"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

giovedì 31 gennaio 2008

Tirolo: orsi sconfinanti, L'ENPA si appella all'UE

Il governo regionale austriaco del Tirolo, si è dichiarato favorevole all'uccisione degli orsi definiti “problematici” che, con la fine del letargo, potrebbero ampliare il loro territorio uscendo dall'area protetta. Immediata e netta giunge la risposta della Protezione Animali: «L'Enpa si dichiara nettamente contraria a qualsiasi proposta che comporta l'uccisione degli orsi che sconfinano dal parco Adamello - Brenta e promette una dura battaglia per la loro tutela».
Gli orsi, anche quelli “utilizzati” per i progetti di ripopolamento, sono animali liberi e senza confini, “colpevoli” solo di comportarsi come animali selvatici. Possono compiere piccole scorribande in cerca di frutta o di altro cibo, ma gli eventuali e risibili danni sono in ogni modo rimborsati. Probabilmente, il governo regionale austriaco del Tirolo ritiene necessario “risparmiare” poche migliaia di euro preferendo un metodo cruento, attuato, per giunta, al risveglio del letargo, quando gli animali sono notoriamente più vulnerabili e più visibili poiché in cerca di cibo. «Prima Bruno ucciso, poi Jurka imprigionata, ora le minacce del governo regionale austriaco del Tirolo: per i poveri orsi del Trentino, non c'è pace, e questo dovrebbe far riflettere sulle numerose implicazioni dei progetti di ripopolamento, che devono essere ampliamente condivisi» commenta Andrea Brutti, responsabile Ufficio fauna Selvatica dell'Enpa. «Bisogna assicurarsi non solo che il territorio abbia le caratteristiche idonee per accogliere gli orsi, ma che la loro presenza sia accettata dalla popolazione e, cosa fondamentale, essere in pieno accordo con i governi degli stati confinanti, per garantire la tutela e la sopravvivenza degli animali».
L'Enpa ricorda che gli orsi appartengono all'elenco delle specie rigorosamente protette non solo dalla legislazione italiana, ma anche dalla direttiva numero 92/43 dell'Unione Europea dove figura nell'allegato IV del documento: "Specie animali e vegetali d'interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa".
Pertanto, l'Enpa si appellerà sia al ministero dell'ambiente, invitando l'ente a adoperarsi per impedire la futura strage di orsi, sia all'Unione Europea per fare in modo che le regole esistenti siano rispettate e che gli orsi possano finalmente vivere tranquilli nel loro habitat.

mercoledì 30 gennaio 2008

Bart the bear: una star fra gli orsi

La storia che sto per raccontarvi è la storia di come due esseri completamente diversi fra loro possono convivere ed amarsi come fratelli. I protagonisti sono Doug e Bart. Doug è un addestratore di animali per il cinema, Bart è un grizzly.


Bart ha la sfortuna di rimanere orfano dopo essere nato in cattività il 17 gennaio del 1977 in uno zoo che non poteva mantenerlo. Così a sole 5 settimane, viene affidato a Doug e a sua moglie Lynne. I due accolgono il cucciolo in casa e lo allevano come un figlio. Fra l'orso e gli uomini si instaura un rapporto che va oltre quello che può esserci fra un animale domestico e un padrone: amore e rispetto sono alla base di quello che renderà Bart una vera star. Doug riesce infatti ad addestrare Bart fino a farlo diventare un attore a tutti gli effetti. Bart partecipa a moltissimi film (L'Orso, Zanna bianca, Vento di passioni) fra il 1980 e il 1998 fin quando, circondato dai suoi amici più cari, muore a causa di un cancro nel 2000 a 23 anni e mezzo.
Fin qui potrebbe sembrare la storia di uno dei tanti animali attori, sfruttati dallo show business, ma la storia di Bart va al di la di questi stereotipi. Sebbene io non sia daccordo allo sfruttamento degli animali nello spettacolo devo ammettere che in questo caso sono dovuto tornare sui miei passi. Il tutto grazie al video che trovate in basso in cui Doug e Lynne raccontano del loro rapporto con Bart. Guardatelo, fino alla fine e capirete con quale profondità Bart era amato dai suoi "genitori umani". Fate caso aglio occhi di Doug quando parla della morte di Bart e come descrive con la voce rotta i suoi ultimi attimi di vita.



Doug e Lynne dopo la morte di Bart hanno fondato una lega (Vital Ground Legacy) per la protezione del grizzly e la conservazione del suo habitat, puntando proprio alla salvaguardia dell'ambiente in cui il plantigrado vive: Vital Ground grazie ai suoi sforzi e alla fama di Bart ha salvato finora più 417.000 acri (circa 1700 km quadrati) di territorio in Montana, Idaho, Wyoming, Alaska, e British Columbia, proteggendo così il grizzly, specie ombrello del Nord America.

Oggi Doug e Lynne hanno adottato un altro cucciolo di grizzly, Little Bart anche lui attore e protagonista di film come "Into the wild" o "Il dottor Dolittle 2" di telefilm come CSI e Scrubs.


Rigrazio (in ritardo...mea culpa!) Drachetto per la segnalazione...

"Tirolo: più facile abbattere gli orsi "cattivi"

