"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

domenica 30 marzo 2008

Orsi polari "occupano" base militare in Russia

ll comandante di una cittadella militare russa dell'Artico ha dichiarato guerra agli orsi bianchi che assediano la sua base. Succede a Belushia Guba, nell'arcipelago di Novaia Zemlya. Dallo scorso novembre, come racconta il tabloid Komsomolskaia Pravda, un centinaio di plantigradi si è avvicinato alle discariche della cittadella in cerca di cibo, inseguendo il personale della struttura e anche i blindati. Cinque orsi hanno fatto di alcune caserme abbandonate la loro tana e, alcuni esemplari femmina, si sono avventurati verso un asilo nido della cittadella militare.
Il comandante ha deciso di diramare l'ordine di sparare in caso di aggressione evidente. Prima, però, ha chiesto l'autorizzazione al Ministero dell'ambiente che ha risposto picche, ricordando che i conflitti tra uomini e orsi bianchi in quelle zone sono frequenti.
Il consiglio è stato di tenere a distanza gli animali utilizzando filo spinato elettrico, pallottole di gomma e dispositivi sonori. Ma il quotidiano è rimasto perplesso: «I militari non sono mica domatori » - ha commentato.

Fonte: Il messaggero

venerdì 28 marzo 2008

In Europa tantissime nascite di orsetti polari negli zoo

L'anno scorso, l'Europa si era commossa per Knut, il cucciolo d'orso polare allevato al biberon allo zoo di Berlino dopo l'abbandono della mamma. Quest'anno, la storia si ripete: tutti in visibilio per Flocke, bellissima pupattola bianco latte nata allo zoo di Norimberga, anche lei abbandonata e allevata dall'uomo. Oggi ha fatto la sua prima passeggiatina all'aperto. Ma la primavera 2008 promette di essere ricchissima di orsetti bianchi: nati fra novembre e dicembre, nel mese di marzo stanno emergendo dalle tane dei rispettivi zoo per farsi ammirare dal pubblico. Gli altri cuccioli però suscitano meno attenzione perchè le mamme ce le hanno eccome, e sono accuditi amorevolmente. Così Wilbear, nato il 10 dicembre allo zoo di Stoccarda dalla mamma Corinna: lo zoo Wilhelma ha dato una certa pubblicità all'evento. E poi c'è una teoria di gemellini. I due cuccioli bianchi dello zoo di Schoenbrunn a Vienna: sono nati il 30 novembre e il 6 marzo hanno fatto la prima passeggiata pubblica con la mamma Olinka. A Mosca, altri due gemelli sono nati in novembre e sono apparsi in pubblico il 4 marzo; la mamma però li custodisce gelosamente ed escono di rado dalla tana. E l'orsa Cora allo zoo di Brno, nella Repubblica Ceca, ha partorito altri due gemelli questo inverno: sono usciti a fare il bagno l'11 marzo, e non hanno ancora nome. Gli amanti della natura saranno felici fra qualche mese di vederli tutti cresciuti e in buona salute. Ma per le masse dei sentimentali è un vero peccato pensare che tutti seguiranno la sorte di Knut: da adorabile peluche bianco a bestione di di oltre un quintale di peso.

Fonte: Apcom

Concorso "Difendiamo gli orsi". Hanno aderito 70 scuole

Un notevole successo ha riscosso il concorso "Un disegno per la salvaguardia degli orsi". Sono stati oltre 70 gli istituti che hanno aderito al progetto con più di 200 elaborati. L'iniziativa, cui hanno aderito molte scuole medie e superiori della Marsica, è stata promossa dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e dal movimento ecosportivo Sportchallengers, associazione nazionale di protezione ambientale con sede a Napoli. Scopo dell'iniziativa è stato quello di sensibilizzare gli studenti, attraverso un processo lucido e ricreativo, sull'importanza della salvaguardia degli orsi problema di grande attualità dopo che tre esemplari, tra cui l'orso Bernardo, sono stati trovati morti nella zona del Parco.
Allo studente o alla classe che avrà realizzato il miglior lavoro verrà assegnato un premio di 10 mila euro in materiale didattico.
Gli studenti hanno espresso le proprie opinioni sulle iniziative da adottare per la salvaguardia dell'orso e di altri animali protetti. <>, afferma Augusto Cipriani, vice preside dell'Istituto comprensivo di Cerchio, <>.
La triste vicenda dell'orso Bernardo ha colpito molto gli studenti marsicani che hanno voluto dire la loro affinché gli animali della specie protetta vengano tutelati.
Nelle scuole marsicane spesso vengono affrontati problemi relativi alla salvaguardia degli animali.

Fonte: Il Centro

Ecco la mascotte dei Giochi del Mediterraneo 2009

E' stata presentata ieri la mascotte ufficiale dei Giochi del Mediterraneo che si terranno a Pescara nel 2009: è un orso marsicano con pinne, costume, infradito e maschera. E' stata ideata da Giulia Di Marco, un'alunna della scuola media Benedetto Croce di Pescara, vincitrice del concorso bandito proprio per ideare la mascotte. L'orso però non ha ancora un nome, che verrà scelta tramite una campagna di comunicazione con pubblicazione di coupon su tutte le testate giornalistiche abruzzesi. Il disegno è stato selezionato da una apposita commissione fra 796 opere e Giulia in premio riceverà un personal computer. L'orso è stato insieme al delfino (simbolo di Pescara) uno dei soggetti più disegnati dagli studenti partecipanti al concorso insieme ad altri animali marini come cavallucci marini e polipi.

mercoledì 26 marzo 2008

Impagliato il "ladro" Bruno

Colto di sorpresa mentre distrugge alcuni alveari per rubare un po' di miele: si presenterà così, da domani, ai visitatori del museo "Mensch und Natur" di Monaco di Baviera, l'orso "Bruno", abbattuto quasi due anni fa nel sud della Germania.
Nei mesi scorsi il corpo del plantigrado nato in Italia è stato sottoposto a un processo di impagliatura che ha richiesto oltre 1.400 ore di lavoro; il risultato verrà mostrato in un'esposizione permanente che ripercorrerà, tra l'altro, le ultime settimane di vita dell'animale. Sul muso di Bruno, presentato all'interno di un grande cubo di vetro, spiccano alcune api finte.
La "posa" è stata ripresa da un evento reale: il 16 giugno 2006 l'orso distrusse infatti diversi alveari appartenenti ad un apicoltore nella località bavarese di Kochel am See. Dieci giorni dopo Bruno o JJ1, secondo il suo nome ufficiale, venne abbattuto da alcuni cacciatori nei pressi del lago Spitzing. In precedenza erano state ritrovate nella zona alcune pecore sbranate, il che aveva creato il panico tra la popolazione locale.
Bruno, nato nel parco Brenta-Adamello, era il primo orso in libertà ad essere entrato in Germania dopo oltre 170 anni. Il suo predecessore, un orso ucciso nel 1835 in Baviera, è esposto nello stesso museo. Dopo l'abbattimento di Bruno, il governo italiano aveva chiesto senza successo la restituzione del corpo.


