"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

martedì 27 aprile 2010

Live from Ortona dei Marsi: il blog dell’OrsoBruno cambia casa.

Oggi è il primo giorno della mia trasferta nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Da oggi e per un periodo di tempo non ancora ben definito il blog dell’OrsoBruno vi parlerà direttamente dalle terre abitate dal nostro orso bruno marsicano. L’accoglienza non poteva essere migliore: Franco e Mirco,  accompagnandomi, mi hanno mostrato la stalla di proprietà dei genitori di Franco, a poche decine di metri da casa mia, eccola:

27042010049

Notato nulla di strano?

Quella che sembra una rete poggiata al muro in realtà è una sorta di cancello, con cui si protegge la stalla dagli orsi. Non i fucili, non le tagliole, semplicemente protezioni per il bestiame. Logico e indolore. Qui si respira un aria speciale, forse ho già iniziato ad annusare i miei simili. E’ strano pensare , per me abituato a vivere al mare, che in questo stesso momento, a qualche chilometro da me, qualche orso marsicano sta camminando tranquillo e beato incurante della pioggia battente.

E questo, credo, è solo l’inizio…

lunedì 26 aprile 2010

L’orso in festa

Domenica 30 Maggio 2010, nella culla dell'emigrazione girovaga, dove uomini e orsi incrociarono le proprie vite per far fronte alla sopravvivenza e per dare spettacolo nelle strade e nelle piazze dell'Europa, si svolgerà la prima giornata interamente dedicata all'Orso, figura animale carica di densi significati e trascorsi storici.
Il Museo Gli Orsanti aprirà le porte ai visitatori per far scoprire come la figura dell'orso sia intimamente legata alla città di Compiano e in generale alla popolazione della Valtaro, attraverso l'antico fenomeno migratorio che, per necessità, rese molti degli abitanti della zona artisti girovaghi e ammaestratori di orsi che si esibirono nelle vie e nelle piazze delle grandi città del Nord Europa.
L'intera città di Compiano sarà in festa per celebrare questa figura mitica: nella mattinata un seminario dal titolo "Orsi e Orsanti" vedrà storici, antropologi e scrittori confrontarsi sulle tematiche riguardanti il ruolo di questo animale e il suo valore storico e simbolico attraverso varie epoche ed etnie.
Nel corso della giornata artisti scultori, pasticceri, falegnami,  musicisti,  giostrai, e pittori si sfideranno in un'insolita competizione per la creazione della riproduzione più bella o dell'opera ispirata all'orso. Verranno esposte ai visitatori opere di diverse arti sull'orso. Musiche, danze, cantastorie, celebreranno l'antico re del mondo animale,  protagonista nei secoli, di film, canzoni, storie realmente accadute ed ideologie ispirate alla sua figura: forte e misteriosa. La letteratura saggistica, fiabesca, fumettistica dedicata all'orso, sarà oggetto di mostre, esposizioni, letture, rappresentazioni artistiche ed interpretative.  Oggetti di vita quotidiana, strumenti musicali, stampe, e abiti d'epoca, per descrivere un fenomeno lontano nel tempo ma vicino al cuore di molti Compianesi. A chiusura della manifestazione, si svolgerà una cerimonia di premiazione, in piazza per la performance o l'opera che meglio ha rappresentato l'orso.

Fonte: www.museogliorsanti.it

domenica 25 aprile 2010

Non c'è niente da ridere.

Ho trovato un video su youtube che porta questo titolo: “[Japan] hokkaido - funny bear from bear farm”. Per me però non c’è niente di funny in questo video. Gli orsi mostrati si trovano ad Hokkaido (Giappone) all’interno di uno dei due “Bear Ranch” molto frequentati dai turisti. All’ingresso, insieme al biglietto si possono comprare dei biscotti per 100 Yen o delle mele per 200 Yen. Per gli orsi. L’attrazione maggiore di Hokkaido infatti sono proprio loro, simbolo della città. Il recinto ospita 3 o 4 grandi cavità circolari, ognuna contenente in media 10 orsi. Pur di ricevere un po’ di cibo si accalcano effettuando strani movimenti che ai turisti sembrano simpatici balletti (basta sentire le risate). Sembrano saluti, linguacce o implorazioni quelle degli orsi elemosinanti. Animali chiusi in un recinto, circondati da turisti, costretti a chiedere cibo in modo così ignobile. Ci sono orsi che se la passano peggio, vero. Ci sono quelli nelle fattorie della bile, quelli decimati dalla caccia o quelli senza futuro. 
Ma vedere questi giganti, umiliati e ridicolizzati mi ha fatto male. 

E non mi ha fatto ridere.

Sensazionale salvataggio di orsi da una fattoria della bile in Cina

Oliver ha passato 30 anni della sua vita rinchiuso in diverse fattorie della bile nella provincia di Shangdon.

La Dott.ssa Heather Bacon, responsabile veterinario di Animals Asia, ha dichiarato che, senza l’intervento, Oliver non sarebbe sopravvissuto ai 2.400 km di viaggio verso il santuario. “E’ evidente che gli allevatori hanno rimosso il metal jacket e strappato dall’addome dell’animale il catetere solo poche ore prima del nostro arrivo. Nel caso di Oliver, hanno lasciato un anello metallico acuminato conficcato nella cistifellea, che in precedenza consentiva il fissaggio dello stesso catetere”.

metalJacket_1nL’intervento chirurgico, durato 4 ore, ha costretto lo staff di Animals Asia a ritardare le operazioni di salvataggio e a fare una deviazione rispetto al programma iniziale verso il pronto soccorso più vicino, l’ospedale della città di Feng Ling Du, nella provincia di Shanxi, dove medici e infermieri hanno messo a disposizione ossigeno, bottiglie d’acqua calda e asciugamani. Le condizioni di Oliver restano critiche e l’animale non è ancora fuori pericolo, anche se ha ricominciato gradualmente a mangiare e a bere. Toby Zhang, responsabile per gli affari esterni di Animals Asia in Cina, si è congratulato con la China Wildlife Conservation Association e il Dipartimento Forestale Provinciale che hanno lavorato insieme alla Fondazione per la chiusura dell’ultima fattoria della bile, una delle peggiori di tutta la Cina, nell’area di Shandong. “Dopo Shandong, sono solo 11 le provincie cinesi ad avere fattorie della bile sul proprio territorio”. “Circa due terzi della Cina sono ora farm-free. Questo è un grande progresso per Animals Asia Foundation e gli stessi cinesi, sempre più contrari a questa barbarie”, dice Zhang.

Le operazioni di salvataggio – riferisce Jill Robinson, fondatrice di Animals Asia – hanno preso una piega drammatica mercoledì 21 aprile, quando i camion che trasportavano gli orsi a Chengdu sono rimasti imbottigliati nel traffico per oltre 7 ore. In questo frangente, determinante – dice Jill Robinson – è stato il sostegno e l’aiuto della polizia locale, degli operatori sanitari e della folla accorsa, la quale ha manifestato sconcerto per le gravi condizioni degli orsi, sottoposti per anni all’estrazione della bile.

