"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

venerdì 21 maggio 2010

Deciso il destino di Dino

L’orso M5, meglio noto come orso Dino, deve lasciare la montagna vicentina.
Così è stato deciso al summit convocato oggi ad Asiago dal Prefetto di Vicenza, su stimolo e richiesta dell’Assessore Provinciale alla Sicurezza Marcello Spigolon.
Alla presenza di rappresentanti delle Province di Belluno, Trento e Verona, della Regione Veneto, del Corpo Forestale e dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Spigolon si è fatto portavoce degli amministratori locali e delle associazioni di categoria, in particolare Coldiretti e allevatori, sostenendo la necessità che l’orso Dino trovi ospitalità lontano dal territorio montano vicentino.
L’orso Dino ha infatti un comportamento anomalo, si spinge fino a ridosso dei centri abitati ed è particolarmente aggressivo. Un comportamento, a quanto pare, già noto ai trentini, che infatti qualche tempo lo hanno catturato e provvisto di radiocollare per il monitoraggio.
“Siamo preoccupati per l’imminente stagione di alpeggio –sottolinea l’Assessore Spigolon- per il rischio a cui vanno incontro persone e animali, ma anche per lo stesso orso, che potrebbe essere vittima di un gesto esasperato. Trovare un luogo più adeguato alle sue esigenze è un’attenzione che abbiamo prima di tutto nei suoi confronti.”
Di qui la proposta della cattura e del trasferimento, con molta probabilità in Slovenia, o comunque laddove si riterrà più opportuno in ottemperanza anche del Pacobace, il Piano d'Azione Interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno nelle Alpi Centro Orientali.
Un provvedimento che, dopo confronti e discussione tra i presenti, è stato accettato e anzi valutato come soluzione ottimale. Una decisione, tuttavia, non immediata, visto che dal punto di vista formale a decidere un simile intervento è il Ministero dell’Ambiente su proposta della Regione, la quale deve avere preventivamente sentito l’Ispra e la Provincia interessata. Da parte sua Spigolon ha già attivato gli uffici provinciali perché producano alla Regione Veneto tutta la documentazione necessaria da allegare alla richiesta al Ministero.
Nell’attesa, Spigolon ha chiesto anche un provvedimento d’urgenza per la cattura immediata del plantigrado e la sua custodia temporanea in un luogo sicuro. “Potrebbe essere un recinto - precisa Spigolon - ma non si pensi ad una prigione, quanto piuttosto ad un luogo sufficientemente grande per permettere all’orso di non soffrire. Ricordando, comunque, che è una sistemazione temporanea.” Un’ipotesi credibile è quella di un recinto esistente nel trentino dove già è stata ospitata una femmina di orso con comportamento a rischio.
“Se invece - conclude Spigolon- si dovesse verificare la peggiore delle ipotesi, se cioè quest’orso fosse considerato pericoloso per l’uomo tanto da rendere necessaria una sua custodia permanente, valuteremo la possibilità di dargli ospitalità qui nel vicentino, in un luogo protetto. Con l’obiettivo, anche ma non solo, di incentivare qualche turista a farci visita. A queste condizioni, Dino sarebbe ospite gradito del nostro territorio, ma nel rispetto della sua natura mi auguro che possa stabilirsi altrove, dove poter vivere in libertà e dove poter incontrare femmine con cui riprodursi, per dare continuità ad un gene che, a detta degli esperti, merita attenzione.”

fonte: http://notizie.bassanonet.it

11 commenti:

Anonimo ha detto...

... quale sarebbe la tua proposta per evitare tutto questo? da un lato la natura, dall'altro l'uomo... tu... chi scegli?

Samuel ha detto...

La natura al 100%

EnzoC ha detto...