Fonte

Ecco la lettera di denuncia per la situazione di Jurka

La sottoscritta Anna Maria Pilati, in qualità di legale rappresentante del Movimento vegetariano NO alla caccia, con sede in Via G. Rodari 44, Bovolone (VR), espone quanto segue. In data 28 giugno 2007 una squadra tecnica della Provincia di Trento ha proceduto alla cattura di un’orsa, denominata Jurka, ed alla sua rilocazione in un recinto sito in località San Romedio. Si tratta di struttura talmente di piccole dimensioni (meno di 1.500 metri quadrati), che l’orsa dopo aver tentato la fuga in tutti i modi possibili, (scavando il terreno, salendo sulle uniche quattro piante presenti nel recinto e cercando di fare da ponte….) sta trascorrendo le sue giornate rosicchiando legni, nell’apatia e nella noia più assolute; il recinto è assolutamente inadeguato alle condizioni dell’animale, abituato a percorrere molti chilometri in solo giorno, di carattere riservato e che necessita di ben altra sistemazione. Per impedire la fuga il recinto è dotato di due circuiti ad alto voltaggio elettrico e il tronco delle piante è stato rivestito di un telo di plastica.
Si segnala anche che l’animale in questione è madre di tre orsacchiotti e che non ha mai aggredito, o tentato di farlo, alcun essere umano. Ha girovagato per il territorio provinciale per un’unica esclusiva ragione vitale: cercare del cibo, specie quando doveva occuparsi ad allevare i suoi cuccioli. Questa tendenza è comprovata dalla lettera di Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento, dd. 3 aprile 2007, indirizzata al Ministero dell’Ambiente, in cui è asserito: “Tale comportamento non fa che confermare la spiccata attitudine dell’animale ad avvicinarsi ripetutamente ai centri abitati in cerca di cibo”.
La cattura (doc. 1, nota Ministro Ambiente del 5.7.2007) era stata autorizzata alla condizione che l’orsa fosse collocata in luogo idoneo alle condizioni di vita di un animale di tale genere. Con la stessa nota il Ministro riteneva “ancora non soddisfatte le condizioni esposte” in una precedente nota.
Sul tema è intervenuto, con nota del 13.4.2007, prot. 2303/T-A1 B l’Istituto nazionale della Fauna Selvatica (doc. 2). L’Istituto sottolineava, riferendosi agli orsacchiotti, che in genere individui sub adulti di orso, privati della madre tendono a presentare elevati tassi di mortalità e ad assumere comportamenti problematici.
Con successiva lettera del 29.11.2007, prot. 7437/T-A1B (doc. 3) lo stesso INFS segnalava a Provincia di Trento come il recinto di San Romedio non presentasse condizioni ottimali per ospitare permanentemente l’animale.
Il 13 ottobre 2007, Jurka ha dovuto subire un’ulteriore aggressione fisica: è stata sterilizzata, pur in assenza della necessaria autorizzazione ministeriale resa necessaria a tenore di quanto segue: “ogni intervento dovrà essere preventivamente concertato ed autorizzato” (lettera dd. 20 giugno 2007 del Ministero dell’Ambiente). (doc. 4).
Tutto ciò considerato si ritiene che sia stata violata la norma di cui all’articolo 727, comma 2° del codice penale, che vieta la detenzione di animali, in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. Al riguardo non possono non rilevare, qualora dovesse essere ritenuto il comportamento segnalato vietato dalla legge, i pareri dell’INFS, in particolare il secondo, del 29.11.2007, che espressamente riconosce come il recinto ove è rinchiusa l’orsa da mesi “per le limitate dimensioni complessive, le caratteristiche di frequentazione turistica e le caratteristiche tecniche delle recinzioni non presenti condizioni ottimali per ospitare permanentemente l’animale”.
In disparte infatti l’utilizzo dell’aggettivo “ottimale” per spiegare che il recinto non è affatto idoneo, e malgrado l’affermazione (contraddittoria) per cui l’animale potrebbe essere trattenuto nell’attuale luogo per mesi, traspare chiaramente che la soluzione attuale è del tutto inaccettabile. La sottoscritta chiede, perciò, che vengano avviate indagini penali, affinché – ove ritenuto sussistente comportamento integrante fattispecie di reato – i responsabili siano puniti secondo legge.
In considerazione del quadro descritto, sussistono a parere della esponente anche i presupposti e le condizioni per disporre sequestro preventivo, con individuazione, a mezzo del Corpo forestale dello Stato di sistemazione idonea, nelle more del processo e per il futuro, dell’orsa, affinché cessi da subito la permanenza dell’orsa stessa in condizioni affatto incompatibili con le sue caratteristiche etologiche. Nella denegata ipotesi di richiesta di archiviazione della presente notizia di reato, si chiede di essere preventivamente avvisati, al fine di esercitare le facoltà di cui agli articoli 408 e sss. del c.p.p. Segnalo i siti dove prendere visione della narcotizzazione di Jurka del 13 ottobre:

http://trentinocorrierealpi.repubblica.it/multimedia/home/1230282

e dei suoi tentativi di fuga:

http://news.centrodiascolto.it/view/172360/w=jurka/l_orsa_jurka_chiusa_in_gabbia

Si producono i documenti di cui in narrativa. Con osservanza, Anna Maria Pilati Movimento Vegetariano No alla caccia

www.no-alla-caccia.org

Trento, 25 marzo 2008

Jurka, denuncia contro la Provincia: "La detenzione dlel'orsa è un maltrattamento"

