Provate ad immaginare questa scena: una camera, buia, illuminata a tratti da lampi di luce ed immersa nell'incessante scrosciare della pioggia. Il vento ulula e soffia contro le finestre facendole tremare. Al centro della stanza un bambino dorme beatamente con il suo orso di pezza stretto al petto. E' un'immagine potente non c'è che dire. L'orso è spesso il primo animale con cui facciamo conoscenza. La sua forza e il suo coraggio ci vengono in aiuto nei momenti di paura e di solitudine. L'orsacchiotto, così come la famosa coperta di Linus, viene chiamato in psicologia "oggetto transizionale" cioè un oggetto su cui il bambino affronta il primo distacco dalla madre. Infatti l'oggetto transazionale diventa un sostituto del genitore nei momenti in cui esso manca, aiutando il bambino al progressivo allontanamento e quindi alla sua indipendenza. Il passo successivo di crescita sarà prorpio il distacco dall'oggetto transazionale.
Ma quanti di noi conservano ancora gelosamente l'orsacchiotto dell'infanzia? Io penso in molti. Al di là della psicologia infatti, l'orsacchiotto diventa infatti un amico, un confidente, un oggetto che diventa reale ed animato e che difficilmente riusciamo a dimenticare.
Ma perchè proprio l'orso? Perchè proprio uno dei più grandi carnivori del pianeta diventa il nostro oggetto più caro?
La storia degli orsi di pezza va ricercata nel loro nome inglese: "Teddy bear".
si racconta che nel 1902 il presidente americano Theodore Roosvelt, durante una battuta di caccia, si rifiutò di sparare ad un cucciolo d'orso. La notizia arrivò ai giornali ed un disegnatore satirico, Clifford K. Berryman, pubblicò una vignetta in cui il presidente volgeva le spalle all'orsetto rifiutandosi di sparare (a lato la vignetta originale). Il ciucciolo venne chiamato affettuosamente "Teddy bear" cioè l'orso di Teddy (Teddy era il nomignolo di Roosvelt). A Brooklyn in quei giorni una coppia di origine russa Moris e Rose Michtom esposero nella vetrina del loro negozio di dolciumi un orsacchiotto di pezza cucito dalla stessa Rose su modello di quello disegnato da Berryman (nella foto in alto), chiamandolo appunto Teddy's bear. Il successo fu immediato e consentì alla coppia di aprire una vera e propria industria di orsi di pezza, la Ideal Toy Company.
Nello stesso periodo in Germania, Margaret Steiff, proprietaria di una fabbrica di giocattoli presentò alla fiera del giocattolo di Lipsia i suoi orsacchiotti. Ne vendette 3000 esemplari. Oggi la Steiff continua a produrre orsacchiotti in tutto il mondo.
Dal 1902 ad oggi gli orsacchiotti hanno subito molte evoluzioni, ma il modello base rimane pressochè identico, confermando la genialità dei coniugi Michtom.
Agli orsi di pezza sono stati dedicati anche molti musei primo fra tutti quello di Petersfield in Inghilterra.
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