La bile d’orso è utilizzata per la cura di svariate patologie dalla Medicina Tradizionale Cinese, nonostante siano disponibili oltre 50 alternative sintetiche ed erboristiche, più economiche e più sicure per la salute umana. La bile viene infatti estratta da animali gravemente malati, è contaminata da sangue, urine, pus, e non subisce alcun processo di raffinazione.

Questa liberazione porta a 276 il numero di orsi riscattati a oggi da Animals Asia Foundation in Cina, mentre sono 42 gli allevamenti chiusi. Il salvataggio ha permesso la liberazione di 10 orsi, 7 femmine e 3 maschi, di cui 6 orsi della luna, 3 orsi bruni e un meticcio.

La pratica di estrazione della bile è purtroppo ancora legale in Cina, nonostante il Governo abbia bandito il rilascio di ulteriori licenze. Agli allevamenti è concesso praticare l’estrazione della bile con il solo metodo del free- dripping o gocciolamento libero, che si rivela comunque devastante per la salute degli orsi.

Antonello Palla

dal sito http://www.orsidellaluna.org

sabato 24 aprile 2010

Trappola fotografica per l'orso

Comunicato stampa della Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige

Un esemplare di orso bruno è caduto per così dire in trappola in territorio altoatesino nei giorni scorsi. Si è trattato di una “trappola fotografica” dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia che lo ha ritratto nei boschi che si estendono fra il Passo Mendola e la Val d’Ultimo. Rilevate le tracce di due esemplari.

L’orso ritratto al punto di <br />foraggiamento tra Passo Mendola e Val d’Ultimo.

Come riferisce l’Ufficio caccia e pesca della Provincia, nei giorni scorsi “è stato possibile ravvisare la presenza dell’orso bruno in Alto Adige. Sono state rilevate delle impronte su neve, nei ripidi versanti boscati in orografica destra della Valle dell’Adige, compresa tra Passo Mendola e la Val d’Ultimo, in ambienti lontani da centri abitati.

Dalla grandezza delle impronte rilevate, è possibile affermare che si tratta di due individui diversi, uno più piccolo ed uno di taglia maggiore. La prima segnalazione risale al 29 marzo scorso. Finora non è stata segnalata nessuna predazione a pecore o ad apiari.

Uno dei due orsi, nella notta del 15 aprile scorso, si è alimentato presso un punto di foraggiamento di caprioli. Il personale di sorveglianza venatoria dell’Ufficio caccia e pesca è riuscito, tramite una “trappola fotografica”, a scattare alcune foto, che dimostrano si tratti di un orso di media taglia, presumibilmente di 3-4 anni d’età. Per questo individuo, sono stati raccolti dei peli, che dovrebbero determinare, tramite analisi genetica, di quale orso si tratta”.

Negli ultimi anni la presenza dell’orso bruno in Alto Adige è divenuta relativamente costante; transiti di almeno un individuo, proveniente dall’azione di reintroduzione nel Parco Naturale Adamello Brenta eseguita in provincia di Trento con il progetto “Life-Ursus”, sono stati segnalati ogni anno a partire dall’anno 2005. Finora si è trattato esclusivamente di giovani individui maschi, che compiono giri esplorativi alla ricerca di nuovi territori. Il periodo, in cui viene rilevato il maggior numero di indici di presenza dell’orso, è quello primaverile; da un lato, la presenza può essere accertata tramite le caratteristiche piste su neve, dall’altro, al risveglio dal letargo, sono più frequenti le predazioni a ovini o apiari.

Nell’anno 2009 era stata segnalata la presenza di quattro diversi individui sul territorio provinciale. Per due di essi si è trattata tuttavia di una breve fase di passaggio nel settore orientale della provincia.

(SA)

martedì 20 aprile 2010

Il ritorno dell’orso di Socchieve: Soki a Oltris di Ampezzo

di Francesco Brollo da http://tolmezzo.wordpress.com

Si rifà vivo l’orso Soki (cosi battezzato da Tolmezzo News l’esemplare fotografato il 21 marzo a Socchieve). Il plantigrado nei giorni scorsi ha infatti effettuato un’altra incursione in un allevamento di pecore, prelevandone un paio a Oltris, frazione alta di Ampezzo. In seguito  all’episodio sono già state avviate le procedure di sopralluogo del personale del corpo forestale regionale, per la pratica del rimborso all’allevatore. Gli esperti dell’università di Udine fanno sapere che per prevenire i banchetti ovini dell’orso occorre una precauzione semplice: rinchiudere gli animali in stalla durante la notte. Ad agevolare quest’ultima predazione c’è anche il particolare che l’allevamento in oggetto confina ed entra nel bosco, fornendo all’orso una chance in più.

Il fatto che l’animale trovi facile possibilità di predazione o anche solo di cibo non lontanissimo dai centri abitati, presenta inoltre lo svantaggio di poterlo indurre ad attenuare quella naturale barriera che per istinto lo tiene lontano e diffidente. Occorre quindi evitare di dargli occasione di prendere troppa confidenza con l’ambiente abitato dall’uomo, magari per una malintesa forma d’amore verso gli animali. L’orso è animale selvatico, e va lasciato nel proprio territorio, senza “inurbarlo”.

Intanto un’altro orso è stato avvistato in comune di Tolmezzo, a Illegio. Venerdì scorso un esemplare ha fatto capolino nella piana che precede l’ingresso in  paese, nei pressi del campo sportivo. Non dovrebbe trattarsi di Soki, è più probabile che si tratti del plantigrado che frequenta la zona di Paularo fino alla Val Aupa, e che un paio di settimane fa aveva lasciato tracce nella zona di Ligosullo.

“Sapete qual è la preoccupazione più grande quando porto i miei figli in montagna e nei boschi? La vaccinazione per la TBE trasmessa dalle zecche, non certo l’orso”. La frase è di Stefano Filacorda, dell’università di Udine, che davanti a un’attentissima platea  (circa 200 persone), ha trasmesso le proprie conoscenze sull’orso, durante l’incontro tenutosi a Enemonzo per parlare del plantigrado che è stato fotografato il 21 marzo a Socchieve e che per aver predato pecore e alveari sta facendo parlare di sé. Sarebbe però un errore, a detta del medesimo studioso, sottovalutarlo: “Non bisogna trattarlo come fosse un peluche, occorrono delle precauzioni”, ma da qui a demonizzarlo, o ritenerlo pericoloso ce ne passa. Rispetto è forse la parola più appropriata.