Gli orsi trentini sono avvisati: se andranno a finire nel Tirolo austriaco e causeranno problemi, potranno fare la fine del loro collega Bruno, ucciso nel giugno 2006 in Baviera dopo una lunga caccia iniziata appunto in territorio austriaco. La possibilità di abbattere plantigradi problematici non è una novità. È prevista nel protocollo del progetto Life Ursus e, in casi estremi, vi possono far ricorso anche i forestali trentini. In Tirolo, e in generale nel mondo tedesco, per compiere una simile operazione è però necessaria l'autorizzazione del proprietario del fondo o della riserva di caccia in cui si trova l'animale. Ora, e qui sta la novità, il governo regionale ha deciso che questo «lasciapassare» non è più necessario. In tempo per l'imminente avvio della primavera, con l'uscita degli orsi dal letargo invernale e con l'ipotesi di nuovi sconfinamenti dal parco trentino dove da anni è in atto il piano di ripopolamento Life Ursus, gli amministratori regionali hanno stabilito che gli orsi che dovessero causare problemi, potranno essere individuati, catturati ed, eventualmente, abbattuti da specialisti. Per giungere alla decisione estrema occorrerà comunque il placet di varie istanze locali, dall'avvocato dell'ambiente, all'Ombdusman per la tutela degli animali, al Capo guardacaccia regionale. I proprietari delle riserve di caccia e dei pascoli non potranno però più opporsi all'abbattimento dei plantigradi, come avvenne invece nel 2006 quando Bruno venne graziato proprio dal proprietario di un fondo austriaco, trovando poi la morte qualche settimana dopo in un bosco della Baviera. Contro la scelta del Tirolo, definita «sconcertante», si scaglia il Wwf: «Anche se l'uccisione di un orso dovesse essere frutto di una decisione congiunta tra più soggetti, rimane una soluzione incomprensibile perché negherebbe di fatto tutti gli sforzi di conservazione di questa specie finora compiuti». Per il Wwf la convivenza con l'orso è possibile, funzionale alla conservazione della biodiversità, utile per il turismo ed il rilancio dell'agricoltura di montagna, e con semplici accorgimenti si possono ridurre di molto i danni a colture e cose. Ma, afferma il Wwf «va gestita con l'aiuto di tutti ed i nostri avvocati dell'orso possono essere un utile strumento che contribuisce a migliorare il rapporto uomo-orso. Per questo l'ipotesi avanzata dal Tirolo ci lascia esterrefatti». Smorza invece i toni Maurizio Zani, dirigente del servizio fauna della Provincia autonoma: «La decisione del governo del Tirolo non riguarda la strategia di gestione faunistica. Era infatti già prevista la possibilità di cattura e abbattimento di orsi problematici. Non c'è dunque nessun irrigidimento nella linea di condotta. La modifica riguarda più gli aspetti organizzativi interni. Lì c'è un rapporto diverso tra la struttura centrale e chi gestisce le riserve di caccia. Per muoversi sul territorio c'era bisogno di acquisire l'autorizzazione dei proprietari e questo costituiva un impedimento di tipo logistico. La modifica della legge della caccia ora sottrae da questo obbligo. In momenti di crisi si potranno muovere con più autonomia». Ma attualmente ci sono orsi fuori dal nostro territorio provinciale? «Prima di andare in letargo, c'erano stati segnalati uno o due orsi in Svizzera e due orsi in Alto Adige in zone però vicino al confine con il Trentino. Sono lontani dal Tirolo, è più facile che arrivino nel Voralberg». Gli orsi sono ancora in letargo? «Grazie a Dio non c'è nessuna segnalazione. È tutto tranquillo». Quando trasferirete Jurka nel nuovo recinto del Casteller? «In primavera. Ora è anche lei in stasi ed è meglio non andare a disturbarla». "

Fonte: L'Adige (30.01.2008)

Ringrazio Misty per la segnalazione

martedì 29 gennaio 2008

In Tirolo gli orsi vaganti potranno essere abbattuti

Potranno essere uccisi anche nella regione austriaca del Tirolo eventuali orsi vaganti, come avvenne l'anno scorso in Baviera al celebre Bruno, il plantigrado fuggito dal parco trentino dell'Adamello - Brenta ed abbattuto in Germania tra le proteste degli animalisti. Lo ha deciso il governo regionale.
In tempo per l'imminente avvio della primavera, con l'uscita degli orsi dal letargo invernale e con l'ipotesi di nuovi sconfinamenti dal parco trentino dove da anni è in atto il piano di ripopolamento Life Ursus, gli amministratori regionali hanno stabilito che gli orsi che dovessero causare problemi, potranno essere individuati, catturati ed, eventualmente, abbattuti da specialisti. Per giungere alla decisione estrema occorrerà il placet di varie istanze locali, dall'Avvocato dell'ambiente, all'Ombudsman per la tutela degli animali, al Capo Guardacaccia regionale.
I proprietari delle riserve di caccia e dei pascoli non potranno opporsi all'abbattimento dei plantigradi, come avvenne invece l'anno scorso quando Bruno venne graziato proprio dal proprietario di un fondo, trovando poi la morte qualche settimana dopo in un bosco della Baviera.

Senza Parole

''La proposta del Tirolo e' sconcertante''. Questa la reazione del Wwf espressa in una nota, in cui gli ambientalisti spiegano: ''Anche se l'uccisione di un orso dovesse essere frutto di una decisione congiunta tra piu' soggetti, rimane una soluzione incomprensibile perche' negherebbe di fatto tutti gli sforzi di conservazione di questa specie finora compiuti''. Per il Wwf la convivenza con l'orso e' possibile, funzionale alla conservazione della biodiversita', utile per il turismo ed il rilancio dell'agricoltura di montagna, e con semplici accorgimenti si possono ridurre di molto i danni a colture e cose. Ma, afferma il Wwf ''va gestita con l'aiuto di tutti ed i nostri avvocati dell'orso possono essere un utile strumento che contribuisce a migliorare il rapporto uomo-orso. Per questo l'ipotesi avanzata dal Tirolo ci lascia esterrefatti''.

Fonte: ANSA.it

domenica 27 gennaio 2008

Mamma Terra: la Terra ci ama

Sefora, che molti di voi hanno conosciuto fra le pagine di questo blog, ha appena aperto un nuovo blog dal titolo bellissimo, Mamma Terra. Voglio però lasciare alle sue stesse parole la descrizione del suo blog:

"Cos'è Mamma Terra? E' un blog che parla di ambiente..."bello sforzo" -direte voi- "esistono già molti blog e molti siti internet che parlano di queste cose, ce ne mancava un altro?" Secondo me si. Parlare di ambiente non è cosa facile, e in questi tempi mi rendo conto che questa è una tematica così attuale e di moda che ognuno di noi parla di ambiente, e molto spesso non sa nemmeno cosa sia veramente....Come mai ho scelto il nome di mamma Terra? A molti di voi può sembrare infantile, ma se guardate bene oltre le parole vedrete che in realtà è un nome forte e profondo. Se l'ambiente è vita quale parola è più appropriata se non quella di mamma? Mamma è colei che ci da la vita e ci sostiene e in questa parola è forte l'intimità che ci lega. Questa è la Terra: una mamma con cui siamo legati da un intimo e profondo rapporto, una mamma che da milioni di anni ci sostiene con il suo moto perpetuo e ci fornisce tutti gli strumenti e le risorse necessarie alla nostra vita. La Terra vive con noi e respira con noi..."

Beh, che dire, l'unica cosa da fare è andarla a trovare all'indirizzo mammaterra.blogspot.com
Lasciate commenti mi raccomando! Tanto lei è una gran chiacchierona ed è senz'altro meno pigra di me nell'interagire con i suoi lettori...

