In Abruzzo la gestione faunistica ''e' ancora all'anno zero'': a sostenerlo e' il biologo Franco Recchia, responsabile del servizio Gestione faunistica della Provincia di Pescara, intervenuto dopo la morte di tre orsi e di due lupi nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). ''Nella regione verde dei Parchi - ha spiegato Recchia - infatti, aree protette, Regione e Province non dispongono di strutture tecniche in grado di affrontare adeguatamente le problematiche del settore. Le sporadiche attivita' realizzate in questo campo si svolgono senza alcun coordinamento tra i vari enti preposti e si devono esclusivamente alla buona volonta' di pochi, veri specialisti, che lavorano con competenza e su basi scientifiche. Basta vedere il 'Piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano' (Patom), uno dei pochi progetti di una certa valenza scientifica attuati nella nostra regione, che si e' potuto concretizzare solo grazie ad un finanziamento di 900 mila dollari donati da una ricca ereditiera americana''. ''Alla luce di queste considerazioni - ha detto - ci si chiede: che fine fanno i milioni di euro che ogni anno vengono spesi per la gestione dei Parchi, se non vengono impiegati a sostegno di progetti mirati alla conservazione di una specie simbolo dell'Abruzzo come l'orso? E quali sono i risultati ottenuti?''. Recchia ha poi rimarcato ''l'assenza totale della Regione Abruzzo, che dovrebbe coordinare gli interventi dei vari enti preposti''.''La Regione - ha aggiunto - non e' stata nemmeno in grado di approvare il regolamento per la caccia al cinghiale, predisposto nel 2006 da un gruppo di tecnici dei vari enti interessati ed e' da mesi al vaglio della terza commissione consiliare. E una caccia non regolamentata, ovviamente, disturba non poco gli animali selvatici ed in particolare l'orso''. Secondo il biologo la soluzione e' ''creare pool di specialisti all'interno dei vari enti preposti, che dovranno operare sotto la supervisione dell'Istituto Nazionale per la fauna Selvatica, le Regioni e le Province, come previsto dalla normativa vigente''.''Le unita' di esperti - ha spiegato - dovranno essere dotate di personale competente ed attrezzature specifiche, inoltre dovranno avere una veste giuridica differente da quella delle pubbliche amministrazioni, per non incorrere nei vincoli burocratici che di fatto non permettono di operare come e quando occorrerebbe. Vanno inoltre istituiti corpi specializzati di guardiaparco e guardie faunistiche provinciali, da impiegare esclusivamente nella gestione faunistica''.
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