"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 30 aprile 2008

Gli orsi polari sono una specie minacciata? Ultimatim a governo USA

Un giudice federale di Oakland, in California ha dato sedici giorni di tempo al governo americano per decidere se gli orsi polari debbano essere considerati ufficialmente una specie protetta a causa degli effetti dell'effetto serra. L'ultimatum del giudice, Claudia Wilken, ha dato ragione agli ambientalisti che si aspettavano una presa di posizione ufficiale del governo già a gennaio. Secondo Greenpeace il governo del president George W. Bush ha ritardato deliberatamente la decisione sulle specie protette per evitare di porre ulterior intralci all'esplorazione petrolifera dell'Alaska, e in particolare il rinnovo di concessioni per piattaforme off-shore nel mar Chukchi, a nord dell'Alaska. "Speriamo che questa sentenza segni la fine dell'ostruzionismo del governo Bush - ha commentato Melanie Duchin, di Greenpeace - e della mancanza di volontà di riconoscere l'urgenza di salvare gli orsi polari dall'estinzione".
Proprio oggi il presidente, nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha criticato il Congresso a guida democratica per la mancata approvazione di una legge che consenta l'esplorazione petrolifera dell'Alaska.
Qualora gli orsi fossero inclusi tra le specie protette, scatterebbero misure di tutela non solo in Alaska, ma anche in altri Stati. Gli oppositori temono che possano nascere ostacoli anche per altri progetti, tra cui centrali elettriche e progetti di sviluppo del mar Artico.
Gli ambientalisti incalzano: la legge impone che la decisione sia sulla base di dati scientific, e la scienza dice che l'Artico si sta sciogliendo.

Per non dimenticare...

LE ASSOCIAZIONI “ANIMALISTI ITALIANI” E “NO ALLA CACCIA

VI INVITANO A PARTECIPARE

ALLA

MANIFESTAZIONE DI FRONTE ALL'AMBASCIATA SVIZZERA

PER PROTESTARE CONTRO IL BARBARO ASSASSINIO DELL’ORSO JJ3

MARTEDI 6 MAGGIO 2008

ORE 11.00

AMBASCIATA DELLA SVIZZERA

ROMA, VIA B. ORIANI – largo Elvezia

Si invitano tutte le Associazioni e i cittadini animalisti e zoofili a partecipare numerosi alla pacifica e non violenta manifestazione di protesta per l’uccisone dell’orso JJ3.

Siete tutti invitati cortesemente ad indossare abiti neri e a portare lumini e candele votivi che saranno accesi in segno di lutto.

Tutte le Associazioni potranno ovviamente portare i loro striscioni e le bandiere.

La manifestazione è regolarmente autorizzata e gli organizzatori consentiranno il corretto svolgimento della manifestazione nello spirito nonviolento e ghandiano che contraddistingue le stesse.

Per ogni informazione rivolgersi a:

Animalisti Italiani Graziano Vittucci tel. 06-23232569, news@animalisti.it

No alla caccia – Marcello Dell’Eva e Anna Pilati tel 3470531108 info@noallacaccia.it

lunedì 28 aprile 2008

Una buona notizia per gli orsi sloveni

La Corte Costituzionale Slovena ha bloccato gli abbattimenti di orsi bruni, circa un centinaio l' anno, da parte dei cacciatori. Lo rende noto la Lega anti vivisezione (Lav) in un comunicato. ''In Slovenia - si legge nella nota - gli orsi bruni vengono tranquillamente abbattuti dai cacciatori. Ora, finalmente, la Corte Costituzionale ha bloccato gli abbattimenti, almeno fino alla regolarizzazione della legge (direttiva europea 92/43 'Habitat' che assicura alle popolazioni di orso bruno, Ursus Arctos, rigorosa protezione su tutto il continente europeo) e di tutti gli atti conseguenti''. ''Confidiamo - conclude Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della Lav - che anche la Repubblica Slovena adegui le proprie norme, istituendo una rigorosa tutela delle popolazioni di Orso Bruno presenti sul suo territorio e che in tutta Europa non si ripetano piu' atti scellerati, come quelli che hanno visto coinvolti Jurka ed i suoi figli, dettati piu' da paure insensate degli esseri umani che da atteggiamenti di reale pericolosita' degli orsi''.

Fonte: (ANSA)

giovedì 24 aprile 2008

Nessuna traccia dell'orso a Caggiano

Riporto (anche se in ritardo) la notizia segnalata dall'amico Stefano

«Il lavoro dei cinque specialisti alla ricerca delle tracce dell'orso nel territorio di Caggiano si è concluso in quanto non è stata rilevata nessuna traccia». Ad affermarlo, nella mattinata di ieri, è stato Giovanni Polena, direttore dell'Ufficio territoriale per la biodiversità di Castel di Sangro del Corpo Forestale dello Stato, che aveva inviato la "task-force" sulle tracce del presunto plantigrado.Gli uomini sono rientrati ieri notte e hanno relazionato a Polena sull'esito delle ricerche, risultate negative in relazione alla pur vasta gamma di indizi che un orso avrebbe lasciato con la sua presenza. «Condivido pienamente il lavoro svolto dagli specialisti - continua Polena - e la metodologia adottata. Sono contento del fatto che non si sia trattato di un orso bruno marsicano, in quanto ciò avrebbe significato la perdita di un esemplare protetto dal suo nucleo centrale nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise». Gli avvistamenti dell'esemplare, un cucciolo del peso di oltre un quintale, erano state molte negli ultimi giorni. L'animale era stato visto aggirarsi tra Capo La Serra, Valle dei Rumoli e Zemaddea, tra le due gallerie del tratto Caggiano- Isca Panzanelle. Così erano scattate le ricerche, con gli esperti provenienti dal Parco Nazionale di Abruzzo e Molise che avevano provveduto a posizionare speciali trappole per prelevare materiale biologico utile ad individuarne la specie di appartenenza dell'orso.

martedì 22 aprile 2008

Jurka: chieste dall'AIDAA verifiche alla procura di Trento

'Abbiamo chiesto alla procura di Trento di verificare ad una ad una le richieste di risarcimento danni formulate dalle persone che sostengono di aver avuto guai a causa di quell'orsa''. E' quanto ha reso noto Lorenzo Croce, il presidente nazionale dell'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), insinuando il dubbio di qualche rimborso pretestuoso a proposito di Jurka. L'orsa giunta in Trentino dalla Slovenia nel 2001, e' rinchiusa da una settimana nel Centro vivaistico del Casteller, a sud di Trento, dopo il trasloco dal recinto del santuario di San Romedio, per le sue scorribande. ''Non ci vediamo chiaro - ha spiegato Croce in una nota - e vorremmo capire se davvero i danni denunciati sono reali, oppure se qualcuno ci ha marciato sopra, come temiamo''. L'ipotesi e' tutta da verificare, ma il comunicato dell'Aidaa riferisce di avere basi concrete. L'avvocato degli orsi istituito da Aidaa, a quanto si legge, ha ricevuto una serie di segnalazioni telefoniche sui presunti danni realizzati da Jurka e sui quali si sarebbero chiesti dei rimborsi maggiori rispetto ai danni effettivamente effettuati. ''Le segnalazioni in questione sono una decina'' ha precisato Croce.
Fonte: (ANSA)

Avvistato da due turisti orso a Bisegna

L'orso marsicano esce dal letargo e iniziano i primi avvistamenti. Mamma orsa e il suo cucciolo, infatti, sono stati avvistati nei pressi del Passo del diavolo, verso la Valle del Giovenco, da un gruppo di giovani di Pescasseroli. Non è escluso che possa trattarsi dell'orsa Gemma che ha deciso di mettere su famiglia.
Si tratta del primo avvistamento di plantigradi nella zona dopo il periodo invernale. I turisti, entusiasti, sperano che ve ne siano molti altri. Per tanti turisti e abitanti del posto «finalmente sono tornati». Ma c'è anche chi commenta l'avvistamento con un «purtroppo». Ormai tutti gli orsi marsicani sono svegli dal letargo e cominciano ad avere una gran fame. Quindi, molto probabilmente, ricominceranno anche le visite in paese con le relative razzie ai danni degli allevatori.
Ora, però, questo non preoccupa. Dopo i casi di avvelenamento degli esemplari sulle montagne nella zona di Gioia dei Marsi e Pescasseroli, avvenuti lo scorso anno, l'avvistamento di un'orsa con il suo cucciolo non può che far piacere. I due esemplari avvistati, secondo l'associazione "Amici dell'orso Benardo", provenivano dalla vallata di Gioia dei Marsi.
Dal passo del diavolo erano diretti verso la Valle del Giovenco. L'avvistamento è avvenuto nei pressi di Bisegna, dove il gruppo di giovani si stava recando. «Siamo felici per questa buona notizia», ha affermato Cristian Galimberti, il presidente dell'associazione che da tanti anni porta il nome di uno degli orsi avvelenati nel 2007, «abbiamo esultato quando ci hanno comunicato la notizia».