L’ipotesi di reato è quella di maltrattamento per «detenzione di animale in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze» e il «reo» sarebbe la Provincia di Trento. E la denuncia arriva dagli animalisti che negli scorsi mesi si sono attivati in tutta Italia raccogliendo 20 mila firme per la liberazione di Jurka rinchiusa nel recinto di San Romedio da ormai nove mesi. Ieri mattina Anna Pilati del movimento vegetariano «No alla caccia» ha presentato l’esposto, nel quale si ipotizzano i maltrattamenti subiti dall’orsa, in Procura a Trento.
Già in seguito alla sterilizzazione dell’orsa avvenuta a fine ottobre con un blitz dei forestali, il veterinario Enrico Moriconi ipotizzò questo tipo di reato perchè, disse: «la sterilizzazione sembrerebbe giustificata dal tentativo di limitare lo stress di un animale libero, sfruttando la sua ben nota azione tranquillizzante, cercando di farle accettare più facilmente la cattività soprattutto quando questa comporta la permanenza in un recinto angusto. La sterilizzazione quindi denuncia un fatto inoppugnabile: il recinto in cui si mantiene Jurka è troppo angusto e pertanto si configurano gli estremi di maltrattamento animale».
E proprio riguardo l’operazione, Anna Pilati sottolinea che è avvenuta «in assenza della necessaria autorizzazione ministeriale resa necessaria a tenore di un documento che obbliga la Provincia a richiedere l’autorizzazione al Ministero per ogni intervento».
L’animale, spiega l’esponente del movimento vegetariano nell’esposto, è madre di tre orsacchiotti e non ha mai aggredito alcun essere umano: «Ha girovagato per il territorio provinciale con un’unica esclusiva ragione vitale: cercare del cibo, specie quando doveva occuparsi di allevare i suoi cuccioli». «La cattura di Jurka - ricorda - era stata autorizzata dal Ministero dell’Ambiente alla condizione che l’orsa fosse collocata in luogo idoneo alle condizioni di vita di un animale abituato a percorrere molti chilometri in un solo giorno. E con la stessa nota il Ministro non riteneva ancora soddisfatte queste condizioni». Riferendosi ai tre figli del plantigrado prima della sua cattura, l’Istituto nazionale della fauna selvatica, sottolineava che in genere individui quasi adulti di orso, privati della madre tendono a presentare elevati tassi di mortalità e ad assumere comportamenti problematici. Ed è proprio quello che sta avvenendo, visto che le autorità svizzere hanno deciso recentemente di impallinare JJ3 qualora si avvicini nuovamente alle abitazioni.
«Sono stata a San Romedio per accertarmi delle condizioni di Jurka - racconta Pilati -. Sta trascorrendo le sue giornate rosicchiando legni, nell’apatia e nella noia più assolute. È chiaro che si tratta di un animale sotto stress per le limitate dimensioni del recinto e per le caratteristiche di frequentazione turistica, anche se non sono mai stati fatti gli esami del sangue per accertare con certezza la situazione di difficoltà psico - fisica...».
Anna Pilati ritiene che sia stato violato l’articolo 727 comma 2 del codice penale per maltrattamenti (punito con l’arresto fino ad un anno o con un’ammenda da mille a diecimila euro)
e chiede che la Procura avvii delle indagini, e «disponga il sequestro preventivo dell’orsa, con individuazione da parte del Corpo forestale dello Stato di una sistemazione idonea, affinché cessi da subito la permanenza di Jurka in condizioni incompatibili con le sue caratteristiche etologiche».

Andrea Bergamo - L'Adige 26.03.2008

Sempre nella stessa pagina del quotidiano, altra notizia:

«Non è stress, si sta adattando»


Il dottor Loris Pazzaglia della clinica Galilei di Prato è il veterinario che il 13 ottobre scorso sterilizzò Jurka. Nella sua relazione, redatta cinque giorni dopo, scrisse: «All’esame obiettivo generale il soggetto si presentava in buono stato di salute, pertanto è stata sottoposta ad immobilizzazione farmacologica. Sono stati eseguiti esami del sangue che sono normali per la specie ed il periodo. Il controllo della cavità orale ha riscontrato alcune patologie dentarie, rottura del canino sinistro trattato in via conservativa da controllare nel caso di una ulteriore anestesia».
Dottor Pazzaglia, secondo lei l’orsa si è rovinata la dentatura da quando è in cattività?
«Tutto può essere, ma devo dire che in natura si possono osservare frequentemente orsi con carie e canini spezzati».
È possibile che l’animale sia sotto stress da quando è "recluso"?
«Per saperlo sarebbe necessario sottoporre l’orsa ad esami soggettivi, fare delle valutazioni di tipo comportamentale».
Il grado di stress è riscontrabile dagli esami del sangue?
«Assolutamente no».
Jurka è passata dal tentare continuamente la fuga al trascorrere le giornate rosicchiando legni, un segnale di stress?
«No, è questione di adattamento. E’ una cosa diversa...»
Che lei sappia, all’orsa sono stati somministrati dei farmaci per tenerla tranquilla?
«Non sono a conoscenza di questa cosa. Di certo nel periodo precedente all’operazione non le fu fatto assumere nulla, perchè sarebbe emerso in sede anestesiologica».

Canada: orsi polari malati a causa dell'inquinamento

L'orso polare, icona canadese, potrebbe ammalarsi seriamente entro il 2014, a causa di nuove sostanze chimiche tossiche diffuse nell'Artico. In uno studio condotto su 128 orsi polari della Groenlandia orientale, scienziati dell'ambiente danesi hanno rivelato che l' orso bianco e' sempre piu' soggetto a tumori e a danni all' apparato di riproduzione a causa dei livelli chimici di prodotti di contaminanti perfluoroalkyl, PFC, aumentati tra il 19 e il 27 per cento dal 2000. La cifra risulta piu' che raddoppiata rispetto al precedente studio canadese sugli orsi polari dell'isola di Baffin. Ora la concentrazione di PFC nel fegato degli orsi polari e' maggiore dei bifeniili policlorurati (PCB), chimici industriali banditi proprio perché dannosi all'ambiente. I PFC si trovano in miriadi di prodotti usati quotidianamente, come il liquido per i tergicristalli, utilizzato moltissimo in Nordamerica soprattutto nella lunga stagione invernale, la schiuma degli estintori, la carta oleata per avvolgere il fast food. Gli orsi polari si trovano in cima alla catena alimentare dell'Artico e il loro corpo concentra maggiormente questi prodotti tossici che vengono assorbirti dagli zooplankton mangiati dalle foche, cibo preferito degli orsi. Come questi prodotti arrivino all'Artico, comunque, e' materia attuale di studio degli scienziati sull'Amundsen, la nave guardiacoste canadese, al momento casa viaggiante dei ricercatori nell' Artico.

