"E una grave perdita - ha dichiarato il direttore del parco, Aldo Di Benedetto - in quanto incide sul potenziale riproduttivo della popolazione dei plantigradi gia' numericamente esigua. Per di piu' viene a mancare l'orso Bernardo che, negli ultimi anni, tanto ha fatto parlare di sè per gli incontri ravvicinati nei centri abitati e che ha 'battezzato' una delle tante associazioni costituitesi per la tutela della specie"
"Dopo gli incendi di quest'estate la vile uccisione degli orsi bruni nel Parco nazionale d'Abruzzo è un nuovo e pesantissimo attacco ai Parchi nazionali ed ai loro simboli. Evidentemente le nuove misure contenute nella legge finanziaria per potenziare il sistema dei Parchi nazionali infastidisce speculatori, bracconieri, e delinquenti, ma posso assicurare che non ci faremo intimidire. Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio, commentando la notizia dell'uccisione in Abruzzo d'Abruzzo di tre orsi bruni, fra cui Bernardo, uno dei simboli del Parco. "Bisogna arrestare e condannare in modo esemplare questi criminali ambientali", ha concluso il ministro.
"La notizia del rinvenimento dei due orsi morti sconvolge tutto il mondo ambientalista e quanti di loro si battono per la salvaguardia della specie protetta". Questo il commento del prof. Franco Tassi, ex direttore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, in merito alla morte di due orsi, fatto confermato dall'attuale direzione dell'Ente Parco. 'Potremmo dire - continua Tassi - che si tratta della cronaca di un evento annunciato. Le continue incursioni dell'orso Bernardo nei paesi dell'area protetta alla ricerca dei pollai, se fosse confermata la tesi dell'avvelenamento dimostrerebbe che l'esasperazione di qualcuno e' sfociata nel peggiore dei gesti. C'e' da rimarcare che l'abitudine degli orsi a mangiare galline e' scaturita dall'uso di esche olfattive, nell'ambito di una ricerca per il monitoraggio della specie non autorizzata dall'Ente Parco, quindi e' stato l'uomo, seppur indirettamente, a determinare questo dramma. La ricerca dovrebbe essere finalizzata alla tutela dell'orso e non per scopi di protagonismo o per avanzamenti di carriera"
"Uccidere un orso marsicano, uno dei pochissimi esemplari che popolano le montagne dell'Appennino, è come abbattere un pezzo di Cappella Sistina" dice Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf e anima del parco d'Abruzzo. "Un paese civile non può permettersi questi scempi", dichiara il WWF sul proprio sito internet listato a lutto. “Sempre nella Marsica l’anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelenati e tanti altri animali – commenta Pratesi - E’ chiaro che si tratta di un’area ad alto rischio. Ma tutta l’Italia lo è. Stiamo distruggendo una delle ricchezze attorno a cui è nata e fiorita l’economia di intere regioni. Consentire che si perda un orso o un lupo alla volta è come lasciar sfregiare un’opera d’arte, è un atto insano come prendere a martellate la Pietà di Michelangelo. Siamo profondamente indignati: dopo una stagione di incendi – e l’Abruzzo è la regioni più colpita - i Parchi e la loro fauna continuano a subire colpi. Ora serve una risposta ferma e puntuale sulla prevenzione”
"La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza la tesi di un possibile avvelenamento - dichiara Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico. La vicenda pone in evidenza - conclude la Mattei - l'esistenza di sacche di profondo abbandono del territorio, terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione".
“Non ci sono parole per definire l’ennesima mattanza di orsi al Parco Nazionale d’Abruzzo, se non delinquenza pura e brutale alla quale bisogna rispondere con la massima determinazione nell’annientare il bracconaggio” - commenta Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e territorio di Legambiente - “Tutto ciò – continua Nicoletti - nonostante il plantigrado sia tutelato da leggi nazionali ed internazionali (specie prioritaria in Direttiva europea 43/92 - habitat). La causa della morte sembra ormai certa essere per avvelenamento da anticrittogamici, che, seppure potentissimi veleni, si possono acquistare senza nessun controllo particolare. A questo punto diventa fondamentale dare concreta attuazione agli accordi e alle strategie già messe in campo in questi anni per la tutela dell’orso bruno marsicano”.
"E' una strage di proporzioni inaudite". Cosi' il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, commenta all'Agi il rinvenimento di tre carcasse di orsi bruni marsicani. "Un atto secondo - ha aggiunto ilgovernatore - dopo i devastanti incendi di quest'estate ed e' possibile che ci sia un collegamento. Le autorita' competenti non si lascino sfuggire l'occasione per colpire gli autori di questo ennesimo terribile gesto. L'Abruzzo e' stato colpito due volte nel suo patrimonio piu' rappresentativo. Rammarica il fatto che questa volta - conclude Del Turco - la mano dell'uomo abbia voluto colpire gli abitanti piu' civile del Parco, cioe' la fauna".
