"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 10 agosto 2009

Massimiliano racconta il suo week end con l’’orso

“Per chi frequenta il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, e in particolare Pescasseroli, forse conoscerà (o avrà semplicemente notato) l'ente 'Ecoutur', la cui sede si trova proprio nella grande piazza principale del paese.
P1010779_1Ecotur da diversi anni organizza escursioni turistiche/naturalistiche di diversa tipologia, durata e difficoltà, per promuovere le bellezze e le meraviglie del Parco Nazionale, il tutto nel pieno rispetto dell'ambiente e degli animali che in esso vivono. Parole che non rimangono solo tali ma si tramutano in amore e passione delle persone che ci lavorano, che ho potuto verificare e provare sulla mia pelle durante un intero week-end.
Girovagando sul loro sito web (
http://www.ecotur.org) ho infatti trovato una proposta che non poteva lasciarmi indifferente, poichè univa due delle mie grandi passioni: l'escursionismo e l'amore per gli orsi. Precisamente il 'Weekend Orso' (http://www.ecotur.org/trekking/Weekend-orso.htm). Il programma prevedeva l'incontro dei partecipanti davanti alla sede Ecotur nel primo pomeriggio di Sabato, la suddivisione delle persone nelle varie jeep/vetture a disposizione dell'ente per raggiungere poi il sentiero su cui avremmo continuato a piedi.
P1010780_1Con mia grande sorpresa mi è stato affidata la guida di una Panda 4x4 e, per me che vengo da una grande città come Roma dove le 4 ruote motrici forse non si sono mai viste, è stato molto divertente guidare questa vettura per il lungo sentiero sterrato. Una volta arrivati all'imbocco del sentiero vero e proprio abbiamo cominciato l'ascesa a piedi nel massimo silenzio attraverso il bosco, verso il Balzo dei Tre Confini, così chiamato perchè spartiacque di tre valli: la Valle Carbonara (Yum!), il valico dell’Aceretta ed il Vallone Pesco di Jorio. Questo è uno dei punti più alti, panoramici e suggestivi dell'intero Parco, e la presenza del Rifugio denominato 'di Jorio' lo dimostra. Dopo una pausa e un cambio di maglietta proprio all'interno del rifugio, ci siamo equipaggiati di binocoli (gentilmente offerti ancora una volta dall'ente Ecotur) e, dopo una piacevole passeggiata lungo le creste delle montagne a 1900 metri di altezza, abbiamo raggiunto il punto di osservazione. Questo semplicemente, è un tratto del sentiero della cresta dove si ha un'ampia e chiara veduta del versante sottostante, aiutata anche dalla favorevole illuminazione del sole. Nel più totale silenzio abbiamo cominciato l'appostamento. L'emozione nella possibile visione dell'orso era mitigata dallo stupendo panorama che si presentava davanti a noi. La distanza rispetto ai possibili punti dove poteva essere avvistato il plantigrado era notevole, ma questo si è sempre reso necessario per non disturbare in alcun modo gli animali con la presenza umana. Inoltre l'utilizzo di un potentissimo e costoso cannocchiale da parte delle guide rendeva queste distanze eventualmente assolutamente trascurabili.
P1010786_1Abbiamo imparato grazie alle guide che il silenzio, l'attesa e l'attenzione nella ricerca visiva sono armi indispensabili per avvistare gli animali all'interno del Parco. E infatti, dopo pochi minuti, abbiamo potuto godere della visione di 2 camosci prima e di 4 cervi poi, intenti a rifocillarsi e a riposarsi lungo le creste dei monti della vallata di fronte a noi. E infine, dopo lunghi minuti di attesa e speranza, finalmente il segnale tanto atteso da parte della guida 'Ecco l'orso!'. Ed è stata una visione bellissima! Un orsa con il suo cucciolo (nato proprio quest'anno) che cercavano cibo tra le piante e capovolgendo grossi sassi proprio al limitare del bosco. E quanto era vivace l'orsetto! correva intorno alla mamma e giocava rotolandosi lungo brevi discese per poi risalire e rotolarsi di nuovo. Vederli proprio in mezzo al loro ambiente naturale, nel nostro Parco, dal vivo è stata veramente una bella emozione. Oltretutto vedere un cucciolo appena nato di una razza a rischio così allegro e in forma mi ha fatto veramente piacere. si potessero avere 100 e più incontri diversi come questo per la salvaguarda della specie!
Gli orsi, ignari della nostra presenza, sono rimasti visibili per molti minuti prima di scomparire nel bosco e grazie all'utilizzo (a turno) del mega-cannochiale è stato possibile osservare gli animali come proprio davanti ai nostri occhi!
Con il tramonto l'osservazione è stata conclusa e siamo tornati al rifugio per una favolosa e piacevole cena a base di formaggi, salami, ricotta, pane e altri prodotti tipici della zona del Parco, allietata anche dai racconti delle guide, residenti della zona, che hanno narrato tantissimi incontri, più o meno fortuiti, con l'orso marsicano. Terminata la cena, e giunta la notte, molti del gruppo che hanno aquistato solo il pacchetto giornaliero hanno fatto ritorno alle macchine tramite un emozionante escursionismo notturno (sempre condotti da una guida Ecotur), mentre pochi (me compreso) hanno potuto godere di un cielo stellato come non mai, di un panorama magico, e di un emozionante notte passata in rifugio (per me è stata la prima volta).
P1010789_1La mattina successiva, sveglia ai primi raggi di luce, visione e foto della stupenda alba e dell'ambiente circostante che si 'svegliava', colazione abbondante e continuazione dell'escursione lungo la cresta montuosa, effettuando un avvistamento 'dinamico' (ovvero provare a trovare gli orsi in molti punti fermandosi però solo per pochi minuti) rispetto a quello 'statico' del giorno precedente. Purtroppo in quest'ultimo caso non abbiamo avuto successo, ma le guide ci hanno consolato dicendo che il lungo incontro del giorno precedente è stato comunque un gran bel risultato.
Infine, dopo una piacevolissima mattinata di trekking e natura, siamo pian piano ridiscesi fino a Pescasseroli.
Insomma un weekend che consiglio a tutti gli amanti dell'orso, anche per la sola giornata di sabato. Un incontro che ancora di più ti fa amare e ti fa venire voglia di proteggere questo meraviglioso animale.”

