"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 23 febbraio 2009

Se l'orso dorme sopravvive di più

Uno studio condotto su 4500 specie di mammiferi viventi, ha messo in evidenza che sono proprio gli animali che hanno adottato questo comportamento, quelli che meno corrono il rischio di estinzione. Con termine inglese li hanno chiamati animali «sleep-or-hide» (in sigla SLOH), cioè «dormi o nasconditi ». Staccare la spina insomma dall'ambiente esterno in cui normalmente vengono svolte le attività vitali, ecclissarsi per un periodo dal resto del mondo e andare a infilarsi in qualche buco nascosto, garantisce non solo la sopravvivenza dei singoli, quando le condizioni climatiche (come nel caso degli animali che vanno in letargo) diventano severe, ma anche quella dell'intera specie. Ricercatori dell' Università di Oslo e di Helsinki, lo hanno dimostrato prendendo in esame le 443 specie di mammiferi che adottano un comportamento «sleep-or-hide». Ci sono quelli che vanno in ibernazione per tutto l'inverno (per esempio marmotte e ghiri) oppure che hanno un semiletargo con brevi periodi di ibernazione e moderata attività nelle giornate più miti (tassi, orsi, scoiattoli), o ancora quelli che dormono di giorno e sono attivi di notte (pipistrelli), o quelli che soprattutto nei climi desertici caldi rallentano la loro attività ed il loro metabolismo ed entrano in uno stato di vita latente, chiamato estivazione (per esempio alcuni ricci orientali). Ma tra gli animali SLOH ci sono anche le comuni talpe, o il tamia siberiano, una specie di scoiattolo che scava gallerie nel terreno lunghe anche nove metri.
L'idea che specie con questo tipo di comportamento potessero avere un vantaggio nella sopravvivenza rispetto alle altre era nata da uno studio che Lee Hsianga Liow, dell'Università di Oslo, aveva condotto in precedenza su campioni fossili, e che faceva intuire come anche in passato i mammiferi SLOH fossero stati presenti sulla Terra per un periodo più lungo rispetto alle specie di mammiferi non SLOH. I ricercatori perciò hanno voluto verificare con un lavoro sistematico se questa tendenza fosse vera anche per le specie viventi. Così hanno confrontato i dati disponibili. E hanno visto che i «dormiglioni» è gli «imbucati nel terreno» sono scarsamente presenti nelle «liste rosse» compilate dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN. Anzi molti gruppi, ai quali appartengono i roditori, i pipistrelli e le talpe (in totale il 70% dei mammiferi) sono generalmente in ottima salute. Solo il 17,5 % delle 2225 specie di roditori è in qualche modo minacciato ( per lo più in forme leggere), a confronto del 49% dei primati (scimmie e affini), del 81% dei perissodattili ( cavalli, rinoceronti, tapiri) o al 100% dei sirenidi( trichechi, lamantini). Con metodi statistici i ricercatori hanno anche escluso che fossero altri fattori a determinare il vantaggio, per esempio la larga distribuzione sul pianeta (che ovviamente facilita la sopravvivenza avendo a disposizione un vasto campionario di habitat) o la taglia ( normalmente i più piccoli hanno un rischio minore di estinzione). Ma anche epurando questi fattori sono risultati egualmente avvantaggiati gli SLOH. «Questo comportamento permette ai mammiferi di funzionare a una velocità metabolica più bassa e a proteggerli dagli elementi fisici avversi - concludono i ricercatori - I mammiferi con un comportamento SLOH hanno una maggiore tendenza a sopravvivere nell'attuale crisi di estinzioni e probabilmente l'hanno avuta anche nelle crisi del passato perché hanno ridotto l'esposizione agli stress ambientali».