'Basta con la tolleranza nei confronti dei bracconieri: serve il carcere duro per questi criminali. I Verdi proporranno un emendamento al ddl sugli ecoreati per inasprire le pene nell'art.544 bis del codice penale''. Lo afferma il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli in merito all'uccisione dei tre orsi marsicani. Secondo Bonelli si tratta di ''un atto di ferocia criminale inaudita. E' un delitto che ferisce il Paese e offende la coscienza civile del nostro Paese. Un attacco pianificato al patrimonio ambientale e faunistico italiano. Chiediamo a magistratura e forze dell'ordine di fare tutto il possibile per individuare i responsabili''
"L'Abruzzo - ha detto il capogruppo regionale dei Verdi, Walter Caporale - ancora una volta perde esemplari di orso bruno, specie unica e presente soltanto nella nostra Regione, grazie alla quale di anno in anno aumenta il turismo nelle nostre aree interne. Tristezza, impotenza e rabbia sono i sentimenti che si provano. Nella speranza che al più presto siano trovati e condannati i colpevoli è necessario garantire maggiore sicurezza agli animali selvatici e soprattutto a quelli protetti e tutelati da leggi nazionali ed internazionali, come sono le specie uniche ed in via di estinzione".
''abbiamo deciso che, nel caso in cui vengano individuate delle responsabilita' dirette, l'associazione si presentera' parte civile nei futuri procedimenti giudiziari''. Cosi' il presidente della Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu), Giuliano Tallone. Secondo la Lipu ''la sopravvivenza stessa degli orsi marsicani e' a rischio''. Il rappresentante Lipu nel Consiglio del Parco Nazionale d' Abruzzo Fulvio Mamone Capria ha fatto richieste precise per accelerare le indagini e individuare i responsabili: ''Abbiamo chiesto con successo spiega Mamone Capria - al coordinatore regionale del Corpo Forestale dello Stato Davide De Laurentis il massimo supporto all'attivita' investigativa che stanno svolgendo i guardiaparco del Parco Nazionale d'Abruzzo, chiedendo di affiancare a questi ultimi ulteriori pattuglie del Corpo Forestale, cosi' da rendere piu' incisive e celeri le operazioni di individuazione delle responsabilita' legate alla morte dei tre orsi''
"Dopo gli incendi di quest'estate la vile uccisione degli orsi bruni nel Parco nazionale d'Abruzzo è un nuovo e pesantissimo attacco ai Parchi nazionali ed ai loro simboli. Evidentemente le nuove misure contenute nella legge finanziaria per potenziare il sistema dei Parchi nazionali infastidisce speculatori, bracconieri, e delinquenti, ma posso assicurare che non ci faremo intimidire. Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio, commentando la notizia dell'uccisione in Abruzzo d'Abruzzo di tre orsi bruni, fra cui Bernardo, uno dei simboli del Parco. "Bisogna arrestare e condannare in modo esemplare questi criminali ambientali", ha concluso il ministro.
"La notizia del rinvenimento dei due orsi morti sconvolge tutto il mondo ambientalista e quanti di loro si battono per la salvaguardia della specie protetta". Questo il commento del prof. Franco Tassi, ex direttore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, in merito alla morte di due orsi, fatto confermato dall'attuale direzione dell'Ente Parco. 'Potremmo dire - continua Tassi - che si tratta della cronaca di un evento annunciato. Le continue incursioni dell'orso Bernardo nei paesi dell'area protetta alla ricerca dei pollai, se fosse confermata la tesi dell'avvelenamento dimostrerebbe che l'esasperazione di qualcuno e' sfociata nel peggiore dei gesti. C'e' da rimarcare che l'abitudine degli orsi a mangiare galline e' scaturita dall'uso di esche olfattive, nell'ambito di una ricerca per il monitoraggio della specie non autorizzata dall'Ente Parco, quindi e' stato l'uomo, seppur indirettamente, a determinare questo dramma. La ricerca dovrebbe essere finalizzata alla tutela dell'orso e non per scopi di protagonismo o per avanzamenti di carriera"
"Uccidere un orso marsicano, uno dei pochissimi esemplari che popolano le montagne dell'Appennino, è come abbattere un pezzo di Cappella Sistina" dice Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf e anima del parco d'Abruzzo. "Un paese civile non può permettersi questi scempi", dichiara il WWF sul proprio sito internet listato a lutto. “Sempre nella Marsica l’anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelenati e tanti altri animali – commenta Pratesi - E’ chiaro che si tratta di un’area ad alto rischio. Ma tutta l’Italia lo è. Stiamo distruggendo una delle ricchezze attorno a cui è nata e fiorita l’economia di intere regioni. Consentire che si perda un orso o un lupo alla volta è come lasciar sfregiare un’opera d’arte, è un atto insano come prendere a martellate la Pietà di Michelangelo. Siamo profondamente indignati: dopo una stagione di incendi – e l’Abruzzo è la regioni più colpita - i Parchi e la loro fauna continuano a subire colpi. Ora serve una risposta ferma e puntuale sulla prevenzione”
"La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza la tesi di un possibile avvelenamento - dichiara Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico. La vicenda pone in evidenza - conclude la Mattei - l'esistenza di sacche di profondo abbandono del territorio, terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione".