Località Dalcje, in comune di Socchieve

Vediamo quindi una sintesi degli argomenti esposti da Filacorda in merito all’orso bruno, per trarne consigli e indicazioni da seguire in sua presenza. Una premessa: lo studioso si è laureato con una tesi sulle pecore, per la quale ha passato nove mesi di ricerca nel Sinai, il che lo rende, come ha detto lui stesso, molto sensibile alle posizioni degli allevatori vittime dell’istinto predatorio dell’orso. La sua posizione di equidistanza, a favore della natura, si spiega bene con questa frase: “io sto dalla parte della vita, per trovare un equilibrio”.

NOME. Al momento l’orso della Val Tagliamento non ha ancora un nome. In attesa che glielo diano, coniamo quello di Soki, in omaggio al comune dove è stato fotografato (Socchieve) e utilizzando la k al posto di “ch”, a richiamare la sua terra di provenienza, la Slovenia.

PROVENIENZA. Soki, come tutti gli altri orsi avvistati in Carnia, proviene dalle foreste della Slovenia, dove ce ne sono circa 500 (e 80/100 l’anno vengono regolarmente – ovvero secondo la legge – abbattuti dai cacciatori). Ce ne sono anche nella periferia di Lubiana e alcuni sono perfino entrati in città. Il suo destino, fra qualche anno, sarà probabilmente di riportarsi in Slovenia.

SESSO, ETÀ. Soki è un maschio giovane (3/4 anni) e come i suoi simili qui presenti è probabile che si riporti oltreconfine o che, come minimo, faccia una capatina nei pressi di Tarvisio, dove si stima ci sia l’unica femmina presente in regione. Le femmine di orso si fanno fecondare contemporaneamente da più orsi e partoriscono (una volta ogni due anni) in media tre cuccioli di padri differenti nello stesso momento. Si tratta di una particolarità che serve a differenziare il patrimonio genetico messo al mondo e aiuta a tenere salvi i cuccioli da possibili attacchi di orsi maschi: il padre riconosce il proprio figlio e lo lascia stare. L’orso bruno può superare i 20 anni, ma qui in realtà arriva fino a 12/14.

PRECEDENTI. L’ultimo orso della Carnia fu ucciso nel 1911 a Sauris. Ci sono voluti più di 80 anni perchè ricomparisse. Il primo nuovo avvistamento risale infatti al 1993 in comune di Rigolato, al quale hanno fatto seguito: 1997 Val di Preone; ’98 Monte Talm; ’98 Rest; ’98 Pecceit e altri ancora fino ai giorni nostri. L’avvistamento ad aprile 2009 a Preone si riferisce probabilmente già a Soki, che quest’anno ha compiuto predazioni di pecore a Pani, Voltois e sabato scorso a Tramonti.

Le pecore sopra Voltois (Ampezzo), dove l'orso ha recentemente effettuato una delle sue razzie

ABITUDINI. Soki si sveglia alle 19 e va a dormire alle 7 di mattina. Il fatto che sia stato avvistato di giorno (a marzo a Cima Corso, mentre attraversava la strada per andare a frugare negli alveari) è dovuto alla sua giovane età e al risveglio dal “letargo” invernale. L’orso bruno può arrivare a percorrere 40 chilometri in un giorno (o meglio: in una notte). Gli studi effettuati dall’università di Udine, assieme agli sloveni, nell’ambito di un progetto finanziato dal fondo Interreg III, ha consentito di monitorare due orsi con il radiocollare. Inoltre, attraverso studi genetici, si è ad esempio constatato che un esemplare, chiamato orso Franz, che nel 1997 comparve a Castelnovo del Friuli e poi sul Rest e Pecceit, compiendo stragi di pecore per tre anni a Tramonti, arrivando a pesare oltre 200 chili, era lo stesso che, dopo aver attraversato il Tgliamento a Venzone, fu catturato in Slovenia nel 2006, e abbattuto due anni dopo. Questo a dimostrazione dell’amplissimo territorio che è in grado di coprire. “Un orso bruno può percorrere fino a 45 chilometri al giorno, attraversando passi a oltre 2000 metri sul livello del mare con neve alta due metri”.

HABITAT. “Se vogliamo l’orso dipende da voi”; ha detto Filacorda, spiegando come la Carnia sia un ambiente ideale per l’Ursus arctos, addirittura più di quanto non lo sia la Slovenia o il parco dell’Adamello. In particolare il Parco delle Dolomiti friulane rappresenta un luogo perfetto. La presenza in territorio di Socchieve della lince, del cane procione, dello sciacallo dorato e dell’orso, dimostra la straordinaria vitalità e purezza dell’ambiente circostante.

QUANTI ORSI NEI PARAGGI? Domenica scorsa sono state rilevate tracce di orso in comune di Ligosullo: apparterrebbero ad un esemplare che si muove tra Paluzza, Paularo e Val Aupa. In genere è però difficile fare un conto preciso, perché molti non lasciano tracce. Dal 2004 si può ipotizzare che nella sinistra del Tagliamento (Carnia) ce ne siano stati 7 o 8; 2 o 3 nella destra Tagliamento. Si tratta solamente di maschi. Anche per capire quanti sono, come si comportano e per adottare, nel caso, azioni per dissuaderli dal compiere possibili danni, Filacorda e la sua equipe stanno cercando di catturare Soki, per mettergli un radiocollare.

AGGRESSIONI. Non bisogna fasciarsi la testa, avverte Filacorda, semmai bisognerebbe fasciare quella dell’orso, aggiunge. Questo perché è da 150 anni che in  Italia non si verifica un attacco mortale all’uomo e negli ultimi 50/60 anni non si sono nemmeno verificate aggressioni. In Slovenia, dove di esemplari ce ne sono 500, negli ultimi 10 anni ci sono stati due soli attacchi: in entrambi i casi frutto di reazione a comportamenti pericolosi dell’uomo. Nel primo caso una persona con imprudenza ha cercato di bazzicare nei pressi della tana, nel secondo un uomo assieme al cane ha tagliato la strada a una femmina coi piccoli. Casi di attacchi mortali è vero che si verificano, anche oggi, ma basta dare un’occhiata alla dinamica per capire che si tratta di episodi suscitati dal comportamento sbagliato dell’uomo: in Romania ad esempio, ha riferito Filacorda, è successo che alcuni pastori abbiano inseguito con un bastone l’orso che predava le pecore, suscitando la contro reazione dell’animale. “L’unica volta che ho rischiato la vita è stato in una stalla, quando mi ha attaccato un muflone” ha detto Filacorda, a dimostrare come il rischio legato all’orso sia marginale.

GRADO DI PERICOLOSITÀ. Sono quattro i principali livelli di catalogazione della pericolosità di un orso. È “normale” se fa danni in zone non abitate; desta “attenzione” se tollera di essere osservato dall’uomo; “pericoloso” se difende una preda appena abbattuta (e non la lascia lì quando appena si accorge della presenza umana); “molto pericoloso” se tenta di entrare nelle case.

SEGNALI DEL SUO PASSAGGIO. Quanto nel bosco si vedono grossi massi fuori sede, è probabile che sia stato un orso, piuttosto che qualche folletto. L’orso va ghiotto per le formiche: se si vedono formicai devastati, scavati e sparsi nell’arco di metri, può essere stato l’orso. Le feci: sono simili a quelle dell’uomo, con una differenza: non puzzano.

La strada che da Pani (dove Soki ha predato in due occasioni alcune pecore) scende a Raveo. Sullo sfondo la Val Tagliamento e il monte Amariana

COSA FARE E COSA NON FARE. L’orso attacca l’uomo solo se provocato. Nella remota ipotesi in cui vi doveste imbattere nell’orso Soki bisogna evitare di urlare e di lanciargli oggetti. (In Romania una persona è morta perché ha tirato contro l’orso le bronze della griglia). Bisogna stare fermi, non andargli incontro. Se si alza in piedi sulle zanpe posteriori non occorre preoccuparsi: si tratta di un comportamento che adotta per vederci e annusarci. Il consiglio, anche in questo caso, è di girarsi con naturalezza e camminare nel senso opposto: il tempo di rigirarsi e sarà già scappato via. Se trovo tracce non devo seguirle e tenere il cane al guinzaglio. Se lo vedo a distanza e non fugge è perché evidentemente non si è ancora accorto di noi e quindi è una fortuna poterlo osservare: inutile avvicinarsi perchè si accorgerebbe e fuggirebbe. L’orso non attacca (quasi) mai. Il quasi è legato all’esempio della femmina con i piccoli. In questo ambito bisogna poi distinguere l’attacco dal finto attacco: quest’ultimo è una simulazione di carica che può mettere in scena a fini intimidatori, correndoci incontro per difesa, come se caricasse, ma fermandosi dopo poco. In generale è bene non lasciare immondizia abbandonata in zone periferiche. Uno degli esemplari monitorati negli anni scorsi grazie al radiocollare è stato infatti rintracciato in mezzo a un paese di 70 abitanti vicino a Cividale alla mezzanotte di un giorno di luglio; eppure nessuno degli abitanti aveva notato la sua presenza. Dagli studi condotti sul campo in Nord Europa, dove due ricercatori hanno provato ad avvicinare l’orso durante il giorno, quindi mentre è in riposo, si è scoperto che l’orso si nasconde, lascia passare l’uomo, esce dal nascondiglio per annusare l’odore delle persone che sono passate e infine torna al suo posto.

INDENNIZZI. Umberto Fattori, del servizio tutela ambienti naturali – ufficio studi faunistici della Regione FVG, ha spiegato cosa fare nel caso si subiscano danni ad opera dell’orso. In sintesi occorre presentare denuncia presso la locale stazione della forestale entro tre giorni dal fatto. Basta farlo su carta semplice, indicando luogo, data e una sommaria descrizione di quanto accaduto. Al contempo occorre non alterare la carcassa e la scena dove è accaduto il danno, per consentire i rilievi di controllo, che avvengono entro 72 ore. Dalla denuncia si hanno poi 30 giorni per domandare l’indennizzo, che sarà concesso coprendo il 100 per cento del danno emergente (non del lucro cessante) sulla base del prezzo di mercato del capo di bestiame abbattuto. Sono previsti contributi e concessione in comodato gratuiti di recinzioni elettriche, che per prevenire l’attacco dell’orso deve essere alta 1 metro e 20 centimetri, possedere cinque fili elettrici.

lunedì 19 aprile 2010

“Ora basta con l'orso Dino se no lo uccidiamo noi”

Articolo di Giovanni Matteo Filosofo su "IlGiornalediVicenza.it"

«Dovete prenderlo e portarlo via da questo paese. O lo portate via vivo voi o lo porterete via morto». Riunione "calda" per l'orso, l'altra sera, a Posina mentre Dino lasciava nuove tracce dei suoi spostamenti verso Tonezza, in contrà Valle, dove ha tentato di aprire, senza riuscirci, una gabbia di conigli per sfamarsi.

ESPERTI. Per gli esperti non è pericoloso ma la gente non lo vuole. Ha minacciato di ucciderlo se non verrà trovata una soluzione. Tra i presenti, oltre 200 rappresentanti delle contrade frequentate in questi giorni da Dino-M5, numerosi sono i cacciatori. Gente spiccia che pare non intenzionata ad attendere molto prima di tentare un'azione. La popolazione della vallata ha paura e vuole che l'orso sia catturato e portato via, al più presto. Altrimenti sarà ucciso. È questa la sintesi delle reazioni dell'incontro con la popolazione tenutosi in una palestra strapiena. Una riunione programmata da Comune in collaborazione con la Polizia provinciale, con i tecnici regionali al termine di una settimana di violente scorribande di M5 ai danni di animali domestici, allevati nelle diverse contrade. Due ore, in parte dedicate a meglio conoscere la natura dell'orso bruno e i motivi per la sua reintroduzione nel Trentino.

PROGETTO. La gente, abbastanza pazientemente, ha lasciato che la dottoressa Sonia Calderola, dell'unità di Progetto caccia e pesca della Regione, illustrasse le caratteristiche del predatore: animale solitario, un carnivoro che si ciba anche di vegetali, la predilezione per i boschi misti di latifoglie, la non pericolosità per l'uomo. Mugugni del pubblico, però, hanno accompagnato quest'ultimo dato e l'affermazione che l'orso bruno è tornato e tornerà a ripopolare zone che, con l'abbandono delle colture, si stanno rimboschendo sempre più.

RITORNO. Un ritorno alle origini che innesta il problema delle difficile convivenza con l'uomo, soprattutto se l'orso provenie dalla popolazione slovena. Un animale che ha comportamenti anomali, privilegiando la carne, assalendo animali stanziati vicino alle case, sulle cui carogne torna a cibarsi più volte. Un orso che dal risveglio dal letargo ha percorso in lungo e in largo le Prealpi Veneto-Trentine, da Lamon al Parco delle Dolomiti bellunesi, a Cesio Maggiore, Vallarsa, Trento, Lessinia, Recoaro, e che dallo scorso 11 aprile sembra aver privilegiato Posina. In questo tragitto, Dino ha fatto danni per quasi 4 mila euro, più quelli per le tre ultime asine sbranate. Perdite che la Regione rifonde per intero. Il comandante del corpo di Polizia provinciale, Claudio Meggiolaro, ha illustrato quanto si sta facendo per Dino sul piano dissuasorio e della sicurezza, col pattugliamento notturno delle guardie, dotate di fucili con cartucce di gomma, con cui hanno già sparato. Ma, a questo punto, sono stati gli stessi proprietari degli animali uccisi a protestare la loro rabbia. «O lo portate via vivo voi o lo porterete via morto. E un bandito. Non è un orsetto Yoghi. C'è paura nelle contrade sparse nella vallata. Questo animale è pericoloso, anche per i bambini che a scuola a piedi».

PRESENZA. I cittadini hanno poi poi aggiunto ancor più preoccupati: «Noi non siamo abitati a questa presenza. È facile dire che se lo si incontra bisogna stare calmi. Qui ha mangiato solo carne. Non è normale. E sono ormai tre giorni che non si nutre. Siamo certi che tornerà ad uccidere». Queste sono solo alcune delle affermazioni sentite per voce della popolazione, a cui Meggiolaro ha promesso interventi dissuasori, ma non la cattura immediata dell'orso, dato che per farla servirebbe una decisione dell'apposito ministero e tempo per tendergli una trappola, considerato che, data la mole, un narcotico non avrebbe effetto immediato. Ogni giorno, alle 17, comunque, la polizia farà conoscere ai sindaci di Tonezza e Arsiero il punto di rilevazione della posizione dell'orso, col segnale emesso dal suo radiocollare e captato dal satellite. Claudio Meggiolaro ha poi invitato i posinati a collaborare, telefonando alla Polizia provinciale nei casi e di emergenza e di avvistamento.

L'orso Dino sbanca su Facebook

Hanno superato i 1600 i fan dell'orso Dino, il plantigrade avvistato nella zona di Posina (Vicenza): il maggior sito Facebook che parteggia per lui e' intitolato semplicemente 'Orso' e vi aderiscono persone ispirate dal rispetto della natura ed estimatori dei grandi animali. ''Vorrei essere un orso per rifugiarmi nella mia caverna quando il tempo e' avverso e risvegliarmi quando la primavera torna a scaldarmi l'animo'', scrive una navigatrice. ''Oggi ho avuto molta paura nel leggere dei commenti ad alcuni blog ed articoli che raccontavano la situazione dell'orso Dino in Veneto - scrive un altro - Gandhi diceva che ''La civilta' di un popolo si misura nel modo in cui tratta i suoi animali', e qui invece gia' si imbracciano i fucili''. Infatti, riporta oggi il Giornale di Vicenza, nel corso di una riunione i cacciatori minacciano di trasformarsi in bracconieri e ucciderlo dopo che ha sbranato tre asinelli. I suoi spostamenti vengono seguiti attraverso il radiocollare di cui e' dotato. Un altro sito, con 140 aderenti, si intitola 'L'orso Dino deve vivere!'. Vi si afferma che l'animale non e' pericoloso per l'uomo e che la sua presenza e' positiva sia in termini ambientali che turistici. ''In Abruzzo - commenta un altro simpatizzante - gli orsi sono una grande risorsa per il parco e convivono da decenni con la popolazione. Io credo si tratti solo il caso di saperlo gestire, di farlo allontanare dalle case''.

Fonte: ANSA

venerdì 16 aprile 2010

Lustratevi gli occhi…

Ricordate Lily? La femmina di orso nero nella cui tana era stata posizionata una telecamera qualche mese fa? Non so quanti di voi hanno seguito poi la vicenda ma Lily ha avuto un cucciolo, Hope (speranza) che abbiamo imparato a conoscere giorno per giorno grazie alle immagini e ai suoni (intervallati da frequenti problemi tecnici) che provenivano dalla tana. Hope e Lily sono finalmente uscite dalla tana e possono finalmente giocare…c’è forse qualcosa di più bello da vedere?



Forse JJ5 l’orso nella Val Masino

«L’orso da queste parti? Una bufala colossale». Diceva qualcuno alcuni mesi fa a proposito dell’avvistamento da parte di alcuni cacciatori di quello che sembrava essere un orso.  

Ma l’orso a quanto pare c’è e potrebbe avere svernato sulle cime alte sopra i Cèch. Un turista di Seveso, Giuseppe Righi, durante i giorni di Pasqua aveva rinvenuto e fotografato alcune impronte nella neve nella zona sopra Mello in località “Prati a Ragno” a quota 1200. Il sindaco di Mello, Fabrizo Bonetti ha dichiarato che "La segnalazione è attendibile anche se, per quanto ci riguarda, ricevuta la notizia, raccolta la testimonianza e avuto il materiale fotografico, abbiamo provveduto a consegnarlo all’ufficio agricolo della Cm. Che a sua volta lo avrebbe inviato al Comprensorio caccia e pesca, per le verifiche sull’impronta".

"Gli orsi in questo periodo si spostano molto – ha commentato Carlo Frapporti, del Wwf – diciamo che è un comportamento tipico dei giovani maschi. L’esemplare potrebbe essere Jj5, che era già stato in Lombardia, forse in Val Masino. Importante è provare a raccogliere campioni, tracce biologiche come sterco o setole, per cercare di individuare l’esemplare".

giovedì 15 aprile 2010

Cattivo io? Ma se mi sono solo appena svegliato!

Immaginate di dormire per qualche mese, un sonno abbastanza profondo. Tanto da consumare moltissime energie. Pensate che un essere umano di peso medio durante 8 ore di sonno consuma circa 500 Kcal, il corrispettivo di 200g di carne di maiale. Incredibile vero?

Durante il sonno invernale un orso ibernato abbassa il suo metabolismo riducendo il consumo di calorie fino al 70%, bruciando la maggior parte del grasso accumulato prima dell’inverno. Al suo risveglio entra in una fase molto particolare in cui, in modo quasi compulsivo, “recupera” le energie soprattutto sotto forma proteica. Altro che 200g di bistecca di maiale!

Proprio a causa di questo fenomeno del tutto fisiologico, in questi giorni a far parlare di se è M5 orso sloveno che sta banchettando nell’alto Vicentino. M5 sta attaccando soprattutto animali domestici, asini soprattutto e la popolazione locale sembra essere abbastanza spaventata, proprio a causa dell’elevata confidenza che l’orso ha con le zone antropizzate.

«Quanto sta succedendo a Posina – dichiara Claudio Meggiolaro, comandante della Polizia provinciale - è una situazione anomala. Nel caso di M5 ci troviamo di fronte ad un soggetto problematico: è normale che accada che tra cento esemplari d' orso, uno si comporti in un modo del tutto diverso. Di solito, infatti, gli orsi amano starsene sui terreni montani e si cibano di animali selvatici. Questo, invece, non ha paura dell'uomo, si avvicina alle case e assale bestie d'allevamento. Si direbbe che a Posina abbia trovato il suo habitat».

orso-primiero-2_34023 M5 venne catturato ad ottobre nella valle di Primiero e venne rilasciato dopo essere stato radiocollarato (nella foto). «Si tratta di un progetto della Provincia di Trento per la reintroduzione degli orsi. Però questo, che è stato radiocollarato, proveniva dalla Slovenia. Tocca ai trentini dirci come intendono procedere".