Fonte: ANSA

lunedì 24 marzo 2008

Nella rete traffico illecito di pelli d'orso

Su internet si sa, si possono fare ottimi acquisti ed entrare in contatto con venditori da tutto il mondo. Proprio per queste caratteristiche però la rete può essere anche il mezzo attraverso il quale nascono e si sviluppano tipi di commercio fuorilegge che spesso vedono proprio negli animali le vittime designate. E' notizia recente che il WWF russo ha denunciato un traffico illecito di pelli di orso polare proprio supportato da venditori ed acquirenti online che promuovono la caccia di questi splendidi plantigradi.
Viktor Nikiforov del WWF spiega: "Da aprile 2007 a marzo 2008, sono state scoperte sulla rete ben 30 offerte di pelli di orso polare" e il numero cresce, contando che nel 2003 la media mensile di vendite era di 1,25 pelli contro le 2,7 di oggi. Proprio a causa di questo orribile traffico vengono uccisi illegalmente ogni anno tra i 150 e i 200 orsi polari, sebbene, come spiega sempre Nikiforov ci sia un divieto assoluto di caccia all'orso polare dal 1957.

domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua a tutti


Tanti auguri di

Buona Pasqua
dal Blog dell'OrsoBruno

giovedì 20 marzo 2008

Bologna: I popoli dell'orsa maggiore lungo la via degli orsi e degli sciamani

Il Blog dell'OrsoBruno vi invita a partecipare all'evento che si terrà a Bologna a partire dal 5 Aprile 2008. Un lavoro corale frutto di una collaborazione internazionale che lega con un filo doppio l'Italia e la Finlandia (terra di orsi per eccellenza). Un viaggio culturale e antropologico all'interno delle tradizioni di un popolo lontano che vede nell'orso un essere di natura divina, tramite fra il mondo terreno e quello spirituale, fra l'uomo e la natura. Sono particolarmente orgoglioso di questo evento dato che proprio in questa occasione Il Blog dell'OrsoBruno ha avviato una collaborazione con il Laboratorio permanente di studi sullo sciamanesimo grazie soprattutto alla disponibilità e alla simpatia di Maria Lida Di Iorio, abruzzese come me, ma trapiantata a Bologna (Grazie di tutto Lida!).



SISTEMA MUSEALE D’ATENEO ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITà DI BOLOGNA
PERCORSO ESPOSITIVO presso i MUSEI di Zoologia, anatomia comparata, antropologia

Via Selmi 3 Bologna
Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne Sezione di Filologia Ugro-Finnica
In collaborazione con l’università di Helsinki, l’Università di Lapponia, e il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale DI BOLOGNA (BES)


5 APRILE 2008 - 5 GIUGNO 2008
VIA SELMI 3 BOLOGNA
info iniziative www.caracult.it

I POPOLI DELL’ORSA MAGGIORE
Lungo la via degli Orsi e degli Sciamani

Antiche tradizioni a rischio di estinzione e culto dell’orso
Costumi, tamburi, paraphernalia degli sciamani ugrofinnici e siberiani della Collezione Pentikäinen

Inaugurazione 5 Aprile 2008 ore 11,00
alla presenza del rettore dell’università di bologna Pier Ugo Calzolari e del Rettore dell’Università di Lapponia Mauri Ylä-Kotola

Con il Saluto di: Davide Zannoni, Direttore del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale; Renzo Predi, Direttore SMA; Bruno Sabelli, Resp. Scientifico Museo di Zoologia; Daniela Minelli, Resp. Scientifico Museo di Anatomia Comparata; Maria Giovanna Belcastro, Resp. Scientifico Museo di Antropologia; Keir Elam, Direttore del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne; Alberto Destro, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
Introduce Carla Corradi Musi, Coordinatrice del Laboratorio Permanente di Studi sullo Sciamanesimo (Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne).
Presenta Juha Pentikäinen con la collaborazione di Sanna Maria Martin.

Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne Sezione di Filologia Ugro-Finnica VIA CARTOLERIA 5, BOLOGNA Sala Convegni ore 10-13 / 15-18,30

Lunedì 7 aprile 2008
giornata di studi coordinata da Carla Corradi Musi
Uomo e ambiente naturale nella tradizione sciamanica

Ore 10 -12, 30 Juha Pentikäinen (Università di Helsinki)
Iso Karhu, ihminen ja luonto samanistisessa perinteessä ” (“Il Grande Uomo Orso e la natura nelle tradizioni sciamaniche”), con proiezione di filmati originali.
Ore 12,30 -13 Discussione
Ore 15 Enrico Comba (Università di Torino) “Natura e sacralità nella tradizione dei nativi americani
Ore 15,45 Francesco Benozzo (Università di Bologna) “La terra, il sogno, la parola. Paesaggio e poesia nell’alto Medioevo occidentale
Ore 16,30 Giovanni Pierini (Università di Bologna) “Natura Medicatrix: dalla Tradizione al razionalismo
Ore 17,15 Giorgia Ferrari (Laboratorio Permanente di Studi sullo Sciamanesimo) “Natura e totemismo nella fiaba finnico-careliana Musta Sorsa (L’anatra nera)
Ore 18-18,30 Discussione

Tel. info 051 374327 caracult ass.