mercoledì 16 aprile 2008

JJ3 e i commenti postumi

Dopo lo sgomento, la riflessione per mettere a punto il piano di lotta per salvare tutti gli Jj3 che sconfinano dall'Italia. A gran voce, il day after dopo l' abbattimento in Svizzera del figlio di Jurka, l'orsa giunta in Trentino dalla Slovenia nel 2001, e' caratterizzato dalla richiesta forte, da parte del Wwf, di una strategia comune in tutto l' arco alpino. ''Non puo' essere una fucilata a risolvere queste questioni. Una popolazione vitale di orsi - ha detto all'ANSA Massimiliano Rocco, responsabile del programma specie e traffic del Wwf Italia - non puo' essere solo italiana ma deve essere riconosciuta come popolazione alpina. La conservazione di grandi carnivori e' sovranazionale. Serve un dialogo comune con i paesi limitrofi''. ''Se c'e' intolleranza allora - ha detto quindi Rocco - lo si dica apertamente''. ''Negli ultimi anni - ha proseguito - l'orso e' tornato sulle Alpi. Ce ne sono ora forse piu' di una decina. Se ne vogliamo garantire un futuro bisogna cercare i sistemi idonei per farli accettare dalle comunita' locali e dagli altri stati limitrofi''. 'D'altronde - ha aggiunto - non si puo' pensare che gli animali abbiano confini ecco perche' serve un piano comune''. Stessa richiesta da parte del Centro turistico studentesco: ''Oggi siamo tutti piu' poveri. Cosa succedera' - ha detto Stefano Di Marco vice Presidente nazionale del Cts - se altri orsi bruni oltrepasseranno il confine? E' indispensabile individuare una politica comune di tutela della specie al quale anche la Svizzera dovra' aderire se non vogliamo che l'orso bruno sparisca per sempre dalle nostre montagne''. L'Italia era impegnata gia' da piu' di cinque mesi per scongiurare l'abbattimento di Jj3. Il 29 ottobre a Bologna c'e' stata una riunione all'Istituto della fauna selvatica (Infs) con esperti dell'istituto, del ministero dell'Ambiente e del Dipartimento elvetico. In quell'occasione era stato proposto di traslocare Jj3 in un Parco Nazionale. Proposta ribadita in una lettera inviata il 14 aprile scorso alle autorita' svizzere dal ministero dell'Ambiente italiano, Direzione protezione natura. Lettera in cui l'Italia ha espresso la disponibilita' di ogni tipo di supporto o collaborazione, nel rispetto delle competenze delle autorita' elvetiche, auspicando che la soluzione di abbattimento non venisse adottata. Intanto, dopo l'abbattimento di Jj3, sul fronte Svizzero, e' stato aperto una sorta di ''libro di condoglianze'' online. I responsabili del sito ''naturschutznetz.ch'' intendono riunire i pareri della popolazione sull'accaduto. Le opinionni espresse saranno poi trasmesse alle autorita' locali del Canton Grigioni, dove era l' orso, e nazionali. In un comunicato l'associazione responsabile del sito critica la decisione di abbattere l'orso, ucciso luinedi' sera nella regione di ThusIS (Grigioni).
Commentando tale decisione il consigliere di stato (esecutivo) grigionese Stefan Engler ha affermato che ''non e' stata una decisione facile da prendere. Nessuno se ne rallegra o può dirsi fiero'', ha detto citato dall'agenzia di stampa svizzera 'ats'. ''Non potevamo piu' assumerci il rischio potenziale che l'orso ferisse o uccidesse una persona'', ha detto Engler, aggiungendo che i Grigioni e la Confederazione si sono consultati, anche a livello di esperti, prima della decisione fatale. ''Abbiamo tentato tutto il possibile per evitare questa soluzione, che non é stata facile da prendere'', ha assicurato Engler, precisando che non viene presentata alcuna foto dell'orso abbattuto: ''Non vogliamo esibire trofei di caccia''. Nessun dettaglio e' stato fornito sull'operazione e sul numero di guardiacaccia impiegati.

Fonte: ANSA

In Campania la Forestale verifica gli avvistamenti di orso

Gli uomini della speciale “Task force orso” organizzata per le attività di ricerca, tutela e conservazione del plantigrado nell’area dell’Appennino centrale, sono arrivati dall’Abruzzo nel Comune di Caggiano (Sa) per perlustrare le aree in cui è stata segnalata la presenza di un orso. Il personale, di stanza presso l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro, è arrivato in Campania per supportare gli uomini del Comando provinciale, che da alcuni giorni raccolgono segnalazioni da parte di cittadini ed abitanti dell’area settentrionale dei Monti Alburni, dove sembra essere presente un orso, con l’intento di verificare la notizia.
Gli uomini del Cfs procederanno perciò ad un’accurata perlustrazione delle diverse località in cui l’orso sarebbe stato segnalato, con l’intento di raccogliere indicazioni utili a confermare, o confutarne, la presenza. La ricerca mira ad individuare i tanti segni di presenza che un orso lascia alle sue spalle, soprattutto escrementi, che sono molto caratteristici e piuttosto inconfondibili per forma, dimensioni e odore, quando il plantigrado non si è cibato di carne.
Qualora venisse confermata la presenza dell’orso in Campania la “Task force orso” è organizzata per il passaggio successivo: individuare a quale genotipo possa appartenere l’animale. Si tratta cioè di capire se l’orso appartiene davvero, come ipotizzato da alcuni nei giorni scorsi, ad un esemplare di orso bruno marsicano in dispersione dal suo areale originario, oppure se, ipotesi questa ritenuta più probabile dagli uomini del Cfs, l’orso non sia pittosto autoctono e immesso nel territorio da sconsiderati che non erano più in grado di gestire "un animale un po’ troppo cresciuto".
A questo scopo serviranno perciò campioni biologici dell’orso- peli in particolare- che potranno essere raccolti con apposite esche olfattive seguendo le procedure ormai codificate dalla ricerca scientifica avviata nell’ambito di uno specifico progetto Life dalla Forestale e messe a punto di recente unitamente al parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e al dipartimento di Biologia animale e dell’Uomo dell’Università La Sapienza.
Gli eventuali campioni di pelo raccolti saranno successivamente classificati dagli esperti della Forestale ed inviati all’Istituto nazionale di fauna selvatica di Bologna per la determinazione genetica. I risultati serviranno, se davvero dovesse trattarsi di orso, "a fornire le indicazioni utili alla gestione dell’esemplare che in molti sembrano aver visto in quest’area degli Alburni".

A questo proposito vorrei precisare un concetto che spesso non viene preso in considerazione in questi casi. C'è una netta differenza fra la presenza di un orso in una determinata area e la sua stanzialità. Gli orsi, come detto più volte in questo blog, sono animali che tendono a muoversi per centinaia di chilometri se sussistono condizioni di integrità dell'ambiente e scarso disturbo abtropico. Che possano essere trovate tracce di un orso anche distanti dal suo nucleo originario quindi non è da escludere. Ma dire che in quella zona c'è l'orso è ben diverso.
Un orso errante infatti ai fini della conservazione della specie e della sua tutela porta a due pericoli: il primo è rappresentato dal fatto che non ha possibilità di incontrare suoi conspecifici e quindi non avrà alcuna possibilità di accoppiarsi impoverendo quindi la già scarsa popolazione marsicana di un elemento. Il secondo problema è rappresentato proprio dall'uomo e dal pericolo che l'orso possa imbattersi in situazioni in cui rischia la vita. Con la morte dell'orso si tornerebbe quindi allo scenario precedente. Gli orsi marsicani (ammesso che quello campano sia uno di loro) sono una popolazione esigua, quasi sull'orlo dell'estinzione. La perdita o l'allontanamento di un elemento porterebbe ad un impoverimento numerico e quindi genetico della popolazione. Questo potrebbe portare ad un ulteriore danno per i nostri amici che oggi come oggi non ci si può permettere. A parere mio se si scoprisse che l'orso in questione è un marsicano le autorità dovrebbero impegnarsi a riportarlo nel suo luogo d'origine, reintegrandolo così nel gruppo.
Allo stesso tempo la sua presenza in Campania è un dato che dovrebbe essere considerato positivo: se l'orso è riuscito a muoversi incolume fin lì significa che l'interconnessione fra le aree è buona e che in un ipotetico futuro fra i boschi dei Monti Alburni potranno tornare gli orsi.

Ecco le foto di Jurka al Casteller










Mi sembra piuttosto scossa....

martedì 15 aprile 2008

JJ3: Ecco la prima dichiarazione dell'ormai ex misistro Pecoraro Scanio

In Svizzera, come in Baviera per l'orso Bruno, è stata assunta una decisione sbagliata e irrazionale che rende più difficile la reintroduzione di un animale che ha sempre abitato l'areale alpino".
"Anche nel caso di JJ3 - ha dichiarato il ministro - l'Italia si era mossa subito: avevamo, tra le altre cose, offerto alla Svizzera supporto di uomini e mezzi per raggiungere l'obiettivo di salvaguardare l'orso. Avevamo dato disponibilità a riprenderlo, si poteva spingerlo verso aree meno frequentate. Insomma si poteva fare altro. Si doveva evitare di abbatterlo!". "Tutelare le specie simbolo della biodiversità - ha concluso Pecoraro - è un obiettivo che tutti i Paesi debbono condividere ma per raggiungerlo serve dialogo e non chiusure. L'Italia comunque è determinata e proseguirà in questa direzione. Ma è evidente che questi animali necessitano di tutela in ambito transfrontaliero. E l'Europa si deve porre questo problema".

