"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 28 marzo 2007

Mitologia classica: i miti dell'orso legati ad Artemide

Nella mitologia classica possiamo ritrovare le tracce di un forte legame fra una divinità femminile e l'orso. Se per i celti la dea Artio rappresentava la forza materna e distruttrice della natura, possiamo ritrovare nella Grecia classica la stessa simbologia in modo quasi intatto sotto le sembianze della lunare dea Artemide. L'origine del nome della dea ha avuto diverse spiegazioni: Platone lo fa derivare da "artemés" cioè integro, in relazione probabilmente alla sua proverbiale purezza e alla sua verginità, ma fonti più moderne vedono nel suo nome le parole "ártamos", uccisore o "árktos", orso, che a loro volta hanno la stessa radice indoeuropea. Artemide era figlia di Zeus e Latona e sorella gemella di Apollo. Il suo culto ha origini piuttosto oscure, ma era adorata in quasi tutta la Grecia, soprattutto a Delo. Artemide era la dea della caccia e al tempo stesso signora di tutti gli animali selvatici con l'appellativo di pótnia therôn cioè "signora degli animali"; nei miti arcaici era la luna in contrapposizione al sole suo fratello, proteggeva le fanciulle e dispensava loro la morte, assisteva le partorienti ed era pregata per garantirsi la fecondità.
Il mito relativo ad Artemide la descrive come una fanciulla dalla incorruttibile moralità, circondata da ninfe che come lei avevano giurato di rimanere altrettanto pure. La più bella fra queste ninfe, Callisto, venne trasformata in un'orsa poichè aveva ceduto alla corte dell'insaziabile Zeus. L'orso è legato in modo indissolubile con la dea sia perchè animale selvatico, sia perchè era uno dei suoi animali favoriti: è infatti proprio un orsa che viene inviata da Artemide per salvare la piccola Atalanta abbandonata sul monte Pelio dal padre, che desiderava un figlio maschio. Un'altra leggenda narra che intorno alla città greca di Braurone un orso aveva preso l'abitudine di girovagare per le strade e che la gente, affatto spaventata, avesse iniziato a nutrire ed addomesticare l'animale. Un giorno una fanciulla infastidì l'orso e la fiera, in preda all'ira, la uccise. Quando il fratello della vittima si vendicò, Artemide su tutte le furie impose che alcune fanciulle prendessero il posto dell'orso nel santuario a lei dedicato. Per questo motivo ogni anno delle giovani venivano inviate al tempio prendendo il nome di arktoi (orsette), mentre la dea, in ricordo della vicenda veniva venerata con l'appellativo di Artemide Brauronia. Durante i riti, le fanciulle eseguivano una danza in onore della figlia di Zeus, chiamata "danza dell'orso". Nei miti qui raccontati si nota come sia la dea, sia l'orsa abbiano in comune un innato senso materno e protettivo, che è contrapposto però alla furia distruttrice e vendicativa che si abbatte su coloro che offendono la purezza e l'integrità della natura.

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