@Anonimo
La domanda che mi fai, posta in questi termini è esemplare: i problemi che ci sono con Dino derivano proprio dal fatto che ormai esiste una dicotomia totale fra uomo e natura quando, per principio, anche l'uomo è parte integrante di questa natura. Ci sono scelte difficili che richiedono esperienza e sensibilità ma che possono dare risposte e soluzioni. Spesso però queste risposte sono troppo difficili da capire quando si creano confusione e panico anche a causa della cattiva informazione e dell'ignoranza. Sto basando la mia vita professionale sulla risoluzione di questi conflitti, proprio fra uomo e orso. Ci sono luoghi in Italia (ad esempio l'Abruzzo) e nel mondo dove gli orsi sono visti come una ricchezza e non come una limitazione, come un disturbo. Tutto sta nella giusta gestione del territorio, nell'educazione e nella sensibilizzazione. E' facile avere paura quando un orso viene descritto come una bastia spaventosa in cerca di sangue umano. Ma le cose non stanno così, parla con chi ha avuto occasione di trovarsi faccia a faccia con un orso (io lo sto facendo) e ascolterai storie incredibili. Siamo fortunati, gli orsi bruni presenti in Italia non sono predatori famelici ma giganti buoni, spesso più spaventati loro da noi. Non parlo perchè sono un animalista o senza cognizione di causa, fidati. Guardare lo stupore e la meraviglia con cui vengono raccontati gli incontri con l'orso fa capire che c'è qualcosa di magico nella sua presenza nei nostri boschi, tutto sta nel capire l'enorme importanza e la ricchezza (naturale prima, economica in secondo luogo se vogliamo essere venali) che questi animali rappresentano.
Anonimo (sarebbe bello se firmaste i vostri commenti) capisco che non è un argomento possibile da liquidare in poche righe e che forse quello che ho scritto può sembrare superficiale ma è quasi mezzanotte e mi premeva risponderti al più presto per questo sono a tua completa disposizione per qualunque ulteriore confronto, domanda o chiarimento.

Anonimo ha detto...

Non penso che si possa scegliere la natura al 100%... questa scelta contrasta con lo stile di vita di ognuno di noi... basta pensare alla nostra dipendenza dall'automobile... quale sarebbe la soluzione? andare sempre e cmq a piedi? sfido chiunque a farlo!!! può sembrare un esempio banale, ma è la realtà!!! quello che tu sostieni 'l'uomo è parte integrante di questa natura' è saggio... giustifica il fatto che alcune nostre 'abitudini', dovute all'evoluzione stessa dell'uomo fanno parte anch'esse, proprio, del sistema natura!!! ritornando di nuovo al discorso dell'orso penso di non essere stata abbastanza esplicita nella prima domana... provo a ripropormi in maniera differente!!!
Partendo dal presupposto che sono pienamente daccordo, nonostante io non sia 'un'animalista praticante' la mia domanda è: Non è possibile che l'orso in questione, pur appartenendo ad una specie pacifica e adorabile, sotto certi versi, sia un individuo singolo 'impazzito', come ce ne sono molti anche nella specie umana... e anche se questa sua 'follia' è, forse, responsabilità dell'uomo stesso... in questi casi non bisogna cmq intervenire? magari anche in maniera drastica?
spero di essermi spiegata... non sono molto brava a scrivere... grazie Francesca

OrsoBruno ha detto...

PRIMA PARTE DEL COMMENTO

Ciao Francesca, finalmente conosco il tuo nome :) (non me ne volere ma è sempre bello sapere chi è l'interlocutore di una interessante discussione).
Samuel forse preso da uno slancio "ambientalista" (consentitemi il termine anche se è molto inflazionato) ha scritto una cosa bellissima ma come fai notare tu, poco realistica, soprattutto perché già il fatto stesso di scrivere su un pc fabbricato in plastica e silicio è naturale allo 0%, quindi il caro Samuel al di là dell'ottimismo capirà sicuramente che non si può pretendere un ambiente e una vita naturale al 100% quando c'è di mezzo un animale così particolare come l'uomo. Ma noi facciamo parte di questo ambiente, ne siamo parte integrante e se similarmente ad altre specie animali facciamo delle scelte modifichiamo l'ambiente in cui viviamo, abbiamo anche dalla nostra la cultura, la sensibilità e la tecnologia tali da rendere queste modifiche il meno impattanti e le più giuste per proteggere quello che ci circonda. La conservazione delle specie e degli ambienti naturali deve essere un obbiettivo primario perché dall'integrità dell'ambiente in cui viviamo traiamo vantaggi incalcolabili economicamente. Biodiversità, salubrità, piacere estetico, benessere sono solo alcuni dei benefici che spesso vengono posti in secondo piano proprio a causa della loro impossibilità di essere quantificati economicamente. Se tutte le città crescessero all'infinito probabilmente non riusciremmo più a vedere le stelle, la nostra aria sarebbe inquinata portando a spese sanitarie altissime, non ci sarebbero più le lucciole nelle notti estive e non si potrebbe più godere di una bella passeggiata all'aria aperta. Quanti di noi rinuncerebbero a queste cosa? Mi sono dilungato lo so, ma era solo per portare il discorso ad un nucleo principale. L'orso fa parte di questi "benefici" che purtroppo stanno scomparendo per la cattiva gestione e per la scarsa lungimiranza di alcuni soggetti. In Italia non ci sono attacchi da parte di un orso, se non sbaglio, da oltre 150 anni, ma ciò non significa che potenzialmente non possa accadere anche se le probabilità sono bassissime. Con questo NON sto affermando che l'orso è un animale aggressivo e letale per l'uomo ci tengo a precisarlo. Ipotizziamo il tuo scenario, quello dell'orso "impazzito" e accostiamolo come hai fatto tu a quello di un uomo con problemi psichici. Se questi problemi esistono c'è sicuramente un motivo (escludiamo fattori fisiologici per semplificare il discorso). Perché un uomo diventa un serial killer, o un violento, o un pedofilo? non sono uno psicologo ma la risposta più semplice è perché ha subito un trauma o una violenza che irrimediabilmente l'hanno toccato nel profondo. O perché forse vive in una società alienante che porta all'estremo alcune sue caratteristiche. Per l'orso il discorso non è molto diverso. Esistono infatti orsi che vengono reputati "problematici" (non amo questo termine perchè credo che spesso i problemi siano originati proprio dall'uomo stesso) cioè sono quegli orsi che creano effettivamente problemi agli uomini perché hanno perso la naturale diffidenza verso l'uomo, avvicinandosi ai centri abitati, frugando nei cassonetti dell'immondizia, entrando nelle cantine o uccidendo animali. Gli orsi problematici poi, soprattutto se femmine, crescono cuccioli problematici aumentando quindi i disagi.
Ma perché esistono orsi problematici? Perché qualcuno o qualcosa li ha resi così. ....(segue)

