"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 21 giugno 2010

La prima volta dell’orso a colori: Soki fotografato nell’ombelico del bosco a Sella Chianzutan

di Francesco Brollo

L'orso bruno ritratto poco dopo l'alba del 18 giugno a Sella Chianzutan (foto: Riserva di caccia di Verzegnis) SELLA CHIANZUTAN. L’abetaia di colpo si schiude in un prato in lieve discesa, una radura quasi rettangolare, incorniciata dagli alberi. Proprio qui, in questo ombelico del bosco nella zona di Sella Chianzutan, l’orso bruno pare abbia collocato il centro del proprio habitat. Lo si deduce dai peli che ha lasciato su un paio di alberi in particolare e dalle foto che lo hanno ritratto nella prima ora del giorno, venerdì 18 giugno.

Era successo a metà aprile che una macchina digitale con sensore di movimento, assicurata ad un tronco, fotografasse l’imponente plantigrado, proprio qui vicino, a pochi chilometri di distanza. Ma allora le immagini erano in bianco e nero, scattate di notte. Ora no: per la prima volta abbiamo foto a colori dell’animale e alla luce del sole. Un particolare che ha indotto Elisio Da Pozzo, colui che ha predisposto posto la fototrappola e fratello del direttore della riserva di caccia di Verzegnis, Franco Da Pozzo, a vibrare dall’emozione “E’ un ringraziamento enorme che io faccio alla natura”.

L'animale è appena sbucato dal bosco che sta alle sue spalle (foto: Riserva di caccia di Verzegnis)Ho avuto la fortuna di arrivare per primo sul posto, accompagnando Stefano Filacorda, dell’università di Udine, chiamato e condotto lì proprio da Da Pozzo e l’impressione, suffragata dallo stesso Filacorda, è che l’ambiente sia quello ideale per l’orso, che potrebbe trattarsi del medesimo esemplare che avevo battezzato Soki, in omaggio al luogo dove fu immortalato la prima volta (a Socchieve a metà marzo) e alla sua provenienza: la Slovenia.

Dalle prime analisi delle fotografie e del luogo Filacorda arriva ad ipotizzare che si possa trattare del medesimo animale, ma non esclude che in zona ce ne possano essere due: “Sembrerebbe che questa zona sia diventata il centro dell’habitat di uno o più di uno. L’animale sembra lo stesso della scorsa volta, però ci sono delle differenze nella dimensione cranica, vedremo se dovute alla fotografia e alla distanza o se alla presenza di due animali. La dimensione  è di un animale di cinque anni, e quindi probabilmente dal peso anche di 150 chili”.

Dopo un periodo di quasi tre settimane senza tracce o segnalazioni, l’orso bruno della Val Tagliamento è stato avvistato recentemente due volte, sul Rest e a Pani di Enemonzo, domenica scorsa. Un’ipotesi avanzata dagli studiosi porterebbe a ritenere che si sia spostato a occidente (e quindi non a est, verso Tarvisio, come si potrebbe supporre) in ricerca di una femmina che, a questo punto potrebbe anche trovarsi ai confini occidentali dell’alto Friuli.

Ne approfitto per fare gli auguri a Francesco per il suo nuovo sito Carnia.La che logicamente invito tutti a visitare

Qui una presentazione “ufficiale” del nuovo sito.

In bocca al lupo Francesco!

Nessun commento: