"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 7 marzo 2007

L'orso bruno Ursus arctos: riproduzione

Gli Orsi non presentano caratteristiche sessuali esteriori riconoscibili a distanza. In natura quindi è quasi impossibile poter determinare con sicurezza il sesso, salvo che non si possa osservare a lungo l'esemplare a breve distanza e in buone condizioni di visibilità. I maschi sono mediamente più grossi e presentano il capo più largo e massiccio. Esistono pero grosse differenze individuali e anche questi criteri non sono sempre infallibili, a meno che non si tratti di un adulto accompagnato da piccoli e quindi, verosimilmente, femmina.
Il periodo degli amori per l'Orso bruno, nell'Appennino centrale, cade tra maggio e giugno. Probabilmente è in questa stagione che i maschi compiono più frequentemente lunghi spostamenti alla ricerca delle femmine, l'Orso bruno non è territoriale e le aree vitali, home range, hanno dimensioni variabili in relazione a diversi fattori ambientali. In genere l'home range è più ampio nei maschi che nelle femmine (soprattutto se accompagnate dai piccoli). Le femmine tendenzialmente non si allontanano molto dall'area vitale materna.
Sia i maschi che le femmine possono accoppiarsi con più individui nella stessa stagione riproduttiva e una stessa cucciolata può quindi essere composta di piccoli di padri diversi. Le femmine diventano sessualmente mature a circa 3 anni, tuttavia possono accoppiarsi per la prima volta anche oltre il 50° anno d'età. In Alaska sono state osservare femmine primi­pare di 7-8 anni.
Dopo le primissime fasi di sviluppo, l'ovulo fecondato si arresta in uno stato di quiescenza o diapausa embrionale, La diapausa è una "strategia" evolutasi in alcune specie presumibilmente per massimizzare il successo riproduttivo. In questo modo il periodo degli amori e la nascita dei piccoli dovrebbero cadere nei momenti più favorevoli dell'anno (in relazione alla biologia della specie), in funzione della disponibilità di risorse, dell'esposizione ai fattori climatici avversi, ed in relazione alla storia evolutiva ed al patrimonio genetico della specie.
Di conseguenza il periodo migliore per accoppiarsi è la tarda primavera o l'inizio estate, come in effetti avviene, ma complessi processi fisiologici bloccano lo sviluppo embrionale ai primi stadi e fanno in modo che possa riprendere in autunno solo se la madre ha potuto accumulare un sufficiente strato di grasso che le consente di far fronte al letargo e ad un processo energeticamente molto dispendioso, come lo sviluppo e l'allattamento dei piccoli.

fonte:
orsobrunomarsicano.com

Gli altri post sull'Orso Bruno(Ursus arctos):

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao ho visto il tuo blog inanzitutto volevo farti i complimenti è molto molto carino..io sono aquilana e quest'anno ho gli esami di maturità..purtroppo non ho ancora deciso cosa fare...ma mi piacerebbe avere informazioni sulla tua facoltà e sugli studi che svolgi perchè li ho sempre trovati interessanti..ti lascio la mia email almeno puoi contattarmi : brunilda0408@hotmail.com
Grazie 1000 per eventuale risposta

Mc.Cam ha detto...

Ciao, sto facendo alcune ricerche in etologia e dato che sei esperto di orsi volevo farti una domanda. Da quante mammelle è formata la linea mammaria dei plantigradi? E dell'orso in particolare?
Grazie,
Mac

OrsoBruno ha detto...

Mac ti ho risposto direttamente qui: http://blogorsobruno.blogspot.com/2008/03/risposta-per-mac.html