Massimo Spampani
Corriere.it

Illustrazione di Janice Kasper

giovedì 19 febbraio 2009

In onda in Austria e Germania il film-tv dedicato a Bruno

Tre anni fa l'orso Bruno scorazzava libero per le Alpi bavaresi, mentre l'allora governatore della Baviera, il conservatorissimo Edmund Stoiber, parlava di "orso problematico" e "orso che causa danni" e auspicava di abbatterlo. Ora la storia di Bruno, all'anagrafe JJ1, l'orso italiano ucciso brutalmente da alcuni bracconieri nel sud della Germania, è diventata una commedia televisiva: "Der Baer ist los", ovvero "L'orso è fuggito". Si tratta di una co-produzione bavarese-austriaca, girata tra Innsbruck e il lago alpino Achensee, che andrà in onda il 25 febbraio sul primo canale tedesco Ard e sull'emittente pubblica austriaca Orf. Per recitare la parte dei plantigradi sono stati ingaggiati cinque orsi del Circo Paul Busch; gli attori "umani" principali sono invece Harald Krassnitzer, Nadeshda Brennicke, Fritz Karl e Erwin Steinhauer.
La commedia tv racconta con ironia l'avventura (nella realtà finita male) del celebre plantigrado: a caccia di un nuovo territorio il cucciolo di orso si sposta in Tirolo e verrà catturato dal cacciatore Hubert Wolfgruber (Fritz Karl) con l'aiuto di una trappola canadese. L'animalista bavarese Linde Bluemel (Nadeshda Brennicke) tenterà di impedirglielo in ogni modo, ma poi si innamorerà di Hubert.Il vero Bruno è stato ucciso nell'estate del 2006 vicino al lago di Spitzing, perchè secondo le autorità era diventato un pericolo pubblico. Da marzo 2008 si trova imbalsamato al museo "Mensch und Natur" di Monaco di Baviera. Nato nel parco del Brenta-Adamello, era il primo orso in libertà ad essere entrato in Germania dopo oltre 170 anni. Il suo predecessore, un orso ucciso nel 1835 in Baviera, è esposto nello stesso museo. Dopo l'abbattimento di Bruno, il governo italiano aveva chiesto senza successo la restituzione del corpo.

Fonte: Virgilio notizie

"Progetto ramnus" varato per l'orso goloso

Il ramno prezioso arbusto dai neri frutti che fanno molto gola agli orsi, potrebbe tornare a colonizzare alcuni siti della Valle del Giovenco. L'idea nasce dall'Associazione Amici dell'Orso Bernardo di San Sebastiano dei Marsi che, nell'articolato programma della campagna alimentare a favore dei plantigradi, ha pensato bene di chiedere la consulenza all'Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura e l'Ambiente di Avezzano, per la propagazione della preziosa pianta. Ed un progetto è stato subito elaborato che potrebbe portare in tempi relativamente brevi alla costituzione di ramneti nel Giovenco. E' nata, infatti, una collaborazione tra gli Amici di Bernardo, il "Serpieri" e il Parco Nazionale d'Abruzzo. Il progetto "Ramnus" elaborato dall'Agroambientale è stato illustrato nel corso di un incontro con i responsabil del PArco e dell'Associazione ambientalista, dal responsabile del laboratorio di micropropagazione, professoressa Rosa Damiani.
"L'obiettivo è quello di micropropagare il Ramnus nel nostro laboratorio - dice la docente - per poi reintrodurlo in zone idonee della Valle del Giovenco". Tanti gli aspetti formativi del progetto, come ha tenuto a sottolineare la professoressa Damiani. Gli studenti dovranno misurarsi con le biotecnologie (durante tutto il processo di micropropagazione); con l'agronomia (attraverso le varie cure culturali dei ramneti); con l'ecologia applicata (il ripristino delle reti alimentari) fino all'etologia (con l'osservazione del comportamento dei plantigradi). Insomma, il progetto "Ramnus" in una visione "olistica", che svilupperà anche una ricerca antropologica. Il tutto, chiaramente sotto stretto controllo del Servizio scientifico del Parco. "Un progetto qualificante - dice il dirigente scolastico prof. Francesco Gizzi - che porta il nostro Istituto ad instaurare una corsia preferenziale con l'Ente Parco, che potrà tradursi anche in occasioni di lavoro per i nostri ragazzi. Ed apre anche al mondo dell'associazionismo ambientale". Potranno essere utilizzate anche le serre dell'Ipsaa per la moltiplicazione del ramnus per seme o per talea. Insomma, Gemma, Generoso etc. cominciano già a leccarsi i baffi pensando ai succulenti frutti.