L’alto vicentino è una zona che solo negli ultimi tempi ha visto il ritorno dell’orso, in cui la popolazione non ha avuto probabilmente il tempo di capire cosa stesse succedendo, tanto da essere preoccupata e diffidente. Ma ci si può tutelare: «Chi ha animali all'aperto deve ripararli nelle stalle, oppure elettrificare i recinti. – continua Meggiolaro - la Regione prevede dei finanziamenti sia per i danni subiti che per gli interventi di prevenzione».

Meggiolaro poi sconsiglia anche l’iniziativa privata, avvertendo che gli orsi raramente attaccano l’uomo, ma se colpiti da un’arma da fuoco o minacciati possono diventare pericolosi. In caso di emergenza, anche notturna si può chimamare il numero 348 7912700.

«Pensavamo che se ne andasse dopo le prime due incursioni notturne - afferma Andrea Cecchellero, sindaco di Posina, comune che ha fatto da sfondo a molti banchetti di M5 - Invece l'orso pare aver messo radici qui, e la cosa ci preoccupa molto. Nessuno chiede di ucciderlo, ma di sedarlo e di spostarlo in altra zona, questo sì».

Intanto venerdì sera la palestra comunale del paese ospiterà a partire dalle 20.30 un incontro informativo con la polizia provinciale, rappresentanti della Provincia di Vicenza e tecnici dell’ufficio regionale competente. Sarà un momento di confronto per acquisire informazioni utili su come comportarsi per sentirsi sicuri ed evitare di creare situazioni che agitino l'orso tanto da farlo diventare pericoloso per l'uomo.

Intanto l’ente provinciale berico sta attento alle mosse e alle orme di M5 o “Dino” (così battezzato l’anno scorso in onore dello scrittore bellunese Buzzati) e si dice pronto a mettere in fuga l’esemplare originario della Slovenia, magari spaventandolo con rumori, come quelli provocati dagli spari di petardi. E se questo non bastasse si ipotizza anche la cattura. «E’ nel pieno della maturità - spiega l’assessore Provinciale alla Polizia Provinciale e alla Caccia Marcello Spigolon - e per questo alla ricerca di una compagna per accoppiarsi. La nostra speranza è che, una volta constatato che in zona non ci sono esemplari femmine della sua specie, continui altrove la sua ricerca.

Anche nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, sicuramente più abituato alla presenza ursina, si registrano danni ad alcuni capi di bestiame. Un pastore di Barrea infatti ha perso 20 animali fra pecore e capre, uccise da un orso che è riuscito ad entrare nell’ovile. Dai primi rilievi sembrerebbe che l’orso – privo di radiocollare – sia uno dei cuccioli di Gemma nel frattempo diventato adulto, lo stesso che pochi giorni fa è entrato in un pollaio di Villetta Barrea, dove ha ucciso una quindicina di galline.

“Il conflitto uomo – orso smette di esistere, laddove preventivamente vengono messe in campo azioni concrete e strategie territoriali - dichiara Massimiliano Rocco, responsabile del programma specie del WWF Italia – L’esperienza fatta in questo senso negli ultimi 2 anni dal WWF in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il CFS nelle aree limitrofe al Parco è eloquente: i numerosi interventi di sistemazioni di recinzioni elettrificate stanno dando oggi i loro frutti”.

“L’allevatore verrà risarcito per le perdite subite come prevedono le norme, e anche se il luogo dell’incidente non rientra nell’area interessata al progetto di prevenzione promosso dal WWF - conclude Rocco - abbiamo deciso di intervenire e dare all’allevatore in comodato gratuito un recinto elettrificato, uno strumento semplice ed efficace che in contesti ben più difficili ha consentito una convivenza tra l’uomo e i grandi predatori”

mercoledì 14 aprile 2010

Tecniche avanzate di monitoraggio della fauna selvatica

Sì terrà dal 13 al 16 maggio nell’ambito delle “Lezioni di campo” del Centro Studi per le Reti Ecologiche il corso di formazione “Tecniche avanzate di monitoraggio della fauna selvatica” rivolto a studenti universitari, laureati, appassionati della natura e professionisti delle discipline attinenti le scienze naturali.

Verranno trattati i principali metodi di monitoraggio e censimento di uccelli, ungulati, carnivori, anfibi e rettili e i metodi applicativi della telemetria e del fototrappolaggio.

Sono previste attività pratiche di campo con censimenti da punti fissi di osservazione, wolf howling e radiotelemetria.

Il corso sarà tenuto nella splendida cornice del Castello Cantelmo da professionisti che lavorano in ambito faunistico da anni.

Per i partecipanti interessati è prevista la possibilità di usufruire del vitto e dell’alloggio proposto dall’organizzazione. Gli studenti saranno ospitati negli appartamenti del centro storico di Pettorano sul Gizio, uno dei Borghi più Belli d’Italia. La quota di iscrizione dovrà essere pagata tramite versamento sul c.c.p. 11356672 intestato a Comune di Pettorano sul Gizio, Piazza Zannelli 1, 67034 Pettorano sul Gizio (AQ) specificando nella causale “Corsi di formazione 2010”. La copia del versamento e il modulo di iscrizione devono essere inviati via fax allo 0864.487006 o via mail all’indirizzo csre@riservagenzana.it.

Tutti i corsi rilasciano crediti formativi agli studenti di Scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio dell'Università degli studi dell'Aquila. Sono previste riduzioni sui costi per chi si iscrive a più corsi.

Giovedì 13 maggio

Ore 9.00-10.00 – Saluti e presentazione del Centro Studi e della Riserva Naturale

Ore 10.00-13.00 – Tecniche di censimento degli uccelli (Corrado Battisti)

Ore 15.00-19.00 – Tecniche di censimento degli uccelli (Corrado Battisti)

Venerdì 14 maggio

Ore 8.30-11.30 – Telemetria (Sabrina Manchi)

Ore 11.30-13.30 – Fototrappolaggio (Antonio Antonucci)

Ore 15.00-19.00 – Escursione pratica con esercitazione (telemetria e fototrappolaggio)

Sabato 15 maggio

Ore 9.00-13.00 – Tecniche di censimento di anfibi e rettili (Marco Carafa)

Ore 15.00-17.00 – Wolf howling (Antonio Antonucci)

Ore 17.00-19.00 – Snow tracking (Antonio Antonucci)

Ore 20.00-24.00 – Attività di wolf howling

Domenica 16 maggio

Ore 9.00-13.00 – Tecniche di censimento degli Ungulati (Mauro Fabrizio)

Ore 15.00-17.00 – Tecniche di censimento degli Ungulati (Mauro Fabrizio)

Docenti

Antonio Antonucci (Parco Nazionale della Majella)

Corrado Battisti (Provincia di Roma)

Marco Carafa (Parco Nazionale della Majella)