mercoledì 19 marzo 2008

L'orso di Bergman

Nel 1920 uno zoologo svedese, Sten Bergman, osservò che la pelle di un orso della Kamchatka era eccezionalmente grande, molto di più di quella degli orsi della zona. Il pelo che ricopriva la pelle era corto, al contrario di quello lungo che ricopriva gli orsi della Kamchatka ed aveva un colore nero molto scuro. Bergman racconta inoltre delle numerore impronte trovate.
Le tracce erano di dimensioni sorprendenti, 30-25 cm e facevano pensare ad un orso mostruoso. Bergman descrisse l'orso come Ursus arctos piscator , ma è più comunemente conosciuto come Orso di Bergman. L'orso probabilmente è ormai estinto e nessun altro avvistamento è stato riportato dalla descrizione della specie ad opera dello zoologo nel 1936. La storia degli orsi della Kamchatka scomparve per anni, solo per riapparire grazie a Rodion Sivobolov, un cacciatore che viveva lungo le coste del Mare di Bering nella Kamchatka del nord. Sivobolov aveva sentito delle leggende locali che parlavano di uno strano orso chiamato Irkuiem (“pantaloni tirati giù”) o Kainyn-Kutho (“Dio orso”).
I popoli Korjak e Chukchi descrivono una bestia con le zampe anteriori molto più lunghe di quelle posteriori e un rigonfiamento di grasso fra le zampe posteriori che gli davano l’aspetto di un paio di pantaloni abbassati, da cui il nome. Il numero di questi animali, racconta il cacciatore, sembra essere sceso dopo l’introduzione dei fucili nella zona.
N.K. Vereshchagin era uno dei biologi russi che ricevettero la descrizione dell’Irkuiem dal cacciatore. Vereshchagin avanzò una teoria radicale in cui il misterioso “pantaloni abbassati” era un esemplare sopravvivente di Arctodus simus, un orso preistorico mostruoso tipico del Nord America e della Russia. L’orso in piedi era circa il doppio più grande del più grande orso oggi vivente. Vereshchagin scrisse nel 1987 un articolo sulla rivista Ohota in cui descriveva la teoria dell’Arctodus.
Altri biologi, anche coloro che credevano alla storia di Sivobolov, non erano d’accordo con la teoria di Vereshchagin. Fecero notare infatti che l’orso preistorico non somigliava in tutto all’Irkuiem: aveva infatti zampe abbastanza lunghe, ad ogni modo più lunghe rispetto a quelle attribuite all’Irkuiem. Così la saga dell’orso si spense, almeno per due anni. Nel 1989, un altro biologo, Valerij Orlov, scrisse di un misterioso orso della Kamchatka. Il geologo Oleg Kuyaev successivamente lanciò una caccia all’orso. A differenza di Vereshchagin, Orlov prese in considerazione la possibilità che l’orso misterioso fosse simile ad un orso polare che dopo aver girovagato per il mare di Bering sia diventato stanziale in Kamchatka. Teorizzò anche che poteva esserci una colonia permanente di orsi polari in Kamchatka (George M. Eberhart riportò dell’avvistamento di un misterioso orso chiamato Qoqogak a Barrow in Alaska nel 1958, affermando che fosse un orso polare gigante).
Orlov venne immediatamente contattato da F.R. Shtilmark. Shtilmark era uno di quelli che aveva ricevuto una lettera da Sivobolov. Ancora scettico, Orlov scrsse al cacciatore, chiedendo maggiori informazioni e allo stesso tempo scrisse ad un guardicaccia della Kamchatkan. Il guardiacaccia riportò che non c’erano avvistamenti di strain orsi nella regione; realizzò quindi che alla base della leggenda doveva esserci uno strano esemplare di orso polare. Nel frattempo il cacciatore rispose ad Orlov; allegò alla lettera una fotografia della pelle dell’Irkuiem.
Orlov e il guardiacaccia pensarono immediatamente che la pelle fosse quella di un comune orso bruno. Nelle lettere seguenti, il cacciatore inviò altre foto di pellicce e stimò inoltre che rimanevano ancora 120-135 Irkuiem. Ad ogni modo, non raccolse nessuna prova convincente come un dente o un cranio. La storia dell’Irkuiem, tristemente, sembra finire qui. Nel 1993, un lavoro sugli orsi russi mise la parola fine alla questione sulla sopravvivenza dell’Arctodus, e nel 1996, Orlov chiuse la questione sull’Irkuiem quando affermò che nessuna novità era giunta dalla Kamchatka da molti anni.
Delle domande però ancora restano senza risposta: Sten Bergman descrisse una leggenda criptozoologica? C’è l’Ursus arctos piscator dietro le storie dell’Irkuiem e del Dio-orso? E l’orso mostruoso della Kamchatka è estinto o si nasconde ancora nelle foreste?

Coleman, Loren and Jerome Clark. Cryptozoology A-Z. New York: Simon & Schuster, 1999
Eberhart, George M. A Geo-Bibliography of Anomalies. Westport, CT: Greenwood, 1980
Rybalko, Vladimir A. Pers. comm. December 9, 1998

Tradotto liberamente dall'articolo di Andrew D. Gable sul sito http://www.cryptozoology.com/cryptids/godbear.php


lunedì 17 marzo 2008

Risposta per Mac

Ciao, sto facendo alcune ricerche in etologia e dato che sei esperto di orsi volevo farti una domanda. Da quante mammelle è formata la linea mammaria dei plantigradi? E dell'orso in particolare?
Grazie,

Mac


Ciao Mac, grazie per l"esperto" ma sono ben lontano da questo appellativo. Rispondo subito alla tua domanda che, non ti nascondo, mi ha abbastanza spiazzato per la sua specificità.
La linea mammaria è quella linea che si estende sui due lati del torace dei mammiferi dalla quale si sviluppano le ghiandole mammarie. I mammiferi hanno un numero di capezzoli per linea mammaria (o linea lattea) molto diverso, anche all'interno della stessa specie: i cani ad esempio possono passare da 4 a 5 paia di mammelle a seconda se sono rispettivamente di piccola o di grossa taglia. Il numero di capezzoli dipende essenzialmente dal numero di cuccioli che di solito vengono alla luce. Si passa dai due capezzoli della donna, degli elefanti e dei cavalli passando per i 16 del maiale e i 13 (dispari!!) dell'opossum della Virginia.
Il genere Ursus (orso bruno, orso nero, orso polare ecc..) in genere ha sei capezzoli, 4 toracici e 2 inguinali, mentre il panda (Ailuropoda melanoleuca) ne ha solo 4. La disposizione dei capezzoli negli orsi non è casuale: quando i cuccioli sono molto piccoli tendono ad allattare agli ultimi due capezzoli in basso, quelli inguinali. Quando i cuccioli diventano più grandi spesso (ma non sempre) la produzione delle ghiandole mammarie inguinali cessa, e l'allattamento avviene esclusivamente attraverso quelle toraciche. Il latte di orso è molto nutriente, circa il 20-25% è composto di grassi (il latte umano ne contiene il 3-5%), e c'è anche chi lo ha assaggiato affermando che sia dolce e con il sapore simile al latte condensato. L'allattamento dura circa due anni, anche se spesso il latte prodotto è minimo e quasi inutile per il nutrimento dato che i cuccioli a due anni sono già svezzati. L'allattamento procede semplicemente perchè gli orsi sono animali con spiccate cure parentali: l'allattamento prolungato infatti tende a stringere ancora di più il rapporto madre-cucciolo, proteggendolo e controllandolo.

Spero di esserti stato di aiuto, buon lavoro!

In seguito alcune foto: notate come l'allattamento degli orsi sia spesso simile a quello umano proprio perchè le ghiandole mammarie sono poste sul torace dell'animale.






venerdì 14 marzo 2008

Avvistato un orso in Basilicata?

