"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 9 aprile 2008

Ecco la nuova prigione di Jurka

Immaginate di essere all'interno di un recinto di 8 mila metri quadrati (sembrano tanti, ma ci si gira attorno a piedi in cinque minuti), di avere di fronte a voi un reticolato di fili metallici in cui passa l'elettricità e una robusta inferriata alta quattro metri che affonda nel calcestruzzo (se per caso vi venisse in mente di scavare un buco nel terreno per scappare). Immaginate di avere a disposizione una tana con il pavimento in cemento e le sbarre alle finestre, un laghetto per fare il bagno (che certo è un lusso, ma non è il lago di Tovel a cui siete abituati). Immaginate di avere un vecchio albero da scorticare e alcune pietre su cui arrampicarvi per ingannare il tempo. Vi siete fatti un'idea di tutto questo? Bene, siete nei panni dell'orsa Jurka che a breve sarà trasportata nella sua nuova casa: il recinto allestito per lei sulla collina del Casteller, a 400 metri di quota a monte dell'abitato di Mattarello.
Ieri il Trentino - con la collaborazione del corpo forestale della Provincia - ha avuto la possibilità di visitare la struttura. Prima le buone notizie: il recinto è cinque volte più ampio rispetto a quello di San Romedio, dove Jurka è rinchiusa dall'estate scorsa. L'orsa avrà la possibilità di farsi qualche corsa e di scavare una vera tana nel terreno incolto dove trascorrere l'inverno. Ma pur sempre di una prigione si tratta.
Il recinto è in un'area accessibile solo ai forestali, all'interno di una proprietà di 40 ettari utilizzata in parte come vivaio e in parte come habitat per alcuni caprioli che vivono all'interno del recinto. Jurka traslocherà non appena arriverà il via libera del ministero dell'ambiente, che pure ha partecipato alla progettazione della struttura.
Per arrivare al nuovo recinto si viaggia in automobile per qualche minuto lungo una strada sterrata che parte dalle case di San Rocco e si interrompe nel parcheggio di un piccolo edificio: è la tana degli orsi. Parliamo al plurale perché non è escluso che in futuro gli ospiti del Casteller possano essere più d'uno, magari per brevi periodi, in caso di emergenza oppure malattia degli animali. Tre piccole inferriate consentiranno agli orsi di entrare e uscire dai loro ripari, mentre il veterinario (e il personale che sarà incaricato di nutrire Jurka) potrà avvicinarsi alle bestie protetto da robuste sbarre.
Hanno pensato a tutto: per questo ci sono alcuni supporti - all'interno dell'area - che consentono di stendere nuovi cavi elettrici e suddividere l'intera superficie in due o tre parti, in modo che orsi estranei non possano venire in contatto. C'è anche una piccola infermeria dove i plantigradi possono essere curati.
A differenza di quanto avviene a San Romedio, sul Casteller non ci sono teli di plastica a proteggere Jurka dalla vista dei curiosi (e ad impedire all'orsa di guarda il mondo esterno). Ma ugualmente non avrà molta compagnia: non è prevista infatti la possibilità di visitare l'orsa senza l'autorizzazione della Provincia. E il via libera - così spiegano i forestali - arriverà solamente per motivi di studio. Insomma i trentini (e i turisti che certo ne approfitterebbero volentieri) non pensino di salire in collina per rendere omaggio all'orsa, proprio lei che l'anno scorso venne votata a grande maggioranza personaggio trentino dell'anno nonostante dal passaporto risulti evidente che è slovena.
Chi conosce bene gli orsi spiega che Jurka impiegherà poco tempo a prendere confidenza con il suo nuovo territorio. Esplorerà - forse - i resti di una vecchia trincea della prima guerra mondiale dove potrebbe pensare di farsi una tana più confortevole di quella di cemento. Farà il bagno nel laghetto con vista sull'aeroporto di Mattarello, che pare una pozza ma è alimentato da un impianto idraulico comandato a distanza. Prenderà la scossa sul reticolato elettrico finché capirà che è meglio girare al largo. E infine si rassegnerà a scontare la pena dell'ergastolo, poiché non è previsto che l'orsa ritorni libera mai più.
Su quale sia il suo atteggiamento nei confronti delle sbarre suonano due campane diverse: quella di alcuni forestali che parlano di un'orsa mansueta che si è abituata a stare in un recinto vicino all'uomo e quella degli animalisti che descrivono un'orsa disperata che si arrampica sugli alberi e scava buche nel tentativo di scappare. Non riuscirà ad evadere: c'è un grande uso di tecnologia all'interno di quel recinto, struttura pagata a metà da Provincia e Ministero.
Chi tiene alla sua causa si consoli con la certezza che fra gli alberi del Casteller starà meglio che a San Romedio. E' questione di poche settimane.