Buongiorno, Alfonso...non sembra di esserti svegliato un pò troppo tardi?!
Soprattutto vorrei sapere quali sono state queste proposte citate dal ministro dato che nessuno ne ha parlato finora, l'unica proposta è stata quella della fossa degli orsi di Berna...ma di proposte italiane non se ne sono proprio sentite (almeno ufficialmente!). Per il fatto poi di riprenderselo, gli unici che potevano erano quelli dell'Adamello Brenta che però se ne sono riccamente lavati le mani.
Ecco che parte il circo dei "se" e dei "ma".....

Una buona notizia...

A poche ore dall'annuncio della morte di JJ3 una notizia sembra aprire un piccolo spiraglio di luce per tutti coloro che tengono alla vita degli orsi.

Miljen, il cui nome significa tesoro, è un orso bosniaco, caduto nelle mani di alcuni malviventi che proprio a causa loro rischiava di morire di stenti. Oggi Miljen è arrivato in Francia, in un santuario per orsi per iniziare una nuova vita oltretutto in compagnia di due orse. Quando la madre di Miljen venne uccisa dai cacciatori nel 2000, il cucciolo venne venduto ad un boss che voleva emulare i famosi criminali balcanici che possedevano animali selvatici come prova della loro virilità. Quando il boss venne arrestato nel 2005 l'orso venne lasciato ad alcuni vicini del malvivente che lo nutrirono di solo pane. Pesava solo 70 quando un cineasta serbo lo vide durante le riprese di un film. Il gruppo francese Respectons per la protezione della fauna e i colleghi bosniaci del NOA iniziarono una maratona burocratica per portare l'orso nel santuario in Normandia.
"Il cas di quest'orso è senza precedenti" ha affermato il presidente del NOA Dragomir Mijic "Entrerà in Unione Europea e sarà un caso unico" dato che la Bosnia non ha firmato la convenzione internazionale per il trasporto degli animali. Miljen ha dovuto subire oltretutto le stesse vicissitudini dei suoi compatrioti umani, che devono riempire enormi questionari e fare infinite file per ottenere un visto per la Comunità Europea. Dopo aver passato estenuanti visite mediche e una dieta per fargli recuperare il "peso forma" finalmente Miljen è partito per la Francia.

Questo è un atto di puro amore. Anche in questo caso c'erano norme da dover infrangere e permessi da richiedere, ma nessuno ha ostacolato volutamente il suo salvataggio. Questo significa rispettare una vita e fare di tutto per proteggerla. Bruno, Bernardo e JJ3 sarebbero ancora vivi se più persone avessero questo modo di pensare.

Addio ad un altro fratello orso: è morto JJ3

JJ3 è stato abbattuto

Non ci sono parole valide in questo momento, se non quelle di dolore e di sconforto. Da più di un anno che questo blog è nato ha dovuto assistere a troppe morti di fratelli orsi: Bruno, Bernardo e i suoi amici, e ora JJ3.
Dov'è la superiorità dell'uomo, da dove proviene l'arroganza che abbiamo nel pensare che possiamo disporre della vita di altre creature a nostro piacimento? Nessuno se ne è curato in questi giorni, nessuno ne ha parlato, tutti probabilmente presi da pensieri ben più grandi. E un altro amico se ne va via, Jurka nel suo recinto non sa probabilmente che tutti i suoi cuccioli "problematici" non ci sono più. Hanno sterminato la progenie deviata, hanno calpestato delle vite, hanno epurato i diversi, e quelli che restano li hanno chiusi in campi di concentramento.
Ora saranno contenti.


Riempiamo la casella email del Cantone dei Grigioni di lettere!!
Io scriverò semplicemente

ASSASSINI
info@gr.ch


Ecco il triste resoconto:

La sera del 14 aprile 2008 l'orso JJ3 è stato abbattuto nella regione del Grigioni centrale. Nelle scorse settimane l'orso si è spinto sistematicamente fino ai centri abitati alla ricerca di cibo e non si è più lasciato intimorire malgrado le ripetute azioni di dissuasione diventando così un pericolo per la sicurezza delle persone. L'abbattimento è stato eseguito nel quadro della Strategia Orso Svizzera.

Negli ultimi mesi, nel Cantone dei Grigioni è stata rilevata la presenza di due orsi: MJ4, che presenta un comportamento cosiddetto "discreto" e si aggira nella zona dell'Engadina - Val Monastero, e JJ3, che, dal suo arrivo nel giugno del 2007 è diventato sempre più pericoloso. Lo scorso autunno, JJ3 aveva iniziato a spingersi sistematicamente fino ai centri abitati alla ricerca di cibo e non si lasciava affatto intimorire dall'uomo. Le ripetute azioni di dissuasione intraprese prima e dopo il letargo per allontanarlo non hanno sortito alcun effetto e l'orso non ha cambiato in alcun modo il suo comportamento, diventando così un pericolo per la sicurezza delle persone. Pertanto, attenendosi alla Strategia Orso Svizzera, i responsabili della Confederazione e del Cantone hanno deciso di abbatterlo. L'orso è stato ucciso la sera del 14 aprile 2008 nella regione del Grigioni centrale.


Jurka trasferita a Casteller

Da tempo la notizia del trasferimento di Jurka nella sua nuova "casa" di Casteller era nell'aria. La settimana scorsa poi il Corpo Forestale ha testato ed approvato il recinto che doveva ospitare l'orsa. Ieri mattina dalle 7.30 jurka è stata trasferita nell'apposito spazio realizzato all'interno del centro vivaistico del Casteller, 8 mila metri quadrati di proprietà della Provincia autonoma di Trento. Il trasferimento è avvenuto dal recinto di S. Romedio nella quale Jurka era stata rinchiusa il 29 giugno dell'anno scorso, in 1500 metri quadri di spazio, da cui l'orsa aveva cercato più di una volta. Il Servizio Foreste e Fauna assicura che l'orsa sta bene, pesa 123 Kg e l'operazione di trasferimento si è svolta dalle 6.00 senza alcun problema.
L'area di Casteller è più grande di quella di S. Romedio: Jurka infatti dispone di 8.000 metri quadri recintati provvisti anche di uno stagno artificiale "Per il 90% si tratta di bosco, c'è solo una piccola fascia perimetrale di prato ed è uno spazio ottimo, a detta degli esperti che abbiamo consultato", assicura Claudio Groff, responsabile del servizio foreste e fauna della provincia di Trento. Novità assoluta, l'area non potrà essere luogo di visite ma sarà accessibile solo al personale scientifico.
La struttura realizzata al Casteller, con la consulenza dell'Istituto nazionale per la Fauna Selvatica e la condivisione, anche finanziaria, del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stata progettata per poter svolgere anche la funzione di ricovero per altri orsi che dovessero necessitare di cure o di riabilitazione. Per questo c'è anche un locale che funge da ambulatorio veterinario. In totale possono essere ospitati fino a tre plantigradi.
"Lo spazio a San Romedio era sicuramente limitato", ammette Groff e continua "Anche gli 8mila metri quadri della nuova casa, bisogna essere onesti, sono uno spazio limitato, per un orso selvatico abituato a vagare libero nei boschi. Non potrà mai essere la sua vera casa". Ma per Jurka, ricorda Groff non c'era altra possibilità, "era il meglio che si poteva fare. Era stata giudicata 'problematica' perchè si avvicinava troppo alle case e in due occasioni era anche entrata". "Non ha mai mostrato segni di agressività - aggiunge Claudio Groff - ma si era abituata ad avvicinarsi troppo all'uomo, già da quando era in Slovenia, e questo era comunque un comportamento pericoloso, anche per lei stessa e per gli altri animali, perché faceva paura e cresceva il rischio di bracconaggio, per ritorsione, anche verso altri animali. Noi siamo sicuri di aver salvato così non solo Jurka dal pericolo di essere abbattuta ma anche altri animali"; animali che spiega Groff, rischiavano di diventare vittime dello sfogo di rabbia e paura degli abitanti preoccupati dalle incursioni dell'orsa, anche se non malintenzionata.
Non c'è nessuna possibilità per Jurka di tornare libera nei boschi? "No, nessuna speranza - risponde Groff - E' tecnicamente impossibile". E JJ3 potrebbe essere salvato dall'abbattimento con fucile di precisione e magari andare ad abitare con Jurka a Castellier? "Jj3 non potrà mai andare a vivere a Trento perché è di proprietà della Svizzera".


lunedì 14 aprile 2008

Richiesta d'aiuto

Cari amici e care amiche
La situazione di JJ3 è ancora in sospeso. Solo alcune associazioni animaliste ed ambientaliste hanno reagito alla sconcertante scelta del Canton Grigioni.
Col mio blog sto cercando di raccogliere delle firme per salvare JJ3, spero vivamente che possiate inserire nel vostro blog, nei vostri siti o attraverso comunicati stampa
il link per firmare la petizione e mi raccomando se potere inviate il link ai vostri blog e siti amici e ai vostri contatti di posta elettronica. Più ne siamo meglio sarà (speriamo).
Per chi ha un sito o un blog, il codice HTML da inserire è situato in basso alla pagina che si trova a questo indirizzo:

