è stato danneggiato nella zona del Brenta meridionale - segnala Groff - ma non c'è altro di nuovo. Entro l'anno - conclude - contiamo di utilizzare i cani Laika, per abituarli ad entrare in contatto con gli orsi». Sono i «cani anti orso» acquistati dalla Provincia, che insieme ai bidoni anti orso già richiesti (sono stati sperimentati con successo in Svizzera su orsi in cattività) potrebbero aiutare a risolvere qualche situazione difficile, come quelle vissute ad Andalo e a Molveno.

da l'Adige del 16-06-2008

Un orso entra in una scuola e viene barbaramente ucciso

Che sia stata o meno legittima difesa non importa: un orso di un anno e mezzo è entrato in una scuola di Monterrey, nel nord del Messico, ed è stato ferito mortalmente da un impiegato. Il plantigrado, 1 metro e ottanta di altezza, è morto, mentre il suo "assassino" è stato arrestato.
L'orso si è alzato sulle zampe posteriori ed è entrato nel cortile della scuola, ma è stato subito bloccato da cinque operai allarmati per la sicurezza dei bambini. "L'hanno maltrattato, l'hanno sfinito, l'orso era disidratato. Il modo in cui l'hanno catturato è tortura, l'hanno ucciso", ha denunciato la coordinatrice del servizio regionale di tutela ambientale, Judith Tallabs.
Da qualche settimana sono numerosi gli avvistamenti di orsi nei quartieri periferici di Monterrey, seconda città del Messico, a causa della siccità e della mancanza di cibo nel loro habitat naturale, che spingono questi animali a scendere dalle montagne vicine della Sierra Madre per raggiungere le zone urbane.
"Era un orso di appena un anno e mezzo, non rappresentava nessun pericolo per i bambini", ha aggiunto Tallabs.
I servizi di tutela ambientale hanno invitato qualche giorno fa la popolazione a non avvicinarsi agli orsi, nel caso in cui se ne trovassero uno di fronte, perché specie protetta in via di estinzione, ma di avvertire la polizia o i pompieri.

venerdì 13 giugno 2008

Orso bruno muore annegato nel lago di Molveno

Un orso bruno e' morto annegato la notte scorsa nel lago di Molveno, sull'altopiano della Paganella, in Trentino. Sono in corso indagini per capire la causa dell'annegamento. L'orso, infatti, in genere non ha grossi problemi ad entrare in acqua. Finora si e' appreso che nel corso della notte il plantigrado si sarebbe avvicinato all'abitato di Molveno. Sugli orsi reintrodotti in Trentino dalla Slovenia, col progetto Life-Ursus, vigilano squadre della Provincia autonoma di Trento. (ANSA).

mercoledì 11 giugno 2008

Morto uno degli orsi della fossa di berna

E' morta con un'iniezione. Era malata da tempo di una dolorosa artrite. Tana, una degli orsi di Berna, non poteva più muoversi e dopo l'esito negativo degli esami radiografici è stata dolorosamente soppressa. Lo ha comunicato oggi il giardino zoologico di Berna Dählhölzli, al quale appartiene la fossa degli orsi.
A Berna ora resta solo Pedro che come Tana soffre dello stesso problema, ma forse con maggiori speranze di sopravvivenza. Tana non verrà sostituita. Già nel 2007 Urs uno dei tre orsi che abitavano la fossa venne eutanasizzato.
La fossa degli orsi (Bärengraben) deve la sua origine alla superstizione che gli orsi portassero fortuna durante le guerre e proprio per questo nel 1857 venne construito un alloggio che oggi, dopo alcuni lavori di ampliamento è la fossa degli orsi.

Qui il progetto della nuova fossa degli orsi.

martedì 10 giugno 2008

Catture di orsi nel PNALM per monitoraggio

Sono cominciate, in area Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, le catture degli orsi per il monitoraggio scientifico della specie. Le operazioni, in ambito del progetto curato da ente Pnalm e dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Universita’ la Sapienza di Roma, prevedono la raccolta dati sugli animali catturati quali la misurazione della lunghezza e del peso, della qualita’ della dentizione, analisi dei prelievi sanguigni e del pelo. La metodologia per le catture consiste nell’impiego di innocue trappole posizionate nei punti di passaggio degli orsi, la loro narcotizzazione sotto stretto controllo veterinario e il successivo rilascio.

In area Parco d’Abruzzo le trappole sono state collocate in localita’ prossime alla Camosciara e Val Fondillo. La ricognizione scientifica e’ resa difficile dal cattivo funzionamento di 11 radiocollari satellitari, su un totale di 15 applicati ai plantigradi, che impedisce parzialmente l’individuazione dei passaggi utilizzati dagli orsi. Infatti, in questi apparati, sono state riscontrate delle criticita’ sia nel punto di aggancio al collo dell’animale, con conseguente perdita da azione meccanica, che nell’alimentazione elettrica a basso voltaggio, necessaria alla trasmissione dei dati al satellite per la mappatura dei tracciati di spostamento.(AGI)

venerdì 6 giugno 2008

Orsi mendicanti in Russia: fermano le automobili per avere del cibo

Fermano gli automobilisti per strada e chiedono da mangiare. Non si tratta di bisognosi ai semafori di una grande città ma di una famiglia di orsi del nord dell'isola di Sakhalin, nell'estremo oriente russo. Secondo quanto riferito dall'agenzia Itar-Tass la famiglia di plantigradi che chiede da mangiare ai passanti è formata da due adulti e da due cuccioli. I quattro si fermano a una settantina di chilometri dalla città di Nogliki, lungo l'autostrada, e cercano di bloccare le auto per chiedere cibo.
Stando agli esperti, nonostante l'abbondanza di cibo della foresta, gli intelligenti animali si sono viziati: probabilmente qualcuno una volta ha lanciato loro del cibo facendo loro perdere l'abitudine di andare alla ricerca di mangiare da soli.
La protezione civile è preoccupata: la caccia all'orso è vietata nell'isola e la specie si è moltiplicata. I nuovi mendicanti dell'autostrada potrebbero fare proseliti, aumentando il rischio per la gente di passaggio.