La Lucania è da qualche giorno al centro della cronaca per il presunto avvistamento di un orso. Semplicemente un abbaglio o può esserci un fondo di verità? Il plantigrado è stato avvistato in Val Melandro, ma non ci sono ancora notizie certe sulle indagini in corso effettuate dal Corpo Forestale. E' possibile che un orso si sia spostato dai parchi dell'Abruzzo (zone in cui la sua presenza è accertata) fino alla Basilicata? Gli orsi possono spostarsi anche per centinaia di chilometri, e hanno un senso dell'esplorazione innato. Il PNALM non ha denunciato ancora la scomparsa di un orso (e mi dispiace dire che un'affermazione del genere non ha alcun peso visto che sono scomparsi negli ultimi anni 20 esemplari senza che nessuno se ne accorgesse!), ma trovo abbastanza remota l'ipotesi che un orso marsicano si sia potuto spostare fino in Basilicata. Gli orsi possono essere spesso confusi con grossi cinghiali, specialmente se l'avvistamento è fatto da persone non esperte. Ma rimane ancora aperta la questione di ipotetiche tracce ritrovate presso i luoghi degli avvistamenti. Le orme degli orsi possono essere confuse molto facilmente com altre impronte (tasso, o sovrapposizione di diverse impronte) e se non si ha un'orma ben definita è difficile accertarne la veridicità. Nessun organo ufficiale finora si è esposto validando l'avvistamento e quindi la reale presenza del plantigrado. Se l'orso c'è comunque non può che essere di buon auspicio per una regione che è sempre più bersaglio di uno sfruttamento del territorio da parte di petrolieri senza scrupoli e della prossima nascita del Parco della Val D'Angri. Per aggiornamenti vi consiglio di cliccare QUI, il blog di Antonio è sempre al passo con tutto quello che sta succedendo in Val D'Agri...

mercoledì 12 marzo 2008

Vuoi aiutare il panda gigante ?


Anche l'AIDDA presenta il suo avvocato dell'orso

Se l'orso Bruno ne avesse avuto uno forse non avrebbe fatto quella fine: abbattuto in Baviera nel 2006. E' stato infatti presentato oggi a Milano l'avvocato degli orsi dell'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidda). ''Il servizio - ha detto il presidente dell'associazione Lorenzo Corce - vuole essere uno sportello online di tutela degli orsi a cui e' possibile rivolgersi per denunciare qualsiasi tipo di maltrattamento o altri problemi a cui sono sottoposti gli orsi in territorio italiano''. La presentazione e' avvenuta durante un incontro dell'associazione con la console generale austriaca Eva Maria Ziegler. ''Il servizio gratuito - ha spiegato Croce - permettera' anche di avvalersi di una consulenza legale per i casi piu' gravi''. Il servizio e' gia' disponibile scrivendo all'indirizzo avvocatodegliorsi@libero.it. Entro il 2009 l'Aidda intende organizzare una conferenza internazionale tra le regioni montane europee dove vivono gli orsi per poter mettere a confronto le leggi dei singoli Stati e delle singole regioni alpine al fine di trovare un punto comune di tutela. (Fonte: ANSA)

Luoghi comuni: svizzeri precisi e inglesi tradizionalisti

Questo post è dedicato ai luoghi comuni: se noi italiani siamo caciaroni (rumorosi) e mangiaspaghetti, i nostri vicini svizzeri sono puntuali e precisi per antonomasia mentre il british style ompone un certo rispetto delle tradizioni. A quanto pare però quando si parla di orsi le cose non stanno così:

Il 6 marzo ho inviato una email all'ufficio federale dell'ambiente (UFAM) elvetico, chiedendo spiegazioni sulle politiche di conservazione dell'orso nei Grigioni e soprattutto su quale fosse l'iter per dare il via libera all'abbattimento degli orsi "pericolosi" (vedi JJ3). La lettera è stata letta il giorno seguente e, con gran stupore, Il Blog dell'OrsoBruno non ha avuto ancora nessuna risposta? Gli svizzeri sono forse precisi solo per questioni in cui sanno dare risposte chiare e limpide? Perchè non rispondere ad una lettera che chiede semplicemente dei chiarimenti?
Si ha forse paura di dire che se JJ3 si avvicinerà troppo ai centri abitati verrà in ogni caso abbattuto, senza alcun piano di cattura? «Se l'orso si avvicinerà alle abitazioni siamo pronti a sparare» assicurano i responsabili dell'ufficio caccia dei Grigioni. L'unica speranza per JJ3 è quella di tornare in Italia dove i la forestale è pronta a prenderlo in consegna portandolo lontano dai fucili svizzeri.
A proposito, se volete provate anche voi a chiedere spiegazioni all'UFAM, l'indirizzo è AMA@bafu.admin.ch chissà se avrete maggior fortuna di me...

"In Svizzera l'ultimo orso è stato ucciso nel 1904 nel Canton Grigioni...chissà se il 2008 verrà ricordato per lo stesso motivo..."

Spostiamoci ora dalla Svizzera alle isole britaniche, in cui si sta convincendo la regina a dire basta ai colbacchi in pelo d’orso. PETA, la celebre organizzazione animalista internazionale, ha lanciato una nuova offensiva contro i caratteristici berretti in pelliccia nera che i granatieri e la guardia scozzese di Sua Maestà indossano in occasioni ufficiali, tra cui il celebre cambio della guardia. Durante una conferenza stampa tenutasi al Parlamento di Westminster, il gruppo ha mostrato un filmato che testimonia il metodo crudele con cui gli orsi vengono uccisi dai cacciatori canadesi per il loro pelo, poi venduto all’asta dove viene anche pagato profumatamente. Secondo Peta, dal 2002 il ministero della Difesa ha speso circa 420.000 euro di fondi pubblici per l’acquisto del pellame necessario per il confezionamento di 2.500 colbacchi, condannando a morte circa 50 orsi all’anno. L’organizzazione vuole convincere il ministero ad optare per materiali sintetici. Fino ad ora però, tutte le pellicce sintetiche sperimentate non hanno dato risultati soddisfacenti. (dall'edizione online del CorriereCanadese)

lunedì 10 marzo 2008

Bernardo non riposa ancora in pace....


Qualche giorno fa ho inviato (senza successo) una lettera all'Avvocato Stefani, nominato avvocato dell'orso in merito al caso Bernardo. Ecco il testo:

Egregio Avvocato Stefani,
la contatto in merito al caso "Orso Bernardo". Ho appreso tempo fa dai media che lei è stato nominato "avvocato dell'orso" nel corso delle indagini sulla morte del plantigrado. Dopo sei mesi di accuse, indagini, capri espiatori ed ipotesi, a che punto siamo? Tutti hanno dimenticato che ancora non c'è un vero e proprio colpevole e che il crimine non è ancora stato punito. Non mi giudichi un animalista integralista, sono distante da quel tipo di pensiero, sono solo un abruzzese che ama la sua terra e gli orsi, deluso ed indignato da una classe politica e dirigente buona solo a versare lacrime di coccodrillo e a caricarsi di buoni propositi sempre a fatto avvenuto. Immagino che se le indagini sono ancora in corso sicuramente saranno soggette a segreto. A titolo personale le chiedo quindi solo la conferma che questa triste vicenda non sia stata dimenticata e che un giorno il colpevole di questo gesto sarà punito. La ringrazio a nome di tutti gli amanti degli orsi per quello che sta facendo e per quello che ha fatto. Confido in una sua risposta e la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.