Ferdinando Mercuri

domenica 8 febbraio 2009

Ho voglia di cappuccino...ma lo voglio così!!!

Se andate a Tokyo al Kawaii Coffee, nella zona di Omotesandō e chiedete un cappuccino, potreste avere una gradita sorpresa...

Tratto dal blog quiva.net

sabato 7 febbraio 2009

Sei un orso? Provalo con SimAnimals!

Probabilmente molti di voi, come me, sono amanti dei videogiochi e soprattutto di quelli di simulazione. La serie "Sim", iniziata nel 1989 con il celebre SimCity si è snodata lungo gli anni con diversi prodotti di cui l'ultimo, appena uscito per nintendo DS e Wii, è SimAnimals.

Ma in cosa consiste questo gioco? Se in SimCity dovevamo costruire e gestire una città o in The Sims creare un personaggio e farlo vivere ed evolvere in una società virtuale, in SimAnimals avremo l'opportunità di entrare nel mondo degli animali selvatici. Potremo toccare, spostare, e giocare con gli animali della foresta, tra orsi, scoiattoli, volpi, tassi e gufi!



Una esperienza a 360° per tutti coloro che vogliono provare in prima persona cosa si prova a vivere in un ambiente selvatico e poter stare a contatto con gli abitanti di boschi, prati e paludi.

Screenshots di SimAnimals per Nintendo Wii (sopra) e Nintendo DS (sotto)

Molti potrebbero storcere il naso davanti ad un prodotto del genere perchè potrebbe sembrare una istigazione alla manipolazione della natura, soprattutto se utilizzato da bambini che non hanno gli strumenti per capire che gli animali sono esseri viventi e non ammassi di pixel e dati con cui giocare a proprio piacimento. Io penso che potrebbe essere invece un buon metodo per conoscere animali, piante e biomi divertendosi e potrebbe essere uno spunto per educare i più piccoli ad una conoscenza più profonda di quello che ci circonda. Voi che ne pensate?
Forse sarebbe opportuno giocarci prima di giudicare in modo affrettato...corro a comprarlo e vi faccio sapere!



Prezzo indicativo per Nintendo Wii: 59 euro





Prezzo indicativo per Nintendo DS: 39 euro



Per maggiori informazioni visitate il sito www.simanimals.com

venerdì 6 febbraio 2009

Trentino: 60 mila euro di danni nel 2008

I 24 orsi presenti in Trentino a fine del 2008 hanno causato sul territorio danni per una cifra doppia rispetto all'anno precedente, cioe' per circa 60 mila euro, suddivisi in un totale di 140 episodi. Si tratta di dati emersi dalla presentazione al Museo Tridentino di Scienze naturali di Trento del 'Rapporto orso 2008', divulgato in parte gia' a meta' gennaio, che riferisce sulla situazione dei plantigradi protagonisti del progetto Life Ursus, di reintroduzione di questi animali in Trentino. Quanto ai danni in questione, particolarmente colpiti sono stati gli alveari e il bestiame. Le opere di prevenzione sono state 77 (31 per preservare il patrimonio apistico e 46 quello zootecnico), per una spesa complessiva di 18.413,00 euro. Orsi a parte, lo stesso rapporto dedica un'appendice al punto sulla presenza della lince sul territorio: il 23 marzo 2008 venne infatti segnalata la presenza di un esemplare nell'Alta Val di Sole, sconfinato dalla vicina Engadina, in Svizzera, dov'era stato in precedenza catturato e munito di radiocollare. Si tratta di un giovane maschio di circa 24 chili che porta il codice identificativo di B132. Dopo aver visitato la Val di Sole, l'Alta Val di Non e il territorio sudtirolese di Lauregno e Proves, la lince si e' diretta a sud ed e' andata a salirsi nell'area delle Dolomiti di Brenta, a stretto contatto con gli orsi bruni. (ANSA)

