"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

sabato 10 aprile 2010

I banchetti dell'orso

La predazione - in località «ex Sega», a poche centinaia di metri dal centro abitato di Lenzumo, in val Concei - ha interessato l'apiario di Luigino Sartori: una buona metà è andata distrutta. Evidenti i segni del passaggio - rilevati dalle locali guardie forestali - che il plantigrado ha lasciato dietro di sé, riconfermando la sua presenza anche in questa area della provincia: la valle di Ledro è infatti una tipica zona di passaggio, tra quelle predilette per gli spostamenti, ma ciò non esclude che l'orso in questione abbia trascorso il letargo - come gli altri 24 suoi simili sparpagliati in Trentino - in qualche grotta delle prealpi ledrensi. Ora, con l'innalzamento delle temperature ed il conseguente risveglio, il periodo più critico: dopo aver perso tutta la massa grassa durante lo svernamento, l'orso deve reintegrare la dieta con alimentazione proteica e quindi si muove alla ricerca di carcasse di animali morti per cause naturali durante l'inverno, oppure di alveari. Nonostante sia onnivoro, la dieta del mammifero è composta per il 70% da vegetali tra cui i preferiti sono l'erba fresca, la faggiola (frutto del faggio) ed il farfaraccio di cui è particolarmente goloso. Dopo il banchetto pasquale il plantigrado non si è tuttavia ripresentato. Secondo il «Rapporto orso» del 2009 - redatto dall'ufficio faunistico del Servizio forestale della Provincia - il territorio stabilmente occupato dagli esemplari femmine è contenuto in 955 chilometri quadrati e situato all'interno dell'area centro-occidentale della provincia di Trento: gli areali occupati portano quindi ad interessare anche gli spostamenti dei giovani maschi. La mancanza di materiale organico rende tuttavia impossibile l'identificazione del soggetto che in questi giorni ha fatto una visita alle arnie in val di Ledro e non è da escludere che si tratti dello stesso orso che lo scorso anno rovinò un'arnia nei pressi dell'abitato di Molina. In valle di Concei era stato avvistato un paio di volte dal gestore del Rifugio Pernici. Prima del letargo era stato avvistato fra la parte meridionale del Brenta e le valli di Daone e Bondone.

Fonte: L’Adige.it

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