"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 27 ottobre 2008

L'orso bruno nei Pirenei - Prima parte

Alcuni di voi e soprattutto coloro che vivono in Francia, Spagna e Slovenia, hanno sentito almeno una volta parlare degli orsi problematici dei Pirenei. Spesso, questo argomento è trattato dai media, facendo ascoltare la voce di entrambi i soggetti coinvolti:da un lato i sostenitori dei diritti degli animali, dall'altro i loro avversari. Nella maggior parte dei casi, rifacendosi solo ai mezzi di comunicazione, è difficile farsi un'idea propria sulla questione a causa di una mancanza di fatti concreti e di informazioni più precise.
Se si chiede un commento in merito alla gente comune, quasi tutti dicono "Amo gli orsi, sono animali splendidi e penso che debbano essere salvati, ma se ne incontrassi uno non so cosa farei, per questo motivo comprendo anche le ragioni degli allevatori".
Seguendo un altro approccio, alcune persone, vicine alla visione politica anti-globale, tendono a favorire la fazione opposta, che suona meno "ecologicamente utopica" e più vicina al contesto e alla situazione reale. Ma spesso questa posizione non esprime ragioni concrete.
Lo scopo di questo articolo quindi è di fare un po' di chiarezza.
La popolazione di orsi bruni dei Pirenei iniziò a diminuire circa 200 anni fa con l'introduzione delle armi da fuoco che fecero di questi monti un'area molto popolare per la caccia.
Dopo la seconda guerra mondiale la caccia si arrestò quasi completamente, ma la popolazione era ormai già troppo ridotta per continuare a sopravvivere e si frammentò in diversi nuclei: una popolazione ad ovest, una nell'Ariège e una nei Pirenei centrali. Negli anni '90 la popolazione dei Pirenei centrali scomparve e 7 orsi rimasero nell'intera catena montuosa. Ad oggi anche la popolazione occidentale è quasi estinta e la maggior parte degli orsi rimanenti, circa 20 individui, e concentrata nell'Ariège, dove si trova il cuore del "problema"...
Quando gli orsi dei Pirenei raggiunsero questo livello vennero decise alcune reintroduzioni dato che per salvare questa "famiglia" gli orsi originali che vivevano sui Pirenei non erano abbastanza numerosi.
La domanda principale era: "quali orsi reintrodurre?". Dovevano essere orsi molto simili a quelli pirenaici per morfologia, etologia e per habitat.
Logicamente gli orsi più vicini ai Pirenei erano quelli del Picos de Europa (nella Spagna settentrionale) dove vivono circa 70 orsi; la separazione di questa popolazione con quella dei Pirenei è piuttosto recente nella storia naturale dal momento che anche i Paesi Baschi erano popolati, fino a qualche tempo fa, da orsi. Purtroppo la popolazione del Picos de Europa era, secondo gli esperti spagnoli, troppo fragile e non avrebbe sopportato il prelievo di 5-10 esemplari per ripopolare i Pirenei, così si iniziò a guardare nei paesi esteri. In modo prevedibile vennero esclusi a priori gli orsi scandinavi, adattati ad un habitat troppo diverso e ad un'alimentazione quasi esclusivamente carnivora. Gli orsi Greci e delle Alpi erano come quelli dei Pirenei, quasi sull'orlo dell'estinzione, tanto che l'Italia stessa ne ha dovuti importare dalla Slovenia. Rimanevano solo quelli delle Alpi Dinariche.
Prima della totale estinzione della popolazione occidentale, venne considerata la possibilità di acquistare alcuni orsi dalla Romania o dalla Slovacchia, anche perché esiste una certa problematicità legata all'alta densità di orsi in questi paesi (come ad esempio nella Romania settentrionale), ma l'idea venne abbandonata quando si vide che gli orsi sloveni erano geneticamente più simili a quelli pirenaici e che vivevano in un ambiente più simile a quello di destinazione.
Il confine settentrionale delle Alpi Dinariche, ha la particolarità di ospitare una popolazione molto grande di orsi, alcune volte problematici. Ogni anno, una parte degli orsi veniva abbattuta, proprio perché erano troppo numerosi e tendevano ad avvicinarsi troppo agli insediamenti umani. Le autorità slovene sono fra le migliori nella cattura e nell'esportazione degli orsi allo scopo di aiutare gli altri paesi nel recupero delle popolazioni di orsi.
Gli orsi sloveni vennero dunque scelti. I plantigradi catturati vennero prima narcotizzati, caricati e trasportati per 2000 km da Sneznik ad Ariège. Gli orsi rilasciati nel 2006 vennero anche radiocollarati e schedati geneticamente. Ci furono due rilasci principali:
  • 3 orsi fra il 1996 e il 1997: 2 femmine, Melba e Ziva e 1 maschio, Pyros
  • 5 orsi nel 2006: 4 femmine: Franska, Palouma, Hvala e Sarousse e 1 maschio Balou
Ziva partori due cuccioli maschi nel 1997, Nerè e Kouni, quest'ultimo sfortunatamente morì 3 anni dopo. Nerè, invece, si riprodusse con una femmina locale, Canelle, generando un maschio, il primo "ibrido" fra gli orsi sloveni e quelli pirenaici. Ziva, fra il 2000 e il 2004, diede alla luce altri tre cuccioli maschi ma uno di questi morì. Pyros era un maschio molto attivo e si accoppiò con Melba, generando due cuccioli, un maschio, Bouxti e una femmina, Caramelle, che più tardi si accoppiò con lo stesso Pyros dando alla luce due maschi, uno morto nel 2001 e uno ancora vivo (almeno fino al 2003) ma senza nome. Il secondo rilascio venne deciso dopo l'"accidentale" uccisione di Canelle, l'ultima orsa originale, nel 2004. Ci fu un periodo molto teso, gli oppositori al rilascio bloccarono e manifestarono sui luoghi scelti per la liberazione degli orsi. Il municipio del villaggio di Arbas venne vandalizzato e i poliziotti intervennero per sedare gli scontri prima del tentativo di rilascio di Palouma. Tutti e cinque gli orsi vennero liberati i di notte e velocemente in aree che rimasero segrete fino all'ultimo momento. Ma gli eventi per gli orsi rilasciati nel 2006, furono meno felici di quelli dei loro predecessori...