Massimiliano

 

Ringrazio di cuore Massimiliano per il bel resoconto e sono felice per la sua esperienza “ravvicinata”. Sarà sicuramente un ricordo che rimarrà vivo nella sua mente e nel suo cuore per lungo lungo tempo. Se qualcuno di voi ha voglia di raccontare la sua esperienza non esiti a farlo: il Blog dell’OrsoBruno non aspetta altro!

 

Con questo post auguro a tutti i lettori del blog buone vacanze, che nel mio caso saranno abbastanza lunghe visto che partirò dopo Ferragosto per il Nord Europa e ci resterò fino ai primi di Settembre…chissà che lì non incontri qualche cugino orso scandinavo?

 

Buone vacanze a tutti!!

Miti e riti dell’orso nel grande nord Sciamani e animali sacri dell’Eurasia

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Alle volte le idee partono da fatti remoti: molti anni orsono, negli anni ‘970, Dario Seglie, Direttore del Museo di Arte Preistorica di Pinerolo, aveva incontrato Juha Pentikäinen, Docente di Religioni Comparate all’Università di Helsinki, ad un congresso internazionale. L’anno scorso, il Professore finlandese ed un suo collaboratore, Vesa Matteo Piludu, hanno tenuto delle lezioni sullo sciamanismo all’Università di Torino, invitati da Enrico Comba, docente di Antropologia Culturale nell’ateneo torinese e collaboratore scientifico del CeSMAP, Centro Studi e Museo di Pinerolo. 

Enrico Comba e Dario Seglie, una decina di anni orsono avevano realizzato una missione di studi in Siberia, nella regione tra i fiumi Ob e Yenisei con colleghi russi dell’Università di Kemerovo, per indagare l’archeologia e l’antropologia di quelle terre ed avevano avuto l’opportunità di conoscere alcuni sciamani e di essere invitati ad assistere ai loro riti. Con i dati scientifici raccolti si era realizzata a Pinerolo una importante mostra, “Siberian Rock Art” che aveva portato i visitatori a conoscere, attraverso l’arte rupestre, popoli lontani e sconosciuti, genti che praticano lo sciamanismo e considerano  l’orso come animale sacro.