Orsi a Campodalbero? Impronte sul sentiero

Un orso nel territorio di Crespadoro? Quelle orme, fotografate a Campetto, sopra Campodalbero, corrispondono alle tipiche impronte lasciate dalla camminata di questo animale. A dirlo, con il condizionale d'obbligo, è il Corpo forestale dello Stato, analizzando le foto scattate da un'escursionista.
Quando Alberto Barba, ispettore superiore della stazione di Arzignano, si è trovato di fronte gli scatti, non ha escluso che si possa trattare di un orso proveniente dalle montagne vicine o più alte. Addirittura si può ipotizzare che si tratti di due esemplari, il secondo di dimensioni minori.
A scattare le fotografie è stata Clelia Zappon di Chiampo, durante un'escursione a gennaio oltre La Piatta. «Ero salita con mio marito e un suo collega - racconta la signora: vista la giornata particolarmente serena volevamo farci una passeggiata in vlta valle. Abbiamo deciso la meta di Campodalbero. Siamo saliti alla Piatta e ci siamo incamminati verso le malghe Campodavanti e Campetto: non pensavo proprio che lassù mi sarei imbattuta in questa sorpresa». Dopo un lungo tratto di strada militare, i tre hanno imboccato il sentiero che sale alla malga Campodavanti, nel territorio di Recoaro. Giunti in prossimità della malga, hanno fatto una piccola sosta. «Lassù non era ancora passato nessuno - afferma Clelia Zappon - . Non c'era nessun segno di passaggio, la neve era immacolata e molto ghiacciata. Non abbiamo usato nemmeno le ciaspole: era una neve da ramponi». A quel punto i due uomini hanno deciso di proseguire verso Cima Marana, mentre la signora è rimasta nelle vicinanze di Malga Campodavanti, a godersi il sole. È stato allora che ha notato quelle particolare impronte: una pista ben definita, con impronte l'una dinnanzi all'altra, che provenivano dal Mesole, in direzione Marana.
«Quando le ho viste ho capito subito che si trattava di un animale di grossa taglia - spiega la donna - non poteva certo trattarsi di camosci, e nemmeno di qualche cane. Il mio scarpone è numero 37, e il diametro di quell'impronta era ben superiore. Andando per esclusione, ho cominciato a pensare che si trattasse di un orso, magari spinto dalla fame o dalla troppo neve in quota. Essendo sola, avevo anche un po' di timore, quindi non ho scelto di non spingermi in direzione della pista».
Al rientro dei due uomini, i tre escursionisti hanno documentato fotograficamente le impronte, e al rientro si sono rivolto al Corpo forestale.

Matteo Pieropan

Fonte: ilgiornaledivicenza.it

domenica 1 febbraio 2009

Serbia: in liberta' 3 orsi danzanti

Gli ultimi tre orsi 'danzanti' in Serbia dove sono stati rimessi in liberta' in un parco naturale in Bulgaria. I tre animali sono stati confiscati alle famiglie rom che li utilizzavano per i loro spettacoli di strada e si sono uniti nel grande parco naturale di Belitsa (Bulgaria) ad altri 24 orsi che erano stati anch'essi sfruttati da famiglie di nomadi. La pratica degli orsi 'danzanti' e' vietata in Serbia e in Bulgaria, ma e' ancora consentita in Albania.

Fonte ANSA