OrsoBruno ha detto...

SECONDA PARTE DEL COMMENTO


I fattori sono tanti, spesso anche non sempre accettati ma cercherò di elencartene qualcuno. Ad esempio spesso uno dei fattori è lo spopolamento delle montagne da parte dell'uomo che fino a qualche decennio fa coltivava i campi e i frutteti fino quasi al limite del bosco creando un "cuscinetto" fra i centri urbani e l'habitat dell'orso. Certo i danni c'erano anche all'epoca e spesso le soluzioni erano drastiche: basti pensare agli orsari, cacciatori altamente specializzati nella caccia all'orso. Alcuni progetti di ripopolamento sono spesso accusati di aver spinto gli orsi alla problematicità, ma questo, a mio giudizio è ancora tutto da verificare, è plausibile però che il trasferimento da un habitat ad un altro possa alterare il comportamento di alcuni soggetti più predisposti portandoli alla problematicità. Un altro fattore, molto discusso sono i carnai cioè cumuli di cibo messi a disposizione dell'orso per attirarlo verso zone turistiche o per prelevarne campioni biologici per scopi scientifici (e sui carnai ci sarebbe molto da discutere proprio per la loro origine e per i loro effetti). L'orso quindi, attirato da cibo "facile" e non troppo naturale (consentimi il termine) ha capito che alcuni cibi umani erano migliori di cui normalmente si nutre. Il bestiame, i frutteti coltivati e gli alveari sono fonti di cibo altrettanto semplici da raggiungere e sfruttare per gli orsi, così come i cassonetti della spazzatura. L'orso non conosce la differenza fra animali selvatici e domestici, non conosce confini, il concetto di proprietà privata, di danno o di disturbo. Quindi un orso problematico è semplicemente un orso che reagisce nella maniera più logica e più semplice a stimoli quotidiani, seguendo sempre l'istinto di sopravvivenza. L'orso (come noi) spesso segue il principio edonistico perchè la natura tende a minimizzare il consumo di energie massimizzando il successo riproduttivo e di conservazione.
Le soluzioni per affrontarli devono essere intraprese su due strade, quella della prevenzione e quella della dissuasione. Di solito gli orsi problematici vengono monitorizzati in qualche modo (come Dino ad esempio) cercando di prevenire l'avvicinamento all'uomo attraverso operazioni di dissuasione. Alcune volte gli orsi non sono conosciuti per evitare danni e panico sarebbe meglio prevenire l'avvicinamento degli orsi a zone "calde" come pollai, stalle o alveari utilizzando recinti elettrificati, reti o cancelli in metallo in modo tale che l'orso non si avvicini e torni indietro. Molto importanti sono anche la preparazione della popolazione all'orso, la confidenza che hanno con lui e l'opinione pubblica. Questo è più facile nei luoghi che storicamente sono a contatto con i plantigradi (pensa ad esempio al Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise) meno facile nei luoghi solitamente non frequentati dall'orso. Ultimo ma non meno importante sarebbe il pattugliamento e il controllo da parte di soggetti specifici come agenti forestali o guardie parco che potrebbero lavorare sia a contatto con la popolazione sia nel controllo dell'orso. Fin qui tutto è ideale e perfetto in un mondo ideale e perfetto. Ma sappiamo che spesso non è così....(segue)

OrsoBruno ha detto...