Dalla sommatoria di questi eventi è partita l’idea della presente mostra che è allestita nella Chiesa di S. Agostino, in via Principi d’Acaja a Pinerolo dal 29 Agosto al 29 Novembre 2009.

Juha Pentikäinen, dagli anni ’60 ha effettuato molte missioni scientifiche - al confine tra antropologia ed archeologia - nel Grande Nord, raccogliendo dati e testimonianze di tradizioni a rischio di estinzione. In questa mostra sono riuniti materiali di fine ‘800, ‘900 e dei giorni nostri; i reperti esposti provengono dalla sua collezione: vestiti, tamburi e strumenti musicali, sculture, ornamenti e paramenti degli sciamani eurasiatici.

Si sono inseriti alcuni documenti che provengono dalle ricerche del Museo di Pinerolo, particolarmente per quanto concerne l’arte rupestre della Siberia e ci si è avvalsi della collaborazione del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il cui Conservatore Daniele Ormezzano ha portato reperti e documenti sulla sistematica degli orsi e sul rapporto uomo-orso.

Sciamanismo e culto dell’orso sono il fil rouge in un viaggio affascinante e misterioso verso il mitico Grande Nord dell’Eurasia, esplorato con gli occhi di studiosi settentrionali e meridionali, attraverso la focale dei racconti di antiche pratiche tradizionali e di eventi e tratti culturali ancora vivi oggi nei vastissimi territori circum-polari e sub-polari estesi tra Europa ed Asia.

La Siberia è la culla dello sciamanismo; la parola stessa deriverebbe dal shaman, termine dei Tungusi (o Evenki), utilizzato in antropologia per definire figure di uomini o donne che svolgono varie funzioni di carattere religioso, rituale e di guarigione. Esistono diverse categorie di sciamani presenti in tutto il mondo, che svolgono funzioni sociali più o meno rilevanti, a seconda del gruppo di appartenenza. Tali funzioni variano dall’intermediazione con gli  spiriti dei defunti, alla divinazione, a pratiche di guarigione, interpretazione di sogni e guida in azioni belliche. Elementi sciamanici si trovano presso le culture dell’Asia centrale, dell’Europa e delle Americhe. In Africa e nell’Oceania non si parla di un vero sciamanismo, anche se alcuni riti sono ad esso assimilabili per il loro significato magico - religioso. Lo sciamanismo ha radici preistoriche, come suggeriscono alcune interpretazioni, ad es. di Jean Clottes,  per dipinti parietali paleolitici in caverna, e dal Neolitico, alcune composizioni di arte rupestre del territorio scandinavo e siberiano, unitamente a reperti degli scavi archeologici.

Gli strumenti classici dello sciamano consistono nel tamburo, maschere, strumenti musicali, cinture con sonagli, statue raffiguranti l’effige degli spiriti verso cui trasmigrare. Il tamburo è lo strumento principale, e talvolta la sua pelle tesa viene decorata e dipinta con immagini antropomorfe e zoomorfe, simboli sacri ed elementi cosmologici.

Lo sciamano è anche il depositario dei saperi di quei popoli. Possiede una conoscenza profonda delle tradizioni e dei miti della comunità. Conosce le poesie, le canzoni ed i rituali. I suoi saperi spaziano dalla mitologia alla medicina, alla religione.

Le comunità umane che vivono a stretto contatto con la natura considerano sacri alcuni animali. Normalmente vengono adorati animali che uniscono doti terrifiche ma anche positive, come il coraggio e la generosità. L’orso, nei popoli artici e subartici, è uno di questi. Essendo proibito evocarlo per nome, esistono tanti nomignoli con i quali viene affettuosamente indicato. Riti relativi all’uccisione rituale dell’orso si ritrovano in tutta l’Eurasia. Questo animale, così amato dai popoli di tutto il mondo, simboleggia la rinascita periodica della natura. L’orso incarna il mito dell’eterno ritorno, ha un “timer” biologico che lo fa uscire dal letargo all’inizio di ogni primavera, risvegliandosi all’equinozio dalle profondità della  Madre Terra e quindi in sincronia con i cicli naturali.