Grazie a tutti (anche a nome di JJ3)
Enzo "OrsoBruno" Cerasani

JJ3: l'appello della Lav alla Svizzera

La Lav ha scritto all'ambasciatore della Confederazione elvetica per salvare dall'abbattimento l'orso JJ3 (figlio di Jurka, reclusa in un recinto in Trentino, e fratello di JJ1, ucciso dalle autorità bavaresi e ora impagliato in un museo tedesco), che da tempo è sconfinato in Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, proveniente dal nostro Paese dove, assieme alla madre e al fratello, faceva parte del progetto Life Ursus, un ambizioso programma che ha l'obiettivo di creare una popolazione stabile dei meravigliosi animali, nel continente europeo. Le autorità svizzere hanno definito JJ3 un orso "problematico" perché non manifesterebbe paura per l'essere umano e tanto è bastato per decretarne l'abbattimento.
"La Lav non può accettare che i 'burocrati' della fauna selvatica decidano, sulla base di semplicistiche valutazioni preventive, della vita o della morte di meravigliosi animali come JJ3, che non hanno fatto male a nessuno - dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della Lav - per questo abbiamo scritto una lettera all'ambasciatore a Roma della Confederazione Elvetica, esortandolo a sostenere, presso le competenti autorità, la causa per salvare questo magnifico animale, che non deve essere considerato un problema bensì un essere vivente al quale va garantito il diritto di vivere".
Nella missiva la Lav chiede di praticare una soluzione diversa dalla "semplicistica e crudele condanna a morte" dell'orso, o dalla reclusione a vita in un recinto, come già fatto in Trentino per l'orsa Jurka. Per esempio - dice la Lav - "si potrebbe prevedere il trasferimento di JJ3 in una zona il più isolata possibile dagli insediamenti umani, dove consentirgli di vivere in tranquillita' senza il rischio di diventare il bersaglio di un fucile di precisione".


(Com/Val/Dire)

JJ3: Comunicato stampa del Movimento No alla Caccia

Le autorità svizzere vogliono abbattere l’orso JJ3.
NO ALLA CACCIA, LAV, ANIMALMENTE, PAN-EPPAA e LIPU chiedono di porre fine agli atteggiamenti sanguinari cercando una soluzione rispettosa della vita degli animali.

La notizia, nella sua cruda tragicità, ormai è certa: a breve un orso (JJ3), da circa un anno residente in Svizzera, verrà abbattuto a colpi di fucile di precisione. Georg Brosi il responsabile della caccia del Cantone dei Grigioni, ha detto che l’orso verrà addormentato. Una delle tante bugie che si raccontano ai bambini, quando si vuole nascondere una scomoda realtà!
Verrà fermata freddamente e brutalmente la vita in un animale che respira, sente e soffre come noi uomini, con un fucile che dovrà sparare varie volte, come è dovuto accadere per JJ1. Non è infatti morto subito come ci è stato fatto credere in un primo momento.
I cacciatori sono abituati a vedere queste scene cruente e a nasconderle, senza lasciare comparire nessun sentimento di compassione o di coinvolgimento. In realtà il 60% degli animali cacciati non muore subito, ma a volte è solo ferito. Si trascina agonizzante per giorni prima di morire. Probabilmente l’orso verrà anche impagliato (imbalsamato) per essere beffato e messo accanto all’ultima orsa uccisa in Svizzera 80 anni fa e ora custodita in un museo.
Così come è avvenuto al fratellastro, JJ1 in Germania. JJ3 è scomodo, si deve togliere di mezzo. Era già chiaro lo scorso anno, ma l’hanno lasciato andare in letargo per organizzare meglio la sua fine. È stato definito un orso problematico, ma per poterlo uccidere deve diventare un orso pericoloso. Per ottenere ciò basta alimentare la fobia dell’orso aggressivo e pericoloso, come è stato fatto prima della sua estinzione, chiamandolo “belva sanguinaria”, anche se spesso si trattava solo di un cucciolo di 20 Kg. Da tempo si parla, tra l’altro, di un problema creato da JJ3 ai cacciatori. Alcuni di loro si lamentano, hanno paura, non possono più andare nel bosco tranquilli come prima. Non possono più passare una giornata di caccia spensierata nella natura, senza la paura che possa apparire JJ3, che impedirebbe la realizzazione il consueto spargimento di sangue di una creatura indifesa in cerca di cibo. In alcune occasioni l’orso è stato un loro antagonista. E’arrivato prima di loro a scovare la preda ferita e a mangiarsela, seguendo la traccia di sangue lasciata dall’animale. Questo fa arrabbiare qualsiasi cacciatore.
L’uomo ha voluto e vuole essere l’unica “belva sanguinaria”.
Cosa hanno fatto e fanno i politici trentini e i responsabili del progetto Life Ursus”? Alle ripetute richieste delle autorità svizzere di riportare in patria JJ3, rispondono che non è possibile, che sarebbe per così dire, un problema che non appartiene loro. Però il corpo morto di Bruno lo rivolevano dalla Germania. In quel contesto Bruno era proprietà della Regione Trentino, era diventato interessante come attrazione da collocare nel loro museo. Per le autorità trentine, la reclusione di Jurka o l’abbattimento di JJ1, sono normali incidenti di percorso del progetto scientifico “Life Ursus”. In nome della scienza e quindi di un esperimento, diventa tutto lecito. Si può passare sopra a norme da usare come un bel soprammobile, come facciata, per nascondere la crudeltà, l’indifferenza verso esseri senzienti. JJ3 viene abbandonato da chi gli ha tolto la madre quando aveva solo un anno. Quindi, queste persone, sono in gran parte responsabili dei suoi comportamenti definiti anomali. In realtà sono solo scomodi all’uomo. Ricordiamo che Jurka nel suo primo periodo nel Trentino, è stata attirata con delle esche, animali, per poterla fotografare. Così ha preso l’abitudine e il gusto per questo tipo di cibo. Ha preso confidenza con l’uomo e le sue abitazioni, insegnando anche ai suoi figli questo comportamento rilassato verso gli umani.
Sarebbe ora, che chi si è preso l’onere, di promuovere questo progetto/ esperimento, quindi in primo luogo il Presidente Dellai e i responsabili del progetto “Life Ursus”, dimostrassero di portarla veramente con coraggio e dignità questa responsabilità, raccogliendo i cocci che hanno sparso, ormai evidenti a tutti, per risolvere la situazione, tenendo conto e rispettando la vita, la maestosità e la simpatia, che questo animale rappresenta. JJ3, è ancora un cucciolo e non si merita veramente una fucilata sparata a tradimento, ma una soluzione presa da persone responsabili. Anche per Jurka, la soluzione prevista al Casteller, non è una soluzione accettabile. È un’area sterile, senza un albero, collocata vicino alla città, quindi un luogo che in estate sarà molto caldo, inadatto per un animale che ama il bosco fitto. Si deve prendere atto, che questi animali sono stati costretti dall’uomo, a modificare i loro comportamenti innati e che le attività umane sul territorio non tollerano questi comportamenti. E’ necessario quindi concepire l’idea, di creare un’area più vasta e protetta, simile al loro habitat naturale, affinché possano vivere dignitosamente per il resto della loro vita. Riteniamo che questo sia il minimo, per noi uomini, che siamo loro debitori, per averli annientati con una caccia spietata. Per avere invaso il loro habitat naturale e per averci preso l’ingiusto e ingiustificato diritto di usare queste aree per i nostri scopi economici, egoistici e antropocentrici.

Cordiali saluti

Movimento vegetariano No alla Caccia
LAV – settore caccia e fauna selvatica Marcello Dell’Eva
Massimo Vitturi Animalmente
Pan-Eppaa
Lipu Giusi Ferrari
Mauro Nones
Sergio Merz

domenica 13 aprile 2008

Gli orsi di Spormaggiore

Gli orsi spesso vengono rappresentati come animali schivi e solitari, beh, l'amico Claudio oggi grazie a questo filmato vi farà vedere come anche agli orsi non dispiace la compagnia soprattutto se sfocia in un gioco. Il filmato è stato girato nell'area faunistica di Spormaggiore.

sabato 12 aprile 2008

Non riescono a cacciare e si avvicinano ai villaggi

Gli orsi polari del Mare di Beaufort, in Canada, stanno morendo di fame, per cercare di adattarsi ai cambiamenti che il riscaldamento globale sta creando nell’Artico.
Lo denuncia il ricercatore canadese Ian Stirling, della Canadian Wildlife Service, istituzione che si occupa delle riserve naturali canadesi. Alcuni orsi polari sarebbero stati avvistati in aree abitate molto dimagriti e affamati. E dunque, pericolosi. Stirling ha detto di aver visto tre orsi polari in fin di vita per la fame sul mare di Beaufort. Secondo il ricercatore gli orsi stanno utilizzando misure estreme per sopravvivere: quattro orsi sono stati uccisi da animali adulti per essere mangiati, in pratica episodi di cannibalismo, che, secondo ricercatore, sono molto rari. Un problema per gli orsi è la difficoltà nel cacciare le foche, che di solito in primavera stanno su grosse lastre di ghiaccio. Ma il global warming ha reso il ghiaccio più sottile, così le foche possono nascondersi e non farsi catturare dagli orsi. La scorsa settimana una madre e due cuccioli, che si erano spinti fino a Deline, 400 km a sud del loro ambiente naturale, sono stati uccisi dalle Giubbe Rosse.

