"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 25 luglio 2007

Lettera aperta al Presidente Dellai

Il movimento vegetariano "No alla caccia" (info@no-alla-caccia.org) con cui sono in contatto da un pò di tempo sulla questione Jurka ha scritto questa lettera aperta al Presidente Dellai, riporto in seguito il testo integrale:

L’uomo e l’orso
Trentino. Da circa dieci anni è stato realizzato un progetto di reintegrazione degli orsi nelle Alpi del Trentino – chiamato Life Ursus – finanziato in parte dall’Unione Europea, con l’introduzione di 9 orsi prelevati dalla Slovenia. Nel corso di 6 anni da 13 cucciolate sono nati 27 piccoli. Jurka, una delle 6 femmine, ne ha messi al mondo 5. (Fonte: La Repubblica, 29 giugno 2007). Uno dei nuovi orsi nati era JJ1, divenuto purtroppo famoso con il suo abbattimento in Baviera. Il 29 giugno Jurka è stata catturata e messa in un recinto nel Santuario di San Romedio in Val di Non. La cattura è stata, come sempre, giustificata con il pretesto che Jurka avrebbe avuto un’eccessiva confidenza con l’uomo e avrebbe causato diversi danni per procurarsi cibo, rovinando alverari, rovesciando cassonetti delle immondizie e rubando una pecora e alcune galline, avvicinandosi così troppo ai centri abitati (che a volte sono in realtà rifugi di montagna che hanno invaso il suo spazio vitale naturale). Jurka e gli altri orsi non si sono mai dimostrati aggressivi nei confronti dell’uomo, né quindi pericolosi. Gli orsi sono una specie protetta in modo particolare ai sensi dell’articolo della legge nr. 157/1992 che ne vieta la cattura e la detenzione.
Alla luce di questi due fatti si deve constatare che il progetto Life Ursus, presenta molte lacune:
  • Il territorio è completamente invaso da attività umane (piste da sci, percorsi turistici, baite o ville in alta quota, sport di montagna aperti al turismo di massa).
  • La maggior parte della popolazione non è disposta a convivere con questi animali, come era in passato.
  • La popolazione non è stata sufficientemente preparata a cooperare con il progetto e i fatti lo dimostrano. La preparazione dovrebbe naturalmente coinvolgere anche gli stati vicini, nei quali gli orsi potrebbero sconfinare con il loro spostamenti (come nel caso di JJ1).
  • Il progetto sta dimostrando di non riuscire a salvaguardare i diritti degli animali.
Chiediamo la formazione di una commissione esterna al progetto, in grado di valutare la situazione, con la partecipazione di rappresentanti di associazioni animaliste, con lo scopo di valutare se:
  • E’ ancora possibile realizzare il progetto Life Ursus?
  • Se sì, come si intende procedere? Come si possono creare spazi vitali per gli orsi, in modo che non vengano disturbati dall’uomo?
  • Come educare la popolazione alla convivenza con l’orso?
  • Cosa succederà quando gli orsi avranno raggiunto il numero di 50 esemplari stabilito dal progetto Life Ursus? Come verranno contenute le nascite? (Si permetterà di nuovo l’intervento dell’uomo con il fucile?)
  • Se non è possibile realizzare il progetto, cosa si può fare con gli orsi attualmente presenti sul territorio?
A nostro avviso, non esistono “orsi problematici”, bensì problemi creati dall’uomo e che solo lui può risolvere, ma non a spese degli animali, della loro libertà e della loro incolumità. . Chiediamo inoltre l’immediata liberazione di Jurka con le dovute precauzioni di controllo. Non si può accettare che un animale protetto venga privato della libertà, nemmeno con le motivazioni presentate in un comunicato di Life Ursus, nel quale si approva la cattura di un orso per non rischiare il fallimento dell’intero progetto. La società civile non può accettare che un animale selvatico abituato a vivere in libertà possa essere rinchiuso in gabbia, per la sola colpa di essere un orso e di comportarsi come tale. E’ importante agire con estrema urgenza in modo che Jurka non rischi di subire danni irreparabili fisici e psichici in quanto il recinto in cui si trova al momento è stato definito inadeguato a ospitare orsi nati anche in cattività. (30x 50 metri poco più di una gabbia)

Associazione vegetariana No alla Caccia
Via G. Rodari 44
37051 Bovolone VR
Il Presidente Marcello Dell’Eva

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma scusate tanto, prima ancor di scrivere al presidente Dellai che di fauna e ambiente poco ci capisce, non era il caso di scrivere al gruppo "Gruppo per il Riconoscimento e monitoraggio della fauna alpina" del Parco Naturale Adamello Brenta?

Dopo quello che ho potuto sentire recentemente ad un corso di fauna, di sicuro risponderebbe in modo molto esaustivo ai vostri punti.

Misty

Anonimo ha detto...

Scusate ho scritto male il gruppo si chiama "Gruppo di Ricerca e Conservazione dell'Orso Bruno" .

Misty

Anonimo ha detto...

"* Il territorio è completamente invaso da attività umane (piste da sci, percorsi turistici, baite o ville in alta quota, sport di montagna aperti al turismo di massa)."

Il territorio NON è completamente invasato da attività umane, sul Brenta e Presanella esistono tuttora molte nicchie in cui l'orso può vivere. L'orso è in grado di adattarsi ad ambiente fortemente urbanizzati, necessita però di piccole porzioni di territorio dove trovare quiete e tranquillità, e queste di certo in Brenta non mancano.

"* La maggior parte della popolazione non è disposta a convivere con questi animali, come era in passato."

Ma se in passato venivano date ricompense se lo uccidevano?
Son stati fatti dei sondaggi prima e dopo la reintroduzione, il 70 % della popolazione che ha a che fare con l'orso era/è d'accordo.

"* La popolazione non è stata sufficientemente preparata a cooperare con il progetto e i fatti lo dimostrano. La preparazione dovrebbe naturalmente coinvolgere anche gli stati vicini, nei quali gli orsi potrebbero sconfinare con il loro spostamenti (come nel caso di JJ1)."

La popolazione è stata informata e lo è tuttora. E con gli stati/regioni/province limitrofe son stati fatti accordi, se poi queste se lo dimenticano - vedi Alto Adige - è altro conto.

"Cosa succederà quando gli orsi avranno raggiunto il numero di 50 esemplari stabilito dal progetto Life Ursus? Come verranno contenute le nascite? (Si permetterà di nuovo l’intervento dell’uomo con il fucile?"

La popolazione si espanderà in modo naturale verso la Lombardia, Austria e Svizzera come sta già facendo. Lo scopo del progetto non è riempire il Trentino di orsi, ma dare la spinta alla nascita di una nuova popolazione ursina sulle Alpi.

Misty

Anonimo ha detto...

che dire (ho letto solo velocemente)... non posso che sottoscrivere le parole di misty... se l'ambientalismo (e "animalismo") è in mano a queste persono stiamo freschi....

bisogna ceracare di fregarsene, come spero facciano gli orsi e continuno a crescere di numero e in areale!
un saluto
max

Anonimo ha detto...

E comunque, il progetto Life Ursus in sè, è finito nel 2004.

Misty