Da lunedì scorso, a Pechino, la Beijing Forestry University sta studiando il modello abruzzese di salvaguardia dell'orso marsicano.
La difesa del simbolo nazionale della Cina è, infatti, uno dei principali argomenti del seminario, organizzato a Pechino dalla Chinese Association of Natural e Science Museum in collaborazione con la Regione Abruzzo, che proseguirà fino a sabato prossimo.
Al centro delle attenzioni delle autorità cinesi, il piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano (PATOM), un protocollo coordinato dalla Regione Abruzzo con il coinvolgimento, tra gli altri, del Ministero dell'Ambiente, dell'Università La Sapienza di Roma, dell'istituto nazionale della Fauna selvatica e dal Corpo Forestale dello Stato, e sottoscritto nel luglio del 2006.
Il piano si articola in azioni che hanno l'obiettivo di creare spazi estesi, aree di connessione che consentano agli orsi spostamenti tra i diversi territori. Problemi che riguardano da vicino anche il panda, sempre più minacciato dalle attività umane: disboscamento, espansione degli insediamenti agricoli nelle aree forestali, attività minerarie e costruzione di strade.
È un mondo pericoloso quello che aspetta i panda, in particolare tra le montagne della Cina sudoccidentale, dove devono preservare l'uso del territorio dagli uomini (soprattutto cacciatori e agricoltori), dal moltiplicarsi delle dighe e dal turismo di massa. Gli esperti abruzzesi che parteciperanno al seminario informeranno i colleghi asiatici dei risultati incoraggianti registrati fino ad oggi dal Patom. «L'Abruzzo è una Regione orientata su una politica di conservazione della natura: il 38% del territorio è infatti protetto» spiega Franco Caramanico «l'idea alla base del progetto con la Cina è di condividere le conoscenze in materia di tutela della biodiversità e delle specie protette o in via di estinzione, come anche di trasferire un valido sistema di formazione».
Al seminario, al quale partecipano anche una delegazione dei parchi regionali, l'Università de L'Aquila e La Sapienza di Roma, l'Istituto nazionale della Fauna selvatica, oltre ad una rappresentanza del ministero degli esteri, saranno affrontate le tecniche di gestione dei parchi abruzzesi e le politiche per la tutela della biodiversità.
Durante la permanenza a Pechino, la delegazione abruzzese incontrerà anche la stampa cinese, nel corso di un appuntamento in cui verrà distribuito un documentario girato nei parchi della regione.
Un accordo di collaborazione per la gestione tecnico-scientifica e manageriale dei parchi; un master di formazione per studenti cinesi sviluppato dalla Beijing Forestry University con l'università abruzzese; il gemellaggio tra la Provincia di Hubei e l'Abruzzo. Sono i risultati del seminario che si è svolto oggi a Pechino sui temi della biodiversità e della tutela ambientale, organizzato per studiare il modello abruzzese.
«La partnership che nasce con questa iniziativa è molto importante per noi - ha spiegato Xu Shanyan, responsabile della Chinese association of natural e science museum - in modo particolare per le azioni previste dal patto per la tutela dell'orso marsicano. Sono interventi che prevedono una forte conservazione del territorio: un'esigenza fondamentale anche per la salvaguardia del panda, minacciato dal degrado ambientale che la Cina sta fronteggiando».
Da questo punto di vista il rafforzamento e la buona gestione dei Parchi è un altro aspetto preso in considerazione durante l'incontro, al quale hanno partecipato i più importanti operatori asiatici del settore. «La Regione Abruzzo è un interlocutore speciale», ha detto Wen Yali, direttore della cooperazione internazionale della prestigiosa Beijing Forestry University.
«Il master che stiamo preparando con il sistema universitario abruzzese - ha aggiunto - ha l'obiettivo di formare gli studenti cinesi, con particolare attenzione agli aspetti tecnico scientifici e manageriali dei parchi e delle aree protette. Cooperazione e partnership accademica sono in Cina l'argomento del giorno, la tutela dell'ambiente è oggi al centro degli impegni del Governo».
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Al centro delle attenzioni delle autorità cinesi, il piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano (PATOM), un protocollo coordinato dalla Regione Abruzzo con il coinvolgimento, tra gli altri, del Ministero dell'Ambiente, dell'Università La Sapienza di Roma, dell'istituto nazionale della Fauna selvatica e dal Corpo Forestale dello Stato, e sottoscritto nel luglio del 2006.
Il piano si articola in azioni che hanno l'obiettivo di creare spazi estesi, aree di connessione che consentano agli orsi spostamenti tra i diversi territori. Problemi che riguardano da vicino anche il panda, sempre più minacciato dalle attività umane: disboscamento, espansione degli insediamenti agricoli nelle aree forestali, attività minerarie e costruzione di strade.
È un mondo pericoloso quello che aspetta i panda, in particolare tra le montagne della Cina sudoccidentale, dove devono preservare l'uso del territorio dagli uomini (soprattutto cacciatori e agricoltori), dal moltiplicarsi delle dighe e dal turismo di massa. Gli esperti abruzzesi che parteciperanno al seminario informeranno i colleghi asiatici dei risultati incoraggianti registrati fino ad oggi dal Patom. «L'Abruzzo è una Regione orientata su una politica di conservazione della natura: il 38% del territorio è infatti protetto» spiega Franco Caramanico «l'idea alla base del progetto con la Cina è di condividere le conoscenze in materia di tutela della biodiversità e delle specie protette o in via di estinzione, come anche di trasferire un valido sistema di formazione».
Al seminario, al quale partecipano anche una delegazione dei parchi regionali, l'Università de L'Aquila e La Sapienza di Roma, l'Istituto nazionale della Fauna selvatica, oltre ad una rappresentanza del ministero degli esteri, saranno affrontate le tecniche di gestione dei parchi abruzzesi e le politiche per la tutela della biodiversità.
Durante la permanenza a Pechino, la delegazione abruzzese incontrerà anche la stampa cinese, nel corso di un appuntamento in cui verrà distribuito un documentario girato nei parchi della regione.
Un accordo di collaborazione per la gestione tecnico-scientifica e manageriale dei parchi; un master di formazione per studenti cinesi sviluppato dalla Beijing Forestry University con l'università abruzzese; il gemellaggio tra la Provincia di Hubei e l'Abruzzo. Sono i risultati del seminario che si è svolto oggi a Pechino sui temi della biodiversità e della tutela ambientale, organizzato per studiare il modello abruzzese.
«La partnership che nasce con questa iniziativa è molto importante per noi - ha spiegato Xu Shanyan, responsabile della Chinese association of natural e science museum - in modo particolare per le azioni previste dal patto per la tutela dell'orso marsicano. Sono interventi che prevedono una forte conservazione del territorio: un'esigenza fondamentale anche per la salvaguardia del panda, minacciato dal degrado ambientale che la Cina sta fronteggiando».
Da questo punto di vista il rafforzamento e la buona gestione dei Parchi è un altro aspetto preso in considerazione durante l'incontro, al quale hanno partecipato i più importanti operatori asiatici del settore. «La Regione Abruzzo è un interlocutore speciale», ha detto Wen Yali, direttore della cooperazione internazionale della prestigiosa Beijing Forestry University.
«Il master che stiamo preparando con il sistema universitario abruzzese - ha aggiunto - ha l'obiettivo di formare gli studenti cinesi, con particolare attenzione agli aspetti tecnico scientifici e manageriali dei parchi e delle aree protette. Cooperazione e partnership accademica sono in Cina l'argomento del giorno, la tutela dell'ambiente è oggi al centro degli impegni del Governo».
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