Mauro Fabrizio (Centro Studi per le Reti Ecologiche della R.N. Monte Genzana Alto Gizio)

Sabrina Manchi (Libero Professionista)

Costi

Corso: 200,00 euro

Corso + Alloggio: 270,00 euro

Corso con vitto e alloggio: 320,00 euro

Contatti

Sito Web: www.riservagenzana.it

E-mail: csre@riservagenzana.it

Tel. Fax. 0864 487006

Cel. 347.9359447

Skype:My status

Pagina Facebook della Riserva: Riserva Monte genzana su facebook

lunedì 12 aprile 2010

A Palermo "Musica per la libertà" e “In mostra per la libertà”

Giovedì 15 aprile, alle 21, nella splendida cornice dell’Auditorium della sede RAI di Palermo, ci sarà il concerto "Musica per la libertà", l’evento benefico organizzato da Animals Asia Foundation in favore degli orsi della luna. A esibirsi in un emozionate concerto alcuni musicisti palermitani del gruppo Folkalab, insieme al cantante Tony Troia, per sensibilizzare il grande pubblico sulle atrocità di cui sono vittime gli orsi della luna.

orso-della-luna Il concerto, ideato e organizzato da Melania Costa, referente palermitana di Animals Asia Foundation, e in collaborazione con l’Auditorium RAI, fa parte di un più ampio progetto pedagogico e didattico che coinvolge, in un approccio multidisciplinare, alcune scuole palermitane, prefiggendosi l’obiettivo di raccogliere fondi destinati all’attività di liberazione e riscatto degli Orsi della Luna detenuti nelle fattorie della bile.
Tra Cina, Vietnam e Corea, infatti, oltre 20.000 orsi della luna vengono torturati per l’estrazione della loro bile, mentre si stima che in natura sopravvivano poco più di 15.000 esemplari. La bile viene impiegata dalla Medicina Tradizionale Cinese per la produzione di rimedi farmaceutici e altri beni di largo consumo destinati al mercato asiatico quali shampoo, bibite, dentifricio, tè e vino.
La bile di orso può essere sintetizzata in laboratorio e sostituita con oltre 50 alternative erboristiche. Entrambe le soluzioni sono più economiche, accessibili e sicure per la salute pubblica.
Dopo il concerto, verrà inaugurata la rassegna fotografica “In mostra per la libertà”, venerdì 16 aprile alle ore 16 presso il Museo di Zoologia P.Doderlein, in via Archirafi 16, con ingresso gratuito. Tale mostra si protrarrà fino al 15 maggio (con ingresso intero 3 euro).
La mostra si svolgerà nei locali stessi del Museo, inaugurato recentemente dopo 7 anni d’inattività, e gestito dall’associazione Astrid-Onlus che ha così restituito al pubblico palermitano questo luogo di mirabile interesse e che raccoglie oltre 200 esemplari di mammiferi, 1.200 specie appartenenti al mondo sottomarino siciliano, 500 tra rettili e anfibi, 1.700 uccelli e un grande numero d’invertebrati. Il museo Doderlein è il più importante Museo di Zoologia della Sicilia.
La chiusura della mostra si terrà in concomitanza con la “Notte dei Musei” il 15 maggio 2010, dalle 18 alle 24, con ingresso gratuito.

Fonte: Hercole.it

Progetto Grandi Carnivori: attività di ricerca per il 2010

Pescasseroli. - Si avvia a conclusione, nel 2010, la ricerca sull’Orso bruno marsicano condotta dal Dipartimento di Biologia Animale e Umana della Università "La Sapienza" di Roma e coordinata dal Professor Luigi Boitani.

Al termine dell’importante progetto di studio su questa preziosa specie, che si sta rivelando di grandissima importanza e utilità, oltre alle produzioni delle relazioni scientifiche, gli studiosi-ricercatori presenteranno, secondo le richieste del Parco, anche una proposta di alcune azioni concrete (almeno 5-6) che possano costituire fronti attivi di interventi di gestione e conservazione a favore dell’Orso.

Nel 2010 non proseguiranno le attività di cattura di altri esemplari di orso marsicano. L’Ente Parco e il Gruppo di ricerca della Università, considerando anche le catture finora effettuate, si sono trovati pienamente concordi nell’assumere questa decisione.

Il Presidente del Parco, Giuseppe Rossi, sottolinea la valenza politico-sociale e culturale di tale scelta, pur riconoscendo il valore aggiunto di effettuare qualche cattura, qualora necessario, a scopo gestionale (orsi problematici), sanitario, di monitoraggio.

Nel 2011 verrà fatto il punto della situazione, valutando le modalità di proseguimento delle attività di monitoraggio della specie, mentre nell’anno in corso la ricerca proseguirà con sopralluoghi interpretativi delle localizzazioni GPS degli orsi ancora muniti di collari satellitari funzionanti, con attività di laboratorio sull’analisi della dieta e di verifiche nelle tane frequentate in inverno.

Le attività di campo si porteranno man mano a esaurimento nel corso dell’anno e saranno seguite da una massiccia  opera di analisi e stesura delle relazioni e dei rapporti tecnici definitivi.

Intanto, precisa il Presidente Rossi, la collaborazione tra Ente Parco e Università  proseguirà senza alcuna interruzione e normalmente anche nei prossimi anni, coinvolgendo sempre più attivamente il personale del Parco (ad esempio, oltre al personale scientifico, una squadra di 4-5 guardiaparco tecnicamente formati per i rilevamenti VHF) per i monitoraggi continui, i censimenti periodici, le verifiche sulla alimentazione, le analisi di alcuni danni particolari, gli effetti dei provvedimenti  di tutela e conservazione adottati, etc.

Dall’autunno prossimo saranno realizzati alcuni workshop di divulgazione sulle attività e sui risultati dei cinque anni di ricerca.

Per quanto riguarda il Lupo, sulla scorta degli interessanti risultati conseguiti nelle stagioni invernali 2008 e 2009, gli studi, le osservazioni e le altre attività di ricerca proseguiranno anche per la stagione invernale 2010-2011, prevedendo quindi di concludere le attività di campo nella primavera del 2011. Anche in questo caso le attività di studio riguardano sopralluoghi interpretativi delle localizzazioni GPS, gli esami di laboratorio sulla dieta,  la tracciatura su neve, oltre ai monitoraggi acustici con la tecnica del wolf-howling. E’ prevista la cattura di 2-3 esemplari di Lupo secondo le modalità e le tecniche già applicate con successo.

Infine, nel quadro del "Progetto Zootecnia", proseguirà anche per gli anni 2008-2009 una "speciale" analisi dei danni da predatori a carico del bestiame d’allevamento, mentre per il 2010, i ricercatori della Università condurranno, congiuntamente al personale del Parco, alcuni sopralluoghi di verifica dei danni denunciati nelle zone dove sono presenti lupi e/o orsi muniti di collari satellitari.