Oggi con mia gioia leggo su PrimaDaNoi che non sono l'unico a pensarla così:

«Sono passati poco più di 5 mesi e dopo il fiume di parole sembra che non sia rimasto niente. Non vorremmo che la coltre nevosa che oggi ricopre le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sia anche un velo con il quale si ricopre la tragedia accaduta in Abruzzo solo alcuni mesi fa con l’uccisione premeditata di 3 orsi e decine di altri animali tra cui lupi, volpi, ecc».

Il Wwf ritorna sulla tragedia degli orsi avvelenati che ha fatto tanto scalpore in tutto il mondo e lancia l’allarme perché la primavera è alle porte ma forse nontutte le misure di sicurezza sono state attivate nel frattempo.
L’Associazione e tutta la società civile che si indignò per la morte dell’Orso Bernardo e degli altri animali ancora oggi rimangono in attesa di conoscere «a quali conclusioni siano giunte le indagini promosse dalla magistratura inquirente e cosa sia stato fatto per punire i colpevoli ed evitare che eventi del genere si ripetano».
Dopo la morte dei 3 orsi la Regione Abruzzo ed altri Enti hanno continuato a realizzare (e pagare…) altri convegni, altri stand e altre consulenze ma non sembra che tali iniziative abbiano dato alcun risultato.
«L’unica novità organizzativa», dice il Wwf, «riguarda l’ Ente Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise che, nonostante alcune polemiche strumentali, finalmente da pochi giorni può contare su un Direttore, l’unico tra quelli dei Parchi nazionali abruzzesi nominato secondo le procedure previste dalla Legge Quadro sulle aree protette».
Il Wwf chiede al neo Direttore del PNALM, Vittorio Ducoli, un «immediato impegno ed una azione concreta per smascherare i responsabili dell’eccidio degli orsi e per evitare il ripetersi di tali fatti».
L’Associazione, è stato detto questa mattina in una conferenza stampa, ha il timore che il tempo faccia dimenticare quanto accaduto e che «a tutti i buoni propositi ed alle dichiarazioni fatte nelle settimane successive a quel tragico evento non seguano i fatti concreti. Il pericolo è che non si riesca a dare un volto e un nome a chi ha compiuto un così efferato crimine e che niente venga fatto per rendere possibile un maggiore controllo sul mercato dei veleni ed in generale di tutte quelle sostanze che oggi vengono utilizzate in Italia per uccidere la nostra fauna».

Il WWF torna a porre le domande ancora oggi senza risposta: a che punto sono le indagini?
Come ci si è organizzati per aumentare il controllo del territorio?
Cosa si è fatto per migliorare la filiera del mercato dei veleni e dei prodotti nocivi?
Quali azioni sono state compiute per garantire un maggiore controllo della vendita e detenzione dei veleni?
Si darà piena applicazione alla Direttiva 91/414/CEE, definendo anche un puntuale schema sanzionatorio al fine di garantire un uso legale controllato dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura?
Un controllo efficace su questo settore è indispensabile per evitare che lo straordinario patrimonio faunistico italiano si impoverisca sempre di più. Ogni anno sono migliaia gli animali che vengono uccisi dall’uso illegale di veleni, molti dei quali sono prodotti fitosanitari che si trasformano in micidiali cocktail velenosi. L’ultimo caso, segnalato poche settimane fa, riguarda Taranta Peligna, un paese del Parco Nazionale della Majella, dove diversi animali domestici sono stati uccisi in questo modo barbaro.

giovedì 6 marzo 2008

I miei dieci e lode

Eccomi qua, in ritardo (meglio tardi che mai) ad elencare i blog per il "Premio D eci e lode". Ho già ricevuto due premi e ora mi sento di assegnare i miei.

I miei premi sono stati questi:

Da Ingegneria&Ambiente: per l’amore che ha verso la natura e gli orsi in particolare.

Da Il Blog di Delfino Verde: per il suo amore per gli orsi e perchè vive in Abruzzo, una regione bellissima dove mi piace trascorrere un po' del mio tempo libero (ci vado da oltre 16 anni)


Premio D eci e lode

Ma quali sono le regole del premio Dieci e lode?

Che cos'è?
"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?
Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Le regole:
  1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
  2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
  3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
  4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
  5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.
Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati.

Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio D eci e lode" che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

Ed ecco i miei premi, tutti i siti da me premiati hanno come tematica la natura e gli animali, ognuno con tematiche e caratteristiche diverse, ma tutti tasselli di un mosaico unico che è la vita sul nostro pianeta:


Mamma Terra: cosa direbbe la nostra Terra se postesse parlare? Consigli, stili di vita, conservazione della natura, energie rinnovabili...Mamma Terra ci parla, ascoltiamola...perchè abbiamo un solo pianeta

Il blog di Delfino Verde: Ambiente e natura sono i temi principali di questo blog sempre aggiornato su tutte le tematiche e le iniziative per migliorare il nostro atteggiamento verso la ricchezza più grande che abbiamo, il nostro pianeta.

Il cerchio delle fate: il piccolo popolo ci insegna come apprezzare i doni che ogni giorno la natura ci offre: funghi, fiori, passeggiate in montagna, un mondo magico che deve solo essere scoperto, benvenuti nel cerchio delle fate

Rossitramonti: amate la montagna? allora questo è il blog che fa per voi! Itinerari escursionistici, natura, tradizioni, antichi borghi e piatti tipici che solo i monti sanno donare. Da visitare!

Stranimali: pensate che gli animali siano tutti uguali? Fatevi accompagnare da Ilaria alla scoperta di come la biodiversità può assumere spesso le forme più inusuali. Spesso gli stranimali sono più vicini di quanto pensiamo!

Ingegneria & Ambiente: Tecnologia e ambiente un binomio che spesso può sembrare contraddittorio. Mai come in questo blog i due termini sanno andare a braccetto facendoci capire che la tecnologia può aiutarci a preservare e migliorare l'ambiente in cui viviamo.