ENPA, in Svizzera orso JJ3 a rischio, serve intervento

No a uccisioni e reclusioni in zoo: cosi' l'Ente nazionale protezione animali ''condanna - si legge in una nota - la possibilita' che la Svizzera decida di autorizzare l'uccisione dell'orso JJ3, che, sconfinando dall' Italia, e' accusato di avvicinarsi troppo ai centri abitati in cerca di rifiuti con cui nutrirsi''. L'Enpa chiede quindi l' intervento delle istituzioni italiane. Il protagonista e' l' orso Jj3, da poco sconfinato in Svizzera dall'Italia. ''Le autorita' svizzere - si legge - sono favorevoli all' abbattimento di Jj3 che, se dovesse avvenire, sarebbe un atto gravissimo e inaccettabile su cui la Protezione animali e' pronta a dare battaglia''. ''La Protezione animali - conclude la nota - si appresta a scrivere una dura lettera di protesta alle autorita' svizzere, chiedendo che l'orso non sia ucciso ne' trasferito in uno zoo, e sollecita il ministero dell'Ambiente ad intervenire concretamente per compiere i passi necessari a garantire la sopravvivenza di Jj3 in liberta', studiando l'eventuale cattura e trasferimento nel territorio italiano e in una zona lontana dai centri abitati, dove l'esemplare puo' essere monitorato''.

Fonte: ANSA

mercoledì 9 aprile 2008

Ecco la nuova prigione di Jurka

Immaginate di essere all'interno di un recinto di 8 mila metri quadrati (sembrano tanti, ma ci si gira attorno a piedi in cinque minuti), di avere di fronte a voi un reticolato di fili metallici in cui passa l'elettricità e una robusta inferriata alta quattro metri che affonda nel calcestruzzo (se per caso vi venisse in mente di scavare un buco nel terreno per scappare). Immaginate di avere a disposizione una tana con il pavimento in cemento e le sbarre alle finestre, un laghetto per fare il bagno (che certo è un lusso, ma non è il lago di Tovel a cui siete abituati). Immaginate di avere un vecchio albero da scorticare e alcune pietre su cui arrampicarvi per ingannare il tempo. Vi siete fatti un'idea di tutto questo? Bene, siete nei panni dell'orsa Jurka che a breve sarà trasportata nella sua nuova casa: il recinto allestito per lei sulla collina del Casteller, a 400 metri di quota a monte dell'abitato di Mattarello.
Ieri il Trentino - con la collaborazione del corpo forestale della Provincia - ha avuto la possibilità di visitare la struttura. Prima le buone notizie: il recinto è cinque volte più ampio rispetto a quello di San Romedio, dove Jurka è rinchiusa dall'estate scorsa. L'orsa avrà la possibilità di farsi qualche corsa e di scavare una vera tana nel terreno incolto dove trascorrere l'inverno. Ma pur sempre di una prigione si tratta.
Il recinto è in un'area accessibile solo ai forestali, all'interno di una proprietà di 40 ettari utilizzata in parte come vivaio e in parte come habitat per alcuni caprioli che vivono all'interno del recinto. Jurka traslocherà non appena arriverà il via libera del ministero dell'ambiente, che pure ha partecipato alla progettazione della struttura.
Per arrivare al nuovo recinto si viaggia in automobile per qualche minuto lungo una strada sterrata che parte dalle case di San Rocco e si interrompe nel parcheggio di un piccolo edificio: è la tana degli orsi. Parliamo al plurale perché non è escluso che in futuro gli ospiti del Casteller possano essere più d'uno, magari per brevi periodi, in caso di emergenza oppure malattia degli animali. Tre piccole inferriate consentiranno agli orsi di entrare e uscire dai loro ripari, mentre il veterinario (e il personale che sarà incaricato di nutrire Jurka) potrà avvicinarsi alle bestie protetto da robuste sbarre.
Hanno pensato a tutto: per questo ci sono alcuni supporti - all'interno dell'area - che consentono di stendere nuovi cavi elettrici e suddividere l'intera superficie in due o tre parti, in modo che orsi estranei non possano venire in contatto. C'è anche una piccola infermeria dove i plantigradi possono essere curati.
A differenza di quanto avviene a San Romedio, sul Casteller non ci sono teli di plastica a proteggere Jurka dalla vista dei curiosi (e ad impedire all'orsa di guarda il mondo esterno). Ma ugualmente non avrà molta compagnia: non è prevista infatti la possibilità di visitare l'orsa senza l'autorizzazione della Provincia. E il via libera - così spiegano i forestali - arriverà solamente per motivi di studio. Insomma i trentini (e i turisti che certo ne approfitterebbero volentieri) non pensino di salire in collina per rendere omaggio all'orsa, proprio lei che l'anno scorso venne votata a grande maggioranza personaggio trentino dell'anno nonostante dal passaporto risulti evidente che è slovena.
Chi conosce bene gli orsi spiega che Jurka impiegherà poco tempo a prendere confidenza con il suo nuovo territorio. Esplorerà - forse - i resti di una vecchia trincea della prima guerra mondiale dove potrebbe pensare di farsi una tana più confortevole di quella di cemento. Farà il bagno nel laghetto con vista sull'aeroporto di Mattarello, che pare una pozza ma è alimentato da un impianto idraulico comandato a distanza. Prenderà la scossa sul reticolato elettrico finché capirà che è meglio girare al largo. E infine si rassegnerà a scontare la pena dell'ergastolo, poiché non è previsto che l'orsa ritorni libera mai più.
Su quale sia il suo atteggiamento nei confronti delle sbarre suonano due campane diverse: quella di alcuni forestali che parlano di un'orsa mansueta che si è abituata a stare in un recinto vicino all'uomo e quella degli animalisti che descrivono un'orsa disperata che si arrampica sugli alberi e scava buche nel tentativo di scappare. Non riuscirà ad evadere: c'è un grande uso di tecnologia all'interno di quel recinto, struttura pagata a metà da Provincia e Ministero.
Chi tiene alla sua causa si consoli con la certezza che fra gli alberi del Casteller starà meglio che a San Romedio. E' questione di poche settimane.

Articolo di di Andrea Selva (Il Trentino)



JJ3 verrà abbattuto. Rifiutata anche la proposta di Berna

Il destino dell'orso JJ3, giunto nei Grigioni con il "fratellastro" MJ4 nell'estate 2007 e autore di "incursioni" nei pressi degli abitati anche negli ultimi giorni, pare definitivamente segnato. Il Cantone ha respinto l'offerta di "asilo" per il plantigrado giunta dallo zoo di Berna e attende il nulla osta per l'abbattimento.
"Piuttosto che ucciderlo, l'orso potrebbe venire da noi", ha detto all'ATS Bernd Schildger, direttore del giardino zoologico Dählhölzli di Berna confermando un'informazione del quotidiano gratuito "20 Minuten" di ieri. Stando a Schildger, lo zoo potrebbe mettere a disposizione dell'animale uno "spazio sicuro" in brevissimo tempo. E quando la città federale disporrà del nuovo parco per gli orsi sulle rive dell'Aare, JJ3 godrebbe di buone condizioni.
Il direttore dello zoo bernese ha presentato la proposta al Cantone dei Grigioni, che però la giudica inopportuna. Per Georg Brosi, capo dell'Ufficio cantonale per la caccia e la pesca, il problema è la reclusione dell'animale in uno spazio confinato. Vi sono già abbastanza orsi nati in cattività per cui è necessario spazio in giardini zoologici, ha detto Brosi all'ATS. Inoltre JJ3 pone problemi particolari per la sua assoluta mancanza di timore nei confronti di ambienti antropizzati. Meglio dunque abbattere l'animale addormentandolo che costringerlo entro un recinto, sostiene il capo Ufficio. Brosi sospetta inoltre che il parco Dählhölzli intenda servirsi di JJ3 come argomento pubblicitario per attrarre a Berna un folto pubblico. Ma Schildger ribatte: "la nostra iniziativa non ha nulla a che fare con una réclame. Ci occupiamo solo del bene dell'orso".
Il capo Ufficio gode dell'appoggio delle autorità. Anche il presidente del Governo retico Stefan Engler (PPD) non intende infatti entrare in materia sulla proposta bernese. Un trasferimento in uno zoo non è contemplato nel piano di gestione degli orsi della Confederazione, ha ricordato all'ATS. Qualche mese fa l'Austria aveva proposto di ospitare l'orso grigionese, confinandolo in un recinto. Anche allora il Governo retico aveva rifiutato. D'altro canto l'Italia, paese d'origine del plantigrado, ha rifiutato di riprenderlo e rinchiuderlo, come era avvenuto per la madre Jurka.

