"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

giovedì 29 gennaio 2009

La rivincita dell'orso: in 124 sui monti d'Italia (?)

Per anni i bracconieri hanno avuto la meglio. Con orsi uccisi e a rischio di estinzione nelle montagne. Ma la buona notizia stavolta è per questi splendidi ed epici animali che tornano ad aumentare e a nascere nei parchi d'Italia. Mentre dormono tranquilli nelle loro tane sommerse dalla neve, in Abruzzo e in Trentino sono stati pubblicati i dati dei censimenti effettuati nell'autunno scorso, prima che gli animali andassero in letargo. Quelli più confortanti riguardano l'orso marsicano, una sottospecie unica al mondo che sopravvive in circa cinquanta esemplari nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Questo animale, in difesa del quale nel 1922 fu creato il primo parco nazionale d'Italia, aveva, negli ultimi dieci anni, dovuto registrare la morte violenta (bracconaggio con fucile, ma soprattutto con veleno) di 24 esemplari, con una recrudescenza negli ultimi quattordici mesi.

Episodi dolorosissimi furono quelli dell'Orso Bernardo, la mascotte del Parco d'Abruzzo, e della femmina con due cuccioli, avvelenati nell'ottobre 2007, le cui drammatiche foto suscitarono un'enorme impressione e commozione in tutta Italia. Per fortuna, a queste perdite sono corrisposte, nella primavera dell'anno scorso, nuovi arrivi con le nascite di alcuni esemplari. I ricercatori del Piano d'Azione Tutela Orso Marsicano, che operano nel Parco e nelle sue vicinanze, hanno avuto la gioia, inaspettata, di poter osservare ben 6 femmine con la prole dell'anno mentre vagavano tra boschi e pascoli. Di queste, quattro portavano con sé due cuccioli e due un solo piccolo. Dieci nuovi nati in tutto, che potranno in qualche maniera allontanare la minaccia di estinzione di questo prezioso animale. Hanno contribuito a questo successo le varie azioni di controllo dei guardaparco e del Corpo Forestale dello Stato, le campagne di sensibilizzazione e l'aumentata rapidità di risarcimento danni da parte dell'Ente Parco. Hanno contribuito inoltre anche la messa in opera di oltre quaranta recinzioni elettrificate fornite dal WWF e dai forestali per la difesa di ovili e apiari e la piantagione di molti alberi di melo da parte dei volontari nel versante laziale del Parco.

Ora si spera che, quando gli orsi usciranno dalle tane in primavera, altri cuccioli si aggiungano alla popolazione ursina marsicana, portandola ad un livello di sicurezza di non meno di 100 esemplari. Anche per la popolazione di orsi bruni del Trentino, le prospettive iniziano a migliorare. Dopo l'uccisione in Baviera nel giugno 2006 dell'orso italiano di nome Bruno (un fatto che rattristò e colpì perfino il Papa e che causò numerose polemiche tra Germania e Italia con alla fine il povero orso impagliato ed esposto in museo di Monaco), e quella in Svizzera nell'aprile 2008 di suo fratello JJ3, il nucleo di orsi reintrodotti nel Parco Regionale Adamello Brenta con un progetto «LIFE» dell'Unione Europea, iniziato nel 1996, sta lentamente consolidandosi. Le perdite sono state molte: 7 morti in 6 anni; un cucciolo è stato addirittura predato da un'aquila reale, un altro è finito sotto una macchina e un altro è annegato nel Lago di Molveno.

Ma oggi nell'area di rilascio e nel grande territorio montano che lo circonda, si aggirano ben 24 orsi, 11 adulti, 6 giovani e ben 7 cuccioli di un anno. Se si pensa che, dieci anni fa, tutti gli orsi bruni delle Alpi non erano più di due o tre, il fatto di aver riportato in queste splendide foreste un simile monumento della natura può considerarsi uno dei successi italiani di cui, purtroppo, quasi nessuno parla. Anche in questo caso, il confortante ritorno, dopo diversi tentativi andati a vuoto, del mitico plantigrado (estinto in Francia, Austria, Svizzera, Germania) sulla Catena Alpina è dovuto all'impegno di molti: la Provincia di Trento, l'Ispra (ex Istituto Nazionale Fauna Selvatica) e le Associazioni ambientaliste, che hanno realizzato campagne di sensibilizzazione e messo in opera il servizio degli Avvocati dell'Orso, per sostenere, in caso di controversie la difesa dell'animale.

Fulco Pratesi

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggevo un commento nel post precedente che dubitava della stima di 100 esemplari di orso marsicano. Io invece penso che se ci sono 10 cuccioli nati nel 2008 la stima non sia irrealistica. Che ne pensate?

Anonimo ha detto...

da Grizzly: Le stime ufficiali effettuate nel Pnalm,con il metodo non invasivo del "trappolaggio per peli" hanno evidenziato la presenza certa di 49 esemplari.Presupponendo che non tutti gli esemplari presenti nel Pnalm siano passati per le "trappole per peli",si può ipotizzare la presenza ursina da 50 esemplari- minimo certo- a 80 esemplari. Sul sito Parks.it : Parco della Maiella, sembra che siano presenti 15-20 esemplari; sullo stesso sito, il Parco Velino- Sirente ritiene presenti dai 3 ai 5 esemplari. Altri Parchi -Simbruini, Gran Sasso sono più generici,indicando la presenza, ma non il numero. Anche sui monti Ernici sono presenti "storicamente" gli orsi,con un piccolissimo nucleo in sicuro interscambio con gli adiacenti Simbruini.Vanno aggiunti a questi qualche esemplare nell'alto Molise,sul Matese e sui Sibillini - monte Catria, e forse qualche esemplare sul monte Cervati-Alburni(Campania).
Riguardo ai 10 cuccioli nati l'anno scorso nel Pnalm, prima di annoverarli tra gli "effettivi" sarebbe opportuno sapere quanti di loro sono sopravvissuti all'attacco dei maschi, vista la abnorme densità di orsi in rapporto al territorio...ricordate i due cuccioli trovati morti la scorsa estate, la cui morte è stata attribuita all'attacco di un maschio adulto? Come loro,quanti altri sono stati uccisi?
Ciao a tutti da Grizzly.

Drachetto ha detto...

Se la buona notizia fosse confermata, anche in parte, non deve fare abbassare la guardia. Anzi, sulle ali di un lavoro che sta portando (Sembra) i primi risultati, ora piu che mai ci sia continuità e migliorie di impegno e tutela verso l'orso.