La conoscenza di pratiche tradizionali di questi popoli che viene presentata nella mostra, suggerisce una evidente  convergenza con alcune esperienze spirituali delle società contemporanee.

Culto dell’orso e Sciamanismo sono peculiari di aggregati umani in continuo e profondo rapporto di equilibrio con l’ambiente naturale dal quale traggono ispirazione, forza e sostentamento. Il patrimonio tradizionale posseduto da queste culture, oggi ritenute marginali rispetto al nostro mondo che gioca la carta del “glocale” con incerte prospettive, non può che essere proposto nel quadro di una espansione della conoscenza, che ci consenta di spingere un po’ in là il buio che ci circonda; e rimettendo al centro sull’axis mundi del palo sciamanico l’Umanità il cui bene e progresso generale è il fine nobile da perseguire.

Prof. Dario Seglie

Direttore

Civico Museo di Archeologia e Antropologia

Pinerolo, Italia

 

Mostra

MITI E RITI DELL’ORSO NEL GRANDE NORD

Sciamani e animali sacri dell’Eurasia

Una mostra a cura del

CeSMAP – Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica,

Museo Civico di Archeologia e Antropologia di Pinerolo

promossa da:

CeSMAP-Pinerolo, University of Helsinki e University of Lapland, Università di Torino,

Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Pohjoisen Etnografian Seura - Società per l'Etnografia Nordica

Patrocini e Ringraziamenti:

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Esteri, Roma

Regione Piemonte – Provincia di Torino - Città di Pinerolo – Comunità Montane del Pinerolese - Italia Nostra del Pinerolese - Rotary Club e Lions Club del Pinerolese

Chiesa di S. Agostino

Via Principi d’Acaja, Pinerolo

Dal 29 Agosto al 29 Novembre 2009

Orari: Sabato 15,30 - 18,30 e Domenica  10,30 -12,30 e 15,30 - 18,30 – Ingresso libero

Visite guidate per scuole e gruppi: tutti i giorni, prenotazione obbligatoria Tel. 0121 794382

Web:    www.cesmap.it         -      E-mail:  cesmap@cesmap.it

 

Mostra Orsi e Sciamani 09 011b

Orso bruno Nord-europeo, esposto nella Chiesa di S. Agostino per la Mostra Miti e riti dell’Orso nel Grande Nord - Sciamani e animali sacri dell’Eurasia”. (courtesy: Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino. Foto Dario Seglie, Archivio CeSMAP).

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Ad Alta, in Norvegia, sono state trovate oltre trenta incisioni rupestri raffiguranti orsi. In questa immagine, nei pressi di Hjemmelund, si può ammirare una delle poche rappresentazioni “realistiche” della caccia all’orso, probabilmente eseguita ritualmente. Foto di Pekka Kivikäs. Alta Museum).

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Carta geografica dell’Eurasia, tra l’Oceano Atlantico ed il Pacifico, con le terre del Grande Nord. (Rand McNally & C. Maps).

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La difesa del Sampo, magica ruota di mulino forgiata dal mitico fabbro Ilmarinen. Il saggio sciamano Väinämöinen, al comando della barca che trasporta il Sampo, affronta l’insidia di Louhi, maga e signora del paese di Pohjola, la Terra del Nord, rivale di Kalevala, la Terra del Sud. Dipinto di Akseli Gallen – Kallela, Tempera su tela, 1896

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La difesa del Sampo, magica ruota di mulino forgiata dal mitico fabbro Ilmarinen. Copertina del fumetto (1999) di Walt Disney che reinterpreta il Kalevala finlandese.

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La Chiesa Luterana e le Università finniche condannano i culti dell’orso nel XVII Secolo. Dipinto raffigurante una processione alla cattedrale di Åbo (l’attuale Turku). Dipinto di Albert Edelfert, 1904.

