L’assessore regionale all’Ambiente, Emilio Orlando, ha sottoscritto nei giorni scorsi il protocollo d’intesa per la redazione del Piano d’Azione Interregionale Abruzzo Lazio e Molise per la tutela dell’Orso marsicano (PATOM). Si tratta di una iniziativa che impegna i firmatari (Ministero dell’Ambiente, Regione Abruzzo, Regione Lazio, Regione Molise, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, Università La Sapienza di Roma, Corpo Forestale dello Stato, le Province di L’Aquila, Frosinone, Rieti, Roma, Isernia, Chieti, Teramo, Pescara, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Naturale regionale Sirente-Velino, Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali) a collaborare al monitoraggio, alla conservazione e alla gestione della popolazione d’Orso bruno marsicano, al fine di individuare una strategia comune e condivisa d’intervento e raccordare, per quanto è possibile, le azioni da intraprendere. Il Ministero dell’Ambiente ha individuato nella Regione Abruzzo il soggetto coordinatore, il quale si avvarrà del gruppo di coordinamento costituito dai referenti dei soggetti firmatari. Referenti scientifici sono l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Roma La Sapienza. “L’urgenza di definire un coordinamento istituzionale – il commento dell’assessore Emilio Orlando, che ha premuto per l’inserimento del Molise nell’iniziativa – va inquadrata nell’importanza di facilitare i processi compartecipativi di monitoraggio, conservazione e gestione di una specie di interesse comunitario, quale è, per l’appunto, l’orso bruno marsicano. Nel contesto internazionale si intende promuovere e sviluppare iniziative in grado di ottenere finanziamenti adeguati dall’Unione Europea, per poter affrontare in modo coordinato le problematiche conservazionistiche e gestionali riferite alla presenza dell’Orso bruno, oltre che avviare iniziative di coordinamento e di raccordo tecnico-scientifico con il Bear Specialist Group dell’Unione Mondiale per la Conservazione (IUCN) e con l’International Association for Bear Research and Management (IBA). L’idea di fondo, sulla quale si è sviluppato l’allargamento istituzionale interregionale resta il fatto inconfutabile che i confini regionali non possono rappresentare linee di demarcazioni delle azioni di tutela, data la particolare biologia dell’orso, la cui specie ha un home range che si connota su aree molto ampie, di scala sovraregionale e sopranazionale. La conservazione di questa specie autoctona costituisce un impegno per tutte le Amministrazioni e gli Enti competenti per territorio, senza dimenticare l’interesse dell’Unione Europea che ha normato la materia. In definitiva, puntiamo su quello che è il nostro patrimonio ambientale perché, attraverso la tutela mirata e la valorizzazione delle peculiarità territoriali, si gettino le basi per uno sviluppo economico ed occupazionale del Molise, in grado di trasformare le risorse in ricchezza e lavoro”. In particolare, la Direttiva “Habitat 92/43/CEE impone agli stati membri di sorvegliare lo stato di conservazione dell’Orso bruno, promuovere la ricerca e lo scambio di informazioni, per garantire un efficace coordinamento della ricerca attuata nella Comunità Europea; le raccomandazioni 59 del 1997, 74 del 1999 e 82 del 2000 richiedono agli Stati membri di attivarsi per la conservazione della specie anche attraverso la stesura di piani d’azione; la Legge 11 febbraio 1992 n.157 inserisce l’Orso bruno tra le specie particolarmente protette; la Convenzione degli Appennini, firmata a L’Aquila il 24 febbraio 2006, ha, tra le altre finalità, quella di far rientrare il progetto APE (Appennino Parco d’Europa) tra gli obiettivi prioritari delle politiche di sviluppo dei Quadri Strategici Regionali e Nazionali per la programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013 relativamente ai territorio interessati dalla dorsale appenninica e favorire la tutela della flora, della fauna e dei loro habitat, degli ambiti di connessione ecologica per la salvaguardia e la protezione delle specie e la protezione dei sistemi naturali complessi presenti nella catena appenninica e indispensabili alla biodiversità.
Nessun commento:
Posta un commento