“Non ci sono parole per definire l’ennesima mattanza di orsi al Parco Nazionale d’Abruzzo, se non delinquenza pura e brutale alla quale bisogna rispondere con la massima determinazione nell’annientare il bracconaggio” - commenta Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e territorio di Legambiente - “Tutto ciò – continua Nicoletti - nonostante il plantigrado sia tutelato da leggi nazionali ed internazionali (specie prioritaria in Direttiva europea 43/92 - habitat). La causa della morte sembra ormai certa essere per avvelenamento da anticrittogamici, che, seppure potentissimi veleni, si possono acquistare senza nessun controllo particolare. A questo punto diventa fondamentale dare concreta attuazione agli accordi e alle strategie già messe in campo in questi anni per la tutela dell’orso bruno marsicano”.
"E' una strage di proporzioni inaudite". Cosi' il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, commenta all'Agi il rinvenimento di tre carcasse di orsi bruni marsicani. "Un atto secondo - ha aggiunto ilgovernatore - dopo i devastanti incendi di quest'estate ed e' possibile che ci sia un collegamento. Le autorita' competenti non si lascino sfuggire l'occasione per colpire gli autori di questo ennesimo terribile gesto. L'Abruzzo e' stato colpito due volte nel suo patrimonio piu' rappresentativo. Rammarica il fatto che questa volta - conclude Del Turco - la mano dell'uomo abbia voluto colpire gli abitanti piu' civile del Parco, cioe' la fauna".
'Basta con la tolleranza nei confronti dei bracconieri: serve il carcere duro per questi criminali. I Verdi proporranno un emendamento al ddl sugli ecoreati per inasprire le pene nell'art.544 bis del codice penale''. Lo afferma il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli in merito all'uccisione dei tre orsi marsicani. Secondo Bonelli si tratta di ''un atto di ferocia criminale inaudita. E' un delitto che ferisce il Paese e offende la coscienza civile del nostro Paese. Un attacco pianificato al patrimonio ambientale e faunistico italiano. Chiediamo a magistratura e forze dell'ordine di fare tutto il possibile per individuare i responsabili''
"L'Abruzzo - ha detto il capogruppo regionale dei Verdi, Walter Caporale - ancora una volta perde esemplari di orso bruno, specie unica e presente soltanto nella nostra Regione, grazie alla quale di anno in anno aumenta il turismo nelle nostre aree interne. Tristezza, impotenza e rabbia sono i sentimenti che si provano. Nella speranza che al più presto siano trovati e condannati i colpevoli è necessario garantire maggiore sicurezza agli animali selvatici e soprattutto a quelli protetti e tutelati da leggi nazionali ed internazionali, come sono le specie uniche ed in via di estinzione".
''abbiamo deciso che, nel caso in cui vengano individuate delle responsabilita' dirette, l'associazione si presentera' parte civile nei futuri procedimenti giudiziari''. Cosi' il presidente della Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu), Giuliano Tallone. Secondo la Lipu ''la sopravvivenza stessa degli orsi marsicani e' a rischio''. Il rappresentante Lipu nel Consiglio del Parco Nazionale d' Abruzzo Fulvio Mamone Capria ha fatto richieste precise per accelerare le indagini e individuare i responsabili: ''Abbiamo chiesto con successo spiega Mamone Capria - al coordinatore regionale del Corpo Forestale dello Stato Davide De Laurentis il massimo supporto all'attivita' investigativa che stanno svolgendo i guardiaparco del Parco Nazionale d'Abruzzo, chiedendo di affiancare a questi ultimi ulteriori pattuglie del Corpo Forestale, cosi' da rendere piu' incisive e celeri le operazioni di individuazione delle responsabilita' legate alla morte dei tre orsi''
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