Xilografia tratta dall’opera di Olao Magno: Historia de gentibus septentrionalibus (1555). Un cacciatore volle tirare all’orso quando stava in piedi a mangiare bacche da un albero in autunno. Riuscì ad allarmare l’animale a tal punto che la povera bestia prese a lanciare le bacche dall’ano come chicchi di grandine.

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In una delle fasi fondamentali del complicato rituale la sciamana Lindza cominciò a intonare il kekuri, canto dalla melodia ossessiva e melanconica che serviva a rintracciare e riunire tutte le anime da accompagnare in gruppo nel viaggio definitivo. A conclusione del complesso rituale kasa-taori, la sciamana fa compiere il viaggio ultraterreno verso il Buni alle anime dei defunti, qui rappresentati dalle statuette mudgen. (Foto Juha Pentikäinen).

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Sulla superficie del tamburo Sami conservato presso il Museo Preistorico ed Etnografico L. Pigorini di Roma è disegnata una linea orizzontale che divide la sfera celeste da quella terrestre. Sulla linea sono rappresentate le principali divinità Sami. Nella parte uranica si può notare un cacciatore con il cappello Sami “dei quattro venti” puntare la freccia contro un grosso orso, sormontato da una renna di enormi proporzioni. Si tratta della rappresentazione di un mito di caccia, che narra come il cacciatore e le prede si siano trasformati in costellazioni. Al centro del tamburo vi è la rappresentazione del sole, connesso al cielo e alla terra da una linea verticale che potrebbe rappresentare il “pilastro dell’universo”. La corta linea verticale in basso divide il mondo terrestre da quello sotterraneo, nel quale sono rappresentate le divinità ctonie e, curiosamente, anche una chiesa cristiana (la casa con tre croci). (Foto Museo Nazionale Pigorini)

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All'inizio delle attività rituali lo sciamano deve riscaldare il tamburo. Si tratta di un accorgimento indispensabile, poiché la membrana lasciata fredda potrebbe spezzarsi o produrre un suono di scarsa qualità; anche la voce dello sciamano deve essere forte. La fase rituale del riscaldamento del tamburo, davanti l’albero sacro con gli scalini, è svolta da Ella, giovane apprendista sciamana. (Foto Juha Pentikäinen).

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L’anziana sciamana Marina Sopotshin “scalda” il suo tamburo per iniziare il rituale. (Foto Juha Pentikäinen).

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L'informatore principale della ricerca sul campo del Prof Juha Pentikäinen dell’Università di Helsinki era l'anziano sciamano khanti Ivan Stepanovits Sopotshin, che nel gennaio 1990 aveva un'età stimata di circa 90 anni ed era analfabeta. Sopotshin era l'unico sopravvissuto degli otto sciamani khanti arrestati nel 1930 durante le persecuzioni ordinate da Stalin contro presunti “leader nazionalisti” siberiani. Lo sciamano Sopotshin suona il suo tamburo rituale. (Foto Juha Pentikäinen).

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Orso Bruno. Gli ursidi sono classificati, all’interno dei mammiferi Euteri o Placentati, come appartenenti all’ordine dei Carnivora. Possono raggiungere i 300 Kg di peso. (courtesy: Daniele Ormezzano, Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino).

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L’albero cosmico, il frassino Yggdrasill, costituisce l’axis mundi delle mitologie nord europee. Collega le tre regioni dello spazio: gli Inferi, la Terra, i Cieli.  (Disegno tratto da un manoscritto islandese del XVII secolo)

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Figura di orso incisa nel granito, Età del Bronzo scandinava, 1500 a. C.

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La roccia Altarikallio (“Roccia Altare”) a Kynsikaivonniemi, presso Hirvensalmi, ha un evidente profilo naturale a forma d’orso. Secondo le tradizioni locali, i pescatori erano soliti fare offerte allo spirito della roccia per assicurarsi una buona pesca. (Foto di Timo Huvilinna).

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Costume sciamanico e tamburo siberiano, Museo dell’Università di Novosibirsk, Foto Dario Seglie, Archivio Missione CeSMAP in Siberia, 1998.