Valle Cupa, nel Comune di Scanno, è una valle poco conosciuta, non grande ma di grande valore naturalistico, vicinissima al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, ed inclusa nella Zona di Protezione Esterna del Parco.
«Ha goduto finora», racconta Stefano Allavena, delegato Lipu per l'Abruzzo, «di una tranquillità rara grazie al fatto che l'unica strada di accesso è stata chiusa ai mezzi motorizzati da molto tempo, in quanto il Corpo Forestale dello Stato, proprietario della valle, sbarrò la strada con dei massi all'incirca una trentina di anni fa, consentendovi tuttavia l'accesso a piedi».
Si voleva infatti preservare la tranquillità della zona, di particolare importanza per l'orso marsicano, oltre che per diverse specie di uccelli quali l'aquila reale, l'astore, la coturnice, il picchio dalmatino e il gracchio corallino.
Una misura semplice ma che si è rivelata molto efficace ed infatti gli animali selvatici sono diventati assai più frequenti di prima, anche perché il fatto di dover andare a piedi ha praticamente eliminato il bracconaggio al cervo, al capriolo e alla coturnice.
«Inutile dire», sottolinea Allavena, «quanto un ambiente tranquillo e sicuro sia di vantaggio per l'orso marsicano, come del resto ribadito più volte anche nel Piano di Azione per la Tutela dell'Orso Marsicano (PATOM), approvato da tutti gli enti coinvolti, tra cui il Corpo Forestale dello Stato, alcuni mesi fa».
Eppure in questi giorni il competente ufficio del Corpo Forestale di Castel di Sangro, che si chiama proprio Ufficio per la Tutela della Biodiversità, «non ha esitato», racconta il responsabile della Lipu, «a prendere una bella ruspa e ad aprire la strada, dopo più di trent'anni, al traffico motorizzato».
Così motociclette e fuoristrada potranno nuovamente penetrare nella valle.
«Mentre il Patom raccomanda di chiudere, quando possibile, le strade di penetrazione nella zona frequentata dall'orso», contesta Allavena, «i forestali di Castel di Sangro non trovano niente di meglio da fare che aprire quelle chiuse da anni».
Pare che il motivo ufficiale sia quello di assicurare eventuale assistenza ad una gara di mountain bike nella valle.
«Non crediamo», continua l'esponente della Lipu, «che una tale assistenza sia necessaria anche lungo un tratto del percorso di pochi chilometri, ma se effettivamente lo fosse allora è chiaro che la gara dovrebbe passare in zone dove non sia necessario sfasciare l'ambiente per assicurarne la riuscita. Adesso, a danno fatto, si dice che la strada verrà nuovamente chiusa con una sbarra. Come se non si sapesse che le sbarre si divelgono facilmente e con rapidità, tanto più in una zona lontana dai centri abitati come questa. Bisogna invece ripristinare la situazione antecedente rimettendo subito al loro posto i massi che per tanti anni hanno assicurato una protezione efficace alla valle e ai suoi abitanti».
La Lipu contesta che gli organismi pubblici «formalmente impegnati nella tutela dell'ambiente spesso e volentieri non solo non adottano misure efficaci di conservazione ma addirittura rinnegano con azioni concrete il lavoro che gli stessi uffici, in altri momenti forse caratterizzati da maggiore sensibilità ambientale, hanno portato avanti con risultati più che lusinghieri».
fonte: http://www.primadanoi.it
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