... che ci volete fare io sono orso fino al midollo...


giovedì 24 gennaio 2008

Knut lo psicopatico e gli orsi problematici

"Knut è un orso problematico, è diventato dipendente dagli esseri umani". Ultimamente sembra che associato al nome di ogni orso "famoso" ci sia sempre lo stesso aggettivo: PROBLEMATICO.
Jurka è problematica, Bernardo è (era) problematico, JJ3...problematico e ora pure Knut. Gli orsi in cattività purtroppo rispecchiano la difficoltà di una sana e pacifica interazione fra uomo e natura. Tutti gli animali estrapolati dal loro ambiente diventano alla lunga problematici. Mettetevi nei loro panni, non è difficile per un umano immaginarsi in un'altra città, lontano dalle proprie radici, dai propri affetti, privo di quelle certezze che ci fanno sentire a casa, al sicuro. Noi uomini però siamo capaci di uno spirito di adattamento e di una capacità di astrazione che sono etranei alla maggior parte degli animali. E l'orso (che sia bruno o polare) è uno di questi. Gli orsi dipendono dal loro ambiente naturale per tutte le loro funzioni vitali e non sanno adattarsi ad una gabbia o ad un recinto quando possono avere centinaia di chilometri quadrati di territorio a disposizione. Non ci si rende conto di questo penso, dello spazio che un orso è abituato a coprire durante la sua vita. E noi pretendiamo che in un attimo si adatti a qualche decina di metri quadri, a del cibo in scatola e ai flash dei fotografi con la stessa facilità con cui noi ci abituiamo ad un paio nuovo di calzini. Knut è stato segnato non appena è nato, cuore libero ma corpo in gabbia. Il ghiaccio è cemento, l'oceano una sordida piscina. E Frank Albrecht, autore della frase all'inizio del post scopre l'acqua calda affermando che gli orsi in cattività si dissociano dalla natura. Aumenta il carico poi lo zoologo tedesco Peter Arras, secondo il quale il celebre orso polare è inoltre uno "psicopatico incapace di accoppiarsi". Psicopatico? Incapace di accoppiarsi? Vorrei vedere, mi pare il minimo! Chiuso in una prigione, coccolato quando era una morbita palla di pelo e violentemente isolato quando è diventato un potenziale killer, ormai solo e sicuramente triste...anch'io sarei un orso psicopatico.

Ho la piccola Floke nel cuore, ve lo giuro.

mercoledì 23 gennaio 2008

Lettera dall'Albania

Ricordate i poveri orsi di cui vi avevo parlato in questo post?
Oggi ho ricevuto la prima (e spero non ultima) risposta alle mail che avevo inviato alle varie associazioni animaliste ed ambientaliste albanesi. Eccola:

Caro Enzo,
Siamo più o meno incapaci di prevenire la crudelta verso questi animali, questa situazione è dovuta dall'assenza di una normativa e di una struttura amministrativa che si occupino di questi casi. Anche l'ufficio del CVO (Chief Veterinary Officer - Ufficio Veterinario Principale) non ha alcun potere. L'altra faccia della medaglia è che la comunità alcune volte accetta moralmente queste cosr e trova divertenti gli zoo-ristoranti. Ti alleghiamo per conoscenza personale, un report fotografico della situazione degli orsi in Albania, questo resoconto è stato inviato dal WSPA che appoggia il nostro lavoro.

Saluti,
Kujtimi
Alla lettera è stato allegato un file che illustra delle foto strazianti di orsi imprigionati in anguste gabbie, imbalsamati in pose sconcertanti e appesi a pareti come grotteschi trofei di caccia. Non ho parole. La rabbia, si somma alla tristezza nel vedere sui volti di questi animali le ultime strazianti urla di dolore.
Purtroppo non riesco a linkare il file in pdf, se qulcuno di voi sa come fare me lo faccia sapere.

sabato 19 gennaio 2008

Un nome per la cucciola di Norimberga: Floke

"Faremo di tutto per evitare che la sciocca Knut-mania si ripeta a Norimberga".

Helmut Maegdefrau, viceresponsabile dello zoo di Norimberga


"A furor di popolo sarà Flocke il nome della tenera orsetta polare dello zoo di Norimberga. Il nome, che in italiano significa fiocco, è stato scelto fra 50.000 proposte arrivate nei giorni scorsi all'amministrazione di Norimberga. Il tutto fa parte di una più ampia operazione di marketing che lo scorso anno, con l'orsetto Knut, ha fruttato circa 5 milioni di euro. Sono dunque in preparazione pelouche, portachiavi, borse, zaini , ombrelli, magliette, calendari, Cd e Dvd. Ogni prodotto sarà corredato da un marchio per garantire che la destinazione dei ricavi sia esclusivamente lo zoo di Norimberga. La cucciola di orso polare potrà essere presentata al pubblico verso la fine di marzo, ma ha già cominciato ad aprire gli occhi e pesa 3.150 grammi."


fonte: il Messaggero.it

venerdì 18 gennaio 2008

Intervento di plastica facciale per salvare un orso nero

Ci sono storie che vanno a finire male e altre che iniziano tragicamente e terminano col classico lieto fine. A questa categoria appartiene la storia di un orso nero di 3 anni ritrovato gravemente ferito vicino Stanley, Idaho. L'orso è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per richiudere una ferita da arma da fuoco larga più di cinque cenimetri. Jeff D. Brourman, veterinario, ha eseguito l'operazione in due ore per curare la tremenda ferita riportata.


"Con quel foro aperto sul viso si temeva un'infezione che poteva raggiungere il cervello" dice John Beecham, un volontario dell'Idaho Black Bear Rehab. La struttura di Garden City nel sudovest dell'Idaho si è occupata dell'orso, uno dei 53 che il gruppo ha curato durante nell'ultimo anno.
L'operazione ha richiesto 40 punti e ha lasciato una cicatrice di 20 centrimetri sul volto dell'animale.