Beh, se abbattere JJ3 è per il suo bene, penso che Schildger debba rivedere qualcosa nei suoi concetti di bene e male. Le paure che avevo espresso qualche post fa a quanto pare stanno diventando certezze. JJ3 come suo fratello Bruno (JJ1) dovrà essere abbattuto senza alcuna possibilità di grazia? Cosa dice il Parco Naturale Adamello Brenta di tutto questo? Non si può assistere in silenzio a questo scempio!

martedì 8 aprile 2008

Lettera da Animal Asia Foundation


Cari amici,
so che siete impazienti di ricevere nuove notizie sui nostri Orsi della Luna in Cina e Vietnam, così vi aggiornerò su cosa sta realmente accadendo in questi due Paesi.

In Cina, le autorità hanno promesso che molti orsi d
ella Luna saranno liberati e rilasciati nel nostro centro di Chengdu alla fine di questo mese – e siamo speranzosi che le loro promesse vengano mantenute. Nel frattempo, è stato nominato il nuovo capo del Dipartimento di Protezione a Sichuan, la Sig.ra Xiong – che letteralmente traduciamo come Sig.ra Orsa. La sig.ra Xiong ha letto tutti i nostri rapporti veterinari, visitato vari orsi all’interno delle fabbriche della bile e ha delineato che ci sono effettivamente molte irregolarità all’interno di questo tipo di industria, come noi sosteniamo da diversi anni.
Dato che abbiamo voluto costruire la nostra relazione con la Sig.ra Xiong, basandoci sulla verità,in modo da raggiungere il nostro ultimo scopo, che è quello di far aprire gli occhi su questa cruda e tragica realtà, la trattativa rimane comunque molto delicata, per via del fatto che facciamo continuamente pressioni, senza mollare mai la presa, sulle negoziazioni già in atto.
Intanto,il nostro responsabile del Centro, Toby Zhang, altri senior members del nostro staff cinese e io ci stiamo costantemente incontrando con i rappresentanti politici per convincerli a chiudere definitivamente le fabbriche della bile e a relegarle ai libri di storia.
In effetti, mentre io scrivo questa lettera, ci sono degli importanti membri del Congresso Popolare Nazionale a Pechino che discutono ufficialmente contro le fabbriche della bile e ci aiutano ad avvicinarci sempre più al nostro gol.

In Vietnam, il nostro direttore Tuan Bendixen è in contatto diretto con il Ministro dell’Agricoltura e Sviluppo Rurale, nel tentativo di sbrigliare il nodo che ci impedisce di ricevere i primi 80 orsi come ci avevano promesso e che avrebbero dovuto arrivare a dicembre 2007.
Noi siamo convinti che la liberazione sia imminente! Ho, infatti, visitato personalmente le sei fabbriche della bile di Ha Long Bay da dove questi orsi devono essere liberati, e le gabbie dei “nostri” orsi portano il chiaro contrassegno che dà il via libera per il trasporto . Noi confidiamo nel fatto che, come in Cina, questo sia solo dovuto a un ritardo burocratico e che la liberazione avvenga molto presto.

La buona nuova è che la costruzione del nuovo centro per la liberazione degli Orsi della Luna a Tam Dao, a 70 KM da Hanoi, stia andando molto bene, tanto che la fase 1 è praticamente ultimata. Questa fase 1 include la realizzazione della zona di quarantena, delle attrezzature chirurgiche, di 24 ricoveri, della cucina per la preparazione delle pappe per gli orsi, e di un sistema di centralizzazione dell’acqua, in modo da avere acqua sempre riciclata, fresca e purificata. Grazie all’Associazione Bremen Overseas Research and Development Association (Borda), abbiamo potuto costruire questo progetto senza dover supportare ulteriori spese.
Il progetto delle fasi due e tre è ora sotto esame e include altri nuovi ricoveri (anche un ricovero speciale per i cuccioli), dei terreni semi naturali, e delle aree di riabilitazione con piscine e tralicci per arrampicarsi – inoltre tutta una serie di giochi e divertimenti che gli orsi liberati non hanno mai provato prima.

Il centro di recupero sarà il fulcro della nostra campagna per porre fine alle fabbriche della bile, con un centro di educazione, degli orti di erbe (erbe che saranno sostitutive della bile degli orsi), un’area di osservazione per i visitatori, e la zona per lo staff.

Quando sarà terminato, avremo la possibilità di ospitare oltre 200 orsi!

I sei orsi già in cura presso di noi, in Vietnam,di cui 4 liberati dai bracconieri, vengono curati dal nostro staff di 15 persone (alcune locali e altre internazionali) che si stanno preparando a ricevere il grosso della liberazione degli orsi.
I cuccioli liberati lo scorso anno sono diventati degli adorabili mini Moon bears. Saranno presto liberati dal loro ricovero in modo da preparare il nostro “povero” staff veterinario a ricevere il resto!
Continuiamo il nostro programma di educazione includendo una nuova tabella di praticanti della medicina tradizionale che dichiarano di non vendere bile d’orso. Con questo fine, abbiamo realizzato degli autoadesivi che doniamo alle farmacie e ai venditori di medicina tradizionale con la dicitura “Noi non vendiamo bile d’orso” da apporre sulle loro vetrine. All’inizio la campagna di sensibilizzazione era prevista solo a Chengdu , lentamente, però, con nostra grande felicità, ha preso piede in altre città cinesi.

Noi siamo molto eccitati per questo progetto, perché dimostra che il Governo, i dottori della medicina tradizionale e le associazioni per la salvaguardia degli animali stanno lavorando in armonia nel tentativo di preservare le meravigliose specie a rischio, come uno degli approcci cinesi ai Giochi Olimpici “Verdi”.

Grazie a tutti voi per la vostra fiducia e pazienza – vi porteremo nuove notizie molto presto!
Saluti sinceri, Jill Founder and CEO Animals Asia Foundation

Animals Asia Foundation non è affiliata, sostenuta o sponsorizzata dal Comitato Olimpico Internazionale, dai Comitati Nazionali Olimpici, dal Comitato Organizzativo per Pechino 2008.

Traduzione Daniela Bellon
Animals Asia Foundation

Svizzera: in pericolo JJ3?

Nelle ultime ore sembra che la sorte di JJ3 stia prendendo una brutta strada. L'orso infatti dopo i ripetuti avvistamenti, l'impianto di un radiocollare e l'allontanamento con proiettili di gomma non vuole saperne di abbandonare le zone abitate.
La presidente della regione svizzera di Mittelbuenden (10mila abitanti), Baltermia Peterelli ha chiesto di abbattere Jj3: "Il suo comportamento mi ricorda Bruno. E' assolutamente anomalo, non conosce paura e si fa sempre più pericoloso. E' un tormento per la gente", ha dichiarato, e aggiunge: "I residenti e i turisti devono essere tutelati da questo orso cattivo".

Se queste sono le premesse la Svizzera non tarderà molto a definire JJ3 come orso pericoloso e in questo caso l'unica soluzione per gli elvetici sarà purtroppo l'abbattimento.

Si deve fare qualcosa...e presto

"I popoli dell'orsa maggiore": un'esperienza fantastica

Ciao a tutti, sono tornato solo ieri da Bologna ed eccomi qui a fare il resoconto di tre giorni fantastici. Ho avuto l'opportunità di vivere un'esperienza unica, fino a qualche mese fa per me quasi inimmaginabile. Ho conosciuto persone fantastiche, professori, rettori, esploratori e amici che non sapevo di avere: sono ancora eccitatissimo!!Non vi dico l'agitazione nei giorni precedenti, notti insonni e cuore a mille.

Il 5 aprile, durante l'inaugurazione della mostra, all'entrata nel museo, non vi nascondo di aver provato un'emozione unica, ero lì, non solo da spettatore, ma da protagonista dato che nel pomeriggio avrei parlato davanti ad un vero pubblico della mia passione: l'orso.
Durante la mattina ho avuto l'onore di conoscere il Rettore dell'Università di Lapponia Mauri Ylä-Kotola e il Professor Juha Pentikäinen dell'Università di Helsinki (nella foto mi sta autografando il suo libro "The golden king of the forest") . L'incontro è stato singolare, soprattutto dovuto alla mia emozione, ma di lì a poco mi sarei ricreduto. La presentazione della mostra affidata al Prof. Pentikainen è stata molto interessante, soprattutto dal punto di vista antropologico e umano: è difficile immaginare che una cultura così complessa come quella degli sciamani che affonda le sua radici in una storia antichissima stia scomparendo pian piano, in un devastante silenzio. Gli sciamani soprattutto dopo l'avvento del comunismo in Russia, sono stati visti come una minaccia per il regime in quanto depositari di una conoscenza lontana e "pericolosa", e per questo motivo decimati fino quasi a scomparire. La mostra presenta dei pezzi unici: abiti, accessori, strumenti musicali e maschere utilizzate durante i riti. Un mondo nascosto e accessibile solo a pochi fortunati. Uno di questi è proprio Pentikäinen che ha avuto l'onore di conoscere molti sciamani, entrare nelle loro vite e stringere con loro rapporti unici che sono continuati anche dopo la loro morte. La mostra è da vedere per capire soprattutto come scomparsa degli sciamani rappresenti una gravissima perdita per l'umanità, far conoscere la loro storia aiuta in un certo senso a farli sopravvivere.