TERZA (E ULTIMA!) PARTE DEL COMMENTO

I controlli sono pochi e frammentati, la prevenzione scarsa, l'informazione pessima. Non si prospetta un bel quadro per i nosti orsi. In questi giorni per questioni di studio sto vivendo in un paese del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise e mi capita spessissimo di parlare con le persone del posto. Posso garantirti una cosa: qui l'orso non è visto con terrore o panico perchè ci convivono da secoli. Sentire i racconti soprattutto degli anziani ti fa capire che il conflitto esiste fra le due specie solo quando si tocca il tasto economico, perchè qui l'orso i danni li fa. Esistono rimborsi e compensazioni che arrivano dal Parco e che (anche se con qualche polemica) attenuano questi attriti. Anzi spesso il vero conflitto è fra la popolazione e il Parco soprattutto quando questo è più fonte di oneri che di onori.
Allora la soluzione qual è?
La soluzione è quella di evitare che possano crescere orsi problematici agendo correttamente in una gestione mirata ed efficace.
E se già sono presenti cosa si fa?
E qui arriva il tasto dolente. Azioni di dissuasione, recinzioni, e quant'altro per fermarli potrebbero essere utili, ma per me una delle strategie migliori è l'informazione. Gli orsi problematici spesso sono i bersagli preferiti (oltre che di potenziali cacciatori) anche dei media e dei discorsi da bar che creano panico e confusione. Prime pagine dei giornali, servizi al TG e isterie collettive non risolvono la situazione anzi, la complicano. Pensa a come nella storia l'odio verso alcuni soggetti sia stato utilizzato per i genocidi o per far scoppiare guerre. Perchè ormai di questo si tratta, una guerra fra l'uomo e l'orso. Pochi si sforzano di capire qual è la verità o semplicemente di accendere il cervello e pensare con la propria testa. Il trasferimento di Dino per me non è dettato dalla sua reale pericolosità ma dal timore che possa fare la fine di Bruno. Ci sono paesi che prevedono l'abbattimento solo se c'è una reale possibilità che un orso possa attaccare l'uomo, ma chi lo decide? Non mi piace l'idea di uccidere un orso perchè presunto killer (tagliamo le mani ai presunti ladri, la lingua ai presunti bugiardi) e neanche quella di rinchiudere un orso all'interno di un recinto. Alcune volte la detenzione di un orso è stata scelta come minore dei mali (vedi Jurka, Yoga o Sandrino). L'estradizione di Dino per me non è una soluzione, come è arrivato nel nostro Paese una volta potrà farlo anche una seconda. Il problema è un altro e qui ti rimando la domanda indietro ma con un altra chiave di lettura: cosa succederà se un altro orso come lui tornerà in Veneto? Qualche partito politico forse inizierà una lotta contro i plantigradi clandestini imbracciando forconi e fucili o sarebbe più logico iniziare un serio lavoro di sensibilizzazione e preparazione del territorio (vista la sua idoneità) alla presenza dell'orso?

Wow! Un commento in tre parti!
So di essere stato estremamente prolisso e mi aspetto molte repliche...e sicuramente, anche qualche polemica :D

Anonimo ha detto...

Enzo ho letteralemente divorato i tuoi tre commenti, che dire, standing ovation!
C'è bisogna di gente come te che riesce a parlare in modo pacato, compentente e senza estremismi (sia pro che contro l'orso).

Sai che proprio ieri sera mi son trovata in un bosco è ho sentito la presenza del Re dei Boschi? Batticuore a mille, non ti dico che emozione anche solo sentire la sua Ombra.

"Qualche partito politico forse inizierà una lotta contro i plantigradi clandestini imbracciando forconi e fucili" ah bhe se è per quello questo qui da noi in Trentino è già successo.

Misty

OrsoBruno ha detto...

@Misty: grazie! Forse è il più bel complimento che mi potessi fare! Mai come in questo momento c'è bisogno di freddare gli animi e di parlare con calma e competenza (la competenza non è la mia, ma quella rappresentata dagli sforzi dei tecnici e degli scienziati che spesso riescono ad essere vanificati da un servizio di Studio Aperto!). Sono felice che ti siano piaciuti e il tuo giudizio conta molto visto che anche tu sei legata a filo doppio con i nostri orsi.
Per quanto riguarda la sensazione di sentirti "osservata" posso finalmente capirla anche io. Ieri mattina alle 5.30 ero in mezzo ai boschi qui intorno e sapevo che lui c'era! E' una sensazione stupenda! Mi piacerebbe trasmettere questo entusiasmo e questo rispetto anche a chi non riesce a capirlo, tutti noi che amiamo la natura e questi animali possiamo fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa, abbiamo una grande sfida davanti.
Misty non posso che augurarti (e augurarmi) al più presto un incontro con il Re, nell'attesa ti mando abbraccio, dall'Abruzzo al Trentino.