"Era spaventoso" dice Sally Maughan, fondatrice dell'Idaho Black Bear Rehab, che ha assistito all'intervento nella sala operatoria durante l'operazione al WestVet Emergency & Specialty Center di Garden City. L'orso è stato ritrovato la scorsa estate vicino ad un campeggio e dopo essere stato catturato i veterinari hanno subito rimosso il proiettile e pulito la ferita. Brourman dice che l'operazione è stata programmata per l'inverno così da sfruttare il periodo di ibernazione dell'orso. L'orso nero in questione ha una particolare caratteristica dettata dal clima e dall'età: ha il manto marrone, cosa abbastanza comune fra gli orsi dell'idaho centrale. "Ha conquistato i nostri cuori." dice Maughan. L'orso verrà rilasciato appena possibile per tornare finalmente nella sua foresta.

giovedì 17 gennaio 2008

Prevista per il 6 marzo l'uscita del film "Knut e i suoi amici"

Knut, l'orsetto bianco "adottato" dallo zoo di Berlino e diventato in pochi mesi una star mondiale, sarà presto sul grande schermo: il 6 marzo uscirà nelle sale il film intitolato "Knut e i suoi amici", firmato da Michael Johnson, regista tedesco-americano residente a Berlino.
La storia ruota attorno allo strettissimo legame che si è creato tra l'orsetto e il suo papà adottivo, il veterinario dello zoo di Berlino, Thomas Doerflein. Parallelamente si possono seguire le tappe dello sviluppo di altri orsetti, bianchi e bruni, nati e cresciuti nei loro habitat naturali.

Ecco il trailer del film:

Gli orsi polari mettono gli Inuit contro i verdi

E' un vero e proprio conflitto di interessi - e forse anche un diverso modo di intendere l'ecologia. Tre organizzazioni ambientaliste degli Stati uniti hanno minacciato di perseguire in giustizia il loro governo se non includerà al più presto l'orso polare nell'elenco delle specie minacciate: il riscaldamento globale del clima sta provocando lo scioglimento delle placche di ghiaccio artico su cui gli orsi vivono e si procurano il cibo. Il governo di Washington però ha chiesto ulteriore tempo per analizzarte i dati sulla popolazione degli orsi polari, e rinvia una decisione: così gli ambientalisti minacciano azioni legali.
L'iniziativa dei gruppi ambientalisti però ha suscitato la levata di scudi degli Inuit, popolazioni indigene dell'Artico: cacciare l'orso polare è un'antica tradizione in quelle terre ghiacciate. Di recente è diventata anche una buona fonte di reddito, con facoltosi cacciatori americani che pagano per «safari» sull'Artico. Mary Simon, presidente degli Inuit Tapiriit - una popolazione inuit dell'Artico canadese - si è spinta a dire che i gruppi verdi usano la questione degli orsi per un attacco politico all'amministrazione Bush circa il problema più generale del clima. «Gli Inuit fondalmentalmente dissentono da questa tattica», ha detto Simon: «Per gli Inuit canadesi l'orso polare è una questione molto importante di sussistenza, economica, culturale, di diritti, di conservazione, di gestione delle risorse». E' questione complessa, a molti livelli, continua la signora Simon: «Ma i media, i gruppi ambientalisti e il pubblico guardano solo in modo semplicistico, in bianco e nero».
Gli Inuit sono tra le popolazioni del pianeta più vulnerabili al cambiamento del clima. Nella regione artica infatti il riscaldamento globale significa scioglimento dei ghiacci, problemi per la pesca, scioglimento del permafrost (lo strato di terra perennemente ghiacciata che fa da fondamenta a strade e costruzioni: che infatti cominciano a sprofondare), erosione delle coste. Non per nulla la Nazione Inuit, insieme al Consiglio Artico (Arctic Council, che riunisce le otto nazioni affacciate sull'oceano che ricopre il polo nord: Canada, Danimarca, finlandia, Svezia, Islanda, Norvegia, Russia, Stati uniti) aveva commissionato una importante ricerca scientifica: il Arctic Climate assessment diffuso nell'autunno del 2004 aveva lanciato uno degli allarmi più dettagliati sulla trasformazioni provocate dal riscaldamento globale nella regione.
Gli scienziati ora stimano che la popolazione mondiale di orsi polari conti circa 25mila individui, di cui due terzi vivono in Canada, quasi tutti nel territorio artico sovrano di Nunavut. Il Us Geological Survey stimava l'anno scorso che due terzi degli orsi polari mondiali saranno scomparsi entro il 2050, se le previsioni sullo scioglimento dei ghiacci artici saranno confermate. I funzionari del Nonavut stimano al contrario che benché la situazione generale sia allarmante, che gli orsi se la passino bene. Ottimismo non condiviso dal Wwf Canada: il direttore del programma sulla conservazione delle specie, Peter Ewins, ha dichiarato ieri all'agenzia Reuter che «il trend è allarmante per queste popolazioni di orsi polari», e che i dati mostrano popolazioni in calo o stagnanti.
Dall'altro lato c'è la caccia. Dal 1 luglio 2006 al 30 giugno 2007 nel Nunavut sono stati uccisi 498 orsi, di cui 120 sparati da «cacciatori sportivi», che pagano fino a 30mila dollari per questo «piacere»: in tutto i cacciatori spendono all'incirca 3,5 milioni di dollari all'anno nel Nunavut, dove per altro la disoccupazione è alta e il costo della vita anche. Gli Inuit dunque non vogliono rinunciare a questo reddito e considerano strumentale la campagna degli ambientalisti Usa. La caccia è regolamentatain modo stretto, spiega alla Reuter Duane Smith, presidente della sezione canadese del Circolo Circumpolare Inuit: «I nostri cacciatori e le guide beneficiano economicamente della caccia, che continua la nostra cultura, e assicurano che sia condotta in modo sostenibile».

