Nove orsi polari sono da giorni alla deriva in balia delle onde nel mare di Chukchi in Alaska a quasi 100 chilometri dalle coste, dopo che i ghiacci si sono letteralmente sciolti sotto di loro. Sembra che alcuni non ce l'abbiano fatta e siano morti. E ora è corsa contro il tempo per tentare di salvare quelli che ancora hanno la forza di nuotare.
L'allarme era stato lanciato intorno al 20 agosto dal Wwf che sta seguendo la situazione e oggi la storia è apparsa anche sul quotidiano britannico Daily Mail dove campeggia una eloquente fotografia, scattata da un elicottero in ricognizione, di un orso polare che nuota in solitudine in mezzo al mare.
«Alcuni di questi nove esemplari - ha detto Massimiliano Rocco, responsabile del Programma Traffic/Specie del Wwf Italia - non si vedono più, probabilmente non ce l'hanno fatta. Gli altri sono allo stremo e al limite della sopravvivenza. Non possono tornare indietro e riconquistare naturalmente il pack è impossibile. Bisogna intervenire in maniera compiuta». L'orso polare è abituato a nuotare ma per due, tre ore e per poche miglia. Questa volta è diverso. Si tratta di giorni interi. «Perciò - ha riferito Rocco - abbiamo chiesto alle autorità canadesi e statunitensi di intervenire con i loro mezzi per poter anestetizzare gli animali e portarli in salvo».
Questi 9 orsi polari, secondo l'esperto del Wwf, «rappresentano il simbolo e l'emblema del riscaldamento climatico». «Oggi sono 9. Il prossimo anno magari più del doppio e ogni anno sempre di più. Forse fra dieci anni, se continua questa situazione, potremmo addirittura dire addio agli orsi polari». Dietro al dramma dei nove orsi la regressione dei ghiacci. «Le previsioni - ha detto Rocco - erano catastrofiche ma non così catastrofiche e rapide».
Gli animalisti hanno chiesto aiuto alla Guardia Costiera degli Stati Uniti, sollecitandola a inviare un’unità «Arca di Noè» per salvare gli orsi-naufraghi. I nove esemplari sono stati avvistati di nuovo il 18 agosto e poi il 22. Le condizioni del mare sono peggiorate e si sono persi i contatti. Secondo il World Wide Fund for Nature, in passato un gruppo di orsi è riuscito a nuotare per 100 miglia (oltre 160 km), ma sono arrivati sulla terraferma esausti e molti sono annegati. «L’Artico è un oceano è trovare nove orsi dispersi è una missione estremamente difficile, oltretutto temiamo che quelli segnalati siano solo una parte degli animali finiti in mare aperto», ha detto Margaret Williams, direttrice del WWF Alaska.
Senza contare poi che l'Istituto Americano per il Petrolio (Api) e altri quattro gruppi petroliferi, scrive il Washington Post, hanno fatto causa al ministro degli Interni Dirk Kempthorne e al direttore del Servizio per la fauna protetta, Dale Hall per aver inserito gli orsi polari nell'elenco delle specie protette.
Azione che li pone al fianco della neo-vice di John McCain, la 'barracuda' Sarah Palin, che nel maggio scorso, pochi giorni dopo la modifica all'Endangered species act, aveva annunciato un ricorso legale contro la decisione del governo federale americano perché, a suo dire, questa legge avrebbe danneggiato la ricerca di petrolio e gas nelle regioni a nord dell'Alaska, habitat principale degli orsi. Ovviamente, la decisione di McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, di nominare Palin, detta 'barracuda' per la grinta con cui affronta ogni sfida, come sua vice ha sollevato l'entusiasmo dei lobbisti dl petrolio.
Il 4 agosto lo Stato dell'Alaska ha fatto causa contro l'inserimento nella lista degli orsi sostenendo che il numero di questi animali nella regione è stabile, e che lo scioglimento dei ghiacci non rappresenta una minaccia. Inoltre, la specie nel passato è riuscita a sopravvivere a periodi di surriscaldamento climatico senza particolari problemi. Il governo federale ha 60 giorni di tempo per contestare.
L'allarme era stato lanciato intorno al 20 agosto dal Wwf che sta seguendo la situazione e oggi la storia è apparsa anche sul quotidiano britannico Daily Mail dove campeggia una eloquente fotografia, scattata da un elicottero in ricognizione, di un orso polare che nuota in solitudine in mezzo al mare.
«Alcuni di questi nove esemplari - ha detto Massimiliano Rocco, responsabile del Programma Traffic/Specie del Wwf Italia - non si vedono più, probabilmente non ce l'hanno fatta. Gli altri sono allo stremo e al limite della sopravvivenza. Non possono tornare indietro e riconquistare naturalmente il pack è impossibile. Bisogna intervenire in maniera compiuta». L'orso polare è abituato a nuotare ma per due, tre ore e per poche miglia. Questa volta è diverso. Si tratta di giorni interi. «Perciò - ha riferito Rocco - abbiamo chiesto alle autorità canadesi e statunitensi di intervenire con i loro mezzi per poter anestetizzare gli animali e portarli in salvo».