Comunicato stampa n. 23 del 9 aprile 2010

domenica 11 aprile 2010

Il blog dell’OrsoBruno e la tecnologia…

Chi ha detto che gli orsi sono pigri e misantropi? Chi ha visitato il blog nelle ultime ore avrà notato (spero!) una barra in fondo alla pagina. Questa barra dovrebbe (spero!!!!) apportare una maggiore interattività fra il blog e i suoi lettori, o, come spesso accade nei commenti dei post, fra diversi lettori: la nuova barra, infatti, permette in ogni momento di “conversare” su diverse piattaforme come Facebook, Twitter, YouTube o la chat (video e classica). Molte delle funzionalità che prima si trovavano sparse nel blog sono ora ordinate nella nuova barra consentendo una maggior leggibilità ed un caricamento più rapido. Ma ha anche altre opzioni interessati che ora vado a spiegare.

blogbarra

  1. Iscriviti al Feed RSS: se vuoi sempre rimanere aggiornato sugli orsi, puoi iscriverti ai feed RSS.
  2. Ricerca nel sito. Semplice ed intuitiva. Si può effettuare una ricerca sia all’interno del blog che in Google.
  3. Traduci. Cliccando sul pulsante appare un menù in cui selezionare la lingua (ce ne sono tantissime!) in cui si vuole tradurre il blog o un singolo post
  4. Link e contatti: un menu rapido ed intuitivo per collegarti a siti e blog amici degli orsi e per avere tutte le coordinate per contattarmi
  5. Post casuale: non sai cosa leggere? Questa opzione sceglierà un post a caso fra gli oltre 600 del blog
  6. Condividi: se ti è piaciuto un post e vuoi segnalarlo sul tuo sito o blog o vuoi spedirlo via mail o condividerlo su Facebook basta cliccare qui.
  7. Lettori on line: beh, qui c’è poco da spiegare :)
  8. Join Chat: vuoi conoscere altre persone come te che amano gli orsi o discutere di qualche argomento in particolare? Basta inserire un nickname o il tuo profilo Facebook o Twitter e il gioco è fatto.
  9. Facebook: non sei ancora fan del Blog dell’OrsoBruno su Facebook? Cosa aspetti? Clicca qui e unisciti a noi!
  10. Twitter: da poco il Blog dell’OrsoBruno è anche su Twitter, ancora tutto da provare.
  11. Galleria video su Youtube: tutti i video del Blog dell’OrsoBruno in una sola pagina.

Spero che questa nuova impostazione del blog vi piaccia. Logicamente per ogni suggerimento o problema sono a vostra completa disposizione.

sabato 10 aprile 2010

I banchetti dell'orso

La predazione - in località «ex Sega», a poche centinaia di metri dal centro abitato di Lenzumo, in val Concei - ha interessato l'apiario di Luigino Sartori: una buona metà è andata distrutta. Evidenti i segni del passaggio - rilevati dalle locali guardie forestali - che il plantigrado ha lasciato dietro di sé, riconfermando la sua presenza anche in questa area della provincia: la valle di Ledro è infatti una tipica zona di passaggio, tra quelle predilette per gli spostamenti, ma ciò non esclude che l'orso in questione abbia trascorso il letargo - come gli altri 24 suoi simili sparpagliati in Trentino - in qualche grotta delle prealpi ledrensi. Ora, con l'innalzamento delle temperature ed il conseguente risveglio, il periodo più critico: dopo aver perso tutta la massa grassa durante lo svernamento, l'orso deve reintegrare la dieta con alimentazione proteica e quindi si muove alla ricerca di carcasse di animali morti per cause naturali durante l'inverno, oppure di alveari. Nonostante sia onnivoro, la dieta del mammifero è composta per il 70% da vegetali tra cui i preferiti sono l'erba fresca, la faggiola (frutto del faggio) ed il farfaraccio di cui è particolarmente goloso. Dopo il banchetto pasquale il plantigrado non si è tuttavia ripresentato. Secondo il «Rapporto orso» del 2009 - redatto dall'ufficio faunistico del Servizio forestale della Provincia - il territorio stabilmente occupato dagli esemplari femmine è contenuto in 955 chilometri quadrati e situato all'interno dell'area centro-occidentale della provincia di Trento: gli areali occupati portano quindi ad interessare anche gli spostamenti dei giovani maschi. La mancanza di materiale organico rende tuttavia impossibile l'identificazione del soggetto che in questi giorni ha fatto una visita alle arnie in val di Ledro e non è da escludere che si tratti dello stesso orso che lo scorso anno rovinò un'arnia nei pressi dell'abitato di Molina. In valle di Concei era stato avvistato un paio di volte dal gestore del Rifugio Pernici. Prima del letargo era stato avvistato fra la parte meridionale del Brenta e le valli di Daone e Bondone.

Fonte: L’Adige.it

Incontro: Conoscere l’orso

Quanti sono e da dove vengono gli orsi della Val Tagliamento? Come bisogna comportarsi in caso di avvistamento? Quali sono le misure di prevenzione da adottare? In caso di danni agli allevamenti provocati dai plantigradi, quali sono gli indennizzi previsti e come vi si accede? Per rispondere a queste e ad altre domande, e per informare la popolazione locale e gli allevatori sulle caratteristiche della presenza dell’orso bruno nella Val Tagliamento, si terrà un incontro pubblico lunedì 12 aprile alle 20.30 presso il Centro sociale di Enemonzo. Parteciperanno ricercatori dell’università di Udine e tecnici della Regione Friuli Venezia Giulia. L’appuntamento, aperto a tutti, è organizzato dalla facoltà di Medicina veterinaria e dal dipartimento di Scienze animali dell’ateneo friulano, in collaborazione con le amministrazioni comunali e le riserve di caccia di Enemonzo e di Socchieve.
Interverranno, fra gli altri, Stefano Filacorda, ricercatore del dipartimento di Scienze animali e docente di Ecologia animale della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Udine, e il dottor Umberto Fattori, del Servizio tutela ambienti naturali della Regione Friuli Venezia Giulia. Il Servizio tutela ambienti naturali è l’organo preposto all’indennizzo dei danni derivanti dai grandi carnivori e alle misure di prevenzione.
Durante la serata, intitolata “L’orso nella Val Tagliamento”, saranno proiettati video e immagini sulla presenza nell’area di questa e di altre specie di grande valore naturalistico, effettuati dagli esperti delle locali riserve di caccia, dell’Ateneo e della Regione. «Obiettivo dell’incontro – spiega Filacorda – è informare sui vari aspetti derivanti dal ritorno di questa straordinaria specie che, in particolare negli ultimi periodi, ha fatto parlare di sé anche per i danni arrecati alle attività zootecniche».

Per approfondire: L’orso bruno in Fliuli Venezia Giulia