fonte: il Manifesto.it

Berna: iniziano i lavori per il nuovo parco degli orsi

Avevo già parlato di questo progetto in un post precedente, che ora, a quanto pare, si sta trasformando in realtà.
Una tradizione vecchia di 500 anni assurge a nuova vita: lunedì sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo parco per gli orsi della capitale svizzera. Il muro dell'attuale fossa (foto a sinistra) dove sono rinchiusi i plantigradi è stato simbolicamente trapanato: una galleria permetterà agli orsi di accedere al nuovo parco, sulle rive dell'Aar.
La nuova casa degli orsi si estenderà su 6'500 metri quadrati, una superficie dieci volte più grande di quella dell'attuale fossa."Potranno vivere come dei veri orsi, anche se rimarranno in mezzo a una città", sottolinea Barbara Hayoz, membro dell'esecutivo cittadino e soprannominata "madre degli orsi", per il suo impegno a favore di questa nuova infrastruttura.Quando il parco aprirà le sue porte nel 2009, i visitatori potranno ammirare i plantigradi dalla terrazza nei pressi della fossa, nonché da un sentiero che costeggia il fiume Aar. Gli orsi potranno pure bagnarsi e pescare nel fiume.
Gli ideatori del parco hanno messo l'accento sulla sicurezza. Le inondazioni del 2006 sono infatti ancora in tutte le memorie. All'epoca, grazie alle acque alte, dei castori erano riusciti a fuggire dallo zoo. "Se necessario potremo farli rientrare nella fossa attirandoli con del cibo", spiega il direttore dello zoo Bernd Shildger. La fossa può ospitare 12 plantigradi. Oggi sono solo due: Pedro e Tana, fratello e sorella, nati nel 1981. La speranza è che siano loro i primi a poter approfittare del nuovo parco. A Pedro e Tana andrà ad aggiungersi un terzo esemplare, una femmina che attualmente si trova allo zoo di Berna. Lo zoo di Helsinki, dal canto suo, dovrebbe inviare un maschio.
Il progetto per un nuovo parco (a sinistra) è nell'aria da diversi anni. Il progetto originale – dal costo di 16 milioni di franchi – era però considerato troppo caro. Quando nel 2005 ha preso le redini del dicastero cittadino della sicurezza, dell'ambiente e dell'energia, Barbara Hayoz ha deciso di tirarlo fuori dal cassetto, ridimensionandone i costi (10 milioni di franchi) e lanciando un appello ai donatori privati. Un appello che ha dato i suoi frutti: diverse società, organizzazioni e privati cittadini hanno infatti finanziato il progetto. Grazie a una corsa podistica organizzata in favore degli orsi sono pure stati raccolti quasi 240'000 franchi. La popolazione della città ha dal canto suo plebiscitato il progetto: ben l'88% dei votanti lo ha infatti accettato in votazione popolare il giugno scorso.
La fossa degli orsi è una vera attrazione nella capitale, non solo per i turisti, ma per gli stessi bernesi. La figura dell'orso è del resto molto radicata nei costumi locali. Il carnevale, ad esempio, inizia con la liberazione dell'orso: una persona travestita viene lasciata andare su uno dei vecchi ponti della città. Nel corso degli anni le critiche di cui è oggetto la fossa – costruita nel 1857 e terribilmente angusta – si sono vieppiù amplificate. Alcuni miglioramenti sono stati effettuati nel corso degli anni '90. Insufficienti agli occhi dei più. Proprio prima della riapertura della fossa ristrutturata, alcuni hanno coniato lo slogan "Liberati gli orsi!". Uno slogan non nuovo a dire il vero. Si dice infatti che Lenin – che prima della Rivoluzione russa del 1917 visse per sei anni in Svizzera – amava gettare delle carote agli orsi e soleva gridare: "Gli orsi devono essere liberati!". Un desiderio che ormai a quasi un secolo di distanza sta almeno in parte avverandosi.

fonte: swissinfo, Julia Slater
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)

sabato 12 gennaio 2008

Aiutiamo questi orsi...si accettano idee

Oggi ho ricevuto una mail da Daniela, che mi porta a conoscenza di questa drammatica situazione che stanno vivendo due orsi in Albania:

IL GRIDO D´AIUTO DI DUE ORSI IN ALBANIA

Lo scorso 31 dicembre una nostra sostenitrice ci ha contattato informandoci di aver visto due orsi, in Albania, tenuti in condizioni terribili.
Nonostante l´Albania non sia un paese dove opera STD (Save The Dogs, un'associazione per la protezione degli animali) , abbiamo deciso di fare tutto ciò che è in nostro potere per aiutare le due povere bestiole, che si trovano chiuse in queste gabbie arruginite da due anni. La sostenitrice di STD è venuta a sapere che il proprietario degli animali, un ristoratore albanese, li ha acquistati da alcuni zingari per attirare i clienti. I due orsi (uno lo vedete nella foto) si trovano lunga una strada poco dopo la città di Fier, nel sud del paese. Stiamo muovendo un nostro contatto a Tirana per avere ragguagli sulla legge albanese e capire come intervenire. Abbiamo anche informato Wspa (di cui STD è membro) nella speranza che l´organizzazione inglese ci possa dare l´assistenza necessaria per portare via gli animali.

Ecco le immagini dei due orsi:






Guardate in che condizioni devono sopravvivere! Ho cercato sulla rete delle organizzazioni animaliste albanesi, ma ho trovato solo indirizzi email. Ho scritto una mail a ciascuna di queste organizzazioni sperando si mettere in evidenza il caso. Se qualcun'altro vuole unirsi a me può provare a scrivere a questi indirizzi:

Albanian Society for the Protection of Birds & Mammals
Tirana University, Faculty of Natural Sciences
TIRANA
Tel: + 355 (42) 25 454/29 028
Fax: + 355 (42) 29 028
Email
Birds

Animal Protection Albania (APA)
Bibloteka Kombetare
TIRANA
Tel: + 355 8226 5099
Email
Birds; Cats; Dogs; Environmental; Farm Animals; Equines; Marine Animals; Primates; Animal Transport; No-kill Shelter

Nature Protection
Rr. Hoxha Tahsim Nr. 278
TIRANA
Tel: + 355 (42) 65 109 /67 703
Fax: + 355 (4) 677 03
Email
Birds; Environmental; Wildlife

Protection and Preservation of Natural Environment in Albania (PPNEA)
Bul ZOG I, pll 97, shk 1, ap 5
TIRANA
Tel: +355 (4) 249 571
Fax: +355 (4) 249 571
Email
Biotechnology; Birds; Entertainment; Environmental; Marine Animals; Wildlife

Small Animal Clinic & Animal Health Protection
Ruga "Sami Frasheri", P. 11, Sk. 4, Ap. 28
TIRANA
Tel: + 355 (4) 261 878
Fax: + 355 (42) 6313
Email
Spay/Neuter Program

Statistician Society of Animals
Rr. Dibra, p.434/2, Sh.1, ap.1
TIRANA
Tel: + 355 (42) 63 553
Fax: + 355 (42) 700 58
Email
Cats; Dogs; Marine Animals; Animal Control Agency

Una storia incredibile



Charlie Vandergaw, 68 anni, non lavora in un circo e non è un addestratore: è un insegnante in pensione che ha per amici grizzly ed orsi neri. Dice in un’intervista: “Sono creature così grandi e potenti. Potrebbero spezzarmi il collo con un colpo. Se volessero attaccarmi non avrei speranze. Ma non lo farebbero” “Se vediamo qualcuno che si avvicina ad un grizzly lo riteniamo subito pazzo, ma è come estrapolare qualcosa al di fuori del suo contesto”.
“Bisogna vedere il tutto nell’insieme come ad esempio il fatto che ho molti anni di esperienza. Si possono prevenire degli attacchi semplicemente essendo guardinghi”. “Ad ogni modo potrei essere morso anche domani”.
Incredibile, Charlie era un cacciatore di orsi. Ma proprio cacciandoli si innamorò di loro. Dice: “Ogni volta che vedevo un orso ero sempre più eccitato. La caccia all’orso ti porta ad affrontare un enorme e pericoloso predatore. Ma più ero circondato di orsi, più realizzavo che erano qualcosa di più di crudeli animali selvaggi.” Charlie costruì una baita chiamata BearHeaven, che si trova a 70 miglia dalla più vicina strada nella foresta dell’Alaska’s Yentna River Valley in modo tale da stare vicino agli orsi. Negli ultimi venti anni ha passato sei mesi all’anno nella baita senza comunicare col mondo esterno. Qui nutre, coccola e sfrega addirittura il naso con gli. Alcune volte fa entrare gli esemplari più giovani nella baita.