Nel pomeriggio tocca a me. Piano piano la sala si riempiva contro ogni mia più rosea aspettativa, fino all'arrivo del Professor Pentikäinen, ospite inaspettato che mi ha riempito di orgoglio. Ora sono tutti seduti, devo iniziare il mio intervento: tutto va liscio come l'olio, la tensione si scioglie poco a poco...non mi sembra vero!
Durante il mio intervento ho avuto anche il piacere di conoscere due fans: Bea, una bambina dolcissima che mi ha lasciato dei bellissimi disegni (in alto) e Guanita (nella foto in basso), lettrice del blog e appassionatissima di orsi che per seguirmi è arrivata addirittura da Fano! La soddisfazione è stata tantissima, mi sentivo al settimo cielo. L'emozione più grande poi sono stati poi i complimenti del prof. Pentikainen e il suo invito a partecipare alla mostra che si terrà a Fermo in settembre.
Il tempo di tornare in albergo, rinfrescarci e si va a mangiare fuori. Dove? Ma logico, all'Osteria dell'Orsa! Il locale è molto caratteristico e il cibo squisito! Frequentato da studenti, turisti e professori (mi hanno giurato di averci incontrato Umberto Eco) è sicuramente da provare se vi trovate nei paraggi. Durante la serata siamo stati raggiunti da Gianluca Frinchillucci, direttore del Museo Polare di Fermo.

Tirare le somme di questa giornata è difficile. Io, studente universitario, sono stato catapultato in un mondo del tutto nuovo che finora mi era sconosciuto. Tutto è dovuto al Blog dell'OrsoBruno, nato quasi per gioco, come un diversivo, che mi sta dando giorno dopo giorno enormi soddisfazioni. Il merito è anche di tutti voi che periodicamente o occasionalmente leggete i miei post e che giorno dopo giorno mi spingete ad andare avanti.

Ma i ringraziamenti non finiscono qui...

Devo ringraziare tantissime persone per questa bellissima ed importante esperienza: Sefora, unica, mi ha sostenuto, accompagnato e sopportato prima durante e dopo la mostra (grazie piccola!), la mia conterranea Lida Di Iorio, dell'associazione Caracult, senza la quale non avrei mai potuto avere questa occasione (è lei che mi ha contattato tramite il blog), Chiara ed Emiliano per la loro amicizia e per i bei momenti passati insieme, Carla Corradi Musi, del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne e Coordinatrice del Laboratorio Permanente di Studi sullo Sciamanesimo, per la sua disponibilità e professionalità, Franco per la sua simpatia, Rita che ha avuto la pazienza di tradurre a Pentikainen i miei intricati discorsi ursini, Irene e il suo cucciolo (in bocca al lupo per lo spettacolo!) e tutte le persone intervenute alla mia "conversazione con l'orso" durante la mostra. Grazie a tutti!

P.S. Appena potrò inserirò nel post qualche estratto del video della "Conversazione con l'orso"

giovedì 3 aprile 2008

Bear in mind 4: the bears are back!

Appuntamento a Milano, dal 4 al 6 Aprile, presso lo STUDIO H2O, con “Bear in Mind 4”, mostra collettiva di urban toys, orsetti e creature ‘modificate’, di nuovo insieme per la quarta edizione.
L’evento Bear in Mind, cioè “l’orso in mente”, ma anche “tieni a mente”, nato nel 2006 su intuizione di Rieko Hagiwara, ha l’obiettivo di creare un punto d’incontro, un luogo dove poter esprimere la propria creatività attraverso la ‘customizzazione’ di orsetti-modello in polistirolo e altri toys.
Perché un orso? Giocattolo-feticcio per antonomasia, popolatore del nostro immaginario collettivo, l’orso è il protagonista ‘oscuro’ di sogni e fantasie di adulti e bambini.
Bear in Mind è dunque l’occasione che permette a creativi, visionari, professionisti e non, di personalizzare fantastici orsetti in polistirolo, dissacrandone l’oggetto, in un gioco ambiguo e sorprendente.
Per la quarta edizione verranno proposti oltre 40 interventi, con una novità: alla mostra saranno presenti anche 20 artisti provenienti dalla “Kustom Kulture”, che esibiranno una serie di orsetti ‘customizzati’ col supporto fotografico di Wild Rico (fotografo della rivista “WILD”), e la collaborazione di Stefania Gabellini e “CUSTOM SICKLES” (Associazione culturale veicoli storici).
In collaborazione con Eastpak, LIVE CUSTOM SHOW con Aliceandthecat, BLASTER, El Gato Chimney, tre artisti di Bear in Mind, che customizzeranno 'live' zaini e vari prodotti Eastpak portati dai clienti.

Anteprima 3 Aprile dalle ore 17.00 alle ore 20.00
LIVE Custom Show
3 Aprile 2008 dalle 17 alle 20
c/o Eastpak store
Corso di Pta Ticinese 46
Milano

Inaugurazione 4 Aprile 2008 dalle ore 20.00

Dal 5 al 6 Aprile 2008 dalle ore 15.00 alle 19.00

Con la collaborazione di Studio H2O, Zodiac italia, Atom Plastic, Eastpak, Maimeri, Robotron Radio

Info
Rieko Hagiwara
pinkpower66@yahoo.com
www.bear-inmind.org
Associazione Culturale Veicoli Storici “CUSTOM SICKLES”
www.customsickles.com

c/o STUDIO H2O
Via Arcivescovo Romilli 29
20139 Milano
tel 02 5693656
www.studio-h2o.it


Ambiente: Un assegno “gigante” per la valle degli orsi

Diecimila euro è la cifra donata dal quotidiano Il Centro e dalla Casa editrice Carsa al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Questo infatti è stato il ricavato della vendita del calendario dell’orso Bernardo “L’amico dei parchi”, richiesto e venduto in tutta la penisola a testimonianza del forte impatto emotivo che la vicenda legata alla morte degli orsi ha avuto sulla gente e nel mondo delle aree protette.

Nei giorni scorsi l’assegno formato “gigante” è stato consegnato idealmente al Presidente del Pnalm Giuseppe Rossi dalle mani del Direttore del Centro, Luigi Vicinanza, dal Consigliere delegato Domeni­co Galasso e dal Presidente di Carsa Roberto Di Vincen­zo, durante una cerimonia tenutasi nella sede del quotidiano a Pescara, cui hanno partecipato anche il Direttore del Pnalm Vittorio Ducoli, l'asses­sore regionale all'Ambiente Franco Caramanico, il diret­tore dell'assessorato Antonio Sorgi e il direttore editoriale di Carsa Oscar Buonamano.
L’iniziativa editoriale può essere considerata un piccolo seme piantato per la tutela della preziosa fauna del Parco, da cui nasceranno meli e peri
in alcune valli frequentate abitualmente dall’orso marsicano che vive nel territorio protetto. Saranno in prevalenza frutti selvatici oppure di varietà tipiche, come la mela “limoncella”, caratteristica della Valle del Giovenco, ormai rara, di cui gli orsi sono particolarmente ghiotti.
Il taglio del nastro del primo frutteto si terrà nel corso di una cerimonia pubblica, all'inizio dell'estate prossima, a cui sono invitati tutti a partecipare per non dimenticare Bernardo, l’amico del Parco e di tutti i Parchi.


Colgo l'occasione con questo post di ringraziare quanti hanno acquistato il calendario dell'orso Bernardo anche attraverso questo blog, manifestando solidarietà e amore per gli orsi e la natura. Rinnovo inoltre la speranza che presto vengano trovati i veri responsabili della strage che purtroppo non hanno ancora pagato per l'orribile gesto da loro compiuto.

Grazie a tutti


mercoledì 2 aprile 2008

Chi protegge l'orso bruno?

La conservazione dell'orso bruno in Italia si deve ad un paradosso. La prima forma di protezione del plantigrado infatti si deve all'istituzione di una riserva di caccia nell'Appennino Centrale da parte del Re Vittorio Emanuele, nei primi anni del '900. Il Re volle infatti limitare lo sterminio che già da secoli colpiva alcune specie come l'orso bruno marsicano, il lupo e il camoscio d'Abruzzo. Qualche anno dopo, l'11 gennaio 1923 lo Stato Italiano riconosce l'istituzione avvenuta un anno prima dell'Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, nato proprio dai territori facenti parte della riserva di caccia del Re. Obiettivo del parco è proteggere e conservare le specie tipiche di quest'area.

L’idea della proteggere gli orsi però si deve in gran parte al Conte Gian Giacomo Gallarati Scotti, naturalista, promotore della prima associazione ambientalista italiana, la Pro Natura e del Parco Adamello-Brenta. In qualità di senatore del Regno Gallarati Scotti presentò nel 1938 un disegno di legge, approvato nel 1939, per la protezione integrale dell’orso bruno su tutto il territorio italiano. La legge del 1939 fu poi confermata nelle norme della nuova legge 968 del 1977.

A Washington nel 1973 la la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES) vincola 150 Paesi alla tutela di molte specie di orsi fra cui l'orso bruno. Gli atti della Convenzione vengono recepiti nel nostro Paese nel 1980 e il servizio di controllo viene affidato al Corpo Forestale dello Stato.

