Vincenzo La Monaca, Presidente della Commissione Regionale Escursionismo (C.R.E.) Abruzzo, mi ha segnalato un articolo del C.A.I. Abruzzo come altra testimonianza della fiaccolata di sabato scorso in ricordo degli orsi uccisi. Ringrazio Vincenzo per la sua gentilezza.
“Lo spirito dell’orso Bernardo non morirà”. E’ stata questa la risposta dei soci del Cai all’efferato gesto avvenuto nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove nel giro di pochi giorni, tre orsi e due lupi sono stati ritrovati morti per aver mangiato bocconi avvelenati. Sostenuti da questo impegno, il Cai si è ritrovato, per partecipare fiaccolata del 6 ottobre, da Bisegna a San Sebastiano. Il presidente del Cai Abruzzo Eugenio Di Marzio, portavoce di una attenzione nazionale del Cai, il presidente della Commissione regionale Tam e Comitato Scientifico, Carlo Iacovella, il presidente della Commissione regionale Escursionismo, Vincenzo La Monaca, il responsabile del Cea “gli aquilotti”, Filippo Di Donato e tanti altri soci di più sezioni, hanno sfilato esprimendo solidarietà e impegno. Tangibili la costernazione e lo sbigottimento che hanno invaso gli abitanti dei paesi della Valle del Giovenco, colpiti dalla perdita del famoso orso Bernardo, avvenuta insieme alla sua compagna e ad un altro orsacchiotto. Il sindaco di Bisegna, Grassi, lo ha ricordato“ … forse non famoso come Yogi dei fumetti, ma Bernardo era vivo e amava le scorribande nel paese e si era integrato nel vivere quotidiano della gente. Tutti noi, con in testa gli abitanti di San Sebastiano, eravamo orgogliosi di lui: con la sua fama, trascesi i limiti della valle, aveva reso famoso queste località …”. La pioggia non ha fermato la fiaccolata che si è svolta da Bisegna a San Sebastiano, con bandiere e striscioni, attraversando i luoghi dove gli orsi avevano deciso di vivere. Più di trecento persone, giunte da ogni località dell’Abruzzo e da altre regioni si sono strette attorno al Presidente del Parco, Giuseppe Rossi, ai tanti sindaci presenti ed alle associazioni locali. Purtroppo il vile gesto di devastazione è stato causato dall’uomo, spezzando una felice convivenza con la natura instaurata da tanti altri uomini, durata più di sette anni ed alimentata dalla passione dei giovani riuniti nell’associazione “Amici dell’Orso Bernardo”, organizzatori della fiaccolata insieme al WWF. Tra i partecipanti anche Franco Caramanico, assessore regionale all’ambiente, politici, il regista Riccardo Milani (autore del film “il posto dell’anima”, girato nel 2004 nel Parco, riprendendo anche l’orso Bernardo) rappresentanti di enti e soprattutto tanti giovani, con un chiaro e forte messaggio di speranza per un futuro migliore è più rispettoso dell’ambiente e di tutte le sue forme di vita. Gli intervenuti, riuniti, dopo la fiaccolata, nel Centro Visite del Parco a San Sebastiano, hanno manifestato grande indignazione e preoccupazione per il serio rischio di veder scomparire l’animale “simbolo” per eccellenza della Natura della nostra Regione e dei nostri Parchi. Nell’arco degli ultimi 12-13 anni sono state ingenti le somme stanziate da UE, Stato e Regioni per la salvaguardia dell’orso, eppure accadono ancora episodi incresciosi. Non è sicuramente con le taglie che si risolvono i problemi, ma con una condivisa strategia tra Parco e Comuni, che rilanci le pratiche agricole e zootecniche, velocizzi il pagamento riscontrato dei danni arrecati dal plantigrado, caratterizzi i paesi quali “porte di accesso alla montagna” e diffonda i messaggi elargiti da ambienti importanti e insostituibili, affinchè da parte di tutti, turisti, escursionisti, amministratori e abitanti, si attui uno spontaneo e costante controllo, del territorio, dei boschi, preservandoli dagli incendi e degli animali che vi abitano. Il Cai tutto è a disposizione, tornerà presto quì, in un rinnovato dialogo con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed i Comuni, per promuovere, insieme agli abitanti dei paesi, le modalità di frequentazione della montagna e concorrere alla salvaguardia degli insostituibili valori naturalistici ed umani espressi da questi luoghi “scrigno” della cultura e della biodiversità dell’Appennino.Filippo Di Donato
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