Ritorna a casa da sua moglie Lanette solo quando gli orsi vanno in letargo. Lanette prende con filosofia I rischi che il marito affronta e fa spallucce mentre dice: “Che ci vuoi fare? Rovinerei la mia vita e la sua se mi preoccupassi di lui per tutto il tempo.” Ma dice anche di essere vicina al marito e all’affetto che prova per i suoi amici pelosi. Quando Charlie parla della sua femmina di grizzly preferita, Cookie, capiamo perché Lanette potrebbe ingelosirsi.
Dice: “Penso di essere attratto dai grizzly, c’è qualcosa di ipnotico in loro. Cookie è stata la prima con cui ho fatto amicizia. Abbiamo ottimi rapporti. E’ la grizzly più dolce che abbia mai conosciuto.” “All’inizio era molto timida ma era anche molto sola. Le piacque la mia baita, venne e iniziò a giocare con mio sistema di irrigazione e le diedi del cibo. Accettò addirittura del cibo dalla mia mano.” Il rapporto con Cookie prese una svolta negative quando l’orsa morse la sua mano durante le riprese di un documentario lasciandolo con un principio di tetano e dei punti. Ma lui continuò a nutrirla.



Nutrire gli orsi in Alaska è illegale e Chalie è stato avvertito molte volte dale autorità locali. Ci sono anche comprensibili preoccupazioni per la sua vita. Anche gli esperti di orsi non sono al sicuro – tre biologi sono morti lo scorso anno, uccisi da orsi. E la morte dell’attivista Timothy Treadwell nel 2003, nonostante I suoi rapporti stretti con I grizzly, sconvolse il mondo. Charlie odia I confronti con Treadwell, le cui riprese della sua vita con gli orsi sono state montate per la creazione del documentario “Grizzly Man”. Dice Carlie: “Non considero che quello che faccio sia minimamente simile a quello che faceva Timothy Treadwell.



Ho cercato duramente di non invadere il territorio degli orsi. Loro vengono qui ed invadono il mio spazio.” Anche la via di Charlie è stata trasformata in un documentario, ma questo racconta una storia diversa. In una scena striscia nella foresta fino ad arrivare molto vicino ad un cucciolo con la mamma – rischiando molto dato che le madri attaccano soprattutto se sentono che I loro cuccioli sono in pericolo.



Il biologo Sean Farley successivamente lo avverte: “Se giochi col fuoco uno di questi giorni ti bruci.” Ma Charlie è tenace. Dice: “I penso che sto facendo quello che la maggior parte delle persone cerca di fare – qualcosa che li eccita e che li porta lontano dal logorio della nostra esistenza. Li porto oltre il confine. Lo trovo esilarante. Per sei mesi non so cosa succede nel mondo ma mi piace. Ogni anno che passa sono più vecchio e mi deprimo nel vedere i guai del mondo.” “Non penso che sappiamo cosa è possibile finché non lo raggiungiamo. Credo che non ci sia nulla di impossibile al mondo. Non so nulla di questi orsi fuorché quello che ho imparato con ostinata perseveranza. E non credo di aver imparato tutto ciò che c’è da sapere su di loro. Penso che passerò il resto della mia vita nutrendo gli orsi. Hanno un modo di guardarmi che mi sorprende, se tutti gli uomini potessero restare con gli orsi, se tutti avessero la possibilità di passare un po’ di tempo per loro. Questo è quello che sono io oggi.”

Ventitrè orsi «made in Trentino»

Ventitre orsi identificati in Trentino e nelle regioni limitrofe nel 2007, una unità in più del 2006. È quanto risulta dal monitoraggio genetico della popolazione di plantigradi, attività condotta dal Servizio foreste e fauna della Provincia, con il supporto dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica e del Parco naturale Adamello Brenta. Tale monitoraggio lo scorso anno è stato effettuato attraverso la cosiddetta «raccolta opportunistica» dei campioni organici (peli o feci) durante le normali attività di servizio, ad eccezione del territorio del Parco Naturale Adamello Brenta dove, grazie al contributo dell'Ente, è stato realizzato anche il monitoraggio sistematico attraverso l'utilizzo di una rete di trappole per peli. In considerazione della diversa metodologia adottata rispetto all'anno precedente (ossia la raccolta sistematica) i dati disponibili sono solo parzialmente comparabili con quelli relativi al 2006. Nel corso del 2007 sono stati identificati 23 diversi orsi . È possibile che qualche ulteriore animale sia presente, benché non identificato dal monitoraggio genetico. Di questi 23 esemplari, 10 sono maschi , 12 sono femmine , ed uno è di sesso non ancora determinato (si tratta di un cucciolo nato nel corso dell'anno). Tra essi sono presenti anche tutti tre i figli di Jurka, nati nel 2006: i maschi JJ3 e JJ5, localizzati rispettivamente in Svizzera e in val Camonica, e la femmina JJ4, rilevata in Val Genova ad agosto. Almeno 6 animali (tutti maschi giovani) hanno effettuato spostamenti notevoli, frequentando anche territori posti fuori provincia, comportamento peraltro tipico della specie; oltre ai citati JJ3 e JJ5 un ulteriore orso ha frequentato il territorio elvetico, due sono presenti in Sud Tirolo nella zona della val d'Ultimo posta ai confini con la val di Non, ed uno sembra essersi insediato nell'area del monte Baldo veronese. Si ritiene pertanto che siano 17-18 gli esemplari «trentini» ossia che si trovano attualmente all'interno del territorio provinciale. Considerando anche gli spostamenti più lunghi effettuati da alcuni giovani maschi nel corso del 2007, la popolazione di orso presente nelle Alpi centrali, che mantiene il suo cuore nel Trentino occidentale, può considerarsi attualmente distribuita su un'area di oltre 5.000 chilometri quadri, anche se il territorio stabilmente occupato dalle femmine è decisamente più contenuto (1.100 km quadri) e situato all'interno del territorio provinciale. Le cucciolate accertate nel corso del 2007 sono state due, con 3 cuccioli complessivi (dal 2002 si sono avute in totale dunque almeno 13 cucciolate con 27 piccoli). La popolazione di orsi è così divisa in classi d'età: 9 adulti (7 sono femmine e 2 maschi), 11 giovani (4 femmine e 7 maschi) e 3 cuccioli (1 femmina, 1 maschio, 1 indeterminato). Un certo numero di orsi manca invece all'appello. Sono in totale 12 gli animali considerati «mancanti» dal 2002 ad oggi: 4 morti, 1 in cattività, 7 non rilevati per almeno due anni. Si tratta del 33% della popolazione teorica possibile, un dato significativo ma in linea con quelli registrati in altre popolazioni europee di orso. Il quadro generale delinea quindi una popolazione che, pur essendo assai contenuta ed ancora lontana dalla definitiva affermazione, continua la sua lenta crescita. A questo riguardo è interessante registrare che, anche se il numero di animali accertati non è aumentato molto rispetto al 2006 (23 contro 22, in considerazione anche del basso numero di femmine riproduttive - che come noto partoriscono ad anni alterni - presenti nella stagione 2007), si è verificato quest' anno un incremento dell'età media della popolazione. Si è così invertito il trend registrato nel corso degli ultimi anni, in virtù anche di una buona sopravvivenza dei nati del 2006.