Questi 9 orsi polari, secondo l'esperto del Wwf, «rappresentano il simbolo e l'emblema del riscaldamento climatico». «Oggi sono 9. Il prossimo anno magari più del doppio e ogni anno sempre di più. Forse fra dieci anni, se continua questa situazione, potremmo addirittura dire addio agli orsi polari». Dietro al dramma dei nove orsi la regressione dei ghiacci. «Le previsioni - ha detto Rocco - erano catastrofiche ma non così catastrofiche e rapide».
Gli animalisti hanno chiesto aiuto alla Guardia Costiera degli Stati Uniti, sollecitandola a inviare un’unità «Arca di Noè» per salvare gli orsi-naufraghi. I nove esemplari sono stati avvistati di nuovo il 18 agosto e poi il 22. Le condizioni del mare sono peggiorate e si sono persi i contatti. Secondo il World Wide Fund for Nature, in passato un gruppo di orsi è riuscito a nuotare per 100 miglia (oltre 160 km), ma sono arrivati sulla terraferma esausti e molti sono annegati. «L’Artico è un oceano è trovare nove orsi dispersi è una missione estremamente difficile, oltretutto temiamo che quelli segnalati siano solo una parte degli animali finiti in mare aperto», ha detto Margaret Williams, direttrice del WWF Alaska.
Senza contare poi che l'Istituto Americano per il Petrolio (Api) e altri quattro gruppi petroliferi, scrive il Washington Post, hanno fatto causa al ministro degli Interni Dirk Kempthorne e al direttore del Servizio per la fauna protetta, Dale Hall per aver inserito gli orsi polari nell'elenco delle specie protette.
Azione che li pone al fianco della neo-vice di John McCain, la 'barracuda' Sarah Palin, che nel maggio scorso, pochi giorni dopo la modifica all'Endangered species act, aveva annunciato un ricorso legale contro la decisione del governo federale americano perché, a suo dire, questa legge avrebbe danneggiato la ricerca di petrolio e gas nelle regioni a nord dell'Alaska, habitat principale degli orsi. Ovviamente, la decisione di McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, di nominare Palin, detta 'barracuda' per la grinta con cui affronta ogni sfida, come sua vice ha sollevato l'entusiasmo dei lobbisti dl petrolio.
Il 4 agosto lo Stato dell'Alaska ha fatto causa contro l'inserimento nella lista degli orsi sostenendo che il numero di questi animali nella regione è stabile, e che lo scioglimento dei ghiacci non rappresenta una minaccia. Inoltre, la specie nel passato è riuscita a sopravvivere a periodi di surriscaldamento climatico senza particolari problemi. Il governo federale ha 60 giorni di tempo per contestare.
2 commenti:
Magari un'ALFA di Noè...hehe
scherzo capoccione...spaeriamo che nove orsi polari riescano a salvarli...un abbraccio
mik
ho letto questo poco fa:
''Wwf: impossibile salvare gli orsi polari naufraghi
Ci sono poche speranze per i nove orsi polari 'naufraghi' nel Mar Artico. Una decina di giorni fa erano
stati avvisti mentre nuotavano al largo dell'Alaska, dopo che l'iceberg su cui si trovavano si era sciolto. Inizialmente il Wwf Alaska aveva affermato che una spedizione, una sorta di neo Arca di Noè, era pronta a partire per salvare gli orsi, ma sul sito internazionale dell'associazione animalista si legge oggi una smentita che suona quasi come un requiem.
"Molti lettori ci chiedono perché non interveniamo - si legge - pur provando dolore per questi animali, sfortunatamente, non c'è modo per salvarli". Ritrovarli dove erano stati avvistati giorni fa a circa 320 chilometri dalla costa, è quasi impossibile data la vastità del Mar Artico, la forza delle correnti e la rapidità a cui riescono a nuotare gli orsi polari adulti, spiega il Wwf. Inoltre, anche se venissero individuati, è quasi impossibile poterli salvare con una piattaforma artificiale.
"L'unica cosa che possiamo fare oggi è agire per salvare tutta la popolazione di orsi polari, specie minacciata dal cambiamento climatico" afferma il Wwf International. Tra gli altri fattori di rischio per gli orsi, ma non solo per loro, l'associazione elenca la crescente industrializzazione dell'Artico e i livelli insostenibili raggiunti dalla caccia. "Compiendo le giuste scelte possiamo salvare gli orsi polari ma anche noi stessi".''
...già hanno gettato la spugna quelli del wwf...che delusione...
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