Corso di formazione per censitori volontari della fauna selvatica

3° CORSO DI FORMAZIONE PER CENSITORI VOLONTARI DELLA FAUNA SELVATICA DELLA RISERVA NATURALE REGIONALE MONTE GENZANA ALTO GIZIO

Marzo - Settembre 2008 - Pettorano sul Gizio

Il corso ha lo scopo di formare tutti coloro che desiderano partecipare concretamente alle attività di monitoraggio faunistico e controllo del territorio organizzate dalla Riserva Naturale.

Temi trattati
Cartografia e orientamento, ecologia e riconoscimento di sesso, età e segni di presenza di ORSO, lupo, cervo e capriolo, metodi di censimeno, fauna “minore”, casi di studio, normativa.

Durata del corso
La durata è di 50 ore suddivise in:

  • 20 ore di lezioni frontali (10 lezioni da 2 ore);
  • 18 ore di lezioni sul campo (3 escursioni da 6 ore);
  • 12 ore di censimenti (3 censimenti di 4 ore).

Le lezioni frontali si svolgeranno il venerdì dalle 17.00 alle 19.00 tra il mese di marzo e il mese di giugno.

Escursioni tematiche
Le escursioni tematiche saranno incentrate sull’orientamento, la conoscenza del territorio della Riserva Naturale e il riconoscimento dei segni di presenza.

Censimenti
Nel corso del 2008 verranno effettuati i seguenti censimenti:

  • Aprile: capriolo;
  • Maggio: cinghiale;
  • Settembre: cervo al bramito.

Numero partecipanti
50
Nel caso di superamento di 50 domande di partecipazione verrà data la precedenza ai residenti di Pettorano sul Gizio. Per tutti gli altri si seguirà l’ordine di arrivo delle domande.

Iscrizione
L’iscrizione può essere effettuata entro il 25 marzo compilando il form presente in questa pagina.

Quota di partecipazione
Corso gratuito.

Crediti formativi
Per gli studenti di Scienze Ambientali , Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio e Scienze Biologiche dell’Università degli studi dell‘Aquila verranno riconosciuti crediti formativi. Gli studenti di Scienze Biologiche, per ottenere i crediti formativi, dovranno sostenere un esame finale.

Materiale didattico
Dispense del corso, cartografia e pubblicazioni della Riserva Naturale.

Attestato di partecipazione
A fine corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per conseguire tale attestato sarà necessario seguire il 70% delle lezioni frontali e partecipare ad almeno 2 escursioni e 2 censimenti.

Locandina in formato pdf
http://www.riservagenzana.it
informazioni: info@riservagenzana.it

martedì 4 marzo 2008

Cento disegni per tutelare l'orso

E’ partita la campagna “Un disegno per la salvaguardia degli orsi” rivolta alle Scuole di primo e secondo grado che prevede un premio al miglior elaborato sulla tutela dell’orso. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dal Movimento Ecosportivo Sportchallengers, associazione nazionale di protezione ambientale, con lo spirito di sensibilizzare ed avvicinare i giovani ai temi della tutela della natura, con particolare riferimento alle problematiche connesse ed emerse con la morte degli orsi del Parco, avvenuta lo scorso mese di ottobre. “Si tratta di un dibattito allargato ai giovani studenti per raccogliere impressioni e proposte sulla tutela e la convivenza con l’animale simbolo del nostro Parco, anche a seguito della triste vicenda legata alla scomparsa dell’orso Bernardo – ha detto il Presidente Giuseppe Rossi che ha apprezzato il gran numero di elaborati pervenuti “indice del forte interesse che il tema riscuote in quelle fasce d’età che un domani saranno chiamate a gestire il prezioso patrimonio faunistico”.
Al suo esordio la campagna ha raccolto 144 elaborati pervenuti da 68 Istituti scolastici. Nei giorni scorsi si è insediata la commissione composta da Stefano Pallotta, Presidente dell’OdG Abruzzo; Carlo Ferrari, Presidente del Movimento Ecosportivo Sportchallengers; Anna Adriana Cerasani, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Barrea; Giuseppe Baldassarre e Bruno Calmieri di Sportec, Agenzia formativa accreditata presso il Ministero della Pubblica Istruzione; Sergio Rozzi e Daniela D’Amico per il Pnalm.
Nel primo incontro la giuria ha messo a punto i criteri di valutazione in base ai quali, il prossimo 12 marzo si riunirà nuovamente per scegliere i vincitori che saranno premiati nel corso di una manifestazione pubblica alla presenza di tutti i partecipanti e delle autorità. Nel corso della cerimonia sarà presentato e distribuito gratuitamente nel circuito scolastico, il DVD “Lo sport e l’ambiente”.

Fonte: Pnalm – Pescasseroli 4 marzo 2008

Ufficio Stampa – Comunicato n. 13

lunedì 3 marzo 2008

Grigioni: JJ3 è sveglio

JJ3, figlio di Jurka è ormai fuori dalla sua fase di ibernazione, anche se non è escluso che possa tornare a dormire nei prossimi giorni quando i meteorologi hanno previsto un drastico abbassamneto delle temperature. LA notizia è stata diffusa dall'ufficio cantonale della caccia dei GrigioniL'orso non è ancora molto attivo, cosa peraltro normale nei primi giorni di risveglio. Anche JJ3 come sua madre è un orso che tende ad avvicinarsi troppo alle zone abitate e alle greggi di pecore e come suo fratello Bruno potrebbe fare una brutta fine vista la tolleranza zero espressa dalle autorità retiche nel momento in cui il plantigrado si avvicini troppo alle zone abitate. JJ3 è dotato di un trasmettitore chissà se forse proprio grazie a questo potrà salvarsi?


domenica 2 marzo 2008

Esce oggi il film sull'orsetto Knut

Sarà presentato questa sera in anteprima a Berlino "Knut und seine Freunde" ("Knut e i suoi amici"), il film-documentario dedicato al celebre orso polare dello zoo di Berlino. Sono circa 1.500 gli invitati, tra cui il padre adottivo del famoso orso polare ripudiato Thomas Doerflein, il regista tedesco americano Michael Johnson e il direttore dello Zoo Bernhard Blaszkiewitz. La trama del film, che uscirà nelle sale tedesche giovedì 6 marzo, ruota attorno allo strettissimo legame che si è creato tra l'orsetto e il papà adottivo, il veterinario dello zoo di Berlino, Doerflein. Parallelamente si possono seguire le tappe dello sviluppo di altri orsetti, bianchi e bruni, nati e cresciuti nei loro habitat naturali.