Articolo di di Andrea Selva (Il Trentino)



4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao.come ti avevo accennato qualche tempo fa credevo e credo ancora la soluzione per jurka sia il male minore - purtroppo- . mentre invece faccio presente che mentre noi critichiamo la provincia di trento per la sua scelta, in svizzera si procederà a un massacro di un orso senza tanti scrupoli ne tentennamenti , esattamente come fu in baviera per bruno.in tante cose nella nostra disastrata italia stiamo un po meglio di altrove, pensiamoci prima di prendere posizioni troppo estreme, nel nostro amore per gli animali, verso le nostre istituzioni.

Anonimo ha detto...

Ciao.come ti avevo accennato qualche tempo fa credevo e credo ancora la soluzione per jurka sia il male minore - purtroppo- . mentre invece faccio presente che mentre noi critichiamo la provincia di trento per la sua scelta, in svizzera si procederà a un massacro di un orso senza tanti scrupoli ne tentennamenti , esattamente come fu in baviera per bruno.in tante cose nella nostra disastrata italia stiamo un po meglio di altrove, pensiamoci prima di prendere posizioni troppo estreme, nel nostro amore per gli animali, verso le nostre istituzioni.

9 aprile 2008 23.34 angelo

Anonimo ha detto...

Caro anonimo, saper che altri agiscono peggio di noi, il che poi è sempre da vedere, non dovrebbe avere a che fare con la coscienza della sofferenza di altri esseri. Alzeremo sempre la voce per le ingiustizie grandi e piccole verso gli esseri più deboli senza pensare che "se così fan tutti, tanto vale lasciar andare e seguire la massa". Si tratta della capacità più o meno grande di "immedesimarsi" e vivere più con il cuore che con l'intelletto.
maurizio

Anonimo ha detto...

allora vedo che non mi sono spiegato..caro maurizio.
1) io sono animalista
2) le cose vanno viste anche con un pizzico di realismo , visto che dai nostri eventuali errori o scelte meno adeguate chi paga non siamo noi ma loro
3) come sai meglio di me gli animali vanno difesi dalla bestialità umana che risolve le questioni di convivenza con l'animale lasciando bocconi come sai tu e dalla bestialità di stato che li definisce "pericolosi", "confidenti" ecc in nome del fatto che sono subordinati sempre alla esigenze umane ( economiche agricole, turistiche ecc o in ultima analisi"vi preoccupate degli animali e non degli uomini e dei bambini che muoiono di fame").
Tenendo conto di tutto ciò e col trauma di Bernardo, con la sua morte e con i suoi assassini ancora a piede libero , ti dico che la provincia di trento ha operato con realismo e intanto jurka è viva - anche se reclusa .se jurka venisse uccisa da una pallottola di stato o dai bocconi avvelenati non mi consolo delle marce di protesta che avverranno il giorno dopo ( e nemmeno lei) . per cui - da animalista - sto con la provincia di trento.
ciao e buona giornata, angelo