Fonte: L'Adige (11/01/2008)

venerdì 11 gennaio 2008

Avete visto un orso?

Un pò di illusioni ottiche in tema col blog, spero vi piacciano (vi consiglio di cliccare sulle immagini per ingrandirla ed osservarla meglio):

Questa è una foca o un orso che esce da un foro nel ghiaccio?





E in questa immagine quanti orsi vedete
(attenzione! Ce ne sono molti di più di quelli che sembrano!)





Idem per questa immagine, ma qui si tratta di avvistare il maggior numero di panda




E quest'onda, non ha qualcosa di particolare?


Ecco un'illusione ottica molto particolare. La nota barretta di cioccolato ha nel suo simbolo un orso, come potete vedere nel particolare in basso. In questo caso però l'immagine non è posta a caso, il Toblerone infatti è originario di Berna, e chi segue questo blog sa che il nome della città deriva dal tedesco "Bären" che significa orso, e proprio il plantigrado è il simbolo della città. Svelato il mistero.




L'ultima illusione ottica è la più suggestiva ma anche la più difficile da osservare. Si tratta di uno stereogramma, cioè un'immagine bidimensionale che se osservata in particolari condizioni diventa tridimensionale. Come si osserva uno stereogramma. Ponete l'immagine davanti a voi e cercate di guardare "oltre" l'immagine stessa, al di là del vostro monitor. Non è facile, ma una volta che capite il metodo, vi si parerà di fronte un'immagine strepitosa...chi ci riuscirà?
In bocca...all'orso!



Il video dell'orsetto di Norimberga



E intanto il quotidiano tedesco Bild si chiede in prima pagina:"Diventerà la signora Knut un giorno?"

Fonte: La7

mercoledì 9 gennaio 2008

L'orso delle caverne era onnivoro (forse)

Competeva per il cibo con altri grandi carnivori a lui contemporanei, come iene, leoni, lupi e anche con i nostri progenitori del Pleistocene: è questo il “ritratto” dell’orso delle caverne - Ursus spelaeus il suo nome scientifico – tracciato da Erik Trinkaus, docente di antropologia della Washington University a St. Louis che firma, con i propri collaboratori, un articolo pubblicato sulla versione online della rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Gli orsi delle caverne hanno affascinato per molto tempo i paleontologi e gli antropologi, a causa dell’abbondanza e allo stato di conservazione degli scheletri dovuti all’ibernazione subita durante il Pleistocene nelle caverne di tutta l’Eurasia occidentale. Negli ultimi 30 anni, gli studi delle ossa e dei denti, e in particolare degli isotopi dell’azoto nelle proteine delle ossa, hanno portato a concludere che questi animali avevano una dieta in gran parte vegetariana.
Quest’ultima interpretazione ha indotto a elaborare un modello comportamentale dell’orso delle caverne simile a quella di un "gigante buono" che si nutriva di bacche e radici.
Tuttavia, I nuovi dati riguardanti misurazioni degli isotopi dell’azoto di reperti provenienti dal sito di Peçstera cu Oase, nella zona sudoccidentale della Romania, portano a tracciare un quadro diverso. Sebbene molti dei reperti di questi orsi mostrino effettivamente i segni di una dieta prevalentemente vegetariana, quelli di Oase e di altri siti portano a supporre che essi fossero talvolta onnivori, in misura simile agli attuali orsi bruni, compresi i Kodiak e i grizzly del Nord America.

Un nuovo Knut a Norimberga?

cucciolo orso polare norimbergaE' da venerdì scorso che i mass media ci stanno bombardando con la toccante vicenda dei tre orsetti polari di Norimberga. Fino ad ora non ho scritto nulla su questa vicenda nel blog per il semplice motivo che volevo vedere come evolveva la situazione.
Facciamo un breve riassunto: Vera e Vilma, due giovani orse polari alla loro prima gravidanza a distanza di quindici giorni l'una dall'altra partoriscono tre cuccioli. Fin dall'inizio il comportamento delle neo-mamme risulta singolare: si allontanano dalla tana e sembrano non fornire le necessarie cure parentali ai neonati. E' molto probabile, come successe con Knut che le madri non accettano i piccoli. Lo zoo di Norimberga tramite la voce di Helmut Maegdefrau, viceresponsabile dello zoo, afferma che: "Se le madri vogliono lasciarli morire, allora devono appunto morire" - "Faremo di tutto per evitare che la sciocca Knut-mania si ripeta a Norimberga". E subito la Germania si spacca in due. Quelli a favore del logico seppur crudele "lasciamo fare alla natura" e il fronte per il salvataggio degli orsetti di cui però si teme già la commercializzazione. Poco dopo il lieto evento però si apprende la notizia che due dei tre cuccioli sono morti e le cause dei decessi non sono ancora ben chiare: erano già morti alla nascita, il tutto è dovuto ad una malattia o sono state le stesse madri ad ucciderli? Un ulteriore coro di voci denuncia allora la cattiva gestione degli orsi negli zoo e il mancato salvataggio dei cuccioli . Ma la dirigenza dello zoo di Norimberga è inamovibile, l'orsetto rimasto dovrà cavarsela da solo, non verrà allattato a mano e non diventerà il nuovo Knut.
E' di ieri però la notizia che lo zoo è tornato sui suoi passi temendo la perdita dell'ultimo cucciolo affermando però che, proprio nel momento in cui Kunt sta diventando una stella di Hollywood. loro a Norimberga vogliono continuare a fare un altro mestiere e che non sono interessati a tv e cinema.
cucciolo orso polare norimbergaOggi il cucciolo (femmina) sta bene, persa 1,7 kg ed è ancora senza nome: probabilmente verrà indetto un concorso per assegnargliene uno. Si è venuto a sapere oltretutto che il nervosismo dell'orsa, che è stato il motivo principale della scelta di sottrarle il cucciolo, era dovuto ad una troupe televisiva che si è avvicinata troppo alla tana. Gli esperti di Norimberga sono in contatto con quelli di Berlino, per far tesoro delle conoscenze ottenute con Knut.