Ucciso un orso polare in Islanda

Non è un buon momento per i nostri amici plantigradi, e lo sappiamo. L'ultimo caso è avvenuto ieri: un orso polare aveva attraversato il mare per trecento chilometri, ma quando ha raggiunto la costa dell'Islanda è stato ucciso a fucilate dalla polizia. L'animale, probabilmente, era emigrato dalla Groenlandia o da una piattaforma di ghiaccio alla deriva nell'Artico, spinto dalla fame.
Si era messo in viaggio, nuotando per chilometri e chilometri nell'acqua gelida. Ma quando l'orso ha toccato la costa dell'Islanda la polizia locale lo ha individuato, braccato e ucciso a fucilate. "C'era nebbia sulle colline, abbiamo deciso di colpirlo prima che scomparisse", ha detto il portavoce della polizia locale, il burocrate Petur Bjornsson.
Prima di fucilarlo gli agenti si sono consultati con il ministero. E la difficile decisione è spettata al ministro dell'Ambiente islandese Thorunn Sveinbjarnardottir. La scelta è stata quella di abbattere l'orso per paura che potesse fare del male a qualche turista o residente.
Ed ecco che un altro plantigrado ha fatto la fine che forse non si meritava. L'animale pesava 250 chilogrammi. L'ultima volta che un orso polare era stato avvistato sulla costa dell'Islanda risaliva al 1993.

Installati nei Grigioni i primi cassonetti a prova di orso

I cassonetti a prova d'orso sono risultati efficaci e saranno istallati nelle prossime settinane nei Grigioni e in Italia. Lo hanno annunciato oggi i rappresentanti del WWF, della ditta costruttrice e del parco naturale di Goldau.
Gli speciali contenitori, pieni di miele, pesce, carne ed altre squisitezze, sono stati sottoposti agli attacchi costanti degli orsi del parco naturale e faunistico di Goldau per dieci giorni. In questo periodo nessun animale è riuscito a forzarli. Alcune telecamente hanno filmato i tentativi infruttuosi dei plantigradi.
Nelle prossime quattro-sei settimane i primi contenitori di questo tipo saranno installati in Grigioni e poi in Italia. Lo scopo degli speciali cassonetti è di evitare che gli orsi si avvicinino troppo agli insediamenti umani, un'abitudine giudicata pericolosa, che era costata la vita a JJ3, l'orso abbattuto a metà aprile nella regione di Thusis.
La presenza di cassonetti soprattutto lungo le strade è inoltre causa di incidenti stradali che vedono come vittime gli stessi orsi. Gli stessi contenitori per i rifiuti sono stati già utilizzati in altri Paesi come gli Stati Uniti ed il Canada, con buoni risultati.
Se, da un lato, questa iniziativa può essere un deterrente, la Svizzera ha ben altri problemi di convivenza con i plantigradi che, purtroppo, non potranno essere risolti con dei semplici cassonetti.

I risultati della ricerca del Comitato Parchi

Si attendono i risultati degli ultimi sei anni ( 2002 – 2007 ) delle ricerche su Orso, Lupo e Lince da parte dei Gruppi misti di Volontari e Professionisti, che fanno capo al Centro Studi Ecologici Appenninici del Comitato Parchi. Questi Gruppi, a composizione interdisciplinare ed internazionale, utilizzano le più diverse e innovative metodologie: raccogliendo, confrontando e incrociando i dati, fino a raggiungere una ragionevole attendibilità.
In base ai rilievi compiuti e agli elementi da più parti pervenuti, la popolazione di Orso bruno marsicano tuttora esistente nell’Appennino Centrale consisterebbe di oltre 80 individui, per la maggior parte gravitanti intorno allo storico Parco Nazionale d’Abruzzo.
Va tuttavia sottolineato che nello stesso periodo sono stati perduti circa 30 individui ad opera soprattutto dell’uomo, con modalità diverse che verranno illustrate a parte. Non sembra avere fondamento, e comunque non è stata in alcun modo dimostrata, l’ipotesi dell’uccisione di giovani da parte di maschi adulti (aggressione intraspecifica).

Va ricordato che, diversamente da altre metodologie di ricerca, tecnologica e dispendiosa, invasiva e prolungata, i cui risultati ben difficilmente vengono adeguatamente resi noti all’opinione pubblica e alla stessa comunità scientifica, le indagini dei Gruppi, frutto di un ampio lavoro collettivo con forti radici territoriali, e in parte già sperimentate in passato con successo in alcune zone dell’Unione Sovietica, sono caratterizzate soprattutto da:
- carattere intersettoriale e costante verifica attraverso esperienze, informazioni e analisi parallele;
- perseguimento non di censimenti individuali, ma di stime controllate, come è sempre preferibile per i grandi Carnivori vulnerabili e minacciati;
- invasività minima, costi irrilevanti e notevole effetto di coinvolgimento degli ambienti potenzialmente custodi e difensori di tale fauna;
- rapida disponibilità di risultati accettabili, essenziali a livello culturale, divulgativo e strategico.

Attendo i risultati ufficiali per ulteriori commenti.