Nel 1979 la Convenzione di Berna annovera l’orso bruno tra le specie incluse nell’appendice II (“Specie di fauna rigorosamente protette”). Tale convenzione cambia radicalmente il concetto di protezione della fauna includendo nelle strategie soprattutto la conservazione dell'habitat e verrà ribadita nella 1992, con la sottoscrizione della Convenzione di Rio sulla Biodiversità. Le successive raccomandazioni 59 (1997), 74 (1999) e 82 (2000), adottate dal Comitato Permanente della convenzione di Berna, richiedono inoltre agli Stati membri di attivarsi per la conservazione dell’Orso bruno anche attraverso la stesura di piani d’azione nazionali.

Successivamente la legge dell'11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.) include l'orso fra le "specie particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio"

Ma è con la direttiva “Habitat” 92/43/CEE che si sviluppano gli strumenti ancora oggi utilizzati nella tutela dell'orso. La direttiva impone impone agli Stati membri di sorvegliare lo stato di conservazione dell’Orso bruno (art. 11), promuovere la ricerca, lo scambio di informazioni per garantire un efficace coordinamento della ricerca attuata nella Comunità europea (art. 18 c. 1), ed incentivare la cooperazione transfrontaliera in materia di ricerca (art. 18 c. 2). La direttiva inoltre prevede che ogni autorizzazione per interventi sui grandi carnivori sia di competenza ministeriale. Ne consegue che per ogni eventuale cattura di un orso è necessaria un’autorizzazione speciale rilasciata dal Ministero dell’ambiente, che a sua volta si basa su un parere dell’Istituto Nazionale Fauna Selvatica. Il recepimento della Direttiva è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003. Nell' art. 3 della Direttiva "Habitat", viene introdotto un nuovo concetto, quello di "rete ecologica europea" denominata Natura 2000: in questo modo l'approccio conservazionistico rivolto alle singole specie minacciate è superato e va affiancato da azioni volte alla tutela di tutta la diversità biologica, nelle sue componenti: genetica, di specie e di ecosistemi.
Grazie al concetto di rete e di coordinamento fra gli stati membri della Comunità Europea l'Italia entra in prima linea nella conservazione dell'orso bruno attraverso due fra i più emblematici esempi di piani di conservazione: il LIFE Ursus sulle Alpi e il PATOM nell'Appennino. Entrambi si basano sulla collaborazione di diversi soggetti come enti, parchi, organi amministrativi, università ecc, dislocati sul territorio e operanti in sinergia.

Sebbene sia una specie profondamente protetta l'orso bruno e ancor di più la sottospecie marsicana sono ancora molto vulnerabili nel nostro Paese. La conservazione dell'orso bruno marsicano soprattutto ha subito un forte colpo in questi ultimi anni, proprio quando si pensava che i nuovi strumenti e i moderni concetti di conservazione associati ad una maggior maturità delle amministrazioni potessero finalmente scongiurarne la scomparsa. Gli sforzi quindi dovranno aumentare sempre di più affinché gli orsi continuino a vivere ancora nei nostri boschi.

martedì 1 aprile 2008

Autopromozione.....

Per tutti gli amici del Blog dell'OrsoBruno di Bologna e zone limitrofe segnalo questo appuntamento che si terrà all'interno della mostra "I POPOLI DELL'ORSA MAGGIORE-Lungo la via degli Orsi e degli Sciamani"

5 APRILE 2008 alle 15,45
presso il Museo di zoologia, Via Selmi 3, Bologna


CONVERSAZIONE IN COMPAGNIA DEGLI ORSI
con Enzo Cerasani, appassionato conoscitore d'Orsi


Sarà un appuntamento in cui chiacchierare sui nostri beniamini, per fare domande e confrantarci su i temi a noi più cari. Sono molto felice di questa opportunità e mi piacerebbe condividerla con tutti voi...vi aspetto numerosi!

Knut in padella....solo un pesce d'aprile!

«Coscia di Knut per gourmet». Uno dei più famosi cuochi della capitale, Tim Raue, spiegato al giornale 'Tagesspiegel' che «per un carpaccio ottenuto da un cosciotto di Knut, i turisti arriverebbero anche dal Giappone e sarebbero pronti a pagare una fortuna». Un portavoce del ministro Sarrazin avrebbe poi confermato al giornale che il corno di un rinoceronte berlinese, se trasformato in polvere afrodisiaca da vendere in Asia, potrebbe far affluire nelle casse cittadine fino a 250 mila dollari al chilo.

Buon primo aprile a tutti!!!

JJ3 è tornato...la Svizzera si prepara

Il figlio di Jurka e Joze JJ3, fratello di Bruno torna a far parlare di lui. JJ3 è uno dei due orsi che dal Parco Adamello Brenta, si sono spostati in Svizzera. L'orso, provvisto di un trasmettitore, è molto attivo, e negli ultimi giorni viaggia molto ed è in continua ricerca di cibo proprio a causa del suo recente "risveglio". JJ3 è stato allontanato dai centri abitati tramite proiettili di gomma sparati dai guardiacaccia, sperando che la strategia funzioni, dato che anche lo scorso anno aveva ricevuto lo stesso trattamento. Si sta spostando rapidamente tra la Valle dell'Albula e Tiefencastel, spingendosi anche fino a Lenzerheide. Anche il fratellastro MJ4 si è risvegliato e sono state avvistate le sue tracce vicino Zernez, in Engadina.


La Svizzera ha un sistema di gestione e monitoraggio dell'orso basato su tre livelli che corrispondono alle tre tipologie di orso:

  • Orso Discreto
Definizione: l’orso può vivere senza farsi notare anche nelle regioni abitate dall’uomo, se trova cibo e possibilità di rifugio sufficienti. In questi casi, gli incontri con l’uomo sono rari. In certe situazioni, ad esempio se l’uomo sorprende un orso a breve distanza o un’orsa con i suoi piccoli, questi incontri possono tuttavia indurre l’animale a reagire in modo aggressivo. Questa reazione aggressiva fa parte del “repertorio comportamentale naturale” e non va quindi considerata anormale, fintanto che l’uomo non è ferito o addirittura ucciso dall’orso.
Principi di gestione: nelle regioni in cui vivono orsi discreti, la Confederazione avvia, d’intesa con gli interessati, progetti regionali di prevenzione dei danni e li sostiene finanziariamente per almeno tre anni. Assieme ai Cantoni, ai Comuni e alle organizzazioni turistiche, la Confederazione informa inoltre la popolazione e i turisti su “come” convivere pacificamente con l’orso.
I Cantoni provvedono affinché non venga dato regolarmente da mangiare agli orsi, ad esempio come attrazione turistica nei pressi degli alberghi, e controllano il foraggiamento della selvaggina nelle regioni in cui è presente l’orso.
I Cantoni effettuano un costante monitoraggio del numero degli orsi e, in particolare, forniscono informazioni in merito all’eventuale presenza sul territorio di orse in compagnia dei loro piccoli, che possono più facilmente entrare in conflitto con l’uomo.
  • Orso problematico
Definizione: gli orsi sono animali con una grandissima capacità di apprendimento. Nel paesaggio rurale, i grandi onnivori imparano rapidamente a sfruttare le molteplici fonti di nutrimento nei pressi degli insediamenti umani. Alcuni possono ad esempio imparare a cercare soltanto cibo vicino alle zone abitate, causando così regolarmente danni materiali, sbranando animali da reddito o facendo razzia di alveari e frutteti. Gli incontri con l’uomo diventano in tal modo più frequenti: l’orso impara che l’uomo non rappresenta un pericolo e il superamento della paura è premiato con un cibo eccellente. Sempre più spesso, questi orsi si avvicinano all’uomo o agli insediamenti e ai casali, irrompendo nei pollai e nelle conigliere o cibandosi dai letamai e dai mucchi di compost, ad esempio. Si creano così frequenti situazioni potenzialmente pericolose per l’uomo. L’orso può iniziare a comportarsi in modo aggressivo con le persone, pur non ferendole. Un orso di questo tipo è considerato un orso problematico.
Principi di gestione: in presenza di orsi problematici che causano regolarmente danni materiali, l’UFAM e il Cantone avviano un progetto regionale di prevenzione dei danni che offra misure di protezione ai diretti interessati. Questo progetto è elaborato assieme agli interessati della regione. Se i danni si verificano ripetutamente nello stesso luogo, nei pressi degli insediamenti o malgrado le misure di prevenzione dei danni, bisogna pensare ad azioni di dissuasione. Se l’orso entra addirittura negli insediamenti, viene catturato, munito di una radiotrasmittente e quindi dissuaso a più riprese in modo sistematico e coerente.
  • Orso pericoloso
Definizione: un orso è considerato pericoloso se, malgrado ripetute azioni di dissuasione, non si lascia intimorire dall’uomo o ha attaccato una persona in modo aggressivo, ferendola o addirittura uccidendola.
Principio di gestione: non appena un orso è classificato come pericoloso, è eliminato mediante abbattimento. La cattura e il trasferimento in un recinto o altrove non sono opzioni accettabili.