Cosa dire, ad un anno della vicenda Knut, la Germania deve affrontare di nuovo una patata bollente. Knut oggi è un cucciolone che purtroppo per lo zoo non attira più migliaia di visitatori al giorno e proprio per questo è stato riciclato subito come protagonista di un film di animazione che verrà doppiato nientedimeno che dalla figlia di Tom Cruise! (Mah!) il tutto per un contratto di 5 milioni di dollari i cui ricavi, a detta degli amministratori, verranno utilizzati per ampliare alcune aree dello zoo di Berlino. Speriamo che per la cucciola di Norimberga la vita sarà più semplice e che a differenza di Knut non dovrà subito vedersela con flash e telecamere. Chissà se i responsabili dello zoo di Norimberga faranno marcia indietro anche sullo sfruttamento dell'immagine dell'orsacchiotta?

Purtroppo fama e grana il più delle volte fanno rima.

Ecco una gallery del cucciolo:

cucciolo orso polare norimberga

cucciolo orso polare norimberga

cucciolo orso polare norimberga

cucciolo orso polare norimberga

domenica 6 gennaio 2008

Un anno di blog...

"Non è facile iniziare un blog dedicato all'orso..."

Con queste parole poco fiduciose giusto un anno fa scrivevo il primo post che sanciva la nascita del "Blog dell'OrsoBruno". Un blog nato quasi per gioco in cui, devo ammettere, credevo poco data la specificità dell'argomento. E invece non ero il solo ad amare questo animale, ne siete veramente tanti lì fuori, e da ogni parte del mondo.
Il Blog dell'OrsoBruno ha toccato i cinque continenti, proprio in virtù del fatto che l'argomento non è così poi tanto di nicchia. Già, perchè se l'orso è amato così tanto è dovuto porprio al fatto che pur cambiando dimensioni e colore, è diffuso in quasi tutto il mondo, e per tutti i popoli rappresenta un animale simbolo: dalla vulnerabilità alla forza, dalla ferocia alla tenerezza.
Questo blog fin dall'inizio si era prefissato di svelare i molteplici aspetti di questo animale, aiutando la conoscenza e la comprensione della sua natura e tutti sappiamo che la conoscenza fra esseri diversi è il primo passo per una pacifica convivenza. Anche se il blog all'inizio ha faticato a decollare, ora può annoverare tantissimi amici, che ogni giorno leggono la newsletter e altrettanti lettori "occasionali" che grazie alla passione che li lega, si fermano e si uniscono alla "famiglia". Proprio in questo momento il contatore sta segnalando le 19.959 visite, ciò significa che probabilmente entro la mezzanotte il Blog dell'OrsoBruno raggiungerà quota 20.000 visite, un bel numero per chi un anno fa avrebbe sorriso ad un "successo" tale.
Nel corso di quest'anno ho conosciuto tante persone che mi hanno sempre spronato a fare meglio e a dare il massimo. I nomi sono tanti e sarebbe ostico elencarli tutti, ma chi ha commentato, chi mi ha scritto o chi ha chiacchierato con me in chat sa che mi sto riferendo a lui/lei.
Il Blog dell'OrsoBruno ha fatto conoscere anche nuovi amici: Bruno, Yoga, Sandrino, Jurka, Knut, Tunk, Bernardo, nomi che a molti potrebbero non dire nulla, ma che a "noi" dicono molto. Sono storie diverse di amore e tenerezza, ma anche di odio ed ignoranza.
Il blog dell'OrsoBruno ha cercato durante quest'anno di tenervi sempre aggiornati su tutte le novità che riguardano i nostri amici plantigradi otenendo anche esclusive come la notizia della cattura dell'0rsa Jurka. Gli orsi oggi sono sempre più mediatici, finiscono sempre più spesso in prima pagina e ci fanno rendere conto che sono vicini a noi di quanto non sembri e che spesso le loro vite incrociano le nostre.
Pensate al passato a quando noi, coperti di pellicce e armati di clava, convivevamo con i loro antenati. Sono passate decine di migliaia di anni, ma per molti sembra che non sia cambiato niente. L'orso viene ancora visto come un usurpatore, una minaccia da abbattere per promuovere la nostra sopravvivenza o i nostri interessi. Sono molto gli orsi noti che in quest'anno hanno subire la violenza dell'uomo, spesso pagando con la vita stessa e ancora di più quelli che non finiscono in cronaca, ma che ogni giorno devono fare i conti con gli effetti del nostro comportamento sconsiderato. Proprio per questo il blog ha cercato di aiutare proprio quegli esemplari più sfortunati o più a rischio promuovendo raccolte di fondi, iniziative benefiche, petizioni e aiuti di ogni genere di cui spesso non siamo al corrente perchè un nostro picolo gesto si possa contrapporre alla scelleratezza di alcuni. Proprio questi hanno dimostrato che l'uomo che l'orso, animale selvaggio è sempre più vittima della ferocia umana: ancora oggi sul portale del Santuario di S. Romedio, famoso per le vicende dell'orsa Jurka, i si può leggere questa iscrizione...

"Fatto stupendo o cosa strana, l’orso, la belva si fa umana. Stupor maggior che l’uomo nato, in belva ora cerchi d’esser cangiato".


Un grazie di cuore a tutti voi

Enzo "OrsoBruno" Cerasani