Continua...

Fonte: Pyrenee's bears : Why the hell so much noise ?

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

A tal proposito ho visto un bel documentario sull'introduzione dell'orso nei Pirenei, peccato che era in francese... ma si capiva abbastanza!

Misty

Anonimo ha detto...

Forse sarebbe il caso di pensarci bene prima di liberare questi orsi o altri animali selvatici in nuovi territori, dove poi, come si vede, sono spesso destinati alla morte. C'è ancora troppa ignoranza nelle popolazioni e molti si chiedono, ancora, che utilità ci sia nell'introdurre un orso nel proprio territorio. Ci vogliono anni per educare le persone, ma è un tempo necessario prima di reintrodurre qualsiesi animale. Ciao. Fai veramente un ottimo lavoro di informazione! Fabio

Anonimo ha detto...

Da Grizzly:
per Fabio,vorrei dire la mia riguardo a quanto hai scritto,aggiungendo che prima di reintrodurre un qualsiasi animale in una data zona vengono espletati studi di fattibilità, studi ambientali e studi storici, svolti -(quasi sempre)-da persone competenti, serie e motivate.
Generalmente gli animali reintrodotti si adattano all'ambiente,"convivendo"per anni, (come gli orsi spagnoli), con le attività umane, finchè poi non accadono fatti eclatanti, che vengono sfruttati da personaggi che remano contro e cercano di attaccare apparentemente l'orso, ma in realtà hanno la mira di smantellare l' istituzione stessa delle aree protette............
Se comunque aspettassimo che tutti i residenti nei Parchi diventassero favorevoli alle tematiche ambientali, allora... campa cavallo mio..che l'erba cresce!.....
Le reintroduzioni e i Parchi devono essere per forza di cose calati dall'alto ed imposti; stà poi all'ingegno delle popolazioni locali saper utilizzare questa possibilità,e questa nuova risorsa rappresentata dalla fauna, così come hanno saputo intelligentemente fare nel Pnalm.
Sono convinto di questo, e vi cito a riguardo un breve esempio:
anni fà ci fù una riunione nella sede comunale di un piccolo paese del Gran Sasso, per "discutere " con la popolazione circa l'importanza di reintrodurre i camosci appenninici.
Ci fù, in quella occasione, un vecchio pastore, malato ed ultrasettantenne, che ululava ai quattro venti, che lui era contrario ai camosci,poichè non avrebbe potuto pascolare più le sue poche pecore sulla cima del Gran Sasso.....
Ho citato questo aneddoto,per ribadire che i Parchi anche quelli storici italiani, sono stati imposti, prima come Riserve Reali, e confermati poi, come aree protette nei primi decenni del 1900.
Quindi anche se nati come imposizione, sono ora isole di biodiversità e fonte di guadagno, a lungo termine anche per i residenti.....
Saluti da Grizzly,