Anonimo ha detto...

Paolo- scusatemi se mi firmo anonimo; sono sulle orme degli orsi da circa 35 anni in Trentino ,penso di avere acqusito abbastanza conoscenza dei miei "amici".Elusivo come un fantasma , riuscivo a trovarne le tracce non molto frequentemente( erano pochi gli orsi decenni fa)- quasi sempre da solo anche nei recessi più remoti con qualche timore ma senza terrore..Il progetto Life Ursus è stato per gli studiosi dell'orso come me una specie di Master, spazzando pregiudizi e pieno di scoperte fantastiche.. pensate che anche negli ultimi decenni del secolo scorso le presenze di orsi nelle valli venete e in Trentino orientale era certa ancorchè sporadica.La stampa ne parlava sempre come esemplari liberati da qualche circo o fuggiti dallo zoo.Quanto al pericolo rappresentato dai carnai sarei molto cauto. per anni visitavo un carnaio rifornito dal personale provinciale , allestito dopo che per anni un macellaio scaricando resti di macelleria in un torrente aveva attratto almeno 5 orsi.
Non per questo negli anni successivi avvenivano predazioni oltre misura sul bestiame domestico,tantomeno sui bovini..Riporto un fatto accaduto nei primi anni 50 del secolo scorso
che rammento sempre a chi evoca terrori e paure per vecchi e bambini frequentatori dei boschi: dei contadini falciavano un prato in Val Daone, mentre i loro 2 bambini stavano seduti lontano nell 'erba , i contadini si accorgono che un animale si avvicina ai bambini , passa tra loro senza curarsene e piano piano si inoltra nel bosco...era un 'orso..il "famelico orso mangiatore di bambini"...sic..

Anonimo ha detto...

Caro Enzo, sono Stefano...posto queste 2 righe solo per darvi un informazione visto che tu hai gia' detto tutto quello che c'era da dire sul rapporto tra uomini e orsi :)
Ho a vuto un contatto proprio ieri con un tecnico faunista che ha seguito (e segue tuttora...) il progetto Life Ursus in Brenta, un amico personale prima di tutto di cui non voglio fare il nome per un evidente rispetto della sua privacy...
La questione che viene dibattuta e data quasi per certa dai giornali del Vicentino e riportata poi da quelli nazionali su una possibile deportazione di Dino in Slovenia e' ASSOLUTAMENTE IMPROPONIBILE ! Non e' prevista dal protocollo PACOBACE e gli Sloveni hanno ufficiosamente fatto sapere che non ci si provasse nemmeno a chiederglielo ! Perche' ? Perche' come da regola in Slovenia gli orsi problematici vengono abbattuti poiche' non si puo' far altro quando si gestisce una popolazione di 500 orsi in un territorio piu piccolo del Veneto .
Quindi la scelta puo' esssere solo tra l'abbattimento qui in Italia o la prigionia come Jurka (ed in questo caso gli auguro che sia abbattuto ...)
Ammesso che Dino sia problematico ...e questo andrebbe discusso ma al momento non puo' definirsi tale se si applicano i parametri del PACOBACE, quindi c'e' veramente una forzatura nell'atteggiamento delle autorita' venete. In Lombardia al momento si segnalano 4 orsi del progetto Trentino (3 in prov di Brescia e 1in quella di Sondrio ) e ci si prepara dopo averlo gia' fatto gli anni scorsi a conviverci (convegni, informazioni, fornitura di recinti per il bestiame e gli apiari e quant'altro...)perche ' la regione Veneto che ha firmato il protocollo non ha fatto e non fa lo stesso ? Ci si arroga il diritto di rimuovere un animale che L'Italia ha deciso di proteggere e di incrementarne la specie senza aver alcun diritto a fare cio...lo si fa gestire ad un gruppo di incompetenti come la locale polizia provinciale che annuncia soluzioni che non sono mai state prese in considerazione (trasferimento in Slovenia..) mentre nel frattempo e tuuti sembrano non averlo notato il nostro orso ha smesso di far danni perche ' forse questi fenomeni di allevatori hanno iniziato a sorvegliare il loro animali, ma e' questo che non vogliono fare troppo pigri...troppo costoso...piu' semplice "fucilare Dino " e tornare a non badare ai poveri asinelli !!