"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

martedì 1 maggio 2007

La strage degli orsi in Romania

Il fatto che in Romania viva la metà degli orsi d’Europa dovrebbe rendere orgogliosi i romeni: le statistiche infatti dimostrano una ricchezza unica in tutto il continente dove questi animali sono sempre meno.
Oltre alla caccia però, che ogni anno causa la diminuzione degli orsi nell'ordine di centinaia di unità, esiste un'altra piaga: la tenuta in cattività e i maltrattamenti subiti da decine di orsi. Molti esemplari vengono tenuti presso ristoranti dove gli avventori si divertono a guardarli e dar loro qualcosa da mangiare.
Attualmente in Romania è in corso una campagna per la liberazione degli orsi tenuti in cattività. Le organizzazioni “Libearty” e “Hotnews.ro”, promotrici dell’iniziativa, si battono nel tentativo di convincere i “padroni” di orsi ma anche le autorità locali a liberare gli animali che verrebbero poi portati in una riserva appositamente costituita per loro vicino a Zarnesti-Brasov.
Venti orsi sono stati sino ad ora salvati e vivono nella riserva di Zarnesti mentre una trentina sono ancora prigionieri in piccole gabbie di ferro e cemento presso ristoranti e pensioni. Senza poi considerare gli orsi dei circhi oppure quelli dei giardini zoologici, veri inferni per gli animali in Romania. Questi ultimi sono stati trasformati in oggetti comici, umiliati, venduti, tenuti in gabbie, condannati ad una vita da incubo. L’iniziativa promossa da “Libearty” e “Hotnews.ro” non ha purtroppo ancora raggiunto una rilevanza mediatica. I promotori denunciano un impegno delle istituzioni praticamente nullo, a partire dal far rispettare la legislazione vigente in materia. La Riserva Libearty occupa, nella località di Zarnesti-Brasov, sessanta ettari di foresta di quercia e fu inaugurata un anno fa, risultato di un progetto internazionale tra l’Associazione “Milioni di amici” di Brasov, il comune di Zarnesti che ha messo gratuitamente a disposizione il terreno, e la Società mondiale per la tutela degli animali (WSPA) che ha stanziato finora oltre un milione di euro. Qui gli orsi recuperati provano ad abituarsi con la vita in semilibertà. Hanno bacini di acqua, alberi attrezzati per arrampicarsi, cibo e alloggi individuali. Nel loro caso si tratta di un passaggio non facile dall’agonia all’estasi.
L'appello di liberare gli orsi non ha provocato reazioni da parte delle autorità ma sono state centinaia le reazioni della gente comune. Molti raccontano su internet i casi disperati di orsi incontrati vicino ai ristoranti, alle pensioni in montagna, nei giardini zoologici.
Intanto per uccidere gli orsi – dei quali poi viene venduta la pelliccia - si continua a impiegare un metodo atroce. Buste di plastica vengono unte con lardo di maiale. Gli orsi le mangiano e muoiono soffocati. La pelliccia viene poi venduta per qualche migliaio di euro ai cacciatori stranieri “meno fortunati”.
Le autorità romene per permettere un alto numero di capi abbattutti spesso gonfiano le cifre artificialmente. Secondo le statistiche ufficiali il numero degli orsi sarebbe cresciuto lo scorso anno da 5700 a 7350 unità. E quindi per la stagione di caccia 2007-2008 ne potranno essere abbattuti 350. Secondo Libearty invece il numero totale degli orsi in Romania non supererebbe 3500-4000, ne verrebbero uccisi il 10% del totale nonostante la crescita naturale sia del 4%. Il perché di questa mistificazione delle cifre è facile da comprendere. Per ogni orso abbattuto si paga una tassa di 10.000 euro, una cifra considerevole. La romania è nei fatti l’unico paese dove si organizzano delle vere e proprie cacce all’orso: centinaia di esemplari ammazzati all’anno, non come in Bulgaria o nella Slovacchia dove è permesso, scrive la stampa di Bucarest, la caccia a 10-20 orsi. Per le autorità tutto questo è giustificato dal fatto che gli orsi sarebbero troppi. E non poche volte si invoca pure il fatto che gli orsi affamati scendono pericolosamente verso i villaggi. Ma sarà la caccia sfrenata una soluzione adeguata a questi problemi?

1 commento:

Alexandru ha detto...

Ciao ragazzi, io sono di Bucarest, nonostante ciò conosco molto bene i Carpazi e la situazione dell'orso bruno, in quanto ho tanti amici che "condividono" le proprie città con questi animali e ci sono stato spesso in vacanza in quelle zone. Ho assaggiato anche una specialità della nostra cucina venatoria, la "zampa d'orso". Forse direte che sono una bestia senza cuore, ma in realtà sono un amante degli animali ed mi piacciono molto pure gli orsi. Sono d'accordo con la lotta per la liberazione degli orsi tenuti in cattività, perché considero che una simile situazione non fa onore a nessuno, soprattutto nel XXI secolo. Ma, per quanto riguarda la caccia, mi sembra un ottimo metodo per tenere sotto controllo il numero degli orsi. Non penso proprio che il loro numero stia diminuendo, ci sono sempre più orsi che di notte scendono nelle città transilvane per cercare cibo, questo fenomeno è molto pericoloso e ci fa capire che ci sono troppi orsi e c'è poco da mangiare. Penso che la caccia sia un'ottima soluzione e sarebbe una buona idea utilizzare i soldi ottenuti dalle tasse sulla caccia all'orso per programmi di protezione della specie. Io personalmente ho avuto due "contatti diretti" con gli orsi, una volta l'11 agosto 99 (quando ci fu l'eclissi totale di sole) e poi nel 2004. Per fortuna non mi è successo niente, in tutti e due i casi le intenzioni dell'orso erano pacifiche, ma questi due incontri mi han fatto capire che forse ci sono troppi orsi e dovremo far qualcosa per ridurre il loro numero. Non c'è anno senza 2-3 turisti o abitanti della zona uccisi o gravemente feriti dagli orsi, la situazione non è molto piacevole ed ecco perché penso che la caccia sia una soluzione. Se ci sono meno orsi si ha un miglioramento non solo della nostra, ma anche della loro vita. Tantissimi orsi sono magrissimi, sembrano cani ... il fatto che c'è poco cibo li fa diventare più aggressivi. Se il loro numero diminuisse, la loro condizione migliorerebbe. Io sono orgoglioso del fatto che il mio paese abbia una fauna molto ricca, ma ci sono dei problemi che purtroppo richiedono soluzioni un po dure e momentaneamente non ci sono alternative efficaci.